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David Archibald, una amplificazione per il ciclo solare SC25 simile ad un Dalton-like

Il metodo più accurato per predire l’ampiezza del prossimo ciclo solare è quello di utilizzare la forza dei campi magnetici polari solari nel minimo solare. Ma con un minimo solare probabilmente a tre anni di distanza, chi può aspettare così a lungo ?

La forza dei campi magnetici polari solari nel minimo, è un indicatore molto preciso della massima ampiezza del successivo ciclo solare, secondo questo grafico fornito dal Dr. David Hathaway della NASA :

Fino alla fine del 2014, l’intensità del campo magnetico solare polare era ancora piuttosto debole, come mostrato in questo grafico, nel quale si riporta la storia di questo parametro negli ultimi quattro minimi solari :

Nel corso dell’ultimo anno i campi magnetici solari polari del ciclo solare 24 si sono rafforzati portandosi quasi al livello del Ciclo Solare 23, come i precedenti due cicli, ma con un leggero indebolimento. Considerando tutto questo, l’ampiezza al minimo solare potrebbero essere di circa 40 fra tre anni. Che a sua volta corrisponde ad un’ampiezza massima del prossimo ciclo solare 25 di circa 55.

C’è anche un altro metodo che ci porta ad un risultato simile. Il grafico riportato di seguito mostra l’area delle macchie solari per gli emisferi nord e sud del Sole, a partire dal 1874 :

Quello che emerge è che i due emisferi hanno driver differenti. L’emisfero settentrionale ha avuto un tasso costante di crescita di ampiezza dal ciclo solare 12 al ciclo solare 15. Mentre l’emisfero meridionale ha avuto una tendenza opposta, ma con una variazione a gradino. Durante il picco di 8.000 anni dell’attività solare, occorso durante la metà del 20° secolo, gli emisferi hanno avuto ampiezze molto simili, riportando una nuova andatura divergente dal Ciclo Solare 22. L’emisfero settentrionale si sta indebolendo più velocemente rispetto al sud. Se entrambi mantengono le loro tendenze stabilite per un altro ciclo, allora possiamo prevedere l’ampiezza massima per il ciclo solare 25 (assumendo che otteniamo l’anno corretto). Con questo metodo otteniamo un’ampiezza massima di 56 (deriva) se i picchi emisferici sono allineati. Questo metodo si basa su una evidente e disciplinata diminuzione negli cicli solari 22, 23 e 24, come mostrato in dettaglio nel grafico seguente :

I dati originali sono disponibili qui. Se questo rapporto è vero, allora la caduta in ampiezza massima dal ciclo solare 23 al ciclo solare 24 dovrebbe essere la stessa caduta registrata dal ciclo solare 22 al ciclo solare 23. Le rispettivi cascate sono 39 e 38. Una caduta di 39 dal di ampiezza massima dal ciclo solare 24 ci dà un risultato di 43.

Nel 2014, il dottor Javaraiah Javaraiah dell’Istituto indiano di astrofisica di Bangalore ha pubblicato un documento, nel quale si riporta una previsione simile per l’ampiezza massima del ciclo colare 25 di 50 (a pagina 15).

In sintesi, alcune metodologie di previsioni per ciclo solare 25, sono a cavallo con le ampiezze dei cicli solari 5 e 6, nel minimo di Dalton. Minimo solare che avevano ampiezze massime di 49,2 e 48,7 rispettivamente.

Fonte : http://wattsupwiththat.com/2015/11/19/a-dalton-like-amplitude-for-solar-cycle-25/

David Archibald : Aggiornamento solare di Ottobre 2015

Introduzione

Mentre il ciclo Solare 24, è nella sua fase di declino, in termini di flusso solare e nel conteggio del numero delle macchie solari, diversi tipi di attività solare sono aumentati notevolmente nel corso 2015. La pressione del flusso del vento solare, per esempio, è ora ad un massimo, come non lo si registrava da due decenni. Questo significa che il basso conteggio dei neutroni, per questo ciclo, potrebbe essere fuori di un anno. Questo significa inoltre, che anche il tanto atteso raffreddamento solare,  potrebbe essere in ritardo almeno di un anno, con la conseguenza che l’altopiano della temperatura terrestre continuerà anche per un altro anno. E’ anche possibile, che il ciclo Solare 24 potrebbe finire con l’essere una strana combinazione : breve e debole. Il miglior ciclo solare analogo al ciclo solare 24 potrebbe essere il ciclo solare 2, lungo nove anni. Infine, l’intensità del campo magnetico del Sole suggerisce che il ciclo solare 25 sarà debole come previsto.

Figura 1: L’indice Ap dal 1932 al 2015

L’Indice Ap è una misura dell’attività geomagnetica ripresa da otto stazioni in tutto il pianeta e riflette i disturbi nella componente orizzontale del campo magnetico terrestre. L’attività è aumentata dall’inizio del 2015.

Figura 2: Pressione del vento Solare dal 1971 al 2015

Allo stesso modo, la pressione del flusso del vento solare è aumentata drammaticamente.

Figura 3: Campo Magnetico interplanetario dal 1966 al 2015

Anche in questo caso, il campo magnetico interplanetario si è portato a dei livelli superiori, rispetto al raffreddamento registrato nel 1970.

Figura 4: Conteggio dei neutroni dal 1964 al 2015

Il flusso dei raggi cosmici galattici fuori l’eliosfera è costante. L‘interno dell’eliosfera è modulata dal campo magnetico portato dal vento solare, che varia con il ciclo solare. C’è un ritardo di un anno tra la forza del campo magnetico interplanetario e il flusso dei raggi cosmici galattici nell’orbita terrestre. Data la forza del campo magnetico nel 2015, la prossima flessione del conteggio dei neutroni, non può essere raggiunta fino alla fine 2016. Questo implica un ritardo nella formazione (aumento) delle nubi a causa della pioggia dei raggi cosmici. Quindi, per avere il raffreddamento causato dall’aumento del flusso dei raggi cosmici, durante il declino del ciclo solare, c’è da attendere un altro anno o giù di lì.

Figura 4: Angolo d’inclinazione della corrente eliosferica

Come misurato dall’inclinazione eliosferico, ora siamo ben oltre il massimo del ciclo solare 24.

Figura 5: Flusso solare dal 2014-2015

Il flusso F10.7 è una misura delle emissioni del Sole a 2800 MHz (10.7 cm), ed è correla con il numero di macchie solari. Si tratta di una misura più pulita rispetto al numero delle macchie solari, numero che non è soggetto a singole espressioni o osservazioni soggettive. C’è un limite fissato a 64. Sulla base della correlazione con il livello del mare, con  un flusso F10.7 superiore a 100 abbiamo un riscaldamento, sotto un raffreddamento. Il flusso F10.7 si trova in una strettoia, in calo di banda di attività oltre il 2015, il che suggerisce che c’è qualche processo disciplinato che operano sul sole. Al ritmo attuale di declino, un limite inferiore dell’attività verrà raggiunto con il valore di 64, nel  gennaio 2016.

Figura 7: Campo Magnetico Interplanetario dal 4000 aC -al 2015 dC

Questa figura, in combinazione con la ricostruzione del campo magnetico interplanetario (figura 3), mostra il campo magnetico interplanetario (IMF), per gli ultimi 6000 anni di Steinhilber et al (dati sotto concessione del Dr Gargett). Questa ricostruzione indica che la causa del periodo caldo moderno è probabilmente dovuta all’alto livello dell’attività solare, registrato nella seconda metà del 20° secolo.

Figura 8: Ciclo Solare 24 sovrapposto al ciclo solare 2

Ci sono alcune indicazioni che il ciclo solare 24 può essere un breve ciclo relativamente debole di forse otto o nove lunghi anni. In tal caso, analogo e più vicino alla registrazione dal ciclo solare 2. La figura 8 mostra il ciclo Solare 24 (in rosso), ad oggi, sovrapposta al ciclo solare 2 (in blu).

Figura 9: Dipolo solare dal 1976-2015

Questo dato è stato ripreso dall’osservatorio solare di Wilcox e mostra che la componente polare del flusso magnetico del Sole sta declinando da 30 anni. Si è recuperato poco durante il massimo del ciclo solare 24, questo suggerisce che il ciclo solare 25 sarà molto debole.

 

Fonte : http://wattsupwiththat.com/2015/10/08/solar-update-october-2015/

L’ipotesi di Linvingston & Penn sta scricchiolando ?

La nuova carta scientifica : Variazione della proprietà delle macchie solari tra il 1999 e il 2014

di R. Rezaei1, C. Beck2, A. Lagg3, J. M. Borrero1, W. Schmidt1 and M. Collados4,5

1 Kiepenheuer-Institut für Sonnenphysik, Schöneckstr. 6, 79104 Freiburg, Germany
e-mail: [email protected]
2 National Solar Observatory (NSO), 3010 Coronal Loop, Sunspot, NM 88349, USA
3 Max-Planck Institute for Solar System Research, 37077 Göttingen, Germany
4 Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC), vía Láctea, 38200, La Laguna, Tenerife, Spain
5 Departamento de Astrofísica, Universidad de La Laguna, 38205, La Laguna, Tenerife, Spain

http://www.aanda.org/articles/aa/abs/2015/06/aa25557-14/aa25557-14.html

 

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Dalla carta, figura n°5 : Confronto della distribuzione della forza massima del campo delle macchie osservata nei cicli 23 e 24. Il maggiore valore delle due Gaussiane, per i cicli 23 e 24 è 2.68 e 2,60 kG, rispettivamente. La curva tratteggiata mostra la distribuzione della forza del campo magnetico misurata nel ciclo 23 dal 2003 fino al 2007 riportata da Livingston et al. (2012).

 

Riassunto

Obiettivi : Studiamo la variazione della forzadel campo magnetico, l’area, e la continua intensità delle zone di ombra delle macchie solari nei cicli solari 23 e 24.

Metodi : Abbiamo analizzato un campione di 374 macchie solari osservate dal 1999 fino al 2014 con il telescopio di Tenerife a infrarossi. Il campionamento (dati) dell’intensità del campo, l’area e l’intensità è stato utilizzato per tracciare, nel lungo termine, la ciclica tendenza delle zone di ombra negli ultimi 15 anni.

Risultati
: Le macchie solari si rilevano sistematicamente deboli, cioè hanno una intensità di campo più debole e una più forte intensità verso la fine del ciclo 23, più di quello che avevamo durante il massimo del ciclo 23. L’andamento lineare si inverte con l’inizio del ciclo 24. Troviamo che la forza del campo diminuisce nella fase calante del ciclo 23, di circa 112 (± 16) G yr-1, mentre aumenta nella fase di salita del ciclo 24, di circa 138 (± 72) G yr-1. L’intensità delle zone di ombra mostra un andamento opposto: l’intensità aumenta con un tasso di 0,7 (± 0,3)% di Ic yr-1 verso la fine del ciclo 23 e diminuisce con un tasso di 3,8 (± 1,5)% di Ic yr-1 verso il massimo del ciclo 24. La distribuzione della forza del campo umbrale massima nel ciclo 24 è simile a quella del ciclo 23, ma è leggermente spostata su valori inferiori di circa 80 g, corrispondenti a un possibile inclinazione nel lungo termine della forza del campo delle zone di ombra di circa 7 ± 4 G yr-1.

Conclusioni : La luminosità delle zone di ombra delle macchie solari diminuisce nella fase di salita di un ciclo solare, ma aumenta dal massimo verso la fine del ciclo. I nostri risultati non indicano un drastico cambiamento del ciclo solare verso un grande minimo nel prossimo futuro.

 

Fonte : https://tallbloke.wordpress.com/2015/06/06/new-data-disagrees-with-livingston-et-al-cycle-25-expected-much-the-same/

Il Sole, e non la CO2, è sufficiente a spiegare le variazioni termiche degli ultimi 400 anni !

Si tratta di uno studio effettuato dal ricercatore Dan Pangburn, che ha cercato di correlare le variazioni del numero di macchie solari dal 1610 ad oggi con la variazione della temperatura globale terrestre.

Il lavoro può essere trovato in modo dettagliato al sito Global Warming Unveiled , ed esamina scrupolosamente le variazioni dell’attività solare secondo un’equazione che mostra, a partire dal 1941, un significativo aumento energetico dell’attività della nostra stella.

L’equazione include anche parametri come le oscillazioni periodiche oceaniche delle temperature, che tanta influenza hanno sul nostro clima.

Il grafico che si ottiene coincide magnificamente con quella che è la variazione della temperatura globale dal 1850 ad oggi, non solo, ma introducendo il parametro della forzante della CO2, esso risulta praticamente irrilevante!

Il primo grafico mostra la correlazione tra la variazione dell’attività solare e le temperature globali misurate dal 1850 (fonte HADCRUT).

Il secondo grafico mostra una previsione della temperatura per i prossimi decenni, nel caso in cui il Sole torni alla sua attività tipica del periodo 1925-41, oppure che torni in Maunder – like, cioè del tutto privo di macchie solari.

Fonte : http://freddofili.it/22/07/2014/il-sole-e-non-la-co2-e-sufficiente-a-spiegare-le-variazioni-termiche-degli-ultimi-400-anni/

Michele

David Archibald : Aggiornamenti sul ciclo solare

Riporto alcune interessanti tracce, su la corrente evoluzione del ciclo solare,  riprese dal blog di Antony Watts e realizzate dal Dott.David Archibald.

Figura 1: Conteggio dei neutroni dal 1964-2014

Con il massimo del ciclo solare 24, raggiunto nel marzo 2013 ( vedi l’angolo d’inclinazione della corrente eliosferica in figura 5) e con un’anno di ritardo fra l’attività solare e il numero di neutroni, noi abbiamo probabilmente visto il minimo del conteggio di neutroni, per questo ciclo. Il conteggio di questo minimo, è ben al di sopra del valore minimo registrato nel ciclo solare 20.

Figura 2: Conteggio del numero di neutroni per i cicli solari dal 20 al 24 allineati sul mese di minimo

In termini di numero di neutroni, il ciclo solare 24, non è molto più debole rispetto ai precedenti quattro cicli in una fase di sviluppo simile.

Figura 3: Pressione del vento solare Flusso dal 1971 al 2014

Quello che è veramente interessante è quello che è accaduto alla pressione del vento solare. Nonostante un elevato numero di macchie solari e di flusso solare F10.7, per questo ciclo, nel gennaio 2014 la pressione è scesa ad un nuovo minimo di 1,2 nPa per il record strumentale. Questo suggerisce, che con altri 10 anni di tempo di caduta del ciclo solare davanti a noi, il numero di neutroni, sta per salire in maniera impressionante, entro la fine del prossimo decennio.

Figura 4: Indice Ap, dal 1932-2014

Allo stesso modo, nonostante un numero elevato di macchie solari e di flusso solare F10.7, l’indice Ap sembra essere in un nuovo regime, con i valori correnti intorno al piano del livello precedente di attività, che ha segnato il record strumentale.

Figura 5: Angolo di inclinazione della corrente eliosferica

In base all’angolo di inclinazione eliosferica, il massimo del ciclo solare 24 si è verificato durante la rotazione carrington 2134, nel marzo 2013. Partendo dalla transizione fra i cicli solari 23 &24 (minimo), nel dicembre 2008, la salita del ciclo solare 24, è durata 4 anni e tre mesi.

Figura 6: Mensile flusso solare F10.7 dal 1948-2014

Il flusso solare F10.7 sta avendo un nuovo picco di attività.

Figura 7: Campo magnetico interplanetario dal 1966-2014

Come per la pressione del vento solare vento e dell’indice Ap, il campo magnetico interplanetario, sembra essere di nuovo al lavoro in questo ciclo solare 24, il picco è circa al livello del precedente piano di attività.

Figura 8: Ciclo Solare 24 rispetto al minimo di Dalton

Il ciclo solare 24 è stato affiancato al ciclo solare 5, nella prima metà del minimo di Dalton, lo ha seguito in maniera abbastanza fedele, in termini di numero mensile di macchie solari. Ora è leggermente più forte nella stessa fase del ciclo.

Figura 9: Cicli solari dal 1749 al 2040

Le previsioni di Livingstone e Penn, di un ciclo solare 25 con ampiezza massima 7, è ancora l’unica previsione delle dimensioni del prossimo ciclo, che abbiamo, da parte della comunità fisica solare. Dobbiamo attendere ancora alcuni, prima di utilizzare l’intensità del campo poloidale solare, per stimare la dimensione del ciclo successivo.

 

Figura 10: Previsioni, picco del numero di macchie solari per il corrente ciclo solare 24  

54 previsioni dell’ampiezza di picco del ciclo solare 24 , sei tracce nella parte inferiore della gamma potrebbero essere considerate nel parco del risultato ottenuto. Questo suggerisce, che la comprensione della comunità fisica solare, sul Sole, e quindi anche sul clima, ha il potenziale per evolvere ulteriormente.

Da:. Pesnell, WD, previsioni del ciclo solare 24, Solar Phys, 252, 209-220, 2008

🙂

Con questo decimo grafico, si conclude simpaticamente il post di David Archibald.

 

Fonte : http://wattsupwiththat.com/2014/03/03/the-sun-wakes-up-highest-values-of-solar-cycle-24-observed-in-february-2014/

Michele