Archivio mensile:Giugno 2015

La mortalità aumenta con il freddo o con il caldo ?

Il rischio di mortalità attribuibile a temperatura ambiente alta e bassa: uno studio osservazionale multinazionale

Il freddo uccide 20 volte di più del caldo: a sostenerlo è una ricerca internazionale pubblicata sulla prestigiosa rivista The Lancet. La conclusione, a cui sono giunti gli scienziati, non rappresenta una novità in senso assoluto, ma è la prima volta che a sostegno di questa tesi viene presentata una mole di dati così imponente: sono stati infatti presi in esame 74 milioni di decessi in 12 diversi Paesi.

Il lavoro dei ricercatori riporta al centro dell’attenzione un tema molto dibattuto negli ultimi anni, anche attraverso le tesi controverse dell’ambientalista danese Bjørn Lomborg, secondo cui i rischi del riscaldamento globale (global warming) per la salute dell’uomo sarebbero stati ampiamente sovrastimati.

Anche se gli studi hanno fornito stime di morti premature imputabili al caldo oppure al freddo in alcuni paesi, nessuno ha finora offerto una valutazione sistematica su tutta la gamma di temperature nelle popolazioni esposte a climi diversi. 

«Sì dà spesso per scontato che le temperature eccezionali causino la maggior parte dei decessi, e quasi tutte le precedenti ricerche erano focalizzate sugli effetti delle ondate estreme di calore», spiega un coautore della ricerca, Antonio Gasparrini, della London School of Hygiene & Tropical Medicine. «I nostri risultati, che derivano dall’analisi del più grande set di dati di sempre sull’argomento, mostrano che la maggioranza delle morti si verificano in realtà nelle giornate moderatamente calde o fredde, con la maggior parte dei decessi determinati da temperature moderatamente fredde.»

METODO, RISULTATI ed INTERPRETAZIONI

Abbiamo raccolto dati da 384 sedi in Australia, Brasile, Canada, Cina, Italia, Giappone, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Taiwan, Tailandia, Regno Unito e Stati Uniti d’America. In totale sono stati analizzati 74.225.200 morti, in vari periodi tra il 1985 e il 2012, in regioni dai climi più disparati, che spaziano dal freddo polare al caldo subtropicale. In totale, il 7,71% della mortalità è riconducibile a temperatura non ottimale nei paesi selezionati all’interno dello studio, con sostanziali differenze tra i paesi, che vanno da 3,37% in Thailandia e 11% in Cina. I maggiori morti sono attribuibili : al freddo 7,29% escluso gli sbalzi di calore 0,42%. Le temperature fredde e calde estreme sono stati responsabili dello 0,86% della mortalità totale. Naturalmente i numeri variano da Paese a Paese, in Italia, ad esempio, la mortalità dovuta al freddo è pari a circa l’8,5%, mentre quella dovuta al caldo intenso quasi al 3%. La maggior parte del carico di mortalità risulta quindi correlata con una temperatura riconducibile ad un contributo freddo. L’effetto di giorni con temperature estreme è sostanzialmente inferiore a quello attribuibile a tempo mite ma non ottimale. Questa prova ha importanti implicazioni per la progettazione di interventi di sanità pubblica per ridurre al minimo le conseguenze sulla salute alle temperature negative e per le previsioni dei futuri effetti, in scenari di cambiamento climatico.

Fonte :  http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736%2814%2962114-0/abstract

Nel lungo c’è solo la flessibilità naturale degli oceani

Iniziamo questa settiamana, con due interessanti carte scientifiche di recente uscita.

Il primo articolo pubblicato su Quaternary Research ricostruisce il livello del mare del Golfo Persico, negli ultimi ~ 10 mila anni e trova che il livello del mare era 1 metro più in alto di quello attuale durante la metà dell’olocene, tra 5290 4570 anni fa, prima di ricadere ai livelli attuali tra 1440 1170 anni fa.

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0033589415000381

Un secondo articolo pubblicato su Earth-Science Reviews ricostruisce le temperature dell’oceano negli ultimi 500 milioni di anni e trova che le temperature erano notevolmente superiori, di circa ~ 15-20 °C, con una successiva curva di raffreddamento generalizzata negli ultimi 500 milioni di anni.

http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0012825215000604

Fonti :

http://hockeyschtick.blogspot.it/2015/05/new-paper-shows-oceans-have.html

http://hockeyschtick.blogspot.it/2015/05/new-paper-finds-sea-levels-were-1-meter.html