Archivi giornalieri: 4 Febbraio 2013

La Rubrica di NIA: un anno di ghiacci marini

Preciso prima di iniziare l’articolo che i mancati resoconti mensili dei ghiacci sono stati causati dai miei impegni che mi hanno impedito completamente di seguire anche queste cose.

Mi scuso se nessuno mi ha sostituito, ma anche gli altri avevano molte difficoltà a seguire gli articoli.

 

Quindi faccio un articolo riassuntivo per quanto riguarda l’anno solare 2012 per i ghiacci marini, sia Artici che Antartici.

Prima di tutto inserisco una lista mese per mese della graduatoria che il valore totale (somma dei ghiacci Artici e Antartici) ha assunto dal 1979, anno di inizio delle rilevazioni

 

La posizione è indicata dal 1° posto di minore estensione fino al 34° posto di massima estensione

Gennaio: 14°

Febbraio: 11°

Marzo: 10°

Aprile: 29°

Maggio: 14°

Giugno: 5°

Luglio: 3°

Agosto: 1°

Settembre: 1°

Ottobre: 3°

Novembre: 3°

Dicembre: 4°

 

Come si può facilmente intuire la causa del drastico calo di estensione è stata provocata dalla crisi artica dell’estate 2012 nel quale è stato toccato un nuovo minimo assoluto, allo stesso tempo nulla ha potuto il nuovo massimo assoluto dei ghiacci Antartici, in quanto si tratta di un fenomeno con una anomalia decisamente diversa.

Da sottolineare anche il valore di Aprile, il 5° più esteso dal 1979, praticamente nel periodo dell’anno dove l’Antartico si trova al suo minimo e l’Artico al suo massimo (sarebbe Marzo, ma Aprile è comunque un mese che presenta queste caratteristiche), diametralmente opposto rispetto ad Agosto e Settembre ci sia stata una situazione di valore di estensione così diversa come graduatoria.

Questo è segno di una maggiore variabilità annuale presentata da parte dei ghiacci marini di entrambi i poli.

 

Ora un po’ di grafici.

Ho preso i singoli valori mensili e ne ho calcolato la media annuale per entrambi i poli.

Queste sono le anomalie annuali dei ghiacci Artici (su media 1981-2010)

 

Per via della crisi estiva il 2012 risulta essere l’anno peggiore per l’Artico da inizio serie, a fronte di una media di 11.8milioni di kmq ne abbiamo avuti solo 10.6

Per quanto riguarda il valore minimo annuale (Settembre) si tratta chiaramente del meno esteso da inizio serie con un trend che incredibilmente, se dovesse rimanere tale porterebbe all’incirca per il 2065 alla possibilità di assenza di ghiaccio nell’artico durante il minimo estivo.

Per ora i catastrofisti gioiscono, ma tanto da gioire lo sanno solo loro dove stia.

Il massimo annuale (Marzo) si è comportato molto meglio (come scritto è aumentata la variabilità annuale) arrivando a toccare l’estensione più alta dal 2003 ed il 10° massimo meno esteso.

In tempi di crisi è un valore niente male.

Passiamo ora alle anomalie Antartiche

 

 

risulta essere il 3° anno più esteso, con un valore pressoché identico rispetto al 2010 e di poco più basso a quello del 2008, siamo in situazione di anomalia positiva a fronte di una media di 12.0milioni di kmq il valore del 2012 si attesta intorno a 12.4milioni

il minimo annuale (Febbraio) è stato decisamente positivo, è stato infatti il 4° più esteso della serie, ben +0.6milioni di kmq che a fronte di una media di Febbraio di 4.4 è un discreto valore

Per quanto  riguarda il massimo annuale (Settembre) è già stato scritto che si è trattato del valore più elevato mai misurato dai satelliti.

Inutile dire che sia massimo che minimo annuale presentano trend crescenti.

L’Antartide continua ad andare contro-corrente e sino ad ora si è andato avanti dando cmq la colpa al riscaldamento globale, la stessa causa individuata anche per l’aumentato valore di estensione che raggiungono le nevi durante la stagione invernale boreale.

Prendo adesso gli ultimi due grafici che riguardano i ghiacci totali, ovvero la somma dei 2 poli

 

Il primo grafico riguarda i valori assoluti

 

 

Mentre quest’altro le anomalie su media 1981-2010

 

 

Si è trattato del 4° anno “peggiore” dal 1979 ma se i dati vengono mostrati con una scala, seppur piccola, ma in grado di contenere al suo interno tutta la possibile variabilità annuale, ecco che questo calo così importante mostrato dalle anomalie risulta avere ordini di grandezza decisamente piccoli.

Infatti una anomalia di 0.8milioni di kmq a fronte di una media di 23.8 rappresenta circa il 3.4%

 

FBO