OPI – Reanalisi 1984-85

Come ben spiegato all’interno della ricerca, l’incremento di capacità intrusiva delle onde (e dunque della loro capacità di bilobare/splittare il VP) non cresce in modo lineare, ma diventa molto preponderante solo per bassissime inclinazioni del vortice (quando appunto si trova prossimo ad essere ortogonale alla congiungente immaginaria tra i due oceani maggiori). In queste condizione, per ragioni legate alla continuità di massa, l’onda riesce ad essere molto più efficace nell’interrompere la circolazione westerly e nell’introdurre grosse quantità  momento easterly all’interno della normale circolazione westerly del VP.

In merito a questi argomenti, parliamo dell’84 che fornisce una casistica molto utile per apprendere bene alcuni concetti, legati appunto alla questione “asse” del VP. La stagione invernale 1984-1985 presenta un evento dalla dinamica eccezionale quanto rara (mi riferisco in primo luogo alla dinamica emisferica e non ai risvolti europei); cerchiamo di capire in cosa risiede l'”eccezionalità” di tale dinamica e vediamo di capire se essa risultava prevedibile già ad ottobre….

Come si vedeva perfettamente già da ottobre, le onde risultavano fortemente intrusive (vedi forte anomalia positiva sulle zone di mar Kara/mar della Siberia (dove ora c’è una pesante anomalia negativa per intenderci)) nonostante l’asse fosse decisamente inclinato. Ed ecco la carta dell’84, dove si vede perfettamente la forte azione intrusiva già a fine dicembre (causa di un forte stratwarming visto il periodo molto prematuro della stagione) con un asse molto inclinato:

In questa situazione, la discesa connessa allo split (e dunque all’MMW) è risultata con una direttrice molto nord orientale (con conseguente evento gelido sull’Europa).

Ed ecco le carte dell’ottobre 84, dove si percepisce chiaramente la fortissima bilobazione con asse fortemente inclinato, denotando (ancora una volta) una somiglianza molto forte con l’episodio invernale:

(notate come lo schema di ottobre è praticamente IDENTICO a quello relativo all’episodio culminante dell’inverno successivo)

Per ricollegarci a quanto detto sugli assi, al contrario dell’84 (di quì appunto l’eccezionalità di quella stagione), tutti le altre stagioni in cui si verifica episodi di MMW split o comunque di forte split/bilobazione anticipata (vedi anche dicembre 2009), ad ottobre si nota:

–  Forte anomalia  sulla zona artica (mar di Kara/mar della siberia), sintomo appunto di forte bilobazione/split;

– Asse molto poco inclinato. Pertanto in tutti questi frangenti, la discesa artica connessa all’episodio/i stesso/i, ha/hanno una direttrice molto più nord-sud (aria più artico-marittima). L’episodio di gennaio 1977 è quello che più di tutti ci aiuta a capire questa cosa:

da questa si denota appunto un asse molto meno inclinato (quasi perfettamente ortogonale ai 2 oceani maggiori), con conseguente discesa artica sull’Europa dai connotati molto più miti (in quanto la direttrice è appunto molto più nord-sud). Anche l’ottobre 1976 era stato caratterizzato dall’anomalia positiva sul polo, ma l’asse appunto era molto meno inclinato rispetto a quello dell’84 (uno dei meno inclinati della serie).

Per concludere dunque, il 1984 rappresenta un caso unico, ma molto ben inquadrabile da ottobre  per via:

a) della forte anomalia sul polo (zone di mar Kara/mar della Siberia) che caratterizza tutti gli anni in cui il vortice si presenta molto bilobato/splittato;

b) elevata inclinazione d’asse. Per quanto si è ribadito più volte, per ragioni legate principalmente alla continuità di massa, le onde riescono ad essere fortemente intrusive e dunque in grado di splittare il vortice generalmente  quando risultano centrate sui due oceani (asse poco inclinato); nell’84 non fù così.

9 pensieri su “OPI – Reanalisi 1984-85

  1. alessandro1,

    Così pare. Del resto, se è vero che ottobre anticipa a grandi linee l’inverno, per l’Europa non c’è da stare allegri: gran parte del mese sarà a consuntivo sopramedia per quanto riguarda le temperature e sottomedia in termini di precipitazioni. Solo nella prima metà ci sono stati episodi freddi, ma sono durati qualche giorno.
    Certo, con un Vortice Polare compatto come quello delle ultime settimane, c’era da aspettarselo.

    Naturalmente il prossimo inverno, che in generale si prospetta poco favorevole ad ondate di freddo, può sempre nascondere una sorpresa. Del resto anche il 2012 non era favorevole, così come non lo era il 1956. Però allora la statistica “chiamava” un’ondata di gelo importante, che mancava da molti anni. Non è questo il caso dell’inverno 2013-2014.

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  2. questo indice non si deve considerare per l’ottobrata, ma come una chiave per capire la vorticosità mediterranea ed atlantica, la posizione e anomalie del vortice polare. non c’è scritto da nessuna parte che il prossimo inverno sarà scarso e caldo… l’ottobrata in questo caso vede grandi anomalie anticicloniche europee non africane.. pensateci…
    freddo in medioriente non sarà, anzi….

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  3. FabioDue:
    http://www.climatemonitor.it/?p=34024
    L’avevate già letto? Complimenti agli autori (cioè voi tre)!!!

    🙂 ho letto pure io e considerato, faccio i complimenti, ma credo consultando gli archivi che troppo ci stiamo allontanando dal senso del opi index, 2013 come il 2008 o 2010 o addirittura 1987, fa notare queste dinamiche… la ciclicità della posizione del vortice polare…

    per i non inverni c’era un perché, la componente solare… ora QBO .. ed eccetera, NAO saltano… per questo servono nuovi riferimenti…

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  4. http://www.meteogiornale.it/notizia/29757-1-regno-unito-allerta-per-ciclone-saint-jude

    come Sandy? questa stagione non inverno per gli USA..? Sandy ha di fatto interrotto a suo tempo una fase calda prolungata sulla costa orientale, portando anche neve a New York …. fateci caso la situazione è invertita …. Saint Jude riporterà in scena l’atlantico? O meglio porterà il vecchio continente direttamente dall’estate indiana all’inverno?

    scordatevi il clima del novecento …

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