Vulcani o CO2 ?

Ricercatori trovano che la fusione del ghiaccio nell’ovest dell’antartide è dovuta a fonti geotermiche.

 

  1. Dustin M. Schroeder1,
  2. Donald D. Blankenship,
  3. Duncan A. Young, and
  4. Enrica Quartini

 

Il ghiacciaio di Thwaites, e la sua grande e rapida evoluzione nel punto di uscita della calotta antartica occidentale, non è solo eroso dal mare, ma è sciolto dal basso, dal calore geotermico. Questo è quello che ricercatori presso l’Istituto di Geofisica presso l’Università del Texas a Austin (UTIG) riportano, nella corrente edizione del Proceedings of National Academy of Sciences.

I risultati cambiano significativamente la comprensione delle condizioni al di sotto della calotta di ghiaccio dell’Antartide occidentale, dove accurate informazione, non erano, in precedenza, ottenibili.

Il Thwaites, è stato al centro di grande attenzione, nelle ultime settimane, con altri gruppi di ricerca, che hanno rilevato, che il ghiacciaio, si trova sulla strada del collasso. Tuttavia, più dati e modelli, elaborati al computer, sono necessari per determinare quando il collasso inizierà sul serio e con quale grado, il livello del mare aumenterà e come esso eventualmente procederà..

Utilizzando particolari tecniche radar, per mappare come l’acqua scorre sotto le lastre di ghiaccio, i ricercatori dell’UTIG, sono stati in grado di stimare i tassi di fusione del ghiaccio e identificare le fonti significative di calore geotermica sotto Thwaites Glacier. Hanno trovato queste fonti sono distribuite su un’area più ampia e sono molte più calde di quanto precedentemente ipotizzato.

Il calore geotermico ha contribuito in modo significativo alla fusione della parte inferiore del ghiacciaio, e questo, potrebbe essere un fattore chiave nel permettere lo slittamento della calotta di ghiaccio, influenzando la stabilità della coltre di ghiaccio e contribuendo al futuro innalzamento del livello del mare.

La causa della distribuzione variabile di calore sotto il ghiacciaio si pensa essere dovuta al movimento di magma e dall’attività vulcanica associata, derivante dalla rottura della crosta terrestre sotto la calotta antartica occidentale.

La conoscenza della distribuzione calore sotto il ghiacciaio di Thwaites è una informazione cruciale, che ci permetterà di sviluppare, con maggiore precisione, la risposta del ghiacciaio, alla presenza di un riscaldamento dell’oceano.

Fino ad ora, gli scienziati non erano riusciti a misurare la forza o la posizione del flusso di calore sotto il ghiacciaio. Gli attuali modelli, ipotizzano, che il flusso di calore sotto il ghiacciaio, è distribuito in maniera uniforme, come su una piastra, con una distribuzione uniforme del calore, nella parte inferiore del ghiaccio.

“E’ l’ambiente termico più complesso, che si potrebbe immaginare“, ha detto il co-autore Don Blankenship, un ricercatore senior presso l’UTIG e il consigliere Schroeder dice : “ E poi questo è il più critico e dinamicamente instabile foglio di ghiaccio sul pianeta Terra e quindi si tenta di modellare. E’ praticamente impossibile.”

Ecco perché, rilevare la distribuzione del flusso di calore geotermico sotto la coltre di ghiaccio, è stato considerato, essenziale per la comprensione.

Raccogliere la conoscenza del ghiacciaio di Thwaites è di fondamentale importanza, per capire, che cosa potrebbe accadere alla calotta antartica occidentale. Lo sbocco del ghiacciaio ha le dimensioni della Florida, nella baia di Amundsen, ed è spesso fino a 4.000 metri, ed è considerato come un punto interrogativo fondamentale, nella proiezione dell’innalzamento globale del livello del mare.

Il ghiacciaio si sta ritirando a fronte del riscaldamento degli oceani e si pensa, essere instabile, perché il suo interno si trova più di due chilometri sotto il livello del mare, mentre, sulla costa, la parte inferiore del ghiacciaio è piuttosto bassa.

Perché il suo interno si collega alla vasta porzione della calotta di ghiaccio dell’Antartide occidentale che si trova in profondità sotto il livello del mare, il ghiacciaio è considerato un gateway per la maggior parte del potenziale contributo del livello del mare, nell’antartide occidentale.

Il crollo del ghiacciaio di Thwaites, potrebbe causare un aumento del livello globale del mare compreso tra 1 e 2 metri, con un potenziale ben più di due volte superiore a tutto il ghiaccio antartico ad ovest.

I ricercatori dell’UTIG avevano precedentemente utilizzato i dati radar, per ricostruire due grandi sistemi di acqua subglaciali sotto il Thwaites. I risultati di questo lavoro precedente sui sistemi idrici (pubblicato anche negli Atti della National Academy of Sciences), formano le basi per il nuovo lavoro, che ha usato la distribuzione di acqua sotto il ghiacciaio per determinare i livelli e le posizioni di flusso di calore.

Dalla carta :

“ Noi abbiamo dimostrato che il bacino del ghiacciaio Thwaites ha un flusso minimo geotermica medio  di ~ 114 ± 10 mW/m2 con alcune aree, con un flusso superiore a 200 mW/m2 coerente con l’ipotizzata frattura associata ad una migrazione magmatica e al vulcanismo.”

Schroeder, ha ricevuto da poco il titolo di Ph.D., per le tecniche utilizzate e quelle che ha sviluppato, per estrarre le informazioni, da dati raccolti dal radar, presso l’UTIG.

Secondo le sue conclusioni, la minima portata media geotermica di calore sotto il ghiacciaio di Thwaites è di circa 100 milliwatt per metro quadrato, con gli hotspots di oltre 200 milliwatt per metro quadrato. Per confronto, il flusso medio di calore dei continenti della Terra è meno di 65 milliwatt per metro quadrato.

La contemporanea presenza di acqua e di calore, propone nei confronti dei ricercatori, sfide significative.

“La combinazione del variabile flusso subglaciale di calore geotermico e il sistema idrico subglaciale, interagendo, potrebbe minacciare la stabilità del ghiacciaio di Thwaites in modi che non abbiamo mai immaginato prima”, ha detto Schroeder.

 

Fonte : http://phys.org/news/2014-06-major-west-antarctic-glacier-geothermal.html

 

Michele

9 pensieri su “Vulcani o CO2 ?

  1. Il crollo del ghiacciaio di Thwaites, potrebbe causare un aumento del livello globale del mare compreso tra 1 e 2 metri,..

    E se il crollo di massa di tale dimensione fosse repentino potrebbe causare uno tsunami?

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  2. luigiza,

    uno tsunami è provocato da movimenti di masse negli oceani, qui invece siamo sulla terraferma, quindi a occhio direi di no.

    Piuttosto, qualcosa non mi torna con i conti: aumentare di 1-2m il livello degli oceani significa immettervi 350000-700000 km3 di acqua, che è veramente tanto, anche considerando che è del tutto inverosimile che un ghiacciaio si sciolga all’istante.
    D’altra parte, se la base del ghiacciaio è sotto il livello del mare, il suo distacco porterebbe il ghiaccio a galleggiare nell’acqua, e quindi il livello del mare dovrebbe invece scendere.
    Ma forse mi sfugge qualcosa.

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  3. Non occorre che il ghiaccio si sciolga per provocare l’ aumento del livello dell’ acqua. Basta mettere dei cubetti di ghiaccio in un bicchiere … il livello dello “spritz” aumenta.

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  4. Luci0,

    Vorrebbe dire che tutta la massa del ghiacciaio si trasferisce in acqua? Mi pare inverosimile.
    In secondo luogo, se una buona parte del volume è sotto il livello del mare, non entra nel computo, perché sostituirla con uguale volume di acqua non provocherebbe variazioni. A seconda poi della frazione di parte emersa, ci possono essere variazioni igrometriche positive (ma minori di quanto indicato) o addirittura negative.
    In terzo luogo, si parla di una massa grande quanto la Florida (170.000kmq) spessa fino a 4km: perciò si arriva a 700.000km3 solo ipotizzando che sia tutto spesso 4km, e che tutto quanto vada ad aggiungersi al mare. Ipotesi fantasiosa.

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  5. Come sapete bene dalle osservazioni dei ghiacci artici ed antartici
    qui si vede bene (http://www.persicetometeo.com/public/antartico_monitoring.htm)

    Ogni anno i ghiacci artici perdono 14 milioni di kilometri quadri di ghiaccio in estate e lo riprendono in inverno.
    e negli ultimi anno il minimo e’ sempre piu’ alto e il massimo e’ sempre piu’ alto.
    e da quattro anni e’ sempre sopramedia di oltre un milione di km2.

    Quindi non ci sara’ nessun aumento dei mari.
    se ci sono dei vulcani, significa che ci sono sempre stati, e quindi eventuali scioglimenti sono normali.

    Comunque nei giornali giapponesi qualche settimana fa hanno detto che l’antartico si sta squaqliando per il riscaldamento globale.

    Ma dal momento che i siti delle osservazioni li seguo ogni giorno da dieci anni, non mi pare proprio.

    tutti modi per avere finanziamenti per vivere di rendita

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  6. alessandro:

    Ogni anno i ghiacci artici perdono 14 milioni di kilometri quadri di ghiaccio in estate e lo riprendono in inverno.
    e negli ultimi anno il minimo e’ sempre piu’ alto e il massimo e’ sempre piu’ alto.
    e da quattro anni e’ sempre sopramedia di oltre un milione di km2.

    Vuoi dire antartici, mi pare. C’è una bella differenza, perché il problema dello scioglimento dei ghiacci artici non è il livello del mare (che non può cambiare), quanto piuttosto la diminuzione della salinità media e quindi della densità, che può ripercuotersi fortemente sulle correnti.

    Per il resto, sono d’accordo e come dicevo sopra i numeri mi paiono un po’ sballati.

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