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Rubrica meteo-climatica Settembre

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa la stagione corrente e quella successiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’Estate 2014 – Bilancio

L’estate ormai terminata dal punto di vista meteorologico è stata caratterizzata da una diffusa e persistente instabilità, essenzialmente di origine atlantica, talvolta nord atlantica. L’instabilità ha riguardato principalmente il Nord Italia, dove ha nettamente compromesso la stagione. Ha tuttavia una influenza anche sull’andamento dell’estate al Centro e persino al Sud, sia pure in misura più limitata e differente: l’estate nella porzione centromeridionale della nostra penisola ha visto sì alcuni episodi di maltempo, ma è stata essenzialmente caratterizzata da bel tempo solitamente senza la calura insopportabile tipica delle avvezioni calde africane. Dunque anche per il Centro-Sud si è trattato di un’estate insolita, almeno per gli ultimi 15-20 anni. Per quanto riguarda il Nord, addirittura, per trovare un’estate analoga occorre tornare indietro di parecchi decenni. A tale proposito, secondo i glaciologi, quest’anno per la prima volta da circa quarant’anni non vi sarà alcuno scioglimento dei ghiacciai alpini, in quanto sono ancora in gran parte coperti di neve; anzi, molto probabilmente quella neve presto diventerà un nuovo strato di ghiaccio.

A Luglio si era ravvisata una similitudine dell’estate appena conclusa con quella del 2012, in quanto

  • come allora, era in corso un Nino “east based”, di intensità debole-moderata;
  • come allora, era presente una anomalia negativa in Atlantico, a latitudini medie;
  • come allora, Luglio ha visto un’alternanza tra ondate di stampo africano, specie al Centro-Sud, e sortite instabili atlantiche, specie al Nord.

Agosto non ha però confermato tale similitudine al Nord ma, per ora, soltanto al Sud e comunque attenuata; anche Settembre non sta in sostanza confermando tale ipotesi. Già nella precedente Rubrica si erano però ravvisate anche alcune differenze rispetto al 2012:

  • il Nino nel 2012 era lievemente più intenso di quello attuale;
  • l’anomalia in Atlantico era più estesa e più vicina alle coste occidentali europee;
  • Luglio 2012 fu interessato da ondate di caldo più intense e durature, rispetto a quelle finora osservate a Luglio 2014, con minori occasioni per “rotture” fresche atlantiche; inoltre a tratti le ondate di caldo interessarono anche il Nord, sia pure      brevemente.

Nel 2012 il Nino declinò rapidamente tra Agosto e Settembre, regalandoci una seconda parte dell’estate caratterizzata da ripetute ed intense ondate di caldo africano, in prevalenza al Sud ma a tratti anche al Centro-Nord. Tale condizione si protrasse fino ad ottobre e persino per buona parte di novembre, sebbene fisiologicamente attenuata a causa della ridotta radiazione solare. Solo all’inizio del mese di dicembre si affermarono le prime isoterme negative ad 850hpa e quindi le prime ondate di freddo di stampo autunnale.

Tale situazione quest’anno non si è ripetuta: Il Nino per ora si mantiene sostanzialmente stazionario.

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L’Autunno 2014 – i precedenti storici

L’autunno è ad oggi caratterizzabile in sintesi come segue:

  • ENSO debole, probabilmente Nino debole, almeno stando alle previsioni NOAA;
  • QBO negativa sia a 30 che a 50hpa (ma conta soprattutto per il tardo autunno e per l’inverno);
  • PDO positiva (almeno all’avvio della stagione, poi potrebbe divenire negativa);
  • l’estate che lo precede fresca e piovosa, un po’ in tutta l’Europa centro-occidentale, con indice AO in prevalenza negativo (persistenza di alte pressioni a latitudini elevate).

Condizioni simili a quelle sopra descritte si sono già verificate, almeno in parte, nel 1963 e nel 1977: in entrambi i casi

  • l’ENSO fu debole ma positivo,
  • l’AO fu mediamente negativa per l’intero trimestre estivo;
  • nel 1977 la PDO fu positiva fino a tutta l’estate, per poi divenire negativa proprio in autunno;
  • il ciclo solare fu debole (in declino nel 1963, in ripresa dopo un minimo nel 1977).

Tuttavia, in entrambi i casi la QBO (prima del 1979 era disponibile solo quella a 30hpa), pur negativa in estate, divenne positiva tra settembre (1963) e dicembre (1977).

Attualmente le prospettive meteo prettamente anticicloniche suggeriscono una maggiore somiglianza con l’autunno 1977, cioè, come si è detto nel precedente numero della Rubrica, con settembre marcatamente anticiclonico ed ottobre e buona parte di novembre con un andamento simile.

In effetti vi è una similitudine anche con gli autunni 1986 e 2005, specie con l’ultimo, anch’esso caratterizzato da QBO già negativa all’inizio dell’autunno ed ENSO debolmente positivo, sebbene poi diventato negativo: in entrambi i casi settembre, ottobre e persino buona parte di novembre fu caratterizzata da una notevole persistenza anticiclonica, con il Vortice Polare, debole e poco compatto, in seria difficoltà a penetrare con decisione sul Mediterraneo. Poi però (da fine novembre nel 2005, dal 20 dicembre circa nel 1986), l’indebolimento delle alte pressioni subtropicali a causa della ridotta insolazione e la scarsa compattezza del Vortice Polare hanno favorito ripetuti scambi meridiani, con ondate di freddo in Europa e anche in Italia.

E’ la situazione opposta a quella dell’autunno 2013, quando il Vortice Polare, potente e compatto, è progressivamente entrato con sempre maggiore decisione sul Mediterraneo all’avanzare della stagione, “schiacciando” sempre più le alte pressioni verso le basse latitudini. Già settembre non fu così marcatamente anticiclonico e meno ancora lo furono ottobre e novembre.

 

I prossimi giorni

Dopo una prima metà di settembre non propriamente stabile e soleggiata dappertutto, a causa appunto delle insidiose “gocce fredde”, il tempo sembra essersi decisamente ristabilito. Anzi, nei prossimi giorni assisteremo ad un episodio, potenzialmente prolungato, di estate tardiva, calda e soleggiata al Centro-Sud, meno calda e più instabile al Nord.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 18 Settembre, relativa alla pressione al suolo ed in quota:

SLP

 

Nell’immagine si nota un anticiclone su gran parte dell’Europa centro-orientale e settentrionale. Ad ovest, dove dovrebbe trovarsi l’Anticiclone delle Azzorre, sarà invece posizionata una “lacuna barica”, staccatasi dal flusso atlantico e posizionatasi tra Penisola Iberica e Atlantico. Questa figura richiamerà aria calda africana verso il Mediterraneo occidentale. Insomma, per la scadenza astronomica del 23 settembre, a differenza del solito, al momento si profila un tempo di fine estate, almeno al Sud e sulle Isole e sul Centro tirrenico.

Nel lungo termine (ultima decade di settembre), i principali modelli non intravvedono per ora alcun sostanziale cambiamento: le perturbazioni atlantiche per ora si mantengono ben distanti dal Mediterraneo e dall’Italia.

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Possibile evoluzione successiva (Ottobre)

Attualmente, tutti i principali modelli (GFS, ECMWF e GEM) propendono per un lungo periodo di relativa stabilità, in Europa e in buona misura anche in Italia, che potrebbe caratterizzare tutta la seconda metà di Settembre e, potenzialmente, proseguire anche ad Ottobre. Le uniche incognite, come si diceva, possono essere legate a “gocce fredde” o situazioni “di blocco”, condizioni pericolose per le intense precipitazioni che possono provocare in breve tempo, almeno su aree ristrette. Non sembra al momento probabile invece la possibilità che l’anticiclone posizionato sull’Europa, portando i suoi massimi sulla Scandinavia, agevoli la discesa di perturbazioni atlantiche verso l’Italia, come accaduto spesso durante l’estate. Ma nel lungo periodo questa eventualità non si può scartare del tutto.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la sezione Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

 

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i più recenti valori disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (+0,816) +0,858
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (+0,70) +0,67
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,243) +0,356
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-19,28) -21,65
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+0,50) -0,15
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): non rilevato in estate; peraltro presenta attualmente valori molto bassi.

 

Commento indici

1. L’ENSO dopo un anno e mezzo (autunno 2012-primavera 2014) di sostanziale neutralità, è tornato ad essere positivo la scorsa primavera. Le previsioni NOAA per i prossimi mesi confermano la persistenza del Nino, sia pure debole, soprattutto nel comparto oceanico centrale (zone 3 e 3.4). Tuttavia permane ancora una relativa incertezza circa il comportamento dell’indice PDO nei prossimi mesi. Se tornerà in territorio negativo entro qualche mese, indebolirà ulteriormente il Nino.

Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

 

ST Subsurface

Nel corso della primavera, le consistenti anomalie positive presenti sotto la superficie oceanica sono gradualmente emerse, avviando l’attuale evento di Nino. Tuttavia, tra maggio e luglio si sono nettamente indebolite, fino ad un sostanziale equilibrio tra deboli anomalie di segno opposto. Attualmente vi è una nuova prevalenza di deboli anomalie positive in gran parte dell’Oceano Pacifico equatoriale. Tali anomalie però, se non si rafforzeranno nettamente, non saranno in grado di produrre un Nino apprezzabile. Pertanto, le condizioni attuali depongono a favore di una condizione “sospesa” tra un Nino debole ed una sostanziale neutralità. In tal senso si rileva una similitudine con quanto già osservato tra l’autunno 2012 e la primavera di quest’anno. Pertanto, la rilevazione ora conferma le previsioni NOAA citate in precedenza, pur potendosene in futuro discostare lievemente, soprattutto verso la neutralità. La situazione è comunque in evoluzione, dunque occorrono conferme.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano attualmente una situazione sospesa tra neutralità e Nino debole. Nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra una prevalenza di anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

 

SST

 

L’Oceano Pacifico equatoriale è interessato da deboli anomalie positive, specie nel comparto orientale (Nino “east based”). A nord prevalgono le anomalie positive, specie nel comparto oceanico nord orientale (PDO positiva), sebbene un poco attenuate rispetto ai mesi precedenti. Invece a sud dell’Equatore perdurano vaste anomalie negative.

Nell’Oceano Atlantico, l’anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini, che si era pressoché dissolta, ora mostra nuovo vigore. Il Mediterraneo si riscalda e si raffredda, in concomitanza rispettivamente delle ondate di calore di stampo africano e delle incursioni fresche atlantiche, al momento è sede di deboli anomalie in prevalenza di segno positivo.

2. La PDO mostra dall’inizio dell’anno un’escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta confermando più che mai il suo ruolo “regolatore” dell’ENSO: lo si è osservato nel caso del Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dell’autunno 2012 e lo si osserva con il Nino attuale, già in difficoltà anche a causa del declino della PDO. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO è tornata di recente positiva dopo un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 è ormai fortemente negativa e prosegue nel suo calo verso il prossimo valore minimo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio negativo compresa tra gli 11 ed i 19 mesi, dunque un ritorno in territorio positivo non prima della primavera 2015 e non dopo la fine del 2015. Quindi, la QBO30 sarà certamente negativa durante il prossimo inverno.

5. La QBO50 è appena divenuta negativa. Storicamente, gli intervalli di valori negativi hanno una durata compresa tra 7 e 17 mesi. Pertanto, la QBO50 assumerà nuovamente valori positivi nel periodo compreso tra la primavera 2015 e l’inverno 2015-2016; in media si può ritenere ragionevole che cambi nuovamente segno nel corso dell’estate 2015. Quindi, la QBO50 sarà negativa durante il prossimo inverno.

Pertanto, se il ciclo solare (già debole) confermerà i segni di declino verso il prossimo minimo già manifestatisi di recente, l’accoppiata con la QBO negativa renderà il prossimo inverno potenzialmente favorevole ad irruzioni fredde sul nostro continente, a differenza dell’inverno 2013-2014.

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Considerazioni finali di natura meteo-climatica

I precedenti storici autunnali descritti in precedenza ci suggeriscono di verificare l’andamento prevalente del tempo nel corso di settembre, ottobre e della prima metà di novembre: se osserveremo una anomala persistenza anticiclonica in Europa e sul Mediterraneo, con scarsi o assenti passaggi di vere perturbazioni atlantiche, si tratterà di un altro segnale a favore di un inverno promettente. In sostanza, si confermerà la debolezza del Vortice Polare, non in grado di imporsi sulle alte pressioni subtropicali, come invece ha fatto nell’autunno 2013 e anche nel successivo inverno.

Non è una garanzia di un inverno freddo e nevoso, certo, che dipende anche dalla reale debolezza dell’attività solare nel semestre freddo che inizierà tra poco, oltre che dal segno della QBO (si veda in proposito il paragrafo relativo agli indici), ma una buona premessa sì.

Beninteso, la prevalenza del regime anticiclonico in autunno non è necessariamente sinonimo di tempo asciutto o addirittura siccitoso: l’anticiclone in realtà attualmente protegge più l’Europa continentale che l’Italia ed il Mediterraneo. Questa condizione favorisce l’ingresso di pericolose “gocce fredde”, piccole depressioni in grado di produrre piogge molto intense, anche a carattere alluvionale, in breve tempo su aree ristrette, come purtroppo recenti e tragiche cronache ci hanno ricordato. E’ da tenere in considerazione anche la possibilità di situazioni di “blocco”: depressione ad ovest dell’Italia, alta pressione ad est, con la nostra Penisola in mezzo bersagliata nelle sue regioni occidentali da piogge prefrontali molto intense; oppure depressione intrappolata nei nostri mari e circondata, ad ovest e ad est, dall’alta pressione, e quindi costretta ad esaurirsi sulle nostre regioni, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare.

 

FabioDue

Rubrica meteo-climatica Agosto

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa la stagione corrente e quella successiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’Estate 2014 – Primo bilancio

L’estate ormai agli sgoccioli è stata caratterizzata da una diffusa e persistente instabilità, essenzialmente di origine atlantica, talvolta nord atlantica. L’instabilità ha riguardato principalmente il Nord Italia, dove ha nettamente compromesso la stagione. Ha tuttavia una influenza anche sull’andamento dell’estate al Centro e persino al Sud, sia pure in misura più limitata e differente: l’estate nella porzione centromeridionale della nostra penisola ha visto sì alcuni episodi di maltempo, ma è stata essenzialmente caratterizzata da bel tempo solitamente senza la calura insopportabile tipica delle avvezioni calde africane. Dunque anche per il Centro-Sud si è trattato di un’estate insolita, almeno per gli ultimi 15-20 anni. Per quanto riguarda il Nord, addirittura, per trovare un’estate analoga occorre tornare indietro di parecchi decenni. A tale proposito, secondo i glaciologi, quest’anno per la prima volta da circa quarant’anni non vi sarà alcuno scioglimento dei ghiacciai alpini, in quanto sono ancora in gran parte coperti di neve; anzi, molto probabilmente quella neve presto diventerà un nuovo strato di ghiaccio.

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L’Autunno 2014 – i precedenti storici

L’autunno in arrivo è ad oggi caratterizzabile in sintesi come segue:

  • ENSO debole, probabilmente Nino debole, almeno stando alle previsioni NOAA;
  • QBO negativa sia a 30 che a 50hpa (ma conta soprattutto per il tardo autunno e per l’inverno);
  • PDO positiva (almeno all’avvio della stagione, poi potrebbe divenire negativa);
  • l’estate che lo precede fresca e piovosa, un po’ in tutta l’Europa centro-occidentale, con indice AO in prevalenza negativo (persistenza di alte pressioni a latitudini elevate).

Condizioni simili a quelle sopra descritte si sono già verificate, almeno in parte, nel 1963 e nel 1977: in entrambi i casi

  • l’ENSO fu debole ma positivo,
  • l’AO fu mediamente negativa per l’intero trimestre estivo;
  • nel 1977 la PDO fu positiva fino a tutta l’estate, per poi divenire negativa proprio in autunno;
  • il ciclo solare fu debole (in declino nel 1963, in ripresa dopo un minimo nel 1977).

Tuttavia, in entrambi i casi la QBO (prima del 1979 era disponibile solo quella a 30hpa), pur negativa in estate, divenne positiva tra settembre (1963) e dicembre (1977).

Nell’autunno 1963

  • Settembre fu caratterizzato da un relativo predominio anticiclonico, talvolta però bruscamente interrotto da vivaci e ficcanti incursioni nord atlantiche o artiche; il mese fu relativamente caldo, con isoterme ancora in buona misura estive (+15 spesso sull’Italia peninsulare, +10 in vaste aree dell’Europa), tranne che durante le incursioni perturbate;
  • Ottobre fu più dinamico, più perturbato, ma anche decisamente con minori scambi meridiani; il mese fu termicamente nella norma, caratterizzato in gran parte da isoterme comprese tra +5 e +10 sull’Italia e la +5 sull’Europa;
  • Novembre fu da “manuale”: la forza del Vortice Polare si impose spesso all’Anticiclone delle Azzorre, imponendo all’intero continente, Italia compresa, ripetuti periodi marcatamente perturbati. Il mese tuttavia fu mite sia per l’Italia che per l’Europa, con l’isoterma +5 che abbracciò quasi sempre tutta la Penisola, che fu spesso attraversata dalla +10 e talvolta sfiorata dalla +15. Le isoterme invernali (-5) furono relegate quasi sempre a latitudini molto settentrionali, oltre il 60° parallelo. Si verificò una sola fugace incursione della isoterma 0 sull’Italia.

Nell’autunno 1977

  • Settembre fu caratterizzato da una notevole persistenza anticiclonica sull’Europa centro-occidentale, interrotta sull’Italia da gocce fredde e depressioni di origine atlantica; il mese fu mite nella prima metà, con isoterme comprese perlopiù tra +10 e +15, e fresco nella seconda, con isoterme in prevalenza attorno alla +5;
  • Ottobre fu diviso tra una prima metà marcatamente perturbata ed una seconda nettamente anticiclonica; il mese fu termicamente più fresco nella prima metà, con l’isoterma +5 prevalente e in Europa la 0 che si affacciò diverse volte, più mite nella seconda, con l’isoterma +10 prevalente, con la +5 in Europa;
  • Novembre fu caratterizzato da tempo marcatamente perturbato a più riprese, su Europa ed Italia, con pochi intervalli anticiclonici; la prima metà del mese fu termicamente mite, con isoterme in prevalenza attorno a +5 in Europa e comprese tra +5 e +10 in Italia, mentre la seconda fu fredda, con isoterme tra 0 e -5 in Europa e attorno a 0 in Italia, a fine mese la -10 fece capolino in Europa centrale e la -5 al Nord Italia.

A quale dei due potrà assomigliare maggiormente l’autunno in arrivo? A quello del 1977, magari anche più marcatamente perturbato e freddo specie a novembre, data la QBO fortemente negativa e la debolezza del ciclo solare, che dovrebbero aiutare il Vortice Polare a spadroneggiare in Europa?

 

I prossimi giorni

Dopo una seconda metà di agosto relativamente calda e soleggiata al Centro-Sud e invece spesso fresca ed instabile al Nord, siamo in presenza di una pausa anticiclonica.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di domenica 31 Agosto, relativa alla pressione al suolo ed in quota:

 

SLP

 

Nell’immagine si nota la propensione dell’Anticiclone delle Azzorre ad estendersi sull’Europa centro-occidentale, proteggendola dalle mire del Vortice Polare, già molto attivo, di cui si vede in alto a sinistra la propaggine islandese. Più a nordest è presente un’altra alta pressione, separata dalla azzorriana da un corridoio nel quale si vede scorrere una insidiosa “goccia fredda”, che entrerà presto nel Mare Adriatico. Al momento sono previsti fenomeni anche violenti e vento localmente forte. Insomma, pare si tratterà di una classica “burrasca” di fine estate, per il Centro adriatico ed il Sud.

Nel lungo termine (prima decade di settembre), i principali modelli intravvedono una netta prevalenza anticiclonica, più sull’Europa continentale che sull’Italia, per la quale comunque non si prevedono al momento disturbi di rilievo. Dunque per ora si prospetta un periodo di tempo complessivamente buono, salvo i soliti temporali pomeridiani, con temperature attorno alla media del periodo. Un fine estate gradevole, in attesa di sviluppi più consoni ad una tipica stagione autunnale.

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Possibile evoluzione successiva (Settembre)

Attualmente, tutti i principali modelli (GFS, ECMWF e GEM) propendono per un lungo periodo di relativa stabilità, in Europa e in buona misura anche in Italia, che potrebbe caratterizzare buona parte del mese di Settembre. Non bisogna però dimenticare che il Vortice Polare, grazie al progressivo declino della radiazione solare in settembre, è già in netta ripresa. Pertanto, è ragionevole attendersi novità in prossimità dell’equinozio d’autunno.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la sezione Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

 

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i più recenti valori disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (+0,878) +0,815
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (+0,82) +0,70
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,084) +0,244
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-13,98) (-19,28)
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+4,96) +0,50
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): non rilevato in estate

 

Commento indici

1. L’ENSO dopo un anno e mezzo (autunno 2012-primavera 2014) di sostanziale neutralità, è tornato ad essere positivo la scorsa primavera. Le previsioni NOAA per i prossimi mesi confermano la persistenza del Nino, sia pure debole, soprattutto nel comparto oceanico centrale (zone 3 e 3.4). Tuttavia permangono due incognite: la dispersione dei membri previsionali resta elevata e rende la previsione ancora incerta; inoltre, occorre verificare il comportamento dell’indice PDO nei prossimi mesi. Se tornerà in territorio negativo entro qualche mese, come è ragionevole attendersi, indebolirà ulteriormente il Nino.

Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Subsurface

Nel corso della primavera, le consistenti anomalie positive presenti sotto la superficie oceanica sono gradualmente emerse, avviando l’attuale evento di Nino. Tuttavia, durante l’estate si sono nettamente indebolite. Attualmente vi è un sostanziale equilibrio tra deboli anomalie di segno opposto. Tale condizione assomiglia a quella prevalente tra l’autunno 2012 e lo scorso inverno; pertanto le condizioni attuali depongono nuovamente a favore di una sostanziale neutralità dell’ENSO. In tal senso, a differenza della scorsa primavera, la rilevazione ora non conferma del tutto le previsioni NOAA citate in precedenza. La situazione è comunque in evoluzione, dunque occorrono conferme.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano attualmente una situazione sospesa tra neutralità e Nino debole. Nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’alternanza tra anomalie di segno diverso, disposte a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

sst anomalies

L’Oceano Pacifico equatoriale è interessato da deboli anomalie positive, specie nel comparto orientale (Nino “east based”). A nord prevalgono le anomalie positive, specie nel comparto oceanico nord orientale (PDO positiva), sebbene un poco attenuate rispetto ai mesi precedenti. Invece a sud dell’Equatore perdurano vaste anomalie negative.

Nell’Oceano Atlantico, l’anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini, si è pressoché dissolta. Per ora, per fortuna, non si è sviluppata alcuna consistente anomalia tra le coste portoghesi, spagnole e marocchine, tale da favorire una “lacuna barica” permanente in zona e ripetute forti ondate di calore verso l’Italia. Il Mediterraneo si riscalda e si raffredda, in concomitanza rispettivamente delle ondate di calore di stampo africano e delle “rotture” fresche atlantiche, al momento è sede di deboli anomalie in prevalenza di segno positivo.

2. La PDO mostra dall’inizio dell’anno un’escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta confermando più che mai il suo ruolo “regolatore” dell’ENSO: lo si è osservato nel caso del Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dell’autunno 2012 e lo si osserva con il Nino attuale, già in difficoltà anche a causa del declino della PDO. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO è tornata di recente positiva dopo un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 è tornata negativa a Giugno per la prima volta da Febbraio 2013 e prosegue nel suo calo verso il prossimo valore minimo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio negativo compresa tra gli 11 ed i 19 mesi, dunque un ritorno in territorio positivo non prima della primavera 2015 e non dopo la fine del 2015.

5. La QBO50 dopo qualche mese di permanenza tra 9 e 10, negli ultimi due mesi è bruscamente calata, segno che il ritorno in territorio negativo è ormai imminente. Storicamente, gli intervalli di valori negativi hanno una durata compresa tra 7 e 17 mesi. Pertanto, nell’ipotesi che l’indice torni in territorio negativo già dalla prossima rilevazione, la QBO50 assumerà nuovamente valori positivi nel periodo compreso tra la primavera 2015 e l’inverno 2015-2016; in media si può ritenere ragionevole che cambi nuovamente segno nel corso dell’estate 2015. Quindi, la QBO50 sarà negativa durante il prossimo inverno. Pertanto, se il ciclo solare (già debole) confermerà i segni di declino verso il prossimo minimo già manifestatisi di recente, l’accoppiata con la QBO negativa renderà il prossimo inverno potenzialmente favorevole ad irruzioni fredde sul nostro continente, a differenza dell’inverno 2013-2014.

aaaaaaaaaaaaaaa

Considerazioni finali di natura climatica

A Luglio si era ravvisata una similitudine di questa estate con quella del 2012, in quanto

  • come allora, era in corso un Nino “east based”, di intensità debole-moderata;
  • come allora, era presente una anomalia negativa in Atlantico, a latitudini medie;
  • come allora, Luglio ha visto un’alternanza tra ondate di stampo africano, specie al Centro-Sud, e sortite instabili atlantiche, specie al Nord.

Agosto non ha però confermato tale similitudine al Nord ma, per ora, soltanto al Sud e comunque attenuata. Già nella precedente Rubrica si erano però ravvisate anche alcune differenze rispetto al 2012:

  • il Nino nel 2012 era lievemente più intenso di quello attuale;
  • l’anomalia in Atlantico era più estesa e più vicina alle coste occidentali europee;
  • Luglio 2012 fu interessato da ondate di caldo più intense e durature, rispetto a quelle finora osservate a Luglio 2014, con minori occasioni per “rotture” fresche atlantiche; inoltre a tratti le ondate di caldo interessarono anche il Nord, sia pure brevemente.

Nel 2012 il Nino declinò rapidamente tra Agosto e Settembre, regalandoci una seconda parte dell’estate caratterizzata da ripetute ed intense ondate di caldo africano, in prevalenza al Sud ma a tratti anche al Centro-Nord. Tale condizione si protrasse fino ad ottobre e persino per buona parte di novembre, sebbene fisiologicamente attenuata a causa della ridotta radiazione solare. Solo all’inizio del mese di dicembre si affermarono le prime isoterme negative ad 850hpa e quindi le prime ondate di freddo di stampo autunnale.

Tale situazione quest’anno non si è ripetuta, almeno per il mese di agosto, se non per il solo Sud. La ragione principale può essere riconducibile ad una notevole vitalità del Vortice Polare, in questa estate attivo come non accadeva da molti anni e comunque ben più invadente rispetto al 2012, anche alle nostre latitudini.

FabioDue

Rubrica Sole Luglio 2014

Immagine copertina

(Fonte: www.solarham.com)

 Introduzione e riepilogo

Durante la sua progressione verso il massimo solare, il ciclo 24 ha da subito manifestato un’intensità notevolmente inferiore a quella che gli esperti avevano pronosticato al termine del ciclo 23: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ . Fino alla fine del mese di Settembre 2013, vista l’evoluzione degli ultimi due anni, dopo il picco dell’autunno 2011, sembrava in verità molto improbabile che questo ciclo potesse prendere un diverso andamento rispetto a quello fatto vedere fino a quel momento. In definitiva il Sole era in una fase di “stallo”. Pur con naturali oscillazioni in alto ed in basso dei vari indici di attività, nel periodo in questione il solar flux (il miglior indicatore dell’attività solare finora noto) non aveva mostrato in media alcun trend particolare, né crescente né decrescente.

La fase di forte spinta appena trascorsa ha poi condotto il ciclo al suo secondo massimo che in realtà si è rivelato essere anche il nuovo massimo assoluto di questo ciclo 24, nettamente superiore a quello dell’autunno 2011. Le influenze planetarie hanno avuto un peso non indifferente nelle dinamiche di questa ripresa dell’attività solare, come a suo tempo debitamente descritto in un articolo del nostro Michele. Resta però da capire se tale fase, ormai in corso da Ottobre 2013 e pur in chiaro declino, possa considerarsi definitivamente archiviata.

In sintesi, il mese di Luglio appena trascorso, è stato caratterizzato da una leggera ripresa dei valori degli indici, dopo quattro mesi di calo consecutivo dei valori di solar flux e sunspot number, rispetto ai massimi fatti registrare a Febbraio . Ribadiamo che si tratta comunque di valori bassi se paragonati ad uno qualsiasi dei massimi solari dei cicli compresi tra il 19 ed il 23, anche perché le macchie non sono state né particolarmente numerose, né molto estese ed attive

Questa fiammata dell’attività può essere sicuramente messa in relazione al secondo picco di attività pronosticato anche dalla NASA http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaks/.

Abbiamo superato i 5 anni e mezzo (67 mesi) dal minimo del dicembre 2008 e dobbiamo comunque constatare che, fatti salvi brevi periodi di più intensa attività,

  • il solar flux ha raggiunto solo di recente e per pochi giorni quota 200, come valore di picco giornaliero ma non come media mensile; tale soglia fu ampiamente superata più volte dai cinque cicli precedenti, come valore giornaliero ma spesso anche in termini di media mensile;
  • anche il sunspot number risulta decisamente inferiore e analogo a quello dei cicli di fine Ottocento-inizio Novecento; ricordiamo però che i calcoli attuali sono molto rigorosi e tengono conto anche della macchia più piccola. Pertanto i valori del passato sono molto probabilmente sottostimati: perlomeno del 5% per i cicli di fine Ottocento/inizio Novecento, fino al 20% ed oltre in precedenza (ad esempio durante il Minimo di Dalton).

Il grafico seguente mette in evidenza proprio l’ultimo periodo caratterizzato dal picco massimo di attività e preceduto fino ad allora, con l’esclusione del picco dell’autunno 2011, da un andamento sostanzialmente “piatto”, senza trend. Risulta evidente anche il temporaneo superamento del “muro” dei 200 avvenuto in sole 2 occasioni fino ad ora:

Solen Info

 Il sunspot number

Il nuovo massimo assoluto del ciclo 24 è 77,42 (Gennaio 2014) ed ha ampiamente superato il primo massimo registrato a Febbraio 2012 e pari a 66,9. Tra i due massimi la progressione del SSN (Smoothed Sunspot Number, media mobile su 13 mesi; fonte SIDC) si è interrotta ed invertita. Il comportamento del ciclo 24, con due massimi di cui il secondo assoluto, finora assomiglia a qualcuno dei cicli tra fine ‘800 ed inizio ‘900, in particolare il ciclo 12, nonché al ciclo 5 del Minimo di Dalton, sebbene un po’ più intenso di quest’ultimo.

Cicli simili

Anche per il NIA’s Gennaio 2014 ha fatto segnare il nuovo massimo provvisorio di questo ciclo (43,83) procedendo di pari passo con i dati ufficiali del sunspot number SIDC. Restano da verificare ancora alcuni dati (proprio l’ultimo mese di luglio appena trascorso) che al momento sono solo provvisori e pertanto vi potrebbe essere qualche leggera variazione nel conteggio. La curva della media “smoothed” di questo indice, con le dovute proporzioni, ricalca l’andamento di quello che per la Scienza ufficiale è e rimane l’unico conteggio valido, ovvero quello del SIDC.

Vediamo in dettaglio cosa ci ha riservato questo Luglio 2014:

Smoothed sunspot area

 Questo grafico, (ndr: grafico fermo all’aggiornamento del 12 Giugno 2014 valido fino al mese di Maggio) basato sulle medie mensili delle aree del disco solare coperte da sunspot (in rosso la smoothed) è abbastanza eloquente: l’attuale ciclo 24 per ora riesce a stento a tenere il passo dei deboli cicli di fine ‘800 – primi ‘900.

In dettaglio, Luglio ha visto un leggero aumento dei valori degl’indici di riferimento dopo il calo manifestato negli ultimi 4 mesi rispetto al picco del  Febbraio scorso. Di conseguenza, il valore del sunspot number è risalito lievemente fino a quota 72,5 rispetto al 71,0 del precedente mese di Giugno. Come evidenziato dal grafico sottostante, l’attuale fase di sensibile calo dopo la decisa seconda impennata di attività rafforza la nostra convinzione che ci troviamo, con tutta probabilità, in una fase molto avanzata se non addirittura terminale di questo massimo del ciclo 24.

SN Nia e Sidc Il valore del NIA’s di Luglio (36,3) è provvisorio/stimato ed al momento in attesa di validazione. Il dato di Febbraio 2014 (67,3) al momento detiene il massimo relativo di questo indice.

Nel grafico è ben evidente il raggiungimento del primo e provvisorio massimo a primavera 2012, l’iniziale declino delle curve del SSN ed il seguente sostanziale stallo nonchè l’ultima nuova e più decisa tendenza al rialzo dell’indice in oggetto che stabilisce nuovi massimi assoluti.

Solar flux

Anche il Solar Flux ad Luglio ha fatto registrare un nuovo aumento dopo la fase calante  vissuta nei mesi immediatamente precedenti. Nonostante questo nel corso del mese il solar flux è tornato a scendere, per la prima volta dal giugno 2012, sotto la soglia di 90, palesando evidenti segnali di cedimento. Rispetto al mese precedente l’attività è risultata essere esattamente all’opposto ovvero con una parte centrale assolutamente sottotono rispetto ad un iniziale exploit con diversi giorni oltre soglia 200 e parte finale con valori del flusso di nuovo in deciso rialzo.

Per quanto appena detto il solar flux mensile aggiustato ha fatto segnare un valore pari a 142,40 rispetto al 126,22 del mese di giugno, con un deciso aumento che non si rispecchia invece nel Sunspot number.

Il solar flux testimonia in modo eloquente le difficoltà che il ciclo 24 ha incontrato nella sua progressione. Dal grafico seguente risulta ancor più evidente la netta suddivisione dell’attività solare in due distinte fasi, spinta e riposo, la prima con valori relativamente elevati, la seconda con detti indici più vicini a valori da minimo che da massimo.

Confronto Solar Flux

 In termini generali, il grafico conferma la peculiarità del ciclo 24, rispetto a quelli immediatamente precedenti: il ciclo 24 ha proceduto “a scatti”, tra loro ben intervallati. Le pause si sono manifestate dall’inizio del 2009 all’inizio del 2011, poi ancora dall’autunno del 2011 fino al settembre del 2013 (quando si è osservato addirittura un certo declino). Ora, dopo mesi di attività relativamente sostenuta, si osserva un evidente declino.

Più in dettaglio, nell’ultimo mese il valore medio del flusso “aggiustato” (ore 20) è stato pari a 142,40 (contro 126,22 di Giugno) mentre la “forbice” tra il valore minimo e quello massimo è rimasta compresa tra 88,9 (ore 17 e ore 20 del 19/07 – precedente valore inferiore 88,1 ore 20 del 24/06/2012) e 214,9 (ore 17 del 08/07) mentre la media dell’ultima decade, dal 21 al 31 compresi, in concomitanza con la fine del periodo di attività meno intensa e seguente attuale forte risalita dei valori, è risultata pari a 123,03 (valori ore 20).

 

Altri diagrammi: butterfly e inversione magnetica

Il cosiddetto “butterfly diagram”, per quanto ancora incompleto nella rappresentazione del ciclo 24, è eloquente: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/bfly.gif

Butterfly

 Il ciclo 24 risulta paragonabile ai cicli più deboli, perlomeno dal 1880 in poi, in termini di numerosità delle macchie, in rapporto alla loro estensione (in sostanza la colorazione del grafico “a farfalla”). Risulta addirittura inferiore a tutti i cicli rappresentati, in termini di estensione delle macchie (grafico in basso).

 Per quanto concerne lo stato di avanzamento dell’inversione dei poli solari, nel corso delle precedenti uscite della rubrica avevamo messo in guardia dal considerare ormai conclusa l’inversione dei poli magnetici: l’ultimo dato disponibile (11 Luglio) su http://wso.stanford.edu/Polar.html, ha ulteriormente confermato le evidenti difficoltà di questo ciclo a livello magnetico e mette in risalto un valore “filtrato” per l’Emisfero Nord pari a -5, esattamente uguale precedenti rilevazioni. Quindi ormai la contro-inversione è consolidata, meno di due anni dopo quella avvenuta a giugno 2012! Non ci sono precedenti storici documentati di un simile evento e pertanto dobbiamo mantenere la massima prudenza, evitando di emettere sentenze che potrebbero essere smentite a breve dal comportamento del Sole. L’Emisfero Sud, dopo il cambio di polarità avvenuto tra luglio ed agosto 2013 ed una prima decisa progressione, fa segnare un valore di -15, ovvero in graduale progressione dopo il cambio di polarità, anche se risulta in stallo dalla fine di Febbraio. Il comportamento dei due emisferi si ripercuote su quello della media filtrata, la cui crescita si inverte, dopo un anno di continua progressione: il valore medio, dopo essere salito fino a +8 (a cavallo tra Novembre e Dicembre 2013) è tornato a scendere e al momento fa segnare un +5.

Risulta al momento difficile dare un’interpretazione compiuta di quanto stia accadendo ai poli solari ed è ancora più difficile prevederne le conseguenze, sia per quanto concerne il ciclo in corso, sia in relazione al prossimo ciclo 25. E’ importante verificare se questo nuovo assetto monopolare durerà, oppure se si verificherà a breve una ulteriore inversione.

Può essere utile anche visionare il seguente grafico relativo all’andamento dall’inizio del ciclo 24 fino ad ora:

Mfield aggiornato ciclo 24

In dettaglio, l’andamento degli ultimi 43 mesi dove è più evidente lo stallo e la tendenza al calo dei valori dell’emisfero nord:

Dettaglio aggiornamento WSO  Per una più immediata comprensione dello stato di avanzamento del fenomeno, si vedano inoltre i seguenti grafici, tratti dal sito di Leif Svalgaard: http://www.leif.org/research/WSO-Polar-Fields-since-2003.png,

WSO polar fields

 andamento dei due emisferi dal 2003 e http://www.leif.org/research/Solar-Polar-Fields-1966-now.png,

N - S polar fields

 andamento complessivo dal 1966. Per ulteriori informazioni in merito, si veda anche l’articolo http://solar-b.nao.ac.jp/news/120419PressRelease/index_e.shtml.

Le ultime immagini “Stereo Behind”, lasciano intuire un preiodo di prossima relativa tranquillità; le poche regioni attive visibili sono per lo più presenti nell’emisfero sud e le macchie attualmente visibili non sono vaste ed attive come nei mesi precedenti. Fino a pochi giorni fa si notavano comunque diverse macchie mediamente coalescenti e di una dimensione accettabile se riferita ad un massimo. Quanto rilevato finora lascia pensare, come atteso, che il ciclo possa durare più dei “canonici” 11 anni: ad esempio David Archibald sostiene, in base ad uno studio delle emissioni coronali, che il ciclo 24 possa durare addirittura il 40% in più dei soliti 11 anni, cioè ben 17 anni, insomma fino al 2025!

Per i dettagli, si veda l’articolo al link seguente http://wattsupwiththat.com/2013/03/05/how-long-to-the-2425-solar-minimum/

Intanto, la previsione NASA http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/ssn_predict_l.gif ci dice che il massimo starebbe per terminare. Dunque, se corretta, i primi chiari segnali di declino dovrebbero verificarsi nel corso del 2014.

Ma che cosa possiamo realmente aspettarci per il ciclo 25? Fino a qualche tempo fa, si riteneva che potesse essere un ciclo debolissimo, o addirittura assente, privo o quasi di macchie. Tuttavia, recenti rilevazioni del campo magnetico delle macchie sembrano mettere in dubbio questa ipotesi (fonte: http://www.leif.org/research/Livingston%20and%20Penn.png ):

Umbral

E’ ben visibile il progressivo declino del campo magnetico delle macchie (secondo grafico) e la corrispondente riduzione del contrasto (primo grafico) delle medesime rispetto al resto della superficie solare. Tale processo è in corso dagli anni ’90, ma sembra arrestarsi verso il 2012. Può significare che le macchie, pur riducendosi in numero e dimensione, non scompariranno nel prossimo futuro e quindi avremo una successione di cicli deboli, anziché un grande minimo simile al Maunder?

 

Sunspot number per emisfero e conclusioni

Questo ciclo 24 è sicuramente una grande occasione per il mondo scientifico in quanto ci offre la possibilità di studiare “in diretta” situazioni che fino ad ora avevamo potuto solamente immaginare o “ricostruire” attraverso simulazioni, dati proxy e modelli matematici: molto probabilmente, e non siamo solo noi a dirlo, ci troveremo ad affrontare un periodo (forse anche relativamente “lungo”) di attività solare molto più bassa rispetto a quella a cui, in qualche modo, eravamo abituati.

Che questo ciclo fosse lontano da quella presupposta “normalità” di cui abbiamo più volte parlato ne avevamo sentore già da prima che il profondo ultimo minimo solare terminasse. La progressione dell’autunno 2011 aveva dato una parvenza di “normalità”. Gennaio 2012 ed in particolare Febbraio hanno fatto segnare un crollo che ha confermato la debolezza del ciclo. I più recenti picchi isolati di Luglio 2012 e di Gennaio e Aprile/Maggio 2013, pur inaspettati, non hanno modificato il quadro complessivo. Dopo un periodo di stasi, infine, l’intensa attività verificatasi tra l’autunno 2013 e la scorsa primavera ha restituito una temporanea vitalità ad un ciclo che sembrava destinato ad un lungo inesorabile declino. L’emisfero Nord, ormai da un paio di anni, dopo la (prima!) inversione di polarità, sta mostrando come previsto un fisiologico calo (il massimo fu raggiunto a settembre 2011, con un SSN emisferico di 41,29). Invece l’emisfero Sud, dopo un periodo di sostanziale stabilità ha ripreso la sua rampa di ascesa verso un nuovo massimo relativo, “sorpassando” nettamente, per effetto degli ultimi mesi di maggiore attività, il livello di attività dell’emisfero nord: attualmente abbiamo un nuovo massimo provvisorio con un valore pari a 53,85, tendente ad aumentare ancora lievemente. Anche in questo caso però, stante l’inversione di polarità già avvenuta, ci si attende presto un declino di attività.

Ciclo 23 e 24

 Che cosa ci riserverà il ciclo nei prossimi mesi? Dopo il secondo massimo, in base al comportamento di tanti cicli precedenti, è ragionevole attendersi i primi chiari segnali di declino, pur intervallati da temporanei picchi post-massimo.

Vi lasciamo con un grafico che evidenzia l’andamento dell’attività solare in base al SSN: in blu la curva relativa al sole nel suo complesso, in rosso ed in verde lo stesso indice preso in considerazione rispettivamente per emisfero Nord e Sud. Si nota chiaramente il declino dell’emisfero Nord e la sostanziale prepotente crescita di quello Sud dopo la lunga stasi seguita all’ascesa iniziale.

SSN tot +N+S

 Restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti!

 Apuano 70 e FabioDue

Update 08 Agosto

E’ uscito il dato del polar field relativo al 21 luglio:

2014:07:21_21h:07m:13s     0N  -21S   10Avg   20nhz filt:   -5Nf  -16Sf    5Avgf

 

Sembra che l’emisfero sud stia tentando di uscire dalla situazione di stallo che lo vedeva bloccato da diversi mesi…. monitoriamo!

 

Rubrica meteo-climatica Luglio

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa la stagione corrente e quella successiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

aaaaaaaaaaaaa

La prima parte dell’Estate

La prima metà della stagione estiva è trascorsa in una continua alternanza tra sortite calde (ma non troppo) africane e brusche rinfrescate di origine atlantica o nord-atlantica. La calura ha interessato soprattutto il Centro-Sud. Le irruzioni instabili atlantiche, invece, hanno riguardato soprattutto il Nord, ma si sono talvolta spinte fino al Sud; in qualche caso si è trattato di vere e proprie interruzioni della stagione estiva: piogge e temporali, anche abbondanti e intensi, bruschi cali termici ci hanno fatto a tratti dubitare di trovarci in piena estate.

 

I prossimi giorni

Si è appena concluso l’ennesimo ingresso instabile, per non dire perturbato, di origine atlantica, che ha interessato pressoché tutta la nostra Penisola. Il tempo però non si rimetterà al bello in quanto un nuovo peggioramento si presenterà a breve e poi probabilmente ne subentrerà un altro all’inizio della prossima settimana.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di domenica 27 Luglio, relativa alla pressione al suolo ed in quota:

SLP

 

Nell’immagine si nota l’assenza di una figura dominante sull’Europa e sull’Italia: l’Anticiclone delle Azzorre è molto defilato in Atlantico e si spinge fin verso l’Islanda. Ciò favorisce l’ingresso di correnti africane (quando si forma una lacuna barica nei pressi della Spagna e del Portogallo), ma alternativamente anche di ingressi perturbati atlantici o addirittura artici. In sostanza, il quadro non depone a favore di una stabilità duratura sull’Italia.

Nel lungo termine (fine mese) non si intravvede alcun sostanziale cambiamento: l’Anticiclone delle Azzorre esiterà ancora a spingersi verso l’Italia.

 

Possibile evoluzione successiva (Agosto)

GFS ed il suo ensemble (GENS) lasciano intendere che Agosto possa iniziare all’insegna del caldo al Sud e forse al Centro, ma ancora dell’instabilità al Nord. Dunque con stabilità atmosferica e più caldo, ma solo su una parte della nostra Penisola. Anche ECMWF concorda ma ridimensionando il quadro termico. Sussistono però almeno due incognite. La prima è costituita da possibili reiterate infiltrazioni instabili atlantiche, al Nord ma non solo. La seconda è illustrata nel paragrafo finale della presente Rubrica, al quale si rimanda per i dettagli.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la sezione Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

 

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i valori del mese di Luglio, quelli più recenti disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori di Giugno.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (+0,932) +0,878
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (+1,80) +0,82
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,021) +0,085
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-2,81) -13,98
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+10,09) +4,96
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): non rilevato in estate

 

Commento indici

 1. L’ENSO dopo un anno e mezzo (autunno 2012-primavera 2014) di sostanziale neutralità, è tornato ad essere positivo. Le previsioni NOAA per i prossimi mesi confermano la persistenza del Nino, sia pure tra debole e moderato e solo nel comparto oceanico centrale (zone 3 e 3.4) Tuttavia permangono due incognite: la dispersione dei membri previsionali resta elevata e rende la previsione ancora incerta; inoltre, occorre verificare il comportamento dell’indice PDO nei prossimi mesi. Se tornerà in territorio negativo entro qualche mese, come è ragionevole attendersi, indebolirà il Nino.

Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

ST Subsurface

Nel corso della primavera, le consistenti anomalie positive presenti sotto la superficie oceanica sono gradualmente emerse, avviando l’attuale evento di Nino. Tuttavia, hanno di recente mostrato un netto indebolimento (ultima immagine). Inoltre, nelle ultime settimane, si sono sviluppate anomalie sottosuperficiali negative, pur di intensità ed estensione non rilevanti, che hanno preso il posto che fino a qualche mese fa era occupato da quelle positive. La situazione è in costante evoluzione, dunque occorrono conferme. Tuttavia, l’esame di queste anomalie suggerisce al momento un prossimo declino del Nino ed il probabile ritorno perlomeno a condizioni di sostanziale neutralità.

In tal senso, a differenza dei mesi precedenti, la rilevazione ora non conferma le previsioni NOAA citate in precedenza.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano attualmente la presenza del Nino, specie nel comparto oceanico orientale. Nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’alternanza tra anomalie di segno diverso, disposte a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

SST

L’Oceano Pacifico equatoriale è interessato da prevalenti anomalie positive, specie nel comparto orientale (Nino “east based”). A nord prevalgono le anomalie positive, specie nel comparto oceanico nord orientale (PDO positiva), sebbene un poco attenuate rispetto ai mesi precedenti. Invece a sud dell’Equatore perdurano vaste anomalie negative.

Nell’Oceano Atlantico, l’anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini, non accenna a scomparire. Per ora, per fortuna, non si è sviluppata alcuna consistente anomalia tra le coste portoghesi, spagnole e marocchine, tale da favorire una “lacuna barica” permanente in zona e ripetute forti ondate di calore verso l’Italia. Il Mediterraneo si riscalda e si raffredda, in concomitanza rispettivamente delle ondate di calore di stampo africano e delle “rotture” fresche atlantiche.

2. La PDO mostra da alcuni mesi un’escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta confermando più che mai il suo ruolo “regolatore” dell’ENSO: lo si è osservato nel caso del Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dell’autunno 2012 e lo si osserva attualmente con il Nino nascente. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO è tornata di recente positiva dopo un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 è tornata negativa a Giugno per la prima volta da Febbraio 2013. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio negativo compresa tra gli 11 ed i 19 mesi, dunque un ritorno in territorio positivo non prima della primavera 2015 e non dopo la fine del 2015.

5. La QBO50 dopo qualche mese di permanenza tra 9 e 10 a Luglio è bruscamente calata, segno che probabilmente è in fase di declino e presto tornerà in territorio negativo. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO50 assumerà nuovamente valori negativi tra l’estate e l’autunno, poiché la QBO30 è da poco tornata in territorio negativo. Quindi, la QBO50 sarà negativa durante il prossimo inverno. Pertanto, se il ciclo solare (già debole) confermerà i segni di declino verso il prossimo minimo già manifestatisi, tale accoppiata faciliterà irruzioni fredde sul nostro continente, a differenza di quanto accaduto durante lo scorso inverno.

aaaaaaaaaaaaaaa

Considerazioni finali di natura climatica

Alcune caratteristiche meteo-climatiche di questa estate sono simili a quelle del 2012:

  • come allora, è in corso un Nino “east based”, di intensità debole-moderata;
  • come allora, è presente una persistente anomalia negativa in Atlantico, a latitudini medie;
  • come allora, Luglio è spesso caldo per ondate di stampo africano, specie al Centro-Sud, ma a tratti instabile per sortite fresche atlantiche, specie al Nord.

Naturalmente la similitudine, dunque non uguaglianza, comporta anche qualche differenza:

  • il Nino nel 2012 era lievemente più intenso di quello attuale;
  • l’anomalia in Atlantico era più estesa e più vicina alle coste occidentali europee;
  • Luglio 2012 fu interessato da ondate di caldo più intense e durature, rispetto a quelle finora osservate a Luglio 2014, con minori occasioni per “rotture” fresche atlantiche; inoltre a tratti le ondate di caldo interessarono anche il Nord, sia pure brevemente.

Nel 2012 il Nino declinò rapidamente tra Agosto e Settembre, regalandoci una seconda parte dell’estate caratterizzata da ripetute ed intense ondate di caldo africano, in prevalenza al Sud ma a tratti anche al Centro-Nord. Tale condizione si protrasse fino ad ottobre e persino per buona parte di novembre, sebbene fisiologicamente attenuata a causa della ridotta radiazione solare. Solo all’inizio del mese di dicembre si affermarono le prime isoterme negative ad 850hpa e quindi le prime ondate di freddo di stampo autunnale.

L’ipotesi che si presenta qui è che, come allora, il Nino possa declinare ad Agosto e Settembre (ad esempio a causa del possibile calo del PDO), contribuendo a riprodurre condizioni meteo analoghe a quelle del 2012: sono numerosi i precedenti di ripetute e durature ondate di calore di origine africana al termine di un evento di Nino, il più noto è quello ormai famigerato dell’estate 2003.

Naturalmente, non è detto che tali condizioni si ripetano con la medesima modalità, né che interessino direttamente l’Italia ed i Balcani, come accadde nel 2012. Potrebbero invece presentarsi più ad ovest o ad est dell’Italia: potrebbero quindi investire più direttamente Spagna e Portogallo, oppure l’Europa ed il Mediterraneo Orientale. Anche quest’ultima variante si è già verificata, ad esempio in Russia durante la caldissima estate del 2010. A tale proposito, le analisi a lungo termine (soprattutto GFS, meno ECMWF) prospettano proprio una potente avvezione calda su gran parte dell’Europa Orientale e sulla Russia Europea, dall’inizio di agosto. Che sia il prologo di una lunga ondata di caldo?

Si ritiene comunque che quanto esposto sopra sia un’eventualità da considerare piuttosto seriamente.

FabioDue

Rubrica Sole Giugno 2014

Immagine copertina

Introduzione e riepilogo

Durante la sua progressione verso il massimo solare, il ciclo 24 ha da subito manifestato un’intensità notevolmente inferiore a quella che gli esperti avevano pronosticato al termine del ciclo 23: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ . Fino alla fine del mese di Settembre 2013, vista l’evoluzione degli ultimi due anni, dopo il picco dell’autunno 2011, sembrava in verità molto improbabile che questo ciclo potesse prendere un diverso andamento rispetto a quello fatto vedere fino a quel momento. In definitiva il Sole era in una fase di “stallo”. Pur con naturali oscillazioni in alto ed in basso dei vari indici di attività, nel periodo in questione il solar flux (il miglior indicatore dell’attività solare finora noto) non aveva mostrato in media alcun trend particolare, né crescente né decrescente. Lo si nota chiaramente dalla prima immagine successiva.

La fase di forte spinta appena trascorsa ha poi condotto il ciclo al suo secondo massimo che in realtà si è rivelato essere anche il nuovo massimo assoluto di questo ciclo 24, superiore a quello dell’autunno 2011. Le influenze planetarie hanno avuto un peso non indifferente nelle dinamiche di questa ripresa dell’attività solare, come a suo tempo debitamente descritto in un articolo del nostro Michele. Resta però da capire se tale fase, ormai in corso da Ottobre 2013 e pur in chiaro declino, possa considerarsi definitivamente archiviata.

In sintesi, il mese di Giugno appena trascorso, è stato caratterizzato dal quarto calo consecutivo dei valori di solar flux e sunspot number, rispetto ai massimi fatti registrare a Febbraio . Ribadiamo che si tratta comunque di valori bassi se paragonati ad uno qualsiasi dei massimi solari dei cicli compresi tra il 19 ed il 23, anche perché le macchie non sono state né particolarmente numerose, né molto estese ed attive

Questa fiammata dell’attività può essere sicuramente messa in relazione al secondo picco di attività pronosticato anche dalla NASA http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaks/.

Abbiamo raggiunto i 5 anni e mezzo (66 mesi) dal minimo del dicembre 2008 e dobbiamo comunque constatare che, fatti salvi brevi periodi di più intensa attività,

  • il solar flux ha raggiunto solo di recente e per pochi giorni quota 200, come valore di picco giornaliero ma non come media mensile; tale soglia fu ampiamente superata più volte dai cinque cicli precedenti, come valore giornaliero ma spesso anche in termini di media mensile;
  • anche il sunspot number risulta decisamente inferiore e analogo a quello dei cicli di fine Ottocento-inizio Novecento; ricordiamo però che i calcoli attuali sono molto rigorosi e tengono conto anche della macchia più piccola. Pertanto i valori del passato sono molto probabilmente sottostimati: perlomeno del 5% per i cicli di fine Ottocento/inizio Novecento, fino al 20% ed oltre in precedenza (ad esempio durante il Minimo di Dalton).

Il grafico seguente evidenzia come il ciclo sia stato sostanzialmente “piatto”, senza trend, fino a settembre 2013, per poi mostrare una netta accelerazione, fino al picco appena verificatosi. Risulta evidente anche il temporaneo superamento del “muro” dei 200:

Solen Info

Il sunspot number

Il nuovo massimo assoluto del ciclo 24 è 76,0 (dicembre 2013) ed ha ampiamente superato il primo massimo registrato a Febbraio 2012 e pari a 66,9. Tra i due massimi la progressione del SSN (Smoothed Sunspot Number, media mobile su 13 mesi; fonte SIDC) si è interrotta ed invertita. Il comportamento del ciclo 24, con due massimi di cui il secondo assoluto, finora assomiglia a qualcuno dei cicli tra fine ‘800 ed inizio ‘900, nonché al ciclo 5 del Minimo di Dalton, sebbene un po’ più intenso di quest’ultimo.

Anche per il NIA’s dicembre 2013 ha fatto segnare il nuovo massimo provvisorio di questo ciclo (42,73) procedendo di pari passo con i dati ufficiali del sunspot number SIDC. Restano da verificare ancora alcuni dati che al momento sono solo provvisori e pertanto vi potrebbe essere qualche leggera variazione nel conteggio. La curva della media “smoothed” di questo indice, con le dovute proporzioni, ricalca l’andamento di quello che per la Scienza ufficiale è e rimane l’unico conteggio valido, ovvero quello del SIDC.

Vediamo in dettaglio cosa ci ha riservato questo Giugno 2014:

Smoothed sunspot area

Questo grafico, basato sulle medie mensili delle aree del disco solare coperte da sunspot (in rosso la smoothed) è abbastanza eloquente: l’attuale ciclo 24 per ora riesce a stento a tenere il passo dei deboli cicli di fine ‘800 – primi ‘900.

In dettaglio, Giugno ha confermato il trend degli ultimi tre mesi che vedono l’attività in lieve flessione rispetto al picco di Febbraio. Di conseguenza, il valore del sunspot number è sceso ancora fino a quota 71 rispetto al 102,8 del massimo assoluto e al 75,2 del precedente mese di Maggio. Come evidenziato dal grafico sottostante, l’attuale decisa seconda impennata di attività certifica che ci troviamo nel massimo del ciclo, con tutta probabilità, in una fase molto avanzata se non addirittura terminale.

SN Nia e Sidc

Il valore del NIA’s di Ottobre (49,4), Novembre (42,8) 2013 e Giugno 2014 (35,5) sono provvisori/stimati ed al momento in attesa di validazione mentre sono già definitivi il dato di Dicembre 2013 (58,4), di Gennaio (51,6) Febbraio (che con 67,3 ha stabilito il massimo relativo provvisorio di questo indice), Marzo (50,1), Aprile (54,6) e Maggio 2014 (42,1).

Nel grafico è ben evidente il raggiungimento del primo e provvisorio massimo a primavera 2012, l’iniziale declino delle curve del SSN ed il seguente sostanziale stallo nonchè l’ultima nuova e più decisa tendenza al rialzo dell’indice in oggetto che stabilisce nuovi massimi assoluti.

 

Solar flux

Anche il Solar Flux ad Giugno ha fatto registrare un nuovo lieve calo rispetto a quello dei mesi immediatamente precedenti. Nel corso del mese il solar flux è tornato a scendere, per la prima volta da Settembre 2013, sotto la soglia di 100, evidenziando un primo potenziale segnale di cedimento. Tuttavia, nella parte centrale del mese l’attività si è fatta più intensa con un momentaneo picco oltre quota 170 (con un valore superiore a 200 in una singola rilevazione delle ore 23) mentre la fase iniziale e quella immediatamente precedente la fine del mese hanno visto valori di questo indice vicini o inferiori a quota 100.

Per quanto appena detto il solar flux mensile aggiustato ha fatto segnare un valore pari a 126,22, ovvero il più basso da 9 mesi a questa parte.

Il solar flux testimonia in modo eloquente le difficoltà che il ciclo 24 ha incontrato nella sua progressione. Dal grafico seguente risulta ancor più evidente la netta suddivisione dell’attività solare in due distinte fasi, spinta e riposo, la prima con valori relativamente elevati, la seconda con detti indici più vicini a valori da minimo che da massimo.

Confronto Solar Flux

In termini generali, il grafico conferma la peculiarità del ciclo 24, rispetto a quelli immediatamente precedenti: il ciclo 24 ha proceduto “a scatti”, tra loro ben intervallati. Le pause si sono manifestate dall’inizio del 2009 all’inizio del 2011, poi ancora dall’autunno del 2011 fino al settembre del 2013 (quando si è osservato addirittura un certo declino). Ora, dopo mesi di attività relativamente sostenuta, si osserva un evidente declino.

Più in dettaglio, nell’ultimo mese il valore medio del flusso “aggiustato” (ore 20) è stato pari a 126,22 (contro 132,95 di Maggio) mentre la “forbice” tra il valore minimo e quello massimo è rimasta compresa tra 95,3 (ore 23 del 23/06) e 206,9 (ore 23 del 12/06) mentre la media dell’ultima decade, dal 20 al 30 compresi, in concomitanza con la fine del periodo di attività meno intensa e seguente attuale forte risalita dei valori, è risultata pari a 109,46 (valori ore 20).

 

Altri diagrammi: butterfly e inversione magnetica

Il cosiddetto “butterfly diagram”, per quanto ancora incompleto nella rappresentazione del ciclo 24, è eloquente: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/bfly.gif

Butterfly Il ciclo 24 risulta paragonabile ai cicli più deboli, perlomeno dal 1880 in poi, in termini di numerosità delle macchie, in rapporto alla loro estensione (in sostanza la colorazione del grafico “a farfalla”). Risulta addirittura inferiore a tutti i cicli rappresentati, in termini di estensione delle macchie (grafico in basso).

Per quanto concerne lo stato di avanzamento dell’inversione dei poli solari, nel corso delle precedenti uscite della rubrica avevamo messo in guardia dal considerare ormai conclusa l’inversione dei poli magnetici: l’ultimo dato disponibile (1 Luglio) su http://wso.stanford.edu/Polar.html, ha ulteriormente confermato le evidenti difficoltà di questo ciclo a livello magnetico e mette in risalto un valore “filtrato” per l’Emisfero Nord pari a -5, in ulteriore progresso rispetto alle precedenti rilevazioni. Quindi ormai la contro-inversione è consolidata, meno di due anni dopo quella avvenuta a giugno 2012! Non ci sono precedenti storici documentati di un simile evento e pertanto dobbiamo mantenere la massima prudenza, evitando di emettere sentenze che potrebbero essere smentite a breve dal comportamento del Sole. L’Emisfero Sud, dopo il cambio di polarità avvenuto tra luglio ed agosto 2013 ed una prima decisa progressione, fa segnare un valore di -15, ovvero in graduale progressione dopo il cambio di polarità, anche se risulta praticamente in stallo dallo scorso mese di Marzo. Il comportamento dei due emisferi si ripercuote su quello della media filtrata, la cui crescita si inverte, dopo un anno di continua progressione: il valore medio, dopo essere salito fino a +8 (a cavallo tra Novembre e Dicembre 2013) è tornato a scendere e al momento fa segnare un +5.

Risulta al momento difficile dare un’interpretazione compiuta di quanto stia accadendo ai poli solari ed è ancora più difficile prevederne le conseguenze, sia per quanto concerne il ciclo in corso, sia in relazione al prossimo ciclo 25. E’ importante verificare se questo nuovo assetto monopolare durerà, oppure se si verificherà a breve una ulteriore inversione.

Può essere utile anche visionare il seguente grafico relativo all’andamento dall’inizio del ciclo 24 fino ad ora:

Mfield aggiornato ciclo 24

In dettaglio, l’andamento degli ultimi 42 mesi dove è più evidente lo stallo e la tendenza al calo dei valori dell’emisfero nord:

Aggiornamento WSO

Per una più immediata comprensione dello stato di avanzamento del fenomeno, si vedano inoltre i seguenti grafici, tratti dal sito di Leif Svalgaard: http://www.leif.org/research/WSO-Polar-Fields-since-2003.png,

WSO polar fields

 andamento dei due emisferi dal 2003 e http://www.leif.org/research/Solar-Polar-Fields-1966-now.png,

N - S polar fields

andamento complessivo dal 1966. Per ulteriori informazioni in merito, si veda anche l’articolo http://solar-b.nao.ac.jp/news/120419PressRelease/index_e.shtml.

Le ultime immagini “Stereo Behind” , contrariamente a quanto accade per la porzione visibile del sole, al momento mostrano un “treno” pressoché ininterrotto di regioni attive, distribuite in entrambi gli emisferi; le macchie attualmente visibili non sono vaste ed attive come nei mesi precedenti. Fino a pochi giorni fa si notavano comunque diverse macchie mediamente coalescenti e di una certa dimensione, se paragonate a quelle che le hanno precedute negli anni scorsi; mentre scriviamo il sole risulta essere praticamente spotless! Quanto rilevato finora lascia pensare, come atteso, che il ciclo possa durare più dei “canonici” 11 anni: ad esempio David Archibald sostiene, in base ad uno studio delle emissioni coronali, che il ciclo 24 possa durare addirittura il 40% in più dei soliti 11 anni, cioè ben 17 anni, insomma fino al 2025!

Per i dettagli, si veda l’articolo al link seguente http://wattsupwiththat.com/2013/03/05/how-long-to-the-2425-solar-minimum/

Intanto, la previsione NASA http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/ssn_predict_l.gif ci dice che il massimo starebbe per terminare. Dunque, se corretta, i primi chiari segnali di declino dovrebbero verificarsi nel corso del 2014. 

Sunspot number per emisfero e conclusioni

Questo ciclo 24 è sicuramente una grande occasione per il mondo scientifico in quanto ci offre la possibilità di studiare “in diretta” situazioni che fino ad ora avevamo potuto solamente immaginare o “ricostruire” attraverso simulazioni, dati proxy e modelli matematici: molto probabilmente, e non siamo solo noi a dirlo, ci troveremo ad affrontare un periodo (forse anche relativamente “lungo”) di attività solare molto più bassa rispetto a quella a cui, in qualche modo, eravamo abituati.

Che questo ciclo fosse lontano da quella presupposta “normalità” di cui abbiamo più volte parlato ne avevamo sentore già da prima che il profondo ultimo minimo solare terminasse. La progressione dell’autunno 2011 aveva dato una parvenza di “normalità”. Gennaio 2012 ed in particolare Febbraio hanno fatto segnare un crollo che ha confermato la debolezza del ciclo. I più recenti picchi isolati di Luglio 2012 e di Gennaio e Aprile/Maggio 2013, pur inaspettati, non hanno modificato il quadro complessivo. Dopo un periodo di stasi, infine, l’intensa attività verificatasi tra l’autunno 2013 e la scorsa primavera ha restituito una temporanea vitalità ad un ciclo che sembrava destinato ad un lungo inesorabile declino. L’emisfero Nord, ormai da un paio di anni, dopo la (prima!) inversione di polarità, sta mostrando come previsto un fisiologico calo (il massimo fu raggiunto a settembre 2011, con un SSN emisferico di 41,29). Invece l’emisfero Sud, dopo un periodo di sostanziale stabilità ha ripreso la sua rampa di ascesa verso un nuovo massimo relativo, “sorpassando” nettamente, per effetto degli ultimi mesi di maggiore attività, il livello di attività dell’emisfero nord: attualmente abbiamo un nuovo massimo provvisorio con un valore pari a 53,33, tendente ad aumentare ancora lievemente. Anche in questo caso però, stante l’inversione di polarità già avvenuta, ci si attende presto un declino di attività.

SC24 progres

Che cosa ci riserverà il ciclo nei prossimi mesi? Dopo il secondo massimo, in base al comportamento di tanti cicli precedenti, è ragionevole attendersi i primi chiari segnali di declino, pur intervallati da temporanei picchi post-massimo.

Vi lasciamo con un grafico che evidenzia l’andamento dell’attività solare in base al SSN: in blu la curva relativa al sole nel suo complesso, in rosso ed in verde lo stesso indice preso in considerazione rispettivamente per emisfero Nord e Sud. Si nota chiaramente il declino dell’emisfero Nord e la sostanziale prepotente crescita di quello Sud dopo la lunga stasi seguita all’ascesa iniziale.

SSN tot +N+S

Restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti!

 Apuano 70 e FabioDue