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Cronistoria del Gelido Inverno 1928 – 1929 Parte Prima – 1 Dicembre 1928 – 5 Gennaio 1929

Prima Parte della Cronistoria degli Eventi Meteorologici del Freddissimo Inverno 1928 – 1929;

Cronache e Immagini: La Stampa

Ricerca e Trascrizioni: Davide Mua – Davide1987

 

VIENNA 3 DICEMBRE 1928 NOTTE

In Tirolo è caduta ieri neve in grande abbondanza. Sessanta metri di binario della linea dell’Alberg sono ingombrati da una valanga, cosicchè il traffico ha dovuto essere interrotto. I diretti internazionali Vienna – Parigi che passano per la linea dell’Alberg, attraverseranno la Germania meridionale fino a quando il pericolo di nuove valanghe non sia scomparso. Di due convogli che stasera sono stati obbligati a fermarsi a Dalaas, uno ha potuto proseguire. Oggi mentre l’altro fermo da 24 ore a Wald, dovrà sostare ancora questa notte in detta località. Il treno è riscaldato e i viaggiatori possono procurarsi i viveri nel vicino paese. Un’altra valanga è scesa sulla stazione di Langen. Il magazzino della stazione è stato asportato. La massa di neve ha investito l’edificio stesso della stazione, penetrando negli uffici.

LAGHI GELATI NEL TRENTINO TRENTO 12 DICEMBRE 1928 NOTTE

Abbondanti nevicate sono cadute sui monti del Trentino, abbassando la temperatura che nella zona delle Dolomiti è scesa fino a dieci gradi sotto lo zero, congelando i corsi d’acqua e i laghetti alpestri.

UDINE 12 DICEMBRE 1928 NOTTE

Furono registrati oggi 48 centimetri di neve a Tarvisio, 45 a Camporosso e a Fusine, 30 a Ugovizza, 16 a Bagni di Lusnizza. Sulla città si è scatenato oggi un temporale con lampi e tuoni.

PIOGGIA TORRENZIALE A MESSINA MESSINA 12 DICEMBRE 1928 NOTTE

Nel pomeriggio di ieri si rovesciò sulla città una pioggia torrenziale accompagnata da violentissime raffiche di scirocco che resero le acque dello stretto tempestose. Parecchie località furono allagate e richiesero l’opera dei pompieri. Parecchie baracche corsero serio pericolo. Il maltempo è durato anche ieri sera.

 

L’INVERNO – VENTI GRADI SOTTO ZERO NELLE DOLOMITI – TRENTO, 24 DICEMBRE 1928 MATTINA –

L’ondata di gelo continua intensissima in tutta la regione e ha raggiunto nella zona più alta delle Dolomiti la temperatura veramente siberiana di venti gradi sotto lo zero, in città il termometro ha segnato anche l’altra notte otto gradi sotto lo zero. Il Lago di Canzolino in Valsugana è completamente gelato alla superficie, per uno spessore di oltre dieci centimetri, tanto che se il freddo perdura, potrà servire, come negli anni più rigidi, per le esercitazioni di pattinaggio. Anche i laghetti della Costa e di Nadrano, nella zona di Pergine, sono completamente ghiacciati. Il gelo ha causato anche la magra invernale dei corsi d’acqua, tanto che a Pergine, si è dovuta ridurre nelle ore notturne la tensione della centrale elettrica comunale, per economizzare l’acqua motrice della stessa. Le buone condizioni della neve caduta abbondante nei giorni scorsi sulle montagne della regione favoriscono gli sports invernali. Per la seconda festa di Natale il Gruppo Universitario Fascista ha indetto sul Monte Bondone la prima gara sciistica della stagione, sopra un percorso di circa dieci chilometri.

LA NEVE IN TOSCANA – FIRENZE 24 DICEMBRE 1928 –

Ieri la temperatura si è nuovamente abbassata e il termometro ha segnalato 1.5 gradi sotto lo zero. Nella mattinata ha cominciato a cadere la neve, che però ha cessato dopo qualche tempo. A Vallombrosa, e in tutte le regioni circostanti, la nevicata è stata invece abbondante ed ha raggiunto un’altezza di vari centimetri. Anche la Garfagnana la neve è caduta abbondantemente.

 

 

INVERNO DA LUPI
NUOVA ONDATA DI FREDDO SULL’AUSTRIA
LA LOTTA CONGLI ESPLOSIVI CONTRO IL GHIACCIO
VIENNA 3 GENNAIO 1929 NOTTE
Giunge dalla Russia una nuova ondata di freddo, che si fa sentire in tutta l’Europa centrale. Stamane in Austria si registravano in parecchie località temperature di 18 e 20 gradi sotto zero, mentre a Leopoli venivano segnalati 21 gradi sotto lo zero. A Vienna, la temperatura è oscillata fra 8 e 9 gradi. Il ghiaccio traditore non manca di provocare disgrazie. A Vienna, lo scoppio di una conduttura d’acqua ha determinato l’allagamento di una scala e il ghiaccio di cui si sono subito ricoperti ha fatto scivolare un caffettiere che si è fratturato 2 costole ed è morto all’Ospedale;fratture interne hanno riportato parecchie persone. L’ufficio idrografico annunzia che, sul Danubio, la formazione del ghiaccio farà progressi. A valle di Presburgo il blocco che ai primi di gennaio raggiungeva il chilometri 1876 oggi ha toccato il chilometro 1881, ed i reparti del Genio debbono intensificare contro di esso la lotta a base di esplosivi. I lavori di sgombero del porto di Presburgo continuano con molta energia, facilitati da una lieve diminuzione delle acque; ma siccome sul fiume si segnalano blocchi alti fino a 4 metri, la situazione è sempre critica. Sulla sponda ungherese presso Orosvar le autorità prendono misure preventive. Il battello fluviale “Sazava” rimasto prigioniero del ghiaccio, che lo ha trascinato al largo, ancora non ha potuto essere liberato. I venti uomini che si trovano a bordo non corrono rischi e attendono la fine della loro reclusione. Per demolire il blocco di ghiaccio, le truppe del Genio cecoslovacco hanno finora utilizzato senza frutto 274 chilogrammi di esplosivo. L’impiego delle artiglierie è impedito dalla vicinanza della frontiera ungherese. Presburgo ha corso per un intera giornata il pericolo di essere allagata dalle acque, delle quali il ghiaccio ostacola lo scolo; ma tale pericolo sembra ormai scongiurato. Una minaccia non meno grave era costituita dalla pressione del ghiaccio contro gli impianti portuali, tanto che si era anche iniziato lo smontaggio delle grandi grue.

 

NUMEROSE PERSONE DIVORATE DAI LUPI IN POLONIA
VARSAVIA 3 GENNAIO 1929

Si segnalano di nuovo nelle regioni della frontiera orientale polacca che dei lupi attaccano i passanti nelle località della frontiera e parecchie persone sono gia vittime di questi animali. Nella campagna presso Orany dodici contrabbandieri sono stati assaliti dai lupi e divorati. Si annunzia anche che parecchie guardie di frontiera sono state preda delle belve.

 

LA STAMPA 5 GENNAIO 1929 – I DANNI DEL MALTEMPO – LE COMUNICAZIONI FRA TORINO E CUNEO – UNA VALANGA DI 150 METRI –

Tutte le linee ferroviarie sono state sgombrate dalla neve da ieri mattina, e la circolazione è ritornata normale ad eccezione della linea montana di Cuneo. Gli spartineve hanno continuato ininterrottamente a circolare per tenere sgombri i binari e vi sono riusciti benché la neve continui irriducibilmente a cadere. Si ha notizia che qualche spartineve sarebbe rimasto bloccato nella zona montana.
I ritardi più gravi furono ieri sulla linea di Cuneo, quelli del diretto, che giunse a Torino alle 12.17, con 3 ore e 7 minuti di ritardo, e quello dell’accellerato, che doveva giungere alle 14.30. Le notizie giunte al nostro Compartimento ferroviario in serata e durante la notte segnalavano ancora abbondante caduta di neve nella regione cuneese, con relativo aggravamento della situazione ferroviaria.
Non si ricorda infatti, da quelle parti, una nevicata così spettacolosa. Diamo qualche cifra:

Sulla linea Cuneo – San Dalmazzo di Tenda – Ventimiglia si hanno: A Robulant 150cm di neve; A Limone Piemonte 165cm di neve; A Cuneo 130cm di neve Sulla linea Cuneo Bastia ci sono: A Mondovì 90cm di neve; e 75 centimetri di neve in parecchie altre località:

Sulla linea Cuneo – Ceva – Savona si sono raggiunti: A Carmagnola 60 cm di neve; A Bra 90cm di neve; A Ceva 105cm di neve; A Berragna 130cm di neve; Da Ceva verso Ormea si hanno: A Nucetto 130cm di neve; A Garessio 110cm di neve;
Ma la località dove le condizioni delle linee destano qualche preoccupazione, è l’alta Valle Del Breudi, e la valle Vermenagna, nella quale ieri sono cadute alcune valanghe, specialmente fra Vernani e Limone Piemonte. Una di queste è precipitata vicina allo sbocco della galleria Cresta Morino. La valanga era di rispettabili proporzioni – 150 metri di lunghezza e 3 di altezza – abbattendosi sui binari, ha provocato l’interruzione quasi completa del transito. In conseguenza di ciò i treni si spingono fin dove è possibile fra Cuneo e la montagna, e fra Cuneo, San Dalmazzo e Ventimiglia il servizio dei treni è conseguenzialmente ridotto. Continuano perciò le limitazioni dei treni fra Cuneo e San Dalmazzo, Cuneo e Basta, Cuneo e Mondovì, dove si è reso necessario far circolare gli spartineve. Sulle altre linee del nostro Compartimento il servizio si svolge regolarmente.

TEMPESTA DI NEVE A UDINE,
UDINE LA STAMPA 4 GENNAIO 1929

Una vera tempesta di neve, accompagnata da bora, quanto da anni non si ricordava sferzante. Si è scatenata oggi in tutta la provincia.
Essa è durata dalle ore 9 alle ore 12, riprendendo con minor violenza nel pomeriggio. Ad Udine la neve raggiunge 20 centimetri di altezza. Il treno San Giorgio di Novaro -Udine è stato arrestato dalla violenza bora e dalla quantità di neve poco oltre la partenza. Si sono dovuti invitare moltissimi operai per farlo proseguire. In montagna ogni attività è paralizzata. Le linee telefoniche sono interrotte, quelle telegrafiche hanno subito danni. I treni giungono ritardi.

IL MALTEMPO – CUNEO DOPO LA GRANDE NEVICATA LA RIPRESA DEI SERVIZI – CUNEO LA STAMPA 5 GENNAIO 1929

La neve ha cessato nelle prime ore di stamane di cadere, ed oggi si è finalmente rivisto il sole, Cuneo appare come interamente coperta da un gran manto e a chi si affaccia sui baluardi gesso e Stara, è dato assistere ad uno dei più pittoreschi e suggestivi spettacoli.
Tutti gli avvallamenti sono scomparsi, i bruschi dislivelli addolciti ed una distesa candidissima si estende a perdita d’occhio fin sotto alle montagne che fanno corona a Cuneo. In città continua lo sgombero della neve dai tetti, e nelle strade squadre di manovali lavorano a tagliare passaggi e ad accumulare la neve. Le comunicazioni telefoniche funzionano ora regolarmente con quasi tutti i centri della provincia, e così pure quelle telegrafiche. Invece i servizi postali con i centri minori non legati al capoluogo che da linee automobilistiche e tramviarie sono effettuati saltuariamente a piedi ed a dorso di muli. Le linee tramviarie sono ancora inattive, ma si spera che per lunedì i servizi possano essere ripresi regolarmente. I servizi ferroviari procedono, sia pare con limitazioni di corse, quasi regolarmente. Sulla Cuneo Ventimiglia le valanghe che ieri avevano interrotto per varie ore ogni passaggio di treni, sono state tagliate a mezzo ed i treni hanno nuovamente potuto transitare. La Cuneo – Ventimiglia sin dalle prime ore di stamane è poi stata totalmente liberata dalla neve accumulata dalla valanga caduta fra Limone Piemonte e Vernante. Qui però, più che di una vera valanga si trattava di una slavina di 150 metri di lunghezza per tre di altezza. Su questa linea, anche ad evitare eccessivi ritardi, i treni sono stati limitati a due per Ventimiglia e a due per Cuneo. Tale orario continuerà per due o tre giorni, sino a quando cioè la linea potrà essere completamente liberata dalla neve. Le valanghe cadute nelle alte valli Stura, Maira, Gesso, per quanto ci consta, non hanno causato vittime, ma solo seri intralci alla viabilità.

LA NEVE A MANTOVA – MANTOVA LA STAMPA 5 GENNAIO 1929 –

Dopo due giorni di continua pioggia, è caduta ieri, per circa tre ore, una fitta neve. I corsi d’acqua sono sensibilmente ingrossati, senza però nessun pericolo di straripamento. La temperatura è bassa.

GRANDINE D’INVERNO – ADRIA LA STAMPA 5 GENNAIO 1929
Ieri la stranezza del tempo, ha imbiancato di grandine il paese di Ariano Polesine. I chicchi avevano la grossezza delle nocciole.

LA MANCANZA DI LUCE A NIZZA MONFERRATO – NIZZA MONFERRATO LA STAMPA 5 GENNAIO 1929 –

Il maltempo non ha risparmiato la nostra zona. La neve è caduta abbondante sino a raggiungere i 30 centimetri di altezza, accompagnata da forti raffiche di vento che hanno abbattuto i pali e strappati i fili delle condutture elettriche in molti punti, per cui la città da martedì, nella notte, si trova immersa nell’oscurità e lo sarà ancora per qualche tempo. E’ stata pure interrotta la distribuzione dell’acqua potabile a causa della mancanza dell’energia elettrica; e così sono pure state interrotte le linee telegrafiche e telefoniche: i treni hanno cominciato ieri a funzionare regolarmente. Non si segnalano disgrazie; la neve, che sino a ieri continuava a cadere, nel comune di Maranzana raggiunge l’altezza di 80cm.

 

–  Fine Prima Parte –

 

Davide Mua

Ondata di maltempo 11 – 13 Febbraio 1909

Ricerca storica, di cronache tratte dal quotidiano la stampa, riguardo l’ondata di maltempo dei giorni 11, 12 e 13 Febbraio del lontano anno 1909, ossia ben 104 anni fa !!! Buona Lettura!!!

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Partiamo con il giorno 11 Febbraio 1909. Estremi all’Osservatorio Meteorologico di Milano Brera: Massima: +2.3; Minima:  -1.0 ; Millimetri: 33.7mm

 

  • Reanalisi 11 febbraio 1909

 

 

LA STAMPA Giovedì – 12 FEBBRAIO 1909 –

LA CRONACA DELLA NEVE
UN TEATRO SCHIACCIATO A GENOVA
GENOVA, 11 ORE 20

Un’abbondantissima nevicata, quale da anni non si registra, ha ricoperto genova. La circolazione delle tranvie e delle vetture è quasi totalmente interrotta. Mi si dice che è crollata la tettoia in lamiera di ferro del politeama alfieri, sotto l’enorme peso della neve. Del teatro di proprietà deo fratelli chiarella rimane in piedi il palcoscenico in muratura e la gradinata in fondo alla platea. Nessuna disgrazia alle persone.

GENOVA, 11 ORE 20,15
Ci telefonano da genova, 11 ore 17,30:
Numerose persone dopo che nel pomeriggio si è sparsa la notizia del crollo della tettoia del teatro alfieri, si sono recate sul posto.
Il teatro si apriva soltanto in qualche mese dell’estate e non si trovata più in ottime condizioni. Il disastro avvenne nella mattinata, mentre il teatro era completamente deserto, per cui non si ebbe a deplorare la benchè minima disgrazia. I danni sono abbastanza rilevanti, sopratutto perchè vennero danneggiate numerose poltrone e seggiole di platea. Giunge notizia dalla riviera che la neve ha raggiunto altezze considerevoli e continua a cadere ancora abbondantemente: però nel pomeriggio il servizio tranviario ha potuto un pò riattivarsi: esso è limitato a pochissime vetture. I pompieri sono stati chiamati in diverse case per sgombrare dalla neve i tetti.
Sono annunciati enormi ritardi dei treni provenienti da Torino e da Milano. I giornali di Torino e di Milano sono stati messi in vendita soltanto verso le ore 16. Non si hanno notizie di disgrazie gravi. I servizi telefonici e telegrafici non subirono interruzioni di sorta. I treni in partenza da Genova subiscono anch’essi dei ritardi.

GENOVA,11 ORE 22
Lo sgombero della neve procede difficilmente, non cessando questa di cadere. Si verificarono parecchie cadute di persone, alcune delle quali venenro trasportate all’ospedale con fratture. I pompieri vennero chiamati in varie parti ove la neve minacciava di sfondare lucernari, tettoie di palazzi e di gallerie. Nell’alto bisagno, la neve ha oltrepassato un metro di altezza. Il lavoro in porto è completamente sospeso. Sino a Novi Ligure i treni procedono regolarmente; da novi ligure, rongo e busalla i treni procedono con lentezza; a san pier d’arena, a causa dell’ingrombro, si fermano alcune ore. Forti ritardi si verificano pure sulla linea di ovada. I treni sono addirittura bloccati. Il direttissimo per milano venne fatto partire verso le ore 12, con tre vetture trainate da una grossa locomotiva.

ALESSANDRIA E’ RICOPERTA DI NEVE
ENORMI RITARDI FERROVIARI
ALESSANDRIA, 11 ORE 24
Da due giorni nella nostra città cade ininterrotta la neve, che ha già raggiunto un’altezza di più di 40 centimetri. Un freddo intenso l’accompagna, e la mite temperatura quasi primaverile che regnava nei giorni giorni scorsi ha lasciato il posto ad una gelida atmosfera. I treni subirono dei grandi ritardi, con gravissimo danno e pregiudizio per tutti i servizi e per l’industria. Un treno da piacenza è arrivato ad alessandria con tre ore di ritardo. Il diretto numero 6 pure da roma, giunse con dieci ore di ritardo.

A PIACENZA NEVICA DA DUE GIORNO
PIACENZA 11 ORE 21
Nevica da due giorni. La neve ha raggiunto l’altezza di 50 centimetri. La viabilità è resa diffile: le tranvie fanno servizio parziale.
Continuando la nevicata, l’opera di sgombero fu lenta e diffile. In provincia la neve ha raggiunto l’altezza di 50 centimetri. Le linee telefoniche sono interrotte. I treni subiscono grandi ritardi.

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Venerdì 11 Febbraio 1909; Milano Osservatorio Milano Brera registra: Massima: +4.5; Minima: +0.4; Millimetri: 61.4

 

  • Reanalisi del 12 febbraio 1909

 

 

LA STAMPA – Venerdì 13 febbraio 1909 –
INCIDENTI FERROVIARI CAUSATI DAL MALTEMPO
ROMA 12 ORE 13


Il cattivo tempo, che perdura anche a Roma e nell’italia meridionale, ha causato vari incidenti. Il diretto di napoli, che doveva arrivare stanotte a roma, quando giunse a pochi chilometri da sparanise, si fermò improvvisamente. I viaggiatori, spaventati, discesero, ed il personale del treno constatò che, mentre il tender era attaccato al convoglio, la macchina proseguiva per la sua corsa. Furono subito messi segnali per arrestare il treno. Una macchina di soccorso, fatta venire da sparanise, trainò in quella stazione il diretto di napoli. L’incidente pare sia dovuto ad un salto della macchina lungo la linea, per il quale si ruppero il bollone che congiunge il tender alla macchina e la maglia di riserva. Per fortuna non si ebbero a lamentare disgrazie, perchè il fochista si trovava al fornello e il macchinista sul tender.Il diretto di napoli arrivò a roma con grande ritardo.

Inoltre ieri sera, sulla linea roma – pisa, tra le stazioni di montalto e sant’agostino, l’alluvione corrose l’argine della strada e scalzò il terrapieno presso il ponte tafone. Vennero iniziati i lavori di spostamento del binario verso il mare per poter dare libero transito ai treni. Per conseguenza venne soppresso il direttissimo N,1 di pisa, ed il direttissimo che partì da roma ieri sera, alle 20.40, dovette fermarsi a civitavecchia. In attesa di poter proseguire, il diretto in arrivo a roma alle 24, venne fatto fermare a grosseto.

LA NEVE PROVOCA A GENOVA IL CROLLO DI UNO STABILIMENTO INDUSTRIALE
GENOVA 12 ORE 23
A cagione dell’enorme peso della neve caduta è crollato il soffito in lamiera dello stabilimento per la lavorazione del ferro dell’industriale genio zagni, in via clavarizza in frazione marassi. Conseguentemente franarono quasi tutti i muri laterali che la sostenevano rovinando il macchinario e le caldaie e tutto quanto si trovata nell’esteso stabilimento. Una sola parte dello stabilimento, costruita in parafitte di ferro, è rimasta in piedi. I danni sono rilevanti. Lo stabilimento non è assicurato. Gli abitanti del luogo appena intesero il rumore del franamento credettero trattarsi di terremoto. Invasi da panico, uscirono tutti all’aperto.
Numerose squadre di operai compresi i 150 dello stabilimento, lavorarono allo sgombro delle macerie.
LA NEVE A FOSSANO 12 ORE 18
Ieri e stanotte nevicò quasi senza interruzione. Ne abbiamo in città circa 30 centimetri. Si lavora alacremente cogli spartineve a mantenere le comunicazioni. Mentre scrivo continua a nevicare. Intanto il passimo tempo continua. Dopo una intera notte di nevischio, oggi piove. In valganna la neve superò il metro d’altezza cagionando tutta una serie di incidenti. Gli ultimi treni partiti per la valganna da luino e varese, giunti stentamente a ghirla. Un’altra frana è pure caduta a ferrera. Anche la strada provinciale è pure ostruita ed il transito è impedito. Altri due treni passeggeri partiti stamane da luino e varese con la speranza di poter effetuare il trasbordo, furono pure bloccati dalla neve altra un metro e venti centimetri. La direzione della ferrovia, appena avvertita, mandò sul posto due treni di soccorso da varese e luino con numerose squadre di operai guidate dall’ingeniere vittorio brezzi, allo scopo di liberare i treni e sgombrare la linea. Finora non fu possibile riuscirvi. Il servizio è completamente sospeso fino a nuovo avviso e tutte le comunicazioni con luino sono interrotte. Da due giorni a luino non arriva neanche la posta. Il telegrafo con milano non serve più neanche alla ferrovia nord. Causa la rottura di parecchi fili anche l’ufficio telegrafico di varese non potè comunicare con milano
parecchie sono pure le linee telefoniche guaste.
LA NEVE SULLE ALPI MARITTIME
I BURRASCOSI EFFETTI DELLA TORMENTA
SAN DALMAZZO DALMAZZO DI TENDA 12 ORE 20
Il maltempo, che dura sui monti circostanti da oltre quant’ore, ci ha regalato una enorme nevicata, che ha fatto sentire ovunque i suoi effetti. La neve ha raggiunto un’altezza fenomenale: in certe vallate essa supera i due metri di spessore. I nostri alpini, che sono partiti in questi giorni da cuneo, mondovì, borgo san dalmazzo per le solite esercitazioni invernali, hanno dovuto sospendere le loro manovre a causa della grandissima nevicata di ieri, e dell’altro ieri. Al colle del mulo si è scatenata ieri notte una tremenda bufera da sconvolgere in breve ogni cosa. Il vento impetuoso formava come una densa e gelida caligine, che si innalzava oltre ai centro metri sopra il monte. Il torrente che sbuca alle sue falde, rumoroso e violento, è rimasto come ingoiato dalla voragine nevosa. Nei paesi di limone, airone, castelmagno, vernante, proizzo e negli altri luoghi montani la neve ha raggiunto l’altezza da 80 centimetri, a 1,40 metri. Le corriere postali furono quasi tutte bloccate dalla neve e dovettero fermarsi. Molte di essere non hanno potuto più retrocedere a causa dell’infuriare della nevicata che impediva il transito persino ai lulattieri. Molti villagi alpestri sono come scomparsi; la neve ha coperto i casolari e rese inservibili le strade. S’innalzano solo più quali intrepide scolte, le vette dei monti circostanti e le punte dei campanili delle rare chiesuole. Si sono già staccate parecchie valanghe, che hanno rovinato moltissime piante. Tutti gli attendamenti militari sono stati rovesciati: i soldati lavorano attivamente allo sgombro della parte del loro campo.
Il freddo è diminuito però dai 18 gradi sotto zero reaumur a 12 centigradi. Nel versante francese delle nostre alpi la bufera ha imperversato in modo incredibile. Il villaggio di bezer è stato investito da una valnga, che lo ha fatto scomparire completamente.
Non si è potuta dare sepoltura ad un vecchio ottuagenario, morto di spavento, perchè nessuno ha potuto uscire di casa ed essendo il cimitero introvabile. In questo paese si sono subito fatte delle lunghe vie sotterranee onde potere per mezzo di questi tunnels fornire i viveri ai bisognosi. A potier è caduto l’osservatorio astronomico di fate dalcasse, che un colpo di vento impetuoso trasportò a quindici metri nella valle sottostante. Nel paesello francese di raisery, autonomo dalla repubblica, la tormenta ha abbattuto delle capanne in legno: una vecchia ed un bimbo sono rimasti morti assiderati nel letto. Si ha notizia che lungo la strada da Poissier a Raisery una corriera postale, sorpresa dalla burrasca, è stata trasportata, incolume, per oltre 50 metri: un cavallo è morto soffocato.
L’infuriare del maltempo stamane non era ancora diminuito. La quantità di neve caduta sulle nostre alpi è enorme. I comuni italiani bloccati sono sinora sette: quelli dal lato francese ventitrè. Si sono colà formate squadre di soccorso. Si teme vi siano numerose vittime.


LA STAMPA – Sabato 14 febbraio 1909 –

CRONACHE DEL MALTEMPO

VENEZIA 13 ORE 8
Nel cadore imperversa da alcuni giorni una violenta bufera di neve. A sanvito auronzo nella mauria, la neve raggiunse i 40 centimetri d’altezza. A sappada si è alzata per 35 centimetri. Fra arten e pontet verso il confine, caddero parecchie valanghe. La più furiosa burrasca di neve si ebbe nella zona zoldana. A forno, la neve toccò un metro di altezza. Tutta la valle è ostruita, tutte le diligenze, malgrado il lavoro ininterrotto, subiscono ritardi enormi. La corriera, partita ieri mattina da belluno per pieve, rimase bloccata. A perarolo molte comunicazioni sono interrotte. Continua a nevicare abbondantemente in tutto l’alto cadore.

DOMODOSSOLA 13 ORE 13
La neve è caduta in grande abbondanza. Sul sempione arriva a 2 metri, sul gottardo e la furga a 2 metri e mezzo. Notizie dal vallese recano di una grande e generale nevicata che fa ritardare assai i treni del sempione e gli altri treni svizzeri. Sono cadute valanghe in montagna, dove parecchi passi sono impraticabili. Si nutriva timori per un gruppo di alpigiani che erano partiti nell’eginenthal al confine della valle formazza, ma dopo due giorni hanno fatto ritorno a ubrichen.

AOSTA 13 ORE 14
La neve caduta in città e nei dintorni misura 85 centimetri, mentre in montagna supera i metri 1,30. Le comunicazioni coi villaggi sono interrotte. Una slitta trascinata da 24 cavalli percorre la strada provinciale per aprire il transito. Non si deplorano disgrazie.

NOVI LIGURE 13
Ieri notte e stanotte è caduta qui un’abbondante nevicata, che raggiunse l’altezza complessiva di centimetri 59 ed in varie zone della val d’orba anche 62. Uguale altezza è stata raggointa anche negli altri paesi del circondario. Da ieri i treni che hanno qui l’incrocio e l’istradamento per la linea di torino, di milano e di genova hanno subito enormi e considerevoli ritardi. Molti viaggiatori dovettero pernottare nella nostra città.

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Ricerca e Trascrizione a cure di:  Davide Mua

Cronache Tratte dal quotidiano:  La Stampa

La Rubrica di NIA: Tornado F5 del 25 Luglio 1930 in Veneto, nubifragi violenti in Piemonte, allagamenti nel Biellese

Cronache e Immagini tratte dal quotidiano La Stampa

 

 

LA STAMPA 25 LUGLIO 1930

IL MALTEMPO IN ITALIA ED ALL’ESTERO – UNA TROMBA D’ARIA IN PROVINCIA DI TREVISO – 24 MORTI E UN CENTINAIO DI FERITI – ALCUNE CASE ABBATTUTE

TREVISO – 24 NOTTE

Verso le ore 11 di oggi si è scatenata una violentissima tromba d’aria che ha percorso una vasta zona della provincia di Treviso.
Secondo gli accertamenti, i morti sono 24 e i feriti un centinaio, parte dei quali trasportati negli ospedali di Treviso e Montebelluna e parte medicati sul posto. A Segusino verso la stessa ora, uno spaventoso uragano di vento vorticoso ha attraversato il Piave, ha abbattuto tutte le case trovate sul percorso, sradicando piante e pali, e lasciando il terreno cosparso di rottami. Sono stati divelti tutti i grossi platani per oltre 200 metri della strada provinciale, i fili telefonici e telegrafici, sono stati strappati, le masserizie delle case abbattute asportate dal vento o sepolte sotto le macerie come pure la maggior parte del bestiame.
A Oderzo, sono state abbattute 10 case coloniche; gravi danni alle piangioni e al bestiame, f ortemente danneggiata anche la centrale Idroelettrica, otto operai che erano su un armatura sono stati lanciati a una cinquantina di metri di distanza.
In località Godega, sono state abbattute 40 case, dei mobili di esse sono stati trovati a distanza di circa 200 metri, nel paese di Selva ben poco è rimasto in piedi; la tromba si è abbattuta su numerose case coloniche e ha divelto i pali della luce.
La chiesa è quasi completamente distrutta, sono rimasti in piedi solo l’altare maggiore, il coro e il campanuile; il resto, compreso il nuovo organo che doveva essere inaugurato in questi giorni è stato distrutto. A Giavera vi sono 7 case distrutte e cinque feriti non gravi. A Bavaria 30 case sono state distrutte. Anche Sovilla è gravemente danneggiata; tutte le case del centro sono in parte abbattute e in parte scoperchiate; la canonica è lesionata, il Ciclone è passato anche su quasi tutto il Friuli danneggiando le campagne specie a Sacile, i fiumi sono ingrossati. A Belluno dopo una giornata di pioggia il ciclone si è scatenato nella mattinata recando gravi danni alle campagne. Esso ha avuto origine nella bassa vallata del Piave e ha risalito il corso del fiume, abbbattendosi sulla zone dell’Ardo, del Castianese e del Comune di Ponte delle Alpi. Il forte vento uraganico ha sradicato alberi e ha scoperchiato parecchie case coloniche.

LA STAMPA 25 LUGLIO 1930 – CIMINIERA DI FILANDA ABBATTUTA A CREMONA UNA OPERAIA UCCISA E SETTE FERITE – CREMONA –

Stamane il cielo era andato oscurandosi sempre più finchè verso le 10,45 si scatenava un acquazzone violentissimo e contemporaneamente un vento così forte da scuotere le case mandando in frantumo molti vetri e facendo crollare qua e la calcinacci.

Fortunatamente la tromba d’aria è durata qualche minuto soltanto, ma ciò è bastato per causare una grave sciagura, una ciminiera della filanda di proprietà dei fratello Dall’Orto di Milano, postia in una via periferica è crollata per circa 9 metri abbattendosi su uno dei reparti di filatora, travolgendo il capannone della caldaia e sfondando un tratto del tetto della sala delle bacinelle, nella quale 163 operaie attendenvano al consueto lavoro. La scena di terrore che seguì è facilmente immaginabile. Le operaie si precipitarono in cortile urlando di spavento mentre alcune di essere rimanevano sotto le macerie. La ciminiera crollata, alta 15 metri, era stata ricostruita circa 2 anni fa dopo cioè che era stata abbattuta durante il ciclone del luglio del 1927. Le raffiche del vento sono state così violente da sciantare grossissimi rami dei vetusti alberi del viale Regina Margherita, tanto da ingombrare il viale stesso e determinare la sospensione del traffico per mezz’ora.

LA SCORRIBANDA DI UN FULMINE IN MUNICIPIO, PER STRADA, IN UNA STALLA

Oggi verso mezzogiorno, mentre imperversava un furioso temporale, un fulmine è penetrato nel Municipio di Baveno, investendo il capoguardia, che si è salvato gettandosi al suolo con mirabile sangue freddo. Dopo aver visitato tutti gli uffici comunali, provocando qua e là dei corti circuiti, il fulmine è uscito sulla strada. Sulla via ha investito certo Giovanni Albertani, gettandolo a dieci metri di distanza. Il poveretto se la cavò con grande spavento e con una gamba ammaccata, quindi il fulmine concludeva la sua pericolosa scorribanda penetrando in una stalla e uccidendo una mucca.

GRANDINE NEL TORTONESE E NELL’ACQUESE – TORTONA –

Verso le 22 di ieri si è scatenato sulla città un impetuosissimo vento, durato tutta la notte, e che recò gravi danni ai frutteti delle valli del Gure e del Curone. Questa mattina, poi, un furiosissimo temporale si è abbattuto sulla città ed ha durato tutta la giornata. Sono segnalate dall’alto Tortonese grandinate. La temperatura si è fatta autunnale.

ACQUI

Verso le 21 di ieri un terribile vento ha imperversato sulla città, schiantando alberi, strappando fili elettrici, crescendo di veemenza fino alle prime ore del mattino, finchè si risolse in pioggia. Dopo qualche ora, un violento temporale con grossi chicchi di tempesta, si è abbattuto sulla città e dintorni causando gravi danni.

COMIGNOLI ABBATTUTI AD ALESSANDRIA

Alessandria, l’inclemenza del tempo, è da alcune settimane, pressochè costante. La temperatura è diventata autunnale. Bufere di vento si sono avute stamane ed nel pomeriggio. Alcuni comignoli sono stati abbattuti in piazza Genova, per fortuna senza danni alle persone. Due temporali si sono scatenati nelle campagne vicine. L’acqua, mista a grossi chicchi di grandine, è caduta abbondante.
Per ora, fortunatamente non si hanno notizie di danni sensibili alle campagne.


18 GRADI A VALENZA

Violenti temporali con raffiche di pioggia e di vento si sono registrate nella giornata di oggi su tutto il Valenzano.
La temperatura è scesa di oltre dieci gradi, stazionando sui 18 gradi sopra lo zero.

OPERAI ASSEDIATI DELL’ALLAGAMENTO IN PARECCHI OPIFICI BIELLESI

La popolazione della regione toccata dal torrente Sessera nella vallata Coggiola, Pray o Planceri, ha vissuto stamane per oltre due ore, momenti di angoscia e di terrore dovuti all’infuriare impressionante del maltempo.
Poco dopo le ore 8 il cielo si è coperto di una densa nuvolaglia ed ha cominciato a cadere una pioggia torrenziale.
Le strade si sono subito cambiate in altrettanti torrenti; le cantine e i piani terreni sono stati allagati. Il torrente Sessera ha straripato ed allagato stabilimenti e case, seminando terrore e danni. In molti opifici di Pianceri, visto il pericolo, gli operai sono fuggiti in tempo, riparando, sotto la pioggia torrenziale, sulle alture circostanti. In qualche altro stabilimento la fuga degli operai è stata preclusa dall’improvviso allagamento, e molti lavoratori si sono salvati fuggendo dai saloni attraverso le finestre e i tetti.
Molte case private, già allagate, sono state rese pericolanti dalla furia dell’innondazione. Il salvataggio di alcune persone progioniere dell’allagamento è stato quanto mai movimentato. Nello stabilimento Togna in Pianceri le acque del Sessera hanno invaso i saloni di lavorazione. Un gruppo di operai si è trovato in un attimo circondato dall’acqua, e anche in pericolo di annegare.
La presenza di spirito dei dirigenti ha valso ad evitare gravi guai. Tutti gli operai furono salvati attraverso le finestre. Il titolare della ditta, che aveva voluto rimanere fra gli operai per assistere di presenza al salvataggio, ha corso un serio pericolo di annegare, ma venne a sua volta salvato dai dipendenti accorsi in suo aiuto. I danni sono notevoli, perchè la furia delle acqua, ha anche asportato delle materie prime. Pure a Pray e a Coggiola si lamentano parziali allagamenti, ma in minore proporzione che a Pianceri. Nel torrente Sessera, alcuni Renaioli travolti all’improvviso dalla piena hanno potuto salvarsi a stento, gettandosi a nuoto in acqua. Non si lamentano fortunatamente vittime umane. I danni sono però ingenti.

 

Ricerca e Trascrizione a cure di:  Davide Mua

Cronache Tratte dal quotidiano:  La Stampa