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Correlazione tra la modulazione di 20 e 60 anni della temperatura globale e le equivalenti componenti armoniche della velocità del Sole intorno al baricentro del sistema planetario
di Antonio Bianchini 1,2 – Franco Milani 3 – Nicola Scafetta 4 – Sergio Ortolani 1
1) Department of Physics and Astronomy, University of Padova, Italy
2) INAF, Istituto Nazionale di Astrofisica (National Institute of Astrophysics)
3) Astronomical Association Euganea, Padova, Italy
4) Department of Earth, Environmental and Resources Science, University of Napoli Federico II, Napoli, Italy
Riassunto
Utilizzando un filtraggio a cascata di Fourier basato sulla valutazione residua dei più significativi picchi spettrali de-trend della registrazione della temperatura superficiale globale dal 1850 al 2015, mostriamo che quest’ultimi sono caratterizzati da una grande modulazione di periodo 60 anni e una più piccola di 20 anni. I massimi delle oscillazioni di 20 anni si verificano in corrispondenza delle date di congiunzione Giove-Saturno e i massimi del ciclo di oscillazione di 60 anni coincidono con quelle congiunzioni, nelle quali la distanza del Sole da Giove e Saturno è più breve. Utilizzando lo stesso filtraggio a cascata di Fourier abbiamo confrontato queste oscillazioni della temperatura, con le periodicità che caratterizzano il moto del Sole sul baricentro del sistema solare nello stesso periodo. La modulazione della temperatura di 60 anni sembra essere correlata in fase con l’equivalente componenti armoniche della velocità solare e il momento angolare se con un ritardo di circa 5-10 anni. I massimi della modulazione di 60 anni della registrazione della temperatura si verificano circa nel 1880, 1940 e nel 2000. Fatta eccezione per il periodo iniziale 1850-1870 (in cui i dati sono incerti) tutti i picchi della temperatura della componente di 20 anni corrispondono ai massimi della velocità solare e alla modulazione del momento angolare con una buona correlazione di fase. La modulazione della temperatura di 60 anni è molto più grande di 20 anni, mentre la componente di 20 anni della velocità solare e del momento angolare sono molto maggiori di quelle di 60 anni. Tuttavia, una stima della funzione mareale gravitazionale generata da Giove e Saturno sul Sole batte con una importante oscillazione di periodo 60 anni, che è in fase con la corrispondente oscillazione di 60 anni della temperatura. Questi risultati suggeriscono che i meccanismi astronomici gravitazionali ed elettromagnetici possono modulare la temperatura globale. Il periodo 2000-2030 dovrebbe essere caratterizzato da una fase discendente dell’oscillazione della temperatura di 60 anni, sincronizzata con una fase di raffreddamento del sole indicando che l’attività solare potrebbe essere vicina ad un punto di ibernazione che può durare alcuni decenni.
Figura. 1 – a) Anomalia della temperatura superficiale globale. b) Velocità del Sole attorno al baricentro del sistema planetario.
Figura. 2 – Le componenti di 60 anni (residui) della (a) la velocità solare e (b) anomalie della temperatura. c) numero dele macchie solari (SSN) (punti neri) e significativo campo magnetico solare (G) (linea magenta).
Figura. 3 – La funzione gravitazionale mareale di Giove e Saturno sul Sole. Il battiti dei massimi del ciclo di 60 anni, sono coerenti con la massima temperatura di 60 anni.
Figura. 4 – La componente di 20 anni (residua) della (a) velocità solare e (b) le anomalie della temperatura sono ben correlate. c) il numero macchie solari (SSN) (punti neri) e il campo magnetico solare (G) (linea magenta) non sono correlati con l’oscillazione di 20 anni della temperatura. I picchi della velocità verificarsi durante le congiunzioni fra Saturno e Giove (linee verticali nere).
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I dati della temperatura superficiale globale sono quelli del Climatic Research Unit (HadCRUT4) e le posizioni del sole attorno al baricentro del sistema solare e i dati orbitali sono stati calcolati utilizzando un nuovo programma che implementa i file DE430 e DE431 del Jet Propulsion Laboratory.
relation. Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics 81-82, 27-40.
11-year solar dynamo cycle. Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics 80, 296-311.
Fonte : http://meetingorganizer.copernicus.org/EGU2016/EGU2016-9861.pdf
Il ciclo di 1350 anni e gli eventi Lawler nell’olocene -2°parte-
La prima parte di questa ricerca è disponibile al seguente link : http://daltonsminima.altervista.org/?p=29709
Dopo aver calcolato che a l’eliosfera occorrono 1.350 anni per completare una rotazione completa, possiamo ora cominciare a cercare elementi di prova che potrebbero indicare l’esistenza di eventi ciclici 1350 anni e [forse] un evento a metà periodo, di 675 anni. È interessante notare, che ci sono elementi di prova ciclici all’interno del Sistema Solare [si fa riferimento a John Stockwell nel 1901], che indica la presenza di un ciclo di eclissi di 1350 anni [che coinvolge la Terra e la Luna in orbita attorno al Sole].
Eclissi cicliche di Stockwell, J. N – Astronomical Journal, vol. 21 – 1901
http://adsabs.harvard.edu/full/1901AJ…..21..185S
Ciclicità su scala millenaria nella geodinamo dedotta dalla ricostruzione del dipolo di Andreas Nilsson, Raimund Muscheler, Ian Snowball http://www.lunduniversity.lu.se/lup/publication/2345020
Nella ricerca sopra riportata, si è ricostruito l’inclinazione magnetica assiale della Terra, nella quale si identifica un ciclo dominante di 1.350 anni nelle varianti dell’inclinazione del dipolo.
La variabilità climatica del monsone estivo indiano ha una periodicità significativa di 1350 anni.
Variabilità del monsone estivo indiano durante l’olocene come registrato nei sedimenti del mar arabico: tempistiche ed implicazioni, di Meloth Thamban, Hodaka Kawahata e Venigalla Purnachandra Rao – http://repository.ias.ac.in/38663/1/27_pub.pdf
Anche se l’esistenza di tali cicli, nel regime climatico del Nord Atlantico è stata contestata, ciclicità simili non sono solo stati riportati alle alte latitudini, ma anche in settori monsonici a basse latitudini (Mayewski et al, 1997;.. Gupta et al, 2005).
Gli effetti del clima del ciclo 1350 anni si trovano anche in Cina, dove una periodicità di 1350 anni si ripete nel cambio di temperatura.
Quasi-periodicità delle variazioni di temperatura sulla scala millenaria – Ge Quansheng, Fang Xiuqi, Zheng Jingyun
Ritornando allo studio di Gerard Bond del 1997, nel Nord Atlantico, troviamo che il padre del Bond Event ha realmente incontrato il ciclo di 1350 anni.
In realtà, il ciclo di 1.350 anni è al di sopra degli altri due picchi di ciclicità [4.670 e 1.800 anni] nel “Confidence Level F Test” eseguito da Gerard Bond.
Infine, l’analisi spettrale delle serie temporali dei grani di ematite macchiato con il metodo di Thompson (29) rivela che il segnale è concentrato in due grandi gruppi. Uno è centrato su 1800 anni, vicino al medio di eventi olocenico-glaciale, e l’altro è centrato; 4700 anni (Fig 7C.). Cicli che sono stati notati in precedenza in altri spettri e record paleoclimatici dall’ultima glaciazione (30). Inoltre, F test del rapporto di varianza rivelano linee con probabilità .95% a 4670, 1800 e 1350 anni (Fig. 7C). Ulteriori conferme di ciclicità vicini alla media degli eventi IRD è data applicando un filtro passa-banda larga gaussiana al record di grani ematite macchiate centrata al numero 1800 anni (Fig. 7D).
Se vi state chiedendo il perchè di cicli con periodi di 4670 e 1800 anni, Charles Keeling e Whorf Timothy pensano che quest’ultimi sono associati ad uno spostamento graduale della declinazione lunare, da un episodio di massima forzatura mareale : “….Noi proponiamo che tali cambiamenti millenari bruschi, nei ghiacci e nei sedimenti , sono stati prodotti, in buona parte, da ben caratterizzate variazioni periodiche della forza di marea, attraverso l’innalzamento oceanico globale causato dalle risonanze nei movimenti periodici della terra e della luna…”
Il 1.800-anno oceanico ciclo delle maree : Una possibile causa dei rapidi cambiamenti climatici di Charles D. Keeling e Timothy P. Whorf http://www.pnas.org/content/97/8/3814.full.pdf
Pertanto, è probabile che i cicli climatici millenari, su scala primarie di 1350 anni, 1.800 anni e 4.670 anni sono tutti controllati da pannelli solari e meccanica orbitale.
Tuttavia, il nostro interesse per cicli climatici, non è guidato da pura curiosità accademica. Il clima è un fattore fondamentale che influenza il benessere degli individui, delle comunità, regioni, nazioni e imperi. Nel 1990 JHL Lawler ha pubblicato una revisione storica degli imperi e delle civiltà che riflette da vicino il ciclo climatico di 1350 anni e sottolinea l’importanza del periodo di metà ciclo di 675 anni. C’è un modello di crescita e di caduta di imperi, di intere civiltà, che avviene con circa un ciclo di ripetizione di 700 anni. Si alternano cicli di imperi monolitici seguiti da imperi frammentati. C’è un completo collasso della civiltà ogni 1400 anni, quindi questo potrebbe essere definito come ciclo di 1.400 anni. Ma tutti i principali imperi sorgono e crollano ogni 700 anni in sincronismo.
Modelli per la previsione di eventi futuri di JHL Lawler – Agosto 1990 http://nexialinstitute.com/cycles_700,45,_10.htm
CONCLUSIONI
L’importanza del ciclo sul clima di 1350 anni diventa interessante quando si ricorda che la piccola era glaciale è stata convenzionalmente definita come partire dal 1350 DC [forse c’è di più per il nostro calendario che soddisfa l’occhio] perché aggiungendo sul periodo di metà ciclo di 675 anni, arriviamo al 2.025 DC. E’ stato convenzionalmente definito come un periodo che va dal 16 ° al 19 ° secolo, o, in alternativa, da circa il 1350 al 1850, anche se i climatologi e gli storici che lavorano con i record locali non sono d’accordo su entrambi le date di inizio e di fine di questo periodo, che varia a seconda delle condizioni locali.
http://en.wikipedia.org/wiki/Little_Ice_Age
Il Sole ha subito un ribasso o un “cambio di passo” nella sua attività durante il 2005 ?
E’ avvenuto un cambiamento solare durante la fine del 2005 ? di Geoff Sharp – 19 settembre 2012
Ho commentato il cambiamento al momento angolare solare che si è verificato nello stesso momento in precedenza, ma oggi, mentre effettuavo la mia ricerca su “Livingston & Penn Effect” mi sono imbattuto in alcuni grafici sorprendenti. I grafici provengono da una presentazione di Nagovitsyn, Pevtsov e Livingston (Bill) che mostrano tutti i gruppi delle macchie solari sperimentare un cambiamento radicale verso la fine del 2005.
http://landscheidt.wordpress.com/2012/09/19/a-solar-step-change-during-late-2005/
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Pertanto, è probabilmente e corretto dire : benvenuti in un evento di frammentazione Lawler.
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Fonte : https://malagabay.wordpress.com/2013/01/09/solar-system-holocene-lawler-events/
Aggiornamento solare di marzo 2016
Sono ben costruite e ripiene di interessanti osservazioni, le relazioni solari mensili redatte dal Sig. David Archibald. Quella che riporto è una veloce traduzione del post scritto da david e depositato sul blog di Antony Watts.
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Ci sono un paio di caratteristiche interessanti sullo stato attuale del Sole. Il primo è il conteggio dei raggi cosmici, che ha avuto una rapida inversione negli ultimi mesi :
Figura 1 : Oulu conteggio dei raggi cosmici dal 1964 al 2016
Il conteggio dei neutroni è sulla strada per il raggiungimento di un conteggio pari a quello registrato durante la rapida inversione del ciclo solare 19. Ciclo solare, nel quale si è verificato il periodo di raffreddamento del 1970. Mentre siamo ancora probabilmente lontani (circa tre anni) dal minimo solare, ci si stiamo avvicinando ai valori (conteggio minimo) prima dell’ultimo minimo.
Figura 2 : Indice Ap dal 1932 al 2016
Il conteggio del picco dei neutroni, in relazione al minimo solare occorso tra il ciclo 23 e il 24 è ben al di sopra dei livelli registrati prima del minimo. Attualmente, siamo ancora lontani dal quel piano d’attività che ha dato origine al crollo dell’indice Ap concluso nel 2009.
Figura 3 : F10.7 Flux 2014-2016
Il flusso solare F10.7 sembrava aver registrare un trend al ribasso disciplinato durante la maggior parte del 2015. Dal mese di agosto 2015, la pendenza della tendenza al ribasso è rimasta la stessa, ma la gamma si è dimezzata.
Figura 4 : Attuale angolo d’inclinazione della corrente eliosefrica
Tutto ciò che si può dire da questo grafico è che siamo ancora lontani dal quel momento nel quale la corrente eliosferica diffusa è appiattita, miglior segnale possibile dell’ingresso in un minimo solare.
Figura 5 : Pressione del flusso del vento solare dal 1971 al 2016
Figura 6 : Campo Magnetico Interplanetario dal 1966 al 2016
L’ IMF e la pressione del flusso del vento solare hanno eseguito una rampa di salita, mentre il flusso solare F10.7 è sceso.
Figura 7: Emisferica area delle macchie solari dal 1985 al 2016
Il picco delle macchie solari è stato registrato più tardi ed è stato più grande nell’emisfero sud che nell’emisfero settentrionale, negli ultimi tre cicli solari.
Figura 8: Emisferica area delle macchie solari e flusso solare F10.7 dal 1985 al 2016
Questo grafico è stato realizzato prendendo i dati dalla figura 7 con i dati dell’area delle macchie solari tracciati cumulativamente con il flusso F10.7. Essa mostra una buona correlazione tra l’area delle macchie e il flusso F10.7. Flusso F10.7, che è il migliore indicatore del livello dell’attività solare.
Figura 9: Intensità del campo magnetico polare solare emisferico dal 1976 al 2016
La seconda cosa interessante circa lo stato attuale del sole è l’asimmetria evidente nelle figure 7 e 8, che potrebbe aumentare molto di più, se ci basa sulla divergenza della forza del campo magnetico polare solare tra il nord e il sud.
Figura 10: Flusso solare F10.7 e conteggio dei neutroni
Anche questa traccia sembra altrettanto interessante. Fino al 2006, l’invertito numero di neutroni ad Oulu seguiva il flusso F10.7, ha stretto contatto e con un certo ritardo. Dal 2006, ad ora il numero di neutroni è di circa 500 impulsi al minuto superiore a quello che era stato in precedenza e rispetto al flusso solare è in ritardato.
Fonte : http://wattsupwiththat.com/2016/03/28/solar-update-march-2016/
Squilibrio emisferico solare
Mentre il ciclo solare SC24 sta lentamente procedendo verso la sua iniziale fase di discesa, oltre alla nota è discussa debolezza del ciclo, volevo porre alla vostra attenzione quella che ritengo essere una chiara peculiarità del corrente ciclo solare : Il deciso squilibro dei due emisferi solari. A testimoniare detto squilibrio, non troviamo solo il noto grafico dei campi magnetici polari, ma anche lo specifico grafico sotto riportato. Grafico, che rappresenta la differenza fra i campi polari solari emisferici. I valori positivi indicano i campi riferiti al nord, i valori negativi, più forti, sono riferiti al sud.
Attualmente si sta registrando la più grande differenza nel campo dal 1976 ( inizio della raccolta dei dati ).
Link : http://www.kaltesonne.de/die-sonne-im-februar-2016-und-die-aktuellen-warmerekorde/
Squilibrio fra i due emisferi evidenziato anche dal totale trasporto del flusso magnetico (zone) per gli ultimi 3,5 cicli solari.
Link : http://wso.stanford.edu/gifs/all.gif
L’immagine sopra riportata, oltre ad evidenziare il totale rallentamento del flusso del corrente ciclo, in confronto ai passati, mostra la forte flessione che ha subito l’emisfero nord (l’aree di colore grigio sono fortemente ridimensionate o assenti alle varie latitudini nell’emisfero nord).
Ed inoltre…. recentemente J. Janssens ha aggiornato la sua ottima piattaforma di monitoraggio dell’attività solare. Link : http://users.telenet.be/j.janssens/SC24web/SC24.html
In quest’ultima piattaforma, ha testimonianza del sopra citato squilibrio troviamo altre due tracce. La prima rappresenta l’emisferico conteggio delle macchie solari SC23-24. La seconda, l’emisferica area delle macchie solari.
Il grafico sopra riportato mostra l’evoluzione del numero delle macchie solari emisferico. E’ chiaro che il primo massimo solare del ciclo SC24 è dovuto alla maggiore attività dell’emisfero settentrionale solare (Rn=66,4 nel mese di novembre 2011), mentre il secondo e maggiore massimo è il risultato di una maggiore attività del polo sud solare (R = 83,3 nel mese di febbraio 2014).
Dal massimo solare del ciclo SC18 fino al massimo del ciclo solare SC20, l’emisfero settentrionale solare ha chiaramente dominato l’attività solare. Dal ciclo solare SC21 al corrente SC24, il testimone sembra essere passato a l’emisfero sud.
Entrambi i grafici (linea di colore rosso per il primo e area di colore rosso per il secondo) evidenziano l’attuale e maggiore attività concentrata a sud. Quale significato e valenza possa avere questa separata e distinta progressione dei due emisferi mi risulta essere decisamente poco chiaro. Questa distinta progressione, mi spince ad ipotizzare un collegamento fra lo squilibrio dei due emisferi e la bassa attività solare. Infatti, se osserviamo la seconda traccia, notiamo che detta irregolarità era già presente nel debole ciclo solare SC20. Tuttavia, nel passato ciclo solare SC20 (1960-1970 circa) a prevalere era stato l’emisfero nord.
Il mio consiglio è quello di monitorare le prime due traccie (la differenza fra i campi magnetici polari e il trasporto totale del flusso). Per il momento è tutto … non voglio spingermi oltre, c’è il forte rischio di entrare nel campo delle effimeri ipotesi e congetture campate in aria…
Michele