Archivi giornalieri: 20 Gennaio 2014

Rubrica Meteo-climatica Gennaio

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa le prossime stagioni primaverile ed estiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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La prima parte dell’inverno – riepilogo

L’inverno 2013-2014 è stato preannunciato a fine novembre da una breve ma importante irruzione fredda da est. E’ iniziato e proseguito con un’alternanza di alte pressioni di origine subtropicale, dunque miti e asciutte, e passaggi di perturbazioni atlantiche, quindi miti e umidi. E’ finora mancato qualsiasi apporto di aria fredda artica (da nord quindi) e di aria fredda continentale (da nordest), in grado di produrre episodi di chiaro stampo invernale con gelo e cadute di neve anche in pianura. In compenso, i ripetuti passaggi di perturbazioni atlantiche stanno apportando notevoli quantitativi di neve sulle Alpi. Ciò garantisce una scorta preziosa per le nostre sorgenti ed anche per i nostri ghiacciai, tanto da far sperare in un loro recupero se la prossima stagione estiva sarà clemente.

L’inverno è stato finora latitante non solo in Italia, ma più in generale in Europa: dalla Spagna alla Russia ai Balcani, fino a pochi giorni fa si sono registrate temperature miti da record per il periodo. Tuttavia, da alcuni giorni il grande freddo si è affacciato all’estremo nord (Scandinavia) ed est (Russia, specie nel nordest).

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L’inverno 2013-2014 – Seconda parte

I prossimi giorni

Dopo un’alternanza tra alte pressioni e perturbazioni atlantiche, comunque in un contesto mite, il tempo dei prossimi giorni promette di continuare a proporci ingressi perturbati atlantici, al più nord atlantici, quindi umidi e mai troppo freddi.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 23 Gennaio, relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

SLP

Nell’immagine si nota bene l’ingresso perturbato nord atlantico (in alto a sinistra) sull’Europa nord- occidentale, in parte diretto anche verso il Mediterraneo e l’Italia, ostacolato dall’Anticiclone delle Azzorre (in basso a sinistra) e da un’alta pressione fredda (in alto a destra) di matrice russo-scandinava. I due anticicloni, al momento, non sembrano in grado di impedire al Vortice Polare (rappresentato dalle perturbazioni atlantiche) di dettare ancora legge su buona parte dell’Europa: nei prossimi giorni il tempo europeo e italiano sarà caratterizzato da un’alternanza tra passaggi perturbati e temporanee pause. Finora il Nord Italia ha visto più freddo e più piogge, mentre il Centro-Sud ha spesso goduto di condizioni più asciutte e miti, spesso primaverili. Nei prossimi giorni sembra vi sarà un certo riequilibrio, con maggiori precipitazioni e temperature più basse al Centro ed al Sud.

Nel lungo termine (7 giorni ed oltre) si intravvede una maggiore spinta fredda: L’Anticiclone delle Azzorre probabilmente accennerà a spingersi verso nord/nordest ed a richiamare così aria più fredda verso l’Europa ed il Mediterraneo. Invece, l’Alta pressione fredda presente tra Russia e Scandinavia resterà dov’è e poi sarà respinta verso est dalla forza della spinta nord atlantica (Vortice Polare). Entrambi i principali modelli di previsione, GFS ed ECMWF, confermano in sostanza questo quadro, pur con alcune differenze circa l’entità e la modalità degli ingressi perturbati atlantici.

Ciò potrebbe condurre ad ingressi di perturbazioni artico-atlantiche, con precipitazioni sotto forma di rovesci e nevicate anche a bassa quota al Centro ed al Sud, mentre il Nord risulterebbe più al riparo dalle precipitazioni grazie alla protezione offerta dalle Alpi.

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Possibile evoluzione successiva (Fine Gennaio e prima parte di Febbraio)

Entrambi i principali modelli, GFS ed ECMWF, ed i loro ensemble (GENS ed ECMWF Ensemble) prospettano una certa ingerenza di aria più fredda di origine artico/continentale verso la fine di Gennaio. Tuttavia, data la distanza temporale (dai 6-7 giorni in poi) rimane un’eventualità ancora da confermare.

Attualmente, le previsioni stratosferiche circa il comportamento del Vortice Polare Stratosferico (VPS) nei prossimi dieci giorni almeno non evidenziano alcun evento in grado di destabilizzarlo. Il Vortice Polare appare ruotato in direzione Atlantico Settentrionale-Stretto di Bering e compatto alle quote superiori (fino a 10hpa), più allungato e bilobato alle quote inferiori (da 30 a 100hpa). Non si evidenzia comunque alcun elemento in grado di modificare sostanzialmente l’assetto attuale e condurre verso l’Europa masse di aria decisamente più fredda, almeno non in modo consistente e duraturo. Le stesse previsioni lasciano comunque aperta la possibilità di un maggiore ingresso in Europa di aria artica da nord, come già accennato.

Ricordiamo che condizione necessaria (ma non sufficiente) affinché si verifichi un’ondata di freddo (aria gelida continentale da nordest, cioè dalla Russia e/o dalla Siberia) verso l’Europa e verso l’Italia è almeno una delle due seguenti:

  1. che un riscaldamento stratosferico (stratwarming) indebolisca e destabilizzi il Vortice Polare Stratosferico, consentendo alle alte pressioni di estendersi verso nord, incunearsi nel Vortice stesso e “richiamare” aria fredda verso sud;
  2. che l’Anticiclone russo-siberiano (detto anche Orso) acquisti una forza tale da respingere il Vortice Polare verso nord, costringendolo ad assumere una forma ellittica, e da estendersi verso ovest, verso la Russia e l’Europa centro-occidentale.

Attualmente in termini di prospettiva di lungo periodo (prossimi 10 giorni),

  1. non è previsto alcuno stratwarming in grado di destabilizzare il Vortice Polare;
  2. l’Anticiclone russo-siberiano appare latitante, anche sulla Russia europea, e non sembra in grado di spingersi verso ovest nei prossimi giorni.

Si ricorda ancora una volta che in questo inverno la combinazione QBO (positiva)-ciclo solare (nel complesso debole, nonostante qualche temporanea accelerazione) risulta sfavorevole ad un inverno freddo e nevoso in quanto inibisce forti stratwarming sopra l’Artico.

Per concludere, si ritiene che i futuri apporti di aria fredda non risulteranno, a consuntivo, di entità rilevante e di durata apprezzabile, pur essendo abbastanza probabili.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

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Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i valori del mese di Dicembre, quelli più recenti disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori di Novembre.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,093) -0,312
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,11) -0,41
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,16) valore di dicembre non ancora disponibile
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+12,4) +12,6
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+9,7) +10
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, in zona 6. Verso fine mese potrebbe intensificarsi e spostarsi in zona 7, divenendo quindi un elemento a favore di ondate di freddo in Europa.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da oltre un anno (autunno 2012) si mostra sostanzialmente neutro. Da allora si sono alternati episodi di debole Nina e debole Nino, ma solo in alcuni comparti del Pacifico equatoriale, a periodi di quasi perfetta neutralità (assenza di anomalie di temperatura). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano il proseguimento di condizioni di sostanziale neutralità ancora per qualche mese, per poi (forse) passare a condizioni di Nino debole tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Tuttavia, l’attuale dispersione dei membri previsionali consiglia una certa prudenza. Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

 

SST Subsurface

 

Rispetto ai mesi precedenti (ma ormai da un anno) le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto: nessuna delle due è finora riuscita a prevalere sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente si osserva un equilibrio quasi perfetto: siamo in presenza di una rilevante anomalia negativa ad est e di una tenace e diffusa anomalia positiva ad ovest. In sostanza, la rilevazione conferma al momento le previsioni NOAA circa il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale. Tuttavia, a differenza di quanto prospettato dalle previsioni per la prossima primavera, non si intravvede per ora alcuna tendenza ad una maggiore diffusione delle anomalie positive.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. Anche nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’analoga alternanza, sebbene disposta a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

SST

 

Colpisce la presenza di una vasta anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini. Il Mediterraneo al momento non appare sede di anomalie di rilievo.

2. La PDO è tornata negativa da molti mesi ormai, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno e si ritiene sia tuttora responsabile della perdurante neutralità. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO si conferma in territorio positivo, pur in calo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 continua a crescere, dopo un temporaneo calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

5. La QBO50 è anch’essa in continua crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

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Considerazioni finali di natura climatica

La prolungata fase neutra dell’ENSO ha ben pochi precedenti negli ultimi 60 anni.

Volendo anticipare le prospettive per le prossime stagioni primaverile ed estiva, pur sapendo che l’ENSO è solo uno dei fattori in gioco, si possono citare analogie con il 2005, anche se nella primavera vi fu un brevissimo episodio di Nino debole, incastonato in un lungo periodo di sostanziale neutralità:

  • la primavera iniziò piuttosto fredda, con ripetute irruzioni di aria gelida continentale nella prima metà di marzo; proseguì molto più mite nella seconda metà del mese; ad aprile non vi furono particolari contrasti e il mese fu lievemente fresco; maggio fu invece più estivo al Sud, più fresco al Nord ma con diversi contrasti caldo-fresco;
  • la stagione estiva fu abbastanza calda ma senza troppi eccessi di natura africana.

Volendo andare più indietro, si può citare l’ormai lontano 1986, più simile alla stagione attuale in termini teleconnettivi (lunga ed ininterrotta neutralità ENSO, QBO positiva in inverno):

  • la primavera iniziò senza particolari contrasti, con un marzo normale, un po’ più mite nella prima metà, più fresco nella seconda; aprile fu piuttosto fresco al Nord, ben più mite, a tratti estivo, al Sud; maggio fu termicamente nella norma nella prima metà, più estivo, specie al Sud, nella seconda metà;
  • l’estate fu piuttosto calda al Sud ma sempre meno risalendo la nostra Penisola, fino ad un’estate normale al Nord.

FabioDue