Archivio mensile:Agosto 2016

NASA: Luglio record e coda del Nino

A livello globale Luglio 2016 è stato il luglio più caldo da quando sono iniziate le misurazioni strumentali, ovvero dal 1880.
Secondo i dati della NASA, che combinano la temperatura della superficie del mare e la temperatura dell’aria, quest’anno luglio ha segnato 0.84°C in più rispetto alla media dei luglio 1951-1980,  battendo quindi anche il record stabilito appena 12 mesi prima (con 0.11°C in più).
Ma è tutto il 2016 che sta segnando record di temperatura mensili e ad oggi è molto probabile che termini come anno più caldo dall’inizio delle rilevazioni.
Anomalie di temperature mensili: tutti i mesi del 2016 sono più in alto della media (fonte: NASA)
Andamento dell’anomalia di temperatura globale dal 1880 e previsione per il 2016  (fonte: NASA)
Un ruolo in questa sequela di anomalie termiche ce l’ha avuto El Niño, fenomeno climatico che periodicamente (in media tra i 2 e i 7 anni) provoca un forte riscaldamento delle acque dell’Oceano Pacifico Centrale (America Latina) incidendo sulle temperature e sui regimi pluviometrici di gran parte del globo. Negli ultimi due anni, a partire dal Febbraio 2015, il Nino è stato infatti particolarmente forte ed è di fatto terminato a Maggio 2016, ma i suoi effetti sono ancora “nell’aria”.
La mappa mostra la temperatura superficiale del mare misurata da satellite nel mese di Febbraio 2015. L’area estesa in rosso, più calda della media, ha inziiato ad estendersi attraverso il Pacifico a livello equatoriale (Fonte: NOAA).

L’origine dell’astronomia nei cerchi di pietre

Il fatto che i cerchi di pietre, immense strutture risalenti a migliaia di anni fa, fossero stati costruiti in seguito a valutazioni di carattere astronomico era un forte sospetto da tempo. Una ricerca condotta sfruttando metodologie statistiche e software innovativi dimostra ora per la prima volta questa connessione, facendo risalire la posa dei primi monoliti in Gran Bretagna al 3000 a.C.

Un tempo l’astronomia veniva intesa come l’osservazione e lo studio a occhio nudo degli oggetti celesti e dei loro movimenti nel cielo. Questa scienza ha svolto in passato un ruolo fondamentale nel posizionamento delle grandi opere monolitiche come quelle presenti in Gran Bretagna. Una ricerca condotta da studiosi dell’Università di Adelaide ha provato, per la prima volta in maniera statisticamente significativa, che i grandi cerchi di pietre sono stati costruiti migliaia di anni fa in maniera da risultare allineati ai movimenti del Sole e della Luna.

Il grande cerchio di pietre Stenness sull’isola di Orkney si trova in un paesaggio caratterizzato da un panorama “inverso”. Il progetto dei ricercatori dell’Università di Adelaide ha esaminato gli allineamenti che partono dal centro e passano lungo le pietre disposte lungo il cerchio e lungo i fori. Crediti: Douglas Scott

La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Archaeological Science: Report e riporta i dettagli dei test in due e tre dimensioni che ricostruiscono i modelli di allineamento delle pietre. «Nessuno fino a ora aveva mai determinato con studi statistici che un singolo cerchio di pietre fosse stato costruito a scopi astronomici, erano tutte supposizioni», spiega Gail Higginbottom, responsabile del progetto e prima autrice dell’articolo.

Grazie allo studio ora sappiamo che attorno al 3000 a.C., in Scozia, c’è stato un cambiamento significativo nel modo in cui le persone celebravano le loro conoscenze cosmologiche, poiché sono iniziate ad apparire strutture circolari formate da enormi pietre monolitiche, che hanno continuato a essere erette per circa duemila anni, fino alla fine dell’età del bronzo. Nel corso degli ultimi decenni sono stati identificati in modo empirico una serie di schemi riconducibili a obiettivi astronomici, inoltre sono state identificate due differenti tipologie di orientamento rispetto al paesaggio circostante. Tuttavia, quando e dove queste costruzioni fossero state associate per la prima volta a strutture di pietre erette non era chiaro.

I ricercatori dell’Università di Adelaide hanno sfruttato metodologie statistiche e software innovativi con i quali hanno studiato le condizioni di osservabilità del Sole e della Luna nei siti più antichi e monumentali della Scozia occidentale. In particolare hanno introdotto un nuovo test statistico che consente di determinare in maniera quantitativa le connessioni astronomiche con i cerchi di pietre.

Veduta aerea di Callanish. Il cerchio di pietre ha un diametro di 13 metri, e mostra un lungo viale in direzione nord-sud (il sud è dove si trova il cerchio). La conformazione a croce permette di individuare anche gli altri punti cardinali. Crediti: RCAHMS (Aerial Photography Collection)

Esaminando alcuni tra i più antichi cerchi di pietre costruiti in Scozia (Callanish sull’Isola di Lewis, e Stenness sull’Isola di Orkney, entrambi più vecchi di Stonehenge di circa 500 anni), i ricercatori hanno riscontrato una grande concentrazione di allineamenti in direzione del Sole e della Luna in diversi momenti dei loro cicli. A distanza di duemila anni, in Scozia, venivano costruiti monumenti molto più semplici che presentavano almeno uno degli allineamenti trovati nei grandi cerchi. Questo suggerisce che ci sia una certa continuità nello schema cosmologico adottato, nonostante i numerosi e sostanziali cambiamenti sociali che si sono verificati tra il tardo neolitico e l’età del bronzo.

Le pietre, però, non sono collegate soltanto ai movimenti del Sole e della Luna in cielo. Nel corso dello studio, i ricercatori hanno scoperto una complessa relazione tra l’allineamento delle pietre e il movimento degli astri lungo il paesaggio circostante e l’orizzonte. «Questa ricerca è la prima prova concreta a favore del fatto che le popolazioni antiche che abitavano le isole della Gran Bretagna fossero in grado di collegare la Terra al cielo con le loro pietre erette, e che questa pratica abbia continuato a esistere per duemila anni», dice Higginbottom.

Esaminando in dettaglio i siti presso cui si possono trovare queste strutture, è stato possibile notare che metà erano circondati da un certo schema paesaggistico, mentre l’altra metà dal suo esatto contrario. «La scelta degli ambienti ha influenzato il modo in cui venivano visti il Sole e la Luna in cielo, in particolare il momento del loro sorgere e del tramontare in occasioni speciali, come quando la Luna appare nella sua posizione più settentrionale all’orizzonte, un evento che si verifica ogni 18.6 anni», spiega Higginbottom.

«Per esempio, per metà dei siti l’orizzonte settentrionale è relativamente più alto e vicino rispetto a quello meridionale, e quando arriva il solstizio d’estate il Sole sorge in cima alla vetta più alta. Per l’altra metà dei siti, l’orizzonte a sud è quello più vicino, e il picco più alto lungo l’orizzonte indica il punto in cui il Sole sorge nel giorno del solstizio d’inverno».

Esempio di simulazione 3-D del paesaggio del Sole e della Luna nel sito di Canmore, sull’isola di Mull, in Scozia. Crediti: Andrew Smith/Crown

«Gli antichi hanno scelto di erigere queste grandi pietre in modo molto preciso, in relazione al paesaggio e alle conoscenze di astronomia che avevano», conclude Higginbottom. «Hanno investito un’enorme quantità di energie e di studi per farlo, e questo ci racconta il forte legame che avevano con l’ambiente che li circondava, e quanto dovesse essere importante per loro, per la loro cultura e per il tramandarsi nel tempo delle loro conoscenze».

Fonte : http://www.media.inaf.it/2016/08/18/callanish-stennes-archeoastronomia/

Nuvole e clima: nuovi risultati da CLOUD

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Il gruppo guidato da J. Kirkby, impegnato nell’esperimento CLOUD presso il CERN di Ginevra, ha recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature uno studio in cui si mostra che il processo di nucleazione, alla base della formazione delle nuvole, può avvenire anche in assenza di acido solforico, e che è fortemente influenzato dai raggi cosmici.

Secondo la teoria corrente il processo di nucleazione è fortemente legato alla presenza atmosferica di acido solforico stabilizzato da tutta una serie di molecole organiche come le ammine, o inorganiche come l’ammoniaca. Kirkby et al. hanno mostrato non solo come la nucleazione possa avvenire in assenza di acido solforico ma anche, cosa forse ancor più importante, come questa dipenda fortemente dalla presenza di ioni generati da raggi cosmici, aprendo così la via alla spiegazione di un effetto indiretto tra il Sole e il clima terrestre, da tempo osservato in “proxy” climatici ma mai supportato da un modello scientifico. Gli autori hanno ricreato le condizioni atmosferiche in cui si generano i nuclei di condensazione delle nuvole, e hanno potuto constatare che anche in assenza di acido solforico possono generarsi nuclei di condensazione a partire dalla nucleazione di vapori atmosferici relativamente ricchi di molecole di origine organica come l’α-pinene. Inoltre, i risultati sperimentali mostrano che la presenza di ioni generati dai raggi cosmici galattici aumenta la velocità di nucleazione di uno o due ordini di grandezza rispetto a una situazione neutra.

I risultati di questo studio potrebbero ridimensionare l’influenza antropica sui cambiamenti climatici: la capacità di nucleazione dei composti volatili biogeni risulta confrontabile con quella dell’acido solforico, a patto che le molecole di origine biologica siano stabilizzate dai raggi cosmici. Poiché questi ultimi vengono modulati dall’attività solare, sarebbe così spiegato il ruolo del Sole nel determinare il clima terrestre in modo indipendente dal valore dell’irradiazione solare totale (TSI). Alla luce dei risultati sperimentali sembra inoltre che i modelli climatici sottostimino la copertura nuvolosa in epoca pre-industriale, quando la temperatura globale era inferiore a quella attuale, anche in presenza di un albedo sinora ritenuto minore: rendendo confrontabile l’albedo pre-industriale con quello attuale, la componente positiva del forzante radiativo di origine antropica ne risulta ridotta. La variazione della temperatura globale terrestre è esprimibile tramite:

ΔT = a ΔF

dove:

• ΔT è la variazione di temperatura in un dato periodo
a è la sensibilità climatica
• ΔF è la variazione del forzante radiativo.

La variazione della temperatura globale dal 1750 ai giorni nostri rappresenta un dato del problema. La sensibilità climatica viene determinata principalmente come output dei modelli di simulazione del clima. Il forzante radiativo viene stimato sulla base di considerazioni fisiche che coinvolgono l’equilibrio radiativo terrestre.

La variazione del forzante radiativo dal 1750 a oggi, nell’ipotesi del cambiamento climatico di origine antropica, è quasi esclusivamente dovuta alle azioni dell’uomo ed è costituita da due componenti: una componente positiva o “riscaldante” originata dai gas serra come la CO2, e una componente negativa o “raffreddante” causata dall’albedo e dall’effetto schermante degli aerosol. Dall’ultimo rapporto (AR5) dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) si osserva che il forzante radiativo negativo delle nuvole è circa un terzo di quello positivo della CO2. In base ai risultati di CLOUD la componente negativa del forzante radiativo deve essere rivista al ribasso (in valore assoluto). Ciò comporta che il forzante radiativo totale aumenta. In presenza di un aumento della variazione del forzante radiativo, o deve diminuire la sensibilità climatica o il forzante radiativo antropico. In entrambi i casi le proiezioni dei modelli climatici dovrebbero essere riviste al ribasso.

Fonte : http://www.primapagina.sif.it/article/475/nuvole-e-clima-nuovi-risultati-da-cloud

Quotidiano next su l’attività solare e la geologia terrestre

Fare di tutta l’erba un fascio….

C’è un interessante post uscito in queste ore sulla piattaforma http://www.nextquotidiano.it/

Pagina web nella quale si riporta un commento decisamente spassionato sulla possibile relazione fra l’attività solare (EM interna al nostro sistema solare) e la sismica terrestre :

http://www.nextquotidiano.it/tutti-oggi-scoprono-aver-previsto-terremoto-ad-amatrice-accumoli-arquata/

Il passo :

Nextquotidiano

Il mio replay :

commento

In merito al passo nel quale si citate o più precisamente denigrate, sbeffeggiate la possibile relazione fra l’attività solare e la geologia terrestre :

“Vogliamo parlare di quello “scienziato” che crede che i terremoti siano causati da perturbazioni cosmiche e che la causa vada ricercata nel Sole (la soluzione sarebbe spegnerlo).”

Volevo informarvi che in ambito accademico esistono diversi lavori scientifiche usciti in quest’ultimi anni.
Bisognerebbe tuttavia leggere questi articoli prima di catalogare detto argomento come uno spot per sfottò, scherno o altro.

Simpson, John F. “Solar activity as a triggering mechanism for earthquakes.” Earth and Planetary Science Letters 3 (1968): 417-425

Odintsov, S., et al. “Long-period trends in global seismic and geomagnetic activity and their relation to solar activity.” Physics and Chemistry of the Earth, Parts A/B/C 31.1 (2006): 88-93

Palumbo, A. “Lunar and solar tidal components in the occurrence of earthquakes in Italy.” Geophysical Journal International 84.1 (1986): 93-99

Khachikyan G., Inchin A. and Lozbin A., “Spatial Distribution of Seismicity: Relationships with Geomagnetic Z-Component in Geocentric Solar Magnetospheric Coordinate System,” International Journal of Geosciences, Vol. 3 No. 5, 2012, pp. 1084-1088. doi: 10.4236/ijg.2012.35109

Mazzarella, A.; Palumbo, A. Does the solar cycle modulate seismic and volcanic activity? J. Volcanol. Geotherm. Res., 1989, Vol. 39, No. 1, p. 89 – 93 doi :10.1016/0377-0273(89)90023-1

Huzaimy, J.M. ; Yumoto, K. Possible correlation between solar activity and global seismicity Space Science and Communication (IconSpace), 2011 IEEE International Conference doi:10.1109/IConSpace.2011.6015869

Kovalyov M., Kovalyov S., 2014 – On the relationship between cosmic rays, solar activity and powerful earthquakes
arXiv:1403.5728,

Etc…etc…

Se c’è interesse inserisco altra reference…. anche se dubito che ci possa essere da porte vostra interesse.

Saluti,
Michele Casati

Bad science : Terra real time – Straker e Giuliani su il terremoto in centro italia

Lo scempio….

ATTENZIONE! TSUNAMI ELETTROMAGNETICO IN ATTO SULL’ITALIA!!!

Sono immagini dal satellite che parlano chiare, tutto il centro sud dell’Italia irradiato da onde scalari destabilizzanti per gli esseri umani. bomba energetica che dal mare Tirreno si espande verso est, che mette in fila nuvole squadrate artificiali create per controllare il meteo a livello locale. Quindi mentre la maggior parte degli italiani e’ al mare, loro si divertono a sperimentare sulla pelle della gente ignara del pericolo a cui è esposta.Portatori di pacemaker persone elettrosensibili potrebbero subire disturbi fisici da questo tsunami elettromagnetico indotto dai soliti criminali…
….

Terremoto nell’Italia centrale: all’origine i pozzi di trivellazione?

http://straker-61.blogspot.it/2016/08/terremoto-nellitalia-centrale.html

….

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Giampaolo Giuliani, si poteva prevedere quanto è successo questa notte?

Sì, si poteva prevedere. C’era una situazione con uno sciame sismico in atto che andava avanti da tempo nel Centro Italia. Sull’Appennino centrale si verificavano scosse giornaliere, anche se strumentali, di un certo interesse.

In che modo può affermare che l’evento fosse prevedibile?

Noi come Fondazione Giuliani portiamo avanti una ricerca sperimentale sulle variazioni del gas radon che vengono analizzate dai nostri sensori. I nostri grafici rivelano, quando l’incremento supera un certo limite, la possibilità di un forte rilascio. Questo è accaduto anche in occasione del terremoto dell’Aquila sette anni fa. Abbiamo stazioni in questo momento su diversi territori del pianeta. Siamo appena tornati dalla faglia di Sant’Andrea dove abbiamo installato tre stazioni su una direttriuce di 700 chilometri tra Palm Springs e San Francisco. Poi abbiamo altre quattro stazioni in funzione a Taiwan e tre ne abbiamo in Abruzzo. Questa notte ne funzionavano due.

E come mai non si è riusciti a prevenire?

La mia ricerca sperimentale suscita sempre molte polemiche. Ed eravamo in ritardo sui tempi. C’era la speranza che l’evento si verificasse in mezzo alle montagne producendo danni molto minori rispetto a quanto poi effettivamente successo.