Archivio mensile:Ottobre 2013

Indici meteo-climatici di Settembre-Ottobre e prospettive meteo-climatiche autunnali

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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La prima parte dell’autunno – riepilogo

Nella precedente rubrica, pubblicata all’inizio di settembre, si provò a tracciare il carattere generale della stagione autunnale, in base a quattro precedenti storici. Ora è possibile verificare il comportamento dell’ormai trascorso mese di settembre e di metà di quello di ottobre, rispetto ai quattro precedenti.

In sintesi, settembre 2013 è stato abbastanza caldo ed asciutto (anticiclonico) nella prima e nella terza decade, più fresco ed instabile nella seconda. Ad una prima analisi assomiglia maggiormente al settembre 2004 (precedente 1), pur con qualche differenza. Ciò non deve stupire in quanto si tratta di un mese di transizione tra estate ed autunno, specie negli ultimi 15 anni, caratterizzato in parte da dinamiche ancora estive, che quest’anno hanno mostrato una evidente similitudine con l’estate 2004.

La prima metà di ottobre è risultata nel complesso instabile e fresca, specie al Nord. Al momento non si riconosce alcuna similitudine significativa rispetto ai comportamenti dei quattro precedenti storici suddetti, almeno non nelle tempistiche degli eventi. Tuttavia, ottobre 2004 fu molto condizionato da un tenace anticiclone di matrice subtropicale, simile a quello che ci sta attualmente interessando. Anche allora, come adesso, la via di uscita fu l’avvicinamento di depressioni atlantiche che progressivamente indebolirono l’anticiclone.

Ciò lascia supporre che le dinamiche meteorologiche attuali presentino ancora similitudini con il 2004, ma se ne stanno progressivamente discostando. In particolare, l’irruzione artica verificatasi tra 10 ed 11 ottobre al Nord non ha precedenti almeno negli ultimi 30 anni, per precocità ed intensità del freddo, per la quota e la quantità della neve caduta sull’arco alpino. Sul resto dell’Europa Occidentale è andata anche peggio. Per dettagli, si vedano i seguenti articoli:

http://www.meteogiornale.it/notizia/29580-1-neve-a-quote-basse-ottobre-evento-molto-raro

http://www.meteogiornale.it/notizia/29579-1-freddo-o-caldo-effetti-assalto-artico-ultima-settimana

Solo un cenno alla intensa ondata di gelo precoce che ha investito l’Europa Orientale, fino alle porte dell’Italia tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Se avesse investito anche il nostro Paese, sarebbero stati battuti tutti i record di freddo fino a chissà quanti decenni addietro. Anche questa ondata di gelo ha pochi precedenti storici noti, addirittura risalenti fino all’autunno 1929.

Dunque, volgendo lo sguardo all’intera Europa, gli ultimi giorni di settembre e la prima metà di ottobre hanno mostrato un volto davvero inconsueto della prima parte dell’autunno, a tratti già invernale.

 

Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente (agosto)

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,614) VALORI AGGIORNATI NON DISPONIBILI
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-1,04) -0,48
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,23) +0,29
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+14,7) +13,1
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+7,0) +7,6
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente risulta estremamente debole, in zona 8, l’intensità è prevista ancora molto debole fino a fine mese, pertanto non appare al momento significativo.

– L’ITCZ (www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.shtml), nella prima decade di ottobre, risulta normale nel settore occidentale, sotto media in quello centro-orientale.

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Commento indici

1 – l’ENSO ormai da mesi mostra comportamenti differenziati tra le diverse zone del Pacifico equatoriale, ma sostanzialmente rientranti nell’ambito di una complessiva e prolungata neutralità:

  • Nelle zone 1+2 (a ridosso delle coste sudamericane) e 3 (un po’ più al largo), attualmente persiste un evento di Nina di debole intensità, che appare però in fase di indebolimento, quindi verso la neutralità;
  • in zona 3,4 e 4, invece, si osserva ancora una sostanziale neutralità, oscillante poco al di sopra o al di sotto di essa.

Si ritiene che tale particolarità sia la ragione principale della instabile stagione primaverile e dell’avvio di quella estiva in tono minore rispetto al recente passato.

Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano il ritorno a condizioni prevalenti di Nino debole in tutto il comparto oceanico, entro il prossimo mese di gennaio. Rispetto al 2004, quando in inverno di sviluppò una modesta Nina est e persistette un debole Nino ovest, le previsioni NOAA suggeriscono una maggiore uniformità delle anomalie di temperatura.

Come noto, le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Immagine subsurface

Rispetto ai mesi precedenti le anomalie negative di temperatura, che apparivano ridotte ai minimi termini, hanno ripreso vigore. Dalle ultime immagini si conferma un perdurante equilibrio tra anomalie di segno opposto, senza che nessuna delle due prevalga chiaramente ed in modo durevole. In sostanza, la rilevazione non conferma al momento le previsioni NOAA circa un probabile ritorno nei prossimi mesi a condizioni di Nino debole su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale.

Le anomalie superficiali, nell’Oceano Pacifico equatoriale, mostrano un’alternanza di deboli valori di segno opposto. In Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, predominano anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

Immagine SST

Si segnala, infine, il ritorno ad ottobre di importanti anomalie negative nel Pacifico nord-orientale, nei pressi delle coste canadesi e dell’Alaska, segnale forse di una discesa della PDO (il valore di ottobre sarà noto a novembre). La presenza di una anomalia negativa in Oceano Atlantico, tra il Nordamerica e l’Europa, è sintomo e promessa di ripetuti affondi ciclonici nell’area, che favoriranno una maggiore tenuta dell’anticiclone sull’Europa centro-orientale e sull’Italia. Ciò non favorisce e probabilmente non favorirà un ingresso franco delle perturbazioni atlantiche da ovest-nord ovest, ma piuttosto un flusso maggiormente ondulato e caratterizzato da prevalenza di moderati scambi meridiani, con l’Italia a lungo esposta a correnti meridionali.

2 – La PDO è tornata negativa da qualche mese, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3 – L’AMO si conferma in territorio positivo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg . Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

4 – La QBO30 è cresciuta nettamente, anche se al momento segna una pausa, si ritiene temporanea. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

5 – La QBO50 è ormai nettamente positiva ed in crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

 

 

L’autunno 2013: tra anticicloni subtropicali ed affondi artici

I prossimi giorni

L’autunno ci ha finora riservato diversi cambiamenti, come si è accennato nel primo paragrafo. Ora ci propone un tenace anticiclone di matrice calda (subtropicale), per non dire africana, che contrasterà con forza l’avanzata delle perturbazioni atlantiche da ovest.

Tutto ciò è ben rappresentato dall’immagine seguente, previsione per le prime ore di venerdì 25 ottobre e relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

Immagine SLP 1

Nell’immagine, si nota bene il “muro contro muro” tra una intensa depressione atlantica ad ovest ed un tenace anticiclone di origine subtropicale ad est. L’Italia si trova lungo il margine sudoccidentale dell’anticiclone. Pertanto risulterà parzialmente, ma solo a tratti, esposta alle perturbazioni. Si tratta di una situazione che molto probabilmente evolverà con notevole lentezza. Ciò comporterà la probabilità di precipitazioni molto intense sulle zone occidentali italiane (in particolare Liguria di levante, Toscana settentrionale ed alcune zone del Nordovest, ad esempio il nord della Lombardia), con il rischio di eventi alluvionali, almeno a carattere locale, mentre il resto dell’Italia godrà di tempo asciutto e spesso molto mite per la stagione, quasi estivo al Sud.

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Possibile evoluzione successiva (Fino alla prima settimana di novembre)

Come accennato poc’anzi, la via di uscita da una situazione per sua natura “bloccata” è di complessa attuazione. Le previsioni indicano che, nel medio termine (fino a fine mese almeno) prevarrà l’anticiclone. Tuttavia, nel lungo termine (novembre) comunque le depressioni atlantiche riusciranno probabilmente a prevalere, rinvigorite sempre più dalla maggiore forza del Vortice Polare, in seguito al fisiologico progresso della stagione autunnale.

Attualmente, AO e NAO non forniscono una chiara visione di quanto sopra, in quanto non mostrano alcun calo evidente, nemmeno nel lungo termine, dopo aver registrato una netta crescita:

Immagine AO

Immagine NAO

Fino a fine mese ed oltre, ci segnalano entrambi gli indici con i loro valori decisamente positivi, le medie ed alte latitudini saranno preda di depressioni, mentre le basse latitudini (es. Mediterraneo ed Italia) saranno perlopiù appannaggio dell’alta pressione.

E poi? Avremo una vera svolta autunnale? O addirittura tardo autunnale, con una netta diminuzione delle temperature? Sì, ma solo quando le depressioni atlantiche, lobo del Vortice Polare, saranno riuscite a demolire l’anticiclone subtropicale, almeno sul Mediterraneo Centro- Occidentale e sull’Italia. Ad ora non siamo in grado di dire quando accadrà, se già nei primi giorni di novembre, oppure oltre.

Al momento non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

FabioDue

31 Maggio 1947 : C’è bisogno di un’agenzia internazionale per fermare la fusione della calotta polare

Articolo ripreso dal quotidiano “The West Australian”

Los Angeles, 30 Maggio 1947

La possibilità di un aumento prodigioso della superficie del mare, con conseguente inondazione diffusa, derivante da un fenomeno climatico nell’artico, è stato discusso ieri dal Dott. Hans Ahlmann, un noto geofisico svedese presso l’Istituto di geofisica dell’Università della California.

Un misterioso riscaldamento del clima si sta lentamente manifestando nell’Artico. Il Dr. Ahlmann fa sapere che, se il ghiaccio dell’Antartico e quello della principale calotta della Groenlandia dovessero ridursi allo stesso tasso della presente fusione dell’Oceano Artico, le acque salirebbero in proporzioni catastrofiche e le persone che vivono nelle pianure lungo le coste verrebbero inondate.

Inoltre il Dr. Ahlmann dice che,

” le temperature nella regione artica sono già aumentate di 10° Fahrenheit dal 1900, un’enormità dal punto di vista scientifico. Le acque della zona Spitsbergen, nello stesso periodo erano salite di 3/5°C e di un livello  di 1/1.5 millimetri ogni anno.”

” Il cambiamento nella regione artica è talmente grave, che mi auguro che il più velocemente possibile, un organismo internazionale possa rapidamente essere formato per studiare e risolvere le gravi condizioni che si stanno creando a livello globale”, ha aggiunto.

Ahlmann sottolinea inoltre che, mentre nel 1910 la stagione navigabile lungo lo Spitsbergen occidentale aveva durata di tre mesi, ora ha una durata di otto mesi.

Fonte : http://stevengoddard.wordpress.com/2013/10/15/1947-shock-news-international-agency-needed-to-stop-polar-meltdown/

Michele

Una specie di formiche è in grado di prevedere i terremoti con un giorno d’anticipo…

Un nuovo studio ha suggerito che le formiche sono in grado di avvertire i terremoti prima che la Terra inizi anche leggermente a tremare. La previsioni dei terremoti a breve termine, con un preavviso di alcune ore o giorni, non è al momento possibile a causa sia di un’incompleta comprensione dei complessi processi tettonici sia di inadeguate osservazioni. Anormali comportamenti animali prima dei terremoti sono stati segnalati in precedenza, ma creano problemi di monitoraggio e di affidabilità. I ricercatori tedeschi hanno scoperto che le formiche del legno rosse preferiscono costruire le loro colonie lungo le faglie attive, fratture e rotture della Terra. Il comportamento delle formiche è cambiato significativamente prima di un terremoto di magnitudo 2.0 che ha colpito soprattutto la zona. Il loro comportamento non si è normalizzato fino ad un giorno dopo il terremoto, ha detto Gabriele Berberich, dell’Università di Duisburg-Essen, in Germania.

I tumoli delle formiche

La squadra del Prof.Berberich ha contato 15.000 cumuli di formiche che rivestono le faglie attive. Ha monitorato le formiche ventiquattro ore su ventiquattro per tre anni tra il 2009 e il 2012. Per tre anni (2009-2012), due colonie di formiche rosse del legno (Formica del gruppo rufa), che si trovano presso il bacino Neuwied sismicamente attivo (Eifel, Germania), sono state monitorate 24/7 da telecamere ad alta risoluzione sia con un colore che un sensore infrarosso. I ricercatori hanno scoperto come le formiche potrebbero alterare le loro normali attività durante il giorno, prima di ritirarsi nel loro tumulo di notte. Durante il giorno, le formiche alacremente si spostano per  la loro attività quotidiana, e di notte la colonia riposa dentro il tumulo, rispecchiando i classici schemi diurni umani. Ma prima di un terremoto, i ricercatori hanno trovato che le formiche erano sveglie per tutta la notte, fuori del loro tumulo, vulnerabili ai predatori, ed il comportamento delle formiche non riprese normale, fino al giorno dopo il terremoto. Ma come fanno le formiche a sapere quando arriva un terremoto ? Berberich sospetta che gli insetti captino le emissioni di gas o gli spostamenti locali nel campo magnetico della Terra.

Le formiche rosse hanno chemiorecettori per gradienti di anidride carbonica e magnetoricettori per i campi elettromagnetici….non siamo sicuri del perché o come reagiscono agli stimoli possibili, ma abbiamo intenzione di andare in una regione più tettonicamente attiva e vedere come e se le formiche  reagiscono con i terremoti più grandi, ha aggiunto.

Riferimenti : Berberich, G.; Berberich, M.; Grumpe, A.; Wöhler, C.; Schreiber, U. Early Results of Three-Year Monitoring of Red Wood Ants’ Behavioral Changes and Their Possible Correlation with Earthquake Events. Animals 20133, 63-84

 

Fonte : http://news.bioscholar.com/2013/04/german-insects-sense-earthquakes-day-advance.html

Alcuni esempi di reanalisi, alla luce della nuova scoperta: October Patter Index (OPI)

A partire dalla prossima settimana, sulla nostra piattaforma, riporteremo alcuni esempi applicativi del nuovo metodo “previsionale” che scaturisce dallo studio effettuato da Riccardo, Alessandro ed Andrea, in merito all’esistenza di una forte correlazione tra il pattern ottobrino e quello che si manifesta nella successiva stagione invernale. Ovviamente il significato prettamente scientifico della suddetta ricerca, che va ben al di la di queste “mere” applicazioni, verrà illustrato solo dopo la sua pubblicazione all’interno degli “appositi” ambienti. Le stagioni trattate in questa breve rubrica sono: la stagione 1980-81, la stagione 1984-85 e la più recente stagione 2011-12. Naturalmente sarebbe stato possibile trattare allo stesso modo praticamente tutte le stagioni analizzata, ma per ragioni di tempo e di spazio si è scelto di procedere progressivamente e di far uscire poche “reanalisi” alla volta.

Michele

Aiutatemi a comprendere il pensiero del vice presidente IPCC

Thomas Stocker è il vice presidente dell’IPCC e circa una quindicina di giorni fa ha presentato il nuovo protocollo sui cambiamenti climatici.

http://www.climate.unibe.ch/~stocker/

Stocker afferma nella press release del 27 Settembre 2013 :

Le emissioni continue dei gas serra causeranno un ulteriore riscaldamento e cambiamenti in tutte le componenti del sistema climatico. La limitazione al cambiamento climatico richiederà notevoli riduzioni delle emissioni di gas a effetto serra .

http://www.ipcc.ch/news_and_events/docs/ar5/press_release_ar5_wgi_en.pdf

Scopriamo poi che fra le sue recenti pubblicazioni, c’è questa carta :

http://journals.ametsoc.org/doi/abs/10.1175/JCLI-D-12-00690.1

Inizio dell’amplificazione della piccola era glaciale nel mare e retroazione del sistema ghiacciooceano-atmosfera

Flavio Lehner, Andreas Born, Christoph C. Raible, e Thomas F. Stocker

Riassunto

L’inizio della Piccola Età Glaciale ( ~ 1400-1700 dC ) si crede….

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