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Il climatologo. Franco Prodi: un richiamo a lavorare liberi

Contro il degrado ambientale serve grande impegno…

prodi_53575078«Mi definisco una persona non con la testa fra le nuvole, ma una persone con la testa nelle nubi » dice Franco Prodi, «perché se parliamo di scienza parliamo di nubi, non nuvole, e a quelle posso dire di aver dedicato una vita da ricercatore: la formazione delle precipitazioni, il ruolo delle particelle d’aerosol, perché le nubi fanno da spazzini dell’atmosfera con dei meccanismi bellissimi che andrebbero spiegati…». Classe 1941, membro di una nidiata d’eccellenza, quella dei nove fratelli Prodi, di cui Romano ha avuto la fama maggiore ma gli altri hanno ottenuto riconoscimenti non meno prestigiosi nei loro ambiti, Franco è uno dei massimi studiosi italiani, al Cnr, di climatologia e in particolare una delle voci autorevoli a livello mondiale sulla grandine. «Tutto è nato molto presto – racconta – mi ero laureato in fisica e mi ero appassionato alla struttura della materia. Durante il servizio militare ho conosciuto la meteorologia: sono stato sottotenente del genio aeronautico al Monte Cimone, sull’Appennino modenese. Da lì ho iniziato a studiare la grandine come se fosse un materiale. E ho scoperto che il chicco poteva essere una sorta di sensore, portava “registrata” la sua storia dentro il temporale». Prodi si è sentito ovviamente interpellato dal discorso del Papa. Giusto sabato scorso ha coordinato il convegno «Cambiamenti climatici. Cause naturali e antropiche. I protagonisti della ricerca» che si è tenuto a Faenza, promosso dalla Società Torricelliana di Scienze e Lettere. «È stato importante il richiamo del Pontefice al tema della biodiversità – commenta –, il numero di specie viventi che si sono estinte e che continuano a estinguersi è pesante. Il problema ecologico riguarda anche come le diverse specie interagiscono fra loro per un particolare “transito” che investe tutta la biosfera: il flusso di fotoni solari, attraverso la fotosintesi, genera tutte le molecole di natura più complessa, che passando dagli erbivori ai carnivori finiscono poi nel mondo minerale.

Questa transizione assicura anche un certo bilanciamento climatico: la biosfera non è irrilevante nel sistema climatico, anzi». Prodi coglie con entusiasmo l’appello del Papa agli scienziati «liberi da interessi politici, economici o ideologici » perché assumano una «leadership» nell’elaborazione di soluzioni in ambito ecologico, rispetto a una politica condizionata da interessi finanziari o di potere spicciolo. «Sono parole di grande lucidità – dice lo scienziato emiliano – che riconoscono e danno lustro al nostro ruolo. C’è bisogno appunto di un grande impegno della scienza sul degrado ambientale: penso a questioni come i metalli pesanti negli oceani, i fiumi non più balneabili, l’inquinamento scriteriato dei terreni… La questione invece della connessione fra l’innalzamento del Co2 nell’atmosfera, che è un fatto, e il riscaldamento climatico è per lo meno controversa. Qui la scienza, appunto, deve lavorare veramente libera da interessi e pressioni politiche. Non bisogna pensare che “la scienza” sia l’Ipcc (Intergovernmental panel on climate change ndr), un organismo rispettabilissimo, ma che nasce da una domanda dei governi sul futuro del pianeta. L’Ipcc elabora scenari, modelli a partire dai dati che sono oggi a nostra disposizione. Ma restano scenari del tutto ipotetici, come dimostra per esempio la forbice dell’aumento previsto delle temperature del pianeta a fine secolo, da più 1 a più 7 gradi. Una forbice troppo ampia.

Il punto, in realtà, è che sui mutamenti climatici non siamo ancora in grado di distinguere il peso dell’elemento antropico, dell’uomo, dai fattori prettamente naturali. Per questo la scienza deve procedere con serietà nelle sedi deputate, che sono i laboratori, le riviste scientifiche accreditate. Ed è sempre un cammino travagliato. Ci vorranno diverse decadi, penso, prima di arrivare a condizioni che ci permettano di avere delle previsioni accurate». E su quanto sappiamo delle dinamiche del clima vale, conclude Prodi, lo spazio temporale su cui oggi possiamo fare previsioni meteo attendibili: «Dieci, dodici giorni, dopo di che è come se non sapessimo nulla. Si passa a congetture statistiche e stagionali».

Fonte : https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/un-richiamo-a-lavorare-liberi

IGNORANZA e INGANNO : BBC Vs Archimede

Premessa

L’articolo sotto riportato presenta forti contenuti che possono alterare il vostro equilibrio interiore. Si consiglia quindi i lettori del blog di leggere il presente articolo stando comandamente seduti, perchè c’è il forte rischio di cadere per le eccessive :

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  • La propaganda BBC :

 

BBC 1Punto n°3

 

Traduzione :

“….. Quali sono gli effetti? La fusione del ghiaccio del mar artico

Le temperature più elevate, gli eventi meteorologici estremi e il livello delle acque marine sono tutti collegati ad un clima sempre più caldo e potrebbero avere un effetto drastico sulle regioni di tutto il mondo. Dal 1900, i livelli del mare sono aumentati in media di circa 19cm a livello globale. Il tasso di innalzamento del livello del mare è accelerato negli ultimi decenni, ponendo una serie di isole e paesi basse a rischio. Il ritiro dei ghiacci polari è un importante contributo a questo aumento. Un’area di ghiaccio marino circa 10 volte la dimensione del Regno Unito è stata persa da quando viene confrontata con livello dei primi anni 1980.

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  • Il principio d’Archimede

Ma se il polo si sta sciogliendo, perché il livello del mare non si alza ? Dipende dal buon vecchio principio di Archimede, che ci insegnavano alle scuole elementari e medie. E’ lo stesso principio del cubetto di ghiaccio nel bicchiere d’acqua (o altro). Il cubetto galleggia, e una parte, circa un decimo, sporge fuori dalla superficie. La foto mostra questo effetto un po’ più in grande.
La domanda è : quando si scioglie, il livello dell’acqua si alza o no ? La risposta è no, perché la densità del ghiaccio è minore di quella dell’acqua. In parole povere, un centimetro cubo di ghiaccio pesa meno di un centimetro cubo d’acqua.
Al polo nord non c’è un continente, è soltanto mare con tanto ghiaccio che galleggia. E quindi, anche se si scioglie tutto, il livello del mare resta lo stesso.

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Fonti :

https://tallbloke.wordpress.com/2015/11/29/bbc-links-arctic-sea-ice-loss-to-sea-level-rise/

http://www.bbc.co.uk/news/resources/idt-5aceb360-8bc3-4741-99f0-2e4f76ca02bb

http://www.focus-in.info/Archimede-e-il-Polo-Nord

 

 

 

 

I modelli climatici stanno correndo troppo verso il caldo

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Nel corso degli ultimi 35 anni (dal 1979-1982), i modelli hanno previsto delle temperature più elevate del 53% (rispetto alle registrazioni delle temperature sulla superficie) e temperature più elevate, del 147% (rispetto ai dat satellitari).

Il 2015 sarà molto probabilmente l’anno più caldo da quando si registrano le tempearture. Questo sottolinea, ovviamente, che il riscaldamento globale è un problema reale. Chiaramente, le temperature sono in aumento, ma la crescita di quest’ultime, “non è” così veloce come i modelli stanno indicando. Questo suggerisce che i modelli sono troppo pessimisti.

Inoltre, si osservi come la temperatura superficiale, che viene calcolata come l’insieme di decine di migliaia di punti di misura ( tutti bisognosi di regolazione, controlli ) e con un sacco di interpolazione introdotte dentro ( in luoghi con poche o nessuna stazione di misura ) si sta sempre più allontanando, dalla temperatura satellitare. Temperatura satellitare, che probabilmente, è molto  più accurata, e che copre quasi continuamente l’intero pianeta. Quindi, il 2015 “non può” essere l’anno più caldo, come il 1998, 2010 e il 2005.

Nonostante che i mass-media, rivolgano la loro forte attenzione sul tema “è caldo o non è caldo“, la discussione, a mio modesto parere dovrebbe piuttosto concentrarsi sulla questione se i modelli stanno correttamente prevedono il futuro della temperatura globale. E qui la risposta, sembra essere molto chiara, nel corso degli ultimi 35 anni, i modelli, stanno correndo verso un troppo caldo, che non è reale.

Ecco perché gli studi recenti sembrano indicare che la sensibilità climatica è probabile nella parte bassa, non nell’estremità superiore. (http://on.fb.me/1Bna2gC)

Giusto per assicurarsi che questo post non venga frainteso:  È possibile che il mio precedente “non”, non significa che non c’è nessun problema del riscaldamento globale.

Il problema è presente, ma quest’ultimo “non è la fine del mondo”. Si può correggere il riscaldamento globale, senza fare paura.

Bjørn Lomborg

 

“Obama sui cambiamenti climatici ha torto marcio”, dice il Nobel (obamiano) per la Fisica Giaever

“Il global warming è diventato una nuova religione, non se ne può discutere, è una verità incontrovertibile, è come una Chiesa”

“Scusami mr President, ma hai torto, completamente torto”. Ivar Giaever, premio Nobel per la Fisica nel 1973, ce l’ha con Barack Obama e con le sue posizioni sul riscaldamento globale (o cambiamento climatico), in particolare con il discorso sullo stato dell’Unione di gennaio in cui Obama diceva che “nessuna sfida rappresenta un rischio maggiore per le future generazioni del cambiamento climatico”. Giaever l’ha definita “un’affermazione ridicola”. Il fisico norvegese non è un’estremista della destra oscurantista, anzi nel 2008 era stato uno dei 70 premi Nobel che aveva pubblicamente appoggiato la corsa del giovane senatore dell’Illinois alla Casa Bianca: “Il paese ha un urgente bisogno di un leader visionario, siamo convinti che Barack Obama sia quel tipo di leader”, c’era scritto in quell’appello. “Obama ha detto che il 2014 è stato l’anno più caldo di sempre. Ma non è vero”, dice dopo sette anni dopo il Nobel, mostrando come negli ultimi vent’anni la temperatura sia rimasta praticamente costante e come negli ultimi 100 anni sia aumentata di meno di un grado.

Il palcoscenico del suo discorso, dal titolo “Global warming revisited”, è stato il prestigioso “Lindau Nobel Laureates Meeting”, in Germania, dove si confrontano le più importanti personalità del mondo scientifico e dove è intervenuto anche chi la pensa in maniera opposta come Brian Schmidt, un altro Nobel per la fisica. Giaever afferma di essere rimasto inorridito dal modo in cui si parla del tema: “Il global warming è diventato una nuova religione, non se ne può discutere, è una verità incontrovertibile, è come una Chiesa”. Viene considerato eretico chiunque osi scostarsi dall’allarmismo riguardo all’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la desertificazione, l’innalzamento dei mari e l’aumento dei fenomeni climatici estremi.

E’ vero che come diceva un altro Nobel per la Fisica, il danese Niels Bohr, “è difficile fare previsioni, soprattutto per il futuro”, ma quasi tutti gli annunci di catastrofi naturali dovute al riscaldamento globale per colpa dell’uomo sono stati enormemente esagerati. A partire proprio dall’Ipcc (il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’Onu) e dall’ex vicepresidente democratico americano e ambientalista pop Al Gore, vincitori nel 2007 del Nobel per la pace per l’impegno nel diffondere la conoscenza sui cambiamenti climatici, che ad esempio avevano previsto per il 2035 lo scioglimento dei ghiacciai dell’Himalaya, la scomparsa di parte dell’Olanda sotto il livello del mare e lo scioglimento dei ghiacciai artici entro il 2014, tutte cose mai accadute. E questa discrepanza tra le previsioni apocalittiche e ciò ceh poi è realmente accaduto è evidente per gran parte dei modelli climatici che, come ha evidenziato l’ambientalista Bjorn Lomborg, negli ultimi 30 anni hanno sovrastimato l’aumento delle temperature per una percentuale tra il 70 e il 300 per cento. “I fatti ci dicono che negli ultimi 100 anni la temperatura è salita di 0,8 gradi e tutto nel mondo è migliorato – ha detto nel suo discorso Giaever –. Come si fa a dire che tutto sta peggiorando? Viviamo più a lungo, abbiamo una salute migliore e tutto va meglio. Ma se la temperatura sale di altri 0,8 gradi immagino che moriremo tutti”.

“Non riesco a capire perché tutti i governi in Europa siano preoccupati del global warming, dev’essere una questione politica”, ha detto il Nobel norvegese, aggiungendo che il riscaldamento globale è essenzialmente “un non problema”. E quanto agli effetti sui paesi più poveri e in via di sviluppo, ha affermato che il loro più grande problema non è il cambiamento climatico, ma la povertà: “Le persone che attraversano il Mediterraneo non scappano dal global warming, fuggono dalla povertà. Se vogliamo aiutare l’Africa, dobbiamo aiutare le persone a uscire dalla povertà, non cercare di costruire pannelli solari e pale eoliche. Stiamo sprecando soldi con queste cose invece di aiutare le persone. L’energia a basso costo è ciò che ci ha fatto diventare ricchi e ora improvvisamente la gente non ne vuole più”.

Fonte : http://www.ilfoglio.it/cronache/2015/07/09/obama-sui-cambiamenti-climatici-ha-torto-marcio-dice-il-nobel-obamiano-per-la-fisica-giaever___1-v-130670-rubriche_c301.htm

CMCC, T media di +3,2 °C per secolo + Analisi CNR primavera 2015 + Previsioni Estate 2015 Consorzio Lamma

È come fare uno zoom su una parte della Terra, ingrandire un’area di particolare interesse fino a che non si riesca a vedere in maniera adeguata quello che vi accade e produrre informazioni utili a capire quali saranno gli impatti di un clima mutato su quello specifico territorio, con le conseguenze che ne possono derivare per la pianificazione ambientale e territoriale, per le attività economiche e per la sicurezza dei cittadini.

È il lavoro di un team di scienziati del CMCC che si occupa, tra le altre cose, di studiare i cambiamenti climatici attuali e futuri su scala regionale, utilizzando dei modelli numerici che consentono di raggiungere un livello di dettaglio sufficiente ad analizzare il clima di una determinata area del Pianeta, come l’Italia, ad esempio.

Italia: temperature più calde, precipitazioni più scarse in estate e più abbondanti in inverno
In questo caso, infatti, la lente d’ingrandimento si è concentrata sul nostro Paese, facendo luce su come sarà, in accordo agli scenari adottati dall’IPCC, il clima italiano alla fine del secolo in corso.

Edoardo Bucchignani, Myriam Montesarchio, Alessandra Lucia Zollo e Paola Mercogliano sono i nomi degli scienziati del CMCC e del Cira di Capua che hanno condotto questa ricerca con un modello regionale dal nome Cosmo-CLM e l’hanno raccontata in un articolo scientifico pubblicato nella rivista International Journal of Climatology con il titolo “High-resolution climate simulations with COSMO-CLM over Italy: performance evaluation and climate projections for the 21st century” (Doi: 10.1002/joc.4379).

I risultati contenuti nell’articolo sono testimoni di una ricerca che per la prima volta rende disponibili scenari climatici sull’Italia per valutare con elevata affidabilità le variazioni di temperature e precipitazioni per il secolo in corso e i relativi impatti.

Nello specifico, i dati – che sono stati elaborati graficamente utilizzando il software Clime del CMCC – riportano un aumento della temperatura media italiana di 3,2 gradi centigradi per secolo (i dati riportati considerano la differenza tra le temperature medie dei trentenni 1971-2000 e 2071-2100). Per quanto riguarda le precipitazioni, la ricerca mostra un aumento nelle stagioni fredde e una diminuzione per le stagioni calde (con riferimenti ai dati medi dei trentenni di fine XX secolo e di fine XXI secolo). Sono dati particolarmente significativi perché associabili al rischio alluvioni per quanto riguarda le stagioni invernali e ai problemi inerenti la gestione delle risorse idriche nelle stagioni estive e primaverili soprattutto nelle regioni settentrionali della penisola, con particolari implicazioni sia per la disponibilità di acqua ad uso civile (abitazioni), sia per altri usi come per i settori agricolo e industriale.

Continua su :  http://www.cmcc.it/it/modelli-e-scenari/come-cambiera-il-clima-in-italia-2

Primavera 2015 : Capitolo anomalie di temperature e precipitazioni -CNR-

Intanto secondo il CNR la primavera 2015 si conclude con uno scarto a livello di temperature pari a +1.36°C . Questa è la settima primavera più calda su base di riferimento 1800-2013.

A livello di precipitazioni, siamo pressoché in media, con uno scarto pari al -4% su base 1971-2000.

http://www.isac.cnr.it/climstor/climate_news.html

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Previsioni luglio-agosto 2015 fornite dal consorzio Lamma

L’ultimo aggiornamento delle previsioni stagionali conferma le linee di tendenza prospettate in precedenza (vedi: previsioni per l’estate 2015). Il bimestre luglio-agosto dovrebbe essere caratterizzato da un flusso atlantico piuttosto intenso e da una scarsa influenza dell’anticiclone africano.  Per quanto riguarda la Toscana, questo dovrebbe tradursi in un LUGLIO in cui non sono attese anomalie di rilievo né dal punto di vista termico né da quello pluviometrico. Non si prevedono quindi significative ondate di calore di matrice africana (come nelle estati 2003, 2009 e 2012) né temperature particolarmente fresche come lo scorso luglio. Nel mese di AGOSTO il flusso perturbato atlantico dovrebbe abbassarsi di latitudine a causa del consolidamento dell’alta pressione sulla Scandinavia. Sulla Toscana si potrebbe pertanto configurare un mese con un numero di giorni di pioggia leggermente superiore alla norma e temperature leggermente inferiori. Considerate le anomalie marcatamente positive delle temperature superficiali del Mediterraneo centro-occidentale, le precipitazioni potranno risultare anche di forte intensità.

Tipi di circolazione atmosferica che dovrebbero prevalere ad agosto  (7 e 8)

http://www.lamma.rete.toscana.it/news/previsioni-luglio-agosto-2015