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Il Convegno di Allumiere ‑ edizione 2014

Martedì, 25 Marzo 2014 13:24  | Scritto da Stefano Starace

Guido Guidi, Paolo Sottocorona, Claudio Riccio, Adriano Mazzarella, i ricercatori dell’OPI e del CMT e la nostra Associazione ospiti dell’ormai tradizionale convegno allumierasco, giunto all’edizione 2014. Massiccia la partecipazione del pubblico.

C’è un piccolo borgo, arroccato sulle colline dell’alto Lazio, dove già da diverso tempo si svolge un evento annuale di rilevante importanza nell’ambiente meteo-climatico italiano. Allumiere – questo il nome del paese – ospita infatti un incontro su tematiche meteorologiche, al quale hanno partecipato, nel corso degli anni, diversi esperti del settore, scienziati e professori, con grande successo di pubblico.

Il Prof. Adriano Mazzarella, docente di meteorologia all’Università Federico II di Napoli

Il giorno 22 marzo 2014, presso la sala conferenze del Bar Centrale, si è svolta l’ultima edizione. Alla kermesse sono intervenute personalità di spicco come il Tenente Colonnello Guido Guidi, il previsore Paolo Sottocorona (meteoman del canale televisivo La7),

il Professore Adriano Mazzarella (titolare della cattedra di Meteorologia all’Università Federico II di Napoli), ed i ricercatori Riccardo Valente ed Alessandro Pizzuti.  All’evento è stata chiamata a partecipare anche la nostra Associazione, rappresentata dai Soci fondatori Flavio Vecchi e Paolo Leoni, già redattori del nostro portale meteo, i quali hanno presentato il nostro progetto con un intervento specifico. Il convegno ha avuto come moderatore l’ideatore stesso di questa fortunata serie di appuntamenti: Antonio Marino, grande appassionato di meteorologia che da anni si prodiga con dedizione, abnegazione e competenza per la riuscita della manifestazione.

La giornata ha visto una grande presenza di pubblico (70 intervenuti), con la sala occupata ai limiti della capienza, e si è aperta con un inatteso, quanto gradito, fuori-programma: il luogotenente dell’AM Claudio Riccio ha infatti presentato al pubblico una mini-mostra di strumenti meteorologici analogici, piuttosto datati ma ancora in uso presso alcune stazioni ufficiali. È stato interessante entrare nei complessi meccanismi meccanici del “pluviografo”, così come è stato curioso scoprire che i radiosondaggi vengono effettuati con palloni che, prima di esplodere intorno ai 30.000 metri di altitudine, si gonfiano a dismisura, raggiungendo talvolta dimensioni tali da poter essere confusi con oggetti volanti non identificati (UFO).

Dopo questa anteprima il convegno è entrato nel vivo con l’intervento del Prof. Mazzarella, il quale ha presentato un proprio studio sulla correlazione tra la NAO e la lunghezza del giorno. Lo studio, portato a termine secondo un approccio “olistico”, ha dimostrato la correlazione tra l’attività solare e il pattern circolatorio su scala emisferica, ponendo molti dubbi sulla tesi che vede l’uomo come unico responsabile dei cambiamenti climatici dell’ultimo secolo e del cosiddetto “global warming”.

Il previsore de La7 Paolo Sottocorona e il Luogotenente AM Claudio Riccio, alle prese con la mostra di strumentazioni analogiche

Dopo il professore è stato il turno dell’Associazione Meteoreport.net, la quale ha scelto la multimedialità per comunicare il proprio obiettivo. Dapprima quindi è stato proiettato un video, realizzato per l’occasione dal nostro caporedattore Emanuele Latini e dal nostro collaboratore Angelo De Nardis, riguardante la mission dell’Associazione.

L’intervento di Paolo Leoni e Flavio Vecchi per conto della nostra Associazione

In séguito sono intervenuti i redattori del portale meteoreport.net per approfondire le tematiche trattate. Paolo Leoni ha messo in evidenza il grande incremento della quantità, ma anche il calo di “qualità” nell’informazione meteorologica a séguito dell’avvento del web, anche a causa del proliferare di molti siti commerciali e dell’abuso delle previsioni meteorologiche automatizzate sulla cui attendibilità l’utente è scarsamente informato. Flavio Vecchi invece ha descritto il funzionamento del nostro sito web ed ha nuovamente posto l’accento sul nostro obiettivo, ovvero fornire agli utenti un’informazione meteorologica corretta ed accurata, senza scadere nel sensazionalismo e con l’obiettivo di contribuire, per quanto possibile e nel nostro piccolo, allo sviluppo di una “coscienza meteorologica” nei cittadini.

Il tema dell’attendibilità delle previsioni meteorologiche a lunga scadenza è stato poi affrontato dal Colonnello Guido Guidi, che ha catturato l’attenzione dei presenti illustrando le nuove tecniche previsionali a scadenza mensile in uso presso l’Aeronautica Militare, grazie alle quali l’attendibilità è di molto migliorata. Siamo rimasti positivamente sorpresi di scoprire quanto la nostra Aeronautica Militare sia all’avanguardia nel settore, poiché indici e grandezze illustrate dal Colonnello Guidi, come MJO, Stratwarming ed ENSO, difficilmente fino a qualche anno fa erano tenute in considerazione, se non tra gli appassionati che popolavano i forum del web.

L’intervento finale dei ricercatori Alessandro Pizzuti e Riccardo Valente

Anche l’intervento successivo ha riguardato la previsione  a lunga scadenza: infatti i ricercatori Riccardo Valente e Alessandro Pizzuti hanno esposto all’uditorio i risultati del loro recente studio sulla correlazione tra il pattern circolatorio del mese di ottobre e l’indice AO del trimestre invernale. Lo studio ha colpito notevolmente tutti i presenti per la sua coerenza ed è risultato talmente interessante da aver catturato l’attenzione del Prof. Cohen, esperto assoluto nella materia, che a breve volerà dagli Stati Uniti per incontrarsi con i ricercatori con l’obiettivo di valutare possibili collaborazioni!

Dopo ben quattro ore di interventi ci si sarebbe aspettato da parte del pubblico, non costituito interamente da esperti del settore, ma anche da appassionati a vario titolo, un calo di attenzione, e invece gli argomenti trattati sono risultati così interessanti da dare il via ad una lunga serie di domande alle quali i relatori hanno risposto in maniera esaustiva, impreziosendo ulteriormente il già ricco bottino culturale ed informativo della giornata. Su tutte, vogliamo citare la domanda finale, posta da nostro caporedattore Emanuele Latini a Guido Guidi e a Paolo Sottocorona: c’è speranza di vedere nuovamente riproposta sulla rete Rai in prima serata una trasmissione di informazione meteorologica, che faccia anche e soprattutto didattica, che spieghi il perché di un certo tipo di tempo, che illustri alla gente comune come rapportarsi alle condizioni atmosferiche? Un programma della durata massima di 6-7 minuti, alla stregua di come accadeva negli Anni Ottanta per il noto programma “Che tempo fa” dei vari Edmondo Bernacca, Andrea Baroni e Guido Caroselli; nulla di più… La risposta, purtroppo, non è stata molto incoraggiante: le logiche di mercato e la miopia di una certa classe dirigente continua a non ritenere l’informazione e la formazione meteorologica un elemento càrdine della vita delle persone. Meglio sapere se ci sarà il sole per andare al mare la domenica piuttosto che spiegare alla gente i rischi di un temporale o la “normalità” di un nubifragio nel mese d’agosto. In tale contesto operativo i più penalizzati, oltre ai cittadini, sono proprio gli addetti ai lavori, i meteorologi e i previsori, di fatto impossibilitati ad esprimersi come una certa deontologia professionale imporrebbe loro. In questo senso abbiamo respirato una diffusa e condivisa aria di rassegnazione, specie da parte del previsore Paolo Sottocorona, che si è detto poco speranzoso per il futuro, pur condividendo la necessità di operare in tal senso. Questo non può che costituire per noi di Meteoreport uno stimolo in più per migliorare il nostro servizio informativo.

Dopo il convegno, tutti i partecipanti si sono fermati a cena presso il Bar Centrale dove è stato egregiamente allestito un banchetto a base di pietanze tipiche del posto che ha soddisfatto appieno i commensali. Degna conclusione di una splendida giornata all’insegna della cultura meteorologica.

 Fonte : http://www.meteoreport.net/approfondimenti/3574-ass20140325.html

Indici meteo-climatici di Settembre-Ottobre e prospettive meteo-climatiche autunnali

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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La prima parte dell’autunno – riepilogo

Nella precedente rubrica, pubblicata all’inizio di settembre, si provò a tracciare il carattere generale della stagione autunnale, in base a quattro precedenti storici. Ora è possibile verificare il comportamento dell’ormai trascorso mese di settembre e di metà di quello di ottobre, rispetto ai quattro precedenti.

In sintesi, settembre 2013 è stato abbastanza caldo ed asciutto (anticiclonico) nella prima e nella terza decade, più fresco ed instabile nella seconda. Ad una prima analisi assomiglia maggiormente al settembre 2004 (precedente 1), pur con qualche differenza. Ciò non deve stupire in quanto si tratta di un mese di transizione tra estate ed autunno, specie negli ultimi 15 anni, caratterizzato in parte da dinamiche ancora estive, che quest’anno hanno mostrato una evidente similitudine con l’estate 2004.

La prima metà di ottobre è risultata nel complesso instabile e fresca, specie al Nord. Al momento non si riconosce alcuna similitudine significativa rispetto ai comportamenti dei quattro precedenti storici suddetti, almeno non nelle tempistiche degli eventi. Tuttavia, ottobre 2004 fu molto condizionato da un tenace anticiclone di matrice subtropicale, simile a quello che ci sta attualmente interessando. Anche allora, come adesso, la via di uscita fu l’avvicinamento di depressioni atlantiche che progressivamente indebolirono l’anticiclone.

Ciò lascia supporre che le dinamiche meteorologiche attuali presentino ancora similitudini con il 2004, ma se ne stanno progressivamente discostando. In particolare, l’irruzione artica verificatasi tra 10 ed 11 ottobre al Nord non ha precedenti almeno negli ultimi 30 anni, per precocità ed intensità del freddo, per la quota e la quantità della neve caduta sull’arco alpino. Sul resto dell’Europa Occidentale è andata anche peggio. Per dettagli, si vedano i seguenti articoli:

http://www.meteogiornale.it/notizia/29580-1-neve-a-quote-basse-ottobre-evento-molto-raro

http://www.meteogiornale.it/notizia/29579-1-freddo-o-caldo-effetti-assalto-artico-ultima-settimana

Solo un cenno alla intensa ondata di gelo precoce che ha investito l’Europa Orientale, fino alle porte dell’Italia tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Se avesse investito anche il nostro Paese, sarebbero stati battuti tutti i record di freddo fino a chissà quanti decenni addietro. Anche questa ondata di gelo ha pochi precedenti storici noti, addirittura risalenti fino all’autunno 1929.

Dunque, volgendo lo sguardo all’intera Europa, gli ultimi giorni di settembre e la prima metà di ottobre hanno mostrato un volto davvero inconsueto della prima parte dell’autunno, a tratti già invernale.

 

Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente (agosto)

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,614) VALORI AGGIORNATI NON DISPONIBILI
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-1,04) -0,48
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,23) +0,29
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+14,7) +13,1
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+7,0) +7,6
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente risulta estremamente debole, in zona 8, l’intensità è prevista ancora molto debole fino a fine mese, pertanto non appare al momento significativo.

– L’ITCZ (www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.shtml), nella prima decade di ottobre, risulta normale nel settore occidentale, sotto media in quello centro-orientale.

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Commento indici

1 – l’ENSO ormai da mesi mostra comportamenti differenziati tra le diverse zone del Pacifico equatoriale, ma sostanzialmente rientranti nell’ambito di una complessiva e prolungata neutralità:

  • Nelle zone 1+2 (a ridosso delle coste sudamericane) e 3 (un po’ più al largo), attualmente persiste un evento di Nina di debole intensità, che appare però in fase di indebolimento, quindi verso la neutralità;
  • in zona 3,4 e 4, invece, si osserva ancora una sostanziale neutralità, oscillante poco al di sopra o al di sotto di essa.

Si ritiene che tale particolarità sia la ragione principale della instabile stagione primaverile e dell’avvio di quella estiva in tono minore rispetto al recente passato.

Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano il ritorno a condizioni prevalenti di Nino debole in tutto il comparto oceanico, entro il prossimo mese di gennaio. Rispetto al 2004, quando in inverno di sviluppò una modesta Nina est e persistette un debole Nino ovest, le previsioni NOAA suggeriscono una maggiore uniformità delle anomalie di temperatura.

Come noto, le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Immagine subsurface

Rispetto ai mesi precedenti le anomalie negative di temperatura, che apparivano ridotte ai minimi termini, hanno ripreso vigore. Dalle ultime immagini si conferma un perdurante equilibrio tra anomalie di segno opposto, senza che nessuna delle due prevalga chiaramente ed in modo durevole. In sostanza, la rilevazione non conferma al momento le previsioni NOAA circa un probabile ritorno nei prossimi mesi a condizioni di Nino debole su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale.

Le anomalie superficiali, nell’Oceano Pacifico equatoriale, mostrano un’alternanza di deboli valori di segno opposto. In Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, predominano anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

Immagine SST

Si segnala, infine, il ritorno ad ottobre di importanti anomalie negative nel Pacifico nord-orientale, nei pressi delle coste canadesi e dell’Alaska, segnale forse di una discesa della PDO (il valore di ottobre sarà noto a novembre). La presenza di una anomalia negativa in Oceano Atlantico, tra il Nordamerica e l’Europa, è sintomo e promessa di ripetuti affondi ciclonici nell’area, che favoriranno una maggiore tenuta dell’anticiclone sull’Europa centro-orientale e sull’Italia. Ciò non favorisce e probabilmente non favorirà un ingresso franco delle perturbazioni atlantiche da ovest-nord ovest, ma piuttosto un flusso maggiormente ondulato e caratterizzato da prevalenza di moderati scambi meridiani, con l’Italia a lungo esposta a correnti meridionali.

2 – La PDO è tornata negativa da qualche mese, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3 – L’AMO si conferma in territorio positivo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg . Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

4 – La QBO30 è cresciuta nettamente, anche se al momento segna una pausa, si ritiene temporanea. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

5 – La QBO50 è ormai nettamente positiva ed in crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

 

 

L’autunno 2013: tra anticicloni subtropicali ed affondi artici

I prossimi giorni

L’autunno ci ha finora riservato diversi cambiamenti, come si è accennato nel primo paragrafo. Ora ci propone un tenace anticiclone di matrice calda (subtropicale), per non dire africana, che contrasterà con forza l’avanzata delle perturbazioni atlantiche da ovest.

Tutto ciò è ben rappresentato dall’immagine seguente, previsione per le prime ore di venerdì 25 ottobre e relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

Immagine SLP 1

Nell’immagine, si nota bene il “muro contro muro” tra una intensa depressione atlantica ad ovest ed un tenace anticiclone di origine subtropicale ad est. L’Italia si trova lungo il margine sudoccidentale dell’anticiclone. Pertanto risulterà parzialmente, ma solo a tratti, esposta alle perturbazioni. Si tratta di una situazione che molto probabilmente evolverà con notevole lentezza. Ciò comporterà la probabilità di precipitazioni molto intense sulle zone occidentali italiane (in particolare Liguria di levante, Toscana settentrionale ed alcune zone del Nordovest, ad esempio il nord della Lombardia), con il rischio di eventi alluvionali, almeno a carattere locale, mentre il resto dell’Italia godrà di tempo asciutto e spesso molto mite per la stagione, quasi estivo al Sud.

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Possibile evoluzione successiva (Fino alla prima settimana di novembre)

Come accennato poc’anzi, la via di uscita da una situazione per sua natura “bloccata” è di complessa attuazione. Le previsioni indicano che, nel medio termine (fino a fine mese almeno) prevarrà l’anticiclone. Tuttavia, nel lungo termine (novembre) comunque le depressioni atlantiche riusciranno probabilmente a prevalere, rinvigorite sempre più dalla maggiore forza del Vortice Polare, in seguito al fisiologico progresso della stagione autunnale.

Attualmente, AO e NAO non forniscono una chiara visione di quanto sopra, in quanto non mostrano alcun calo evidente, nemmeno nel lungo termine, dopo aver registrato una netta crescita:

Immagine AO

Immagine NAO

Fino a fine mese ed oltre, ci segnalano entrambi gli indici con i loro valori decisamente positivi, le medie ed alte latitudini saranno preda di depressioni, mentre le basse latitudini (es. Mediterraneo ed Italia) saranno perlopiù appannaggio dell’alta pressione.

E poi? Avremo una vera svolta autunnale? O addirittura tardo autunnale, con una netta diminuzione delle temperature? Sì, ma solo quando le depressioni atlantiche, lobo del Vortice Polare, saranno riuscite a demolire l’anticiclone subtropicale, almeno sul Mediterraneo Centro- Occidentale e sull’Italia. Ad ora non siamo in grado di dire quando accadrà, se già nei primi giorni di novembre, oppure oltre.

Al momento non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

FabioDue

OCTOBER PATTERN INDEX (OPI): UN NUOVO INDICE ALTAMENTE PREDITTIVO PER LA STAGIONE INVERNALE

Attualmente lo strumento più impiegato nell’ambito delle previsioni stagionali è basato sul funzionamento dei modelli climatici globali (GCM). Questi, nei loro processi di calcolo, considerano prevalentemente la variabilità del ciclo ENSO. Tuttavia per le regioni lontane dai tropici (con particolare riferimento agli USA nord-orientali ed all’Europa), l’affidabilità del predictor ENSO risulta incerta e dunque ancora limitata. In virtù della scarsa prevedibilità del clima extratropicale attraverso il segnale ENSO, sono state considerate altre strade per migliorare le capacità predittive dei GCM  (previsioni stagionali) in riferimento alle latitudini extratropicali.

A tal proposito nell’ambito della stagione invernale boreale, l’Oscillazione Artica (AO) costituisce il pattern più importante in quanto in grado di influenzare direttamente l’andamento climatico in molte zone, anche distanti migliaia di chilometri dalla sede artica, e che costituiscono i centri principali di popolazione del mondo occidentale (Europa e Nord America). Ad esempio, in riferimento all’Europa centro-occidentale, l’AO mostra una correlazione elevatissima con le anomalie geopotenziali calcolate sul trimestre invernale (circa 0,86). Per quanto sin qui detto, una previsione dell’AO invernale costituisce la modalità più affidabile per avere un informazione attendibile  circa l’andamento dell’inverno su dette zone con diversi mesi di anticipo. Nella presente ricerca presentiamo un nuovo indice altamente correlato con l’AO invernale e dunque utilizzabile nella previsione della stagione invernale alle medie latitudini boreali…. Continua la lettura di OCTOBER PATTERN INDEX (OPI): UN NUOVO INDICE ALTAMENTE PREDITTIVO PER LA STAGIONE INVERNALE

Rubrica meteo Giugno: indici meteo-climatici e prospettive meteo estive

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi neutralità, MEI index): (+0,009) +0,069

PDO (Pacific Decadal Oscillation): (–0,16) +0,08

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,169) +0,134

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+8,39) +12,64

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (-5,71) -3,60

MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente è in fase 7, con intensità modesta ma prevista in progressivo incremento. Finora non pare aver giocato alcun particolare ruolo, si attende qualche possibile novità.

– L’ITCZ (www.cpc.ncep.noaa.gov/products/fews/ITCZ/itcz.shtml), nuovamente significativo per il nostro emisfero dall’inizio di Aprile, alla seconda decade di Giugno risulta sostanzialmente in media, con un lieve sottomedia nel settore centro- orientale.

Commento indici

– l’ENSO ormai da mesi mostra comportamenti differenziati da zona a zona dell’Oceano Pacifico:

  • Nelle zone 1+2 (a ridosso delle coste sudamericane) e 3 (un po più al largo), attualmente appare da qualche tempo in evoluzione un evento di Nina debole/moderata;
  • in zona 3,4 e 4, invece, si osserva ancora una sostanziale neutralità.

Le previsioni NOAA per i prossimi mesi mostrano una certa fatica a seguire le ultime rilevazioni dell’evento e continuano a mostrare una persistenza del suddetto dualismo. Si ritiene che tale particolarità sia la ragione principale della instabile stagione primaverile e dell’avvio di quella estiva in tono minore rispetto al recente passato. Pertanto, la persistenza di tale condizione depone a favore di un proseguimento della stagione estiva nei termini che attualmente stiamo osservando, a meno che non intervengano altri fattori ad oggi non pronosticabili.

– La PDO compie un’escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; si tratta di una situazione inconsueta ma non unica; si ritiene probabile che nel giro di qualche mese tornerà negativa; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma in territorio positivo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

– La QBO30 sta crescendo nettamente verso il prossimo valore massimo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

– La QBO50, dopo il valore minimo di dicembre, sta lentamente risalendo verso la neutralità. Le statistiche, disponibili dal 1979 ad oggi, indicano che l’indice può permanere in fase negativa fino ad un massimo di 18 mesi. Attualmente la negatività dura da 15 mesi (Febbraio 2012), dunque al più il passaggio in fase positiva avverrà entro l’estate.

Come segnalato in precedenza, in base alle osservazioni ENSO NOAA, la prolungata neutralità ha lasciato il posto alla Nina nel settore oceanico centro-orientale, mentre altrove permangono condizioni di neutralità. Le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà nel prossimo futuro. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Rispetto ai mesi precedenti (Marzo, Aprile e Maggio), le anomalie negative di temperatura si sono nettamente ritirate verso est. Le anomalie positive, invece, non mostrano variazioni di rilievo. In sostanza, la rilevazione suggerisce un probabile ritorno nei prossimi mesi verso condizioni di neutralità in gran parte del comparto oceanico equatoriale.

Le anomalie superficiali mostrano tuttora una debole Nina nel Pacifico centro-orientale. Colpisce inoltre la persistenza di notevoli anomalie negative in Atlantico, dalle Isole Britanniche fino alle coste del Marocco ed oltre, ad ovest fino a parte dei Caraibi, segno della persistenza di maltempo in quelle aree, poco consono alla stagione estiva, ma anche di anomalie di temperatura dovute a fenomeni diversi e non ben conosciuti.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

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L’estate 2013

I prossimi giorni

Gli ultimi giorni di Giugno trascorreranno all’insegna del fresco e dell’instabilità. Si tratta di una situazione davvero poco consona all’estate ormai pienamente in corso (in teoria). Mancherà, infatti, una figura anticiclonica stabilizzante, sul Mediterraneo e sull’Italia; l’Anticiclone delle Azzorre presidierà il vicino Atlantico e l’Europa centro-occidentale, lasciando invece il Mediterraneo esposto a correnti settentrionali, fresche ed instabili, specie sulle Alpi, al Centro ed al Sud. Il Nord (più il Nordovest, meno il Nordest) sarà protetto dalla catena alpina e godrà di tempo asciutto, in prevalenza soleggiato ma gradevole. Tutto ciò è ben rappresentato dall’immagine seguente, relativa a metà giornata di giovedì 27, relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

Nell’immagine si nota bene il solido Anticiclone delle Azzorre ad ovest, che tende ad espandersi verso l’Europa centrale, e un corridoio ad est in cui scorrono verso sud correnti fresche ed instabili. Queste producono temporali lungo la catena appenninica, da nord verso sud.

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Possibile evoluzione successiva (Luglio)

La fase fresca ed instabile probabilmente si concluderà all’inizio di Luglio, con una maggiore affermazione dell’Anticiclone delle Azzorre anche sul Mediterraneo e sull’Italia. La conseguenza sarebbe quella di una stagione pienamente estiva, ma senza il caldo davvero eccessivo dovuto alle incursioni africane, come quella da poco verificatasi (anche se breve). Gli scenari del mese di Luglio, al momento, suggeriscono che la stagione prosegua all’insegna di un caldo moderato, estivo, ma senza eccessi. Lo si intuisce anche dall’esame dell’andamento di AO e NAO (che, ricordo, non sono indici predittivi, ma sintetizzano quanto riportato dai vari ensemble del modello GFS) nei prossimi 10-15 giorni:

L’AO sostanzialmente neutra ci segnala che le alte pressioni sono disposte a latitudini medio-alte e non (se fosse positiva) in prevalenza alle nostre latitudini. Ma la NAO, dunque in Oceano Atlantico, segnala che lì invece l’alta pressione è disposta in prevalenza a latitudini medio-basse e non a quelle elevate. Dunque, corrisponde bene a quanto si osserva nell’immagine previsionale precedente, dove l’alta pressione presidia l’Oceano Atlantico anche alle latitudini del Nordafrica, ma lascia scoperto il Mediterraneo, specie il comparto centro-orientale (Italia e Balcani), come si era già accennato. L’inizio di luglio vede un lieve incremento dell’AO, segnale di una probabile maggiore stabilità.

Preoccupa ancora la persistenza di anomalie negative al largo delle coste spagnole e marocchine, attualmente sede di una debole lacuna barica (depressione semipermanente). Tale persistenza potrebbe in futuro favorire nuove incursioni calde africane, pur non molto intense in quanto l’ITCZ (confine tra alisei e monsone umido, in Africa) appare per ora normale e dunque non le favorisce.

In conclusione, lo scenario attuale depone decisamente a favore di una stagione estiva “vecchio stile” (simile a quella del 2004, come si è ribadito più volte). Potrà esservi occasione per qualche incursione calda africana, lo si è già visto, ma anche per qualche sortita instabile atlantica. Comunque si ritiene che, almeno per il mese di luglio (il mese estivo per eccellenza ed anche quello solitamente più stabile), l’ipotesi più probabile sia quella di una presenza predominante dell’Anticiclone delle Azzorre. Dunque ci si attende estate piena, sì, ma solo moderatamente calda e in questo senso sottotono rispetto a quelle degli anni precedenti, che tanto ci hanno fatto sudare.

FabioDue

Indici meteo-climatici di Novembre 2012 e prospettive meteo-climatiche

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3,  peraltro già riportato nel forum Meteo.

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Gli indici: i valori del mese

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente:

ENSO (El Niño Southern Oscillation, ad oggi Niño): (+0,103) +0,166

PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,79) -0,59

AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation):   (+0,376) +0,210

QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-24,51) -18.95

QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (-10,51) -10.65

MJO (Madden-Julian Oscillation): attualmente si trova in fase 2 e potrebbe entrare presto in fase 3 e poi 4, ma con intensità talmente ridotta che il grafico di previsione risulta di difficile lettura.

 

Commento indici Novembre

– il Nino (ENSO) a novembre (e dicembre) oscilla tra neutralità e Nina debole ad est (zona 1+2 e zona 3) e attorno alla neutralità quasi perfertta ad ovest (zone 3.4 e 4).

– La PDO permane negativa, come da comportamento ciclico (è divenuta negativa qualche anno addietro e resterà tale per diversi anni) ed oscilla, talvolta aumentando (come adesso), talvolta diminuendo; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore” nei confronti dell’evento di Nino in corso, probabilmente contribuendo in modo decisivo nel “sopprimere” l’evento di Nino ormai quasi certamente  conclusosi. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

– L’AMO si conferma in territorio positivo, ad ulteriore conferma della conclusione dell’escursione in territorio negativo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) a fronte di un suo cambio di segno.

– La QBO30 è in netta ripresa, pur restando ancora decisamente negativa.

– La QBO50 ha molto probabilmente raggiunto il proprio minimo (-11,51) a Settembre, ora è un poco risalita, anche se non ancora in modo deciso.

In base alle osservazioni ENSO NOAA, siamo in presenza di una sostanziale neutralità lungo tutto l’Oceano Pacifico equatoriale: lievissime anomalie negative ad est e al centro, neutralità pressoché totale ad ovest. Le previsioni NOAA vedono al momento l’avvio di un debole evento di Nina, specie ad est e al centro dell’oceano, al termine dell’inverno. Il grado incertezza, tuttavia, è elevato, specie dal mese di Marzo in poi.

Le anomalie sottosuperficiali di temperatura, al momento, paiono confermare quanto sopra. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif,

Nel corso dell’autunno si sono alternate e in sostanza bilanciate anomalie positive e negative, segno di una prolungata fase di transizione tra Nino e Nina, che perdura. Ora però, almeno ad est e al centro, si sta affermando una evidente anomalia negativa, probabile segnale di un prossimo (primaverile?) evento di Nina.

Per quanto riguarda, invece, le anomalie di temperatura superficiale nell’Oceano Atlantico, prevalgono ora deboli anomalie positive, soprattutto nel comparto oceanico tropicale ed equatoriale centrale, tra Sudamerica ed Africa. Più a nord, si osserva una certa alternanza tra deboli anomalie di segno opposto. Le principali anomalie negative si ritrovano attorno alle  Isole Britanniche e nel Mediterraneo Occidentale. Più ad ovest, l’anomalia negativa nel Golfo del Messico si è in buona parte dissolta, contemporaneamente alla scomparsa di parte delle corrispondenti anomalie negative nel Pacifico orientale.

http://www.osdpd.noaa.gov/data/sst/anomaly/2012/anomnight.12.27.2012.gif

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La prima parte dell’inverno 2012/2013

Come nei numeri precedenti di tale rubrica, si introducono ora alcune considerazioni di carattere generale circa il possibile decorso della stagione invernale ormai avviata. Per una disamina di dettaglio, si suggerisce di fare riferimento ai vari ed interessanti articoli di approfondimento che, in queste ultime settimane, stanno ben illustrando cause e possibili conseguenze dell’attuale scenario barico dell’Emisfero Nord, a tutte le quote di pressione.

Per quanto concerne le prospettive invernali, dopo qualche settimana di freddo intenso in buona parte dell’Europa e, in misura minore, anche nell’Italia Settentrionale, all’inizio della terza decade si è instaurata una circolazione cosiddetta “zonale”, ovvero in prevalenza da ovest verso est. La carta di previsione seguente lo testimonia con chiarezza (120 ore, 850Hpa).

Tale circolazione, anzi, in una prima fase attorno a Natale, ha portato aria calda subtropicale sull’Italia, quasi un anticipo di primavera. Ora il flusso atlantico sta avendo nuovamente il sopravvento, tra onde più fredde e rimonte più miti, sicuramente fino all’inizio del nuovo anno. Proprio verso il 2-3 Gennaio, un’ondulazione più intensa delle precedenti porterebbe (il condizionale è d’obbligo) nuovamente aria artica verso il Mediterraneo. Tale tendenza è confermata anche dalle previsioni stratosferiche a 6-7 giorni (specie quelle a 100Hpa).

Per un esame in termini più generali, si può fare riferimento all’assetto previsto del Vortice Polare Stratosferico a medio-lungo termine, come testimonia l’immagine seguente (previsione GFS a 10 giorni a 50Hpa, ovvero una quota stratosferica intermedia e anche per questo significativa):

Essa mostra un VPS nuovamente sottoposto all’azione della wave 1 (anticiclone aleutinico) e dunque proteso con un lobo verso il nordest del continente nordamericano, mentre un’ondulazione minore è rivolta verso l’occidente europeo. Tuttavia, il nocciolo del VPS staziona ancora tenacemente lungo le coste settentrionali della Siberia centro-orientale.

Dunque, è ragionevole attendersi una netta recrudescenza invernale, specie sul Canada e gli Stati Uniti orientali, nel corso della prima decade di gennaio.

In ogni caso, il VPS è sbilanciato verso la Siberia e ciò continuerà a favorire un raffreddamento del comparto Siberiano centrale e orientale. Inoltre, con l’incremento delle ondulazioni della circolazione zonale, dopo una prima fase di ritiro (attualmente in corso), è presumibile che l’Orso (l’anticiclone siberiano) torni ad espandersi verso ovest, dunque faccia capolino nuovamente in Russia nel corso della prima decade di gennaio.

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Prospettive meteo-climatiche – inverno

Come detto più volte, ma è utile ribadirlo, la combinazione tra QBO negativa, Nino debole divenuto ENSO neutrale e centrato ad ovest, bassa attività solare e comunque la sostanziale assenza di elementi di “disturbo” a tale configurazione, depone a favore di una stagione invernale movimentata, almeno per l’Europa centro-settentrionale e almeno in termini generali.

Si è già accennato al fatto che nei primi 20 giorni di Dicembre l’Europa, specie quella oltre le Alpi, ha vissuto condizioni meteo prettamente invernali, spesso molto fredde e nevose. Affinché tali condizioni si verifichino nuovamente, occorrono alcuni fattori concomitanti:

  • una perdurante debolezza del Vortice Polare Stratosferico, tale da sottoporlo a continui attacchi degli anticicloni delle Aleutine (Oceano Pacifico) e delle Azzorre (Oceano Atlantico), tale da condurre ad uno split, o almeno ad una netta bilocazione del suo nucleo;
  • ripetuti riscaldamenti stratosferici (stratwarming) nei pressi del nucleo del VPS, tali da consentire la formazione in loco di anticicloni stratosferici, tali da contribuire a quanto detto al punto 1;
  • in alternativa o insieme, un’azione netta di disturbo sul VPS da parte dell’anticiclone russo-siberiano, tale da “stirarlo” (ellitticizzazione) e da portarsi quindi verso l’Europa, investendola con il suo alito gelido.

Per quanto concerne la situazione attuale, la prima condizione tutto sommato è soddisfatta, come dimostrato nella prima metà del mese; si tratta di capire come si manifesterà nuovamente; riguardo il “se si manifesterà”, sussitono davvero pochi dubbi.

Per quanto riguarda la seconda, è ormai iniziato un netto riscaldamento stratosferico sopra l’Asia centrale, alla quota di 10Hpa (dunque piuttosto in alto), che provocherà la formazione di un anticiclone stratosferico, il quale sicuramente “premerà” sul VPS per farlo spostare e soprattutto ruotare in senso antiorario rispetto alla sua sede attuale. Tuttavia, almeno per il momento, il riscaldamento sembra propagarsi solo in parte alle quote inferiori. In ogni caso, l’entità del riscaldamento appare notevole, pari a parecchie decine di gradi, tale (se provocherà lo “sconquasso” barico atteso) da classificarlo come MMW (Major Midwinter Warming, ovvero grande riscaldamento stratosferico di metà inverno). Tutte le conseguenze di tale evento, per ora, non sono facilmente pronosticabili. Molto dipenderà dagli effetti sul VPS a tutte le quote.

Infine, la terza condizione. Al momento appare essere la meno prevedibile, in quanto legata a movimenti troposferici (dunque ai piani bassi della nostra atmosfera), più difficilmente prevedibili di quelli stratosferici. L’anticiclone russo-siberiano, come detto, si è ormai ritirato verso est, ma resterà molto potente e pronto a lanciarsi di nuovo alla conquista dell’Europa , come avvenne lo scorso inverno, alla fine di gennaio. E’ probabile si affacci nuovamente in Russia già entro la prima decade di gennaio.

Per riassumere, ad oggi le prospettive di quest’inverno, pur interessanti in termini generali, appaiono nebulose se si vuole scendere più in dettaglio, specie dalla fine dell’anno in poi. I principali modelli mostrano un probabile importante affondo freddo artico sull’Europa Centro-Occidentale subito dopo Capodanno. Per ora è una linea di tendenza (non meno di 6-7 giorni), dunque occorrono ancora 2-3 giorni prima di sciogliere definitivamente la prognosi.

Pertanto, per gli aggiornamenti si rimanda agli articoli di approfondimento che sicuramente saranno pubblicati nel caso vi fossero concrete novità di rilievo. Si raccomanda anche di seguire la pagina Meteo di NIA, ricca di commenti e riferimenti ai prossimi sviluppi, che poi spesso costituiscono la base dei suddetti approfondimenti.

FabioDue