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Il contenuto di calore nel nord atlantico sta scendendo rapidamente

L’ottimo sito di Ole Humlum, Climate4you, ha appena pubblicato l’ultimo aggiornamento dei dati sul contenuto di calore nel nord atlantico, fino a marzo 2016. I dati mostrano che stanno accadendo alcune cose interessanti nel Nord Atlantico.

In primo luogo, diamo un’occhiata alla zona evidenziata qui sotto :

Mappa che mostra la zona del Nord Atlantico all’interno 60-0W e 30-65N, per i quali il contenuto di calore da 0 -700 m è mostrato nei due seguenti schemi .

Anomalia del contenuto di calore mensile globale (GJ / m2) tra 0 e 700 m dell’oceano Nord Atlantico (60-0W, 30-65N), dal gennaio 1955. La linea sottile indica valori mensili, e la linea spessa rappresenta la semplice media su 37 mesi (c. 3 anni). Fonte dei dati: Nazionale Oceanographic Data Center (NODC). Ultimo periodo indicato: gennaio-marzo 2016. Ultimo aggiornamento al 7 Giugno 2016.

Stiamo prendendo sempre più familiarità con il blob freddo che si è sviluppato superficialmente nella parte settentrionale del Nord Atlantico, durante l’ultimo paio di anni. Ma è anche evidente che detta zona si sta sempre più raffreddando. Le temperature adesso si sono portate ai livelli dei primi anni 90. (E’ anche interessante notare che il 1970 ha segnato il periodo più freddo nelle registrazioni). Sfortunatamente non abbiamo i dati per anni caldi come il 1930 e il 1940.

Ole, qui sotto,  mostra anche i dati di Argo per l’59 N, 30-0W. (Sulla mappa in alto, si può vedere che questi si riferiscono alla linea che va da Shetland a ovest dell’Islanda). Questa particolare sezione è ritenuta importante perché si trova lungo la parte principale della Corrente nord-atlantica.

Temperatura media lungo 59 N, 30-0W, profondità 0-800m, corrispondente alla parte principale della Corrente nord-atlantica, dati di Argo. Fonte: Global Marine Argo Atlas . Ultimo mese indicato: marzo 2016. Ultimo aggiornamento dello schema: 7 giugno 2016.

Ancora una volta vediamo un rapido declino occorso negli ultimi anni. Sotto, possiamo trovare anche il significativo diagramma di profondità – tempo.

Schema della temperatura Tempo – Profondità, lungo 59 N, 0-800 m di profondità, al di là dell’Atlantico corrente del Nord. Le temperature in gradi Celsius. Fonte: Global Marine Argo Atlas . Ultimo mese indicato: marzo 2016. Ultimo aggiornamento schema: 7 giugno 2016.

Ciò dimostra chiaramente che il freddo sta partendo dal basso. Si è affermato in quest’ultimi anni che “lo scioglimento dei ghiacci dell’Artico” è stato il responsabile delle SST più fredde nell’area. I dati ARGO dimostra che questo non è vero ! Ricordiamo che si tratta di oceani e che i loro cicli dominano il clima della Terra.

L’AMO sta continuando a marciare su un territorio piatto, in territorio positivo, ma le figure OHC sono il primo segno che le cose potrebbero iniziare a cambiare ?

http://www.esrl.noaa.gov/psd/cgi-bin/gcos_wgsp/tsanalysis.pl?tstype1=91&tstype2=0&year1=&year2=&itypea=0&axistype=0&anom=0&plotstyle=0&climo1=&climo2=&y1=&y2=&y21=&y22=&length=&lag=&iall=0&iseas=1&mon1=0&mon2=11&Submit=Calculate+Results

Riferimenti

Climate4you, gli aggiornamenti mensili sono disponibili qui : http://www.climate4you.com/

 

Fonte : https://notalotofpeopleknowthat.wordpress.com/2016/06/13/north-atlantic-ocean-heat-content-dropping-rapidly/

Corrente del Golfo tra ipotesi e certezze

La passata settimana, il Consorzio Lamma ha pubblicato un articolo sulla corrente del Golfo. E’ un pò di tempo che non affrontiamo l’argomento. Quale migliore occasione quindi, per tornare su detta tematica, tanto dibattuta in quest’ultimi anni.

…..

Nell’ultimo decennio si è assistito ad una notevole speculazione mediatica sul possibile rallentamento, o addirittura sull’interruzione, della Corrente del Golfo, quell’immenso “fiume” di acqua calda che, spingendosi dal Golfo del Messico fino al mare di Barents, garantisce un clima insolitamente mite su gran parte dell’Europa centro settentrionale.

                       Schema della circolazione termolina

Finora le notizie riguardanti un possibile indebolimento della corrente termoalina* si sono basate più su ipotesi che su comprovati dati scientifici, con l’unica conseguenza di ispirare film fanta-scientifico-catastrofici come “The day after tomorrow”.
Finora, appunto, perché nel marzo 2015 sulla prestigiosa rivista scientifica Nature è stato pubblicato un articolo che dimostra che negli ultimi 40 anni c’è stato un eccezionale indebolimento dell’AMOC (Atlantic Ocean Overturning Circulation)**, la parte Atlantica del grande sistema planetario di correnti termoaline (il cosiddetto “nastro trasportatore”) al cui vertice settentrionale troviamo la corrente del Golfo.
A distanza di appena 6 mesi la questione è tornata prepotentemente alla ribalta in seguito alla pubblicazione del consueto report sull’andamento del clima del pianeta da parte della NOAA che mostra come, a dispetto di un agosto da record (il più caldo dal 1880), c’è un’area che per il 21esimo mese consecutivo mostra anomalie marcatamente negative (salvo l’agosto 2014 quando i valori risultarono in media); l’area in questione è proprio il nord Atlantico. Non solo, osservando gli scarti termici dell’intero 2015, quindi da gennaio ad agosto, si può notare che le anomalie negative a sud dell’Islanda sono le più basse mai registrate (record coldest).
Anomalie di temperature da inizio anno (fonte NOAA)
Questa clamorosa eccezione fredda può sembrare paradossale in un mondo che tende a scaldarsi, e invece non lo è affatto. Quello che sta succedendo, infatti, ricalca esattamente quanto riportato su Nature e quanto pronosticato, già nel 2007, dall’IPCC: la fusione dei ghiacciai groenlandesi, unita alla riduzione del pack artico e all’aumento della portata dei fiumi siberiani, sta disturbando la corrente termoalina attraverso il massiccio apporto di acqua dolce e lo spostamento sempre più prossimo alle coste groenlandesi delle cosiddette “colonne di inabissamento”. Una situazione che, a detta degli scienziati, è destinata a peggiorare nei prossimi decenni a causa del probabile ulteriore aumento della temperatura globale.
Ma quali conseguenze potrà avere un indebolimento della circolazione termoalina e quindi della corrente del Golfo?
Qui entriamo nel campo delle ipotesi. Secondo i più è decisamente improbabile aspettarsi uno scenario da glaciazione in Europa, in quanto il raffreddamento dovrebbe essere compensato in parte dall’incremento della temperatura globale causato dai gas serra (destinati, secondo gli scenari più pessimistici dell’IPCC, a raddoppiare entro il 2100). In altre parole sembra escluso un “The day after tomorrow”, o, restando in un ambito decisamente un po’ più scientifico, un nuovo “Younger Dryas”***.
Gli effetti ipotizzati, tuttavia, non sono da trascurare: da un inasprimento del clima in Europa (dovuto al marcato gradiente termico che verrebbe ad instaurarsi in Atlantico), all’aumento del livello medio del mare lungo la costa orientale degli USA (dovuto alla diminuzione della quantità di acqua “pompata” verso nord dalla corrente del Golfo), allo sconvolgimento degli ecosistemi marini.
Al di là delle possibili conseguenze, che ripetiamo sono ancora a livello di ipotesi, rimane il fatto scientifico e inoppugnabile che la circolazione termoalina negli ultimi 40 anni si è notevolmente indebolita e che, molto probabilmente, continuerà a farlo anche nei prossimi decenni.

Legenda dei termini

* Circolazione termoalina: componente essenziale della grande circolazione oceanica causata da gradienti di densità. La densità delle acque varia in base alla temperatura e alla salinità, una massa d’acqua molto fredda e molto salata è decisamente più densa di una massa d’acqua calda e poco salata. La corrente del Golfo parte dal Golfo del Messico dove le acque sono molto calde e con una concentrazione salina relativamente bassa, mano a mano che la corrente si sposta verso latitudini polari tende a raffreddarsi e a diventare più salata, sia per effetto dell’evaporazione operata dai venti polari, sia per il fenomeno del brine exclusion (nelle aree prospicienti la banchisa artica la salinità è molto elevata a causa dell’espulsione dei sali durante il processo di congelamento). Il forte aumento della densità provoca lo sprofondamento (downwelling) della massa d’acqua che, sfruttando anche i canyon presenti sui fondali atlantici, rifluisce verso il golfo del Messico; qui, grazie al meccanismo dell’upwelling, l’acqua profonda torna il superficie e il meccanismo più ripartire. Le zone dove avviene il downwelling sono anche conosciute come colonne di inabissamento e si trovano in precisi punti del nord atlantico (in particolare in prossimità dell’Islanda e della Groenlandia); affinché esse funzionino è basilare che il fondale sia posto molto in profondità, una riduzione di quest’ultima può causare un indebolimento del meccanismo di richiamo.
**AMOC: acronimo per Atlantic Meridional Overturning Circulation; indica la componente meridionale del complesso termoalino atlantico (dal tropico del Capricorno al Tropico del Cancro).
***Younger Dryas: periodo della durata di circa 1000 anni caratterizzato da condizioni glaciali sull’Europa nord occidentale, in Groenlandia e su parte del nord America. Lo Younger Dryas è collocato all’incirca tra il 12900 e l’11500 AC ed avviene in una fase di intenso riscaldamento della temperatura globale (deglaciazione). Si ipotizza che ad averlo provocato sia stato un improvviso blocco della corrente termoalina causato dal massiccio apporto di acque dolci nel Nord Atlantico causato dalla fusione del ghiacciai continentali vicini. Vedi anche: https://it.wikipedia.org/wiki/Dryas_recente

Osservazioni norvegesi confermano che la Corrente del Golfo è rimasta stabile negli ultimi 20 anni

Una delle affermazioni più allarmanti sul riscaldamento globale è che questo causerà un cambiamento nelle correnti oceaniche, come nella Corrente del Golfo. Viceversa in norvegia si scrive ….

Questa settimana, i media norvegesi, hanno riportato i risultati ottenuti dall’oceanografo Kjell Arild Orvik, professore presso l’istituto di geofisica dell’Università di Bergen. Vent’anni di misurazioni della Corrente del Golfo, che hanno avuto luogo a Måløy, sulla costa occidentale della Norvegia. Sono state misurate : la velocità, la forza e la temperatura dal 24 Aprile 1995.

Sul sito web scientifico Forskning.no si riporta :

Quello che osserviamo è che il flusso è vivace, nel senso che essa varia sia stagionalmente che di anno in anno, ma quando osserviamo i dati su 20 anni, questi ci mostrano una stabilità nel lungo termine.

Il giornale nazionale “VG”, sottolinea l’importanza dell’osservazioni nel lungo termine e spiega : – Durante i primi 10 anni abbiamo visto un aumento della temperatura di un grado Celsius, ma durante i successivi dieci anni, le temperature sono scese di nuovo e ora sono di nuovo al livello del 1995. Ciò conferma le variazioni nel lungo termine della Corrente del Golfo.

Figura 2 – Corrente del Golfo Misure della temperatura sulla costa occidentale della Norvegia. Prima è stato più caldo, poi di nuovo freddo. La linea verde in questa figura mostra le variazioni annuali della temperatura. Essa è aumentata di un grado Celsius dal 1995 al 2005. Da allora le temperature sono scese di nuovo al livello del 1995. La temperatura media alla profondità di 100 metri è di 8,9 gradi Celsius. “(Dal giornale VG)

Riferimenti:

http://www.vg.no/nyheter/innenriks/klimatrusselen/avfeier-paastander-om-at-golfstroemmen-braastanser/a/23451235/

http://forskning.no/klima/2015/05/golfstrommen-stabil-de-20-siste-arene

VG è il più grande quotidiano nazionale in Norvegia. Forskning.no è il primo sito web di scienza nazionale.

Fonte : http://wattsupwiththat.com/2015/05/23/norwegian-observations-confirms-the-gulf-stream-has-been-stable-over-the-past-20-years/

 

Intervista al climatologo Vincenzo Ferrara

Il post sul profilo Facebook del climatologo Vincenzo Ferrara è letteralmente allarmante. Da qui è partita la nostra intervista.

  • Dott. Ferrara, Nel primo numero del 2014 della rivista scientifica Ocean Science è stato pubblicato un articolo, “Observed decline of the Atlantic meridional overturning circulation 2004–2012”, in cui sono riportate le osservazioni che confermano il rallentamento della Circolazione Meridionale Atlantica, una delle principali correnti mondiali da cui dipende la Corrente del Golfo. Il film “The Day After Tomorrow” si sta avverando?

In quel film l’arresto della Corrente del Golfo, con la conseguente glaciazione, avveniva nel giro di pochi giorni, in realtà il processo è molto più lento, almeno 100 anni. E’ comunque uno scenario possibile, tanto è vero che è già successo: 12.500 anni fa, nel periodo Younger Dryas, quando la Terra stava uscendo da un periodo di glaciazione e si stava riscaldando, per cui si stavano sciogliendo i ghiacci del nord. Questo ha provocato, tra l’altro, anche dei terremoti, dovuti al minor peso della massa ghiacciata, che fa sollevare la crosta terrestre (cosiddetti terremoti isostatici): tra l’altro sono stati registrati dei piccoli terremoti in Alaska e Groenlandia, per cui ci si colloca in questo scenario. L’altro fenomeno conseguente all’aumento delle temperature è stato il riversarsi nell’Oceano di una massa notevole di acqua dolce, che ha rallentato la Corrente del Golfo, tanto da causare una glaciazionedell’emisfero settentrionale del Pianeta, durata 1300 anni; poi lentamente la Corrente del Golfo si è ripristinata. 

  •  Adesso invece qual è la causa del rallentamento della Corrente del Golfo?

Adesso le grandi quantità di acqua dolce che stanno confluendo nell’Atlantico sono una conseguenza del cambiamenti climatici provocato dall’uomo: la deglaciazione della Groenlandia sta avvenendo a un ritmo di 220 miliardi di metri cubi di acqua dolce all’anno. E’ una quantità così grande, che l’Oceano non riesce a rimescolarla, per cui si accumula nel Nord dell’Atlantico. Il fatto che da una parte è più dolce, mentre l’acqua che proviene da sud è salata, rallenta la corrente del Golfo: oltre a un certo limite, la blocca. Infatti, l’acqua calda si forma nel Golfo del Messico: è acqua calda e salata. A parità di salinità, l’acqua calda è più leggera di quella fredda: quindi, per la forza di Cornelis, la Corrente del Golfo porta il calore verso nord, verso l’Europa. Grazie a questo processo, l’Europa è “riscaldata”: il nord Europa è abitabile pur essendo localizzato a latitudini simili alla Groenlandia e all’Alaska. Ad esempio, all’altezza della Norvegia in Groenlandia ci sono 2-3000 metri di ghiaccio; il nord della Gran Bretagna corrisponde a zone disabitate del Canada.  Questo è l’effetto della Corrente del Golfo. Se l’acqua dell’Atlantico diventa dolce, l’acqua calda e salata che arriva dal Golfo del Messico, troverebbe un ostacolo scontrandosi con l’acqua dolce, perché l’acqua salata è più pesante dell’acqua dolce. Quindi anche se acqua calda, non riesce ad andare avanti: in qualche modo sprofonda o torna indietro, e ricircola nel medio-basso Atlantico. Per cui l’Europa andrebbe verso una glaciazione, in maniera analoga a Groenlandia e Alaska. E’ un processo lento ma inesorabile.  

  •   Questo processo di rallentamento della Corrente, è già iniziato?

Sono una decina d’anni ormai che si osserva che la Corrente del Golfo è rallentata, all’altezza della Groenlandia. Adesso queste misure confermano che il rallentamento esiste e continua. Indica che il fenomeno si è innescato, anche se, come detto, è un processo lungo di 100 anni.  Il problema non è solo il riscaldamento climatico in sè, ma è la rapidità con cui avviene, che non permette un rimescolamento omogeneo dell’acqua. Insomma, il cambiamento del clima è troppo veloce rispetto al grado di riassestamento del Pianeta. In realtà questo non è un problema per il Pianeta, in quanto la Terra si riadatta con i suoi tempi in genere: è un problema invece per gli equilibri del genere umano. Il segnale è chiaro: bisogna fermare questo treno che sta correndo. 

  • Riguardo alla tempistica, è possibile conoscere in maniera più precisa quando si interromperà la Corrente del Golfo?

Noi non conosciamo quando con esattezza: è un fenomeno cosiddetto di “isteresi”. Sappiamo che più alto è il riscaldamento globale, maggiore è il rischio dell’interruzione della Corrente del Golfo. Inoltre, c’è un alto rischio: più è alta la velocità a cui aumenta la temperatura, maggiore è il rischio del collasso dei ghiacci della Groenlandia, improvvisamente (dove per “improvvisamente” si intendono alcune decine di anni, o più): questo, oltre ad interrompere la Corrente del Golfo, potrebbe portare anche a far sollevare il mare di 6-7 metri, proprio come successo 125.000 anni fa. Oltre alla glaciazione, avremmo anche questo ulteriore problema. Quindi, è come nel film “The Day After Tomorrow”, ma con un’altra tempistica…

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Intervista condotta da Veronica Caciagli

 

Fonte : http://www.lastampa.it/2014/02/25/scienza/ambiente/green-news/il-rallentamento-della-corrente-del-golfo-e-il-rischio-di-una-nuova-glaciazione-TIYTlsL9oqXLgKxkzzFYkM/pagina.html

Michele

Le correnti atlantiche causano i cambiamenti climatici in Europa

Gli allarmisti del cambiamento climatico indicano gli ultimi decenni del clima europeo per rafforzare la loro ipotesi che il riscaldamento globale ha preso il continente nella sua morsa. Un nuovo rapporto mostra che in questo  recente caldo non c’è niente di anormale o senza precedenti, nel corso del 1990 c’è stato semplicemente un ritorno alla situazione che si é avuta giá durante tra il 1931 e il 1960. La ragione del cambiamento sono le temperature oceaniche calde, che sono a loro volta guidate dalla variazione delle correnti oceaniche calde dai tropici. Il record strumentale mostra che, rispetto alla temperatura media del resto degli oceani del mondo, la temperatura del Nord Atlantico ha oscillato tra  fasi di insolitamente calde e insolitamente fresce, ciascuno della durata di diversi decenni. Registrazioni paleoclimatiche suggeriscono che simili variazioni  si estendono molto più indietro nel tempo. Il modello di variazione multidecadale osservato nel Nord Atlantico delle temperatura superficiale del mare (SST) è diventato noto come il Multidecadal Atlantic Oscillation (AMO).

Il cambiamento climatico avviene in cicli sia lunghi che corti. Il ciclo lungo più drammatico  che gli esseri umani hanno sperimentato nel tempo è l’alternanza del fenomeno Era Glaciale nei periodi glaciali e periodi interglaciali. Nel corso degli ultimi 800.000 anni o giù di lì, il mondo si gela per 100.000 anni e poi si scioglie improvvisamente per 15-25,000 anni. Tra i  cicli  brevi il piú conosciuto é l’alternanza del El Niño / La Niña  nell´Oceano Pacifico, che viene accusato per il maltempo o le secche in Nord America e un altro ciclo ben noto  é quello dei monsoni in Asia. Vi sono, tuttavia, molti cicli  intermedi che funzionano su scale sia di decenni che di centinaia di anni.

Tali cicli sono problematici per gli scienziati del clima perché è molto difficile capire la differenza tra uno ciclo naturale e un ciclo che subisce una influenza da parte dell’attivitá umana.  E ‘molto facile da osservare un aumento della temperatura che cresce e decresce in un periodo di mezzo secolo e di errore che per qualcosa causato dalle attività umane. Una nuova relazione su Nature  ” L’influenza dell’oceano atlantico nei cambiamenti del clima europeo nel 1990 , “di Rowan T. Sutton e Buwen Dong, dà uno sguardo a un tale ciclo di  lunghezza intermedia che è stato confuso da decenni dagli scienziati del clima in Europa. Ecco l’abstract:

Il clima europeo presenta una variabilità, su una vasta gamma di tempi. Comprendere la natura e i driver di questa variabilità è un passo essenziale per lo sviluppo di previsioni climatiche robuste e per la valutazione dei rischi. L’Oceano Atlantico è  un importante fattore di variabilità nel clima europeo su scale temporali decennali, ma l’importanza di questa influenza negli ultimi decenni è stata poco chiara, in parte a causa delle difficoltà nel separare l’influenza dell’Oceano Atlantico da altri contributi, ad esempio, da quello tropicale dell’oceano Pacifico e dalla stratosfera. Qui analizziamo quattro set di dati ottenuti da osservazioni, per dimostrare, che nel corso del 1990, c’è stato un cambiamento sostanziale nel clima europeo verso un modello caratterizzato da anomali estati umide nel nord Europa, e estati calde secche  in Europa meridionale, con spostamenti relativi in primavera e in autunno. Questi cambiamenti del clima hanno coinciso con un riscaldamento sostanziale del Nord Atlantico, verso una situazione che era stata vista l’ultima volta nel 1950. I modelli di cambiamento climatico europeo nel 1990 sono coerenti con le precedenti modifiche  attribuite all’influenza dell’Atlantico settentrionale e forniscono prove convincenti che l’Oceano Atlantico è stato il fattore chiave. I nostri risultati suggeriscono che il recente andamento delle anomalie nel clima europeo si manterrà sino a quando l’Oceano Atlantico settentrionale rimane anomalmente caldo.

La frase chiave è “visto l’ultima volta nel 1950“. Un attento esame dei dati storici rivela, che quanto è successo in Europa negli ultimi due decenni, è successo, più di mezzo secolo prima. Precisando che “anomalia”, significa semplicemente una variazione di qualche grado della linea di base scelta. I modelli delle anomalie delle temperature superficiale dell’aria (SAT)  in Europa per i due periodi caldi sono molto simili, come mostrato nella figura seguente :


Anomalie in Sat durante le fasi recenti caldi della AMO, relativi alla fase intervenire fresco.

In tutte e tre le stagioni, le anomalie calde si trovano, ma non vi è variazione stagionale. In primavera, significative anomalie calde sono limitate verso l’Europa occidentale, con le maggiori anomalie (> 0,8 ° C) in Europa occidentale continentale. In estate, le anomalie calde si estendono molto più ad est in Europa centrale e orientale e le maggiori anomalie (> 1,0 ° C) si trovano nelle regioni meridionali che si affacciano sul Mar Mediterraneo. In autunno, invece, le anomalie calde sono limitate al Nord Europa, e le maggiori anomalie (> 1,0 ° C) si trovano sulla Scandinavia.

La somiglianza tra i due periodi caldi possono essere viste anche nella evoluzione stagionale del Central England Temperature (CET). Questi risultati sono in linea con le correlazioni medie stagionali  tra l’AMO e CET, riportati in altri studi e suggeriscono che lo stato caldo del Nord Atlantico favorisce una primavera mite (soprattutto aprile), estate e autunno, in Inghilterra e in tutta Europa. Ci sono anche anomalie caratteristiche  nelle precipitazioni che accompagnano questo andamento ciclico, vedere la carta per i dettagli. 

” I nostri risultati migliorano in modo significativo il crescente corpo di evidenze che l’Oceano Atlantico è un fattore chiave della variabilità decennale nel clima in Europa e altre regioni. Essi inoltre suggeriscono che il recente andamento delle estati umide del nord Europa e delle estati calde e secche in Europa meridionale (e gli schemi relativi di caldo, asciutto nel nord-ovest Europeo, caldi autunni asciutti in Scandinavia, e autunni umidi in Europa sud-orientale)  dovrebbero continuare finché l’attuale fase calda dell´ AMO persiste. Tuttavia, non è chiaro per quanto tempo questo sarà. Questa incertezza riflette le lacune nella comprensione dei fattori che guidano l’AMO. “

È interessante notare che i risultati di questo nuovo studio sono in buon accordo con alcune  fotografie  vecchie di 80 anni. Fotografie provenienti dalla Groenlandia. Quelle foto hanno rivelato che questa non è la prima volta che c’è stato un periodo di ritiro dei ghiacciai in Groenlandia . 

A Heinkel hydroplane after returning from a surveying mission during Knud Rasmussen’s expedition to Greenland (ca 1933). Recently rediscovered aerial imagery from the past 80 years shows that the glaciers of southeast Greenland have responded vigorously on a decadal scale to both warming and cooling.

L´attuale scioglimento dei ghiacciai è un ulteriore per i credenti dell’apocalittico riscaldamento globale. Purtroppo per loro, i ghiacciai della Groenlandia stavano diminuendo  velocemente nel corso del 1930,  cosí come oggi.


L’AMO guida clima dell’Europa su una scala temporale multidecadale.

Il punto è…. se l’aumento delle temperature dal 1970 ad oggi può essere attribuito alla comparsa della fase calda di questo ciclo atlantico settentrionale. La causa immediata del ciclo è il rafforzamento e l’indebolimento della corrente meridionale (MOC), il tanto conclamato nastro trasportatore oceanico . Gli scienziati che studiano il MOC vi diranno che la forza del suo flusso presenta forti variazioni nel corso del tempo e non c’è ragione di aspettarsi che non cambi in futuro.

Quindi, se l’Europa è in fase di caldo per un lungo fenomeno ciclico decennale climatico, le temperature in Europa dovrebbero aver raggiunto il picco alla fine del 1990 e lí rimanere più o meno a lungo. Se, invece, il riscaldamento nel corso degli ultimi decenni è stato a causa di questo pauroso flagello della  CO 2, l’andamento della temperatura avrebbe dovuto essere sempre in aumento in rapporto con i livelli di gas serra che sono aumentati. Sì, qui sta il problema.

Vedete, i dati tranquillamente rilasciati dal Met Office del Regno Unito e che mostrano che a partire dall’inizio del 1997 fino ad agosto 2012, non vi é alcun aumento visibile nelle temperature globali. In altre parole, il calore del mondo si é fermato  quasi 16 anni fa. 

L’andamento è mostrato nella figura seguente.


Grafico che mostra 16 anni di variazione di temperatura.

Come riportato dal britannico Daily Mail , i nuovi dati, raccolti da oltre 3.000 punti di misura di terra e di mare, è stato rilasciato tranquillamente su internet, senza alcun clamore dei media. ” Ciò è in netto contrasto con la pubblicazione dei dati precedenti sei mesi prima, che è andato solo alla fine del 2010 – un anno molto caldo”, afferma l’articolo on-line. “Porre fine i dati significa, allora che è possibile mostrare una leggera tendenza al riscaldamento dal 1997, ma il 2011 e i primi otto mesi del 2012 sono stati molto più freschi, e quindi questa tendenza viene cancellata.” Questo per quanto riguarda l’oggettività scientifica del Met Office.

Il Daily Mail ha chiesto ad alcuni esperti del clima  il loro parere:

Alcuni scienziati del clima, come il professor Phil Jones, direttore della Climatic Research Unit presso l’Università di East Anglia, la scorsa settimana ha respinto il significato dellappiattimento delle anomalie delle temperatue, dicendo che 15 o 16 anni è un periodo troppo breve, per trarre conclusioni.

Altri non sono d’accordo. Il professor Judith Curry, che è il capo del prestigioso dipartimento di scienza del clima del Georgia Tech University, ha detto al Mail e al Sun che era chiaro che i modelli informatici utilizzati per prevedere il riscaldamento futuro erano ‘profondamente sbagliati’.

Anche Prof Jones ha ammesso che lui e i suoi colleghi non hanno capito l’impatto della ‘variabilità naturale’ – fattori quali cicli oceanici a lungo termine sulle temperatura e le variazioni nella produzione di energia del sole. Tuttavia, ha detto che era ancora convinto che il decennio in corso sarebbe finito molto più caldo rispetto ai due precedenti.

Divertente… quando abbiamo avuto un decennio di aumento delle temperature, la tendenza era “ovvia” e un segno sicuro di una imminente crisi globale. Ora  dicono che le  ipotesi scientifiche  del riscaldamento globale, del buon dottor Jones, sono veritiere nella loro valutazione dei dati climatici, ma possono slittare di qualche decennio. Il dottor Curry ribatte che i modelli al computer, che ci profetizzano tutto questo riscaldamento globale dell’IPCC sono come la storia dello stregone (Messo a fine articolo :smile:) e che sono profondamente sbagliati. 

Forse i media finalmente metteranno la testa fuori dalla sabbia e vedranno la verità che il riscaldamento globale è una truffa perpetrata da un certo numero di “poveri” scienziati  al fine di promuovere il loro ego e assicurare il finanziamento pubblico delle loro inutili ricerche. Forse l’IPCC pubblicherà un giorno un rapporto  e dirà  “abbiamo scherzato sulla fine del mondo finito al forno e sulla CO2”.

Ma questo naturalmente succederá quando i maiali voleranno.

La triste verità è che troppi  scienziati del clima  hanno continuato a registrare il sostegno al riscaldamento antropogenico globale come una crisi terribile. Troppi hanno messo in campo la loro reputazione, la carriera e il portafogli per poter fare una ritrattazione. La cosa migliore da fare per questi sapienti fuorviati  è rimanere in silenzio e arrivare tranquillamente alla pensione, ma ahimè, non lo faranno. Come Max Plank ha detto:

La verità trionfa quando muoiono  i suoi avversari . La scienza avanza un funerale alla volta.

SAND-RIO

http://theresilientearth.com/?q=content/atlantic-currents-cause-european-climate-change

Cosí come scritto sopra, vi dico come fanno le previsioni meteo quelli che lavorano anche per l’IPCC:

” Un giorno un pellerossa contadino preoccupato per l´imminente inverno, va dal suo stregone per chiedere come sará la prossima stagione. Lo stregone butta in aria le pietrine, fuma nel calumet un miscuglio poco conosciuto e non raccomandabile, fa una danza, batte il tamburo, va in trance, si gratta le parti basse e alla fine rivela al contadino che il prossimo inverno sará freddo e duro e che avrebbe dovuto raccogliere della legna in piú per affrontare i rigori del freddo. Il contadino se ne va e racconta a tutti quanto gli aveva detto lo stregone e cosí tutti quelli della tribú si affrettano ad andare nei boschi a raccogliere legna. Dopo qualche settimana peró lo stregone ha qualche dubbio e telefona all´ufficio meteo nazionale americano per sapere dagli scienziati cosa prevedono i loro modelli fatti con i potenti e costosissimi computer. Dall´altra parte del telefono lo avvertono che il prossimo inverno sará molto freddo e durissimo perché un loro osservatore ha visto che alcune tribú di pellerossa stavano raccogliendo un monte di legna per riscaldarsi e affrontare la stagione invernale “

Ciao a tutti…..