Meteorologia spaziale e il sistema cardiovascolare. Nuovi risultati

Yury Gurfinkel (1) and Tamara Breus (2)

(1) Scientific Clinical Center JSC “Russian Railways” , Space Research Institute (IKI RAS) ,Moscow,Russian Federation

([email protected]) , (2) Space Research Institute (IKI RAS) ,Moscow,Russian Federation ([email protected])

Sistema vascolareRicerche condotte negli ultimi due decenni, hanno dimostrato che il sistema cardiovascolare rappresenta il bersaglio più probabile per l’influenze solare e l’attività geomagnetica. Sia il sistema cardiovascolare, che il sistema del sangue sono collegati fra loro molto strettamente: un sistema non può esistere senza l’altro. Per lo stesso motivo, gli effetti percepiti da un sistema, possono essere facilmente trasferiti ad un altro. I test di laboratorio come la coagulazione del sangue, l’aggregazione piastrinica e la velocità del sangue capillare (CBV), eseguita nel Centro Clinico Scientifico JSC “Russian Railways”, su pazienti affetti da malattia coronarica (CHD), hanno rivelato una forte dipendenza con il livello dell’attività geomagnetica.
I risultati di questi ed altri risultati permettono di ipotizzare che il sangue per sé può essere un sensore di variazioni dei campi geomagnetici perché gli eritrociti, le piastrine ed i leucociti portano cariche elettriche sulle membrane, e in un campo magnetico comparabile possono variare con proprie caratteristiche e le proprietà di flusso sanguigno. E’ interessante notare che non solo i disturbi geomagnetici, ma anche i periodi di condizioni geomagnetiche molto tranquilli interessano la velocità del sangue capillare, rallentando esso. Questo è stato dimostrato, durante l’esperimento  a lungo termine, con isolamento, denominato “Mars – 500”, in ambiente spaziale dall’Istituto di Problemi Biomedici di Mosca, come imitazione di una missione spazio estesa su Marte. Utilizzando i capillaroscopi digitali “Russia“, due membri dell’equipaggio, i medici, hanno effettuato delle registrazioni sui propri parametri microcircolatori e su gli altri quattro partecipanti della squadra “marziana“. Le registrazioni su i capillari, sono state eseguite prima, durante e dopo il periodo di isolamento nella struttura del modulo medico di MARS -500. Al termine dell’esperimento, nessuno dei membri dell’equipaggio era a conoscenza delle condizioni geomagnetiche reali. Nei giorni di condizioni geomagnetiche attive, nella media, il CBV registrato era pari a 389 ± 167 um/s , che è statisticamente significativa (  p < 0.05 ), in confronto al CBV nei giorni con condizioni geomagnetiche tranquille. Abbiamo separato, le condizioni geomagnetiche tranquille in due parti: condizioni geomagnetiche molto tranquille ( Amsk 1-4 ) e le condizioni geomagnetiche semplicemente tranquille (Amsk 5-7),  il nostro studio ha rivelato una differenza significativa nei valori di CBV. Mentre nelle condizioni geomagnetiche semplicemente tranquille il CBV era pari a 643 ± 178 um/s, con condizioni geomagnetiche molto tranquille il dato del CBV era di CBV : 435 ± 223 um/s ( p < 0,02 ). Questo fenomeno probabilmente dipende dall’intensità dei raggi cosmici, che aumentano, quando l’intensità del vento solare diminuisce. Durante 14 anni, abbiamo raccolto più di 25.000 casi di infarto cerebrale e infarto acuto, in sette ospedali medici situati in Russia ed in altri paesi. Abbiamo preso in considerazione solo i casi con la data stabilita di attacco acuto di malattie. Casi non datati sono stati esclusi dall’analisi. Sono stati confrontati, il numero medio di pazienti, con le giornate attive geomagneticamente e i giorni con condizioni geomagnetiche tranquille. E’ stato dimostrato statisticamente che durante i disturbi geomagnetici, la frequenza di infarto del miocardio e ictus cerebrale ( i casi ) aumentato in media di un fattore di due, rispetto alle condizioni geomagnetiche tranquille . Questi risultati sono molto vicini ai risultati ottenuti da E.Stoupel (1999) per i pazienti che soffrono di simile patologie cardiologiche. Il nostro studio recente (effettuato con L. Parfeonova ) ha rivelato una correlazione positiva tra l’attività ventricolare ectopica del cuore  (VEA) e le condizioni geomagnetiche in pazienti con CHD. Durante i periodi di tempeste geomagnetiche è stato rivelato una maggior quantità di VEA in pazienti con CHD. Minime quantità di episodi VEA sono stati trovati durante le condizioni instabili ( p < 0,05 ).

Fonte : http://meetingorganizer.copernicus.org/EGU2014/EGU2014-13457.pdf

Michele

5 pensieri su “Meteorologia spaziale e il sistema cardiovascolare. Nuovi risultati

  1. Scusate se vado OT ma qui ci vuole un articolo, la controinversione è quasi completa
    2014:02:11_21h:07m:13s -3N -7S 2Avg 20nhz filt: 2Nf -15Sf 8Avgf
    2014:02:21_21h:07m:13s 1N -6S 3Avg 20nhz filt: 1Nf -15Sf 8Avgf
    2014:03:03_21h:07m:13s -3N -2S -1Avg 20nhz filt: 1Nf -15Sf 8Avgf
    2014:03:13_21h:07m:13s -8N -6S -1Avg 20nhz filt: 0Nf -16Sf 8Avgf

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  2. Accostare il termine “disgregazione” oppure “collasso” non aiuta cerco a capire queste “lente” dinamiche.

    Leggo in giro certi articoli.
    😉

    Calma,
    prendiamo il passato e debole ciclo solare SC20
    Da Aprile 1968 ad Aprile 1970 ha soggiornato al massimo (vedi figura sotto riportata)

    [img]http://3.bp.blogspot.com/_G19_qC5eSa4/TTOAw86RuxI/AAAAAAAAABo/JOhoXgxJ_H0/s1600/cycl20.gif[/img]

    Adesso la traccia dei campi magnetici polari rilevati da l’osservatorio del monte wilson

    Chiramente negli anni di massimo sono possibili queste oscillazioni, rimbalzi che possono lasciar pensare ad una possibile assimmetria.
    Sono passati solo due/tre mesi dal secondo massimo solare di questo ciclo.

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  3. alessandro1,
    ciao ale,
    non ricordo di aver definito, in un precedente mex o articolo strano, quando il nord segnava 2.
    Se mi sbaglio, chiedo venia
    e rettifico subito la mia precedente affermazione.
    Stiamo tutti cercando di capire cosa potrebbe succedere in questo delicato periodo, l’inversione.
    😉

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