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MA CHE FINE HANNO FATTO LE SUNSPOTS?

Ci risiamo un’altra volta:
abbiamo già detto nei post passati come il nostro Sole faccia una fatica tremenda a materializzare vere SunSpot in fotosfera, ossia i campi magnetici che danno luogo alle macchie solari anche se ci sono come plages (anche se molto spesso con polarità ciclo 23, o 25!!! Ma questa è un’altra storia), fanno una tremenda fatica a “focalizzare”, ossia a organizzarsi al punto da creare canali di plasma a bassa densità che dalla zona radiativa della Stella si manifestano in fotosfera come macchie appunto.
L’ultima regione attiva che ci ha accompagnato negli ultimi 10 giorni è stata anche protagonista di un “mini X-Flare”, fu osservata grazie a STEREO-Behind (http://stereo-ssc.nascom.nasa.gov/beacon/beacon_secchi.shtml) fino a quando era nell’est-Limb della stella. Su questa regione attiva Simon ci ha tenuto informati dal 26 di Marzo in avanti, ha postato anche un mio breve intervento dove grazie al sistema di Eliosismologia (helioseismic holography), del quale mi stavo occupando in quei giorni, è stato possibile vedere che la regione attiva divenne macchia anche se solo per poco tempo.
Questa volta è successo ancora ma con una dinamica esattamente opposta:
una regione attiva vista molto chiaramente con “helioseismic holography” nel run dell’altro ieri sera con attendibilità alta tanto da comparire anche su spaceweather.com, è prontamente collassata in meno di 24 ore senza mai essere vista da STEREO-Behind e scomparendo del tutto nel run MDI di stasera!!!

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Ora voglio ribadire un concetto che ho chiaramente visto serpeggiare nel Blog NIA e nei vari forum del settore: 2015 o 2009??? Che le macchie intese come tali scompaiano già da quest’anno???
Stiamo a vedere!!!

ALESSANDRO

MDI Imager per esplorare il Far-Side del Sole (Seconda parte)

Nel POST precedente abbiamo introdotto l’argomento e affrontato la teoria alla base di questo importante sistema di monitoraggio della nostra stella, ora tratteremo l’implementazione del metodo che permette di ottenere mappe più dettagliate del lato nascosto del Sole.
Il nuovo metodo che andremo a commentare in questa seconda parte del POST è nato nel 2006 ed è una estensione del precedente, mentre nel metodo originale veniva analizzato un solo rimbalzo delle onde sonore nel nuovo metodo si esaminano le combinazioni di 1-rimbalzo + 3-rimbalzi grazie alle quali si possono vedere più chiaramente le zone “di confine” tra il lato nascosto del disco solare e il lato visibile fornendo mappe più chiare con netto miglioramento del rapporto segnale/rumore.
Chi fosse interessato ad approfondire ulteriormente i dettagli riguardanti questo metodo MDI può visitare:
http://soi.stanford.edu/press/farside_Feb2006/web/index.html#how“.
Di seguito sono riportate le mappe MDI comparate per apprezzare al meglio le migliorie del nuovo metodo (immagini a destra) e del metodo MDI tradizonale presentato nel primo POST (immagini a sinistra); si noti in particolare la zona attorno a 280 gradi segnata con una linea tratteggiata focalizzando la nostra attenzione sulle ultime 4 righe, mentre con il vecchio metodo la sunspot compare improvvisamente nel lato visibile del disco solare senza essere diagnosticata nel “far-side” il nuovo metodo permette di prevedere la sua formazione con un buon margine di anticipo.
1a

Questo metodo di indagine risulta quindi molto preciso e fornisce mappe come questa:

1bOltre a fornire la mappa il nuovo metodo fornisce anche un “indice di affidabilità” che graficamente è rappresentato dalla barra di colore verde-giallo-rossa in basso a destra, se è di colore verde la mappa MDI è attendibile e confermata al 100%; attendibile perchè la mappa MDI non ha “buchi” nell’acquisizione dati ossia il flusso di dati è omogeneo, confermata perchè i dati ricalcolati dopo qualche giorno confermano quelli raccolti in prima istanza (i cosiddetti dati quicklook).
Grazie ai dati “quicklook” è comunque possibile costruire una mappa MDI di ottima qualità come quella riportata di seguito:

1cIl colore verde è sostituito dal giallo ad indicare che la mappa è stata costruita con dati “di prima istanza” o quicklook, la porzione di colore rosso è molto limitata ad indicare che i dati MDI utilizzati per il calcolo presentano una buona continuità.

Assolutamente inconsistenti sono invece mappe come la seguente:

1dQuando la porzione di rosso nell’indicatore dell’indice di affidabilità supera il 50% la mappa è del tutto inconsistente, la porzione di dati mancanti è tale per cui non è possibile ricostruire una MDI di qualità, occorrerà attendere una nuova serie di dati per avere un buon rapporto segnale-rumore al fine di costruire una mappa affidabile!!
Sono circa 20 giorni che seguo assiduamente le uscite di SOHO-MDI imaging e mi è capitato di vedere alcune regioni attive dare protosunspot che però collassano in poche ore; ho anche analizzato gli archivi degli anni passati confermando il fenomeno: le spot del ciclo 24 tendono a formarsi ma non emergono quasi mai in fofosfera a dare macchie degne di avere una numerazione, questo ce la dice lunga sull’eccezionale minimo che la nostra stella sta vivendo!!!

Fonte immagini: http://soi.stanford.edu/data/full_farside/farside.html

Per chi si fosse perso la prima parte introduttiva: http://daltonsminima.wordpress.com/2009/03/23/mdi-imager-il-far-side-del-sole-non-e-piu-cosi-far/

Scritto da Alessandro