Ancora sui ghiacci Artici

Lo spike nella traccia, il ciclone ed alcune interessanti considerazioni……

Scienziati artici stanno guardando con soggezione un ciclone che potrebbe innescare una quantità record di ghiaccio marino rovinato nel mare settentrionale.

“Stiamo davvero guardando quest’anno con un sacco di fascino”, ha detto Matthew Asplin, un climatologo Artico presso l’Università di Manitoba. I cicloni artici sono guidati da sistemi di bassa pressione, i cui venti fino a 100 chilometri all’ora soffiano in senso antiorario a spirale con un diametro più di 1.000 chilometri. Essi si verificano sia in inverno che in estate, ma di solito sono più forti in inverno. Cicloni non sono insoliti nella regione artica, ma sembrano cambiare in questi ultimi anni, ha detto David Barber, uno dei massimi esperti del sistema mare ghiaccio del Canada. “Questi cicloni non sono sempre più frequenti, ma sono sempre più profondi – il che significa più forte”, ha detto.

Un insolitamente grande, di lunga durata, e potente ciclone sopra l'Artico - agosto 2012 -
Un insolitamente grande, di lunga durata, e potente ciclone sopra l'Artico - agosto 2012 -

http://earthobservatory.nasa.gov/IOTD/view.php?id=78808

E si stanno manifestando sempre di più sui ghiacci del mare, che si rompono attraverso l’azione delle onde, associate ai forti venti e alla pioggia, che scurisce il ghiaccio e che fa si che assorba più energia solare. Le tempeste portano anche acqua dalle profondità, che in realtà è più calda dell’acqua di superficie. I cicloni possono distruggere grandi quantità di ghiaccio molto rapidamente.

“Nel 2009, abbiamo effettivamente documentato uno di questi eventi, in cui grandi e pluriennali banchise di ghiaccio – delle dimensioni Manhattan – si sono sciolte nel giro di pochi minuti”, ha detto Barber.

L’anno scorso, un particolare e potente ciclone si pensa abbia spazzato via 800 mila chilometri quadrati di ghiaccio , ed ha contribuito a livelli record del ghiaccio marino, alla fine della fusione del 2012. La tempesta di quest’anno che si è formata nel mare di Beaufort, circa a metà settimana, si prevede che morirà durante il fine settimana.

Non è forte come l’anno scorso, ma il ghiaccio è più sottile e più debole. Come pure, il ghiaccio che è già stato preso a pugni dalle tempeste precedenti.

“I prossimi effetti (la tempesta) non si manifesteranno nel luogo vicino a quello dello scorso agosto”, ha detto Asplin. “Ma poichè il ghiaccio è più sottile ed è già stato pre-condizionato, e perché c’è meno di volume, esso è molto più vulnerabile agli impatti di questo genere di cose.” Barber ha detto che con un ghiaccio così debole, nuove categorie devono essere create per questo. “Abbiamo una nuova classe di ghiaccio marino nell’Artico, che stiamo chiamando ghiaccio degradato”‘, ha detto. “Abbiamo iniziato a catalogarlo nel 2009, come estremamente debole.”

La mutevole copertura di ghiaccio marino è sempre più legata a modelli meteorologici meridionali. La corrente a getto, che influenza fortemente il clima alle medie latitudini, è guidata dalla differenze di temperatura tra l’Artico e l’equatore, una differenza che si restringe con il ghiaccio del mare.

La copertura del ghiaccio è leggermente superiore al record dello scorso anno, ma ancora ben al di sotto della media di 30 anni.

Molto resta ancora sconosciuto, il ruolo dei cicloni artici nel ciclo gelo-disgelo annuale. Ai tempi in cui il ghiaccio marino era spesso ed era duraturo per anni, i cicloni hanno diffuso il ghiaccio fuori ed effettivamente hanno aumentato la sua estensione, ha detto Julienne Stroeve del centro Ice Data Center di Boulder, in Colorado, quando il ghiaccio viene sparso, semplicemente si rompe e scompare.

“Come la nostra copertura di ghiaccio si è assottigliata, alcune delle nostre vecchie regole stanno cambiando”, ha detto Stroeve. Asplin dice che i  cicloni saranno una grande parte del programma di ricerca Amundsen, alla partenza per l’Artico,  non più tardi di questo mese. “Quest’anno è stato molto burrascoso. Il mese di agosto è sicuramente uno di quesi mesi da guardare nell’artico.”

 

Fonti :

23 pensieri su “Ancora sui ghiacci Artici

  1. sale l’estensione questo mese, oltre ai grafici la risalita è evidente. Andando verso il 10 agosto il vortice polare si estenderà dividendosi verso la Siberia.
    masse d’aria fredda -10 hPa verso le coste siberiane..
    tra artico canadese e Groenlandia sono attese abbondanti nevicate ..
    http://www.wetterzentrale.de/pics/Rtavn064.png

    appunto sino al 5 di agosto.
    http://www.wetterzentrale.de/pics/Rtavn1924.png

    prima decade agosto.
    come le prime tempeste polari sopra il mar glaciale artico, sconfineranno a sud portando freddo nelle isole più a nord del continente asiatico.. Islanda e Gb a fasi protette dalle Azzorre. Molto caldo tra Spagna e Marocco, solleone attorno la catena dei Pirenei… ma neve sulle cime più alte, temporali anche … stessi fenomeni su Anatolia e Mediterraneo. meno caldo..
    L’Anticiclone europeo ora Scandinavia e area Baltica subirà un orientamento verso NE per via del raffreddamento dell’Orso siberiano.
    http://www.wetterzentrale.de/pics/Rhavn1444.gif

    in anticipo la formazione del nucleo siberiano..
    http://www.wetterzentrale.de/pics/Rhavn1802.gif

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  2. un vostro parere per favore… Secondo voi questo surplus di calore accumulato negli unltimi decenni dovuto ad un sole particolarmente attivo, quanto ci metterà il pianeta a dissiparlo e ad avere un deciso riscontro sulle temperature globali in modo da far tappare la bocca a queste persone che continuano a fare documentari dicendo che bruceremo e che i ghiacciai scompariranno tra 100 anni? poi viva il fresco 😀

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  3. un ipotetico effetto del sole a larga scala sarà visibile solo se ci saranno almeno 20 anni di bassa attività solare
    circa 2 cicli interi
    direi che è meglio valutare gli effetti almeno per il 2020 quando questo ciclo sarà nella fase di minimo

    anche se gli evidenti cambi circolativi invernali è molto probabile sia stati causati dalla minore attività solare
    altrimenti è difficile spiegare come all’improvviso l’inghilterra sia tornata quella terra fredda e nevosa che da almeno 30 anni non era più

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  4. @FBO
    Concordo pienamente. Per vedere i primi effetti bisogna attendere il prossimo minimo. Per vederli interamente effettivi occorre un altro ciclo solare intero, cioè il 25. Tuttavia, qualcosina forse si sta già intravvedendo, almeno alle alte latitudini.

    Quindi, i sostenitori del riscaldamento globale inarrestabile avranno ancora un po’ di anni per argomentare la loro tesi, poi mi aspetto che si vedano gli effetti del raffreddamento.

    Per concludere, non dimentichiamoci che il sistema climatico terrestre (atmosfera, terre emerse, oceani, includendo la biosfera cioè l’ambiente in cui vivono animali e piante e che è fatto di loro stessi) è fortemente non lineare. Quindi, in seguito ad una sollecitazione esterna (variazione dell’attività solare) risponde in modi e tempi diversi da quelli che possiamo immaginare: può quindi presentare momenti di apparente stasi, seguiti poi da brusche accelerazioni.

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  5. basta vedere l’andamento stagionale climatico nel secolo 1900, è simpatica la discussione attorno alla fase relativamente calda per la terra del ciclo solare..
    visto che non si accenna ad altro dal punto di vista climatico, bisogna per forza considerare il punto di vista geologico e geomagnetico della questione ciclo solare.

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  6. FabioDue :@FBO Concordo pienamente. Per vedere i primi effetti bisogna attendere il prossimo minimo. Per vederli interamente effettivi occorre un altro ciclo solare intero, cioè il 25. Tuttavia, qualcosina forse si sta già intravvedendo, almeno alle alte latitudini.
    Quindi, i sostenitori del riscaldamento globale inarrestabile avranno ancora un po’ di anni per argomentare la loro tesi, poi mi aspetto che si vedano gli effetti del raffreddamento.
    Per concludere, non dimentichiamoci che il sistema climatico terrestre (atmosfera, terre emerse, oceani, includendo la biosfera cioè l’ambiente in cui vivono animali e piante e che è fatto di loro stessi) è fortemente non lineare. Quindi, in seguito ad una sollecitazione esterna (variazione dell’attività solare) risponde in modi e tempi diversi da quelli che possiamo immaginare: può quindi presentare momenti di apparente stasi, seguiti poi da brusche accelerazioni.

    @FabioDue
    Si potrebbe essere, ma intanto l’inerzia termica si fa sentire e seppur stabilizzatosi siamo ancora con temp rosso fuoco nel Mondo…vedremo tra 20 anni se caleremo e poi diremo se effettivamente il GWA è vero o falso!

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  7. entropio33 :
    @Zambo
    si ho visto… le ultime dieci estati. a volte sparisce tutta la stagione..

    guarda che sparisce sempre d’estate il vortice polare..quello che si vede nella carte anche del passato non è vortice polare

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  8. @Donato

    l’AO index intendi

    oggi la tempesta polare è sopra il polo nord geografico, mentre il vortice polare tende a restare, arretrare sopra il polo nord geomagnetico.. ma è vero per statistica sparisce sempre.. scarica e carica…

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  9. Ancora buona tenuta, con le proiezioni odierne di GFS che vedono la spinta africana su di noi, mi viene da pensare che quello spike tenterà di resistere…

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  10. Si vero.. a protezione.. scrivevo su meteo di movimenti in relazione …
    la saccatura orientale … infatti vedo come sopra l’Europa orientale e Russia europea il gettare acqua fredda su di un ferro rovente per la prima decade di agosto. è comunque presente sull’area che ho indicato l’anticiclone europeo. Anche se può non sembrare questo, per via dall’instabilità presente.
    Poi il lobo europeo del VP si approfondirà verso il mare del nord, mantenendo stabile l’oscillazione neutra nordatlantica… solleone per noi, fresco per l’artico…

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  11. La parte di ghiacci marini tra la Siberia e il polo geografico è stata funestata in primavera: si notano ancora le cicatrici.

    http://www7320.nrlssc.navy.mil/hycomARC/navo/arcticictnowcast.gif

    A mio modo di vedere le tempeste polari sono forse la causa principale dei gossi minimi di estensione si questi anni.

    Qualche estate polare è stata caratterizzata da afflussi caldi grazie a pattern barici sfavorevoli.
    Ma quest’anno l’estate in troposfera e in stratosfera polare non è stata sicuramente calda:

    http://ocean.dmi.dk/arctic/meant80n.uk.php
    http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/stratosphere/temperature/01mb9065.gif
    http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/stratosphere/temperature/10mb9065.gif
    http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/stratosphere/temperature/70mb9065.gif

    Ciao
    Fano

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  12. Spero che qualcuno dia un’occhiata:

    Polo circa Nord due settimane fa:
    http://psc.apl.washington.edu/northpole/NPEO2013/WEBCAM2/ARCHIVE/npeo_cam2_20130725132244.jpg
    [img]http://psc.apl.washington.edu/northpole/NPEO2013/WEBCAM2/ARCHIVE/npeo_cam2_20130725132244.jpg[/img]

    Oggi:
    http://psc.apl.washington.edu/northpole/NPEO2013/WEBCAM2/ARCHIVE/npeo_cam2_20130806010043.jpg
    [img]http://psc.apl.washington.edu/northpole/NPEO2013/WEBCAM2/ARCHIVE/npeo_cam2_20130806010043.jpg[/img]

    😆 😆 😆 😆 😆 😆 😆 😆

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  13. @GIANNI TORINO
    Non saprei… probabilmente è dovuto a un passaggio di un nocciolo freddo nella zona della fotocamera.
    E’ probabile che si riformi il lago, ma spero di no!

    Ciao

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