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LaMMa : Previsioni per l’estate 2016

Pubblicato l’ultimo aggiornamento del servizio sperimentale di previsioni stagionali relative al trimestre giugno-agosto.

A giugno, le temperature dovrebbero mantenersi entro le medie stagionali, mentre i giorni piovosi risultare superiori sull’Italia settentrionale e in linea sulle regioni centro meridionali (alternanza dei tipi di tempo 4 e 8).

A luglio e ad agosto, sembra probabile il consolidamento di figure anticicloniche di matrice afro-mediterranea sull’Europa meridionale e balcanica cui potranno associarsi ondate di calore (prevalenza del tipo di tempo 4). Tuttavia il probabile mantenimento della circolazione zonale atlantica sull’Europa centrale potrà temporaneamente indebolire il campo anticiclonico favorendo episodi di instabilità (in particolare sul nord Italia e sulle Alpi). Si prevede pertanto un bimestre luglio-agosto con temperature al di sopra delle media al Centro-Sud e in media al Nord e un numero di giorni piovosi in media al Centro-Nord e inferiore al Sud.
Le anomalie positive di temperatura ad oggi previste non sembrano comunque rientrare in uno scenario di eccezionalità come è stato ad esempio quello che ha carartterizzato lo scorso luglio.

Visto che lo scenario descritto per la seconda parte dell’estate si basa sulla possibile evoluzione del monsone indiano e africano, le previsioni per il periodo estivo potranno subire variazioni; si consiglia pertanto di seguire gli aggiornamenti.

Giugno

Anomalie di TEMPERATURA previste per giugno

Anomalie di PRECIPITAZIONE previste per giugno

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Luglio

Anomalie di TEMPERATURA previste per luglio

Anomalie di PRECIPITAZIONE previste per luglio

Fonte : http://www.lamma.rete.toscana.it/news/previsioni-lestate-2016

Il ciclo di 1350 anni e gli eventi Lawler nell’olocene -2°parte-

La prima parte di questa ricerca è disponibile al seguente link : http://daltonsminima.altervista.org/?p=29709

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Dopo aver calcolato che a l’eliosfera occorrono 1.350 anni per completare una rotazione completa, possiamo ora cominciare a cercare elementi di prova che potrebbero indicare l’esistenza di eventi ciclici 1350 anni e [forse] un evento a metà periodo, di 675 anni. È interessante notare, che ci sono elementi di prova ciclici all’interno del Sistema Solare [si fa riferimento a John Stockwell nel 1901], che indica la presenza di un ciclo di eclissi di 1350 anni [che coinvolge la Terra e la Luna in orbita attorno al Sole].

Eclissi cicliche di Stockwell, J. N – Astronomical Journal, vol. 21 – 1901
http://adsabs.harvard.edu/full/1901AJ…..21..185S

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Ciclicità su scala millenaria nella geodinamo dedotta dalla ricostruzione del dipolo di Andreas Nilsson, Raimund Muscheler, Ian Snowball http://www.lunduniversity.lu.se/lup/publication/2345020

Nella ricerca sopra riportata, si è ricostruito l’inclinazione magnetica assiale della Terra, nella quale si identifica un ciclo dominante di 1.350 anni nelle varianti dell’inclinazione del dipolo.

La variabilità climatica del monsone estivo indiano ha una periodicità significativa di 1350 anni.

Variabilità del monsone estivo indiano durante l’olocene come registrato nei sedimenti del mar arabico: tempistiche ed implicazioni, di Meloth Thamban, Hodaka Kawahata e Venigalla Purnachandra Rao – http://repository.ias.ac.in/38663/1/27_pub.pdf

8-indian-summer-monsoon-variabilityAnche se l’esistenza di tali cicli, nel regime climatico del Nord Atlantico è stata contestata, ciclicità simili non sono solo stati riportati alle alte latitudini, ma anche in settori monsonici a basse latitudini (Mayewski et al, 1997;.. Gupta et al, 2005).

Gli effetti del clima del ciclo 1350 anni si trovano anche in Cina, dove una periodicità di 1350 anni si ripete nel cambio di temperatura.

http://ir.igsnrr.ac.cn/bitstream/311030/3058/1/Key%20points%20on%20temperature%20change%20of%20the%20past%202000%20years%20in%20China.pdf

Quasi-periodicità delle variazioni di temperatura sulla scala millenaria – Ge Quansheng, Fang Xiuqi, Zheng Jingyun

9-temperature-change-of-the-past-2000-years-in-chinaRitornando allo studio di Gerard Bond del 1997, nel Nord Atlantico, troviamo che il padre del Bond Event ha realmente incontrato il ciclo di 1350 anni.

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In realtà, il ciclo di 1.350 anni è al di sopra degli altri due picchi di ciclicità [4.670 e 1.800 anni] nel “Confidence Level F Test” eseguito da Gerard Bond.

12-bond-1997-power-spectrum-densityInfine, l’analisi spettrale delle serie temporali dei grani di ematite macchiato con il metodo di Thompson (29) rivela che il segnale è concentrato in due grandi gruppi. Uno è centrato su 1800 anni, vicino al medio di eventi olocenico-glaciale, e l’altro è centrato; 4700 anni (Fig 7C.). Cicli che sono stati notati in precedenza in altri spettri e record paleoclimatici dall’ultima glaciazione (30). Inoltre, F test del rapporto di varianza rivelano linee con probabilità .95% a 4670, 1800 e 1350 anni (Fig. 7C). Ulteriori conferme di ciclicità vicini alla media degli eventi IRD è data applicando un filtro passa-banda larga gaussiana al record di grani ematite macchiate centrata al numero 1800 anni (Fig. 7D).

Se vi state chiedendo il perchè di cicli con periodi di 4670 e 1800 anni, Charles Keeling e Whorf Timothy pensano che quest’ultimi sono associati ad uno spostamento graduale della declinazione lunare, da un episodio di massima forzatura mareale : “….Noi proponiamo che tali cambiamenti millenari bruschi, nei ghiacci e nei sedimenti , sono stati prodotti, in buona parte, da ben caratterizzate variazioni periodiche della forza di marea, attraverso l’innalzamento oceanico globale causato dalle risonanze nei movimenti periodici della terra e della luna…”

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Il 1.800-anno oceanico ciclo delle maree : Una possibile causa dei rapidi cambiamenti climatici di Charles D. Keeling e Timothy P. Whorf http://www.pnas.org/content/97/8/3814.full.pdf

Pertanto, è probabile che i cicli climatici millenari, su scala primarie di 1350 anni, 1.800 anni e 4.670 anni sono tutti controllati da pannelli solari e meccanica orbitale.

Tuttavia, il nostro interesse per cicli climatici, non è guidato da pura curiosità accademica. Il clima è un fattore fondamentale che influenza il benessere degli individui, delle comunità, regioni, nazioni e imperi. Nel 1990 JHL Lawler ha pubblicato una revisione storica degli imperi e delle civiltà che riflette da vicino il ciclo climatico di 1350 anni e sottolinea l’importanza del periodo di metà ciclo di 675 anni. C’è un modello di crescita e di caduta di imperi, di intere civiltà, che avviene con circa un ciclo di ripetizione di 700 anni. Si alternano cicli di imperi monolitici seguiti da imperi frammentati. C’è un completo collasso della civiltà ogni 1400 anni, quindi questo potrebbe essere definito come ciclo di 1.400 anni. Ma tutti i principali imperi sorgono e crollano ogni 700 anni in sincronismo.

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Modelli per la previsione di eventi futuri di JHL Lawler – Agosto 1990 http://nexialinstitute.com/cycles_700,45,_10.htm

CONCLUSIONI

L’importanza del ciclo sul clima di 1350 anni diventa interessante quando si ricorda che la piccola era glaciale è stata convenzionalmente definita come partire dal 1350 DC [forse c’è di più per il nostro calendario che soddisfa l’occhio] perché aggiungendo sul periodo di metà ciclo di 675 anni, arriviamo al 2.025 DC. E’ stato convenzionalmente definito come un periodo che va dal 16 ° al 19 ° secolo, o, in alternativa, da circa il 1350 al 1850, anche se i climatologi e gli storici che lavorano con i record locali non sono d’accordo su entrambi le date di inizio e di fine di questo periodo, che varia a seconda delle condizioni locali.

http://en.wikipedia.org/wiki/Little_Ice_Age

Il Sole ha subito un ribasso o un “cambio di passo” nella sua attività durante il 2005 ?

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E’ avvenuto un cambiamento solare durante la fine del 2005 ? di Geoff Sharp – 19 settembre 2012

Ho commentato il cambiamento al momento angolare solare che si è verificato nello stesso momento in precedenza, ma oggi, mentre effettuavo la mia ricerca su “Livingston & Penn Effect” mi sono imbattuto in alcuni grafici sorprendenti. I grafici provengono da una presentazione di Nagovitsyn, Pevtsov e Livingston (Bill) che mostrano tutti i gruppi delle macchie solari sperimentare un cambiamento radicale verso la fine del 2005.

http://landscheidt.wordpress.com/2012/09/19/a-solar-step-change-during-late-2005/

Pertanto, è probabilmente e corretto dire : benvenuti in un evento di frammentazione Lawler.

….

 

Fonte : https://malagabay.wordpress.com/2013/01/09/solar-system-holocene-lawler-events/

 

I prossimi cambiamenti climatici secondo Franco Ortolani

Il-Professore-Franco-OrtolaniIl prof. Franco Ortolani, ex-ordinario di Geologia presso l’Università Federico II° di Napoli, era già stato ospite sulla nostra piattaforma con questo post. Lo scritto riportato di seguito e un nuovo pensiero depositato dal professore sulla sua pagina di facebook. Ulteriori argomentazioni, in riferimento al tanto discusso cambiamento climatico, alla CO2 e l’attività solare.

Circa mille anni fa si verificò un periodo più caldo dell’attuale che durò alcuni secoli.
Le sue evidenze sono state riscontrate in tutto il globo. Il tutto avvenne con una concentrazione di CO2 molto più bassa dell’attuale. Il fenomeno, pertanto, è stato totalmente controllato da altri fattori! Quali?
Questi fattori, oltre ai gas climalteranti antropogenici, possono controllare il riscaldamento globale attuale che sembra ripetersi con una ciclicità millenaria. Cambiamento climatico-ambientale attuale: non ci facciamo “abbagliare dal sole” ma nemmeno dal “millantato credito” dell’onnipotenza umana! Dall’inizio del 1700 il sole, dopo la scarsa attività dei precedenti secoli che hanno condizionato la Piccola Età Glaciale, ha avuto una crescente attività come testimoniato dal conteggio delle macchie solari.

Fino al 1800, in assenza di perturbazioni antropogeniche della composizione dell’atmosfera, è stato l’attore indiscusso del cambiamento climatico e conseguentemente ambientale. A partire dal 1800 l’uomo industrioso ed industriale ha iniziato ad immettere in atmosfera volumi crescenti di inquinanti climalteranti mentre già la temperatura era il continua risalita. Ecco che nel 1900 si ha il massimo di impatto antropogenico sull’atmosfera mentre in prevalenza la temperatura globale ha continuato a salire con qualche alto e basso; l’uomo ha dato il massimo di inquinamento mentre l’attività solare ha continuato ad aumentare tra qualche alto e basso. Di chi è la colpa del riscaldamento globale? Dell’uomo? Della Natura? O di tutte e due?
Dell’inquinamento atmosferico è certamente responsabile l’uomo! Il riscaldamento è iniziato nel 1700 senza attività climalterante antropogenica. Mille anni fa ci fu una evoluzione climatica simile che causò il noto periodo caldo medievale che noi ubichiamo tra il 1100 e 1270 circa e indusse condizioni desertiche-predesertiche anche lungo le coste italiane fino a circa 41-42° nord. A tali condizioni non siamo ancora giunti ma sembra che ci stiamo avviando per riavere di nuovo condizioni simili a quelle di 1000 anni fa.
E mille anni fa l’uomo non aveva un ruolo climalterante mentre il sole fu caratterizzato dal noto massimo medievale di attività. Per farla breve: senza l’apporto climalterante dell’uomo, con la sola incrementata attività solare, 1000 anni fa si ebbe un riscaldamento globale molto ben testimoniato nell’area mediterranea nella fascia di transizione tra clima umido e clima desertico in varie sezioni geoarcheologiche a nord e a sud del bacino fino a 41-42°nord. Ora con l’apporto dell’attività solare aumentata rispetto alla Piccole Età Glaciale e con l’apporto climalterante dell’uomo si assiste ad un nuovo cambiamento climatico-ambientale globale. E’ colpa dell’uomo, dicono molti fisici che riescono a leggere e capire solo i dati strumentali di circa 200 anni. E’ colpa del sole, dicono altri fisici studiosi del sole. E’ colpa di entrambi, diciamo noi, e la situazione si preannuncia più incisiva, come cambiamento climatico-ambientale, rispetto a quella di 1000 anni fa!
Eliminare le attività climalteranti non fermerebbe il cambiamento climatico-ambientale, diciamo noi. Diminuirebbe l’inquinamento atmosferico e sarebbe già un grande passo avanti. Prepariamo subito l’ambiente per sopportare le nuove condizioni ambientali che progressivamente si stanno instaurando come accadde 1000 anni fa e che saranno molto significative soprattutto nelle fasce di transizione tra condizioni climatico-ambientali differenti. E occhio alle migrazioni non solo della temperatura e delle precipitazioni ma anche a quelle biologiche (come già avvertimmo 20 anni fa) che imporranno una nuova biodiversità naturale, come accaduto varie volte nel passato recente e nelle ultime centinaia di migliaia di anni. Occhio alle produzioni agricole tradizionali che sostengono gran parte dell’economia agricola: nuovi ospiti imporranno “lotte all’ultimo colpo” per la sopravvivenza biologica. E occhio a rispolverare le essenze vegetali autoctone antiche sopravvissute alle diverse condizioni climatico ambientali che si sono succedute nelle ultime migliaia di anni. Una lotta senza quartiere è iniziata, per la sopravvivenza e per la conquista biologica di nuove aree. Invasioni e migrazioni biologiche globali sono ormai in atto. Rendiamoci conto della vastità dei conflitti biologici naturali e…regoliamoci…al più presto! E prepariamoci ad una nuova biodiversità naturale!

Medieval Warm Period (Asia: Russia)
Center for the Study of Carbon Dioxide and Global Change. “Evidence of Medieval Warm Period in Russia.” Last modified June 26, 2013. http://www.co2science.org/subject/m/summaries/mwprussia.php.

Fonte : https://www.facebook.com/franco.ortolani.54/posts/1033677403376874

Svizzera, l’inverno che sta per concludersi …

L’inverno che sta per concludersi è stato quasi ovunque molto mite. Un tempo veramente freddo, con temperature nettamente al di sotto della media e un innevamento a basse quote si sono verificati solo in alcuni giorni, a Nord delle Alpi, verso la metà di gennaio.

Sui tre mesi invernali, da dicembre a febbraio, sull’insieme della Svizzera è previsto uno scarto della temperatura di circa 2,5 °C al di sopra della media 1981 – 2010. Un inverno con condizioni  paragonabili è stato quello del 2006/2007, con uno scarto positivo di circa 2,6 °C.

1455727487421Fig. 1: Grafico della deviazione dalla norma delle temperature in Svizzera dal 1864/65 al 2015/2016. 

Dicembre con record di caldo estremo

L’inizio dell’inverno è stato soprattutto mite. Il perdurare del bel tempo con afflussi di aria calda  portava la Svizzera a uno dei mesi di dicembre più caldi dall’inizio delle misurazioni, nel 1864. La media del Paese ha superato la norma 1981-2010 di circa 3,2 °C, ad alta quota fino a 4-6 °C. Questi valori si situano 2 °C al di sopra di quelli record di dicembre misurati finora e rappresentano  un evento unico nella storia delle misurazioni.

Il bel tempo che si è accanito ha portato l’Engadina, come le regioni di Davos, Basilea, Altdorf e Zurigo al dicembre più soleggiato che sia stato misurato dal 1959, da quando si hanno a disposizione misure omogenee, e a Sud delle Alpi un’estrema scarsità di precipitazioni. In certe zone non ci sono state precipitazioni del tutto, e in molti luoghi sono caduti solo alcuni decimi di millimetro.

Gennaio e febbraio variabili e miti

Completamente all’opposto di dicembre, i mesi di gennaio e febbraio hanno portato prevalentemente tempo instabile. Vivaci correnti da ovest – sudovest, a tratti anche tempestose, hanno fatto affluire masse d’aria atlantica umida verso la Svizzera. In gennaio, in alcune regioni del Nord delle Alpi, si sono stabiliti record di precipitazioni elevate, mentre le quantità al Sud di esse hanno raggiunto di nuovo, localmente, solo la metà dei quantitativi rispetto alla norma, rimanendo di nuovo sotto la media. La temperatura di gennaio su scala nazionale si situava in media a 1,8 °C sopra la norma 1981 – 2010. Gli scarti più elevati si sono avuti al nord delle Alpi e in Vallese con valori di 2 fino a 2,7 °C, mentre in alta montagna le differenze rispetto alla norma sono state molto contenute.

La prima metà di febbraio ha portato ovunque in Svizzera copiose precipitazioni. A Sud delle Alpi, in Vallese e nella Svizzera occidentale le quantità a metà mese avevano già superato la media mensile. Generalmente è rimasto molto mite e solo sporadicamente si sono avute nevicate a basse quote.

Fig. 2: Prati di Valle, Airolo, verso fine gennaio 2016 (Foto: A. Weinmann Sterlini)

Stratosfera, attività solare, NAM, raggi cosmici : Due documenti scientifici …

Nella passata giornata, un nostro lettore ha depositato (sul nostro blog) un’accattivamente interrogativo, in riferimento all’influenza solare sulla dinamiche che hanno sede nella stratosfera terrestre :

http://daltonsminima.altervista.org/2015/12/19/geotemperaturamagnetica/comment-page-1/#comment-124369

mi pare un tantino riduttivo attribuire esclusivamente le dinamiche solari all’alterazione o non alterazione del vps e vpt

Ecco…. credo che i due interessanti documenti scientifici riportati di seguito, sono un buon viatico, per la comprensione delle dinamiche stratosferiche-troposferiche in relazioni alle varie fasi del ciclo solare durante l’inverno nell’emisfero boreale.

Michele

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Vortice polare stratosferico come possibile argomento delle variazioni temporali dell’attività solare e gli effetti dei raggi cosmici galattici sulla circolazione nella bassa atmosfera

S. Veretenenko, M. Ogurtsov

Riassunto

Sono state studiate le possibili ragioni dell’instabilità temporale e gli effetti a lungo termine dell’attività solare (SA) e dei raggi cosmici galattici (GCR) sulle variazioni della circolazione nella bassa atmosfera. Si dimostra, che le rilevate precedenti oscillazioni di circa 60 anni di ampiezza e segno legate a SA/GCR sulla pressione troposfera alle latitudini alte e medie (Veretenenko e Ogurtsov, Adv.Space Res., 2012) sono strettamente legate allo stato del vortice ciclonico stratosferico polare. Si è rilevato che l’intensità del vortice presenta una periodicità di circa 60 anni che influenza l’evoluzione della circolazione atmosferica su larga scala. L’intensificazione dei due anticicloni artici e dei cicloni alle medie latitudini è associato ad un aumento dei raggi cosmici nei minimi dei cicli solari di 11 anni e si osserva nelle epoche di un forte vortice polare. Nelle epoche di un debole vortice polare, gli effetti di SA/GCR, sullo sviluppo dei sistemi dei sistemi barici alle latitudini medie e superiori si è trovato che cambia di segno. I risultati ottenuti dimostrano che il meccanismo dell’attività solare e l’influenza dei raggi cosmici sulla circolazione nella bassa atmosfera comporta cambiamenti nell’evoluzione del vortice polare stratosferico.

Chart AAnalisi FFT per la SLP, la temperatura, anomalie nella regione artica, la circolazione e il numero di macchie solari etc..

Link : http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0273117713005474

Forzatura geomagnetica della NAM attraverso la Stratosfera

Daniel Palamara, Edward Bryant

Riassunto

Consideriamo i vari aspetti del legame tra la modulata attività geomagnetica solare e l’indice NAM. I nostri risultati indicano che la forzatura geomagnetica sulla circolazione atmosferica nell’emisfero settentrionale è temporalmente limitata e stagionale, modulata dalla QBO e dipendente da l’accoppiamento stratosfera-troposfera. Quando i dati sono limitati ai valori di gennaio, dopo il 1965 e negli anni nei quali la QBO è verso est, il coefficiente di correlazione tra il l’indice geomagnetico AA e la NAM è pari a 0.85. Questi risultati possono spiegare molte delle caratteristiche enigmatiche nella circolazione atmosferica nell’emisfero nord.

Chart BL’indice di gennaio geomagnetico AA (in alto) e l’indice di gennaio NAM (in basso), 1965-1999. Il coefficiente di correlazione tra queste due serie è 0,62, che è statisticamente significativo al livello di confidenza del 95%

Link : http://ro.uow.edu.au/smhpapers/1894/