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La Fisica è a una svolta storica ma pochissimi se ne sono accorti

Sono ormai quotidiane le notizie su nuove prove scientifiche a favore dell’esistenza di un substrato causale e di un “mondo di retroscena” che sottende ai fenomeni quantistici.

Giorno per giorno appare sempre più chiaro che l’interpretazione “casuale” di tali fenomeni, ovvero l’interpretazione di Copenaghen, é superata dai fatti sperimentali.

La notizia più recente risale al 23 febbraio 2016, giorno in cui é apparso su “Scientific American” un articolo dal titolo “Risolto il paradosso delle traiettorie surreali dei fotoni“ relativo alla verifica sperimentale della correttezza dell’interpretazione Bohmiana della quantistica.

– Ma cosa cambia con questa scoperta?

Nell’interpretazione di Bohm, i fenomeni quantistici sono tutt’altro che casuali, esiste, infatti, una funzione reale e quindi non semplicemente probabilistica, che “guida” sempre e comunque le traiettorie delle particelle.

In altre parole si riporta in vita una visione deterministica della realtà fisica, seppure parzialmente diversa da quella nota nella fisica classica.

Onda pilota di BohmLe particelle finiscono per avere traiettorie ben definite e viene introdotta una cosiddetta “onda pilota” che traccia una sorta d’invisibile autostrada lungo cui viaggiano i fotoni e quindi l’energia che determina i cambiamenti di stato di ogni particella.

on si nega, quindi, l’essenza probabilistica delle funzioni della MQ, ma essa viene connessa unicamente all’impossibilità di conoscere le condizioni iniziali in cui si trova la particella senza violarne lo stato (principio d’indeterminazione di Heisenberg).

Esiste, quindi, una sorta di tessuto sottostante che definisce il modo in cui la particella agirà una volta “osservata” attraverso lo strumento di misura.

Onda pilota di Bohm disegnoSparisce, quindi, la casualità assoluta connessa al collasso della funzione d’onda ovvero all’evento della “Misura” che determina un passaggio con caratteristiche del casuali ed imprevedibili di una particella, dal mondo della meccanica dei quanti a quella classica.

Questo salto di qualità non rende, però,  ancora chiara la direzione che stanno prendendo i ricercatori e la convergenza tra diversi studi e ricerche, che ha subito una particolare accelerazione proprio tra la fine del 2014 ed il 2015.

Il “Mondo di retroscena” di Prigogine e di Bohm, stà avanzando a sempre maggiore velocità, prendendo la nitida forma della reintroduzione di un mezzo di “trasmissione” dell’informazione a effetto istantaneo (come quello previsto dalla “onda pilota” di Bohm) sparito all’inizio del secolo scorso: l’Etere.

La forma con cui questo “scomodo intruso” è ritornata è quella degli studi sui superfluidi e sulla sempre più probabile natura fluida, o meglio “superfluida” del vuoto.

Alcuni lavori che ho già segnalato già in passato anche su Altrogiornale, e che oggi sono ancora assai poco conosciuti e studiati, figureranno  tra pochi anni tra i “classici” della fisica come vere e proprie pietre miliari per uno storico e radicale cambio di paradigma.

Ve ne sono tanti e tutti assai recenti, ma tra questi mi piace citare, oggi, “Physical vacuum is a special superfluid medium” di Valeriy Sbitnevi, pubblicato il 13 maggio 2015 su “Selected Topics in Applications of Quantum Mechanics“.

Questo lavoro è intimamente collegato alla pubblicazione di “Scientific American” e all’esperimento che conferma la natura Bohmiana della quantistica.

In esso, infatti, Sbitnevi mostra come il modello “superfluidico” del vuoto, ed in particolare le equazioni di Navier-Stokes, che descrivono la dinamica macroscopica dei vortici e dei moti nel fluidi, siano una diversa forma matematica della interpretazione Bohmiana della MQ e della “onda pilota” .

In altre parole un Etere in forma di vuoto superfluido è, matematicamente, affine all’interpretazione di Bhom della equazione di Schroedinger.

Precisiamo ancora meglio il concetto perché non sfugga il salto di qualità che si stà compiendo.

Il Vuoto Superfluido e la interpretazione di Bhom coincidono e il “Mezzo” che consente di diffondere ovunque e istantaneamente l’informazione di correlazione che da vita ai fenomeni di entanglement quantistico.

I fenomeni della meccanica dei quanti sono, quindi, matematicamente ricavabili dalle equazioni che descrivono il modo vorticoso in un superfluido.

A questo rilevantissimo e naturale secondo passaggio si aggiunge il terzo ancora più rilevante sul quale mi sono soffermato sia nel nostro libro “La Fisica di Dio”, sia negli articoli divulgativi che ho pubblicato su Altrogiornale e che può essere compreso senza grande sforzo, sfogliando gli articoli relativi alle ricerche sperimentali sui superfluidi.

Alcuni lavori, sempre recenti, infatti propongono l’uso di un modello noto con nome di “Vetri di Spin”, e quindi del modello di Ising, ovvero di una estensione del modello neurale di John Hopfield, per modellare sostanze in stato superluifo come l’Elio 3.

In particolare i Vetri di Spin e, di conseguenza un modello affine alle reti neurali di Hopfield, è adoperabile per descrivere matematicamente bene le dinamiche e i vortici in una sostanza superfluida.

Non ci vuole molto a comprendere che questi studi portano a ritenere che il passo tra una descrizione “NEURALE” dell’Elio 3 e quella NEURALE DEL VUOTO superfluido è brevissimo. In altre parole, il salto che attendevamo per riportare al centro un modello deterministico (seppure nei termini indicati da Bohm) connesso alla natura neurale del vuoto è alle porte.

– Ma torniamo al modello proposto da Bohm

Esso è intrinsecamente olografico, ovvero prevede che l’informazione sia distribuita in modo uniforme ovunque, in tal modo consente la “Istantaneità” della propagazione delle correlazioni attraverso una “onda pilota” e, con essa, l’istantaneità dei fenomeni di entanglement.

Karl Pribram, con le sue sperimentazioni sulla retina dei gatti, ha mostrato in laboratorio quanto era già stato reso noto dalla matematica delle reti neurali: il cervello opera in modo intrinsecamente olografico. A questo punto il cerchio si chiude.

Il modello olografico che Bohm cercava e che non era riuscito a trovare, è quello neurale di Hopfield, o se si vuole é il modello di Ising che descrive le dinamiche del vuoto superfluido.

Le conseguenze della scoperta che il vuoto e i meccanismi della gravità quantistica operano con le stesse leggi ed equazioni che governano il nostro cervello, appaiono straordinarie e fantascientifiche anche a una mente profana.

Nei prossimi anni, quindi, è assai probabile, se questi studi troveranno conferme, che la natura “Non casuale” ma finalistica dell’Universo produrrà una vera e propria rivoluzione della scienza che riguarderà  tutti i settori dello scibile.

Consentitemi, in chiusura, una triste profezia: alcuni italiani figureranno tra i primi nomi in queste scoperte, ma tutti proverranno da contesti di ricerca che operano fuori dal nostro paese e non per mancanza di finanziamenti, ma per una tendenza tutta italiana a privilegiare ed esaltare il peggio e la mediocrità in tutti i settori, allontanando innovazione, capacità e inventiva.


Sabato Scala

Sabato Scala, ingegnere elettronico e ricercatore indipendente, ha elaborato e sperimentato nuove teorie e modelli matematici nei campi della Fisica dell’Elettromagnetismo, delle Teorie dell’Unificazione, dei modelli di simulazione neurale.

In quest’ultimo ambito ha condotto ricerche e proposto una personale teoria dei processi cognitivi e immaginativi suggerendo, sulla base della teoria di Fisico tedesco Burkhard Heim e del paradigma olografico, la possibilità di adozione del suo nuovo modello neurale per la rappresentazione di qualunque processo fisico classico o quantistico.

Negli ultimi anni, ha approfondito il fenomeno della coscienza (individuale e collettiva) e il relativo legame con la meccanica quantistica riprendendo il lavoro pionieristico di Carl Gustav Jung e Wolfgang Pauli sulla base dei nuovi modelli da lui proposti, giungendo alla elaborazione di una vera e propria scienza del simbolo e degli archetipi collettivi.

Ha, altresì, compiuto ricerche innovative nell’ambito storico-umanistico, interessandosi ai movimenti iniziatici del cristianesimo primitivo. Ha all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche e a carattere divulgativo e svolge un’intensa attività di conferenziere in Italia e all’estero. Autore del libro “La Fisica di Dio e del “Manuale Scientifico per l’Interpretazione dei Sogni e dei Simboli” per Uno Editori di Torino.


Bibliografia essenziale: 6 passi per arrivare al vuoto neurale

  1. Conferme sperimentali sulla natura casuale della Meccanica dei Quanti e convalida della interpretazione di Bohm contro quella di Copenagen:
    Risolto il paradosso delle traiettorie surreali dei fotoni” – Le Scienze, 22 febbraio 2016
  2. Il vuoto come superfluido:
    Astrophysical constraints on Planck scale dissipative phenomena” Stefano Liberati1 and Luca Maccione – PHYSICAL REVIEW LETTERS,  aprile 2014
  3. Il vuoto come superfluido: dalla fluidodinamica (Navier –Stokes) alle equazioni della Meccanica dei Quanti (Shroedinger):
    Physical Vacuum is a Special Superfluid Medium”, “Selected Topics in Applications of Quantum Mechanics“, book edited by Mohammad Reza Pahlavani, ISBN 978-953-51-2126-8, Published: May 13, 2015 under CC BY 3.0 license. © The Author(s).
  4. Applicazione del modellio di Ising al vuoto superfluido: Il modello di Ising per la descrizione della dinamcia dei superlfuidi :
    Dynamics of a Quantum Phase Transition: Exact Solution of the Quantum Ising Model”,  Jacek Dziarmaga – PHYSICAL REVIEW LETTERS,  dicembre 2015 ;
  5. Il modello neurale di Hopfield dal modello di Ising come isomorfismo:
    Neural Networks – A Systematic Introduction”, CAP 13 – Springer-Verlag, Berlin, New-York, 1996
  6. Il modello neurale di Hopfield appplicato al vuoto :
    Quantum Gravity as a Network Self-Organization of a Discrete 4D Universe” Carlo A. Trugenberger – PHYSICAL REVIEW LETTERS gennaio 2015

Fonte : http://www.altrogiornale.org/la-fisica-e-a-una-svolta-storica-ma-pochissimi-se-ne-sono-accorti/

Ricreare il Sole in laboratorio per salvare l’ambiente. In Italia sarà costruito il reattore europeo per studiare la fusione nucleare

Il Sole come le altre stelle si alimenta attraverso un processo di fusione nucleare

CREARE UNA STELLA in laboratorio è la nuova scommessa dell’Uomo. Sembra uno scherzo, ma la scienza sta cercando davvero di riprodurre il meccanismo con il quale il nostro Sole si alimenta per restare acceso. Si chiama fusione nucleare ed è l’energia pulita del futuro. A differenza della fissione nucleare utilizzata nelle attuali centrali atomiche, non emette radiazioni nocive ma tantissima energia. Praticamente inesauribile.

Nell’ambito della ricerca di frontiera sulla fusione l’Italia è tra i principali protagonisti. E fa un importante passo in avanti nel diventare uno dei centri mondiali di riferimento. Il DTT, Divertor Tokamak Test facility, il grande laboratorio europeo da 500 milioni di euro pensato per lo studio e test per la produzione di questa energia pulita è prossimo all’inizio della sua costruzione. Dopo l’impegno del Governo ad assumere iniziative per la realizzazione del reattore sul nostro territorio, infatti, anche l’EUROfusion, consorzio europeo che gestisce e finanzia ogni attività di ricerca nel campo della fusione, ha dato il via alla fase finale di finanziamento.

Ricreare il Sole in laboratorio salverà l’ambiente. In Italia sarà costruito il Divertor Tokamak Test, reattore di fusione nucleare (Foto: ENEA)

«Si tratta della conferma dell’impegno di Parlamento e Governo nella direzione di favorire la localizzazione nel nostro Paese di infrastrutture di ricerca di frontiera che possono avere grandi ricadute sul tessuto imprenditoriale e per il consolidamento di filiere produttive di eccellenza», ha sottolineato Federico Testa, Presidente dell’ENEA. «Con un investimento di 500 milioni provenienti principalmente da fondi comunitari ed internazionali sarà possibile dare vita ad un polo scientifico-tecnologico di eccellenza con circa 2mila addetti che svilupperà tecnologie innovative per la competitività dell’industria nazionale, con ricadute scientifiche, economiche e per la formazione e l’impiego dei giovani», ha concluso Testa.

Il DTT è un cilindro alto 10 metri con raggio 5 in cui verranno confinati 33 m3 di plasma, una “melassa” di atomi fusi come quella presente nelle stelle, e portati alla temperatura di 100 milioni di gradi tramite il riscaldamento indotto dall’effetto joule di un’intensità di corrente di 6 milioni di Ampere. Grazie ai materiali superconduttori di ultima generazione realizzati dall’ENEA in collaborazione con l’industria, DTT sarà in grado di lavorare con un alto campo magnetico. Servirà a confinare il plasma tenendolo sospeso, quindi non a contatto diretto, così da evitare la fusione degli stessi materiali che lo contengono.

Questo grande laboratorio scientifico italiano servirà proprio ad affrontare questo grande problema: fornire le risposte scientifiche più importanti sui materiali da utilizzare per gestire questi plasmi ad alta energia. Su tutti saranno testati brevetti ENEA su configurazioni magnetiche innovative e nuovi materiali come i metalli liquidi.

Il Divertor Tokamak Test facility nasce su impulso dell’ENEA in collaborazione con CNR, INFN, CREATE (Consorzio di Ricerca per l’Energia, l’Automazione e le Tecnologie dell’Elettromagnetismo) e alcune tra le più prestigiose università e aziende italiane leader nel settore. «L’ENEA ha sempre ricoperto un ruolo d’eccellenza nella ricerca sulla fusione e con DTT l’Italia potrebbe mettere a frutto le competenze e le professionalità accumulate in anni di studi», ha commentato Aldo Pizzuto, responsabile Dipartimento Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare. «Si tratta di un’occasione unica anche per l’ambiente» conclude Pizzuto «perché l’energia ottenuta dal processo di fusione è sicura, inesauribile e in grado di soddisfare consumi energetici in costante crescita, e libera da CO2 perché non brucia combustibili fossili».

Differenza tra fusione e fissione nucleare

Nelle centrali nucleari moderne l’energia viene prodotta spezzando un atomo. Per esempio, un nucleo di Uranio 235 viene colpito da un neutrone generando due nuclei di grandezza media, liberando energia. I due o tre neutroni che si liberano innescando a loro volta una reazione a catena. Nella fusione, invece, il principio per creare energia si basa sull’avvicinamento di due atomi fino alla loro fusione. Per esempio, i nuclei di due elementi leggeri come il Deuterio e il Trizio vengono avvicinati e fusi tra loro per dare Elio più un neutrone, liberando moltissima energia.

Fonte : http://www.renatosartini.it/2017/04/21/ricreare-il-sole-in-laboratorio-per-salvare-l-ambiente-in-italia-sara-costruito-il-reattore-europeo-per-studiare-la-fusione-nucleare/

Göbekli Tepe mostrerebbe la cometa che ha colpito la Terra 13mila anni fa

Antiche sculture incise sulla pietra del sito archeologico di Göbekli Tepe, in Turchia, confermerebbero il modo in cui una cometa ha colpito la Terra verso il 10950 a.C., circa 13mila anni fa. L’evento avrebbe provocato la scomparsa di specie animali giganti (mammouth) e provocato lo sviluppo di nuove civiltà. E’ quanto afferma un team di esperti dell’università di Edimburgo, dopo l’analisi dei simboli scolpiti su colonne in pietra di Göbekli Tepe allo scopo di sapere se fossero legati alle costellazioni. La ricerca è stata pubblicata nella rivista Mediterranean Archaeology and Archaeometry. Le incisioni suggeriscono che frammenti di una cometa hanno colpito la Terra poco prima dell’inizio di una mini era glaciale, determinando un cambiamento nel corso della storia. Da decenni gli scienziati speculano sulla possibilità che una cometa potrebbe aver causato il crollo repentino della temperatura nel periodo noto con il nome di Dryas III. Ma di recente la teoria sembrava essere stata smentita da una nuova datazione dei crateri di meteoriti in America del nord.

Poi però, quando gli scienziati hanno studiato le incisioni di animali su una colonna – conosciuta come la Pietra dell’avvoltoio – hanno notato che si trattava di simboli astronomici che rappresentavano le costellazioni e la cometa. Usando un software per mostrare dove le costellazioni sarebbero apparse al di sopra della Turchia migliaia di anni fa, gli scienziati hanno potuto stabilire l’arrivo di una cometa verso l’anno 10950 a.C., nel periodo dell’inizio del Dryas III, secondo i dati del carotaggio nel ghiaccio della Groenlandia. Questo Dryas è considerato un periodo cruciale per l’umanità, perchè approssimativamente coincide con l’apparire dell’agricoltura e delle prime civiltà neolitiche.

Prima dell’impatto, vaste distese di cereali avevano permesso ai cacciatori nomadi del Medio Oriente di stabilire campi in base permanente, ma le condizioni climatiche difficili a seguito dell’impatto avevano obbligato le comunità a riunirsi e trovare nuovi modi di mantenere le coltivazioni. In questo modo era iniziata l’agricoltura, a cui aveva fatto seguito l’apparire dei primi grandi nuclei di abitazioni. Göbekli Tepe è considerato il più antico sito archeologico costituito da templi scoperto sinora. Risale a circa l’anno 9000 a.C. Gli scavi archeologici non hanno ancora portato alla luce gli strati più profondi del luogo, che potrebbero rivelare una datazione ancora più antica. I ricercatori pensano che le incisioni siano state eseguite per testimoniare l’impatto della cometa e che un’altra scultura, che mostra un uomo senza testa, possa indicare una catastrofe umana con molte vittime. Il simbolismo sulle colonne indica anche che cambiamenti a lungo termine dell’asse di rotazione della Terra sono stati registrati a quel tempo, usando una precoce forma di scrittura e che Göbekli Tepe fosse un osservatorio astronomico. Gli scienziati non credono che Göbekli Tepe sia il primo esempio di osservatorio astronomico. Numerose pitture rupestri risalenti al Paleolitico e manufatti con simboli animali simili e altri simboli ripetuti, suggeriscono che l’astronomia potrebbe essere molto più antica.

Fonte : http://www.ticinolive.ch/2017/04/26/gobekli-tepe-mostrerebbe-la-cometa-colpito-la-terra-13mila-anni/

È una “pietra-calendario” L’eccezionale scoperta a Gela

Megalite forato all’età del Bronzo, usato come orologio solare.

La pietra-calendario di Gela.

GELA – L’ultima scoperta eccezionale da annunciare al mondo arriva da Gela. Rinvenuta infatti una “Stonehenge”, la cosiddetta “Pietra calendario”, a due chilometri dagli insediamenti del terzo millennio avanti Cristo di “Ponte Olivo” e a 5 chilometri dalla necropoli preistorica di Dessueri (IV-I millennio a.C.), quest’ultima la seconda di tutto il Sud Italia. Ad intuire l’importanza del sito è stato Alberto Scuderi, direttore regionale dei Gruppi Archeologici d’Italia, noto studioso di archeo-astronomia che ha condotto un esperimento sul megalite forato dagli uomini nel periodo preistorico (probabilmente VI-III millennio a.C.), quando esso veniva utilizzato come calendario per misurare le stagioni e i solstizi, avendo come riferimento i movimenti del sistema astrale. L’esperimento è stato effettuato con l’ausilio di bussola, macchine fotografiche, di una videocamera installata su un “drone”. Il successo è totale.

Il gruppo di archeologi alla pietra-calendario

“Alle ore 7.32 – si legge nel racconto di Scuderi – il sole illumina in modo perfetto la “pietra forata” e mentre “il drone si avvicina mantenendo il più possibile l’asse a 113°” viene filmato quel fascio di luce che attraversa il foro e si proietta sul terreno. “Ciò che riusciamo a registrare da terra è sorprendente – scrivono gli scopritori – l’esperimento è riuscito!” Anche le immagini aeree sono eccezionali. Sono stati informati scienziati e studiosi che confermano si tratta di “Pietra Calendario”.

Autori dell’eccezionale ritrovamento, verificato durante lo scorso solstizio d’inverno, sono l’archeologo Giuseppe La Spina, con Michele Curto, Mario Bracciaventi e il supporto tecnico di Vincenzo Madonia, amici impegnati nel mondo del volontariato della città di Gela e appassionati di archeologia. La scoperta vera e propria è stata fatta durante il sopralluogo ai “bunker anti-scheggia” (le cosiddette “casematte” del secondo conflitto mondiale) per realizzare dei percorsi di studio da proporre alle scuole del territorio.

Fonte : http://livesicilia.it/2017/01/04/e-una-pietra-calendario-leccezionale-scoperta-a-gela_814519/

Le malattie a cui sei più esposto in base al tuo mese di nascita: la mappatura degli scienziati del Columbia University Medical Center

Dimmi quando sei nato ti dirò di cosa ti ammalerai. L’astrologia non è una scienza affidabile, ma secondo uno studio pubblicato su Jama, la bibbia della ricertori Usa, potrebbero esserci valide ragioni e fondamenti scientifici per prestare maggiore attenzione al mese in cui si è nati se si vuole conoscere il rischio d’esposizione a decine di malattie. “Ogni volta che presento il nostro lavoro, devo tener conto del tempo che il mio pubblico spende nelle risate”, dice Nicholas Tatonetti, uno degli scienziati del team della Columbia University Medical Center.

Di certo una pratica non comune per un serio ricercatore universitario, ma Tatonetti studia qualcosa di sconosciuto a quelli più abituati alle complessità delle spiegazioni biologiche e molecolari. “Io studio la gente in base al mese di nascita per vedere se cambia rischio di sviluppare la malattia nel corso della loro vita”, dice. E nel suo ultimo rapporto, pubblicato sul Journal of American Medical Informatics Association, questi risultati fanno aprire gli occhi.

Se si scava nel vasto database di pazienti visitati presso la Columbia Medical Center nel corso di 14 anni, a partire dal 2000, Tatonetti e il suo team hanno dato un primo sguardo alla connessione fra la malattia e il mese di nascita. Alcuni studi precedenti hanno esaminato la potenziale connessione, ma queste indagine si incentra sulla condizioni individuali quali asma e salute del cervello.

Gli studiosi hanno incrociato 1.688 malattie e le date di nascita e le anamnesi di 1,7 milioni di pazienti trattati al Presbyterian Hospital di NewYork-tra il 1985 e il 2013. Stando ai risultati della ricerca 55 malattie sono direttamente correlate al mese di nascita. La ricerca ha inoltre confermato 39 collegamenti precedentemente riportati nella letteratura medica e ha scoperto 16 nuove associazioni, tra cui nove tipi di malattie cardiache, la principale causa di morte negli Stati Uniti.

“Non solo era sorprendente che nessuno avesse ancora studiato la relazione tra le malattie cardiache e il mese di nascita, ma abbiamo trovato non solo una associazione, ma diverse con lo stesso trend di aumento del rischio di malattie cardiache per i nati nel tardo inverno e all’inizio della primavera, “afferma Tatonetti. “Questo è indicativo di una relazione meccanicistica, anche se non sappiamo ancora di cosa si tratta”.

Studi precedenti, per esempio, avevano collegato la nascita in tarda estate o in autunno con asma o problemi respiratori, dal momento che le madri in gravidanza durante l’inverno sono più a rischio di prendere l’influenza o altre infezioni respiratorie. Il gruppo di Tatonetti sta collaborando con altre 40 istituzioni di tutto il mondo per standardizzare le cartelle cliniche elettroniche dei pazienti in modo che i dati anonimi possano essere studiati. La banca dati conterrà i dati ambientali, dal momento che è ben noto che l’esposizione ambientale – a cose come l’inquinamento, il fumo passivo e molto altro – possono influenzare le mamme in attesa e lo sviluppo dei feti.

Lo scienziato preferisce dire che si tratta di uno studio sulla stagionalità, piuttosto che parlare di relazione con il mese di nascita: “L’astrologia non ha prove scientifiche a sostegno delle sue tesi”, dice Tatonetti. “Ma la stagionalità ha influenza sui fattori ambientali variabili presenti al momento della vostra nascita, e stiamo imparando di più sul grande ruolo che l’ambiente, e le interazioni gene-ambiente, giocano nel nostro sviluppo. Questo potrebbe essere un modo per iniziare una mappatura degli effetti gene-ambiente. ”

Provate voi stessi utilizzando la ruota qui sotto

Ecco una sintesi delle cose più importanti:

  1. Nel complesso, i più sani nascono a maggio, i più a rischio a ottobre .
  2. Il rischio di asma è più alto per i nati in luglio e ottobre.
  3. I bambini nati a novembre sono più alto rischio di sviluppare l’ADHD, disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività.
  4. I bambini nati marzo corrono il più alto rischio di problemi cardiaci tra cui la fibrillazione atriale, insufficienza cardiaca e disturbo della valvola mitrale
  5. I bambini nati durante l’inverno vanno incontro ad avere più problemi neurologici.

 

Fonte : http://www.huffingtonpost.it/2015/06/09/malattie-mese-di-nascita_n_7543312.html