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Il Fuoco di Fine Estate (Seconda Parte)+CONGEDO

Come anticipato ieri mattina fra i commenti, inserisco alcune righe aggiuntive per delineare meglio l’evoluzione futura, in riferimento alle prime 2 decadi del prossimo mese di settembre.
Preciso che il presente articolo è stato da me scritto in data mercoledì 24 agosto. Nelle battute finali del precedente pezzo avevo parlato della possibilità di un drastico calo del fronte di convergenza intertropicale (ITCZ) centro-occidentale causato dall’affermarsi di anomalie negative nell’atlantico nord-tropicale (cerchio nero nell’articolo), la cui formazione è agevolata dal rapido raffreddamento del pacifico orientale (NINA EST). Si era inoltre osservato come, la permanenza di una falla barica ad ovest delle coste settentrionali dell’Africa, potesse mantenere condizioni estive sull’Italia a causa del richiamo di venti miti sciroccali sul mediterraneo. In ultimo, per una fase successiva (4-5 settembre in poi), si era parlato di un cambio della circolazione favorito dal riassorbimento della suddetta falla e dal contemporaneo crollo dell’indice ITCZ. L’unica perplessità sorgeva sulla posizione dell’anticiclone oceanico (hp delle azzorre), elemento fondamentale per le sorti del clima dell’Europa occidentale.
Proprio su questo punto volevo incentrare la presente discussione.
Negli ultimissimi tempi si è verificato un netto cambiamento delle anomalie termiche oceaniche proprio nel vicino atlantico. Infatti, se da una parte si è andata notevolmente riducendo l’anomalia negativa lungo le coste dell’Africa settentrionale responsabile in gran parte della permanenza dell’orribile falla afro-iberica (cerchio bianco), dall’altra la porzione centro settentrionale dell’oceano si è surriscaldata moltissimo portando alla formazione di estese anomalie positive. Se tale processo avanzerà senza eccessivi intoppi si dovrebbe concretizzare un netto cambiamento della circolazione atmosferica, con l’europa occidentale che verrebbe spazzata a più riprese da un tenace flusso zonale oceanico, grazie alla facilità dell’hp dell’azzorre di sostare in pieno atlantico (elemento questo favorito dalla presenza della sopracitata anomalia positiva).
A tal proposito vi invito a fare estrema attenzione alle carte che sto per mostrarvi:

Situazione attuale SSTA:

Previsione GFS per mercoledì 7 settembre:

Si denota chiaramente come l’hp delle azzorre riesca a piazzarsi con buona facilità nelle zone centro-settentrionali dell’atlantico proprio in corrispondenza dell’anomalia positiva (cerchio nero nella nuova carta), imprimendo così una discreta curvatura al flusso perturbato atlantico (freccia viola). Quest’ultimo, incoraggiato anche da un ITCZ occidentale in calo e dunque non più in grado di “stoppare” lo stesso flusso atlantico, potrebbe raggiungere con facilità i lidi occidentali del vecchio continente, Italia inclusa (ovviamente verrà enormemente avvantaggiato il nord Italia).
Si tratta inoltre di una configurazione molto tenace, e che potrebbe tenerci compagnia per un bel pò, soprattutto se si pensa che il VP possa restare a lungo discretamente compatto (grazie anche ala rapida formazione della NINA) . Pertanto, quello che emerge dall’analisi delle carte SSTA e dall’analisi di alcuni indici (ENSO in primis), è un avvio della stagione autunnale regolare e nella norma (mi verrebbe da dire vecchio stampo). Infatti non dovremmo registrare situazioni estreme caratterizzate da sortite artiche premature o eccessive ingerenze dell’hp africano, bensì un regolare e progressivo abbassamento del flusso zonale sull’Europa, con le prime perturbazioni atlantiche che potranno finalmente farci visita. Questo almeno fino alla metà del prossimo mese. Per le fasi successive, se ci sarà occasione, ci ritroveremo a discuterne in questa sede.

CONGEDO

Un saluto a voi popolo di NIA. Vi scrivo semplicemente per salutarvi visto che ho deciso di non scrivere più articoli di questo tipo su NIA e dunque di non trartassarvi più con previsioni meteorologiche. E’ possibile che leggerete qualche altro mio articolo in cui verranno spiegate nel dettaglio ed in modo “scientifico” le modalità con cui l’attività solare influenza il clima terrestre ed in particolare modo come i minimi solari portano il gelo in Europa. Ad dir la verità ho perso molta motivazione, ma probabilmente porterò a termine quest’ultimo lavoro per il semplice motivo che nella vita sono abituato a mantenere le promesse e a raggiungere gli obiettivi prefissati. Mi sarebbe piaciuto tenervi compagnia nella stagione invernale perchè in inverno ancor più che nella stagione estiva ci sono meccanismi complessi ed affascinanti da spiegare. Ma per la contentezza di molti non mi sento più in armonia con alcune situazioni che si sono a poco a poco radicate sul nostro amato blog. Ringrazio tutti ed in particolar modo Simon che mi ha dato la possibilità di pubblicare i miei primi articoli. A quest’ultimo voglio dire di continuare così perchè si è inventato qualcosa di molto bello oltre che fargli i complimenti per tutta la dedizione e l’impegno che mette in questo progetto. Ritengo che nessun’altro farebbe l’enorme lavoro necessario per tirare avanti la baracca solo per pura passione. E saluto affettuosamente tutti quelli che avuto la pazienza di leggere i miei articoli, siete un gruppo fantastico. NIA è popolata da moltissime belle persone, oneste intelligenti ed educate, il cui unico obiettivo è quello di imparare qualcosa nell’ambito di argomenti “oscuri” ed affascinanti come il sole ed il clima terrestre.
Mi congedo lasciandovi con un ultima previsione: dopo esservi goduti un settembre ed autunno in generale molto dinamico e perturbato (ma non freddo), agli amanti del gelo e della neve dico di tener d’occhio la seconda parte dell’inverno (10 gennaio in poi). Ciao ragazzi.

Riccardo

Una vacanza in montagna

Ecco, adesso NIA e’ diventato un sito affiliato al CAI (Club Alpino Italiano)….

No, è successo che dopo un paio di anni   sono tornato a fare una settimana di relax in Val Varaita…

Più o meno nello stesso periodo (prima vacanza metà luglio 2007, vacanza attuale fine luglio 2011).

Più o meno le stesse gite.  E le differenze notate sono state notevoli.

Se volete vi racconto…

Prima osserazione : temperatura dell’acqua.  No, non sono così fanatico da girare con il termometro di minima e sagolone ma sono abbastanza folle da andare a fare il bagnetto nei laghetti alpini. Ricordavo un bellissimo laghetto (detto “Lago secco”, ma sempre ben rifornito, quota non esagerata, diciamo sui 1900m)  in cui avevo NUOTATO a lungo e con soddisfazione e senza particolari problemi nel 2007. Quest’anno non sono riuscito a resistere per più di un minuto nell’acqua gelida. Direte… l’età avanza… La sensazione e’ soggettiva… avevi mangiato da poco (no, ho mangiato dopo …) …

Passiamo alla seconda annotazione che ho fatto: Alberi. Cioè Quasi alberi… Direi quasi Alberi “che ci stavano provando”.. Osservare la foto qui sotto:

ho evidenziato in giallo, con ingrandimento, quello che potrebbe sembrare un cespuglio. In realtà si tratta di un alberello.

Cosa ci fa un albero sotto un nevaio che lo libera a fine Luglio e che ai primi di Settembre con buona probabilità lo ricoprirà di nuovo (qui siamo a quota 2700m)?  Io ho una risposta… E’ nato quando il nevaio non c’era più e da un paio di anni viene regolarmente sommerso e ridotto ai minimi termini (Il poveretto stava aprendo le prime gemme… il 27 di Luglio…). Avete altre spiegazioni, che non implichino la volontà di suicidio di un giovane albero?

Ma vi vedo ancora dubbiosi … E allora tiro fuori la carta segreta. O dovrei dire “foto verità” ?

Terza osservazione: Nevai.

Come dicevo nell’introduzione ho fatto diverse escursioni negli stessi posti del 2007.Tra queste, la gita al rifugio Vallanta, con bella vista alla parete NW del Monviso. Chiaramente avevo scattato allora, in tempi non sospetti una certa quantità di fotografie. Ricordo anche che allora (2007) il gestore del rifugio ci aveva raccontato che una valanga invernale aveva addirittura raggiunto il rifugio “rimbalzando sul lago” sottostante.

Sono andato a scartabellare nel mio “‘archivio informatico” ed ho trovato una foto che era stata scattata quasi dalla stessa posizione…

Eccola.

Che dire… Siamo proprio in pieno AGW…

Luca Nitopi

P.S.

Tornando dalla gita dal rifugio mia moglie (laurea in Filosofia), imbacuccata nella sua giacca a vento e sferzati da un vento gelido,  mi ha detto… “Mha.. Ho letto il libro di M. [Noto Meteorologo]… Pero’ io tutto questo riscaldamento non riesco mica a vederlo… Ma perchè  ho lasciato a casa i guanti di lana???”

Luca Nitopi

L’Estate può finalmente dare un bel calcio al GW?

Vi scrivo in data 28 Luglio, quindi il mese non è ancora finito ma ci sono buonissime possibilità che a livello nazionale esso chiuda in media termica, risultando così il luglio più freddo del nuovo millennio e almeno il più freddo da 12-13 anni.

Direte che chiudere in media non è una cosa grandiosa, ma se pensate a come sono state le estati anni 2000 la cosa diventa eccezionale.

Inserisco quindi i dati del CNR riguardo le Estati Italiane

Come si può vedere dal 1998 al 2010 mediamente sono state tutte sopra il grado di anomalia, inutile sottolineare come l’Estate sia stata la stagione che più di tutti ha subito l’effetto del GW.

Le previsioni per Agosto che abbiamo fatto qui su NIA indicano la possibilità concreta che Agosto possa chiudere in media come è successo per Luglio, questo porterebbe l’estate a chiudere con una anomalia di +0.3/+0.4 dettata dal solo contributo di Giugno, chiuso piuttosto caldo.

Un’Anomalia così bassa è dall’Estate del 1997 che manca, stiamo parlando quindi di un ritorno a valori toccati ben 14 anni fa nella stagione che più di tutte ha Incarnato il GW e ha infervorato i suoi Sostenitori.

Ovvio che questi discorsi non possono essere definitivi, perché manca ancora tutto Agosto prima di poter chiudere definitivamente questa Estate 2011, ma ci sono tanti fattori che ci fanno pensare ad una stagione che possa chiudere senza gli eccessi a cui gli anni 2000 ci hanno abituato, l’unica pecca di questa Estate resta la primavera che l’ha preceduta che ha avuto caratteri praticamente estivi anche se la nota strana è il fatto che diversamente a quanto era accaduto negli ultimi anni (e cito anche gli anni 90) l’estate non ha seguito gli stessi caratteri che hanno dominato la primavera mostrando una circolazione atmosferica drasticamente diversa.

Questo fatto è di per se eccezionale per natura visto che l’atmosfera tende a seguire strade già prese nella sua storia recente, ma lo diventa ancora di più se consideriamo ad anni come il 2007, il 2008 o il 2009 che hanno visto una primavera molto calda ed un’estate sulla sua falsariga.

Vi mostro ora le anomalie di questo Luglio (al 26/07) in base alle reanalisi NOAA, preciso che questa carta non deve essere presa nel particolare o nel dettaglio ma deve essere vista come indicazioni macroregionale di come si distribuiscono le anomalie.

Concludo dicendo che quest’estate fin’ora ha visto, nelle stazioni ufficiali gestite dall’Aeronautica Militare, solo due record di caldo (Olbia e Pian Rosa) cosa che se guardiamo a tutti i record fatti negli ultimi anni rende tutto più incredibile, ovviamente manca ancora Agosto.

FABIO

MINIMO SOLARE RAFFREDDAMENTO GLOBALE E GHIACCI POLARI

Come molti sapranno, la nostra stella ha notevolmente ridotto la sua attività magnetica, dando vita ad un vero e proprio minimo solare. La bassa attività solare ha così determinato una riduzione dell’irraggiamento e una contrazione dell’eliosfera dovuta ad una consistente riduzione del vento solare. Questi fattori determineranno nei prossimi anni/decenni un generale abbassamento delle temperature globali. Sulla correlazione tra bassa attività solare e raffreddamento planetario abbiamo prove storiche (min di Maunder, min di Dalton, min di damon, ecc.), ovvero periodi nei quali si ebbero inverni mediamente più freddi, estati mediamente più fresche e banchise polari molto estese. Come mai allora nonostante il minimo solare le estensioni delle banchise, in particolare quella artica, sono ridotte ai minimi? Ebbene dopo mesi di ricerche sterili e a volte anche un po’ deprimenti, penso di aver trovato la risposta (o una delle risposte).
IL VENTO SOLARE
A partire dalla seconda metà degli anni 90 il SW ha ridotto mediamente la sua velocità di un 20%, generando una contrazione dell’eliosfera, riduzione accentuatasi poi ancor di più con l’entrata in pieno nel minimo de EddY (minimo attuale).
A questo puntovi chiederete: ma cosa c’entra il vento solare con le banchise polari?
Il Prof F.Califano ha pubblicato uno studio molto interessante, studio associato ad una tesi di Laurea in fisica dei plasmi. Il risultato della ricerca dimostra, con tanto di prove di laboratorio, l’interazione tra vento solare e magnetosfera, in particolare riconnessione ed effetti cinetici in campi di velocità disomogenei.

http://www.df.unipi.it/~califano/Francesco/Vortex.html

Da questo studio si evince con chiarezza come l’impatto del SW crea e amplifica
vortici atmosferici.
Ora il punto della questione è che anche i vortici polari sono vortici atmosferici.
I vortici polari dipendono in primis dalla forza di Coriolis, ma stante agli studi, anche dal vento solare. Un SW basso rende complessivamente il VP più debole. Il VP più debole tende a dilatarsi ed espandersi invadendo così le latitudini più basse e dando vita a maggiori scambi meridiani. Le conseguenze che ne derivano sono una diminuzione delle temperature alle medie latitudini ed un aumento delle temperature sulle alte latitudini, con conseguente perdite di superficie delle banchise.
Il processo di raffreddamento delle medie latitudini a sua volta riduce il divario con quelle più alte e di conseguenza progressivamente riduce lo stress da calore oltre i circoli, dando così la possibilità in una seconda fase alle calotte polari di recuperare rapidamente prima le superfici perdute negli anni del disgelo e poi di ampliare ulteriormente la loro estensioni.
Ora il problema è capire se le banchise (artica in primis) hanno toccato il loro punto minimo o se perderanno ancora superficie nei prossimi anni fino al raggiungimento di un nuovo equilibrio.

Stante al grafico trentennale artico possiamo notare come, fin verso la fine degli anni 90, l’estensione era più o meno costante. Poi dalla fine degli anni 90, in concomitanza con la riduzione del vento solare, l’artico ha iniziato a perdere consistenza, per poi crollare dal 2005 in poi (anni del minimo solare), toccando un minimo assoluto nel 2007. Da ciò che io posso dedurre: e’ stato raggiunto un punto di equilibrio dal 2007 in poi con un generale assestamento. Speriamo che sia di buon auspicio per rimonte negli anni a venire. Ma solo il tempo dirà la verità.

Giorgio Malavolta

L’ESTATE 2011 SI PRENDE LE FERIE O VA IN PENSIONE?

Un saluto a voi, popolo di NIA. Ho deciso di scrivere quest’articolo a sole due settimane di distanza dal precedente (“CHE LUGLIO CI ASPETTA?”), per rendervi partecipi di una situazione che si va delineando davvero interessante. Se vi ricordate in quell’occasione ci eravamo lasciati sottolineando la possibilità che l’estate mostrasse dei segni di stanchezza già dalla seconda metà del mese in corso a causa di un prematuro arretramento della zona di convergenza intertropicale (ITCZ). Si era detto, infatti, che l’estate 2011 potesse raggiungere il suo apice proprio tra la seconda metà del mese di giugno e la prima metà del mese di luglio. Ebbene le cose sono andate come credevo e ad oggi ci sono ottime possibilità che tali situazioni si verifichino realmente. Ma andiamo con ordine e procediamo cercando di capire il perché di queste mie affermazioni.
Di seguito vi riporto due immagini: la prima mostra la disposizione delle anomalie delle SST che si registrava in data 19 giugno, mentre la seconda è relativa alla situazione attuale delle stesse.

19 giugno 2011:

12 luglio 2011:

Il motivo del possibile arretramento prematuro dell’ITCZ risiede nella rapida variazione delle anomalie delle SSTA lungo le coste occidentali del continente africano. Nello specifico, dalle presenti immagini si può facilmente constatare come l’anomalia positiva nell’atlantico nord tropicale (cerchio arancione), si sia fortemente ridimensionata nell’arco di soli 20 giorni e a breve sarà sostituita da un’anomalia negativa. Viceversa l’anomalia negativa nell’atlantico sud tropicale (cerchio giallo) è andata ridimensionando e sta per essere rimpiazzata da un’anomalia positiva.
Ebbene, è risaputo che la posizione dell’ITCZ e’ dovuta anche al gradiente di temperatura tra le acque dell’ atlantico nord tropicale (TNA) e quelle dell’atlantico sud tropicale (STA) nella zona Golfo del di Guinea. Infatti, se si palesa tale gradiente, associato all’ENSO-, si viene a creare un incremento degli alisei di Nord est che indeboliscono il monsone africano che si spinge dal mare (golfo di Guinea) verso il continente africano e causano così un arretramento dell’ITCZ.

Fig. 1

Fig. 2

Nelle figure 1 e 2 è riportato il meccanismo che, nell’estete boreale, comporta l’innalzamento della zona di convergenza intertropicale (ITCZ). I venti riportati nella porzione superiore di figura 1 (quelli che si oppongono all’elevazione dell’ITCZ), denominati “Harmattan”, sono venti secchi e polverosi che soffiano da nord-est a sud-ovest, ovvero dal Sahara al Golfo di Guinea. In pratica non sarebbero altro che i “corrispondenti” degli Alisei di nord-est sull’entroterra sub-sahariano che, passando sul deserto, si riscaldano e raccolgono fini particelle di polvere da terra, trasportandole fino alle coste dell’Africa occidentale e sul golfo di Guinea, dove arrivano come venti caldi, polverosi e molto secchi. Questo tipo di vento viene anche denominato “Dottore” dalle popolazioni locali per via del refrigerio che porta per l’abbassamento dei tassi dell’umidità relativa. Ed infatti al finire della stagione estiva (fine settembre), il monsone africano arretra e viene sostituito da questi venti secchi che al contrario, in questo periodo, acquisiscono forza. Proprio il monsone africano infatti, essendo un vento molto umido che spira da Sud o Sud-ovest, porta piogge e forti temporali lungo le coste dell’Africa occidentale e tende a rinvigorire la circolazione meridiana di Hadley, con conseguente rafforzamento dell’anticiclone del nord Atlantico e blocco del flusso occidentale verso il Mediterraneo.
Una maggiore penetrazione del monsone nel continente africano produce infatti uno spostamento verso nord dell’anticiclone Libico che arriva a invadere il Mediterraneo occidentale portando subsidenza e condizioni di stabilità. In particolare i venti monsonici (rappresentati sia in figura 1 che in figura 2), sono venti semi/permanenti che spirano da sud-ovest lungo la fascia sub-equatoriale e che corrispondono all’Aliseo di sud-est deviato verso destra dalla profonda bassa pressione equatoriale (depressione termica equatoriale) dell’Africa centrale. Durante l’inverno boreale questi venti divengono molto più deboli e riacquisiscono la classica configurazione ad “Aliseo di sud-est”, mentre durante l’estate boreale sono i principali artefici dell’innalzamento dell’ITCZ, soprattutto nella sua porzione centro-occidentale 8come ben si capisce dalla figura 2).
Come detto in precedenza, l’istaurarsi di un gradiente nelle SSTA fra TNA e TSA (chiamato AMM), tale per cui un anomalo gradiente fra SSTA- a nord e SSTA+ a sud dell’equatore, indurrebbe un rafforzamento degli Alisei di nord-est (Harmattan ) con conseguente shift della posizione latitudinale dell’ITCZ verso sud. Questo fenomeno, che come detto coinvolge soprattutto la porzione centro-occidentale del continente africano, trova conferme anche nel mutamento delle anomalie delle SST nella porzione di oceano che costeggia le coste occidentali africane e che è subito sopra alle acque dell’ atlantico nord tropicale (cerchio grigio). In questa zona, l’anomalia negativa che imperversa da mesi, verrà a brevissimo sostituita da un’anomalia positiva, sintomo dello stazionamento dell’anticiclone tropicale sul Sahel occidentale (Mauritania-Mali) e dunque dell’abbassamento dell’ITCZ occidentale. Quest’ultimo è un fattore chiave se si pensa che l’intensità del monsone west-africano viene misurata anche attraverso l’indice “Sahel Rainfall Anomalies” (SR), che rappresenta appunto le anomalie pluvio sul Sahel occidentale fra luglio e settembre. Una situazione opposta si andrà ad instaurare nell’emisfero australe, dove, al riscaldamento delle acque dell’atlantico sud tropicale, corrisponderà un raffreddamento di quelle immediatamente più a sud (cerchio nero). Di seguito vi riporto le carte GFS world de cui si evince questo radicale cambiamento in sede africana:

13 luglio 2011:

18 luglio 2011:

Dalle carte a 850 hpa si può constatare agevolmente la formazione di un esteso anticiclone tropicale tra la porzione occidentale del deserto del shael e la fascia di atlantico che lo costeggia. Come già più volte spiegato, lo stazionamento di un anticiclone oceanico sub-tropicale in quella zona diviene fondamentale in quanto questo risulta efficace nel contrastare la risalita della linea perturbata (ITCZ) nella sua porzione occidentale. Inoltre dalle suddette immagini si può anche denotare un discreto abbassamento dell’ITCZ anche nei settori centro-orientali dell’africa nonché un decisa traslazione verso sud dell’intera “struttura equatoriale-tropicale” nell’emisfero australe. Ciò è segno della capacità del “famoso” gradiente AMM di traslare l’intera struttura a sud.
Ci tengo a fare un’ultima considerazione a proposito dell’estesa anomalia negativa in riferimento alle SST nella zona equatoriale del golfo di Guinea (nel precedente articolo cerchio nero), in quanto circa i suoi effetti ci sono pareri discordanti. Dalla stragrande maggioranza dei forum meteo (anzi direi da tutti) emerge infatti che, la suddetta anomalia può essere associata ad una monsone west-africano più intenso della norma. Ciò viene spiegato facendo riferimento al meccanismo che innesca i monsoni estivi: poiché la terra si raffredda e si riscalda molto più velocemente dell’acqua, durante il periodo estivo i continenti (in questo caso l’Africa boreale) si riscaldano molto di più rispetto agli oceani circostanti e ciò determina lo sviluppo di aree di bassa pressione (per via dell’innalzamento dell’aria più calda al suolo) verso le quali convergono i venti umidi da sud- sudovest provenienti dal mare (nel nostro caso golfo di Guinea). Questi venti sono appunto i monsoni e sono portatori di piogge abbondanti.
Ora quello che sostengono i più è che, con le acque più fredde nel golfo di Guinea, si approfondisce il gradiente termico tra terra e mare, causando così un rafforzamento del monsone. Io invece sostengo il contrario. Infatti detto gradiente è talmente elevato (nell’entroterra africano si raggiungono temperature al suolo impensabili) che non può risentire della variazione di un solo grado delle acque del golfo di Guinea. Al contrario la variazione di temperatura delle acque del golfo stesso, anche se piccole, possono modificare sostanzialmente il tasso di umidità che dal mare si spinge nell’entroterra. Maggiore sarà il tasso di umidità e maggiore sarà la violenza dei cicloni tropicali che caratterizzano il monsone. Non è un caso che le estati europee più calde degli anni 2000 (2003 in primis) causate da una posizione eccessivamente elevata dell’ITCZ, sono state accompagnate da forti anomalie positive nel Golfo di Guinea.
Concludo ribadendo che il processo sin qui descritto può essere sicuramente associato alla rapida variazione delle SSTA in Nino 3 e in Nino 1+2 (cerchio bianco). Come si può constatare dai grafici delle SSTA infatti, le anomalie positive in quelle zone si sono letteralmente sfaldate nel giro di 20 giorni, e stanno per essere sostituite da anomalie negative. E’ risaputo infatti che il ciclo ENSO è strettamente correlato all’intensità del monsone west-africano ed in particolar modo che la NINA tende ad inibire la risalita della linea perturbata (ITCZ) verso nord. Ciò trova conferme ad esempio nel fatto che negli anni 70 si ebbero le più devastanti siccità del Sahel, le quali furono la causa di più di un milione di morti in quelle aree.
Tornando alla previsione vera e propria, l’innesco di tale meccanismo, che potrebbe risultare anche irreversibile (visto che le proiezioni danno un veloce passaggio in condizioni di ENSO-), potrà produrre un arretramento dell’ITCZ già nella seconda fase di luglio. Inoltre, lo stazionamento delle forti anomalie negative nell’atlantico ad ovest della Grano Bretagna e nord Francia (vedi articolo precedente), saranno come un potente motore in grado di pompare in continuazione depressioni che, nel movimento zonale da ovest verso est, potranno penetrare a più riprese nel mediterraneo. Questo andamento, che è stato completamente inibito nella prima fase di luglio alle basse latitudini italiche a causa di un’ITCZ troppo elevato, potrà divenire il tema dominante nel prosieguo della stagione estiva. Pertanto si potrà assistere ad una traslazione meridionale dell’intero sistema, con l’Italia investita a più riprese dal flusso zonale, ed un’hp africano relegato nella sua “dimora libica”. Insomma signori, potremmo avere a che fare con la seconda metà dell’estate più fresca e piovosa degli anni 2000.

Riccardo