Archivio mensile:Maggio 2013

La Rubrica di NIA: Tornado F5 del 25 Luglio 1930 in Veneto, nubifragi violenti in Piemonte, allagamenti nel Biellese

Cronache e Immagini tratte dal quotidiano La Stampa

 

 

LA STAMPA 25 LUGLIO 1930

IL MALTEMPO IN ITALIA ED ALL’ESTERO – UNA TROMBA D’ARIA IN PROVINCIA DI TREVISO – 24 MORTI E UN CENTINAIO DI FERITI – ALCUNE CASE ABBATTUTE

TREVISO – 24 NOTTE

Verso le ore 11 di oggi si è scatenata una violentissima tromba d’aria che ha percorso una vasta zona della provincia di Treviso.
Secondo gli accertamenti, i morti sono 24 e i feriti un centinaio, parte dei quali trasportati negli ospedali di Treviso e Montebelluna e parte medicati sul posto. A Segusino verso la stessa ora, uno spaventoso uragano di vento vorticoso ha attraversato il Piave, ha abbattuto tutte le case trovate sul percorso, sradicando piante e pali, e lasciando il terreno cosparso di rottami. Sono stati divelti tutti i grossi platani per oltre 200 metri della strada provinciale, i fili telefonici e telegrafici, sono stati strappati, le masserizie delle case abbattute asportate dal vento o sepolte sotto le macerie come pure la maggior parte del bestiame.
A Oderzo, sono state abbattute 10 case coloniche; gravi danni alle piangioni e al bestiame, f ortemente danneggiata anche la centrale Idroelettrica, otto operai che erano su un armatura sono stati lanciati a una cinquantina di metri di distanza.
In località Godega, sono state abbattute 40 case, dei mobili di esse sono stati trovati a distanza di circa 200 metri, nel paese di Selva ben poco è rimasto in piedi; la tromba si è abbattuta su numerose case coloniche e ha divelto i pali della luce.
La chiesa è quasi completamente distrutta, sono rimasti in piedi solo l’altare maggiore, il coro e il campanuile; il resto, compreso il nuovo organo che doveva essere inaugurato in questi giorni è stato distrutto. A Giavera vi sono 7 case distrutte e cinque feriti non gravi. A Bavaria 30 case sono state distrutte. Anche Sovilla è gravemente danneggiata; tutte le case del centro sono in parte abbattute e in parte scoperchiate; la canonica è lesionata, il Ciclone è passato anche su quasi tutto il Friuli danneggiando le campagne specie a Sacile, i fiumi sono ingrossati. A Belluno dopo una giornata di pioggia il ciclone si è scatenato nella mattinata recando gravi danni alle campagne. Esso ha avuto origine nella bassa vallata del Piave e ha risalito il corso del fiume, abbbattendosi sulla zone dell’Ardo, del Castianese e del Comune di Ponte delle Alpi. Il forte vento uraganico ha sradicato alberi e ha scoperchiato parecchie case coloniche.

LA STAMPA 25 LUGLIO 1930 – CIMINIERA DI FILANDA ABBATTUTA A CREMONA UNA OPERAIA UCCISA E SETTE FERITE – CREMONA –

Stamane il cielo era andato oscurandosi sempre più finchè verso le 10,45 si scatenava un acquazzone violentissimo e contemporaneamente un vento così forte da scuotere le case mandando in frantumo molti vetri e facendo crollare qua e la calcinacci.

Fortunatamente la tromba d’aria è durata qualche minuto soltanto, ma ciò è bastato per causare una grave sciagura, una ciminiera della filanda di proprietà dei fratello Dall’Orto di Milano, postia in una via periferica è crollata per circa 9 metri abbattendosi su uno dei reparti di filatora, travolgendo il capannone della caldaia e sfondando un tratto del tetto della sala delle bacinelle, nella quale 163 operaie attendenvano al consueto lavoro. La scena di terrore che seguì è facilmente immaginabile. Le operaie si precipitarono in cortile urlando di spavento mentre alcune di essere rimanevano sotto le macerie. La ciminiera crollata, alta 15 metri, era stata ricostruita circa 2 anni fa dopo cioè che era stata abbattuta durante il ciclone del luglio del 1927. Le raffiche del vento sono state così violente da sciantare grossissimi rami dei vetusti alberi del viale Regina Margherita, tanto da ingombrare il viale stesso e determinare la sospensione del traffico per mezz’ora.

LA SCORRIBANDA DI UN FULMINE IN MUNICIPIO, PER STRADA, IN UNA STALLA

Oggi verso mezzogiorno, mentre imperversava un furioso temporale, un fulmine è penetrato nel Municipio di Baveno, investendo il capoguardia, che si è salvato gettandosi al suolo con mirabile sangue freddo. Dopo aver visitato tutti gli uffici comunali, provocando qua e là dei corti circuiti, il fulmine è uscito sulla strada. Sulla via ha investito certo Giovanni Albertani, gettandolo a dieci metri di distanza. Il poveretto se la cavò con grande spavento e con una gamba ammaccata, quindi il fulmine concludeva la sua pericolosa scorribanda penetrando in una stalla e uccidendo una mucca.

GRANDINE NEL TORTONESE E NELL’ACQUESE – TORTONA –

Verso le 22 di ieri si è scatenato sulla città un impetuosissimo vento, durato tutta la notte, e che recò gravi danni ai frutteti delle valli del Gure e del Curone. Questa mattina, poi, un furiosissimo temporale si è abbattuto sulla città ed ha durato tutta la giornata. Sono segnalate dall’alto Tortonese grandinate. La temperatura si è fatta autunnale.

ACQUI

Verso le 21 di ieri un terribile vento ha imperversato sulla città, schiantando alberi, strappando fili elettrici, crescendo di veemenza fino alle prime ore del mattino, finchè si risolse in pioggia. Dopo qualche ora, un violento temporale con grossi chicchi di tempesta, si è abbattuto sulla città e dintorni causando gravi danni.

COMIGNOLI ABBATTUTI AD ALESSANDRIA

Alessandria, l’inclemenza del tempo, è da alcune settimane, pressochè costante. La temperatura è diventata autunnale. Bufere di vento si sono avute stamane ed nel pomeriggio. Alcuni comignoli sono stati abbattuti in piazza Genova, per fortuna senza danni alle persone. Due temporali si sono scatenati nelle campagne vicine. L’acqua, mista a grossi chicchi di grandine, è caduta abbondante.
Per ora, fortunatamente non si hanno notizie di danni sensibili alle campagne.


18 GRADI A VALENZA

Violenti temporali con raffiche di pioggia e di vento si sono registrate nella giornata di oggi su tutto il Valenzano.
La temperatura è scesa di oltre dieci gradi, stazionando sui 18 gradi sopra lo zero.

OPERAI ASSEDIATI DELL’ALLAGAMENTO IN PARECCHI OPIFICI BIELLESI

La popolazione della regione toccata dal torrente Sessera nella vallata Coggiola, Pray o Planceri, ha vissuto stamane per oltre due ore, momenti di angoscia e di terrore dovuti all’infuriare impressionante del maltempo.
Poco dopo le ore 8 il cielo si è coperto di una densa nuvolaglia ed ha cominciato a cadere una pioggia torrenziale.
Le strade si sono subito cambiate in altrettanti torrenti; le cantine e i piani terreni sono stati allagati. Il torrente Sessera ha straripato ed allagato stabilimenti e case, seminando terrore e danni. In molti opifici di Pianceri, visto il pericolo, gli operai sono fuggiti in tempo, riparando, sotto la pioggia torrenziale, sulle alture circostanti. In qualche altro stabilimento la fuga degli operai è stata preclusa dall’improvviso allagamento, e molti lavoratori si sono salvati fuggendo dai saloni attraverso le finestre e i tetti.
Molte case private, già allagate, sono state rese pericolanti dalla furia dell’innondazione. Il salvataggio di alcune persone progioniere dell’allagamento è stato quanto mai movimentato. Nello stabilimento Togna in Pianceri le acque del Sessera hanno invaso i saloni di lavorazione. Un gruppo di operai si è trovato in un attimo circondato dall’acqua, e anche in pericolo di annegare.
La presenza di spirito dei dirigenti ha valso ad evitare gravi guai. Tutti gli operai furono salvati attraverso le finestre. Il titolare della ditta, che aveva voluto rimanere fra gli operai per assistere di presenza al salvataggio, ha corso un serio pericolo di annegare, ma venne a sua volta salvato dai dipendenti accorsi in suo aiuto. I danni sono notevoli, perchè la furia delle acqua, ha anche asportato delle materie prime. Pure a Pray e a Coggiola si lamentano parziali allagamenti, ma in minore proporzione che a Pianceri. Nel torrente Sessera, alcuni Renaioli travolti all’improvviso dalla piena hanno potuto salvarsi a stento, gettandosi a nuoto in acqua. Non si lamentano fortunatamente vittime umane. I danni sono però ingenti.

 

Ricerca e Trascrizione a cure di:  Davide Mua

Cronache Tratte dal quotidiano:  La Stampa

Jasper Kirkby sugli ultimi risultati inediti dell´esperimento Cloud del CERN

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L’ultimo nato della esperimento CLOUD al CERN
di Sebastian Luning e Fritz Vahrenholt

http://science.orf.at/stories/1717291/

Il 10 maggio 2013,  la ORF austriaca, ottenne  una rara intervista  con il direttore dell’esperimento CLOUD presso l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare, Jasper Kirkby. Nell’ambito del progetto CLOUD, che sta indagando sulle conseguenze che l’attività solare  riveste per la formazione di nubi attraverso il meccanismo della radiazione cosmica e l’impatto che potrebbe avere sul clima terrestre 

Jasper Kirkby in laboratorio

Jasper Kirkby  è il capo dell’esperimento CLOUD al CERN Nell’esperimento, i ricercatori austriaci coinvolti: i team di  Armin Hansel , Università di Innsbruck e di  Paul Winkler  , l’Università di Vienna.

Ecco un estratto dell’intervista che vale la pena di leggere:

ORF: Qual è il rapporto tra l’attività solare e la radiazione cosmica?

Kirkby: La radiazione cosmica consiste di particelle cariche ad alta energia. Quando raggiungono il nostro sistema solare, vengono deviati dal campo magnetico del sole. Soprattutto dal campo magnetico del plasma solare. Quando il sole è attivo, meno radiazioni cosmiche raggiungono la Terra. Il rapporto con il ciclo solare é che quando ci sono molte macchie solari, la Terra riceve dal 10 al 30% in meno di radiazioni cosmiche.

E questo rapporto é sicuro?

Sì, è solidamente confermato. Sappiamo anche che la radiazione cosmica ionizza ogni centimetro cubo di atmosfera terrestre. Poco chiaro finora é se questo potrebbe anche avere un impatto sul clima. Le nuvole sono estremamente importanti per il clima della Terra. Se potessi magicamente rimuovere tutte le nubi nell’atmosfera, avremmo 30 watt di ulteriore energia termica che raggiungerebbero ogni metro quadrato della Terra.

Per mettere quel numero nel contesto: il riscaldamento dell’atmosfera attraverso l’impatto dei gas serra dell’uomo è legata a 1,5 watt per metro quadrato. Piccole variazioni nella copertura nuvolosa possono avere grandi impatti.

Cosa mostrano i vostri  esperimenti ?

In questo momento, non siamo in grado di dire se la radiazione cosmica colpisce il clima. Finora abbiamo studiato la produzione di nuclei di condensazione nelle goccioline delle  nubi -. Particolare quelli che sono formate da gas, o di conversione del gas-particelle” Essi rappresentano circa la metà dei nuclei di condensazione nell’atmosfera. I restanti nuclei vengono da fuliggine e polvere.

Quali i gas che sono coinvolti in questo processo?

Noi stiamo guardando  l’acido solforico e ammoniaca. I risultati dei primi test sono che i raggi cosmici stimolano la formazione di nuclei di condensazione dei gas di un fattore 10. Ma questo da solo è troppo poco per avere un impatto significativo sulla formazione delle nubi. Secondo la nostra esperienza passata, ci deve essere un altro gas o vapore coinvolti che aumenta questo processo. Abbiamo il sospetto che essi siano delle sostanze organiche.

Che cosa?

I risultati ancora non possono essere pubblicati. Infelicemente, non posso dire di più. Solo una cosa: I risultati sono molto interessanti. Durante questo anno avremo un paio di pubblicazioni sul tema.

Jasper Kirkby in tute bianche

Jasper Kirkby nella camera di reazione dell’esperimento CLOUD

Supponiamo che Voi siate in grado di dimostrare che la radiazione cosmica non contribuisce molto alla formazione di nubi. Cosa significa?

Penso che gli esperimenti sono importanti in due modi. Prima, mostrano che vi è una fonte naturale di cambiamento climatico. E l’altro punto è che ció avrebbe cambiato la nostra comprensione del cambiamento climatico antropogenico. Conosciamo poco dei gas ad effetto serra. E sappiamo poco o nulla di questi aerosol che sono le particelle in sospensione nell’atmosfera che provengono dalle industrie. Certamente hanno un effetto di raffreddamento. Tuttavia, non abbiamo idea di quanto grande sia questo effetto. Può essere piccolo, ma può essere molto grande. Può anche essere grande abbastanza per compensare le emissioni di CO2 supplementari in atmosfera .. Non lo sappiamo.

Le mie considerazioni: Dal colloquio, sembra che i risultati non piaceranno a tutti. Una volta che le temperature non stanno seguendo i modelli climatici basati sulle emissioni di CO2, ci devono essere altri fattori che stanno influenzando il cambiamento climatico. Credo che l’interazione dei raggi cosmici con gli aerosol sono i principali candidati. Il raffreddamento è stato associato ad un aumento dell’attività vulcanica, una fonte primaria di aerosol nell’atmosfera e un sole debole permette l’aumento dei raggi cosmici, questa combinanzione che nel  prossimo futuro vedrá un minimo solare profondo potrebbe portare un significativo raffreddamento globale. 

Quanti inverni gelidi di fila occorrono per avere una LIA?

Una volta che gli articoli del CERN / CLOUD saranno pubblicati, ne sapremo di più. Restate sintonizzati.

SAND-RIO

Octopus vulgaris va a caccia di prede…. ad una ventina di giorni dal solstizio d’estate

Inauguriamo una nuova rubrica qui su Nia, il mondo animale.  L’Octopus vulgaris o comunemente conosciuto come piovra o polipo o …..vortice polare 🙂) , è un mollusco cefalopode che, presenta un corpo ovale con la testa ed il corpo fusi insieme a formare un’unica struttura chiamata mantello; sono presenti otto protuberanze ( ne ho contate tre o quattro una sulla isole aleutine, una sulla siberia ed altre due, una sul compartimento europeo e nord atlantico ) che costituiscono i tentacoli o braccia.

La prima protuberanza

Nella testa sono localizzati letteralmente due piccoli occhi sporgenti……

Possiedono otto tentacoli (di cui uno trasformato in organo copulatore chiamato ectocotilo) ciascuno provvisto di due serie di ventose (adesso una di queste è sopra il compartimento nord-italico),

La seconda protuberanza

 

maggiormente sviluppate nei maschi piuttosto che nelle femmine.

Può superare i 10 Kg, è fortemente mimetico, ma se disturbato ( vedi il major warming in strato di fine Gennaio/Febbraio 2013 ) emette il ben noto getto d’inchiostro. Si riproduce infatti in inverno-primavera ( si … lo stiamo vivendo sulla nostra pelle 🙂). E’ quindi un animale molto intelligente.

Al centro dei tentacoli, sulla parte inferiore del corpo, si trova la bocca che termina con un becco corneo usato per rompere i gusci delle conchiglie ed il carapace dei crostacei che sono il loro principale alimento.

È un mollusco cefalopode molto diffuso nei bassi fondali, non oltre i 200 metri. Preferisce i substrati aspri, rocciosi, perché ricchi di nascondigli, fessure e piccole caverne in cui nascondersi : l’assenza di endo- ed esoscheletro gli permette di prendere qualsiasi forma, e di passare attraverso cunicoli molto stretti ( Si è vero, è spesso visto passare dalla porta del Rodano e da quella della Bora a Trieste 🙂). Presente in tutti i mari e gli oceani, è molto diffuso anche nel Mar Mediterraneo ( Si…si…è da qualche anno che è sempre più presente nei nostri mari )

Il polpo ha un encefalo di grandi dimensioni ( che sviluppa maggiormente nelle fasi di Ninà ) ed è un animale che ha dimostrato di avere capacità di apprendere azioni che dipendono dalla memoria (Si ! infatti le sue azioni sono fortemente legate alla memoria nei minimi solari :wink:).

Credo che le fonti, da cui ho prelevato queste informazioni (animalistico-climatiche) non siano così necessarie.

 

Buon fine settimana gente,

Michele

SPE – Solari protoni eventi energetici dal 1600 ad oggi, alcuni dati e osservazioni su cui discutere

La passata settimana le 4 (inaspettate :smile:) fiammate  di Cat. X generate dalla regione AR 1748 e le ripetute dichiarazioni della Nasa ( scopiazzate dalle varie testate gionalistiche online ), circa la probabilità di forti tempeste solari nel corrente mese di maggio, hanno istantaneamente rianimato l’audience su questa piattaforma. Inaspettate non tanto ….. e capirete presto il perchè….

Il dibattito e gli interrogativi, sorti fra i vari utenti qui su Nia, riguardavano in particolare, le grandi esplosioni solari. Di seguito, riporto alcuni degli interrogativi emersi :

Quanti eventi SPE si sono registrati nel recente o lontano passato ? E’ più probabile che un evento SPE si registri in un minimo solare oppure in un massimo ? E’ possibile identificare un collegamento fra tali manifestazioni e le configurazioni planetarie del momento ?

Ho deciso quindi di fare una veloce indagine, ricerca, nel tentativo di trovare delle riposte o spunti di riflessione agli interrogativi sopra riportati.

Ad esempio, se partiamo analizzando la configurazione planetaria, che ha preceduto la grande tempesta solare (evento Carrington), del 1 Settembre 1859, scopriamo che una settimana prima, un preciso alllineamento planetario ( sulla direttrice del Sole ) era presente. L’allineamento Terra-Venere-Marte-Saturno.

Allineamento Terra-Venere-Marte-Saturno del 22 Agosto 1859

 

Una coincidenza ? In seguito torneremo su l’ipotesi planetaria.

Mettiamo quindi, un attimo da parte, questa preliminare osservazione, per passare invece su una nota di stampo più didattico, riportando una parte del testo, ripreso dalla carta di Cliver & Svaalgard del 2005.

Sezione di nostro interesse, perchè che ci fornisce la ricostruzione degli eventi solari protonici dal 1560 al 1950. Citazione :

 “…..McCracken et al. (2001a, b) hanno utilizzato la composizione dei nitrati nelle carote di ghiaccio per ottenere un elenco dei grandi energetici protonici eventi solari (SEP), eventi che si sono verificano fra il 1561-1950, hanno esteso l’elenco per l’anno 1994, utilizzando i dati ionosferici e satellitari. La figura 3 adattata da McCracken et al. (2001a), mostra i tempi di insorgenza di tutti > 30 MeV eventi protonici con fluenze superiori a 10^9 pr cm^-2 tra il 1855-2000 (aggiornamento al 2000 sulla base di M. Shea, comunicazione personale, 2004). Un elenco dei nove maggiori eventi con fluenza >30MeV, durante questo intervallo, è riportato nella tabella II, dove si può vedere che l’evento 1859 è di un fattore di 1,7 (possibilmente un fattore di 3,4, McCracken et al. (2001b)) più grande del secondo classificato evento. E ‘importante notare che gli eventi elencati nel 1960 e nel 1972 ha coinvolto più eventi eruttivi (Svestka e

 

 Simon, 1975; Coffey, 1973.  McCracken et al, 2001a . La grande tempesta geomagnetica iniziò il 2 settembre 1859 (evento Carrington) è stata preceduta da una forte tempesta il 28 agosto (Stewart, 1861, Loomis, 1859; Cliver, 2004)….”

 

Figura 3.  I tempi di occorrenza di tutti gli eventi protonici > 30MeV con fluenze superiori a 10^9 pr cm^-2 tra il 1855-2000 (adattato da McCracken et al, 2001a e da M. Shea, comunicazione personale, 2004). Anteriormente al 1950 i valori sono basati sulla composizione dei nitrati nelle carote di ghiaccio e i valori successivi si basano su misure ionosferiche e sulle dirette osservazioni satellitari.

 

Figura 10. Tempi di occorrenza per gli eventi SEP > 30 MeV con fluenze superiori a 10^9 pr cm^-2 sono mostrati nel pannello inferiore. Il modello del numero annuo macchie solari è mostrato nel pannello superiore (McCracken et al., 2001b).

Osservazioni

La figura n°10, ad una prima e veloce analisi, ci dice che il periodo 1960-2000, periodo di grande attività solare è stato costellato da una scarsa presenza di eventi SPE, viceversa, il periodo  1890-1910 (Sc 13-14), periodo di bassa attività solare è stato prodigo di eventi SPE, sia in intensità che in numero.

Attenzione però, i minimi solari dalton e maunder (si osservi la figura n°3) non sembrano rispettare la regola : Minor attività solare e/o irregolare, maggior numero di eventi SPE. I dati restano comunque molto fumosi e dispersi e lasciano, a mio modesto parere, diversa interpretazione, specie sulla scala presente nella figura 3.

A questo punto dell’analisi, possiamo gettare delle preliminari conclusioni ?

Credo che a questo punto dell’analisi l’unico ed inequivocabile parametro di valutazione del rischio di un prossimo evento SPE, non sia l’attività solare presente nel periodo, ma l’eccezionale allineamento planetario che fa da vero e proprio detonatore o innesco di queste fenomenologie rare e straordinarie per la loro portata energetica rilasciata.

Infatti a mio parere, la risposta non la si trova esclusivamente nel singolo caso documentato del 1859, ma andando a ritroso indietro nel tempo.

Infatti se attiviamo la nostra time-machine ( i simulatori planetari ) e ci lanciamo nel 775 DC, troviamo che recentemente Usoskin, rifiuta il grande evento cosmico proposto da Miyake ( leggi il riassunto riportato di seguito ) et al. (2012, Nature, 486, 240, M12), attribuendo viceversa, l’origine dell’anomalia registrata negli alberi, al più grande evento solare, su una scala temporale multi-millenaria.

 Secondo una sorprendente nuova ricerca portata avanti dagli astronomi Valeri Hambaryan e Ralph Neuhauser, una vicina esplosione di raggi gamma potrebbe aver causato un’intenso lampo di radiazioni ad altissima energia che ha colpito la Terra nell’VIII secolo dopo cristo. I due scienziati, dell’Istituto di Astrofisica dell’Università di Jena in Germania, hanno pubblicato i loro risultati nel giornale “Monthly Notices of the Royal Astronomical Society”.

Nel 2012, Fusa Miyake annuncio di aver rilevato altissimi livelli degli isotopi Carbonio-14 e Berillio-10 negli anelli degli alberi che si sono formati nel 775 CE, suggerendo che un lampo di radiazione potrebbe aver colpito la Terra tra il 774 ed il 775. C-14 e Be-10 sono isotopi che si formano quando la radiazione proveniente dallo spazio collide con atomi di azoto, che decadono in forme più pesanti di carbonio e berillio. Le prime ricerche avevano escluso la possibilità di una supernova vicina dato che non fu registrato nulla nelle osservazioni del tempo e non ci sono segni di eventuali resti di supernove.

Il prof. Miyake ha anche considerato la possibilità di un brillamento solare incredibilmente intenso ma non sono possibili brillamenti tali da causare un eccesso nel Carbonio-14 come quello osservato. Grandi brillamenti sono accompagnati anche da espulsioni di massa coronale, che portano alla formazione di spettacolari aurore, e qualcosa di così intenso avrebbe portato alla formazione di aurore eccezionali ovunque, di cui ne sarebbe rimasta memoria.

Infatti, l’ulteriore prova,  a favore dell’ipotesi di Usoskin, l’ho trovata proprio nella straordinaria configurazione planetaria che si è verificata nel 769. Si tratta però del 769, quindi alcuni anni prima del 774-775 !?!? Ricordo però, che le ricostruzioni degli isotopi presentano sempre un certo errore o delta (variazioni) nelle misurazioni (vedi i grafici ufficiali prelavati dalla carta ed inseriti nell’immagine sotto riportata – la linea di colore rosso, indica l’origine dell’evento SPE del 774- ).

Osservate la straordinario allineamento, il numero dei pianeti coinvolti, nella linea dei pianeti e l’angolo molto stretto ( analisi con Solex ) che si è registrato.

A questo punto dell’indagine, non mi sembra quindi così errato ipotizzare un collegamento fra la straordinaria configurazione planetaria e il grande evento solare ipotizzato dallo stesso Usoskin. Alla luce anche d quanto abbiamo in questi anni compreso con le relazioni geologico-astronomiche. Si veda anche l’opera di raffaele bendandi.

Di sicuro c’è, che aver riscontrato, che in due grandi eventi solari, sono presenti particolari e rari allineamenti particolari, non significa certo che ogni evento SPE del prossimo futuro sarà preceduto da un particolare e raro allineamento planetarie, ma che maggiore è la probabilità che si verifichi un qualcosa di particolare e raro sulla nostra stella, in special modo nei decenni di attività solare non armoniosa o regola, vedi i minimi solari.

In conclusione, anche se breve questo post, io credo, che possa getta interessanti dati e osservazioni da poter sottoporre alla vostra valutazione e da approfondire nel dibattito. Quindi, un preliminare punto di partenza e di indagine, su cui potrebbe iniziare una seria ricerca e studio, per risalire una volta per tutte alle vere origini (gli input), di queste fenomenologie tanto discusse in questi anni.

Tanto discusse,  perchè forse figlie di un contesto più cinematografico hollywoodiano, che scientifico, ahimee…

😉

Vi saluto, lascio a voi ulteriori osservazioni e considerazioni in merito.

 

 

Fonti :

http://www.leif.org/research/1859%20Storm%20-%20Extreme%20Space%20Weather.pdf

http://www.leif.org/research/Gleissberg-McCracken.pdf

http://tallbloke.files.wordpress.com/2013/03/usoskin2013a.pdf

http://www.link2universe.net/2013-01-24/unesplosione-di-raggi-gamma-ha-colpito-la-terra-nel-medioevo/

 

 

Michele

Indici meteo-climatici di Aprile-Maggio 2013 e prospettive meteo-climatiche

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi neutralità, MEI index): (-0,171) +0,009

PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,63) –0,16

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,188) +0,170

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+2,85) +8,39

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (-8,32) -5,71

MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente è in fase 5, con intensità modesta e prevista in ulteriore diminuzione, tanto da dubitare sia significativo in questo periodo.

ITCZ , nuovamente significativo per il nostro emisfero dall’inizio di Aprile, alla prima decade di Maggio risulta sostanzialmente in media, dopo un certo sopramedia ad Aprile specie nel settore centrale.

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Commento indici

– l’ENSO ad aprile e tuttora mostra comportamenti differenziati da zona a zona dell’Oceano Pacifico:

  • Nelle zone 1+2 (a ridosso delle coste sudamericane) e 3 (un po più al largo), attualmente appare in pieno sviluppo un evento di Nina, finora a qualche mese fa non atteso nella sua intensità attuale;
  • in zona 3,4 e 4, invece, si osserva ancora una sostanziale neutralità sebbene sembra stia virando verso una Nina debole.

Le previsioni NOAA per i prossimi mesi mostrano una certa fatica a seguire le ultime rilevazioni dell’evento e continuano a mostrare una sostanziale tendenza al prolungamento della fase di neutralità, anzi con una tendenza verso un nuovo Nino. Tuttavia, almeno al momento, ciò non corrisponde alla tendenza attuale delle anomalie di temperatura, né per quanto riguarda quelle superficiali né per quanto concerne le anomalie sottosuperficiali.

– La PDO permane negativa, come da comportamento ciclico (è divenuta negativa qualche anno addietro e resterà tale per diversi anni) ed oscilla, talvolta aumentando (come adesso), talvolta diminuendo; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno.
Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma in territorio positivo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

– La QBO30 è tornata nettamente in territorio positivo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

– La QBO50, dopo il valore minimo di dicembre, sta lentamente risalendo verso la neutralità. Le statistiche, disponibili dal 1979 ad oggi, indicano che l’indice può permanere in fase negativa fino ad un massimo di 18 mesi. Attualmente la negatività dura da 15 mesi (Febbraio 2012), dunque al più il passaggio in fase positiva avverrà entro la prossima estate.

Come segnalato in precedenza, in base alle osservazioni ENSO NOAA, la prolungata neutralità ha lasciato il posto alla Nina nel settore oceanico centro-orientale, mentre altrove permangono condizioni di neutralità. Le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà nel prossimo futuro. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

 

Rispetto ai mesi precedenti (Febbraio, Marzo ed Aprile), non si notano particolari variazioni, per quanto riguarda l’estensione delle diverse anomalie di temperatura. Tuttavia, l’ultima immagine mostra come quelle positive si siano ritratte dalla superficie oceanica, come se si stessero isolando in profondità. In sostanza, la rilevazione non chiarisce ancora se nei prossimi mesi si avvierà un evento di uguale segno (Nina, presumibilmente) in tutto il comparto oceanico. Tuttavia, sembra mostrare come le anomalie positive si stiano ritirando dalla superficie oceanica.

Una netta conferma viene dalle anomalie superficiali: Si osserva, infatti, una prevalenza di anomalie negative nel settore centro-orientale, più vicino alle coste del Sudamerica; invece, avvicinandosi all’Australia ed alla Nuova Guinea, si osserva una certa alternanza tra anomalie di segno opposto.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

 

 

 

 

Dalla primavera all’estate 2013

I prossimi giorni

L’ultima decade di Maggio presenterà condizioni del tutto analoghe a quelle cui abbiamo assistito finora, nel corso di questa primavera molto capricciosa: infatti continuerà a mancare una figura anticiclonica stabilizzante, sul Mediterraneo e sull’Italia; gli anticicloni presidieranno il vicino Atlantico, parte dell’Europa occidentale e anche quella orientale, ma solo a nord delle Alpi e del Mediterraneo. Sui nostri mari, invece, permarranno condizioni di “palude barica”, se non addirittura depressionarie. Tutto ciò è ben rappresentato dall’immagine seguente, relativa a metà giornata di giovedì 23, alla quota di 850 Hpa (1400-1500 metri circa):

Nell’immagine, si notano bene le alte pressioni ad ovest e ad est. Al centro, invece, si osserva un corridoio depressionario, esteso dalla Groenlandia fino al Mediterraneo occidentale lungo il quale scorre aria fredda diretta verso sud, cioè verso le Alpi.

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Possibile evoluzione successiva (giugno)

I possibili scenari di giugno, il primo mese dell’estate, suggeriscono una prosecuzione dell’attuale fase instabile. I principali modelli meteo (ECMWF, GFS) vedono concordemente una prosecuzione delle attuali condizioni meteo, ma con una maggiore componente settentrionale. In sostanza, le condizioni di instabilità provenienti dal medio Atlantico potrebbero essere sostituite o integrate, almeno temporaneamente, da aria più fredda di origine artica. Lo si comincia ad intuire dall’andamento di AO e NAO (che, si ricorda, non sono indici predittivi, ma sintetizzano quanto riportato dai vari ensemble del modello GFS) nei prossimi 10-15 giorni:

 

 

L’AO sostanzialmente neutra ci segnala che le alte pressioni sono disposte a latitudini medio-alte e non (se fosse positiva) in prevalenza alle nostre latitudini. Ma, in particolare, la NAO, prevista prossima alla neutralità, in tale configurazione risulta favorevole a scambi meridiani; in parole povere, conferma condizioni favorevoli a discese fredde da nord, forse anche più di una. L’esame delle anomalie oceaniche per ora conferma l’assenza di anomalie negative al largo delle coste spagnole e marocchine, in quanto l’area è ben presidiata dall’anticiclone delle Azzorre, che non consente discese fredde in zona e quindi anomalie negative. Questo scongiura la possibilità della formazione di una lacuna barica (una depressione semipermanente) in quell’area e dunque conseguenti avvezioni di aria calda africana verso il Mediterraneo e verso l’Italia. L’ITCZ (confine tra monsone umido e anticiclone africano) nella prima decade di maggio, come detto, conforta tale scenario.

In conclusione, al momento possiamo confidare in un decorso stagionale più che normale, anzi ancora abbastanza instabile. Si è già accennato più volte, nel forum Meteo, il decorso di questa primavera assomiglia a quello della primavera 2002 e, ancora di più, a quello della primavera 2004: Nina debole ad est, neutralità ad ovest, anomalie oceaniche disposte in modo simile a quelle attuali suggeriscono diverse interessanti analogie, confermate dal decorso meteo di quella primavera, analogo a quello attuale.

Dell’attuale condizione instabile al momento non si intravvede la fine, nemmeno all’inizio di Giugno, anche se una o più discese fredde artiche, alla lunga, potrebbero favorire una almeno parziale espansione dell’alta pressione delle Azzorre verso il Mediterraneo e l’Italia. Se così fosse, assisteremmo ad un avvio estivo “vecchio stile”, come negli anni 70, quando appunto le estati mediterranee erano dominate dall’azione calda ma moderata dell’Anticiclone delle Azzorre e non, invece, dal bollente anticiclone africano. Tuttavia, al momento si tratta più di un auspicio che non di una prospettiva concreta.

FabioDue