Il movimenti dei pianeti e le loro potenziali influenze sul ciclo dell’attività solare. Ricerca sviluppata da Gray Stevens – 2°parte –

La prima parte di questa ricerca è reperibile al seguente indirizzo web :

http://daltonsminima.altervista.org/?p=16882

Continuiamo quindi nell’esposizione di questa interessantissima ricerca sui movimenti planetari. Ricerca sviluppata da Gray Stevens.

http://www.jupitersdance.com/

Di seguito sono riportati due grafici addizionali in linea con le registrazioni delle macchie solari. La prima mostra una rappresentazione del cambiamento di Nettuno dal Sole in ogni punto della congiunzione con Giove. L’ultima è una rappresentazione della distanza dal Sole di Urano mentre si susseguono le congiunzioni con Giove.

http://www.jupitersdance.com/thefinalwaltz/MJNU-GraphsLarge.jpg

 Distanza di Nettuno

 


 Distanza di Urano

Mentre i grafici sono molto aperti all’interpretazione va rilevato che la parte più stabile dell’attività solare si verifica quando Nettuno è al suo massimo avvicinamento al Sole con i picchi dell’attività solare coincidere con le congiunzioni fra Marte e Giove. I tempi nei quali l’attività solare è più variabile si verificano in due periodi in cui Nettuno è più lontano dal sole. Va inoltre rilevato che in tre occasioni in cui il massimo si verifica completamente alla latitudine negativa, 1770, 1829 e 1947, si verificano quando Nettuno è lontano. Il grafico di Urano mostra che i picchi delle macchie solari si verificano in coincidenza con la distanza massima e minima nelle congiunzioni di Urano con Giove.

 Saturno – Giove congiunzioni

 

Il grafico sopra mostra una rappresentazione della distanza solare di Saturno, mentre è alla congiunzione con Giove. L’unica caratteristica notevole mostra che Saturno alla massima distanza solare coincide con i minimi tra i picchi nei quattro punti dati riportati (le barre verticali sono di aiuto). Il periodo tra le tre serie di dati è di 178,659 anni questo solleva la possibilità che Saturno e Giove scandiscono il ciclo solare. Ci sono alcune somiglianze notevoli nelle cime dei cicli solari che circondano la distanza massima Saturno. In due casi (sezioni riportate di seguito) il picco latitudine inverso si verifica prima che il picco di Saturno si trova alla distanza massima, il picco successivo è alto e con un decadimento lento e il prossimo picco è diminuito ed ha anch’esso un decadimento lento. Il ciclo solare 24 ci si aspetterebbe che finisca intorno al 2021 come nella serie dei dati successivi viene mostrato…

La posizione di partenza per Saturno per il ciclo iniziale sinodico con Giove è vicino al suo perielio, con Giove che si allontana (dal margine sinistro). La posizione finale di questo ciclo sinodico è dopo due picchi del ciclo solare con Saturno vicino al suo afelio e Giove che sta arrivando alla congiunzione (barra rossa). Questo è vicino al più lungo ciclo sinodico fra Giove e Saturno e in grado di produrre ogni motivo.

 

Da segnalare inoltre che il secondo picco si verifica circa da quattro a sei anni prima della attuale congiunzione fra Saturno e Giove. C’è una possibilità che la più potente congiunzione fra Giove Saturno si sussegue in un processo simile con gli altri pianeti. Considerando in particolare i pianeti interni. Come Marte che si approccia a Giove, Terra, Venere e Mercurio componendo congiunzioni multiple con crescente rapidità con Marte, Giove e Saturno in sequenza. Marte impiega poco più di 2 anni per completare il suo ciclo di congiunzione con Giove e sembra che la posizione ottimale si verifichi quando Marte è di circa 60-70 gradi da Giove e Giove a 60-70 gradi da Saturno. Questo avviene circa due cicli sinodici Marte-Giove prima del punto di congiunzione reale con Giove e Saturno. Una volta che l’angolo tra Giove e Saturno comincia a chiudere e la configurazione ottimale è passata e il picco è in decomposizione.

Il picco successivo è più debole, perché Saturno non è più nella sua posizione ottimale. Ci vogliono circa 60 anni prima di riavvicinarsi ad una ripetizione di posizione (vedi il 1829) e questo potrebbe essere ottenuto circa 180 anni prima di una ripetizione più precisa (1947). I pianeti esterni ci si aspetterebbe che contribuiscano a formare un picco massimo dell’attività solare, quando dovrebbero essere posizionati avanti alla congiunzione Giove Saturno.

 

Il grafico sopra mostra la distanza fra Giove e Saturno insieme alle registrazini delle macchie solari, come è noto, da 1610 con allineate le congiunzioni Giove – Saturno. È interessante notare che il numero di picchi delle macchie solari si trova tra le più lontane congiunzioni fra Giove e Saturno e sono cinque o sei. Si prevede che la serie attuale è di cinque e terminerà nel 2020. Guardando indietro agli inizi delle registrazioni della serie 1723 – 1782 si osserva che conteneva sei picchi. I due periodi che attraverso il minimo di Maunder non possono essere determinati a causa della scarsità di macchie solari e delle registrazioni, ma si prospetta la possibilità che la la sequenza 5-5-6-5-5-6-5-5, sequenza presente nel periodo del minimo di Maunder con due crolli di 5 periodi. Ciò indicherebbe che ci troviamo fra dieci picchi compresi tra il 1961 e 2081. Dato che in questo spazio poi ci sono i cicli solari di 12 anni possiamo aspettarci picchi dell’attività solare di ampiezza ridotta durante il periodo e, eventualmente, un crollo dei cicli.Tuttavia, la distanza tra i punti di congiunzione è in continua evoluzione e quindi il modello può vacillare, con le congiunzioni successive che si possono avvicinare o allontanare dal sole.

Il ricercatore Timo Niroma http://personal.inet.fi/tiede/tilmari/sunspots.html#tdist

ha dimostrato la natura bi-modale del picco delle macchie solari con un grafico di distribuzione di probabilità che mostra due picchi uno a 10,38 anni e un secondo a 12 anni. Figure simili sono stati prodotti da Ray Tomes http://cyclesresearchinstitute.wordpress.com/ un altro ricercatore dei cicli solari.

Questo può essere spiegato dai cicli sinodici dei pianeti interni con Giove, come segue:

Terra, Giove ciclo sinodico = 1,0921 anni

1.0921 x 11 = 12,031 anni (11 è un numero primo)

Venere, Giove ciclo sinodico = 0,6488 anni

0.6488 x 16 = 10,3808 anni (16 è un quadrato)

Mercurio Giove ciclo sinodico = 0,2458

0.2458 x 49 = 12,0442 anni (49 è un quadrato)

0.2458 x 42 = 10,3236 anni

Marte Giove ciclo sinodico 2,23544

2,23544 x 5 = 11,1772 anni (5 è un numero primo)

Il grafico sopra mostra come i tempi di congiunzioni dei vari pianeti interni con Giove e la distribuzione della durata del ciclo solare. Ciò fornisce una chiara indicazione degli effetti delle posizioni planetarie sul ciclo solare. Si mostra inoltre una chiara relazione dei pianeti con Giove, uno più che con l’altro.

Per concludere: Ci sono prove che Marte è influente nelle registrazioni di 16 anni del picco delle macchie solari nei 178 anni e il suo contributo si sovrappone ad intervalli alle posizioni dei pianeti esterni secondo uno schema che lentamente si sposta. I pianeti interni mostrano un posizionamento ravvicinante in relazione alla natura bi-modale del ciclo delle macchie solari, che può essere migliorato ulteriormente in tempi ottimali di Marte, Giove e Saturno. L’evidenza indica una chiara relazione dei pianeti con Giove nella loro influenza sul ciclo di attività solare. E’ sempre…. la solita danza di Giove. Ciò definisce le vette più alte del ciclo solare e si pensa che il posizionamento imperfetto delle congiunzioni planetarie con Giove comporta i più deboli picchi solari. Si tratta di una progressione lenta che alla fine si rovescia . Tuttavia, questa considerazione deve rimanere una congettura ed è stata portata in questo articolo per essere approfondita. Un’indagine completa può rivelare una natura quasi periodica per la progressione e vi è qualche sospetto che la posizione relativa rispetto al centro galattico può essere un elemento fondamentale sulla multi-milleniarità dei cicli.

Gli esempi del 1778 e del 1957, che sono stati descritti in questo trattato, non raggiungono una perfetta posizione graduale e ottimale con Marte ma un po ‘prima. Nel 1778 forma una seconda congiunzione con Giove e poi avvengono diverse congiunzioni fra Giove e Terra poco prima della congiunzione Giove Saturno del 1782. Viceversa, nel 1957 il picco avviene poco dopo l’ultima congiunzione con Marte, ma solo a mala pena, seguita da una congiunzione supplementare terrestre. Sembrerebbe che Nettuno e Urano sono troppo indietro in quel momento.

Questo dimostra il perché dei picchi dell’attività solare bi-modale. Picchi all’interno dei sedici cicli (178 anni) che ruotano intorno al periodo di congiunzione Marte. La messa a punto delle vette più alte del ciclo solare si presenta in relazione a come le congiunzioni Terra, Venere e Mercurio sono progressivamente suddivise.

Marte è la vera e propria dogana fra i pianeti interni ed esterni.

Mentre il precedente lavoro implicava un moto collettivo dei pianeti nel ciclo solare, ed inoltre non avevo fatto alcun riferimento a ciò che poteva essere il processo di interazione. I principali contendenti in esame sono gli effetti di marea, il movimento cambinato intorno al baricentro del sistema solare e una connessione elettromagnetica attraverso il campo magnetico interplanetario. O, addirittura, una combinazione di questi elementi.

Il lavoro di I. Charvátova, Theodor Landscheidt, PD Jose, Geoff Sharp e molti altri, hanno mostrato che il movimento disordinato del Sole intorno al baricentro è accompagno da una ridotta attività solare e una tempistica disordinata del ciclo solare. Esso implica che questi processi sono provocati da tale movimento o da un processo che si verifica quando i pianeti sono in una posizione da provocare quel movimento.

Ian Wilson ha mostrano una correlazione tra l’accoppiamento rotazione-orbita e il ciclo solare, dimostrando un potenziale esistenza del collegamento con la marea soleare, sia a livello di superficie che al suo interno.

Un recente lavoro di Roy Martin ha comportato la rielaborazione e l’estensione della carta di Cheh Ching Hung su Venere la Terra e gli allineamenti di Giove.

http://tallbloke.files.wordpress.com/2010/08/solartidalinfluencesofvej_w01.pdf

Utilizzando un indice di marea costruita su quei movimenti della Terra,Venere e Giove ha mostrato una correlazione molto stretta con l’attività solare. Rimangono comunque alcune deviazioni rispetto agli allineamenti con il ciclo solare. I tempi di questi movimenti coincidono, non a caso, con i dati derivati ​​per i cicli sinodici tra Giove e la Terra e Venere, che sono stati delineati in precedenza in riferimento al bi-modale aspetto del ciclo solare. L’articolo originale di Hung ha mostrato un effetto di posizione sulla produzione dei brillamenti solari.

 

Fonti :

 http://www.jupitersdance.com/thefinalwaltz/

http://tallbloke.wordpress.com/2010/07/28/gray-stevens-planetary-effects-on-solar-activity/

[email protected]

Copyright Jupiter’s Dance January 31st 2010. Updated July 25th 2010. Author G. Stevens

 

Michele

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

9 pensieri su “Il movimenti dei pianeti e le loro potenziali influenze sul ciclo dell’attività solare. Ricerca sviluppata da Gray Stevens – 2°parte –

  1. Michele ancora complimenti per questi 2 ottimi pezzi!

    Il sole sempre più in balia dei pianeti, soprattutto il gigante gassoso Giove…

    conferme su conferme che potrebbero aspettarci decenni e decenni di bassa o bassissima attività solare, iniziata proprio con il ciclo solare 24 che stiamo oprmai seguendo da 3 anni!

    Avanti NIA, Grande Michele! 😉

    Simon

      (Quote)  (Reply)

  2. varz :

    Michele aspettiamo un prossimo articolo sulla free energy…
    ne avevi accennato da tempo…ciao

    A suo tempo arriverà anche l’articolo sulla Free-energy.
    Adesso l’astronomia e la geologia sono a cavallo….vediamo….
    cmq in effetti è da circa 3/4 mesi, che mi piacerebbe rimettere mano a quei circuiti.
    Ho una stanza chiusa a chiave ancora pieni di bobine e Trasf. in AT.
    🙂

    giovanni :

    Resta da capire perchè proprio Marte sia cosi importante…..

    E’ importante come gli altri, adesso è più importante per te, per i lettori e per me, perchè abbiamo posato gli occhi sopra di esso.
    Non pensare che Plutone sia da meno.
    Ogni cosa è in quel posto per un motivo e uno scopo specifico.
    Se un giorno arriveremo ad avere la tecnologia per fare una TAC con mezzo di contrasto al sistema solare sai quanti fili e collegamenti troveremo…
    Più di quanti la tua mente e la mia possano immaginare.
    😉

      (Quote)  (Reply)

  3. Venere lo avevo pure intuito da solo che influisce sull’attivita’ solare:ogni volta che si piazza tra il sole e giove disturba e anche parecchio,Ciao Michele.

      (Quote)  (Reply)

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