Meteo

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Major Stratospheric Sudden Warming – January 7, 2013, showing the breakdown of the polar vortex into three smaller vortices

Questa è la pagina di NIA dedicata alla Meteorologia, non avete vincoli regionale ne nazionali, si parla di tutto il Mondo indistintamente

Allegate pure le immagini dei principali modelli , sbizzarritevi in previsioni più o meno lunghe, ed ovviamente sarà più che gradito anche il nowcasting!

Infine allego un ottimo link con tutti i principali indici teleconnettivi:

http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3

Simon


26.509 pensieri su “Meteo

  1. Sandro: Piogge attraverso l’apertura di un canale atlantico di bassa pressione.
    Sono prefrontali atlantici a generare queste ondate di caldo anomalo.
    Bisogna capire perché nessuno, mai parla nei network, di più fattori nel mediterraneo anche di matrice africana. A parte che il punto è la posizione dell’alta delle Azzorre, non favorisce ingresso al Nord di correnti miti e umde atlantiche.

    Notte a tutti 🙂

    Sei Sandro da Rio?

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  2. Non sono da Rio, sono da Ferrara, scrivo ogni tanto.. e vi seguo sempre..
    volevo dire la mia. Sarebbe interessante discutere sullo stato della Nina.

    Con quali indici oceani è soggetta a questa amplificazione sul vecchio continente?

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  3. Sandro,

    Credo di non aver capito la domanda.
    Lo stato attuale della Niña è di estrema debolezza e in prospettiva (data anche l’analisi delle acque sotto la superficie) potrebbe continuare così e ciò, si spera, agevoli presto (seconda metà di agosto? Settembre? Ottobre?) la conclusione del periodo siccitoso.

    Più in generale, sappiamo che l’effetto della Niña sul meteo in Europa è indiretto, non sempre rilevabile nè prevedibile. Sappiamo che potrebbe essere la causa o una delle cause dell’attuale deficit pluviometrico.

    Riguardo infine i prefrontali atlantici che generano una risposta di natura africana su di noi, sono in sostanza d’accordo: non c’è una lacuna barica permanente ad ovest, si è vista solo per brevi periodi.

    Ora pare che l’Anticiclone delle Azzorre intenda espandersi sull’Europa occidentale, scacciando verso sud le isoterme più roventi ma anche accentuando la scarsità di precipitazioni. Quanto durerà? Da questo dipenderà il carattere di luglio.

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  4. Stamattina sia GFS sia GEM propongono una prima settimana di luglio molto calda, specie al Centro-Sud, seguita da una attenuazione decisa delle isoterme a causa del già citato Anticiclone delle Azzorre, che si espanderebbe verso l’Europa centro-occidentale, poco a nord delle Alpi, e richiamerebbe su di noi blande correnti settentrionali, più fresche e asciutte.

    Si confermerebbe in sostanza lo scenario giá proposto negli ultimi giorni, ma traslato un poco nel futuro. Per questo occorre verificarne l’attendibilità con il modello ECMWF, in uscita a breve: comunque ieri sera anche ECMWF confermava in sostanza questa evoluzione. Vediamo stamattina.

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  5. ECMWF conferma il gran caldo per la prima settimana di luglio, a tratti anche al Nord. Ma soprattutto conferma una crescente presenza in Europa dell’azzorriano, che verso il 7 luglio pare respingerebbe gradualmente il gran caldo verso sud.

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  6. L’opinione di Nicola Scafetta, che si basa su studi dei cicli climatici, è sempre interessante. Peraltro, ho rinvenuto in rete uno studio che risale addirittura al 1994 il quale attribuisce un ruolo alla Niña come corresponsabile, a certe condizioni, di prolungati deficit pluviometrici. Se lo ritrovassi, mannaggia…..

    Personalmente, da tempo credo che le ragioni del riscaldamento e dei cambiamenti nelle precipitazioni siano ben più complesse del semplice (si fa per dire) intervento antropico.

    Ma sarà il consuntivo sulle performance dei modelli climatici a dircelo nei prossimi 20 anni. Per la cronaca, nei 20 anni precedenti hanno fatto cilecca, sovrastimando non poco il riscaldamento.

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  7. Sono originario del Monferrato ed alcuni miei parenti coltivano uva per produrre vino. Domenica ero con loro e siamo andati a salutare dei conoscenti. Tra loro vi era un vecchio contadino di 94 anni, lucidissimo, e ricordava che prima della seconda guerra mondiale vi furono 2 anni di siccità molto simili a questo periodo. Purtroppo non ricordava con esattezza gli anni di tale evento, altrimenti sarebbe possibile fare un’analisi e trovare delle correlazioni.

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  8. Roberto Cavalle’,

    Senza tornare così indietro nel tempo, se cerchi con un motore di ricerca le parole siccità 1975 1976, troverai diverse fonti, incluso un articolo di giornale dell’epoca…..guarda caso l’ultima Niña triennale fu quella del 1973-1976.

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  9. FabioDue:
    https://www.google.it/amp/s/www.meteoweb.eu/2022/04/clima-tutto-inutile-scafetta-modelli-catastrofisti-hanno-fallito/1786870/%3famp=1

    Dario, se Scafetta ha ragione, mettiamoci l’anima in pace: almeno fino al 2060 continuerà a fare caldino.

    e vabbè, basterebbe da qui al 2060 una lenta e costante diminuzione della temperatura media e fra 20 anni qualcosina di più potremmo vedere.. Però l’aumento delle temperature è cominciato quasi 40 anni fa, se il ciclo è di 60 anni fra 20 anni…

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  10. Roberto Cavalle’: Già, finalmente questa fase dovrebbe essere alla fine del suo ciclo. Peccato non poter andare più indietro col tempo e verificare se il “vecchietto” del Monferrato ha ragione

    la siccità del 1975 e 1976 la ricordo molto bene, 3 inverni senza neve, e mi sembrava davvero strano, poi l’ultimo dell’anno del 1976 fece a Milano una nevicata bellissima che rimise un po le cose a posto.

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  11. Il guaio, rispetto alle siccità precedenti, è che probabilmente preleviamo più acqua,non facciamo adeguata manutenzione delle tubazioni (che perdono) e gli invasi non sono aumentati in proporzione ai prelievi (anche per ragioni legate all’impatyo ambientale).

    La siccità c’è ed è importante, ma con i nostri comportamenti ne abbiamo finora peggiorato gli effetti.

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  12. Roberto Cavalle’: Già, finalmente questa fase dovrebbe essere alla fine del suo ciclo. Peccato non poter andare più indietro col tempo e verificare se il “vecchietto” del Monferrato ha ragione

    In realtà si può, fin verso il 1870, anche se con minore precisione:

    psl.noaa.gov/enso/events.html
    psl.noaa.gov/gcos_wgsp/Timeseries/Plot/

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  13. FabioDue:
    Il guaio, rispetto alle siccità precedenti, è che probabilmente preleviamo più acqua,non facciamo adeguata manutenzione delle tubazioni (che perdono) e gli invasi non sono aumentati in proporzione ai prelievi (anche per ragioni legate all’impatyo ambientale).

    La siccità c’è ed è importante, ma con i nostri comportamenti ne abbiamo finora peggiorato gli effetti.

    Esatto, proprio così. Così come le alluvioni “senza precedenti”, se lo sono (e spesso non è così) è più a causa del dissesto idrogeologico che del maltempo.

    Però è ovvio che dare la colpa al clima è più facile che assumersi la responsabilità di averne peggiorato gli effetti

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  14. FabioDue:
    Il guaio, rispetto alle siccità precedenti, è che probabilmente preleviamo più acqua,non facciamo adeguata manutenzione delle tubazioni (che perdono) e gli invasi non sono aumentati in proporzione ai prelievi (anche per ragioni legate all’impatyo ambientale).

    La siccità c’è ed è importante, ma con i nostri comportamenti ne abbiamo finora peggiorato gli effetti.

    Non sono molto d’accordo, perlomeno a livello locale. In pianura padana non si spreca molta acqua. Il dato nazionale di perdite, intorno al 40% se ricordo bene, non vale per le regioni del nord dove di acqua se ne perde molto meno.
    E anche riguardo ai consumi non penso che se ne usi di più. Sono sparite le grandi fabbriche che usavano tantissima acqua e l’agricoltura (altra grossa bevitrice) non è che si sia espansa, anzi.
    Temo che questa siccità, che c’è sicuramente, non voglio negarlo, sia però ingigantita mediaticamente per i soliti motivi.
    Dove giro io, intorno a Milano, le rogge sono piene, la falda non è in sofferenza, c’è acqua (anche se poca) nello scolmatore dell’Olona e le risaie sono regolarmente allagate.
    Del resto sulle alpi i temporali estivi non sono mancati a differenza, per esempio, del 2003 quando non è venuta giù una goccia per mesi neanche in montagna.
    Quindi c’è secco sicuramente, ma non tutta questa tragedia che raccontano, perlomeno in pianura padana.

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