Corrente del Golfo tra ipotesi e certezze

La passata settimana, il Consorzio Lamma ha pubblicato un articolo sulla corrente del Golfo. E’ un pò di tempo che non affrontiamo l’argomento. Quale migliore occasione quindi, per tornare su detta tematica, tanto dibattuta in quest’ultimi anni.

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Nell’ultimo decennio si è assistito ad una notevole speculazione mediatica sul possibile rallentamento, o addirittura sull’interruzione, della Corrente del Golfo, quell’immenso “fiume” di acqua calda che, spingendosi dal Golfo del Messico fino al mare di Barents, garantisce un clima insolitamente mite su gran parte dell’Europa centro settentrionale.

                       Schema della circolazione termolina

Finora le notizie riguardanti un possibile indebolimento della corrente termoalina* si sono basate più su ipotesi che su comprovati dati scientifici, con l’unica conseguenza di ispirare film fanta-scientifico-catastrofici come “The day after tomorrow”.
Finora, appunto, perché nel marzo 2015 sulla prestigiosa rivista scientifica Nature è stato pubblicato un articolo che dimostra che negli ultimi 40 anni c’è stato un eccezionale indebolimento dell’AMOC (Atlantic Ocean Overturning Circulation)**, la parte Atlantica del grande sistema planetario di correnti termoaline (il cosiddetto “nastro trasportatore”) al cui vertice settentrionale troviamo la corrente del Golfo.
A distanza di appena 6 mesi la questione è tornata prepotentemente alla ribalta in seguito alla pubblicazione del consueto report sull’andamento del clima del pianeta da parte della NOAA che mostra come, a dispetto di un agosto da record (il più caldo dal 1880), c’è un’area che per il 21esimo mese consecutivo mostra anomalie marcatamente negative (salvo l’agosto 2014 quando i valori risultarono in media); l’area in questione è proprio il nord Atlantico. Non solo, osservando gli scarti termici dell’intero 2015, quindi da gennaio ad agosto, si può notare che le anomalie negative a sud dell’Islanda sono le più basse mai registrate (record coldest).
Anomalie di temperature da inizio anno (fonte NOAA)
Questa clamorosa eccezione fredda può sembrare paradossale in un mondo che tende a scaldarsi, e invece non lo è affatto. Quello che sta succedendo, infatti, ricalca esattamente quanto riportato su Nature e quanto pronosticato, già nel 2007, dall’IPCC: la fusione dei ghiacciai groenlandesi, unita alla riduzione del pack artico e all’aumento della portata dei fiumi siberiani, sta disturbando la corrente termoalina attraverso il massiccio apporto di acqua dolce e lo spostamento sempre più prossimo alle coste groenlandesi delle cosiddette “colonne di inabissamento”. Una situazione che, a detta degli scienziati, è destinata a peggiorare nei prossimi decenni a causa del probabile ulteriore aumento della temperatura globale.
Ma quali conseguenze potrà avere un indebolimento della circolazione termoalina e quindi della corrente del Golfo?
Qui entriamo nel campo delle ipotesi. Secondo i più è decisamente improbabile aspettarsi uno scenario da glaciazione in Europa, in quanto il raffreddamento dovrebbe essere compensato in parte dall’incremento della temperatura globale causato dai gas serra (destinati, secondo gli scenari più pessimistici dell’IPCC, a raddoppiare entro il 2100). In altre parole sembra escluso un “The day after tomorrow”, o, restando in un ambito decisamente un po’ più scientifico, un nuovo “Younger Dryas”***.
Gli effetti ipotizzati, tuttavia, non sono da trascurare: da un inasprimento del clima in Europa (dovuto al marcato gradiente termico che verrebbe ad instaurarsi in Atlantico), all’aumento del livello medio del mare lungo la costa orientale degli USA (dovuto alla diminuzione della quantità di acqua “pompata” verso nord dalla corrente del Golfo), allo sconvolgimento degli ecosistemi marini.
Al di là delle possibili conseguenze, che ripetiamo sono ancora a livello di ipotesi, rimane il fatto scientifico e inoppugnabile che la circolazione termoalina negli ultimi 40 anni si è notevolmente indebolita e che, molto probabilmente, continuerà a farlo anche nei prossimi decenni.

Legenda dei termini

* Circolazione termoalina: componente essenziale della grande circolazione oceanica causata da gradienti di densità. La densità delle acque varia in base alla temperatura e alla salinità, una massa d’acqua molto fredda e molto salata è decisamente più densa di una massa d’acqua calda e poco salata. La corrente del Golfo parte dal Golfo del Messico dove le acque sono molto calde e con una concentrazione salina relativamente bassa, mano a mano che la corrente si sposta verso latitudini polari tende a raffreddarsi e a diventare più salata, sia per effetto dell’evaporazione operata dai venti polari, sia per il fenomeno del brine exclusion (nelle aree prospicienti la banchisa artica la salinità è molto elevata a causa dell’espulsione dei sali durante il processo di congelamento). Il forte aumento della densità provoca lo sprofondamento (downwelling) della massa d’acqua che, sfruttando anche i canyon presenti sui fondali atlantici, rifluisce verso il golfo del Messico; qui, grazie al meccanismo dell’upwelling, l’acqua profonda torna il superficie e il meccanismo più ripartire. Le zone dove avviene il downwelling sono anche conosciute come colonne di inabissamento e si trovano in precisi punti del nord atlantico (in particolare in prossimità dell’Islanda e della Groenlandia); affinché esse funzionino è basilare che il fondale sia posto molto in profondità, una riduzione di quest’ultima può causare un indebolimento del meccanismo di richiamo.
**AMOC: acronimo per Atlantic Meridional Overturning Circulation; indica la componente meridionale del complesso termoalino atlantico (dal tropico del Capricorno al Tropico del Cancro).
***Younger Dryas: periodo della durata di circa 1000 anni caratterizzato da condizioni glaciali sull’Europa nord occidentale, in Groenlandia e su parte del nord America. Lo Younger Dryas è collocato all’incirca tra il 12900 e l’11500 AC ed avviene in una fase di intenso riscaldamento della temperatura globale (deglaciazione). Si ipotizza che ad averlo provocato sia stato un improvviso blocco della corrente termoalina causato dal massiccio apporto di acque dolci nel Nord Atlantico causato dalla fusione del ghiacciai continentali vicini. Vedi anche: https://it.wikipedia.org/wiki/Dryas_recente

8 pensieri su “Corrente del Golfo tra ipotesi e certezze

  1. autobas:
    Date una occhiata al link che ho letto poco fa e traetene le conclusioni . L’Ipcc dice una cosa ma …… leggete
    http://www.segnidalcielo.it/scienziato-statunitense-dichiara-che-il-riscaldamento-globale-e-una-grande-truffa/

    Che bella fonte, quelle che parlano di scie chimiche e avevano annunciato la versione 3.0C di Whatsapp.
    Se fosse falso, allora questo articolo non ha ragione di esistere, perche’ parte dal presupposto che c’e’ un GW e che i ghiacciai in media stanno fondendo.

    Comunque sia, commentando l articolo , e’ senz’ altro interessante, ma dato che l’ indebolimento della CDG e’ stimato essere cominciato da una quarantina d’ anni e le anomalie negative termiche in quell’ area sono solo da poco, e’ presto per dire che ci sia un legame, potrebbe essere semplicemente una situazione temporanea.
    A proposito, il servizio meteo islandese ha confermato che in questo 2015 il bilancio di massa medio globale nazionale per il paese e’ risultato positivo per la prima volta dal 1995.
    Dovremmo attenzionare quell’ area nei prossimi anni per capire se si puo’ essere innescato un vero trend o e’ solo una causa-effetto temporanea.

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  2. Non so perchè si debba sempre e comunque dare addosso a chi parla di scie chimiche facendole passarare per enorme bufala.
    Evidentemente gli interessi in gioco devono essere enormi se cosi tanta gente si prodiga a negare un fenomeno peraltro visibilissimo .
    Non è certo onorevole per un sito che tratta gli argomenti in maniera seria, fingere che le scie chimiche ( o meglio la geoingegneria) non esistano e ignorarle in maniera sistematica.
    Sono li da vedere !!!

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  3. Oscar,

    Anche quando le navi si muovono o quando nuoti oppure quando scii si creano scie, ma da lì a dire che sono chimiche oppure c’é geo ingegneria ce ne passa.

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  4. Io trovo alquanto strano che la cosiddetta fusione dei ghiacciai groenlandesi possa riuscire a raffreddare l’Oceano Atlantico e riuscire poi a raffreddare tutto l’oceano fino a profondità notevoli, sappiamo che il calore degli oceani rimane in superficie e il modo con cui migra verso il fondo é probabilmente un processo molto lento. La quantità di calore nella zona nord atlantico sta diminuendo in modo anomalo e secondo me non spiegabile in termini termodinamici. Io credo ci sia un qualcosa relativistico legate allo spazio tempo e alla massa del sistema solare. In qualche modo l’energia meccanica del sistema terra-sole influisce termodinamicamente sulla massa dell’ oceano e sta provocando un raffreddamento dell’oceano a alta profondità. [img]http://www.climate4you.com/images/NODC%20NorthAtlanticOceanicHeatContent0-700mSince1955%20With37monthRunningAverage.gif[/img]

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  5. Notare il raffreddamento (avvallamento) dei grafici delle temperature dell’ oceano artico durante il periodo di stasi dell’attività solare, 2007-2009 … [img]http://www.climate4you.com/images/ArgoCircumArcticSince200401%2055N-65N.gif[/img]

    notare l’attuale crisi termica a media profondità da notare che le variazioni ad alta profondità sono impercettibili …

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  6. In definitiva il raffreddamento arriva dall’ oceano profondo … ma come fa a raffreddarsi se é isolato termicamente ? Per questo penso ad una causa relativistica o gravitazionale che dir si voglia …

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