Archivi giornalieri: 7 Aprile 2014

Meteorologia spaziale e il sistema cardiovascolare. Nuovi risultati

Yury Gurfinkel (1) and Tamara Breus (2)

(1) Scientific Clinical Center JSC “Russian Railways” , Space Research Institute (IKI RAS) ,Moscow,Russian Federation

([email protected]) , (2) Space Research Institute (IKI RAS) ,Moscow,Russian Federation ([email protected])

Sistema vascolareRicerche condotte negli ultimi due decenni, hanno dimostrato che il sistema cardiovascolare rappresenta il bersaglio più probabile per l’influenze solare e l’attività geomagnetica. Sia il sistema cardiovascolare, che il sistema del sangue sono collegati fra loro molto strettamente: un sistema non può esistere senza l’altro. Per lo stesso motivo, gli effetti percepiti da un sistema, possono essere facilmente trasferiti ad un altro. I test di laboratorio come la coagulazione del sangue, l’aggregazione piastrinica e la velocità del sangue capillare (CBV), eseguita nel Centro Clinico Scientifico JSC “Russian Railways”, su pazienti affetti da malattia coronarica (CHD), hanno rivelato una forte dipendenza con il livello dell’attività geomagnetica.
I risultati di questi ed altri risultati permettono di ipotizzare che il sangue per sé può essere un sensore di variazioni dei campi geomagnetici perché gli eritrociti, le piastrine ed i leucociti portano cariche elettriche sulle membrane, e in un campo magnetico comparabile possono variare con proprie caratteristiche e le proprietà di flusso sanguigno. E’ interessante notare che non solo i disturbi geomagnetici, ma anche i periodi di condizioni geomagnetiche molto tranquilli interessano la velocità del sangue capillare, rallentando esso. Questo è stato dimostrato, durante l’esperimento  a lungo termine, con isolamento, denominato “Mars – 500”, in ambiente spaziale dall’Istituto di Problemi Biomedici di Mosca, come imitazione di una missione spazio estesa su Marte. Utilizzando i capillaroscopi digitali “Russia“, due membri dell’equipaggio, i medici, hanno effettuato delle registrazioni sui propri parametri microcircolatori e su gli altri quattro partecipanti della squadra “marziana“. Le registrazioni su i capillari, sono state eseguite prima, durante e dopo il periodo di isolamento nella struttura del modulo medico di MARS -500. Al termine dell’esperimento, nessuno dei membri dell’equipaggio era a conoscenza delle condizioni geomagnetiche reali. Nei giorni di condizioni geomagnetiche attive, nella media, il CBV registrato era pari a 389 ± 167 um/s , che è statisticamente significativa (  p < 0.05 ), in confronto al CBV nei giorni con condizioni geomagnetiche tranquille. Abbiamo separato, le condizioni geomagnetiche tranquille in due parti: condizioni geomagnetiche molto tranquille ( Amsk 1-4 ) e le condizioni geomagnetiche semplicemente tranquille (Amsk 5-7),  il nostro studio ha rivelato una differenza significativa nei valori di CBV. Mentre nelle condizioni geomagnetiche semplicemente tranquille il CBV era pari a 643 ± 178 um/s, con condizioni geomagnetiche molto tranquille il dato del CBV era di CBV : 435 ± 223 um/s ( p < 0,02 ). Questo fenomeno probabilmente dipende dall’intensità dei raggi cosmici, che aumentano, quando l’intensità del vento solare diminuisce. Durante 14 anni, abbiamo raccolto più di 25.000 casi di infarto cerebrale e infarto acuto, in sette ospedali medici situati in Russia ed in altri paesi. Abbiamo preso in considerazione solo i casi con la data stabilita di attacco acuto di malattie. Casi non datati sono stati esclusi dall’analisi. Sono stati confrontati, il numero medio di pazienti, con le giornate attive geomagneticamente e i giorni con condizioni geomagnetiche tranquille. E’ stato dimostrato statisticamente che durante i disturbi geomagnetici, la frequenza di infarto del miocardio e ictus cerebrale ( i casi ) aumentato in media di un fattore di due, rispetto alle condizioni geomagnetiche tranquille . Questi risultati sono molto vicini ai risultati ottenuti da E.Stoupel (1999) per i pazienti che soffrono di simile patologie cardiologiche. Il nostro studio recente (effettuato con L. Parfeonova ) ha rivelato una correlazione positiva tra l’attività ventricolare ectopica del cuore  (VEA) e le condizioni geomagnetiche in pazienti con CHD. Durante i periodi di tempeste geomagnetiche è stato rivelato una maggior quantità di VEA in pazienti con CHD. Minime quantità di episodi VEA sono stati trovati durante le condizioni instabili ( p < 0,05 ).

Fonte : http://meetingorganizer.copernicus.org/EGU2014/EGU2014-13457.pdf

Michele