Archivio mensile:Luglio 2015

Il passaggio al nuovo conteggio delle macchie solari del 1 ° luglio 2015: una transizione difficile

Il 1 ° luglio 2015, il Data Center Mondiale SILSO porrà una pietra miliare senza precedenti nella lunga storia del conteggio delle macchie solari.

Con la sua longevità, questo riferimento, il conteggio delle macchie solari, rimane il nostro unico riferimento diretto per ripercorrere l’attività solare negli ultimi 4 secoli, ed è sicuramente il più utilizzato set di dati solari (più di 100 pubblicazioni all’anno). Tuttavia, questa serie è stata lasciata invariata dalla sua creazione da Rudolph Wolf, nel 1849, senza alcuna verifica a ritroso. L’unica innovazione si è verificata nel 1998 con la creazione di un nuovo indice delle macchie solari simile, il numero per gruppo (Hoyt e Schatten 1998). Tuttavia, le due paralleli serie mostravano forti differenze, accennando ad una forte disomogeneità o in serie o in entrambi. Dal 2011, un gruppo di 40 esperti, infine, ha effettuato una revisione completa di questi due serie al fine di individuare e correggere i difetti. Questo enorme lavoro è stato co-organizzato da E. Cliver (NSO, Sacramento Peak Observatory), F. clette (WDC-SILSO, STCE) e L. Svalgaard (Stanford University) su quattro workshop successivi (una delle quali presso l’Osservatorio Reale a Bruxelles nel 2012. Vedi immagine sotto)

Ora, finalmente, tutte le correzioni sono state finalizzate (per una recente sintesi, vedere Clette et al. 2014, Space Science Reviews). Nel corso degli ultimi mesi, tutte le correzioni ottenute separatamente, spesso da diversi scienziati, sono stati infine assemblate in una ricostruzione finale, nel numero di macchie solari e nel gruppo di macchie solari.

La figura seguente, illustra la variazione tra la serie originale e il nuovo sunspot number. La correzione più notevole è un abbassamento di circa il 18% di tutti i numeri dopo il 1947, per rimuovere il pregiudizio prodotto da un nuovo metodo di conteggio, iniziato nel 1947, a Zurigo. Una grande deriva delle variabili che interessano il conteggio di “Bruxelles-Locarno”, dal 1981, è stato eliminato.

Si noti, che per il nuovo numero SSN, il fattore tradizionale 0,6 di Zurigo non è più utilizzato, il che aumenta in modo significativo la portata di tutta la serie. Questo riflette semplicemente la scelta dei conteggi moderni di A. Wolfer, il successore di Wolf, come nuovo riferimento. I nuovi numeri così corrispondono ora molto più da vicino i numeri grezzi di Rudolph Wolf, ottenuti da tutti gli osservatori, dal 1993 fino ad oggi.

Indipendentemente, il numero del gruppo è stato corretto per una grande sottostima di tutti i valori prima del 20° secolo (vedi figura sotto), a causa dell’instabilità dei dati di riferimento utilizzati da Hoyt e Schatten: vale a dire i dati fotografici dell’Osservatorio Reale di Greenwich. Come potrebbe essere costruito, un database completo di tutti i conteggi dei gruppi del passato, il nuovo numero di gruppo, in realtà, consiste in una serie completamente ricostruita, piuttosto che una correzione applicata ai numeri originali.

Ora, finalmente, siamo in grado di portare le due serie insieme e osservare l’impatto delle correzioni sui disaccordi originali. Le due figure seguenti, mostrano come le grandi divergenze che caratterizzavano il numero della prima serie del SSN e del gruppo, sono ora stati fortemente ridotti. Bisogna precisare che tale miglioramento non è stato ottenuto da una scala reciproca ad-hoc tra le serie. Al contrario, come le correzioni sono state determinate separatamente, in base ai diversi set di dati e tecniche, l’accordo finale porta un ulteriore conferma della validità di tali correzioni.

Ancora, come si può vedere, le deviazioni permangono notevoli, soprattutto prima 1825, quando le osservazioni diventano scarse e in periodi di attività minima (basso). Quindi, ancora molto lavoro resta sicuramente da fare per molti anni a venire, ma dati gli importanti miglioramenti raccolti in questa fase, il WDC – SILSO, sta per procedere al rilascio pubblico di questa nuova versione.

La preparazione di questa importante operazione è ormai quasi completata, ed ha richiesto un enorme lavoro organizzativo e di programmazione del piccolo team SILSO. Infatti, il rilascio della nuova serie del SSN è solo un punto di partenza per la WDC-SILSO. Anzi, richiede una profonda rielaborazione del software operativo, che elaborerà i dati attraverso la nostra rete in tutto il mondo, il 1 ° luglio e in futuro. In effetti, i vari prodotti devono essere resi perfettamente compatibili con la serie totale del SSN: il numero di macchie solari emisferico, il quotidiano stimato Sunspot Number, le previsioni solare del ciclo di 12 mesi, tutti i grafici di dati e la derivazione dei coefficienti k personali per tutte le stazioni della rete.

Inoltre, vogliamo integrare anche una gestione strutturata del numero delle macchie solari (sotto la supervisione della International Astronomical Union), ri-progettando la sezione dati del nostro sito Web SILSO. In parallelo, stiamo anche lavorando sulla questione tematica, sulla rivista Solar Physics, che sarà interamente dedicata alla nuova taratura del numero SSN (aperto alle carte fino alla fine di ottobre 2015, in vista di una pubblicazione nei primi mesi del 2016). Rivista, nella quale, sarà pienamente documentata la presente modifica.

Le ultime settimane e negli ultimi giorni sono stati quindi particolarmente frenetici per il team SILSO. Faremo del nostro meglio, per ottenere questo importante transizione il 1 ° luglio, con minori disturbi, per i nostri utenti. Tuttavia, dato il numero di modifiche simultanee, il trattamento sarà probabilmente più lento del solito per consentire verifiche accurate. Chiediamo perciò ai nostri numerosi utenti di essere maggiormente pazienti, in questa occasione. Poiché i problemi non possono mai essere esclusi. Siamo quindi pronti ad accogliere qualsiasi commento, su problemi rilevati.

Dopo una vita piuttosto tranquillo, nel corso degli ultimi 166 anni, il numero delle macchie solari sta quindi per rinascere, in una nuova versione, da mercoledì 1° luglio. Ci auguriamo che la comunità scientifica accoglierà questo nuovo insieme di dati e apprezzerà il notevole sforzo, realizzato nel corso degli ultimi quattro anni, per produrre un punto di riferimento migliore per lo studio della relazioni solari-terrestri, nel lungo termine.

Fonte : http://sidc.oma.be/press/01/welcome.html

Una nuova carta trova una correlazione tra l’attività solare, la temperatura, e il monsone est-asiatico negli ultimi 1300 anni

Un nuovo documento pubblicato sulla rivista Global and Planetary Change, trova un legame tra le temperature ricostruite del mar del Giappone e l’attività solare nel corso degli ultimi 1.300 anni. Gli autori hanno anche trovato che la forza del monsone est-asiatico è correlata con l’attività solare e la decade oscillazione del pacifico, la PDO.

Il documento segue la scia di un altro articolo pubblicato la settimana scorsa, nel quale si evidenziava che i guasti registrati nel monsone indiano erano ben sincronizzati con i bruschi cambiamenti dell’attività solare, che possono rappresentare un altro potenziale meccanismo di amplificazione solare, attraverso il quale, i piccoli cambiamenti dell’attività solare amplificano i cambiamenti climatici.

Avvio fallimentare del monsone orientale durante il passaggio climatico tra l’anomalo periodo caldo medioevale alla piccola era glaciale

La carta : http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0921818115000582

di Kyung Eun e Wonsun Park

Riassunto
Abbiamo ricostruito la decade temperatura della superficie del mare, la δ 18 O (quindi la salinità) nel corso degli ultimi 1300 anni, dai rapporti degli isotopi dell’ossigeno del alkenone e planctonici foraminiferi dei sedimenti marini del mare orientale del giappone, per indagare la variabilità est asiatica dei monsoni. Il confronto tra le registrazioni e altri record paleoclimatici indicano un possibile collegamento tra i cambiamenti alle medie latitudini est asiatiche del monsone e l’oscillazione decade del pacifico (PDO). I risultati mostrano che durante l’anomalia climatica medioevale, quando l’indice PDO era negativo, l’asia orientale era caratterizzata da un riscaldamento superficiale con un monsone estivo rafforzato. Rileviamo che le fasi monsoniche estive sono collegate con l’incremento delle precipitazioni e le fasi pluviali dominati nella regione, in quel periodo. L’insorgenza delle insufficienti o fallimentari presenze dei monsoni in Asia e le gravi siccità si sono verificate alla fine del noto perido caldo medioevale e estese alla piccola era glaciale, quando la PDO è diventata positiva.

Il grafico ripreso dal documento riporta : La ricostruita temperatura durante la MCA = anomalia climatica medioevale (Periodo caldo medievale), LIA = Piccola era glaciale. Il secondo grafico mostra le variazioni dell’attività solare (Total Solar Irradiance o TSI), le frecce indicano le tendenze corrispondenti tra temperature e l’attività solare. I tre grafici successivi mostrano le deleghe delle precipitazioni e il monsone orientale, che son ben correlate  con l’attività solare.

Fonte : http://hockeyschtick.blogspot.it/2015/03/new-paper-finds-correlation-between.html

Nature …. ovvero come dare un colpo al cerchio e uno alla botte ! Rev.2.0

Premessa

Tutti quanti noi, conosciamo bene come il pensiero comune o predominate la faccia da padrone nel settore delle riviste scientifiche più importanti del globo. Recentemente, su quella rivista importante e conosciuta quale è Nature, è uscita una nuova carta, che sembra, dico “sembra”, voler dare un pò più spazio o valore ai contributi naturali, rispetto all’oramai conosciuta affermazione che le emissioni dei gas serra sono la vera causa dell’aumento delle temperature  globali.

…..

Ricordo, che questo stile di comunicazioni non è la prima volta che viene introdotto nelle carte pubblicate su Nature.. Nel link sotto riportato, richiamo una ricerca del 2013, nella quale avevo avuto la sensazione che si volesse dare un colpo al cerchio e uno alla botte. Si prendano in considerazione l’affermazioni riportate in chiusura abstract (passi in grassetto).

http://daltonsminima.altervista.org/2013/09/05/nature-ovvero-come-dare-un-colpo-al-cerchio-e-uno-alla-botte/

Adesso passiamo al recente documento, uscito ad Aprile :

Nature Climate Change (2015)
doi:10.1038/nclimate2605 Received 08 May 2014 Accepted 21 February 2015
Published online 13 April 2015

Modulazione della decade temperatura superficiale globale da variabilità climatica interna di Aiguo Dai, John C. Fyfe, Shang-Ping Xie & Xingang Dai
Riassunto

Nonostante un costante aumento dei gas serra atmosferici (GHGs), la temperatura superficiale media globale media non ha mostrato alcun riscaldamento distinguibile da circa il 2000, in netto contrasto con i modelli, il cui progetto (simulazione) parlava di forte riscaldamento. Il recente rallentamento dell’osservato riscaldamento superficiale è stato attribuito a decade raffreddamento del pacifico tropicale, l’intensificazione dello scambio dei venti, il cambiamento dell’attività del El Niño, l’aumento dell’attività vulcanica e la diminuzione della TSI. Sono stati osservati anche precedenti periodi, inerenti questa pausa nel riscaldamento. Tuttavia, quest’ultimi, hanno ricevuto molta meno attenzione rispetto al periodo recente e le loro cause sono poco conosciute. In questo lavoro, analizziamo l’osservata e modellata simulazione dei campi della temperatura globale, per quantificare i contributi forniti dalla variabilità climatica interna (ICV), per i decennali cambiamenti della temperatura media globale occorsi dal 1920. Si dimostra che l’interdecade oscillazione del pacifico (IPO) è stata associata con l’occorrenza delle grandi anomalie della temperatura sia nel mare che in terra. In combinazione con un altro modo principale di ICV, la IPO spiega la maggior parte della differenza tra i tassi osservati e il simulato modello del decade cambiamento della temperatura media globale dal 1920, ed in particolare il cosiddetto periodo della “pausa” da circa il 2000. Concludiamo che la ICV, principalmente attraverso la IPO, era in gran parte responsabile del recente rallentamento, così come per i precedenti rallentamenti e accelerazioni della temperatura media globale, dal 1920. La storia recente suggerisce che l’IPO potrebbe invertire la rotta e portare ad una accelerazione del riscaldamento globale nei prossimi decenni.

nclimate2605-f1

Dottrina dei referee di Nature nel mantenere il filo comune (CO2 = pianeta in fiamme ) attraverso una revisione delle carte oppure mediazione lasciando anche spazio alla variabilità naturale ?

50% e 50% direi ….

🙂

 

 

Fonte : www.nature.com/nclimate/journal/vaop/ncurrent/full/nclimate2605.html