Archivio mensile:Dicembre 2013

Anomalie della pressione atmosferica registrata sui vulcani italiani : Possibili rapporti con l’attività solare

Eruzione dell’Etna (Sicilia)
Relazione presentata sotto forma di poster al meeting americano delle geoscienze del 2005, di :
Madonia, P*, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Palermo, Via Ugo La Malfa 153, Palermo, 90146 Italy; Gurrieri, S, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Palermo, Via Ugo La Malfa 153, Palermo, 90146 Italy; Inguaggiato, S, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Palermo, Via Ugo La Malfa 153, Palermo, 90146 Italy; Giugliano, P, Parco Nazionale del Vesuvio, Piazza Municipio 8, S. Sebastiano Ves., 80040 Italy; Zuccarello, F, Dipartimento di Fisica e Astronomia, Sezione Astrofisica, Via Santa Sofia 78, Catania, 95125 Italy; Spadaro, D, INAF- Osservatorio Astrofisico di Catania, Via Santa Sofia 78, Catania, 95125 Italy; Zuccarello, F, Dipartimento di Fisica e Astronomia, Sezione Astrofisica, Via Santa Sofia 78, Catania, 95125 Italy
Dati orari della pressione atmosferica sono normalmente registrati su alcuni vulcani attivi italiani ( Etna , Vesuvio , Stromboli ), ai fini del monitoraggio del rischio ambientale e vulcanico. Reti e stazioni gestite a terra dall’Istituto Italiano Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ( INGV ) e nel Parco Nazionale del Vesuvio . La caratteristica comune delle tre reti è la presenza di due stazioni, una posizionata nella parte inferiore, ad una  altitudine di 0-300 metri, un’altra, più alta posizionata ad una altitudine di 1000-1300 metri, che nei casi del Vesuvio e lo Stromboli coincide con la parte superiore dei vulcani . I dati registrati durante gli anni 2003-2004 sono stati prima analizzati per la ricerca di anomalie a causa della possibile attività vulcanica. Il risultato principale dell’analisi preliminare dei dati è stata l’identificazione di due anomalie principali, non direttamente connessi all’attività vulcanica, avvenuta al tempo stesso sui tre vulcani , almeno in due episodi diversi, nei periodi di settembre-ottobre 2003 e luglio-agosto del 2004. Le principali caratteristiche delle anomalie è stato un disaccoppiamento del segnale registrato a livello del mare rispetto alla registrata in quota, evidenziato da una drastica riduzione dei coefficienti di correlazione calcolati, su base settimanale, tra i valori orari della pressione atmosferica.

Queste anomalie sembrano essere fortemente correlato con il livello dell’attività solare, come determinato dai valori dell’indice elettromagnetica Kp e del numero di Wolf, il secondo quello calcolato dai dati di macchie solari giornalmente acquisiti presso l’ Osservatorio Astrofisico di Catania dell’Istituto Nazionale Italiano di Astrofisica.

 

American Geophysical Union, Fall Meeting 2005, abstract #A43C-0118 2005AGUFM.A43C0118M

 

Forti pioggie previsioni

 


Previsione  del tempo del 29 Dicembre 2013.

Previsti forti temporali nelle aree prossime ai nostri due vulcani italiani più importanti. Vesuvio per la giornata odierna, 30 Dicembre, ed Etna per fine anno.

 

Fonte : http://abstractsearch.agu.org/meetings/2005/FM/sections/A/sessions/A43C/abstracts/A43C-0118.html

Michele

Il ciclo lunare nodale ed i suoi effetti sul clima

Un documento appena pubblicato sulla rivista International Journal of Climatology, mostra che il ciclo nodale lunare influenza la bassa frequenza variabilità delle precipitazioni estive, sulle subtropicali pianure a est delle Ande, in Sud America, attraverso la temperatura della superficie del mare nel lungo termine (SST ), variazioni indotte dall’ampiezza nodale delle maree diurne sud-occidentali del Sud Atlantico (SWSA).

Il ciclo di 18,6 anni delle maree nodali lunari e la bi-decade oscillazione delle precipitazioni sopra la pianura subtropicale, ad est delle Ande, in Sud America

Giornale Internazionale di Climatologia, DOI: 10.1002/joc.3787

Eduardo Andres Agosta

 

Riassunto

Questo lavoro mostra evidenze statistiche che il ciclo lunare nodale influenza la variabilità della bassa frequenza, delle precipitazioni estive sulle pianure a est delle Ande, in sud America, attraverso la temperatura della superficie del mare, nel lungo termine (SST). Variazioni indotte dall’ampiezza nodale delle maree diurne sud-occidentali del Sud Atlantico (SWSA). Negli anni, delle forti (deboli) maree diurne, la miscelazione  indotta dalle maree, rende le SST più fresce (più calde) con le basse pressioni (alta) di aria nei dintorni di Malvinas / isole Falkland nel SWSA, possibilmente attraverso variazioni troposferiche. Con un basso livello troposferico, le anomalie della circolazione, influenzano direttamente l’interannuale estiva variabilità delle precipitazioni. Una tale influenza può essere estesa alla variabilità presente nelle precipitazioni estive, per effetto della nodale modulazione osservata nella circolazione troposferica bi-decade. L’identificazione della nodale periodicità, nella variabilità delle precipitazioni estive, è statisticamente robusta.

Il ciclo nodale lunare non è qualcosa che è molto conosciuto, ma è un altro ciclo celeste che chiaramente non deve essere ignorato. Naturalmente l’IPCC non tiene alcun conto dei cicli solari, cicli planetari o cicli lunari, anche se tutti questi sono concentrati, in quella che potrebbe essere considerata “la variabilità naturale“.

(Da Wikipedia)

L’orbita lunare è inclinata di circa 5 gradi sull’eclittica. La luna quindi può variare fino a circa 5 gradi a nord oppure a sud dell’eclittica. L’eclittica è il piano del percorso apparente del Sole sulla sfera celeste, ed è complanare sia con l’orbita della Terra intorno al Sole che l’orbita apparente del Sole intorno alla Terra.

La precessione dei nodi lunari intorno all’eclittica, completa una rivoluzione (chiamato periodo draconico o periodo nodale, il periodo di nutazione) ogni 6793,5 giorni o 18,5996 anni.

Gli effetti del ciclo nodale lunare di 18,6 anni,  sul clima, sulle maree, sui sedimenti geologici, nel tempo e sul clima, sono stati di lungo di interesse (anche se non pare per l’IPCC).

Metodi nei nanocicli è la traduzione in inglese, del titolo di un libro pubblicato in russo, dal professore di geologia S.Afanasiev dell’università di Mosca nel 1991, ISBN 5-7045-0109-0

Da “Nanocycles Method” di S Afanasiev, 1991

Il ciclo del nodo lunare, che è attualmente di 18,6 anni, è riscontrabile nelle precipitazioni, in un ciclo di 9,3 anni è quello che si presenta come variabile, negli strati dello spessore dei depositi, nelle formazioni geologiche.

Tuttavia l’orbita della luna è progressivamente sempre più grande nel tempo, e così il suo periodo sta rallentando. La velocità di movimento dei nodi è inoltre decelerata, il Prof. Afanasiev ha determinato il preciso periodo del ciclo nodale per tutti gli ultimi 600 milioni di anni.

Il ciclo del nodo lunare è importante, per quanto riguarda il tempo, perché gioca un ruolo nel determinare nelle maree in atmosfera, negli oceani e nel corpo solido della terra. Le maree atmosferiche influiscono sulle precipitazioni, che a sua volta influenzano la portata dei fiumi e quindi i depositi annuali, vedi gli strati geologici.

Nel momento attuale, con un ciclo nodale di 9,3 anni, i successivi cicli nodali cominciano 0,3 anni più tardi nelle stagioni, per ogni ciclo. Pertanto dopo 3 o 4 cicli di partenza, il ciclo nodale tornare alla stesso periodo dell’anno nuovo. La durata media del ciclo quando il ciclo nodale arriva allo stesso periodo dell’anno è 9.3/0.3 o 31 anni. Occorrenze specifiche per la stessa stagione, entro 0,1 anni, si verificheranno dopo il 28, 65 e 93 anni e così via.

…. Poiché il periodo di ciclo nodale lunare è cambiato da 9,147 anni a 9,298 anni nell’ultimo milioni di anni, il ciclo secondario è variato da 62,12 anni a 31,21 anni. Se questo ciclo può essere misurata in un deposito con una precisione di 1 anno questo quindi, ci  permette ottenere la datazione del deposito, con una precisione di +/- 0.030.000 anni.

Una piccola selezione di articoli che trattano gli effetti del ciclo lunare nodale di 18.6 anni sono :

 

Fonte : http://ktwop.wordpress.com/2013/07/27/the-lunar-nodal-cycle-and-its-effects-on-climate/

 

Michele

Rubrica Sole Novembre 2013

Introduzione e riepilogo

Durante la sua progressione verso il massimo solare, il ciclo 24 ha da subito manifestato un’intensità notevolmente inferiore a quella che gli esperti avevano pronosticato al termine del ciclo 23: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ . Ma gli ultimi due anni, dopo il picco dell’autunno 2011, hanno di fatto reso molto improbabile che questo ciclo possa prendere un diverso andamento rispetto a quello fatto vedere fino a questo momento. In definitiva il Sole è entrato in una fase di “stallo”: pur con naturali oscillazioni in alto ed in basso dei vari indici di attività, nel periodo in questione il solar flux (il miglior indicatore dell’attività solare finora noto) non ha mostrato in media alcun trend particolare, né crescente né decrescente. Lo si nota chiaramente dalla prima immagine successiva. Ciò significa che il Sole è attualmente in fase di massimo. Pertanto, salvo qualche temporaneo fisiologico picco come quello attualmente in corso, ben difficilmente la nostra stella ci potrà mostrare più di quello cui abbiamo assistito finora durante il ciclo 24.

Il mese di Novembre appena trascorso, ha mantenuto un discreto livello di attività dopo che lo scorso mese di Ottobre aveva interrotto la recente ultima fase di debolezza iniziata a giugno. Come conseguenza, il Sunspot Number ed in particolare il Solar flux si sono mantenuti quindi su valori paragonabili a quelli più elevati raggiunti fino ad ora in questo ciclo 24. Si tratta comunque di valori molto bassi se paragonati ad un massimo solare dei cicli compresi tra il 19 ed il 23 ed accompagnati da macchie decisamente meno estese ed attive.

Questa fiammata dell’attività potrebbe essere messa in relazione all’eventuale secondo picco di attività pronosticato anche dalla NASA http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaks/. Nel caso in cui tale secondo picco non dovesse aver luogo, il ciclo 24 sarebbe condannato ad un prossimo lento ma inesorabile tramonto.

Pur mantenendo quindi una certa prudenza (il Sole ci ha da anni abituato a continue sorprese, a repentini “cambi di marcia”), ormai mesi e anni sono trascorsi senza evidenti e durature accelerazioni del ciclo. Siamo ormai sulla soglia dei 5 anni (59 mesi) dal minimo del dicembre 2008 e dobbiamo constatare che, fatti salvi i brevi periodi di più intensa attività, il livello attuale di questa assomiglia molto poco a quello di un massimo solare ed ancor meno a quello dei cicli immediatamente precedenti. Infatti il solar flux non ha finora raggiunto quota 200, nemmeno come valore di picco giornaliero. Tale soglia fu ampiamente superata più volte dai cinque cicli precedenti, almeno come valore giornaliero ma spesso anche in termini di media mensile. Anche il sunspot number risulta decisamente inferiore e analogo a quello dei cicli di fine Ottocento-inizio Novecento. Ricordiamo però che i calcoli attuali sono molto rigorosi e tengono conto anche della macchia più piccola. Pertanto i valori del passato sono molto probabilmente sottostimati: perlomeno del 5% per i cicli di fine Ottocento/inizio Novecento, fino al 20% ed oltre in precedenza (ad esempio durante il Minimo di Dalton).

Il grafico seguente evidenzia la citata assenza di trend del solar flux e i valori complessivamente “depressi” di questo massimo in tono minore. In evidenza anche l’attuale picco di attività:

Solen Info

Il sunspot number

Come già accennato in precedenza, dopo il massimo registrato a Febbraio 2012 con 66,9, nel successivo mese di Marzo, per la prima volta dal minimo, la progressione del SSN (Smoothed Sunspot Number, media mobile su 13 mesi; fonte SIDC) si è interrotta ed invertita, continuando a calare sensibilmente nei mesi seguenti. Attualmente questo indice (assieme anche al Solar Flux), sembra proprio che sia tornato in una fase di  generale stallo, pur con alti e bassi di limitata entità dovuti alle normali oscillazioni mensili dei valori.

Riteniamo che il massimo relativo raggiunto nel mese di Febbraio 2012 sarà con elevata probabilità anche il massimo assoluto del ciclo. Naturalmente, come già detto, non possiamo escludere che l’attività solare manifesti una consistente e duratura ripresa su livelli paragonabili o superiori a quelli dell’autunno 2011 (a tal proposito, l’attuale impennata dell’attività è da monitorare con attenzione!) ,  prima che l’inversione magnetica dell’emisfero Sud venga confermata. Dopo, in base alle nostre conoscenze attuali, il massimo del ciclo potrà considerarsi avvenuto con certezza.

Ad onor di cronaca va rimarcato che il conteggio del NIA’s risulta essere leggermente difforme rispetto a quelli ufficiali del sunspot number SIDC, in quanto il mese del massimo relativo cade a Marzo 2012 anziché Febbraio. Come già accennato, in questa fase, grazie a valori del SN decisamente altalenanti ed alla più consistente “spinta” degli ultimi due mesi, stiamo assistendo ad una nuova fase di  leggera crescita di questo indice, dopo il sostanziale stallo del più recente passato, sia per il SIDC che per il “nostro” conteggio (alcuni dati sono ancora da verificare). Inoltre, la curva della media “smoothed”, con le dovute proporzioni, sembra ricalcare l’andamento di quello che per la Scienza ufficiale è e rimane l’unico conteggio valido, ovvero quello del SIDC.

Ci preme sottolineare che il ciclo 24 è da considerarsi “fuori dagli schemi”, sia pure in senso relativo, a causa della limitata conoscenza di cui disponiamo circa il comportamento del Sole. Questa dipende anche e soprattutto dal brevissimo intervallo di tempo (50-60 anni), rispetto alla vita del Sole (5 miliardi di anni!), durante il quale la nostra stella è stata oggetto di osservazioni e di studi, da Terra e tramite satelliti, con gli strumenti più sofisticati oggi a disposizione.

Vediamo in dettaglio cosa ci ha riservato questo Novembre 2013: Smoothed sunspot area

Questo grafico, basato sulle medie mensili delle aree del disco solare coperte da sunspot (in rosso la smoothed) è abbastanza eloquente: l’attuale ciclo 24 per ora non riesce a tenere nemmeno il passo dei deboli cicli di fine ‘800 – primi ‘900.

In dettaglio, Novembre è stato caratterizzato da un livello di attività mediamente elevato,e anche stavolta superiore alla media dei valori di questo ciclo, caratterizzando un periodo che, al momento risulta essere secondo solo al picco dell’autunno 2011. Il sunspot number ha registrato una lieve flessione rispetto a Ottobre passando da 85,6 a 77,6 mantenendosi appena oltre la top five di questo ciclo dopo i valori fatti registrare nel periodo settembre/novembre 2011, il 78,7 di maggio 2013  e l’85,6 del mese scorso. La relativa staticità, pur con gli “alti e bassi” relativi alle oscillazioni mensili, dei valori degl’indici di attività solare conferma ancora una volta la convinzione che il ciclo sia giunto al suo massimo. L’incapacità di sovvertire una tendenza abbastanza netta al ribasso degli indici o quantomeno non riuscire a produrre più di quanto fatto vedere fino ad ora, pare che di fatto possa decretare l’inizio del declino effettivo dello stesso.

SN Nia e Sidc

Il valore del NIA’s di ottobre (42,8) e novembre 2013 (38,8) sono stimati-provvisori ed al momento in attesa di validazione.

Nel grafico è ben evidente il raggiungimento del massimo a primavera e l’iniziale declino delle curve del SSN ed il sostanziale stallo e l’ultima nuova tendenza al rialzo dell’indice in oggetto.

 

Solar flux

Il Solar Flux a Novembre ha ulteriormente incrementato il suo valore medio rispetto a quanto fatto nel mese di Ottobre, facendo segnare valori decisamente più elevati rispetto a quelli degli ultimi mesi ed è stato caratterizzato da una costante presenza di valori compresi tra 130 e 170 e senza mai scendere al di sotto della soglia dei 110, come invece “normalmente” accaduto nei mesi scorsi.

In virtù di quanto sopra esposto, non mostrando pieno accordo con l’andamento dell’SN (in leggero calo per questo mese), il valore medio mensile del solar flux (aggiustato), è nuovamente aumentato, stavolta in maniera sensibile, fino a segnare un 145,55 dopo il 131,92 di Settembre. Pur facendo segnare la seconda “miglior prestazione di questo ciclo, tali valori restano comunque sempre al di sotto di quelli definiti “normali” per un sole in condizioni di massimo e comunque anche in questo caso inferiori al 150 di Novembre 2011, massimo di questo ciclo.

Il solar flux testimonia in modo eloquente le difficoltà che il ciclo 24 ha incontrato nella sua progressione, ormai giunta al suo massimo. Dal grafico seguente risulta ancor più evidente la netta suddivisione dell’attività solare in due distinte fasi, spinta e riposo, la prima con valori relativamente elevati, la seconda con detti indici più vicini a valori da minimo che da massimo.

Confronto Solar Flux 

 In termini generali, il grafico conferma la peculiarità del ciclo 24, rispetto a quelli immediatamente precedenti. E’ un ciclo “pigro”, con le “marce lunghe” e, come accennato in precedenza, è l’unico degli ultimi 6 cicli (dal ciclo 19, cioè da quando si misura il solar flux) che non sia ancora riuscito a raggiungere la soglia (di picco) di 200, ampiamente superata da tutti quelli precedenti. La nostra convinzione è che ormai non sia più in grado di raggiungerla. Inoltre, si nota chiaramente una tendenza alla stasi, se non al declino, manifestatasi dall’autunno 2012 autunno in poi, dopo un trend fino ad allora costantemente improntato al rialzo. Rimane da valutare la consistenza e la durata dell’attuale nuova impennata dei valori: a primavera 2014 potremmo sbilanciarci in modo più sostanziale in merito.

Più in dettaglio, nell’ultimo mese il valore medio del flusso “aggiustato” (ore 20) è stato pari a 145,55 (contro 131,92 di Ottobre) mentre la “forbice” tra il valore minimo e quello massimo è rimasta compresa tra 110,9 (ore 22 del 26/11) e 175,8 (ore 18 del 15/11); valori comunque piuttosto modesti per un massimo. Nell’ultima decade (dal 21 al 30 compresi), in concomitanza con il periodo del mese più “fiacco” di questo indice , la media è stata pari a 126,90 (valori delle ore 20), a testimonianza di un livello quantomeno accettabile se paragonato a quanto fatto vedere fino ad ora.

 

Altri diagrammi: butterfly e inversione magnetica

Il cosiddetto “butterfly diagram”, per quanto ancora incompleto nella rappresentazione del ciclo 24, è eloquente: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/bfly.gif Butterfly

Il ciclo 24 risulta paragonabile ai cicli più deboli, perlomeno dal 1880 in poi, in termini di numerosità delle macchie, in rapporto alla loro estensione (in sostanza la colorazione del grafico “a farfalla”). Risulta addirittura inferiore a tutti i cicli rappresentati, in termini di estensione delle macchie (grafico in basso).

Per quanto concerne lo stato di avanzamento dell’inversione dei poli solari l’ultimo dato disponibile (23 Novembre) su http://wso.stanford.edu/Polar.html evidenzia un valore “filtrato” per l’Emisfero Nord pari a +12, addirittura in calo rispetto a quanto emerso nelle precedenti uscite della Rubrica e che risulta essere stazionario ormai da diversi mesi. L’Emisfero Sud, invece, dopo il cambio di polarità avvenuto tra luglio ed agosto 2013 mostra una decisa progressione e fa segnare un valore di -12. Dunque ormai anche l’emisfero Sud ha nettamente invertito la polarità. In base al comportamento dei cicli precedenti, ci si attende trascorra ancora un anno circa prima dell’avvio di un evidente ed inesorabile declino del ciclo 24. Durante tale anno saranno possibili ancora picchi isolati, come si è verificato nel corso dei cicli precedenti. Rimane da monitorare il perdurante stallo dei valori dell’emisfero nord, valutando al contempo anche l’altro emisfero qualora si dovesse ricreare la stessa situazione anche per quest’ultimo.

Può essere utile anche visionare il seguente grafico relativo all’andamento dall’inizio del ciclo 24 fino ad ora:

Mfield aggiornato ciclo 24

Per una più immediata comprensione dello stato di avanzamento del fenomeno, si vedano inoltre i seguenti grafici, tratti dal sito di Leif Svalgaard: http://www.leif.org/research/WSO-Polar-Fields-since-2003.pngWSO polar fields

andamento dei due emisferi dal 2003 e http://www.leif.org/research/Solar-Polar-Fields-1966-now.pngN - S polar fields

andamento complessivo dal 1966. Per ulteriori informazioni in merito, si veda anche l’articolo http://solar-b.nao.ac.jp/news/120419PressRelease/index_e.shtml.

Le ultime immagini “Stereo Behind” al momento, sembrerebbero prospettare una breve pausa dell’attività: sono presenti diverse regioni attive soprattutto nell’Emisfero Sud;  quelle già visibili dalla Terra stanno producendo perlopiù macchie mediamente coalescenti, di una certa dimensione ed anche relativamente numerose. Si conferma la forte riduzione di attività dell’Emisfero Nord, con pochissime AR e macchie visibili. Tutto ciò lascia pensare, come peraltro ci si attende, che il ciclo possa durare più dei “canonici” 11 anni: ad esempio David Archibald sostiene, in base ad uno studio delle emissioni coronali, che il ciclo 24 possa durare addirittura il 40% in più dei soliti 11 anni, cioè ben 17 anni, insomma fino al 2025!

Per i dettagli, si veda l’articolo al link seguente http://wattsupwiththat.com/2013/03/05/how-long-to-the-2425-solar-minimum/

Intanto, la previsione NASA http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/ssn_predict_l.gif

ci dice che il massimo sarebbe…….proprio adesso e anzi, ormai ci avvieremmo al suo termine! Dunque, se corretta (cioè se non di dovesse verificare un secondo massimo dopo quello del Novembre 2011), i primi chiari segnali di declino dovrebbero essere imminenti.

  

Sunspot number per emisfero e conclusioni

Questo ciclo 24 è sicuramente una grande occasione per il mondo scientifico in quanto ci offre la possibilità di studiare “in diretta” situazioni che fino ad ora avevamo potuto solamente immaginare o “ricostruire” attraverso simulazioni, dati proxy e modelli matematici: molto probabilmente, e non siamo solo noi a dirlo, ci troveremo ad affrontare un periodo (forse anche relativamente “lungo”) di attività solare molto più bassa rispetto a quella a cui, in qualche modo, eravamo abituati.

Che questo ciclo fosse lontano da quella presupposta “normalità” di cui abbiamo più volte parlato ne avevamo sentore già da prima che il profondo ultimo minimo solare terminasse. La parvenza di “normalità” dell’autunno 2011, quando la progressione era parsa netta e, per la prima volta dal minimo, continua per qualche mese consecutivo aveva dato l’illusione che il ciclo 24 potesse essere solo un poco più debole di altri precedenti ma comunque “normale”. Gennaio 2012 ed in particolare Febbraio hanno fatto segnare un crollo difficilmente pronosticabile che ha di fatto minato l’ipotesi di un proseguimento “normale”, anche se contraddistinto da un debolezza di fondo. Il più recente massimo di Luglio 2012 e il picco di Gennaio  e Aprile/Maggio 2013, pur inaspettati, hanno avuto il carattere di episodi isolati, come e più di quello di Novembre 2011 e dunque non hanno modificato il quadro complessivo. Da Agosto a Novembre abbiamo assistito a mesi interlocutori, senza “acuti”, pur con la novità del netto calo del SSN. I mesi di Dicembre 2012 ed il Febbraio 2013 potrebbero aver dato il “colpo di grazia” a questo ciclo. Ciò avvalora ancor di più la possibilità che i due massimi trascorsi possano essere quelli assoluti del ciclo. Certo, non si può ancora escludere possa esservi un altro massimo nei prossimi mesi (verifichiamo l’eventuale prosecuzione dell’attuale picco in corso!) o nel 2014, al limite fin verso l’inizio del 2015 (ma solo come picco isolato), come indicato nelle ultime previsioni NASA. Dopo l’inversione è entrata in netta decadenza la fase di maggiore spinta relativa proprio nell’emisfero Nord che, dopo l’inversione di polarità, sta mostrando come previsto un fisiologico calo (il massimo fu raggiunto a settembre 2011, con un SSN emisferico di 41,29). Invece l’emisfero Sud, dopo un periodo di sostanziale stabilità ha ripreso la sua rampa di ascesa verso un nuovo massimo relativo, “sorpassando”, per effetto degli ultimi mesi di maggiore attività, il livello di attività dell’emisfero nord: attualmente abbiamo un nuovo massimo provvisorio con un valore pari a 31,69. Anche in questo caso, stante l’inversione di polarità in corso e forse già conclusa, ci si attende presto un declino di attività.

SC24 progres

Che cosa ci riserverà il ciclo nei prossimi mesi? E’ sempre più probabile che non vedremo un Sole più attivo di quanto non lo sia stato nell’autunno 2011.

Vi lasciamo con un grafico che evidenzia l’andamento dell’attività solare in base al SSN: in blu la curva relativa al sole nel suo complesso, in rosso ed in verde lo stesso indice preso in considerazione rispettivamente per emisfero Nord e Sud. Si nota chiaramente il declino dell’emisfero Nord e la sostanziale stabilità di quello Sud.

SSN tot +N+S

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Apuano 70 e FabioDue