Archivio mensile:Gennaio 2014

Chiedo scusa a tutta NIA!

Per la mia lunga assenza dal blog…non giustificabile nemmneno con gli impegni quotidiani….che tutti hanno, anche Michele, che però riesce a gestire NIA nei migliori dei modi, non finirò mai di ringraziarlo!

Dicevo, non bastano quindi gli impegni a giustificare la mia lunga assenza…voglio essere sincero e chiaro fino in fondo…

…voi tutti sapete che ho fondato NIA per seguire più da vicino le dinamiche solari…col tempo poi il sito è divenuto molto di più, grazie a tutti i collaboratori che hanno contribuito ad ampliarne i contenuti…devo ammettere che col tempo ho perso un pò il mordente riguardo la situazione solare, vuoi perchè un massimo solare è sicuramente meno appasionante e divertente che seguire un minimo, visto anche le premesse che c’erano…vuoi anche che io prima di tutto nasco come forumista nei siti meteo, la mia prima casa come ho più volte ribadito anche qui!

Da lì il mio grande desiderio di fondare un forum associato a NIA, idea che non ho mai abbandonato, e che spero un giorno di riuscire a portare a termine, anzi quasi quasi mi sento con Alessio e lo tiriamo giù il prima possibile!

Comunque ragazzi, un caloroso saluto a tutti e scusatemi ancora…e speriamo che febbraio riesca a fare il miracolo e portarci un pò di neve anche se francamente la vedo molto dura, il canadese non molla un cm, inverno sciagurato!

Simon

Alexander Sytinskaya, uno scienziato poco conosciuto

Alexander Sytinskaya

La Vita

Geofisico di fama, Alexander D. Sytinskaya, nacque il 12 luglio 1925 nel villaggio Sytina Borisoglebskogo, nella regione di Yaroslavl.

Nel 1942 , dopo aver conseguito il diploma alla scuola di Borisoglebskaya, AD Sytinskaya, si arruolò nell’esercito, dove rimase fino al 1948. Nel 1944 fu gravemente ferit o e partecipò  alla storica Victory Parade nel 1945 sulla Piazza Rossa a Mosca .

Dopo la smobilitazione nel 1948, entrò a far parte del Dipartimento di Fisica del Leningrado State University, laureandosi nel 1953 in “Geofisica”. Nello stesso anno entrò a far parte dell’Istituto Geofisico di Mosca, dove lavorò alla stazione geofisica di Yalta come un sismologo.

Dal 1955-1957 dC Sytinskaya ha lavorato con la prima spedizione antartica integrata dell’Unione Sovietica , dove ha partecipato all’organizzazione dell’Osservatorio di Mirny, nonché alla progettazione, realizzazione delle attrezzature e sovrintendenza della stazione sismica. A. Sytinskaya ha organizzato le prime osservazioni sismiche in Antartide. Nel 1955 e nel 1961 Sytinskaya fu membro della spedizione alle alte latitudini, dove studiò le fluttuazioni e le osservazioni sismiche dei campi di ghiaccio del mare del bacino artico.  Nel 1968,  Sytinskaya ha difeso la sua tesi dal titolo “Studio delle variazioni naturali nei campi di ghiaccio e la loro relazione con le condizioni idro”, e nel 1986 raggiunse il grado di Dottore in Scienze Fisiche e Matematiche sul tema “Sismicità della Terra, comunicazione con l’attività solare e processi atmosferici “ .

L’istituto scientifico dell’attività AD Sytinskaya era collegato con lo studio di eventi microsismici causati da processi dinamici che avvengono in atmosfera , l’oceano e strato di ghiaccio in Antartide. Per l’eccezionale contributo ai progetti di geofisica internazionale A.D Sytinskaya è stato insignito della medaglia “100 anni di geofisica internazionali“.
Alexander D. Sytinskaya è l’autore di due invenzioni e più di 70 articoli, co -autore dell’Atlante della sezione di Geofisica dell’Antartide e il libro “La sismicità della Terra e la comunicazione con l’attività solare e i processi atmosferici”, pubblicato nel 1987. Alessandro D. Sytinskaya morì 22 mar 2003. Sepolto nel cimitero nella regione di Leningrado Toksovo .

 Di seguito riporto riassunto, discussione e conclusioni di uno dei suoi più importanti lavori scientifici. Occhio ai passaggi che ho evidenziato in grassetto.

 A proposito delle perturbazioni atmosferiche planetarie durante i  forti terremoti Geomagnetism  and Aeronomy, v. 37, 1997, p. 132-137 © 1997 Sytinsky Aleksander

Riassunto

Sulla base della connessione precedentemente stabilite fra i terremoti, l’attività solare e le perturbazioni atmosferiche [5 ,9 ,10] e studi condotti su processi atmosferici durante i terremoti forti, si è dimostrato che durante i terremoti forti ( ± 2 giorni), sono presenti  forti perturbazioni nella sfera della circolazione atmosferica, che si manifesta nella grande ristrutturazione dei campi di pressione, così come i cambiamenti nei parametri meteorologici in diverse stazioni selezionate in modo casuale negli emisferi nord e sud. Grandi quantità di disturbi, paragonabili ai cambiamenti stagionali nella locale circolazione dell’atmosfera. Ciò dimostra la necessità di considerare i parametri del mezzo interplanetario e gli indici elio-geofisici dei modelli fisici e predittivi per l’atmosfera .

Discussione dei risultati

I dati in fig .1 indica, che durante i terremoti (± 2 giorni) sono presenti processi di alimentazione inusuale per l’atmosfera.

 Pressione

Fig. 1. Traccia della pressione media atmosferica,
pressione ad ovest (W) ed a East (E) emisferi e temperatura
per le stazioni di Dixon (1) Artico Orientale (2) e Lazarev (3) Antartide, Maggio 1960

 Il Profilo 2, in fig . 4, media su tutte le latitudini, indica che l’entità dell’aggiustamento atmosferico planetario in questo caso corrisponde alla ristrutturazione avvenuta nel corso terremoto in terra cileno del Maggio del 1960 di magnitudo M9.5 (Fig. 1). Si noti che qui si è considerato ( Figura 1-4) i processi in atmosfera durante i terremoti catastrofici con M8+. Tali terremoti si verificano molto raramente,  in epoca di massimo (0,+1) nella discesa (3) ed  in prossimità del minimo ( 6 ± 1) durante il ciclo di 11 anni dell’attività solare [5,8].
Tali terremoti, a quanto pare sono legati ai cambiamenti globali nella struttura dei campi magnetici sul sole. Ad esempio, si è notato che l’aumento della sismicità, si verifica, durante la comunicazione fra il minimo del ciclo solare di 11 anni (6 ±1 eventi ad anno) con la comparsa di macchie solari del nuovo ciclo [5]. I terremoti deboli con M>6.0, corrispondono alla frequenza dei disturbi sulla Terra del vento solare [5]. A quanto pare, la comunicazione solare atmosferica e l’influenza dell’attività solare sulla circolazione atmosferica sono di carattere multifattoriale.

Così, tutti i dati di cui sopra in fig . 1-4, ed i dati presentati in precedenza [5,7,9,10] suggeriscono che una delle caratteristiche di polso, dell’influenza dell’attività solare sulla circolazione atmosferica e del mezzo intrplanetario sono la ristrutturazione dei campi di pressione e quindi cambiamenti nelle forme di circolazione atmosferica.  E come è stato dimostrato, la frequenza di tali disturbi, ha una frequenza media di apparizione pari al turbamento del mezzo interplanetario, e la reazione dalla circolazione atmosferica dipende dalla polarità del campo magnetico interplanetraio IMF [6]. E’ abbastanza ovvio,  che tali effetti potenti in atmosfera, causati dai processi sul Sole e nel mezzo interplanetario devono essere considerato nel fisici modelli predittivi dell’atmosfera. Tuttavia, è difficile sperare di aver successo nella soluzione del problema, se ci si avvicina solo dal punto di vista del determinismo classico.

Conclusioni

1 . I dati sopra riportati indicano che durante i forti terremoti forti si osservano perturbazioni della circolazione atmosferica, che si manifesta in larga scala, riarrangiamento del campo termobarico e , di conseguenza, il cambiamento improvviso di elementi meteorologici nelle stazioni meridionali e nord emisferiche.

2 . Queste perturbazioni dell’atmosfera, apparentemente causate da processi sul Sole e dal mezzo interplanetario, come precedentemente stabilito, instaurano, fin dall’inizio, una connessione con i processi dei forti terremoti.

3 . La presenza di perturbazioni atmosferiche durante forti terremoti dimostra ancora una volta l’ esistenza di relazioni solari-atmosferiche. Le date dei terremoti, dovrebbero essere considerate come giorni di previsione nello studio dei processi atmosferici e in particolare, nella loro relazione con l’attività solare .

…..

Un  sincero e caloroso ringraziamento al Dr. Viktor N. Bokov per la documentazione concessami ed al buon Luigi Lucato, per l’aiuto nella traduzione di questo interessante documento scientifico russo.

 

Michele

 

Fonti :

http://quake_vnb.rshu.ru/index_eng.html

www.aari.aq/persons/sytinsky/sytinsky_ru.html

Rubrica Meteo-climatica Gennaio

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa le prossime stagioni primaverile ed estiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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La prima parte dell’inverno – riepilogo

L’inverno 2013-2014 è stato preannunciato a fine novembre da una breve ma importante irruzione fredda da est. E’ iniziato e proseguito con un’alternanza di alte pressioni di origine subtropicale, dunque miti e asciutte, e passaggi di perturbazioni atlantiche, quindi miti e umidi. E’ finora mancato qualsiasi apporto di aria fredda artica (da nord quindi) e di aria fredda continentale (da nordest), in grado di produrre episodi di chiaro stampo invernale con gelo e cadute di neve anche in pianura. In compenso, i ripetuti passaggi di perturbazioni atlantiche stanno apportando notevoli quantitativi di neve sulle Alpi. Ciò garantisce una scorta preziosa per le nostre sorgenti ed anche per i nostri ghiacciai, tanto da far sperare in un loro recupero se la prossima stagione estiva sarà clemente.

L’inverno è stato finora latitante non solo in Italia, ma più in generale in Europa: dalla Spagna alla Russia ai Balcani, fino a pochi giorni fa si sono registrate temperature miti da record per il periodo. Tuttavia, da alcuni giorni il grande freddo si è affacciato all’estremo nord (Scandinavia) ed est (Russia, specie nel nordest).

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L’inverno 2013-2014 – Seconda parte

I prossimi giorni

Dopo un’alternanza tra alte pressioni e perturbazioni atlantiche, comunque in un contesto mite, il tempo dei prossimi giorni promette di continuare a proporci ingressi perturbati atlantici, al più nord atlantici, quindi umidi e mai troppo freddi.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 23 Gennaio, relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

SLP

Nell’immagine si nota bene l’ingresso perturbato nord atlantico (in alto a sinistra) sull’Europa nord- occidentale, in parte diretto anche verso il Mediterraneo e l’Italia, ostacolato dall’Anticiclone delle Azzorre (in basso a sinistra) e da un’alta pressione fredda (in alto a destra) di matrice russo-scandinava. I due anticicloni, al momento, non sembrano in grado di impedire al Vortice Polare (rappresentato dalle perturbazioni atlantiche) di dettare ancora legge su buona parte dell’Europa: nei prossimi giorni il tempo europeo e italiano sarà caratterizzato da un’alternanza tra passaggi perturbati e temporanee pause. Finora il Nord Italia ha visto più freddo e più piogge, mentre il Centro-Sud ha spesso goduto di condizioni più asciutte e miti, spesso primaverili. Nei prossimi giorni sembra vi sarà un certo riequilibrio, con maggiori precipitazioni e temperature più basse al Centro ed al Sud.

Nel lungo termine (7 giorni ed oltre) si intravvede una maggiore spinta fredda: L’Anticiclone delle Azzorre probabilmente accennerà a spingersi verso nord/nordest ed a richiamare così aria più fredda verso l’Europa ed il Mediterraneo. Invece, l’Alta pressione fredda presente tra Russia e Scandinavia resterà dov’è e poi sarà respinta verso est dalla forza della spinta nord atlantica (Vortice Polare). Entrambi i principali modelli di previsione, GFS ed ECMWF, confermano in sostanza questo quadro, pur con alcune differenze circa l’entità e la modalità degli ingressi perturbati atlantici.

Ciò potrebbe condurre ad ingressi di perturbazioni artico-atlantiche, con precipitazioni sotto forma di rovesci e nevicate anche a bassa quota al Centro ed al Sud, mentre il Nord risulterebbe più al riparo dalle precipitazioni grazie alla protezione offerta dalle Alpi.

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Possibile evoluzione successiva (Fine Gennaio e prima parte di Febbraio)

Entrambi i principali modelli, GFS ed ECMWF, ed i loro ensemble (GENS ed ECMWF Ensemble) prospettano una certa ingerenza di aria più fredda di origine artico/continentale verso la fine di Gennaio. Tuttavia, data la distanza temporale (dai 6-7 giorni in poi) rimane un’eventualità ancora da confermare.

Attualmente, le previsioni stratosferiche circa il comportamento del Vortice Polare Stratosferico (VPS) nei prossimi dieci giorni almeno non evidenziano alcun evento in grado di destabilizzarlo. Il Vortice Polare appare ruotato in direzione Atlantico Settentrionale-Stretto di Bering e compatto alle quote superiori (fino a 10hpa), più allungato e bilobato alle quote inferiori (da 30 a 100hpa). Non si evidenzia comunque alcun elemento in grado di modificare sostanzialmente l’assetto attuale e condurre verso l’Europa masse di aria decisamente più fredda, almeno non in modo consistente e duraturo. Le stesse previsioni lasciano comunque aperta la possibilità di un maggiore ingresso in Europa di aria artica da nord, come già accennato.

Ricordiamo che condizione necessaria (ma non sufficiente) affinché si verifichi un’ondata di freddo (aria gelida continentale da nordest, cioè dalla Russia e/o dalla Siberia) verso l’Europa e verso l’Italia è almeno una delle due seguenti:

  1. che un riscaldamento stratosferico (stratwarming) indebolisca e destabilizzi il Vortice Polare Stratosferico, consentendo alle alte pressioni di estendersi verso nord, incunearsi nel Vortice stesso e “richiamare” aria fredda verso sud;
  2. che l’Anticiclone russo-siberiano (detto anche Orso) acquisti una forza tale da respingere il Vortice Polare verso nord, costringendolo ad assumere una forma ellittica, e da estendersi verso ovest, verso la Russia e l’Europa centro-occidentale.

Attualmente in termini di prospettiva di lungo periodo (prossimi 10 giorni),

  1. non è previsto alcuno stratwarming in grado di destabilizzare il Vortice Polare;
  2. l’Anticiclone russo-siberiano appare latitante, anche sulla Russia europea, e non sembra in grado di spingersi verso ovest nei prossimi giorni.

Si ricorda ancora una volta che in questo inverno la combinazione QBO (positiva)-ciclo solare (nel complesso debole, nonostante qualche temporanea accelerazione) risulta sfavorevole ad un inverno freddo e nevoso in quanto inibisce forti stratwarming sopra l’Artico.

Per concludere, si ritiene che i futuri apporti di aria fredda non risulteranno, a consuntivo, di entità rilevante e di durata apprezzabile, pur essendo abbastanza probabili.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

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Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i valori del mese di Dicembre, quelli più recenti disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori di Novembre.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,093) -0,312
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,11) -0,41
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,16) valore di dicembre non ancora disponibile
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+12,4) +12,6
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+9,7) +10
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, in zona 6. Verso fine mese potrebbe intensificarsi e spostarsi in zona 7, divenendo quindi un elemento a favore di ondate di freddo in Europa.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da oltre un anno (autunno 2012) si mostra sostanzialmente neutro. Da allora si sono alternati episodi di debole Nina e debole Nino, ma solo in alcuni comparti del Pacifico equatoriale, a periodi di quasi perfetta neutralità (assenza di anomalie di temperatura). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano il proseguimento di condizioni di sostanziale neutralità ancora per qualche mese, per poi (forse) passare a condizioni di Nino debole tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Tuttavia, l’attuale dispersione dei membri previsionali consiglia una certa prudenza. Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

 

SST Subsurface

 

Rispetto ai mesi precedenti (ma ormai da un anno) le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto: nessuna delle due è finora riuscita a prevalere sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente si osserva un equilibrio quasi perfetto: siamo in presenza di una rilevante anomalia negativa ad est e di una tenace e diffusa anomalia positiva ad ovest. In sostanza, la rilevazione conferma al momento le previsioni NOAA circa il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale. Tuttavia, a differenza di quanto prospettato dalle previsioni per la prossima primavera, non si intravvede per ora alcuna tendenza ad una maggiore diffusione delle anomalie positive.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. Anche nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’analoga alternanza, sebbene disposta a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

SST

 

Colpisce la presenza di una vasta anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini. Il Mediterraneo al momento non appare sede di anomalie di rilievo.

2. La PDO è tornata negativa da molti mesi ormai, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno e si ritiene sia tuttora responsabile della perdurante neutralità. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO si conferma in territorio positivo, pur in calo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 continua a crescere, dopo un temporaneo calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

5. La QBO50 è anch’essa in continua crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

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Considerazioni finali di natura climatica

La prolungata fase neutra dell’ENSO ha ben pochi precedenti negli ultimi 60 anni.

Volendo anticipare le prospettive per le prossime stagioni primaverile ed estiva, pur sapendo che l’ENSO è solo uno dei fattori in gioco, si possono citare analogie con il 2005, anche se nella primavera vi fu un brevissimo episodio di Nino debole, incastonato in un lungo periodo di sostanziale neutralità:

  • la primavera iniziò piuttosto fredda, con ripetute irruzioni di aria gelida continentale nella prima metà di marzo; proseguì molto più mite nella seconda metà del mese; ad aprile non vi furono particolari contrasti e il mese fu lievemente fresco; maggio fu invece più estivo al Sud, più fresco al Nord ma con diversi contrasti caldo-fresco;
  • la stagione estiva fu abbastanza calda ma senza troppi eccessi di natura africana.

Volendo andare più indietro, si può citare l’ormai lontano 1986, più simile alla stagione attuale in termini teleconnettivi (lunga ed ininterrotta neutralità ENSO, QBO positiva in inverno):

  • la primavera iniziò senza particolari contrasti, con un marzo normale, un po’ più mite nella prima metà, più fresco nella seconda; aprile fu piuttosto fresco al Nord, ben più mite, a tratti estivo, al Sud; maggio fu termicamente nella norma nella prima metà, più estivo, specie al Sud, nella seconda metà;
  • l’estate fu piuttosto calda al Sud ma sempre meno risalendo la nostra Penisola, fino ad un’estate normale al Nord.

FabioDue

 

 

 

Il più importante gruppo televisivo inglese dice…ma la nostra RAI cosa aspetta ?

Gli scienziati dicono che il Sole è in una fase di “tregua solare” – il che significa che si è addormentato – e questo è sconcertante. La storia suggerisce che i periodi di inusuale “tregua solare” coincide con inverni gelidi.  Rebecca Morelle rapporti per la BBC Newsnight , quali effeti potrebbe avere questa inattività e sul nostro clima attuale, e quali le conseguenze potrebbe essere per il riscaldamento globale ?

P.S.
Siamo in ambito televisivo, ricordo che c’è da pagare il canone..
🙂

Fonte : http://www.bbc.co.uk/news/science-environment-25771510

Michele

Breaking news: L’editore Copernicus chiude la sezione dove recentemente è stato pubblicato il lavoro di Nicola Scafetta

Ci sono delle novità, in merito alla pubblicazione depositata da Nicola Scafetta presso l’editore Copernicus, nella specifica sezione Pattern Recognition in Fisica (PRP).

http://www.pattern-recogn-phys.net/special_issue2.html

Vi trasmetto traduzione, inviata agli editor della specifica sezione Nils Axel Mörner e caporedattore Sid Ali Ouadfeul.

Dal blog di Roger Tattersall le motivazioni :

http://tallbloke.wordpress.com/2014/01/17/breaking-pattern-recognition-in-physics-axed-by-copernicus/

Caro Sid-Ali e caro Nils-Axel, siamo spiacenti di informarvi che abbiamo deciso di interrompere la rivista .

Durante l’elaborazione del comunicato stampa per il numero speciale “Pattern di variabilità solare, la loro origine planetaria e gli impatti terrestri”, si legge attraverso la carta conclusioni generali pubblicata il 16 dicembre 2013. Siamo rimasti allarmati dalla seconda implicazione che gli autori affermando “Questo getta seri dubbi sulla questione della continua o accelerata fase di riscaldamento, come rivendicato dal progetto IPCC”. Prima che la rivista venisse lanciata, abbiamo avuto una lunga discussione in merito a dette tematiche. L’obiettivo della rivista è di pubblicare articoli su modelli riconosciuti nel pieno spettro di discipline fisiche. Il PRP non è mai stato pensato per essere una piattaforma per gli scettici del clima. Oltre ai nostri dubbi circa il contenuto scientifico del PRP, abbiamo anche ricevuto informazioni sulla potenziale cattiva condotta durante il processo di revisione. Copernico pubblicazioni non può rischiare di perdere la sua eccellente reputazione nella comunità scientifica. Vorremmo, pertanto, prendere le distanze dalla apparente uso improprio delle finalità e l’ambito di PRP originariamente concordati e oggi abbiamo deciso di cessare la pubblicazione. Tale decisione deve essere una sorpresa per voi, ma date le circostanze siamo stati costretti a reagire.

Ci auguriamo che voi abbiate capito le nostre ragioni di questa decisione. Vi ringraziamo molto per la vostra collaborazione e vi auguriamo tutto il meglio per la tua carriera futura. Cordiali saluti, Martin e Xenia ******************************************** ******** Copernicus.org Riunioni e Open Access Pubblicazioni Dr. Xenia van Edig Business Development Copernicus GmbH Bahnhofsallee 1e 37081 Gottinga Germani

 

Michele