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Intervista al climatologo Vincenzo Ferrara

Il post sul profilo Facebook del climatologo Vincenzo Ferrara è letteralmente allarmante. Da qui è partita la nostra intervista.

  • Dott. Ferrara, Nel primo numero del 2014 della rivista scientifica Ocean Science è stato pubblicato un articolo, “Observed decline of the Atlantic meridional overturning circulation 2004–2012”, in cui sono riportate le osservazioni che confermano il rallentamento della Circolazione Meridionale Atlantica, una delle principali correnti mondiali da cui dipende la Corrente del Golfo. Il film “The Day After Tomorrow” si sta avverando?

In quel film l’arresto della Corrente del Golfo, con la conseguente glaciazione, avveniva nel giro di pochi giorni, in realtà il processo è molto più lento, almeno 100 anni. E’ comunque uno scenario possibile, tanto è vero che è già successo: 12.500 anni fa, nel periodo Younger Dryas, quando la Terra stava uscendo da un periodo di glaciazione e si stava riscaldando, per cui si stavano sciogliendo i ghiacci del nord. Questo ha provocato, tra l’altro, anche dei terremoti, dovuti al minor peso della massa ghiacciata, che fa sollevare la crosta terrestre (cosiddetti terremoti isostatici): tra l’altro sono stati registrati dei piccoli terremoti in Alaska e Groenlandia, per cui ci si colloca in questo scenario. L’altro fenomeno conseguente all’aumento delle temperature è stato il riversarsi nell’Oceano di una massa notevole di acqua dolce, che ha rallentato la Corrente del Golfo, tanto da causare una glaciazionedell’emisfero settentrionale del Pianeta, durata 1300 anni; poi lentamente la Corrente del Golfo si è ripristinata. 

  •  Adesso invece qual è la causa del rallentamento della Corrente del Golfo?

Adesso le grandi quantità di acqua dolce che stanno confluendo nell’Atlantico sono una conseguenza del cambiamenti climatici provocato dall’uomo: la deglaciazione della Groenlandia sta avvenendo a un ritmo di 220 miliardi di metri cubi di acqua dolce all’anno. E’ una quantità così grande, che l’Oceano non riesce a rimescolarla, per cui si accumula nel Nord dell’Atlantico. Il fatto che da una parte è più dolce, mentre l’acqua che proviene da sud è salata, rallenta la corrente del Golfo: oltre a un certo limite, la blocca. Infatti, l’acqua calda si forma nel Golfo del Messico: è acqua calda e salata. A parità di salinità, l’acqua calda è più leggera di quella fredda: quindi, per la forza di Cornelis, la Corrente del Golfo porta il calore verso nord, verso l’Europa. Grazie a questo processo, l’Europa è “riscaldata”: il nord Europa è abitabile pur essendo localizzato a latitudini simili alla Groenlandia e all’Alaska. Ad esempio, all’altezza della Norvegia in Groenlandia ci sono 2-3000 metri di ghiaccio; il nord della Gran Bretagna corrisponde a zone disabitate del Canada.  Questo è l’effetto della Corrente del Golfo. Se l’acqua dell’Atlantico diventa dolce, l’acqua calda e salata che arriva dal Golfo del Messico, troverebbe un ostacolo scontrandosi con l’acqua dolce, perché l’acqua salata è più pesante dell’acqua dolce. Quindi anche se acqua calda, non riesce ad andare avanti: in qualche modo sprofonda o torna indietro, e ricircola nel medio-basso Atlantico. Per cui l’Europa andrebbe verso una glaciazione, in maniera analoga a Groenlandia e Alaska. E’ un processo lento ma inesorabile.  

  •   Questo processo di rallentamento della Corrente, è già iniziato?

Sono una decina d’anni ormai che si osserva che la Corrente del Golfo è rallentata, all’altezza della Groenlandia. Adesso queste misure confermano che il rallentamento esiste e continua. Indica che il fenomeno si è innescato, anche se, come detto, è un processo lungo di 100 anni.  Il problema non è solo il riscaldamento climatico in sè, ma è la rapidità con cui avviene, che non permette un rimescolamento omogeneo dell’acqua. Insomma, il cambiamento del clima è troppo veloce rispetto al grado di riassestamento del Pianeta. In realtà questo non è un problema per il Pianeta, in quanto la Terra si riadatta con i suoi tempi in genere: è un problema invece per gli equilibri del genere umano. Il segnale è chiaro: bisogna fermare questo treno che sta correndo. 

  • Riguardo alla tempistica, è possibile conoscere in maniera più precisa quando si interromperà la Corrente del Golfo?

Noi non conosciamo quando con esattezza: è un fenomeno cosiddetto di “isteresi”. Sappiamo che più alto è il riscaldamento globale, maggiore è il rischio dell’interruzione della Corrente del Golfo. Inoltre, c’è un alto rischio: più è alta la velocità a cui aumenta la temperatura, maggiore è il rischio del collasso dei ghiacci della Groenlandia, improvvisamente (dove per “improvvisamente” si intendono alcune decine di anni, o più): questo, oltre ad interrompere la Corrente del Golfo, potrebbe portare anche a far sollevare il mare di 6-7 metri, proprio come successo 125.000 anni fa. Oltre alla glaciazione, avremmo anche questo ulteriore problema. Quindi, è come nel film “The Day After Tomorrow”, ma con un’altra tempistica…

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Intervista condotta da Veronica Caciagli

 

Fonte : http://www.lastampa.it/2014/02/25/scienza/ambiente/green-news/il-rallentamento-della-corrente-del-golfo-e-il-rischio-di-una-nuova-glaciazione-TIYTlsL9oqXLgKxkzzFYkM/pagina.html

Michele

Una vacanza in montagna

Ecco, adesso NIA e’ diventato un sito affiliato al CAI (Club Alpino Italiano)….

No, è successo che dopo un paio di anni   sono tornato a fare una settimana di relax in Val Varaita…

Più o meno nello stesso periodo (prima vacanza metà luglio 2007, vacanza attuale fine luglio 2011).

Più o meno le stesse gite.  E le differenze notate sono state notevoli.

Se volete vi racconto…

Prima osserazione : temperatura dell’acqua.  No, non sono così fanatico da girare con il termometro di minima e sagolone ma sono abbastanza folle da andare a fare il bagnetto nei laghetti alpini. Ricordavo un bellissimo laghetto (detto “Lago secco”, ma sempre ben rifornito, quota non esagerata, diciamo sui 1900m)  in cui avevo NUOTATO a lungo e con soddisfazione e senza particolari problemi nel 2007. Quest’anno non sono riuscito a resistere per più di un minuto nell’acqua gelida. Direte… l’età avanza… La sensazione e’ soggettiva… avevi mangiato da poco (no, ho mangiato dopo …) …

Passiamo alla seconda annotazione che ho fatto: Alberi. Cioè Quasi alberi… Direi quasi Alberi “che ci stavano provando”.. Osservare la foto qui sotto:

ho evidenziato in giallo, con ingrandimento, quello che potrebbe sembrare un cespuglio. In realtà si tratta di un alberello.

Cosa ci fa un albero sotto un nevaio che lo libera a fine Luglio e che ai primi di Settembre con buona probabilità lo ricoprirà di nuovo (qui siamo a quota 2700m)?  Io ho una risposta… E’ nato quando il nevaio non c’era più e da un paio di anni viene regolarmente sommerso e ridotto ai minimi termini (Il poveretto stava aprendo le prime gemme… il 27 di Luglio…). Avete altre spiegazioni, che non implichino la volontà di suicidio di un giovane albero?

Ma vi vedo ancora dubbiosi … E allora tiro fuori la carta segreta. O dovrei dire “foto verità” ?

Terza osservazione: Nevai.

Come dicevo nell’introduzione ho fatto diverse escursioni negli stessi posti del 2007.Tra queste, la gita al rifugio Vallanta, con bella vista alla parete NW del Monviso. Chiaramente avevo scattato allora, in tempi non sospetti una certa quantità di fotografie. Ricordo anche che allora (2007) il gestore del rifugio ci aveva raccontato che una valanga invernale aveva addirittura raggiunto il rifugio “rimbalzando sul lago” sottostante.

Sono andato a scartabellare nel mio “‘archivio informatico” ed ho trovato una foto che era stata scattata quasi dalla stessa posizione…

Eccola.

Che dire… Siamo proprio in pieno AGW…

Luca Nitopi

P.S.

Tornando dalla gita dal rifugio mia moglie (laurea in Filosofia), imbacuccata nella sua giacca a vento e sferzati da un vento gelido,  mi ha detto… “Mha.. Ho letto il libro di M. [Noto Meteorologo]… Pero’ io tutto questo riscaldamento non riesco mica a vederlo… Ma perchè  ho lasciato a casa i guanti di lana???”

Luca Nitopi

IL “MITO” DELL’EFFETTO SERRA VA IN FRANTUMI (Seconda Parte)

5)      L’atmosfera non è né una coperta, né una serra.

Il punto fondamentale è che il concetto di “effetto-serra” o “effetto-coperta”, nel caso dell’atmosfera terrestre, è fuorviante ed errato, semplicemente perché è totalmente scorretto paragonare degli oggetti passivi ed inerti come la coperta, o il soffitto in plastica o vetro e le chiusure delle serre, ad un luogo enormemente complesso, attivo e dinamico qual è l’atmosfera terrestre.

Sarebbe un po’ come equiparare una lavagna di ardesia ad un PC ultra-moderno, per il fatto che entrambi gli oggetti possono essere usati per scriverci sopra e hanno uno schermo nero!

Tutti i modelli dell’IPCC sono errati perché offrono sempre un’immagine piatta, rozza, semplicistica e bi-dimensionale dell’atmosfera terrestre, come uno spazio statico in cui avvengono solo movimenti in entrata ed in uscita: entrano x radiazioni, ne fuoriescono y.

Ma l’atmosfera terrestre è talmente dinamica e complessa, che noi riusciamo a malapena a prevedere per 4-5 giorni, o al più una settimana, le reazioni meteoclimatiche degli elementi che la compongono!

Ecco quindi che – come vedremo subito – è errato credere che una variazione in aumento dei “gas-serra” determini tout court – se non un aumento delle temperature (e abbiamo visto che non è possibile per le leggi fisiche) – un “rallentamento” crescente dei tempi quotidiani e stagionali di raffreddamento, nel passaggio dal giorno alla notte, e dall’estate all’inverno.

Il concetto fondamentale è che se da un lato i gas atmosferici rallentano i tempi di raffreddamento, nel contempo essi possiedono anche una vigorosa azione rinfrescante, che per intensità supera sempre la prima.

Quindi, se aumentano i gas atmosferici, in particolare la CO2 e l’umidità (H2O), questi gas in primo luogo “schermano” le radiazioni solari in entrata, inoltre un loro aumento si traduce anche in una crescita di nuvolosità, e dunque di pioggia e neve (in inverno e a determinate latitudini), e questa azione è SEMPRE prevalente e più intensa dell’azione  di “rallentamento” dei tempi di raffreddamento delle temperature.

Una prova di ciò l’abbiamo proprio osservando che i luoghi della Terra in cui si raggiungono le temperature più alte che altrove, sono proprio i luoghi aridi e i deserti (Sahara, Penisola arabica, Valle della Morte, ecc.) nei quali non vi è alcuna umidità e non piove quasi mai. Lì vi è anche una grande escursione termica, voi potete passare da +50°C all’ombra nelle ore di massima insolazione, a 0°C o sotto lo zero di notte, proprio perché non esiste alcuna umidità né gas che rallentino il raffreddamento delle temperature, ma d’altra parte non avete neppure nubi che schermino i raggi solari in entrata, impedendo loro di raggiungere la massima intensità.

Per contro, nei luoghi tropicali, equatoriali, o monsonici (Filippine, Vietnam, Brasile, ecc.) caratterizzati da elevate umidità ed ampia vegetazione pluviale, le temperature non scendono mai sotto i 15°C, mediamente, e addirittura voi avete molte località in cui tra giorno e notte avete un’escursione termica minima, e a volte nulla, potete trovare 27° C di giorno e 24°-25°C di notte.

Ma d’altra parte l’elevata umidità atmosferica impedisce anche che si raggiungano temperature massime troppo elevate, come nei deserti citati.

Ecco perché ha poco senso – come capita di leggere spesso – calcolare teoricamente cosa succederebbe se raddoppiasse la CO2 attuale, o se triplicasse o decuplicasse, ecc.

Il prof. Heinz Hug, ad esempio http://www.john-daly.com/artifact.htm  ha calcolato, in laboratorio, che se l’attuale CO2 atmosferica, che è più o meno lo 0.0357% di tutti i gas, raddoppiasse e arrivasse allo  0.0714, le temperature salirebbero solo di 0.017°C.

Il geofisico  Timothy Casey http://greenhouse.geologist-1011.net/ ha calcolato (cfr. al punto 3.1 in fondo) invece che se anche si aumentasse a 10.000 ppm (= parti x milione) la quantità di CO2 presente nell’atmosfera (cioè la si aumentasse di oltre 25 volte!)  la crescita delle temperature sarebbe solo di 0.04°C, cioè nulla.

Ma lo stesso Casey si affretta ad aggiungere che tale crescita delle temperature nell’atmosfera (teorica) verrebbe però compensata da un meccanismo di riequilibrio che vedrebbe diminuire le temperature a bassa quota, mentre salirebbero quelle degli alti strati della Troposfera, a 11 km. di altitudine ed oltre.

Le stesse considerazioni che faceva il noto fisico Miskolczi, analizzando l’azione di riequilibrio termico dell’atmosfera, rispetto ai fenomeni di “riscaldamento” che vi avvengono.

Ora, lasciamo perdere il fatto che – come abbiamo visto – anziché parlare di modestissima crescita delle temperature sarebbe corretto invece parlare di modestissimo rallentamento teorico dei tempi di raffreddamento, poiché i gas atmosferici (più freddi) non possono mai accrescere le temperature dei suoli (più caldi).

Ma il punto è che tutti questi calcoli teorici con la CO2 presa isolatamente e in laboratorio, o con la CO2 + umidità (che peraltro costituisce  il 95% e più dei c.dd. “gas serra”) non tengono conto del fatto che nella realtà l’azione “rallentante-del-raffreddamento” dei gas atmosferici è modesta, ed è soverchiata dalla loro capacità di schermare nel contempo le radiazioni solari, o innescare fenomeni rinfrescanti quali la condensazione dei gas caldi in nubi (espandendosi e salendo di quota), e poi la formazione di piogge o nevi, o di venti impetuosi (raffreddanti) per differenze di pressioni tra i vari strati d’aria.

6)      Inquinamento e temperature

Una delle falsità e manipolazioni peggiori e più irresponsabili operate dai propagandisti dell’IPCC e dai politici e media loro sodali, è quella di avere fatto passare nella testa delle persone concetti totalmente errati e fuorvianti, quali ad esempio: + “gas-serra” = + caldo nell’atmosfera e + caldo in superficie, oppure: + inquinamento atmosferico = + caldo.

Nella realtà chiunque conosca il clima e l’ambiente, oltre che le leggi fisiche, sa che non esiste alcun rapporto tra la crescita dell’inquinamento atmosferico e la crescita delle temperature, anzi semmai è vero il contrario: + inquinamento atmosferico = calo delle temperature terrestri!

Ed ecco perché il c.d. “effetto-serra”, oltre ad essere una bufala pseudoscientifica, non ha nulla a che fare con l’inquinamento dell’atmosfera, che crea semmai un effetto contrario a quello sostenuto dai ciarlatani dell’IPCC.

Lo possiamo dimostrare subito, sulla base dell’osservazione di TUTTI i fenomeni atmosferici e climatici che troviamo in natura.

E’ ben noto che quando si verificano eruzioni vulcaniche di grande portata, come fu quella del Pinatubo negli anni ’90 http://en.wikipedia.org/wiki/Mount_Pinatubo , o come fu nel 1815 quella del vulcano Tambora, in Indonesia http://it.wikipedia.org/wiki/Anno_senza_estate  si assiste a fenomeni di CALO delle temperature, o addirittura all’abolizione delle estati, come avvenne nel 1816 anche in Europa, quando vi fu un’estate freddissima, con nevi a giugno (!), quale diretta conseguenza dell’eruzione del vulcano indonesiano l’anno precedente e di alcuni altri vulcani.

Ciò perché l’enorme quantità di particelle di silicati, solfuri, polveri, ecc. che le grandi eruzioni vulcaniche sprigionano nell’atmosfera, crea una schermatura durevole delle radiazioni solari in entrata, e ciò si ripercuote sulle temperature, che scendono al suolo.

Ma lo stesso avviene – anche se su scala minore – nelle località urbane dove è – o era – più alto l’inquinamento atmosferico, lì si verifica IL CONTRARIO di un ipotetico effetto-serra, perché lì si verificano fenomeni di INVERSIONE TERMICA, quindi avete più caldo in quota, fino ad 1-2 km, e PIU’ FREDDO AL SUOLO!

http://it.wikipedia.org/wiki/Inversione_termica

Ciò accade perché lo smog e le polveri sottili creano cappe o nubi di smog nei bassi strati atmosferici, che determinano un’inversione dei gradienti termici, quindi al suolo avete temperature inferiori rispetto a quelle che trovate ad 1-2 km di quota, dove lo smog cessa, e circola aria più calda.

E’ quanto avviene anche ai Poli e nelle località dove c’è molta neve: il Sole non riesce a riscaldare (anche per la riflessione dei raggi per il fenomeno dell’albedo) la superficie terrestre gelata, dove l’aria solitamente è più fredda che alle altitudini più elevate, e anche lì c’è un’inversione del normale gradiente termico, (che fa sì che di solito salendo in quota le temperature si abbassino, fino ai –55°C dell’alta Troposfera, sopra gli 11 km. di altitudine al Polo e ai 20 km. all’Equatore).

Ma quello che conta è che in realtà “l’effetto-serra” non si è mai visto in natura, neppure là dove c’è il maggiore inquinamento atmosferico, e le città diventavano vere “camere a gas” invivibili.

Perfino lì, perfino a Londra quando vi fu nel 1952 la più pestilenziale nube di smog che uccise in pochi giorni moltissime persone, non accadde che vi fossero al suolo temperature più alte di quelle in quota, come ci vogliono fare credere i fanatici del serrismo.

Si verificò proprio l’opposto! Al suolo era fresco ed umido, e in quota, sopra la coltre di smog, le temperature erano più elevate, un classico caso di  inversione termica, L’OPPOSTO di un ipotetico e fantasioso “effetto-serra” che riscalderebbe il suolo per opera dei gas in alto nell’atmosfera.

Quindi non vi è alcun rapporto tra la lotta all’inquinamento atmosferico – che ovviamente è giusta e sacrosanta per la nostra stessa salute e vita – ed un ipotetico calo delle temperature e lotta al “riscaldamento globale”. Si tratta di fenomeni totalmente diversi, e che non hanno alcun rapporto tra loro, come i media ed i politici ignoranti vogliono farci credere.

Paradossalmente più inquinamento atmosferico (vulcani, smog, ecc.) significa anche temperature più basse al suolo, NON più alte!

Anche perché l’inquinamento atmosferico è determinato non già dai c.dd “gas serra”, che sono gas del tutto naturali e necessari alla vita, come la CO2 (che la natura produce da milioni di anni in quantità 1000 volte superiori a quelle umane ed è fondamentale nel metabolismo delle piante!) o il vapore acqueo delle nubi (che è 100 volte maggiore della CO2 e viene prodotto dall’evaporazione delle acque oceaniche), bensì dalla combustione industriale di sostanze tossiche come i benzeni, i solfuri, i cloruri, i fenoli,  dal pm10 e le polveri sottili, ecc. ecc.

Ancora una volta si può constatare come l’ignoranza scientifica e la manipolazione delle credenze popolari da parte dei media e dei politici che li sostengono, crei poi convinzioni – come il fantomatico “effetto-serra” – che non hanno alcuna base né scientifica, né sperimentale, né riscontro alcuno nei fenomeni naturali osservabili.

7)      L’atmosfera è un “radiatore”, non una coperta!

Vorrei quindi concludere con un’osservazione che mi sembra importante. Un’attenta osservazione dei fenomeni atmosferici, porta semmai a paragonare l’atmosfera ed i suoi complessi effetti ad un “radiatore” piuttosto che ad una serra o una coperta, quindi ci porta a ritenere che l’atmosfera raffreddi la superficie terrestre, e non la riscaldi affatto!

C’è poi un fenomeno/concetto – oltre quelli già esaminati sopra – che lo dimostra ampiamente, ed in modo visivamente chiaro.

E’ il concetto della “ CIRCOLAZIONE GENERALE ATMOSFERICA” che avviene nella Tropopausa, tra la Troposfera e la Stratosfera, sopra gli 11 km. di quota. http://www.meteorologia.it/didattica/avanzato/circolazione%20generale.htm

Perché negli ultimi decenni la circolazione atmosferica generale ha richiamato sempre più l’attenzione dei meteorologi, onde poter formulare previsioni sempre più precise?

Perché lì si sviluppano venti freddissimi di grande intensità,  tra i 200-300 km/h (Jet Stream o Corrente a Getto http://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_a_getto ), di origine polare (e a –55°C), che ruotano attorno alla Terra secondo direzioni a volte vorticose e molto complesse (es. moto di Coriolis), e sono all’origine di moltissimi fenomeni atmosferici, tra cui le “supercelle” (nelle quali si sviluppano le grandi perturbazioni), e molti altri fenomeni atmosferici convettivi (es. onde di Rossby, tornado, monsoni, piogge tropicali, ecc.).

Ora, la grande circolazione atmosferica – se ci fate caso – funziona proprio come una sorta di gigantesco “radiatore” che avvolge la superficie terrestre, a somiglianza della ventola che la vostra auto aziona automaticamente per raffreddare il motore, e per evitare che fonda quando è troppo caldo.

Ecco perché ha poco – o nessun – senso pensare alla CO2 e ai presunti “gas-serra”, quando poi dobbiamo ammettere che i fenomeni atmosferici ci portano a vedere l’atmosfera come un “radiatore” attivo, e non come una coperta passiva ed inerte, e dunque ci portano a considerare i fenomeni termodinamici e termoconvettivi, e NON la valutazione “statica” e teorica delle proprietà dei gas.

In altre parole, e per ricorrere ad un esempio concreto: a voi importa se il motore della vostra auto è raffreddato da aria con più o meno CO2, o più o meno azoto e ossigeno?

Ovviamente no, perché quello che prevale e conta è il fatto che il meccanismo convettivo del radiatore faccia sì che lo spostamento dell’aria sia il fattore dominante nel raffreddamento del motore, NON la composizione dei gas che la ventola spinge verso il motore caldo.

Allo stesso modo, i meccanismi termoconvettivi “rinfrescanti” che portano alla formazione di nubi, venti, piogge e nevi nell’atmosfera terrestre, prevalgono sulla composizione e la percentuale dei singoli gas, e sui loro presunti effetti “riscaldanti” o “rallentanti-del-raffreddamento”, nella dinamica del raffreddamento di quel “motore” della Terra che sono i suoli terrestri, o le superfici oceaniche.

Quindi saranno i Cicli Solari, i movimenti astronomici di Sole e Terra, le grandi correnti oceaniche, la Circolazione Generale Atmosferica, e tutti i fenomeni termoconvettivi a loro connessi (venti, piogge, nevi, nuvolosità e perturbazioni) a dettare i ritmi dei cambiamenti climatici, non già un fantomatico ed inesistente “effetto-serra” da variazioni percentuali dei gas atmosferici.

8)      Il “luminare” non è infallibile

Per concludere, se permettete, un piccolo consiglio, che ho sempre applicato a me stesso.

Questi sono argomenti sui quali è facile rimanere confusi, o fuorviati, perché il clima è un argomento complesso, che implica la conoscenza di molti concetti fisici, chimici, termodinamici, matematici, meteorologici, ecc., su cui non si troveranno mai due persone che la pensano proprio allo stesso modo.

Inoltre è facile rimanere perplessi, leggendo – come capita spesso – articoli sul clima nei quali si mostrano calcoli matematici molto complessi (e non comprensibili ai più), con integrali, funzioni implicite, hamiltoniane, laplaciane, ecc., tali da lasciare l’impressione che chi ha scritto quegli articoli sia un “luminare” dal quale possiamo solo imparare.

Ebbene, non è affatto così!

Mi sono reso conto che – non di rado – coloro che possiedono una grande preparazione specifica e tecnica, poi magari sviluppano ragionamenti e conclusioni finali errati perché partono da concetti più semplici, ma viziati da errori in partenza.

In questo articolo, come noterete, mi sono limitato ad illustrare i concetti fondamentali (senza calcoli o spiegazioni troppo complesse) che dimostrano –  e non solo a mio parere, è ovvio – la totale infondatezza scientifica e sperimentale dell’effetto-serra, a cui – fino a 4-5 anni fa – anch’io avevo dato credito, semplicemente perché lo davo per scontato, sentendolo citare ovunque da anni da tantissime persone, e non riflettevo sull’inconsistenza delle sue basi scientifiche.

Ebbene, di recente ho avuto modo di parlare con un docente universitario abbastanza noto (di cui taccio il nome) che invece crede ancora che il concetto di “effetto-serra” sia valido.

Sono rimasto colpito dal fatto che – quando cercavo di illustrargli i concetti e i dati sperimentali che demoliscono tale falsa teoria (1° e 2° principio, serre di Wood, temperature lunari, inversione termica, grande circolazione atmosferica, coperta, thermos, ecc.), gli stessi che ho esposto qui, lui eludeva il discorso, si capiva che gli dava fastidio ragionarci su, si rifugiava in considerazioni marginali (essendo un chimico) e molto teoriche e tecniche sulle proprietà  della CO2, ecc.

Beh, non ci crederete, ma perfino questo docente universitario ha dato prova di una lacuna madornale, e proprio nel campo in cui dovrebbe essere più preparato, la chimica (su cui in generale ne sa molto più di me, lo ammetto).

Ad un certo punto se ne è uscito dicendo che le molecole della CO2 che si era sviluppata nell’atmosfera di Roma, dopo l’incendio del 64 d.C. (attribuito all’imperatore Nerone), dovrebbero ancora essere in circolazione oggi, dopo quasi 2000 anni!

Sono rimasto sbalordito, perché avevo proprio letto poco tempo prima (abbastanza casualmente) un articolo (che allego) che dimostra che TUTTI i sondaggi effettuati utilizzando il carbonio 14 per stabilirne la datazione, portano a ritenere che le molecole di CO2 non possano permanere nell’atmosfera più di 5-15 anni, in media!

Solo i ciarlatani propagandisti dell’IPCC avevano avuto la spudoratezza di scrivere che la CO2 può stazionare nell’atmosfera fino a 200 anni, ma senza mai portare alcuna prova che lo dimostrasse.

http://www.c3headlines.com/2009/09/the-liberal-attack-on-science-acorn-style-the-ipcc-fabrication-of-atmospheric-co2-residency-time.html

Ma neppure l’IPCC era arrivata a dire l’assurdità che ci possa essere ancora in circolazione la CO2 dell’incendio di Roma del 64 d.C.!

Eppure questo docente universitario non conosceva un concetto basilare: credeva che la CO2 potesse “vivere” fino a 2000 anni e oltre, anziché fino a 15, un po’ come se uno zoologo vi dicesse che un cane potrebbe vivere 2000 anni!

Ecco perché sono convinto che su questi argomenti sia importante informarsi, e considerare i concetti più importanti, andando al nocciolo delle questioni, e ragionando con la propria testa.

Ma mai fidarsi “ a scatola chiusa” di presunti “luminari”, potrebbero avere preso dei colossali abbagli.

IlikeCO2

IL “MITO” DELL’EFFETTO SERRA VA IN FRANTUMI (Prima Parte)

L’effetto-serra è un argomento che solleva reazioni emotive, a volte impulsive e irrazionali, perché molti anni di propaganda martellante dei media lo hanno radicato nella mente di molte persone, e dunque non tutti accettano di mettere in discussione quanto per anni hanno considerato vero.

Al di là del fatto che il problema dell’effetto-serra, insieme a quello del GW, sia stato sciaguratamente “tirato per la giacca” dai politici di ogni orientamento, e pertanto ogni discussione su di esso rischia di vedere non di rado strumentalizzate  argomentazioni pseudo-scientifiche per scopi puramente politici.

Ma il problema è che per molte persone, e più in generale per la mente umana, è sempre difficile liberarsi da convinzioni che per lungo tempo erano state ritenute valide.

Quando queste convinzioni radicate – o luoghi comuni – vengono messe in discussione, in molte persone scatta una reazione di fastidio, o un rifiuto istintivo – dettato da prevenzione – di voler esaminare con attenzione ed equilibrio i nuovi argomenti, nel timore più o meno inconscio di dover ammettere di avere creduto per lungo tempo a concetti falsi.

Inoltre, poiché è un concetto semplice da imparare (atmosfera = serra, o = coperta), molti si sentono a disagio nel sostituire quel concetto con altri scientificamente validi, ma più complessi.

Come già detto, questa teoria ha trovato larga diffusione nelle pubblicazioni dei “climatologi” degli ultimi 20 anni, ma è del tutto assente nei testi più autorevoli di fisica e termodinamica, proprio perché non soltanto è in flagrante contraddizione con principi basilari della fisica, ma anche perché di conseguenza nessun esperimento, né fenomeno naturale osservabile e riproducibile è mai riuscito a confermarla.

Semplicemente l’”effetto-serra” è una colossale bufala pseudo-scientifica, benchè di gran successo popolare.

E’ una sorta di “Cacao Meravigliao” pseudo-scientifico, una cosa inesistente che però è stata ritenuta reale da molti grazie all’efficacia della comunicazione imbonitrice dei media.

E non a caso fisici autorevoli, ed esperti quali Claes Johnson, Nahle, Siddons, Gaerlich, Tscheuschner, Thieme, Miskolczi, Casey, ecc., ecc, negli ultimi tempi hanno pubblicato importanti lavori per ribadire l’infondatezza della teoria.

Ciò non deve stupire, dal momento che fin dal lontano 1909 il fisico Robert Wood (l’inventore della famosa “lampada”, al quale uno dei padri della fisica moderna, il grande Niels Bohr, aveva dedicato un lavoro) aveva demolito con l’esperimento delle due serre http://www.tech-know.eu/uploads/DeathGH.pdf  la teoria di Arrhenius, secondo cui il vetro del soffitto delle serre avrebbe innalzato la temperatura interna di ulteriori 15°C, trattenendo il 20% in più di radiazione IR. Wood dimostrò che anche una serra col soffitto di alite (salgemma, abbastanza neutro ai raggi IR) raggiungeva la stessa identica temperatura dell’altra (55°C), quindi tutto dipendeva dal calore accumulato dal suolo delle serre, non dai soffitti e dal loro materiale, o dalla fantasiosa ipotesi che il vetro potesse “intrappolare” più raggi infrarossi, e riscaldare di più.

Ma il genere di risposte avute dalla pubblicazione dell’articolo, mi inducono a chiarire ed approfondire alcuni concetti, onde evitare malintesi su questo importante argomento.

1)      Cosa si intende per effetto-serra.

Credo che molti non abbiano un’idea chiara di cosa sia l’effetto-serra, secondo quando vanno divulgando personaggi di enti quali l’IPCC e la NASA. Non a caso si tratta di due enti pubblici con bilanci faraonici, sempre a caccia di fondi tramite politici compiacenti che introducano nuove tasse, e quindi molto allettati dall’idea che le teorie sull’effetto-serra conducano a nuove imposte sulle “emissioni da gas-serra”.

Per effetto-serra, o effetto-atmosfera, o effetto-coperta (chiamatelo come volete) si deve intendere l’idea secondo cui l’atmosfera e i gas che contiene possano “riscaldare” o aggiungere ulteriore energia termica, rispetto a quella prodotta dal Sole riscaldando la superficie terrestre.

Come già detto nell’articolo precedente, uno dei concetti falsi più diffusi è proprio l’idea secondo cui l’atmosfera aggiungerebbe 33°C di calore alla superficie terrestre.

Attenzione! Per effetto- serra NON si intende semplicemente la differenza di temperatura tra i suoli o la superficie degli oceani rispetto alle temperature dell’atmosfera terrestre, perché è evidente che la superficie terrestre e l’atmosfera hanno temperature diverse, e anzi l’atmosfera (in particolare la Troposfera a media-alta quota, dai 4 km. in su) è sempre più fredda rispetto alla temperatura media della superficie terrestre.

Ma il concetto-chiave (falso) che viene costantemente ripetuto da IPCC & friends è quello secondo cui: “…il Sole riscalda la superficie terrestre, e poi i gas-serra intrappolano la radiazione IR (infrarossa) in uscita verso lo spazio, e ne rimandano una parte a Terra, accrescendo le temperature della superficie”. (Greenhouse gases absorb heat that radiates from Earth’s surface and release some of it back towards the Earth, increasing the surface temperature …)

http://www.americanthinker.com/2010/02/the_hidden_flaw_in_greenhouse.html

Questa bislacca teoria ha poi fornito all’IPCC il trampolino concettuale per rilanciare la nota litania che la crescita dei gas-serra, in particolare quelli di origine umana, porterebbe in futuro alla crescita delle temperature fino a 5°-6° C in media, di qui alla fine di questo secolo.

2)      Perché l’effetto-serra viola le principali leggi della Fisica.

Il concetto esposto sopra è palesemente falso, poiché viola le 2 leggi principali della termodinamica, cioè il 1° principio (conservazione dell’energia) che afferma l’impossibilità di creare in un sistema termodinamico nuova energia dal nulla (senza lavoro esterno) , ed il 2°, nella formulazione di Clausius, che stabilisce l’impossibilità che un corpo più freddo (atmosfera) possa aggiungere calore ad un corpo più caldo (superficie terrestre) innalzandone la temperatura.

E si noti bene che i principi della termodinamica valgono sia per i sistemi chiusi (es. motore ideale) che non scambiano calore con l’esterno, che per quelli aperti, ( es. atmosfera), che scambiano calore e materia con l’esterno del sistema.

Nella realtà, la trasmissione di calore sulla Terra avviene nel seguente modo.

I raggi solari dapprima riscaldano la superficie terrestre (suoli e oceani) per conduzione e convezione.

Conduzione significa che le radiazioni solari producono energia cinetica e vibrazioni molecolari in corpi della medesima sostanza (es.: terreni e acque oceaniche).

A loro volta i corpi della superficie terrestre (suoli e oceani), riscaldati dal Sole, trasmettono energia termica alle masse d’aria sovrastanti, causandone il movimento, e poi la trasmissione di calore per spostamento, poiché queste masse d’aria riscaldate da suoli e oceani si espandono, e trasmettono a loro volta calore ad altre masse d’aria a diversa temperatura con cui vengono a contatto ( e così abbiamo venti, perturbazioni, nubi, ecc.)

E questa è la convezione, cioè la trasmissione di calore per movimento dei fluidi (gas, liquidi) per contatto con corpi a diversa temperatura.

E’ importantissimo notare che la trasmissione del calore per conduzione e convezione termica costituisce ben il 99% della modalità con cui si trasmette il calore ricevuto dal Sole sulla Terra. (cfr. Siddons http://www.americanthinker.com/2010/02/the_hidden_flaw_in_greenhouse.html )

L’ultima modalità – che  costituisce appena l’1% della trasmissione di calore sulla Terra – è l’irraggiamento, ovvero la trasmissione di calore attraverso radiazioni ed onde elettromagnetiche tra corpi anche molto distanti, in particolare le radiazioni  dei raggi infra-rossi (IR), la cui intensità è direttamente proporzionale alla crescita delle temperature (quanto più si innalzano le temperature dei corpi riscaldati, tanta più radiazione IR emettono).

Il punto fondamentale è che nè i gas cosiddetti “serra”, né  alcun altro gas, hanno la capacità di “rimandare” verso Terra le radiazioni IR ricevute dalla superficie terrestre, proprio perché i gas dell’atmosfera ( che circolano a temperature  inferiori rispetto alla superficie terrestre) non possono riscaldare dei corpi più caldi di loro, sempre per il 2° principio della termodinamica.

3)      Alcuni esempi.

E’ abbastanza semplice dimostrare quanto sopra, sia con alcuni esempi di immediata comprensione, che con qualche esperimento pratico (oltre quello delle serre di Wood già visto).

Ad esempio, c’è chi contesta l’applicazione del 2° principio, dicendo che dopo tutto l’atmosfera agisce come una coperta, o come un cappotto, e dunque senza l’atmosfera e i suoi gas la Terra sarebbe più fredda, allo stesso modo in cui il nostro corpo rimane più caldo perché aggiungiamo una coperta, oppure un cappotto, ai nostri abiti invernali.

Attenzione, c’è un grosso equivoco concettuale!

Quando noi aggiungiamo una coperta, o un cappotto, ai nostri abiti, NON innalziamo la temperatura del nostro corpo, che rimane sempre di 36°-37° C. Semplicemente tratteniamo più a lungo il calore che già il nostro corpo produce, ed impediamo che venga dissipato facilmente (come accade d’estate, quando indossiamo abiti leggeri).

Ma la temperatura del nostro corpo non sale certo a 38°C o a 40°C perché mettiamo il cappotto, o la coperta sul letto, il cappotto e la coperta non “aggiungono” nuovo calore!

Allo stesso modo, i gas dell’atmosfera NON innalzano la temperatura che i terreni o le acque degli oceani raggiungono, dopo essere stati riscaldati a lungo dai raggi solari. E’ il Sole – e basta! – che fa salire la temperatura dell’asfalto sotto casa vostra fino ed oltre 70°C nelle giornate estive più calde, nessun gas atmosferico può aggiungere nemmeno un miliardesimo di °C a quelle temperature!

I terreni riscaldati dal Sole salgono a 40°C, o a 50°C, (o a 60°-70° C nel caso di asfalto o simili) ecc., ma la loro temperatura NON viene ulteriormente incrementata dalla presenza dei gas nell’atmosfera (anzi, come vedremo, i gas dell’atmosfera possono solo ABBASSARE la temperatura dei suoli, o delle acque marine).

E ancora, se versiamo un the caldo a 80°C in un thermos, le sue pareti isolanti ed ermetiche (mille volte più efficaci ed isolanti di qualsiasi gas!) NON fanno alzare la temperatura del liquido nemmeno di 1 milionesimo di °C!

Quando versiamo il liquido nel thermos, la temperatura massima è sempre quella che registriamo nel momento in cui l’abbiamo versato, se era 60°C resterà a 60°C, se era 75°C rimarrà a 75°C, e poi potrà solo diminuire lentamente.

La differenza è che nel thermos (così come sotto il cappotto, o sotto la coperta), la temperatura scende più lentamente, e potremo tenere il liquido al caldo diverse ore, e non 1-2 decine di minuti come accade quando versiamo il the in una normale tazza di ceramica.

E viceversa, secondo l’IPCC e i tanti “serristi”, l’atmosfera e i gas che contiene “aggiungono” ulteriore calore, e fanno alzare le temperature terrestri, rispetto a quelle massime prodotte dal riscaldamento del Sole sulla superficie terrestre.

Ora, è evidente che ciò è impossibile, allo stesso modo in cui il cappotto non aumenta la temperatura del nostro corpo, non ci fa venire la febbre, o il thermos non fa salire a 100°C la temperatura del the caldo a 60°C che vi abbiamo versato, e non lo fa bollire!

Quindi un corpo più freddo non può da solo (e senza lavoro dall’esterno) innalzare la temperatura di un corpo più caldo.

Il nostro corpo intirizzito,  e riscaldato da una stufa a 200°C in una fredda giornata invernale, poi una volta riscaldato non “rimanda” ulteriore calore alla stufa, e non può assolutamente far salire la temperatura massima di 200°C della stufa medesima, perché ciò violerebbe il 2° principio della termodinamica, creando nuova energia dal nulla, senza lavoro esterno.

Eppure l’IPCC afferma il contrario nel caso delle temperature terrestri, secondo loro i gas dell’atmosfera (sempre più freddi dei suoli terrestri) avrebbero il miracoloso potere di rimandare verso Terra (= “backradiation”) la radiazione infrarossa ricevuta dal basso, in una sorta di incontro di tennis spaziale, facendo salire ulteriormente la temperatura delle superfici terrestri.

Quindi secondo loro l’asfalto delle strade, riscaldato dal Sole fino a 70°C, od oltre, in una calda giornata estiva, poi verrebbe ulteriormente scaldato dalla radiazione proveniente dai gas atmosferici in quota (ed in particolare dalla CO2).

Come ciò possa avvenire è una magia esoterica che travalica. le ordinarie leggi della fisica ed il comune buon senso.

4)      I gas atmosferici “rallentano” il raffreddamento della superficie terrestre?

Ma conosco già l’obiezione di alcuni “serristi”:

“Eh no, è vero quello che dici, e cioè che i gas serra non fanno aumentare le temperature della superficie terrestre. Però è anche vero che i gas serra rallentano molto i tempi di raffreddamento (come il thermos o la coperta), quindi vuol dire che in futuro avremo sì uguale caldo, ma per tempi più lunghi. E ciò è del tutto conforme al 2° principio della termodinamica”.

Ora, a parte il fatto che l’IPCC e la maggioranza dei “serristi” non dicono questo, ma hanno sempre sostenuto che in futuro avremo temperature PIU’ ALTE DI 5°-6° C (a parità di intensità dell’attività solare), non le medesime temperature di adesso per tempi più lunghi.

In altre parole, secondo loro non avremo a giugno – che so – temperature di 28°C, come abbiamo oggi, ma per più tempo.

Secondo loro tra 30-40 anni, a causa della CO2 crescente,  dovremmo avere 33°-34° C a giugno, rispetto ai 28°C di max. che abbiamo oggi, a parità di intensità dei cicli solari!

Quindi ciò che sostengono i “serristi” più moderati è ben diverso da quello che sostiene la propaganda dell’IPCC & soci.

Ma il punto è stabilire se ciò che accade con la coperta, o col cappotto, o col thermos, e cioè un “rallentamento” dei tempi di raffreddamento naturali dei corpi più caldi, grazie alla loro funzione isolante e di coibentazione, possa essere esteso meccanicamente all’atmosfera terrestre e ai gas che contiene.

La risposta anche qui è negativa, anche se è vero che – in teoria – è giusto affermare che i gas atmosferici pur non contribuendo ad innalzare le temperature, sicuramente rallentano i tempi di raffreddamento, e che ciò è del tutto conforme alle leggi della fisica.

Ma qui di seguito vorrei spiegare perché anche il c.d. “rallentamento” dei tempi di raffreddamento delle temperature della superficie terrestre, che potrebbe essere causato dall’aumento dei c.dd. “gas-serra” e dalla CO2 in particolare, in realtà NON ha affatto conseguenze di durevole mantenimento del calore, ma si inserisce in un processo di “raffreddamento” atmosferico più ampio.

-FINE PRIMA PARTE-

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