Archivio mensile:Gennaio 2017

È una “pietra-calendario” L’eccezionale scoperta a Gela

Megalite forato all’età del Bronzo, usato come orologio solare.

La pietra-calendario di Gela.

GELA – L’ultima scoperta eccezionale da annunciare al mondo arriva da Gela. Rinvenuta infatti una “Stonehenge”, la cosiddetta “Pietra calendario”, a due chilometri dagli insediamenti del terzo millennio avanti Cristo di “Ponte Olivo” e a 5 chilometri dalla necropoli preistorica di Dessueri (IV-I millennio a.C.), quest’ultima la seconda di tutto il Sud Italia. Ad intuire l’importanza del sito è stato Alberto Scuderi, direttore regionale dei Gruppi Archeologici d’Italia, noto studioso di archeo-astronomia che ha condotto un esperimento sul megalite forato dagli uomini nel periodo preistorico (probabilmente VI-III millennio a.C.), quando esso veniva utilizzato come calendario per misurare le stagioni e i solstizi, avendo come riferimento i movimenti del sistema astrale. L’esperimento è stato effettuato con l’ausilio di bussola, macchine fotografiche, di una videocamera installata su un “drone”. Il successo è totale.

Il gruppo di archeologi alla pietra-calendario

“Alle ore 7.32 – si legge nel racconto di Scuderi – il sole illumina in modo perfetto la “pietra forata” e mentre “il drone si avvicina mantenendo il più possibile l’asse a 113°” viene filmato quel fascio di luce che attraversa il foro e si proietta sul terreno. “Ciò che riusciamo a registrare da terra è sorprendente – scrivono gli scopritori – l’esperimento è riuscito!” Anche le immagini aeree sono eccezionali. Sono stati informati scienziati e studiosi che confermano si tratta di “Pietra Calendario”.

Autori dell’eccezionale ritrovamento, verificato durante lo scorso solstizio d’inverno, sono l’archeologo Giuseppe La Spina, con Michele Curto, Mario Bracciaventi e il supporto tecnico di Vincenzo Madonia, amici impegnati nel mondo del volontariato della città di Gela e appassionati di archeologia. La scoperta vera e propria è stata fatta durante il sopralluogo ai “bunker anti-scheggia” (le cosiddette “casematte” del secondo conflitto mondiale) per realizzare dei percorsi di studio da proporre alle scuole del territorio.

Fonte : http://livesicilia.it/2017/01/04/e-una-pietra-calendario-leccezionale-scoperta-a-gela_814519/

Famoso climatologo mette in dubbio il riscaldamento globale: costretto a licenziarsi

«Sono stato sottoposto a talmente tante pressioni che la situazione si è fatta insopportabile»

climatologo-bengtsson-lennart

Tre settimane fa aveva stupito il mondo della scienza annunciando il suo passaggio alla Global Warming Policy Foundation (Gwpf), think tank londinese nato per mitigare le posizioni allarmiste in tema di riscaldamento globale. La scelta di Lennart Bengtsson, climatologo svedese tra i più famosi al mondo e per anni direttore dell’Istituto di meteorologia Max Planck di Amburgo, non era affatto passata inosservata vista la caratura dello studioso, uno tra i più importanti del “warmist establishment”, per certi aspetti il più influente mai passato al fronte “negazionista”.

Ma neanche un mese dopo lo scandinavo è dovuto tornare sui suoi passi dando le dimissioni dal Gwpf, a causa delle troppe pressioni ricevute dagli ex colleghi: «Non sarei in grado di portare avanti il mio normale lavoro e sarei troppo preoccupato per la mia salute e sicurezza», spiega il climatologo ottantenne nella sua lettera di dimissioni.

«NON ME LO SAREI ASPETTATO». È una sorta di fatwa quella che gli è stata lanciata, fatta di intimidazioni professionali, colleghi che hanno ritirato il loro appoggio a progetti condivisi e studi. Lo racconta lo stesso Bengtsson, stimato fino a poche settimane fa dalla comunità scientifica di tutto il mondo per i suoi lavori pionieristici sui modelli di sviluppo per prevedere le variazioni del clima.
Ora, invece, «non vedo altra soluzione se non dimettermi» per uscire da una situazione «che mi ricorda i tempi di McCarthy: non mi sarei mai aspettato nulla di simile da una comunità tanto pacifica in origine come la meteorologia». A Londra non l’hanno presa bene: David Henderson, presidente del Gwpf, ha protestato contro «lo scioccante grado di intolleranza e il rifiuto del principio della libera ricerca scientifica».

MODELLI SCIENTIFICI E REALTÀ. Il passaggio di Bengtsson dalla parte degli “scettici” sul global warming era stato dettato da ragioni ben chiare: lui stesso, in un’intervista allo Spiegel, diceva di aver costruito la sua carriera da ricercatore su previsioni e modelli, e di essersi accorto col tempo quanto fosse diventata importante «la verifica dei risultati dei modelli, così da assicurarne la credibilità. È frustrante che gli scienziati del clima non siano capaci di validare in modo corretto le loro simulazioni. Il riscaldamento della terra è stato ben più debole dalla fine del 20esimo secolo di quanto mostrano i modelli climatici».
Sul global warming ci sono dati ancora poco chiari, per questo non serve costruire politiche nazionali basandosi su previsioni climatiche a lungo termine: «Non ha senso pensare che la nostra generazione possa risolvere i problemi del futuro, per la semplice ragione che non sappiamo quali sono i problemi del futuro. Facciamo un esperimento e andiamo indietro a maggio del 1914: proviamo, dalla prospettiva di quel momento, a elaborare un piano d’azione per i prossimi 100 anni: sarebbe assurdo».

«SOTTOPOSTO A TROPPE PRESSIONI». Quando Bengtsson decise di lavorare con il think tank londinese, il direttore Benny Peiser commentò: «La cosa più significativa è che la sua specialità sono i modelli climatologici. E i modelli al computer, come sappiamo, sono il cuore delle teorie sul global warming. [Bengtsson] è la figura più importante ad ammettere, come molti altri stanno iniziando a fare, che c’è una discrepanza crescente tra ciò che i modelli hanno predetto e ciò che i dati reali sul mondo ci dicono realmente».
Poi però è arrivato l’isolamento scientifico, l’abbandono di tanti colleghi e la marcia indietro obbligata dello stesso Bengtsson: «Sono stato sottoposto a talmente tante pressioni in questi giorni da tutto il mondo che la situazione si è fatta insopportabile»

Fonte : http://www.imolaoggi.it/2016/05/16/famoso-climatologo-mette-in-dubbio-il-riscaldamento-globale-costretto-a-licenziarsi/

Il 2017 inizia …. e il minimo solare avanza !

Breve e veloce aggiornamento sulla situazione dell’attività EM solare, dopo mesi e mesi di silenzio, causa nulla di nuovo.. 🙂 Cari lettori di Nia, oramai siamo entrati a pieno titolo nel 2017 e la nostra stella sembra voler proprio tirare i remi in barca. Il minimo solare avanza e i segnali più significativi della prossima flessione dell’attività elettromagnetica si trovano chiaramente, in un maggior numero di giorni senza macchie solari e nella preliminare fase di appiattimento del flusso solare.

Dinamiche ovviamente legate l’una a l’altra. Nelle ultime settimane, il flusso solare, ha registrato deboli oscillazioni comprese fra 70 e 80. Flare e CME iniziano ad essere un lontano ricordo e il continuo distacco dai poli dei buchi coronali verso la posizione equatoriale (vedi ad esempio in queste ore la CH 782 & CH 783 ) sono un’ulteriore indicazione dell’avvicinamento verso la prossima transizione del ciclo solare e quindi prossimo cambiamento di polarità della nostra stella.

Ulteriori considerazioni e osservazioni saranno riportate nei commenti, strada facendo, nei prossimi giorni.

Attendo vostre idee e pensieri … ad esempio, fra quanti anni ci sarà la transizione ?

Michele