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Quando la storia potrebbe sfiorare il presente… Inverno 2010/11

Quello che ci apprestiamo a vivere sarà probabilmente un inverno dai connotati eccezionali per una parte d’Europa che sarà bersaglio di continue ondate fredde e nevose. Questa zona potrebbe trovare collocazione subito a nord est del nostro paese.

Gli indici principali a modulare le configurazioni della stagione appena iniziata saranno: la nina strong, la QBO passata da negativa a positiva durante l’autunno, il 2° minimo glaciale artico estivo più basso di sempre (che tende a forzare una AO-), il tripolo atlantico ancora ben attivo, l’elevata snowcover sul comparto europeo e infine, ma non meno importante la bassa attività solare che ci trasciniamo dietro da ormai 4 inverni. Curioso notare come a partire dal 2006/07, inizio del periodo di profonda quiete, gli inverni si siano a via a via raffreddati e le configurazioni siano diventate gradualmente sempre più sorprendenti.

Ma tornando a questo inverno, una delle principali differenze che caratterizzerà  questa stagione, a differenza di quella passata, sarà la maggiore ondulazione del getto e quindi diversamente dello scorso anno assisteremo a blocchi atlantici spesso grossi e potenti come raramente si è visto negli ultimi tempi. Le prime colate tenderanno ad avere una strada abbastanza occidentale, ma successivamente potremmo assistere ad una orientalizzazione delle stesse le quali si alterneranno sia di origine artico marittima che artico continentale. La snowcover europea contribuirà a mantenerle e a trasformarle in calamite per ulteriori ondate aventi all’incirca lo stesso target delle precedenti. Per maggior chiarezza direi di andare a vedere l’evoluzione possibile mese per mese…

Dicembre 2010:

Nei prossimi giorni il vortice polare subirà un relativo ricompattamento (AO sempre negativa) che sarà però subito bloccato da una rimonta atlantica in contemporanea ad una aleutinica. Nel frattempo un nucleo artico marittimo si isolerà sull’est Europa assumendo carattere continentale grazie alla presenza di neve al suolo che attiverà il fenomeno dell’inversione. Questo nucleo verrà spinto sottoforma di goccia fredda retrograda sul nord Italia o, al massimo, leggermente a nord delle alpi.  La dinamica sarà simile a quella del 13 Dicembre 2001 o a quella del 6 Febbraio 1991 ma con termiche un po’ più alte. Subito dopo le due alte pressioni in viaggio per l’artico creeranno un ponte che collegherà l’atlantico al pacifico portando forse l’AO a valori di fondo scala… Dell’attuale scala (sotto i -6). La parte atlantica del blocco potrebbe essere veramente sontuosa e permetterà, forse aiutata dalla MJO in fase 5, a mantenere la NAO su una negatività non troppo forte. Ecco quindi che il lobo siberiano derivato dallo split del VP si dirigerà in Europa spostando a via a via l’aria fredda più a ovest. Il centro Europa sarà la zona più colpita. Noi forse saremo un po’ troppo a sud, ma l’evento rischia di entrare, lo dico piano piano, nella storia. E questo sarebbe solo l’inizio dell’inverno. Le terza decade potrebbe vedere, dopo l’occidentalizzazione del freddo, una leggera  e relativa ripresa del VP con spinta alto zonale e HP che si sposterà verso la Scandinavia (MJO in fase 6/7?) con nuovi scenari interessanti poco dopo Natale. Nella cartina sotto ho provato a disegnare la disposizione delle di geopotenziale anche se senza una vera e propria scala, solo per illustrare la configurazione “media” che ci potrebbe interessare.

Gennaio 2011:

Il blocco che stazionerebbe su nord Europa si sposterebbe, sotto una nuova spinta antizonale moderata (AO– forse con contributi stratosferici), verso ovest posizionandosi in zona islandese. Nel frattempo la nina strong inizierà a pressare con tentativo di passaggio in AO+, che molto probabilmente non riuscirà. Questo permetterà, dopo una incursione fredda sull’Europa, una ripresa leggera del VP in zona canadese, sufficiente a spingere l’HP verso nord est. Ecco che il gelo sull’Europa retrogredirà e l’HP tenderà a spanciare sul centro del continente. Avremo quindi una seconda parte del mese più anticiclonica e calma, con instabilità confinata alle regioni esposte alle correnti di origine balcanica. La snowcover a quel punto sarebbe elevatissima sull’intera Europa e le temperature si porterebbero a valori molto bassi grazie all’inversione.

Febbraio 2011:

A questo punto l’inverno avrebbe già raggiunto livelli veramente buoni e comincerebbe a calmarsi. Infatti sotto la pressione della nina strong gli HP dominerebbero la nostra zona con sempre più netta ripresa del VP canadese, ma… La fortissima differenza presente tra le temperature dell’atlantico e il gelo Euro-siberiano farebbe si che i flussi di calori spinti dal canadese abbiano una traiettoria molto settentrionale passante all’incirca per l’UK.  E partirebbe un altro periodo in AO/NAO-.

Concluso, vorrei però dire una cosa: questa previsione è la più “ottimistica” per i freddofili, non per questo però la meno probabile, infatti ho deciso di buttarmi proprio perché ad ora tutto lascia presagire che stiamo per andare incontro ad un inverno che potrebbe rimanere insieme ai grandi (56/85/91) o ai grandissimi (29/63). La caratteristica maggiore potrebbe essere quella di riuscire ad accontentare quasi tutta la penisola. Sotto tutto questo potrebbe giocare un ruolo fondamentale la bassa attività solare che ormai sta stravolgendo tutta la normalità tele connettiva che si aveva fino a pochi anni fa. Ormai l’AO riesce a sfondare valori eccezionali con tranquillità, mentre spesso il -4 era quasi utopistico anche dopo un MMW. Per finire il discorso sull’inverno mi aspetto un gran numero di episodi, ma non una persistenza fredda, ovvero: le anomalie negative saranno alternate a brevi fasi di passaggio in positività.

Volendo aprire una parentesi sul lungo termine: non è da escludere, guardando AO e NAO che il 2008 sia stato l’inizio di un nuovo ciclo climatico come già accaduto negli anni 80, solo che questa volta si punta e si punterà verso il basso.

Viste le grandissime potenzialità dell’inverno ci aggiorneremo presto con un altro articolo, a split troposferico compiuto (sempre che avvenga :lol:), analizzando le possibili influenze che si avranno a inizio 2011.

A coloro che già non lo fanno consiglio di partecipare alla sezione “Meteo” dove si commenteranno aggiornamenti, cambiamenti e riflessioni in attesa di nuovi segnali importanti.

MIKI 03

Grandi potenzialità: inverno gelido alle porte?

Dopo un incredibile inverno dominato da un’antizonalità esasperata e continue ondate di gelo siberiane sull’Europa, ci avviamo già all’inverno successivo, che non ha niente da perdere per dare di più del precedente in Italia. Decretare già da ora una previsione è difficile, troppo per dare certezze, ma una tendenza è già stata in buona parte delineata. Cominciamo quindi con questo lungo articolo che analizzerà tutto quello a cui potremmo andare incontro con il venturo inverno.

1)       ENSO: La super nina 2010/11

Proprio quest’anno, dopo un nino moderato-forte west based, ci avviamo verso la nina che potrebbe risultare la più intensa di sempre. Eppure, fino allo scorso anno, c’era la certezza che ad un nino west non potesse seguire un evento ENSO- di forte intensità, ma qualcosa ha cambiato le regole del gioco.

Le ultime proiezioni NCEP vedono i valori in caduta libera tra ottobre e novembre fino ad un impressionante -2.7 in zona 3. Infatti sembra che questa nina abbia intenzione di partire east based e di rimanerlo fino a fine inverno quando avverrebbe uno spostamento verso ovest e un nuovo calo nelle zone 1 e 2 che farebbe presagire una lunga vita a questo evento di enso-.

Ma qual è la differenza tra una nina east e una nina west?

Analizziamo velocemente le anomalie di geopotenziale sull’Europa nei due casi:

Nina EAST (ho aumentato i valori della scala, altrimenti veniva fuori un fondo scala esagerato):

Come potete ben vedere si tratta di un’anomalia di -50/-60m di geopotenziale su un TRIMESTRE!!

Nina WEST:

Poco da commentare: zonalità a manetta.

2)       Bassa attività solare e QBO

Tra gli indici che recentemente stanno influenzando notevolmente gli inverni si trovano la bassa attività solare e la QBO. Direi che sulla prima c’è poco da dire, il sole è in quiete da ormai 4 anni, anche se vuole essere a tutti i costi fatto sembrare più attivo di quanto realmente è.

Per quanto riguarda la QBO, invece direi di capire come funziona. Allora, la QBO è il valore che indica l’intensità dei venti stratosferici a latitudini equatoriali. Ma come può allora influire sul VP? In caso di QBO- i venti si spostano da est verso ovest e arrivano a latitudini prossime ai 30°N. Li vanno a scontrarsi con i venti stratosferici di direzione opposta, e in questo scontro si formano delle ondulazioni che si amplificano a via a via verso il polo. Ecco che si creano le situazioni buone per le incursioni fredde alle medie latitudini. Quest’anno, avremo QBO negativa? La risposta è doppia: sì e no. Infatti alle alte quote (30hPa) è già partita la fase di QBO+, mentre alle basse quote (50hPa) la QBO è ancora negativa. Si potrebbe dire che nel prossimo inverno avremo quindi un aiuto molto scarso da parte di questo indice, ma da non sottovalutare comunque.

Spesso la bassa attività solare viene messa in correlazione alla QBO-. Il motivo è semplice. Tutte e due agiscono sulla stratosfera più o meno allo stesso modo.

3)       Stratosfera, Jet Stream e anticiclone termico russo-siberiano.

Come appena accennato a modellare l’andamento termico della stratosfera sono la QBO e l’attività solare. Ora che sappiamo come agisce la QBO, non ci resta che vedere ciò che succede in stratosfera nei periodi di bassa attività solare.

Questa mappa rappresenta la differenze tra il massimo del ciclo 23 e il minimo del ciclo 24 a 30hPa di altitudine:

Risulta lampante il riscaldamento del polo nord, con una maggiore tendenza quindi ad eventi di stratwarming. A raffreddarsi sono invece l’equatore, il polo sud e la SIBERIA. Proprio le aree continentali mostrano un raffreddamento autunnale più rapido nei periodi di bassa attività solare con conseguente maggiore probabilità di formazione di anticicloni termici.  Nel caso della Siberia si parla del famoso “Orso”.  Proprio in questo periodo quelle zone si raffreddano molto velocemente e danno via a quello che è il processo di formazione dell’alta pressione termica: l’aria fredda inizia ad accumularsi e a comprimersi nei bassi strati e, se il processo non viene fermato, allora nel giro di un mese comincerà a farsi notare l’anticiclone termico. Proprio lui aiuterà la corrente a getto a rallentare, già indebolita dalle SSTA atlantiche di cui parleremo tra poco.

4)       Le SSTA atlantiche

La prima cosa che generalmente si associa alla nina strong è il tripolo positivo, ovvero freddo sul nord atlantico, caldo sul centro e di nuovo fredde sulle zone subtropicali. Questo porta una tipica situazione da NAO++ e AO++. Insomma il peggio del peggio.

Ma quest’anno partiamo avvantaggiati. Le forti anomalie positive sul nord atlantico, già a partire dal corrente mese, forzeranno la presenza di anticicloni sulle zone con SSTA positive, che faticheranno quindi a raffreddarsi. C’è quindi la concreta possibilità che il tripolo atlantico resista addirittura fino alla fine dell’inverno! Proprio questa disposizione delle SSTA farà faticare la Jet stream rallentandola notevolmente. Vedere quindi il VP girare a mille sarà cosa ardua. Altro fattore ad influenzare la NAO è l’attività geomagnetica. Più precisamente la correlazione è tra l’AP index e la NAO. Solitamente nei periodi in cui l’AP index rimane sotto i 10 di media mensile, la NAO risulta molto bassa.

5)       Prime conclusioni

A questo punto viene abbastanza spontaneo chiedersi:

“Ma se tutto è così perfetto, perché non abbiamo la certezza che avremo un super inverno?”

In mezzo a questo “paradiso” teleconnettivo, si trovano alcune insidie rifugiate in stratosfera, tipiche degli anni di nina strong e QBO+. Si tratta dei Canadian Warming e dei potenti Stratcooling tardo autunnali. Queste due cose messe insieme sarebbero in grado di portare un non inverno da catalogare insieme al 2006/07 se non oltre. Basti ricordare per esempio il 1989.

C’è però qualcosa che potrebbe inibire queste preoccupazioni, infatti la combinazione minimo solare, QBO positiva e nina strong, potrebbe creare un decopuling notevole tra la stratosfera e la troposfera. Ecco che potremmo affermare che, come lo scorso anno, quest’inverno a dominare sarà la TROPOSFERA, mentre la stratosfera si troverà impotente davanti ai grandi movimenti che ci attendono.

Concludo dicendo quindi che mi aspetto ad ora un inverno molto freddo, con un alternarsi di periodi gelidi, anche molto importanti, intervallati da fasi anticicloniche fredde, ovvero con centro dell’HP sul centro nord europeo e afflussi freddi/anticiclonici da est. Anche le ondate di aria artico-marittima non mancheranno e, anzi, saranno forse maggiori di quelle avute lo scorso inverno.  Presterei attenzione al periodo compreso tra metà gennaio e fine febbraio circa, quando si potrebbe avere una ripresa dell’AO. Ma come spiegato, ad ora è complicatissimo dare anche solo una tendenza, figuriamoci scendere poi nei particolari… Tutto dipenderà da cosa accadrà in stratosfera e troposfera a novembre/inizio dicembre. Quindi per le previsioni invernali, direi che ne riparleremo a dicembre. Adesso ci aspettano solo degli aggiornamenti strada facendo.

MIKI 03

Gli autunni di nina in Europa (parte 2-nina moderata-forte)

Ecco la seconda parte dell’articolo sugli autunni di nina… come da titolo qui tratteremo dei periodi caratterizzati da eventi moderato o forti, ovvero come quello che ci interesserà quest’anno.

Ecco subito le anomalie di geopotenziale per i mesi in ordine:

Settembre:

A dominare la scena è sicuramente la forte depressione d’Islanda, causata da una veloce formazione del VP, che anche quest’anno è avvenuta prematuramente in stratosfera. Di conseguenza si instaura un regime AO+/NAO+ abbastanza debole in grado di mantenere in Italia il mese su valori termo-pluviometrici prossimi al normale.

Ottobre:

L’immagine di per se ha bisogno di veramente pochi commenti…

Forte HP in Atlantico con colate artico marittime di impressionante forza e persistenza in grado di portare temperature notevolmente sottonorma. Di recente abbiamo l’ottobre 2007 che ha seguito la tendenza e che si è poi aggiunto agli altri anni a fare media.

Novembre:

Ecco che con l’ultimo mese autunnale si percepisce subito l’entrata di un inverno molto precoce con configurazioni classiche da AO–/NAO- in grado di portare aria gelida continentale fin sul nostro paese.

Dicembre:

Come fatto nel precedente articolo, azzardiamo ad addentrarci an\\che nell’inverno. Dicembre a livello emisferico vede un’AO neutra, mentre in zona Europea la NAO si mantiene su valori leggermente positivi. Grazie però alla posizione favorevole delle SSTA negli inizi degli inverni di nina forte si riescono comunque ad avere ancora discrete colate di aria fredda artico marittima.

Analizzando tutto l’inverno si nota chiaramente che a dominare sono l’AO+/NAO+ che portano inverni  termicamente in media o leggermente sopra norma.

MIKI 03

Gli autunni di nina in Europa (parte 1- nina debole)

In questo articolo non parleremo della situazione che ci interesserà nei prossimi mesi, ma cominceremo ad addentrarci nell’argomento “nina” analizzando quello che accade in Europa nei periodi di nina debole.

Andiamo di mese in mese…

Settembre:

 

La media è alquanto chiara: un forte anticiclone scandinavo e frequenti infiltrazioni fredde in area mediterranea con conseguente inizio ben spinto dell’autunno.

 

Ottobre:


 

Nel mese di ottobre si presentano, al contrario, indici AO e NAO notevolmente positivi con conseguente forte depressione d’Islanda e HP ben distesi sull’Europa.

 

Novembre:


Si presenta come un mese perfetto per i pluviofili soprattutto del nord Italia, infatti vi è una grande tendenza ad affondi artico marittimi verso la penisola iberica che interessano talvolta anche l’Italia.

 

Dicembre:


 

Dicembre, primo mese invernale, inizia la classica influenza della nina debole che permette inverni caratterizzati da AO e NAO -, come infatti potrete notare c’è una certa somiglianza con le anomalie di questo inverno, mentre sono praticamente l’opposto delle anomalie del mese di ottobre in anni di nina debole.

 

A conti fatti gli autunni di nina debole risultano generalmente in media termica e più piovosi del normale su tutta la nostra penisola.

Aprendo una piccola parentesi sugli inverni successivi… ecco le anomalie di geopotenziale nel periodo dicembre, gennaio, febbraio:


 

Inverno caratterizzato da AO e NAO sostanzialmente negative con frequenti ondate fredde di matrice continentale e infiltrazioni basso atlantiche.

Dopo questa parte sugli autunni di nina debole, ci sarà la seconda che parlerà della situazione attuale, ovvero gli eventi di nina moderata/forte.

MIKI03

Seconda metà dell’estate 2010, nuovi aggiornamenti.

Ormai giunti a metà di questa stagione estiva, direi di andare a rivedere come sono andate le previsioni fatte all’inizio:

“I prossimi giorni (15-20 giugno) vedranno un’alta pressione delle Azzorre bella pimpante che tenderà risalire verso nord e poi essere trascinata a NE a causa della ripresa dell’AO index verso valori positivi portando fresco e perturbato un po’ su tutta la penisola. L’AO sarà subito destinata a crollare a causa dello split del VP. La situazione durerà all’incirca fino a fine mese quando la NAO subirà un nuovo crollo e l’anticiclone azzoriano si spingerà verso nord in direzione della Groenlandia facendo scendere aria fredda e perturbazioni sull’ovest Europa.”

Direi che per ora sono andate discretamente bene, infatti proprio in questi giorni l’aria fredda da NW si sta convogliando sull’Europa occidentale. Però il cambiamento delle SSTA atlantiche è stato molto rapido. Complice la nina in rapida intensificazione e quindi l’AO positiva, le anomalie negative si sono rapidamente spostate verso est. Questo spostamento è destinato a continuare e a creare una fascia negativa a ridosso delle coste europee con la congiunzione delle bolle fredde presenti rispettivamente tra Islanda e Norvegia, sul centro atlantico e sul NW africano.

Questo periodo di passaggio sarà caratterizzato da un incontrastato dominio anticiclonico, prevalentemente africano, su buona parte del mediterraneo.  Sempre sull’articolo di previsione dell’estate si era accennato di un gran periodo caldo con dinamiche simili al quelle del famigerato 2003, ma erano previste ad Agosto. E’ stato proprio il troppo veloce spostamento delle SSTA a causare questo considerevole anticipo.

E allora… Per Agosto cosa dobbiamo aspettarci?

A quanto pare la nina si sta sviluppando a velocità elevatissime e questo gioca a favore di una decadenza estiva anticipata. Schematicamente si potrebbe dire che il periodo da adesso fino al 5-15 agosto sarà caldo e interrotto da brevi fasi fresche, anche di moderata intensità, mentre dal 15 agosto circa, lo spostamento delle SSTA negative a ridosso delle coste europee permetterà un’entrata delle saccature atlantiche con maggiore facilità. Ad essere i primi interessati in Italia saranno le regioni di nord ovest, successivamente anche il centro. Il sud potrebbe anche rimanere ai margini ed essere interessato da prefrontali caldi e secchi.

Mentre noi sentiremo l’estate lasciarci, in Atlantico, si andrà a via a via a scavare una sempre più profonda depressione a Sud-Est dell’Islanda che sarà poi la protagonista del mese di settembre, infatti non è affatto escluso che vi possa essere qualche ritorno estivo con l’entrare dell’autunno , a volte che di discreta lunghezza e intensità… ma dell’autunno se ne parlerà in un altro articolo che riserverà una bella sorpresa per gli amanti del freddo.

Aggiornamenti Dalla zona ENSO (immagine autoaggiornante):

Previsioni NOAA:

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