Archivio mensile:Dicembre 2015

Geotemperaturamagnetica

Una veloce osservazione finesettimanale…

The term Sun-Earth Relationship indicates a complex of different scientific matters, strongly multidisciplinary, including, among the others, solar physics, upper atmosphere physics and geomagnetism.

http://roma2.rm.ingv.it/en/research_areas/10/sun-earth_relations_ionospheric_phenomena

I riferimenti scientifici che mettono in relazione aspetti di natura geomagnetica alla circolazione atmosferica, geologia, etc.. sono numerosi. Di questi, 93.500 documenti mettono in relazione aspetti di natura geomagnetica alle temperature terrestri :

https://scholar.google.it/scholar?q=geomagnetic+and+temperature&hl=it&as_sdt=0&as_vis=1&oi=scholart&sa=X&ved=0ahUKEwiFgYbX4efJAhVFvhQKHcE0DpQQgQMIITAA

Queste sono le pesanti anomalie delle temperature terrestri dal 1 Dicembre al 13 Dicembre in relazione con il modello magnetico terrestre WMM 2015.

Il centro delle pesanti anomalie è dove hanno sede i due poli geomagnetici terrestri nell’emisfero nord : Canada e Siberia.

WMM 2015 - T anomaly

Se la circolazione atmosferica terrestre è guidata da aspetti di natura elettrica e magnetica, quest’ultima è in connessione continua con le variazioni magnetiche solari. Quindi, a nessuna variazioni EM solare significativa dovrebbe corrispondere nessuna alterazione atmosferica significativa (troposferica-stratosferica).

http://www.vukcevic.talktalk.net/MF.htm

Oggi, siamo nella fase più tranquilla del ciclo solare, nel post massimo, è chiaro che la CO2 guida questo periodo di stasi climatica.

🙂

Fonti : http://www.ngdc.noaa.gov/geomag/WMM/data/WMM2015/WMM2015_F_MERC.pdf

Michele

Lichtenberg pensieri …

Spesso sul blog (riportando carte scientifiche) ho parlato di fenomeni elettrici che guidano il clima e la geologia. Ecco, credo che li figure di Lichtenberg siano un buon esempio di come una visione elettrica unisca tutto.

Che cosa sono le figure di Lichtenberg ? 

Le vittime colpite da un fulmine spesso sviluppano sulla pelle un marchio rosso simile ad un tatuaggio ramificato della durata di più giorni, probabilmente causato da delicati capillari danneggiati dallo shock dello scarica elettrica, un esempio naturale di frattali.

Lichtenberg_Figures_bbc

Il nome colloquiale è “fiori di fulmine”, ma sono anche chiamati “figure di Lichtenberg” in onore del fisico del 18° secolo Georg Christoph Lichtenberg.

I principi fondamentali alla base degli esperimenti di Lichtenberg posero le basi per la moderna ricerca in fisica del plasma. Nel 1920, Arthur von Hippel e altri hanno registrato la luce delle scariche elettriche ad alta tensione sulla pellicola fotografica. Von Hippel scoprì che i pattern di Lichtenberg scaturivano dalle interazioni tra il gas ionizzato e la superficie dielettrica del materiale, e che poteva cambiare la lunghezza del modello di ramificazione semplicemente aumentando la tensione applicata o riducendo la pressione dell’aria circostante. Questo, a sua volta, ha portato all’invenzione del klydonografo, strumento per registrare le scariche di tensione connessi a picchi di potenza elevata, come ad esempio quando un fulmine colpisce una linea elettrica. L’accesso a tali dati ha permesso agli ingegneri che progettano i sistemi della rete elettrica di trovare contromisure di sicurezza efficaci contro i fulmini e simili picchi imprevisti di potenza. (Link)

Le figure di lichtenberg che troverete sul web, sono innumerevoli, tutte o quasi, sono frutto di esperimenti elettrici, realizzati con sorgenti ad alto potenziali (piastre, elettrodi etc..). Si veda : http://www.capturedlightning.com/frames/lichtenbergs.html

Immagini di sicuro carattere suggestivo, ma le figure di lichtenberg si trovano immerse anche in natura (montagne, deserti, fiumi etc..). Allora, mi viene da pensare che anche il nostro pianeta deve essere guida da processi di natura elettrica…

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Ma le figure di lichtenberg si trovano anche nel nostro apparato circolatorio, allora anche gli esseri viventi possono presentano al loro interno un circuito elettrico ?

 

Trapianto di polmoni_

Il regno vegetale non è escluso …

 

Real-Tree

Poi c’è anche la ragnatela delle strade che l’essere umano ha costruito nel secoli dei secoli  : http://roadstorome.moovellab.com/

 

roads

Bhee …. credo che ci siamo persi per strada “oggi”, la scienza separa, cataloga in settori , la carta sopra collega 🙂 . Forse sarebbe il caso di iniziare a studiare e ricercare all’interno di questa fitta e affascinante ragnatela elettrica nella quale siamo tutti noi immersi, specie viventi e non … Non è sicuro che possiamo trovare le risposte che cerchiamo… ma un pò più vicini ci dovremmo essere…

Michele

Teodoro Georgiadis pensieri sulla CO2

Teodoro Georgiadis,laureato in Fisica e in Astronomia, è Primo Ricercatore all’Istituto di Biometeorologia del CNR di Bologna. Docente di Fisica dell’Atmosfera e Laboratorio di misure Atmosferiche, si occupa di bilanci energetici superficiali nell’ambiente urbano e della mitigazione degli effetti delle interazioni tra atmosfera e costruito. Attualmente è il delegato nazionale in IAMAS-IUGG (Associazione internazionale di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia). E’ coordinatore della Piattaforma Energia-Ambiente della Rete Alta Tecnologia della Regione Emilia-Romagna e membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio ProAmbiente. E’ stato responsabile del gruppo ‘acque’ nel capitolo ‘Quartieri’ di Leed-Italia e membro del Consiglio di Presidenza della Federazione Italiana Scienze della Terra in qualità di Presidente della Commissione di Divulgazione delle Scienze della Terra.

Il post depositato su Fb :

Ma dato che non possono essere tutti, proprio tutti scemi, un razionale ci deve essere.
Mi metto nei limiti previsti e faccio alcune deduzioni:

1- per quanto riguarda la CO2 sono di fatto già fuori, me lo dicono gli scenari: anche se stoppo ora ci sarà un aumento delle concentrazioni per via del lag naturale nell’accumulo

2- dovrei passare quindi ad un 75% di rinnovabili, ma su tutto il pianeta. Le proiezioni più oneste parlano di un 20%. Potenzio la decarbonificazione e arrivo ad un ragionevole 40% ?

3- so bene che i miei processi industriali di potenza non saranno così facilmente convertibili per i paesi avanzati, figurati per quelli non.

Tornando all’ipotesi iniziale che non siano tutti scemi allora questi cosa vogliono fare? Accetto suggerimenti ma io ho solo due ipotesi, la prima la ritengo improbabile, sulla seconda so che commetto peccato a farla ma poi sappiamo che ci si prende:

1- la decrescita felice (e qualcuno mi spiegherà il significato felice per i paesi in via di sviluppo)

2- udite udite! Il ritorno al nucleare

Accetto suggerimenti

Fonte : https://www.facebook.com/teodoro.georgiadis/posts/10205798875519296

La siccità del Pò e l’analisi wavelet che restituisce come numero ….

Il novembre 2015 è stato il terzo mese più secco degli ultimi cinquant’anni in Piemonte

L’ultimo bollettino idrologico mensile pubblicato dall’Arpa del Piemonte ha dimostrato che le scarse precipitazioni registrate nel bacino del Po alla confluenza con il Ticino a novembre 2015, fanno di questo mese il terzo più secco degli ultimi cinquant’anni, con soli 7,2 mm medi di pioggia sull’intero bacino idrografico, il mese appena trascorso ha avuto un deficit del 93% rispetto al valore medio di novembre. Le scarse precipitazioni dell’ultimo mese hanno determinato una progressiva riduzione delle portate dei corsi d’acqua del reticolo idrografico principale e secondario della Regione: il fiume Po ha dimezzato la sua portata fino a raggiungere valori prossimi al minimo storico del periodo pari a 134 mc/sec misurato il 3 novembre 2011.

Il bollettino dell’Arpa

Adesso un pò di storia del Pò. Dati su piene, portate etc.. che si possono trovare in questo documento a firma Zanchettin, D., Traverso, P., Tomasino, M. (2008)
“Po River discharge: a preliminary analysis of a 200-year time series”
Immagine ripresa dal documento :

Pò

La caratteristica resa più evidente dall’osservazione delle serie temporali di portata (fig. 4) è la maggior significatività degli eventi estremi nelle ultime decadi. Ciò pare dovuto non tanto ai cambiamenti climatici, quanto piuttosto all’effetto dei massicci lavori d’imbrigliamento della rete fluviale completati negli anni ’60.
Su scala temporale maggiore, la variazione nei flussi di portata riflette essenzialmente i cambiamenti nell’andamento delle precipitazioni, specialmente per quanto riguarda i picchi stagionali.
Il passo ripreso dal riassunto del documento scientifico :
“….. Su scale temporali decennali, la variabilità di scarico si trova in modo da riflettere essenzialmente le variazioni delle precipitazioni. In particolare, i picchi di grandezza comparabile si trovano su 128 mesi (~11 anni)….

L’interrogativo : Avete idea da cosa dipenda questa periodicità di 11 anni ?

😉

 

 

Fonti : 

Il climatismo: La nuova ideologia

L’Autore – Mario Giaccio è Professore Ordinario di “Tecnologia e innovazione” e di “Tecnologia ed economia delle fonti di energia” nel Dipartimento di Scienze dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara. Ha insegnato nelle Università di Bari, Modena, Bologna, Ancona e Milano Bicocca. È stato Preside della Facoltà di Economia di Pescara per nove anni e Preside della Facoltà di Scienze Manageriali per cinque anni. Ha diretto la rivista scientifica Journal of Commodity Science, Technology and Quality, con comitato scientifico e referee internazionali. È responsabile scientifico del Research Centre for Evaluation and Socio-Economic Development, membro dell’United Nation Academic Impact. Ha pubblicato oltre 100 lavori scientifici su riviste sia italiane che internazionali.

Presentazione di Uberto Crescenti

* Professore Emerito di Geologia Applicata, Università G. d’Annunzio
Chieti-Pescara

La Francia è stata ufficialmente nominata paese ospitante della ventunesima Conferenza Parigi 2015 sul Clima (COP21); questa si terrà al Bourget dal 30 novembre all’11 dicembre 2015. In quanto paese che presiede la COP, dovrà facilitare il dialogo tra tutte le parti partecipanti al negoziato, al fine di stabilire un clima di fiducia reciproca, di far convergere i diversi punti di vista e di permettere l’adozione di un accordo all’unanimità.
In primo luogo si cercherà un accordo ambizioso e vincolante per la sfida del cambiamento climatico, che si applicherebbe a tutti i paesi. Infatti è dato per scontato che è in atto un cambiamento climatico dovuto per la massima parte alle attività umane e che per evitare pericolose interferenze delle attività umane sul clima, un aumento accettabile della temperatura media superficiale del pianeta non deve superare i due gradi rispetto ai livelli preindustriali. Prima si interviene, minori saranno i costi. Il 2015 rappresenta il termine ultimo per raggiungere un nuovo accordo globale legalmente vincolante che possa subentrare alla piattaforma di Kyoto dal 2020. Una componente fondamentale sarà anche il finanziamento della lotta al cambiamento climatico; una tappa è stata raggiunta con la prima capitalizzazione del Fondo verde con una somma di 9,3 miliardi dollari, di cui quasi un miliardo proveniente dalla Francia.
Nel programma si ritrovano le tradizionali indicazioni: la messa a punto di un accordo internazionale entro il 2015, dotato di una efficacia giuridica costrittiva, che contenga impegni e obiettivi per le parti a partire dal 2020; ciò in accordo con la limitazione progressiva delle sovranità nazionali per aprire la strada al governo mondiale.
Si ritrova l’urgenza degli accordi e dei provvedimenti da prendere. Si dice che un aumento accettabile della temperatura media superficiale del pianeta non deve superare i due gradi rispetto ai livelli preindustriali. Se si fa un confronto con il Periodo Caldo Medioevale, in cui le temperature erano di circa 2-3 gradi superiori a quelle attuali, si propone, in pratica, che il riscaldamento debba essere limitato tanto che la temperatura risulti inferiore a quella già verificatasi nel Medioevo (e in molte epoche precedenti) quando non sono avvenute tutte le catastrofi che puntualmente ci vengono preannunciate.

Storicamente si può dire che nel 1980, l’IPCC (Intergovernmental Panel On Climate Change), gestito da un piccolo gruppo di sostenitori del riscaldamento globale, forzando alcuni elementi di prova, ha fatto credere che l’umanità deve affrontare una catastrofe dovuta ad un riscaldamento globale causato dalle emissioni antropiche di anidride carbonica. Tutto questo promette di essere il più costoso errore scientifico della storia. È stato inoltre propagandato il mito che la teoria del riscaldamento globale sia supportata dal consenso quasi unanime dei climatologi.
Ma le variazioni climatiche, insieme alle conoscenze che si hanno sulla storia del clima, mostrano che i fattori fisici che influenzano il clima sono molteplici e complessi. Quelli di origine naturale sono conosciuti e legati a cause astronomiche come per esempio l’attività del Sole con la variazione delle macchie solari, le irregolarità dell’orbita terrestre che producono effetti ciclici e ripetitivi nel corso di migliaia di anni o di decine o di centinaia di migliaia di anni, ed inoltre al fatto stesso che la Terra gira su se stessa ed ha un mare, un’atmosfera ed una copertura nuvolosa e quindi il clima deve necessariamente variare. Tutti aspetti noti qualitativamente ma difficili da correlare quantitativamente.
Le cause di origine antropica vengono ricondotte quasi esclusivamente alle emissioni di anidride carbonica conseguente l’utilizzo dei combustibili fossili, ma questa rappresenta soltanto il 5% dell’anidride carbonica presente in atmosfera (ed è una frazione irrilevante
in rapporto a quella sciolta negli oceani ed a quella presente nei sedimenti sotto forma di carbonati o di bicarbonati).

L’enorme quantità di fattori rende difficile qualunque proiezione futura. Di fronte a questi fatti e ad osservazioni e misure non sempre affidabili ed omogenee vengono proposti scenari e proiezioni, che non sono previsioni, sulla base di modelli e di simulazioni al computer. Ma è noto che ogni modello ha caratteristiche proprie che dipendono dai parametri che vengono usati nel modello e dal peso relativo che a ciascuno di essi viene dato. Se un modello viene proposto, ad esempio, in una discussione scientifica, in contrapposizione ad altri in una “gara” di “bravura” dei modelli, è una cosa encomiabile, ma se da un modello deterministico si vogliono far scaturire politiche mondiali che vogliono condizionare pesantemente la vita dell’umanità, allora si scantona in un processo politico, o in scelte politiche, che non dovrebbero essere ammantate da una pretesa di scientificità.

Oltre all’ipocrisia della veste scientifica, la politica che è scaturita dal protocollo di Kyoto ha prodotto dei riflessi economici notevolissimi, sia incidendo fortemente sulle produzioni industriali, sia dando vita a degli strumenti finanziari che si sono aggiunti alla miriade di strumenti finanziari già presenti sullo scenario mondiale, dando adito a speculazioni e a truffe. Vi sono stati dei vantaggi economici notevoli anche per tutti i soggetti che hanno partecipato ai mercati che, direttamente o indirettamente, ruotano intorno alle emissioni di anidride carbonica: banche, compra-vendita di titoli di credito di carbonio, produzioni cosiddette sostenibili, energie rinnovabili, ecc..
Richard Lindzen, che è considerato attualmente il maggior fisico dell’atmosfera ed è stato proclamato “climate scientist” nel 2007 ha dichiarato: “Le generazioni future si chiederanno, con perplesso stupore, come mai il mondo sviluppato degli inizi del XXI secolo è caduto in un panico isterico a causa di un aumento della temperatura
media globale di pochi decimi di grado. Si chiederanno come, sulla base di grossolane esagerazioni di proiezioni altamente incerte di modelli matematici, combinate con improbabili catene di interferenze, è stata presa in considerazione la possibilità di ritornare all’era pre-industriale”. Il libro di Mario Giaccio, oltre a documentare la non validità delle tesi dei catastrofisti, ha il pregio di approfondire con assoluto rigore scientifico (non politico) il mercato delle quote di anidride carbonica, la carbon tax in particolare, documentando gli affari che si nascondo.

L’autore approfondisce inoltre le analogie, davvero impressionanti, dell’ideologia che fu del “Club di Roma” del 1972 con quella dell’odierno IPCC. Quello che si può dire dell’uno è facilmente trasferibile all’altro. L’aspetto generalissimo è che vi sono, in ambedue i casi, dei modelli matematici finalizzati a mettere a punto una visione catastrofica del futuro, ma nello stesso tempo capaci di proporre le modifiche che dovrebbero permettere all’umanità di sfuggire ai pericoli che la minacciano.
Racchiudere in un solo parametro (l’anidride carbonica emessa dalle attività umane) tutte le possibilità di condanna o di salvezza dell’umanità, sembra un antropocentrismo spropositato, sembra che tutta la Terra sia un organismo stazionario e soltanto l’uomo sia in grado di far variare questo stato idilliaco del pianeta.
Guardando obbiettivamente alla politica di Kyoto si ha l’impressione che essa non sia stata proposta per ridurre le immissioni di anidride carbonica, ma che sia una facciata di comodo dietro cui si nasconda il conseguimento di qualche altra finalità.
Con il pretesto della “sostenibilità”, ogni aspetto della nostra vita sarà regolato e controllato da esponenti della finanza e tecnocrati. Il protocollo di Kyoto propone la creazione di mostri burocratici nazionali e sovranazionali, che dovrebbero razionare le emissioni e di conseguenza l’attività economica mondiale, con restrizioni obbligatorie e sanzioni, in modo tale che il destino dei paesi, delle industrie, delle aziende e, infine, delle persone di tutto il mondo, dipenderà da loro. Probabilmente il climatismo è uno strumento per effettuare prove generali per un governo globale, ovviamente monocratico e non sussidiario.

Fonte : http://www.maurizioblondet.it/il-climatismo-la-nuova-ideologia/