Archivi categoria: Visioni geocentriche e eliocentriche

Forse la Terra non é piatta……

A Palermo si é tenuto un convegno dei terrapiattisti. Inutile dire o scrivere qui chi sono i terrapiattisti perché il concetto della Terra piatta persiste da secoli.

Ancora oggi, un numero di individui continua a credere che la forma della Terra sia un piano o un disco. Se sei ancora titubante riguardo a questo problema, puoi mettere i tuoi dubbi a riposo con alcuni semplici test, come delineato da Ian Whittaker, docente presso la Nottingham Trent University . Non preoccuparti, non è necessario essere uno scienziato missilistico – o costruire il tuo razzo – per fare nessuna di queste prove.

Un semplice esperimento ti farà semplicemente guardare i cieli; in particolare, i cieli notturni degli emisferi nord e sud. “La vista è completamente diversa perché la Terra sotto di te sta puntando in una direzione diversa. Se la Terra fosse piatta, la vista dovrebbe essere la stessa “, ha elaborato Whittaker. È possibile semplificare ulteriormente notando le differenze tra notte e giorno in un paese.

Mentre i tuoi occhi puntano verso il cielo, potresti anche osservare i pianeti. Guardarli per diversi giorni ti diranno che sono sferici. Molto probabilmente il nostro pianeta avrà la stessa forma.

Puoi anche determinare la forma della Terra attaccando una telecamera a un pallone ad alta quota e lasciandola salire. “Il filmato mostrerà che da un punto di vista abbastanza alto è possibile vedere la curvatura della Terra”, ha detto Whittake, prima di aggiungere: “In definitiva, discutere su internet non è la migliore strada da seguire per qualsiasi sforzo scientifico. Dobbiamo fornire i mezzi per testare queste teorie e capire i risultati che ottengono. “

L’esperimento del livello di Bedford

Nel suo articolo, Whittaker toccò brevemente l’esperimento del Bedford Level, una serie di esperimenti condotti lungo il tratto di sei miglia del fiume Old Bedford, nel Norfolk, in Inghilterra. Il primo e più noto esperimento fu eseguito nel 1838 da Samuel Birley Rowbotham , inventore inglese e sostenitore della terra piatta.

Come parte dell’esperimento, Rowbotham entrò nel mezzo di un fiume e osservò una barca che si allontanava da lui attraverso la lente di un telescopio. Una Terra ricurva avrebbe mostrato che la sommità dell’albero della barca scompariva dalla sua vista e più si spingeva lungo il fiume. Ma secondo Rowbotham, non ha osservato alcun fenomeno del genere.

Il Bedford Level Experiment fu smentito nel 1870 dal naturalista inglese Alfred Russel Wallace quando fece una scommessa con John Hampden, un sostenitore del lavoro di Rowbotham. Wallace ha ricreato l’esperimento ma ha aggiunto un ulteriore passaggio: questa volta ha impostato una linea di vista a 13 piedi sopra l’acqua. Facendo questo, Wallace ridimensiona gli effetti della rifrazione atmosferica, che può distorcere la vista di una persona e indurli a vedere il mondo piatto.

Alla fine, Wallace vinse. Hampden, tuttavia, sosteneva che Wallace avesse ingannato. Ciò ha portato i due uomini a sbattere le teste in una battaglia pubblica che era a dir poco malvagia.

Comunque chi vuole continuare a credere alla Terra piatta faccia come vuole… basta che non voglia fare una guerra contro coloro che credono alla terra sferica…. Oggi con gli estremismi nulla é piú certo.

Sand-Rio

Sotto l’influenza delle maree

Uno studio condotto dalla Helmholtz-Zentrum Dresden-Rossendorf di Dresda mette in relazione le forze delle maree di Terra, Venere e Giove con l’attività del Sole

Un recente studio condotto dall’ Helmholtz-Zentrum Dresden-Rossendorf (HZDR) di Dresda e pubblicato su Solar Physics suggerisce una teoria secondo cui le forze di mareali di Venere, Terra e Giove avrebbero un’influenza diretta sull’attività del Sole. L’attività della nostra stella è determinata dal suo campo magnetico ed esso a sua volta è generato da due effetti combinati noti come alfa e omega. ‘Si tratta di una dinamo proprio come per la Terra – commenta Frank Stefani, autore dello studio – attraverso l’autoeccitazione il campo magnetico viene creato praticamente dal nulla e il complesso movimento del plasma conduttivo funge da fonte di energia’. La cosiddetta dinamo alfa-omega del Sole è soggetta a un ciclo regolare. All’incirca ogni 11 anni, la polarità del campo magnetico della stella è invertita con il picco dell’attività solare alla stessa frequenza. In questo particolare momento si manifesta  un aumento delle macchie sulla superficie, provenienti da campi magnetici fortemente concentrati.

Il team di ricercatori tedeschi ha notato che proprio in quest’arco temporale Venere, Terra e Giove sono allineati. Sebbene il fenomeno fosse già noto, gli scienziati non hanno mai trovato un  meccanismo fisico plausibile che dovrebbe portare le deboli maree dei tre pianeti ad influenzare la dinamo solare. Dai calcoli effettuati si nota che l’effetto alfa è soggetto a oscillazioni a determinate condizioni e questi movimenti hanno bisogno solo di una minima fonte di energia e le maree planetarie potrebbero dare il via al fenomeno. La cosiddetta instabilità di Raleigh-Taylor – un fenomeno fisico che descrive la complessa ramificazione di un fluido in filamenti sempre più sottili mentre attraversa un fluido meno denso – gioca un ruolo cruciale per la risonanza della dinamo solare. Quest’ultima si basa sull’interazione dei due citati meccanismi di induzione alfa e omega. L’effetto omega è  originato nel tachocline, la zona di transizione tra la fascia radiativa e quella convettiva.  La rotazione differenziale che converge in quest’area genera il cosiddetto campo magnetico toroidale che si concentra nella parte inferiore della zona convettiva. C’è una considerevole mancanza di chiarezza invece, riguardo la posizione e la causa dell’effetto alfa: secondo una teoria prevalente l’origine dell’effetto sarebbe da identificarsi in prossimità delle macchie solari sulla superficie della stella. I ricercatori di Dresda hanno scelto un approccio alternativo che collega l’effetto alfa almeno in parte all’instabilità di Taylor. A sua volta quest’ultimo è causa dell’incremento di campi toroidali dal tachocline, dove è possibile individuare l’effetto alfa. ‘I nostri calcoli mostrano che le forze di marea planetarie agiscono da apripista – conclude Stefani – le oscillazioni nell’effetto alfa che si attivano ogni 11 anni potrebbero causare l’inversione di polarità del campo magnetico solare e in ultima analisi dettare i 22 anni del ciclo della dinamo del Sole’.

Fonte : http://www.asi.it/it/news/sotto-linfluenza-delle-maree

L’origine dell’astronomia nei cerchi di pietre

Il fatto che i cerchi di pietre, immense strutture risalenti a migliaia di anni fa, fossero stati costruiti in seguito a valutazioni di carattere astronomico era un forte sospetto da tempo. Una ricerca condotta sfruttando metodologie statistiche e software innovativi dimostra ora per la prima volta questa connessione, facendo risalire la posa dei primi monoliti in Gran Bretagna al 3000 a.C.

Un tempo l’astronomia veniva intesa come l’osservazione e lo studio a occhio nudo degli oggetti celesti e dei loro movimenti nel cielo. Questa scienza ha svolto in passato un ruolo fondamentale nel posizionamento delle grandi opere monolitiche come quelle presenti in Gran Bretagna. Una ricerca condotta da studiosi dell’Università di Adelaide ha provato, per la prima volta in maniera statisticamente significativa, che i grandi cerchi di pietre sono stati costruiti migliaia di anni fa in maniera da risultare allineati ai movimenti del Sole e della Luna.

Il grande cerchio di pietre Stenness sull’isola di Orkney si trova in un paesaggio caratterizzato da un panorama “inverso”. Il progetto dei ricercatori dell’Università di Adelaide ha esaminato gli allineamenti che partono dal centro e passano lungo le pietre disposte lungo il cerchio e lungo i fori. Crediti: Douglas Scott

La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Archaeological Science: Report e riporta i dettagli dei test in due e tre dimensioni che ricostruiscono i modelli di allineamento delle pietre. «Nessuno fino a ora aveva mai determinato con studi statistici che un singolo cerchio di pietre fosse stato costruito a scopi astronomici, erano tutte supposizioni», spiega Gail Higginbottom, responsabile del progetto e prima autrice dell’articolo.

Grazie allo studio ora sappiamo che attorno al 3000 a.C., in Scozia, c’è stato un cambiamento significativo nel modo in cui le persone celebravano le loro conoscenze cosmologiche, poiché sono iniziate ad apparire strutture circolari formate da enormi pietre monolitiche, che hanno continuato a essere erette per circa duemila anni, fino alla fine dell’età del bronzo. Nel corso degli ultimi decenni sono stati identificati in modo empirico una serie di schemi riconducibili a obiettivi astronomici, inoltre sono state identificate due differenti tipologie di orientamento rispetto al paesaggio circostante. Tuttavia, quando e dove queste costruzioni fossero state associate per la prima volta a strutture di pietre erette non era chiaro.

I ricercatori dell’Università di Adelaide hanno sfruttato metodologie statistiche e software innovativi con i quali hanno studiato le condizioni di osservabilità del Sole e della Luna nei siti più antichi e monumentali della Scozia occidentale. In particolare hanno introdotto un nuovo test statistico che consente di determinare in maniera quantitativa le connessioni astronomiche con i cerchi di pietre.

Veduta aerea di Callanish. Il cerchio di pietre ha un diametro di 13 metri, e mostra un lungo viale in direzione nord-sud (il sud è dove si trova il cerchio). La conformazione a croce permette di individuare anche gli altri punti cardinali. Crediti: RCAHMS (Aerial Photography Collection)

Esaminando alcuni tra i più antichi cerchi di pietre costruiti in Scozia (Callanish sull’Isola di Lewis, e Stenness sull’Isola di Orkney, entrambi più vecchi di Stonehenge di circa 500 anni), i ricercatori hanno riscontrato una grande concentrazione di allineamenti in direzione del Sole e della Luna in diversi momenti dei loro cicli. A distanza di duemila anni, in Scozia, venivano costruiti monumenti molto più semplici che presentavano almeno uno degli allineamenti trovati nei grandi cerchi. Questo suggerisce che ci sia una certa continuità nello schema cosmologico adottato, nonostante i numerosi e sostanziali cambiamenti sociali che si sono verificati tra il tardo neolitico e l’età del bronzo.

Le pietre, però, non sono collegate soltanto ai movimenti del Sole e della Luna in cielo. Nel corso dello studio, i ricercatori hanno scoperto una complessa relazione tra l’allineamento delle pietre e il movimento degli astri lungo il paesaggio circostante e l’orizzonte. «Questa ricerca è la prima prova concreta a favore del fatto che le popolazioni antiche che abitavano le isole della Gran Bretagna fossero in grado di collegare la Terra al cielo con le loro pietre erette, e che questa pratica abbia continuato a esistere per duemila anni», dice Higginbottom.

Esaminando in dettaglio i siti presso cui si possono trovare queste strutture, è stato possibile notare che metà erano circondati da un certo schema paesaggistico, mentre l’altra metà dal suo esatto contrario. «La scelta degli ambienti ha influenzato il modo in cui venivano visti il Sole e la Luna in cielo, in particolare il momento del loro sorgere e del tramontare in occasioni speciali, come quando la Luna appare nella sua posizione più settentrionale all’orizzonte, un evento che si verifica ogni 18.6 anni», spiega Higginbottom.

«Per esempio, per metà dei siti l’orizzonte settentrionale è relativamente più alto e vicino rispetto a quello meridionale, e quando arriva il solstizio d’estate il Sole sorge in cima alla vetta più alta. Per l’altra metà dei siti, l’orizzonte a sud è quello più vicino, e il picco più alto lungo l’orizzonte indica il punto in cui il Sole sorge nel giorno del solstizio d’inverno».

Esempio di simulazione 3-D del paesaggio del Sole e della Luna nel sito di Canmore, sull’isola di Mull, in Scozia. Crediti: Andrew Smith/Crown

«Gli antichi hanno scelto di erigere queste grandi pietre in modo molto preciso, in relazione al paesaggio e alle conoscenze di astronomia che avevano», conclude Higginbottom. «Hanno investito un’enorme quantità di energie e di studi per farlo, e questo ci racconta il forte legame che avevano con l’ambiente che li circondava, e quanto dovesse essere importante per loro, per la loro cultura e per il tramandarsi nel tempo delle loro conoscenze».

Fonte : http://www.media.inaf.it/2016/08/18/callanish-stennes-archeoastronomia/

Occhio…

Torniamo dopo un lungo periodo di pausa (causa nulla di novo.. come si dice…) su l’attività solare e probabile relazione con gli allineamenti. Diciamo subito come stanno le cose… ci potrebbe essere  una piccola accelerazione delle manifestazioni solari..

La cronaca delle ultime 24h.

La regione solare AR 2546 è in rotazione fronte Terra e il suo ritorno potrebbe essere la causa del salto di una decina di punti registrato dal flusso solare. Il SF alle ore 20:00 UTC era a 110, viceversa alle ore 17:00 UTC era a 119. Perchè questo balzo a 119 e poi la flessione a 110 ? C’è stata una probabile interferenza del debole flare di categoria C, registrato nel pomeriggio, oppure un’interferenza dovuta alla crescita della AR2544 ?

In questo momento, segnalo anche una leggera ascesa di protoni …

Tutto frutto del caso, oppure ci può essere un nuovo collegamento con le vicende planetarie e la probabile entrata nell’allineamento Venere-Terra-Marte del 25 Maggio ?

Allineamento Venere-Terra-Marte 25-05-2016 - 2

Allineamento Venere-Terra-Marte 25-05-2016

Stavo notando …. che successivamente, per la precisione il 4 Giugno, si comporrà una nuova linea planetaria : Saturno-Terra-Venere.

Allineamento Saturno-Terra-Sole-Venere 04-06-2016

L’ora è tarda… e domani inizia una nuova settimana lavorativa.

Chiudiamo questo post (momentaneamente) , con questa immagine…

Monitoriamo…. ci potrebbero essere aggiornamenti… le conosciute pagine per il monitoraggio della nostra stella le conoscete …. non mi resta che augurarvi un buon inizio settimana,

Michele

😉

Il ciclo di 1350 anni e gli eventi Lawler nell’olocene -2°parte-

La prima parte di questa ricerca è disponibile al seguente link : http://daltonsminima.altervista.org/?p=29709

6-eclipse-cycles

Dopo aver calcolato che a l’eliosfera occorrono 1.350 anni per completare una rotazione completa, possiamo ora cominciare a cercare elementi di prova che potrebbero indicare l’esistenza di eventi ciclici 1350 anni e [forse] un evento a metà periodo, di 675 anni. È interessante notare, che ci sono elementi di prova ciclici all’interno del Sistema Solare [si fa riferimento a John Stockwell nel 1901], che indica la presenza di un ciclo di eclissi di 1350 anni [che coinvolge la Terra e la Luna in orbita attorno al Sole].

Eclissi cicliche di Stockwell, J. N – Astronomical Journal, vol. 21 – 1901
http://adsabs.harvard.edu/full/1901AJ…..21..185S

7-millennial-scale-cyclicity-in-the-geodynamo

Ciclicità su scala millenaria nella geodinamo dedotta dalla ricostruzione del dipolo di Andreas Nilsson, Raimund Muscheler, Ian Snowball http://www.lunduniversity.lu.se/lup/publication/2345020

Nella ricerca sopra riportata, si è ricostruito l’inclinazione magnetica assiale della Terra, nella quale si identifica un ciclo dominante di 1.350 anni nelle varianti dell’inclinazione del dipolo.

La variabilità climatica del monsone estivo indiano ha una periodicità significativa di 1350 anni.

Variabilità del monsone estivo indiano durante l’olocene come registrato nei sedimenti del mar arabico: tempistiche ed implicazioni, di Meloth Thamban, Hodaka Kawahata e Venigalla Purnachandra Rao – http://repository.ias.ac.in/38663/1/27_pub.pdf

8-indian-summer-monsoon-variabilityAnche se l’esistenza di tali cicli, nel regime climatico del Nord Atlantico è stata contestata, ciclicità simili non sono solo stati riportati alle alte latitudini, ma anche in settori monsonici a basse latitudini (Mayewski et al, 1997;.. Gupta et al, 2005).

Gli effetti del clima del ciclo 1350 anni si trovano anche in Cina, dove una periodicità di 1350 anni si ripete nel cambio di temperatura.

http://ir.igsnrr.ac.cn/bitstream/311030/3058/1/Key%20points%20on%20temperature%20change%20of%20the%20past%202000%20years%20in%20China.pdf

Quasi-periodicità delle variazioni di temperatura sulla scala millenaria – Ge Quansheng, Fang Xiuqi, Zheng Jingyun

9-temperature-change-of-the-past-2000-years-in-chinaRitornando allo studio di Gerard Bond del 1997, nel Nord Atlantico, troviamo che il padre del Bond Event ha realmente incontrato il ciclo di 1350 anni.

11-bond-1997

In realtà, il ciclo di 1.350 anni è al di sopra degli altri due picchi di ciclicità [4.670 e 1.800 anni] nel “Confidence Level F Test” eseguito da Gerard Bond.

12-bond-1997-power-spectrum-densityInfine, l’analisi spettrale delle serie temporali dei grani di ematite macchiato con il metodo di Thompson (29) rivela che il segnale è concentrato in due grandi gruppi. Uno è centrato su 1800 anni, vicino al medio di eventi olocenico-glaciale, e l’altro è centrato; 4700 anni (Fig 7C.). Cicli che sono stati notati in precedenza in altri spettri e record paleoclimatici dall’ultima glaciazione (30). Inoltre, F test del rapporto di varianza rivelano linee con probabilità .95% a 4670, 1800 e 1350 anni (Fig. 7C). Ulteriori conferme di ciclicità vicini alla media degli eventi IRD è data applicando un filtro passa-banda larga gaussiana al record di grani ematite macchiate centrata al numero 1800 anni (Fig. 7D).

Se vi state chiedendo il perchè di cicli con periodi di 4670 e 1800 anni, Charles Keeling e Whorf Timothy pensano che quest’ultimi sono associati ad uno spostamento graduale della declinazione lunare, da un episodio di massima forzatura mareale : “….Noi proponiamo che tali cambiamenti millenari bruschi, nei ghiacci e nei sedimenti , sono stati prodotti, in buona parte, da ben caratterizzate variazioni periodiche della forza di marea, attraverso l’innalzamento oceanico globale causato dalle risonanze nei movimenti periodici della terra e della luna…”

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Il 1.800-anno oceanico ciclo delle maree : Una possibile causa dei rapidi cambiamenti climatici di Charles D. Keeling e Timothy P. Whorf http://www.pnas.org/content/97/8/3814.full.pdf

Pertanto, è probabile che i cicli climatici millenari, su scala primarie di 1350 anni, 1.800 anni e 4.670 anni sono tutti controllati da pannelli solari e meccanica orbitale.

Tuttavia, il nostro interesse per cicli climatici, non è guidato da pura curiosità accademica. Il clima è un fattore fondamentale che influenza il benessere degli individui, delle comunità, regioni, nazioni e imperi. Nel 1990 JHL Lawler ha pubblicato una revisione storica degli imperi e delle civiltà che riflette da vicino il ciclo climatico di 1350 anni e sottolinea l’importanza del periodo di metà ciclo di 675 anni. C’è un modello di crescita e di caduta di imperi, di intere civiltà, che avviene con circa un ciclo di ripetizione di 700 anni. Si alternano cicli di imperi monolitici seguiti da imperi frammentati. C’è un completo collasso della civiltà ogni 1400 anni, quindi questo potrebbe essere definito come ciclo di 1.400 anni. Ma tutti i principali imperi sorgono e crollano ogni 700 anni in sincronismo.

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Modelli per la previsione di eventi futuri di JHL Lawler – Agosto 1990 http://nexialinstitute.com/cycles_700,45,_10.htm

CONCLUSIONI

L’importanza del ciclo sul clima di 1350 anni diventa interessante quando si ricorda che la piccola era glaciale è stata convenzionalmente definita come partire dal 1350 DC [forse c’è di più per il nostro calendario che soddisfa l’occhio] perché aggiungendo sul periodo di metà ciclo di 675 anni, arriviamo al 2.025 DC. E’ stato convenzionalmente definito come un periodo che va dal 16 ° al 19 ° secolo, o, in alternativa, da circa il 1350 al 1850, anche se i climatologi e gli storici che lavorano con i record locali non sono d’accordo su entrambi le date di inizio e di fine di questo periodo, che varia a seconda delle condizioni locali.

http://en.wikipedia.org/wiki/Little_Ice_Age

Il Sole ha subito un ribasso o un “cambio di passo” nella sua attività durante il 2005 ?

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E’ avvenuto un cambiamento solare durante la fine del 2005 ? di Geoff Sharp – 19 settembre 2012

Ho commentato il cambiamento al momento angolare solare che si è verificato nello stesso momento in precedenza, ma oggi, mentre effettuavo la mia ricerca su “Livingston & Penn Effect” mi sono imbattuto in alcuni grafici sorprendenti. I grafici provengono da una presentazione di Nagovitsyn, Pevtsov e Livingston (Bill) che mostrano tutti i gruppi delle macchie solari sperimentare un cambiamento radicale verso la fine del 2005.

http://landscheidt.wordpress.com/2012/09/19/a-solar-step-change-during-late-2005/

Pertanto, è probabilmente e corretto dire : benvenuti in un evento di frammentazione Lawler.

….

 

Fonte : https://malagabay.wordpress.com/2013/01/09/solar-system-holocene-lawler-events/