Archivi tag: Global Cooling

Secondo il dottor Casey, ci aspetta un periodo di Global Cooling a causa del minimo solare!

Il dubbio è il sale della conoscenza scientifica e più aumentano le conoscenze e più vi è la possibilità di mettere in dubbio le teorie più accreditate. Pertanto, pensare ad una scienza monolitica è pura follia.
Molto spesso una teoria rimane valida solo per un breve periodo della storia umana, finché una migliore spiegazione di un fenomeno naturale la supera.

Ma occorre un certo tempo perché questo avvenga in tutta la comunità scientifica, perché spesso vi sono fenomeni spuri, come pressioni economiche o sociali, che spingono in questa o in quella direzione incoraggiando talora a barare sui risultati reali.
Questo avviene, purtroppo, in tutto l’ambito della scienza dalla medicina alle scienze della Terra.
E così sta accadendo per la scienza del clima nella quale una violenta contrapposizione surriscalda più gli animi che il clima stesso.

Una immagine di questo inverno in Trentino

Ma un nuovo dubbio sta serpeggiando tra gli scienziati, quello che le mutate condizioni di attività solare stiano rendendo superato il dibattito pro o contro l’importanza dei gas serra, in quanto sta per sopravvenire una Piccola Era Glaciale pronta a spazzare via ogni residuo desiderio di discutere ancora su questo tema.
I segni ci sono e non sono pochi nella comunità scientifica, ma soprattutto nel mondo economico.

Citiamo a questo proposito John L. Casey celebre scienziato statunitense con esperienza nell’industria spaziale da oltre trentacinque anni. È stato consigliere nazionale della politica spaziale della Casa Bianca e del Congresso, ingegnere dello Space Shuttle, consulente della direzione NASA, consulente del Presidente degli Stati Uniti per l’alta tecnologia. Insomma non uno sconosciuto ricercatore di qualche sperduta università.

Attualmente è presidente della VSM, oltre che direttore della sua società spaziale SSRC di Orlando, (Florida) che è anche il principale centro di ricerca statunitense sullo studio del cambiamento climatico globale e delle sue implicazioni economiche.
La VSM è una società multi-disciplinare e con uno staff di scienziati ed esperti di tecnologia che offre ai suoi clienti servizi specializzati nella gestione di programmi di sviluppo spaziale e ricerca scientifica solare connessa all’industria.
Quindi non un professore d’Accademia, ma qualcuno che della scienza fa un uso applicato e che spinge l’industria e la politica di un paese nella direzione più economicamente utile.

Il suo centro di ricerca SSRC (Space and Science Research Centre) ha sviluppato uno studio per i propri clienti a partire dal 2008 per difendere i loro investimenti dai gravi danni previsti per il sicuro determinarsi di un grave raffreddamento climatico globale. Quindi non un eventualità, ma una certezza per i maggiori enti economici privati che rappresentano i suoi clienti.

Il SSRC ha previsto che nel corso dei prossimi 30 mesi, le temperature globali affronteranno un drastico calo. In particolare vengono indicate due motivazioni: la dispersione della corrente del El Niño e il declino a lungo termine della temperatura causata dalla riduzione dell’attività solare.
I due fenomeni andrebbero a sommarsi in maniera sinergica in quanto El Niño provocando un aumento delle temperature induce un azione di riequilibrio del raffreddamento.

Tale situazione genererà un forte impatto negativo sull’agricoltura, conseguente alla fine del periodo di Riscaldamento Globale. L’analisi del SSRC dimostra che i profitti ottenuti con il cibo e il combustibile (etanolo utilizzato per autoveicoli) derivati dai raccolti saranno minacciati nei prossimi due anni e mezzo. Anche se non potrebbe stupire il vedere questi effetti negativi già quest’anno, ma molto più sicuramente nei prossimi 30 mesi.

L’SSRC aggiunge, inoltre, che la gravità di questa proiezione è un calo delle temperature globali dell’ordine da 0,9 °C a 1,1 °C rispetto ai livelli attuali.

Casey non ha mancato di sottolineare l’importanza e l’affidabilità di questa previsione nell’evoluzione verso un clima freddo nei confronti delle istituzioni statunitensi con una drammatica lettera al Segretario all’Agricoltura del suo paese, datata 10 maggio 2010, che potete trovare nella sua traduzione integrale in italiano qui (http://www.salviamoci2012.eu/forum/forum_forum.asp). La sua segnalazione è in relazione soprattutto al fatto che l’agricoltura degli stati del Nord degli Stati Uniti subirà un tracollo nei prossimi anni..

Questa lettera, se letta con attenzione tra le righe, appare però piuttosto scettica sull’eventualità che l’attuale amministrazione statunitense prenda seri provvedimenti in proposito per l’azione di disturbo operata da gruppi di pressione che sembrano remare in altra direzione per motivi di profitto.

Nei rapporti alla stampa non è mancata una stoccata anche al NOAA ed alla NASA, enti governativi, che hanno sbagliato totalmente le previsioni sulla mancata ripresa dell’attività solare, perfettamente azzeccata invece dal SSRC (n.d.r. Non per niente gli enti privati si fidano più del SSRC che del NOAA).

Casey ha soggiunto che, per quanto riguarda la produzione agricola locale se si continua il corso attuale, a breve termine l’impatto del freddo sui prodotti alimentari e sui carburante saranno certamente importanti, ma non vi sarà confronto con quelli che seguiranno dopo. Nella porzione più avanzata del ciclico periodo freddo che si prospetta (si prevedono almeno 20-30 anni), ossia tra il 2020 e il 2030, è possibile che vi siano effetti devastanti sull’agricoltura con la totale delle perdita del raccolto di grano nelle regioni settentrionali del Stati Uniti e del Canada.

Fonte: http://www.spaceandscience.net/id16.html

Pablito

Un geologo dichiara che ci aspettano 20 – 30 anni di raffreddamento globale

Questa é la sintesi di un approfondito studio che il geologo americano Don Easterbrook ha presentato all´ultima conferenza internazionale sui cambiamenti climatici svoltasi a Chicago e che si é conclusa dopo 3 giorni di approfondite discussioni, il 16 maggio.
Il Dr. Easterbrook è professore emerito alla Western Washington University, ed è autore di otto libri e 150 pubblicazioni.

Numerosi periodi di riscaldamento bruschi e di breve durata ed episodi di raffreddamento, molto più intensi si sono verificati durante l’ultima era glaciale e nei 10.000 anni che seguirono, nessuno dei quali potrebbe essere stata causata dalle variazioni di CO2 atmosferica. I documenti geologici evidenziano queste fluttuazioni climatiche improvvise, e mostrano un modello costante nei decenni, secoli e millenni.

Si sono verificati dieci importanti, intensi e improvvisi periodi di cambiamento climatico negli ultimi 15.000 anni e altri 60 piccoli cambiamenti climatici sono avvenuti negli ultimi 5000 anni. L’intensità e la subitaneità di queste fluttuazioni climatiche è stupefacente. Più volte, le temperature salivano e scendevano di 9-15° C in un secolo o anche meno.

Il drammatico scioglimento dei ghiacci continentali in Nord America, Europa e Asia che ha avuto inizio 15.000 anni fa è stata interrotta da un raffreddamento improvviso 12,8 mila anni fa, lo Younger Dryas che durò circa 1300 anni e terminò all´improvviso con un intenso riscaldamento 11.500 anni fa.
Negli ultimi 700 anni, la Terra sta uscendo dalla Piccola Era Glaciale e in generale vi é un periodo di riscaldamento con alternanza di periodi caldi e freddi.
Il periodo caldo medioevale e la Piccola Era Glaciale sono stati entrambi provate con consolidate e documentate ricerche geologiche e storiche. La GeoRef (Istituto Geologico Americano) lista 485 documenti sul periodo caldo medioevale e sulla Piccola Età Glaciale, e piú di 1.900 articoli pubblicati sui due periodi. Così, quando Mann nel 1998 sosteneva che nessun evento era accaduto e che il clima non era cambiato in 1000 anni (il famigerato grafico mazza da hockey), i geologi non hanno preso sul serio il suo studio. Il periodo caldo medioevale e la Little Ice Age sono sicuramente avvenuti e il ‘Bastone da hockey’ di Mann è una emerita sciocchezza, non suffragata da alcuna prova credibile.

Le linee verticali blu nella parte inferiore del grafico mostrano gli intervalli di tempo tra un periodo caldo e un periodo freddo. L’intervallo di tempo medio è di 27 anni, lo stesso degli intervalli tra le variazioni delle temperature calde e fredde dell’Oceano Pacifico (PDO).


Questo ci porta a credere che siamo entrati in una fase di raffreddamento nel corso del 1999 come indicato dalla NASA.

http://sealevel.jpl.nasa.gov/images/l2-main-content-top.gif

L’Oceano Pacifico ha due modalità, una modalità caldo e una modalitá fredda ed ognuno ha un ciclo di 25 – 30 anni. Le fluttuazioni dei ghiacci sono guidati dai cambiamenti climatici, che sono guidati da temperature superficiali dell’oceano (DOP).

Vi è quindi una correlazione diretta tra la modalità DOP e la temperatura globale.

Nel 1999, la DOP passa dal suo modo caldo al suo modo freddo. I cambiamenti della DOP suggeriscono questo:
1.La DOP è un modello ciclico regolare con una alternanza dei modi caldo e freddo ogni 25-30 anni
2. La DOP è accuratamente abbinata alle fasi calde e fredde del cambiamento climatico globale nell’ultimo secolo e può essere utilizzato come strumento di previsione.
3. L’ultimo cambio della DOP dal caldo al freddo é avvenuto nel 1999.
4. Ogni volta che la DOP è cambiata da una modalità all’altra, é rimasta in quella modalità per 25-30 anni.
5. Con la DOP in modo freddo per altri diversi decenni, ci si può aspettare un altro decennio di raffreddamento.

Tre sono gli scenari possibili:
(1) raffreddamento globale simile a quello del raffreddamento globale del 1945-1977,
(2) raffreddamento globale simile al periodo di raffreddamento 1880-1915,
(3) raffreddamento globale simile a quello del minimo di Dalton dal 1790 al 1820.

Una quarta possibilità è che noi possiamo essere vicini a un altro minimo di Maunder e a un altra Little Ice Age. Il tempo ci dirà quale curva è corretta.

Che il riscaldamento globale è finito, almeno per qualche decennio, potrebbe sembrare un sollievo. Tuttavia, la cattiva notizia è che il raffreddamento globale è ancora più dannoso per gli esseri umani che il riscaldamento globale.
Concludendo, numerosi periodi di riscaldamento di breve durata ed episodi di raffreddamento molto più intensi si sono verificati durante l’ultima era glaciale, nessuno dei quali potrebbe essere stata causata dalle variazioni di CO2 atmosferica. . .

I cambiamenti climatici come mostra la geologia registrano un andamento regolare del riscaldamento e del raffreddamento che si alternano con un periodo di 25-30 anni negli ultimi 500 anni.
Vi é una forte correlazione tra le variazioni solari, la DOP, l´avanzare e il ritirarsi dei ghiacci, e questa correlazione ci permette di progettare un modello climatico globale coerente per il futuro.
E il modello ci dice che dobbiamo aspettarci un raffreddamento globale per i prossimi 2-3 decenni che sarà molto più dannoso per l´umanitá di quanto sarebbe stato il riscaldamento globale.

Ho cercato di ridurre al massimo l´estensione dell´articolo, spero sia comprensibile lo stesso.

SAND-RIO

È l’inizio di una nuova Piccola Era Glaciale (PEG)?

Come molti lettori di NIA sanno, i primi astrofisici che portarono una prova tangibile della possibilità di un prossimo raffreddamento climatico planetario furono proprio Livingston e Penn intorno al 2005 con il loro famoso lavoro “Sunspots may vanish by 2015”.
In esso si notava che le macchie solari osservate in uno studio esteso dal 1990 al 2005 stavano diventando sempre più “calde”, tendendo totalmente a sparire seguendo una funzione lineare a pendenza discendente.
Un fenomeno di scomparsa delle macchie solari ben noto durante il Minimo di Maunder, che provocò tra le più gravi carestie in Europa, per la mancata maturazione delle coltivazioni.

Lo studio molto coraggioso nel pieno del Riscaldamento Globale sollevò enormi polemiche nel mondo scientifico, ma negli anni successivi trovò sempre più conferme ed ora rappresenta un punto di riferimento della fisica solare.
Ma negli anni successivi al 2005, furono molti gli scienziati che, da discipline diverse dalla fisica solare, puntarono il dito sulla possibilità di una nuova Piccola Era Glaciale incombente.

Tra questi va ricordato Víctor Manuel Velasco Herrera che è un ricercatore accademico molto conosciuto dell’Istituto di Geofisica dell’Università Autonoma Nazionale del Messico (UNAM).

Egli già alla fine del 2007 dopo aver effettuato profondi studi sul Perito Moreno, uno tra i più stabili ghiacciai del mondo e dalle cospicue dimensione (200 chilometri quadrati), posto sulle Ande tra Argentina e Cile, suggerì, in base ai dati di avanzamento e crescita del ghiacciaio, la fine del periodo di Riscaldamento Globale.

Disse, inoltre, che il mondo stava vivendo una fase di transizione in cui l’attività solare stava diminuendo notevolmente, tale da avviare entro pochi anni una nuova Piccola Era Glaciale della durata di 60-80 anni, come durante il Minimo di Maunder (1635-1715), ma che poteva subentrare anche in 30-40 anni in base ai dati statistici desunti dal ghiacciaio.
Successivamente Herrera corresse il tiro, in base al manifesto minimo solare ed ai nuovi dati elaborati nel suo studio, fissò nel 2010 l’inizio della nuova era glaciale.

Velasco Herrera ha da sempre studiato i periodi glaciali ed interglaciali che la Terra ha sperimentato in relazione alla variabilità solare, formulando la sua teoria, che quantifica in circa cinque anni il verificarsi del danno climatico conseguente alla diminuzione dell’attività solare. Infatti, a causa della ridotta attività solare, la temperatura media globale scenderà, secondo i suoi studi, da 0.2 gradi fino ad 1,0 gradi centigradi in 5 anni e questo causerà una notevole mutazione delle condizioni climatiche in tutto il mondo. In particolare ha sottolineato il conseguente violento impatto sull’agricoltura del nostro pianeta, sottoposta a seconda della localizzazione geografica, sia a fenomeni di siccità che a fenomeni di eccessiva piovosità, mettendo in crisi l’attuale equilibrio produttivo globale.

Per il Messico, il suo paese, l’eventualità sarebbe stata di varie inondazioni, come è sempre successo storicamente in quelle regioni durante le varie piccole ere glaciali che hanno congelato l’Europa.
Per questo Herrera ha anche allertato il suo governo talché le infrastrutture nazionali possano essere preparate nelle prossime decadi, per riuscire ad adattarsi alle nuove condizioni climatiche.

Molto interessante la sua teoria, per nulla campata in aria, del verificarsi di gravi pandemie nella popolazione mondiale durante i minimi solari.
In realtà direi che non è azzardata l’ipotesi di una correlazione tra pandemie, ossia epidemie di malattie contagiose che interessino contemporaneamente più aree geografiche, e minimo solare.

Il minimo solare causa un abbassamento generale delle temperature, ma anche aumento delle precipitazioni e del clima umido, favorendo la maggior esposizione delle persone a perfrigerazioni e malattie respiratorie. Ricordo che, dopo i tumori e le malattie circolatorie, la terza causa di morte nei paesi occidentali sono le malattie respiratorie.
Il clima gioca un ruolo fondamentale nello svilupparsi di alcune virosi respiratorie perché riescono a sopravvivere nell’uomo solo con un clima freddo e non resistono al clima caldo e secco.

Ma egli ha citato anche varie associazioni di situazioni pandemiche diverse associate a minimi solari storici, delle quali non possiamo farne resoconto completo qui, ma un esempio valga per tutti: “Il minimo di Wolf” (1280-1350).
Parliamo, pertanto, della pandemia di peste nera che, è storicamente provato, seguì all’abbassamento della temperatura che provocò gravi carestie in Europa per la perdita dei raccolti. Questo non solo affamò la popolazione riducendo le difese immunitarie, ma le pulci, vettori del bacillo della peste, cominciarono ad attaccare l’uomo e non solo i roditori, che affamati e ridotti di numero dalle campagne povere migrarono verso le città, diffondendo la malattia. La peste nera durante il Minimo di Wolf provocò la morte di quasi un terzo della popolazione in Europa, ossia milioni di individui.

Di recente si sono cominciate a sentire anche delle voci dall’Europa su questo tema che appaiono altrettanto inquietanti.
Tra questa la voce del celebre fisico accademico croato Vladimir Paar.
Il prof. Paar rappresenta un’istituzione nell’Accademia Croata delle Scienze e delle Arti di Zagabria. Ha un attivo di circa 600 pubblicazioni scientifiche e dispone di una vasta equipe di scienziati alle sue spalle, che lui dirige.

Paar avvisa anche lui che la prossima Era Glaciale potrebbe iniziare entro cinque anni, ma ne traccia un quadro ancora più drammatico. Egli descrive un’Europa nella morsa dei ghiacci in cui “il blocco sarà così completo che la gente sarà in grado di andare a piedi dall’Inghilterra all’Irlanda o nel Mare del Nord dalla Scozia al Nord Europa”.
Vladimir Paar ha impiegato decenni analizzando le ere glaciali precedenti in Europa e che cosa le ha determinate ed esprime l’opinione che “La maggior parte dell’Europa finirà sotto il ghiaccio, tra cui Germania, Polonia, Francia, Austria, Slovacchia e una parte della Slovenia”.

La domanda che i viene subito in mente è: cosa accadrà alla gente dei paesi dell’Europa Centrale che si ritroverà sotto questo ghiaccio?
Il professore croato ha una risposta pronta “Possono migrare a sud o restare, ma con un enorme incremento dei consumi energetici”, ha avvertito.
“Questo potrebbe succedere in 5, 10, 50 o 100 anni, o anche più tardi. Non possiamo prevederlo con esattezza, ma arriverà” ed ha aggiunto “Quello che voglio dire è che il riscaldamento globale è un fenomeno naturale. Circa 130.000 anni fa, la temperatura della terra è stata la stessa di ora, il livello di CO2 era quasi la stessa e il livello del mare era quattro metri più alto”.

A questo punto ritengo che il dibattito sull’origine umana o no del Riscaldamento Globale sia ormai una questione di lana caprina e sia spazzato via dalla nuova Piccola Era Glaciale incombente.
Nei prossimi articoli le dichiarazioni di altri scienziati che prevedono una Piccola Era Glaciale (PEG).

Fonti pricipali:

http://www.oem.com.mx/laprensa/notas/n1010422.htm

http://impreso.milenio.com/node/8091916

http://www.hazu.hr/~paar/

http://www.croatiantimes.com/news/General_News/2010-02-10/8836/Croat_scientist_warns_ice_age_could_start_in_five_years

Pablito

Questa è la lista degli scienziati solari e non che hanno predetto un Grand Minima e un Global Cooling

Questo articolo era già pronto in bozze da tempo, di certo oggi come oggi dopo lo scandalo Climate Gate, speriamo che alla voce di tanti studiosi che venivano offuscati dal sistema pro-AGW, venga dato lo spazio e l’attenzione che si meritano!

1. Dr. Habibullo I. Abdussamatov: Russian Academy of Scientists. Head of space research at the Pulkova Observatory, St. Petersburg.

Comment: RIA Novosti, August 25, 2006: “Khabibullo Abdusamatov e i suoi colleghi hanno affermato che un periodo di forte raffreddamento simile a quello della Piccola Era Glaciale potrebbe partire dal 2010-2015 e toccare il suo picco nel 2055-2060 a causa di un profondissimo minimo solare del tutto simile al Maunder.”

2. David Archibald. Summa Development Limited. (Australia).

From his paper: Archibald, D.C., (2006), Solar Cycles 24 and 25 and predicted climate response, Energy and Environment, Vol.17, No.1.

“Basato sul fatto che sia il ciclo 24 che il 25 avranno un picco di 50 SSN , c’è da aspettarsi un declino della temp globale di 1.5°C intorno al 2020.”

3. Dr. O.G.Badalyan, and Dr.V.N. Obridko, Institute of Terrestrial Magnestism. Russia, Dr.J.Sykora. Astronomical Institute of the Slovak Academy of Sciences, Slovak Republic.

From their paper: Balalyan, O.G., V.N. Obridko, and J. Sykora, (2000), Brightness of the coronal green line and prediction for activity cycles 23 and 24, Solar Physics, 199: pp.421-435.

Comment from paper: “Un lento aumento dell’attività del ciclo 23 ci permette di affermare che il prossimo ciclo 24 avrà un picco SSN pari a 50 equivalente al Minimo di Dalton.”

4. Dr. B. P. Bonev, Dr. Kaloyan M. Penev, Dr. Stefano Sello.

From their paper: Bonev, B.P., et. al., (2004), Long term solar variability and the solar cycle in the 21st century, The Astrophysical Journal, Vol. 605, pp.L81-L84.

“Siamo arrivati alla conclusione che la presente epoca di riscaldamento globale è al termine a causa dell’inizio di un lungo periodo di bassissima attività solare”

5. John L. Casey, Director, Space and Science Research Center. Orlando, Florida

From the center’s research report: Casey, John L. (2008), The existence of ‘relational cycles’ of solar activity on a multi-decadal to centennial scale, as significant models of climate change on earth. SSRC Research Report 1-2008 – The RC Theory, www.spaceandscience.net.

“Come risultato della nostra teoria, si può predire che il prossimo minimo solare potrebbe partire entro i prossimi 3-14 anni e durare per 2-3 cicli solari. Abbiamo stimato che ci sarà un calo della temperatura globale di 1-1.5°C se non maggiore,almeno come accadde durante il minimo di Dalton.

6. Dr. Peter Harris. Engineer, retired, Queensland, Australia.

Dalla sua analisi dei cicli glaciali e interglaciali egli ha concluso che c’è la probabilità del 94% di un imminente Global Cooling e dell’inizio di una nuova era glaciale.

7. Victor Manuel Velasco Herrera. Researcher at the National Autonomous University of Mexico.

Questo il suo commento rilasciato ad agosto 2008: “… in 2 anni o poco più inizierà un periodo di global cooling che sfocerà in una piccola era glaciale che durerà per 60-80 anni”

8. Dr’s. Y.T.Hong, H.B. Jiang, T.S. Liu, L.P.Zhou, J.Beer, H.D. Li, X.T.Leng, B.Hong, and X.G. Qin.

From their paper: Response of climate to solar forcing recorded in 6,000-year (isotope) O18 time-series of Chinese peat cellulose. The Holocene 10.1 (2000) pp. 1-7.

Mostrando la loro ricerca sulle misurazioni dell’ isotopo O18 che era più elevato durante i periodi più freddi del clima terrestre hanno concluso che: ” Se il trend dell’O18 dopo il 1950 continua così…il prossimo massimo dell’O18 ce lo aspettiamo tra il 2000 ed il 2050 con conseguente diminuzione della temp globale”

9. Dr. Boris Komitov, Bulgarian Academy of Sciences, Institute of

Astronomy, and Dr. Vladimir Kaftan: Central Research Institute of Geodesy, Moscow.

From their paper: Komitov, B., and V. Kaftan, (2004), The sunspot activity in the last two millennia on the basis of indirect and instrumented indexes: time series models and their extrapolations for the 21st century, paper presented at the International Astronomical Union Symposium No. 223.

Commento alla loro ricerca: “Dalle nostre estrapolazioni per il 21° secolo, ne viene fuori che un minimo solare supercentenario avverrà entro le prossime decadi. Esso sarà simile al minimo di Dalton, ma probabilmente più lungo…”

10. Dr. Theodor Landscheidt (1927- 2004), Schroeter Institiute for Research in Cycles of Solar Activity, Canada)

Questo il suo commento dopo lunghi anni di ricerca sull’attività solare: ” Contrariamente a quanto affermato dall’IPCC riguardo l’inquinamento antropico come causa del riscaldamento globale, io affermo invece che ci sarà un lungo periodo i global cooling chetoccherà la sua fase massima intorno al 2030..”

11. Dr. Ernest Njau: University of Dar es Salaam, Tanzania.

From his paper: Njau, E., (2005), Expected halt in current global warming trend?, Renewable Energy, Vol.30, Issue 5, pp.743-752.

Commento dal suo lavoro: “…la media della temp globale ha toccato il suo picco nel 2005, dopo del quale noi ci aspettiamo un netto trend di decrescita…”

12. Dr. Tim Patterson: Dept. of Earth Sciences, Carleton Univ., Can.

Da un articoloal Calgary Times: May 18, 2007: ” Entro il 2020 il ciclo 25 sarà il più debole dopo la piccola era glaciale…”

13.Dr’s. Ken K. Schatten and W.K.Tobiska.

From their paper presented at the 34th Solar Physics Division meeting of the American Astronomical Society, June 2003:

“Il risultato sorprendente delle nostre predizioni sui cicli solari è un rapido declino dell’attività solare, a partire dal cclo numero 24. Se questo trend continuasse noi potremmo rivivere un altro Minimo stile Maunder…”

14. Dr. Oleg Sorokhtin. Merited Scientist of Russia and Fellow of the Russian Academy of Natural Sciences and researcher at the Oceanology Institute.

Dai suoi ultimi articoli riguardanti i cambiamenti climatici egli ha affermato: ” Gli astrofisici conoscono 2 cicli solari, di 11 e 200 anni…la Terra ha passato il suo picco del periodo più caldo e presto una nuova fase fredda sopraggiungerà, a partire dal 2012. Il vero freddo arriverà intorno al 2041 quando l’attività solare avrà raggiunto la sua più bassa fase e durerà per almeno 50-60 anni…”

15. Dr’s. Ian Wilson, Bob Carter, and I.A. Waite.

From their paper: Does a Spin-Orbit Coupling Between the Sun and the Jovian Planets Govern the Solar Cycle? Publications of the Astronomical Society of Australia 25(2) 85-93 June 2008).

“Riteniamo che il livello di attività solare diminuirà significativament nella prossima decade e rimarrà bassa per circa 20-30 anni. Tutte le volte che il sole ha avuto scarsa attività prolungata ne passato, le temperature sono scese mediamente di 1-2°C”

16. Dr’s. Lin Zhen-Shan and Sun Xian. Nanjing Normal University, China

From their paper in Meteorology and Atmospheric Physics, 95,115-121: Multi-scale analysis of global temperature changes and trend of a drop in temperature in the next 20 years.

“…Noi crediamo che i cambiamenti climatici globali entreranno in una fase di raffreddameto globale nei prossimi 20 anni…”

Questi sono solo stralci del pensiero di alcuni scienziati che ritengono il sole o i cambimaenti naturali intrinseci del pianeta i principali artefici dei cambiamenti climatici e che prevedono una controtendenza delle temperature globali dai prossimi anni in poi. Solo il tempo ci dirà chi avrà ragione, o l’IPCC o i cosidetti “negazionisti”.

Dispiace solo vedere che tra questi scienziati non sia presente il Grande Timo Niroma… Riposa in pace Timo…

Fonte: http://www.spaceandscience.net/sitebuildercontent/sitebuilderfiles/researcherswhopredictsolarhibernationorclimatechangetocoldera9-22-08.doc

Simon

Quando il mondo andava incontro ad una nuova Era Glaciale


Non parleremo di chissà quali tempi antichi, e non ci sarà nessuna ricostruzione storica delle glaciazioni, in questo articolo vogliamo solo parlare del periodo nel quale gli scienziati di tutto il pianeta prevedevano una nuova imminente Era Glaciale in arrivo, gli anni 70.

In quel periodo, forse molti non lo sanno, il mondo era in subbuglio per i possibili cambiamenti climatici che avrebbero stravolto la terra e i politici erano impegnati a cercare delle soluzioni, il “clima” non era molto diverso da quello odierno, tutte le notizie erano portate all’esasperazione ed al catastrofismo, tutti incolpavano le attività umane di questi imminenti cambiamenti, ma diversamente da quanto accade oggi lo si faceva per il motivo esattamente opposto, ovvero l’abbassamento delle temperature.

Come detto prima la colpa anche in questo caso fu attribuita all’uomo che con il suo inquinamento atmosferico impediva alla radiazione solare di entrare normalmente nell’atmosfera e di “scaldare” la superficie del pianeta.

Questo era il grafico delle temperature rilevate negli Stati Uniti, il trend era chiaro.

mentre questa immagine ci mostra come effettivamente quel periodo vide un vistoso Global Cooling:

ovviamente noi sappiamo come è andata a finire loro invece, fatemelo dire, non ne avevano una idea, e molto probabilmente neanche adesso sanno veramente se quello che dicono ha un fondamento scientifico o no.

Ovviamente è inutile ripeterlo, ma lo dico lo stesso, non credete ai catastrofismi e alle estremizzazioni che ogni giorno ci vengono proposte, la verità sappiamo sta sempre in mezzo, la natura fa quello che vuole, l’inquinamento umano non porta ne ad una Era Glaciale ne alla fusione totale dei Poli.

Ora vi proponiamo questo articolo pubblicato il 28 Aprile 1975 e tradotto dal nostro nuovo collaboratore, l’utente SAND-RIO.

Adesso fatevi qualche risata, ma pensate anche alla gente che leggeva questi articoli in quel periodo, e riflettete sulla situazione odierna:

IL RAFFREDDAMENTO DEL MONDO

Vi sono segni inquietanti che i modelli climatici della terra hanno iniziato a cambiare drammaticamente, e che questi cambiamenti potrebbero preannunciare un drastico calo nella produzione di cibo con gravi implicazioni politiche per quasi tutti i paesi del mondo. Il crollo della produzione di cibo potrebbe iniziare molto presto, probabilmente tra 10 anni. Le regioni destinate a subire il suo impatto sono i grandi paesi produttori di grano Canada e Unione Sovietica nel nord, insieme ad un certo numero di aree tropicali marginalmente autosufficienti – parti dell’India, Pakistan, Bangladesh, Indocina e Indonesia – dove la stagione della crescita delle coltivazioni dipende dalle piogge monsoniche.
Le prove a sostegno di queste previsioni stanno cominciando ad accumularsi cosí massicciamente che i meteorologi fanno fatica per riuscire a tenerne il passo.

In Inghilterra, i coltivatori hanno visto la loro stagione di coltivazione ridursi di circa due settimane a partire dal 1950, con una perdita globale in produzione di grano fino a 100.000 tonnellate annue. Nello stesso periodo, le temperature medie intorno all’equatore sono salite di una frazione di 1° grado – una frazione che in alcune aree può significare siccità e desolazione. Lo scorso aprile, nella più devastante ondata di tornado mai registrata, 148 trombe d’aria hanno ucciso più di 300 persone e causato danni per mezzo miliardo di dollari in 13 stati degli Stati Uniti.


Per gli scienziati, questi incidenti apparentemente scollegati rappresentano il primo segnale di cambiamenti fondamentali nel clima del pianeta. Il fatto principale è che dopo tre quarti di secolo di condizioni straordinariamente miti, il clima della Terra sembra si stia raffreddando. I meteorologi non sono d´accordo sulle cause e sull’estensione della tendenza al raffreddamento, nonché sulle sue conseguenze specifiche sule condizioni meteo locali, ma sono pressochè unanimi nel prevedere che questa tendenza ridurrà la produttività agricola nel resto del secolo. Se il cambiamento climatico è così profondo come alcuni dei pessimisti temono, le conseguenti carestie potrebbero essere catastrofiche. “Un importante cambiamento climatico porterebbe a modifiche e adeguamenti economici e sociali su scala mondiale”, avverte un recente rapporto della National Academy of Sciences, “perchè i modelli globali di produzione alimentare e della popolazione così come si è evoluto è implicitamente dipendente dal clima di questo secolo”.
Una ricerca completata l’anno scorso dal dott. Murray Mitchell del National Oceanic and Atmosferic Administration rivela un calo di mezzo grado nella temperatura media della terra nell’emisfero nord tra il 1945 e il 1968. Secondo George Kukla della Columbia University, le foto satellitari indicano un improvviso e forte incremento nella copertura della neve nell’emisfero nord durante l’inverno 1971-72. E uno studio, pubblicato il mese scorso da due scienziati del NOAA, rileva come la quantità di luce solare che raggiunge la superficie degli USA è diminuita dell’1.3% tra il 1964 e il 1972.
Per il profano, i cambiamenti relativamente piccoli di temperatura ed esposizione al sole, possono essere molto fuorvianti. Reid Bryson dell’Università del Wiscounsin fa notare che la temperatura media della terra durante le grandi ere glaciali era solo di circa 7 gradi più bassa di quella delle sue epoche più calde, e che l’attuale calo ha portato il pianeta a circa un sesto del percorso verso temperature da era glaciale. Altri considerano il raffreddamento come un ritorno alle condizioni della “piccola era glaciale”, condizione che causò inverni rigidi nella maggior parte dell´Europa e del Nord America tra il 1600 e il 1900 – anni in cui il Tamigi ghiacciava così profondamente che i londinesi arrostivano la carne sul ghiaccio e le slitte correvano sul fiume Hudson fino a quasi a sud di New York.


Ciò che scatena le ere glaciali minori o maggiori rimane un mistero: “La nostra conoscenza dei meccanismi del cambiamento climatico è altrettanto frammentaria come lo sono i dati a nostra disposizione” ammette il National Academy of Sciences. “Non solo le questioni scientifiche fondamentali restano in gran parte senza risposta, ma in molti casi non ne sappiamo abbastanza per porre domande chiave.


I meteorologi pensano di poter prevedere i risultati a breve termine di un ritorno alla normalità del secolo scorso. Cominciano con l´osservare un leggero calo nella temperatura globale che produce un gran numero di centri di pressione nell’ atmosfera. Questi spezzano il flusso dei venti occidentali sulle aree temperate. L’aria stagnante così prodotta provoca un aumento negli eccessi del clima locale come siccità, inondazioni, periodi di secco, monsoni in ritardo, lunghe gelate e persino innalzamenti locali della temperatura – tutti aventi dirette conseguenze nella produzione di cibo.


“Il sistema mondiale di produzione di cibo”, avverte il dott. James D. McQuigg del Centro per la Valutazione Climatica e Ambientale del NOAA, “è molto più sensibile alla variabile meteo di quanto non lo fosse solo cinque annni fa.” Inoltre, la crescita della popolazione mondiale e la creazione di nuovi confini nazionali rende impossibile per le opolazioni affamate di migrare dai loro campi devastati, come fecero nel passato.
I climatologi sono pessimisti sul fatto che i leader politici possano prendere qualche provvedimento per compensare il cambiamento climatico, o anche solo per diminuirne gli effetti. Loro ammettono che alcune delle soluzioni proposte più spettacolari, come sciogliere la calotta artica coprendola di fuliggine nera o la deviazione di fiumi artici, potrebbero creare problemi molto più grandi di quelli che risolverebbero. Ma gli scienziati vedono pochi segni che rivelano che i leader dei governi di ogni nazione siano disposti a prendere alcune semplici misure come creare riserve di cibo o introdurre la variabile dell’incertezza climatica nelle loro previsioni economiche sulle future scorte di cibo. Più lungo é il ritardo dei pianificatori, più difficile sarà per loro tener testa ai cambiamenti climatici, una volta che i risultati diventeranno una dura realtà.

Peter Gwynne

Newsweek, 28 Aprile 1975

Questo il link dove consultare la pagina originale dell’articolo ( in Inglese ): http://globalwarmingisunfactual.files.wordpress.com/2009/03/globalcooling.jpg

FABIO