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Il Sole sta andando incontro ad un nuovo Minimo di Maunder, ed il Pianeta verso una lunga fase di Global Cooling?

Prima di leggere questa seconda parte, tratta dagli studi dello scienziato russo Abdussamatov, vi invito a leggervi la prima parte scritta ormai mesi fa in cui veniva spiegato il perchè il sole attraversa delle fasi bisecolari di maggiore o minore attività, definito come “progetto Astrometria”:

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/06/26/sveliamo-qui-i-retroscena-della-previsione-dei-futuri-cicli-solari-dello-scienziato-solare-russo-abdussamatov/

In questa seconda parte invece l’autore mette in risalto quelli che potrebbero essere gli effetti sul clima se andassimo davvero incontro, come lui sostiene, ad una fase di bassissima attività solare paragonabile al Minimo di Maunder. Mi si perdonino eventuali errori di ortografia od imprecisioni di traduzione, come sempre ci ho messo il massimo.

Buona lettura, SIMON

L’evento più rilevante nel corso del XX secolo è stato un livello elevato di attività solare sotto forma di un costante ed irregolare incremento della TSI.

Un analogo incremento del flusso di radiazione solare come quello avvenuto nel XX secolo non è mai stato osservato negli ultim 700 anni. Tuttavia, il suo effetto – l’ormai ben noto riscaldamento globale – non è un fatto anormale, ma un evento assolutamente regolare e naturale per la Terra. Il clima della Terra è sempre cmbiato periodicamente e il nostro pianeta ha già sperimentato diverse fasi di riscaldamento globale, simili a quella che stiamo osservando. Gli episodi di riscaldamento globale sono sempre stati seguiti da episodi di forte raffreddamento con intervalliregolari. Infatti, né un profondo raffreddamento, né un riscaldamento globale possono durare più di quanto consentito dalle corrispondenti variazioni bi-secolari delle dimensioni e della luminosità del sole.

Il riscaldamento globale osservato tra i secoli XI-XIII, avvenuto durante una fase di aumento a lungo termine della STI e delll’attività delle macchie solari, chiamato “Little Climatic Optimum”, che è simile al riscaldamento globale osservato oggi o addirittura anche più intenso, ha causato gravi cambiamenti climatici. Durante quell’ Età sono stati coltivati dei vigneti in Scozia, la Groenlandia si è presa il nome di Terra Verde ed è stata abitata dai Normanni dalla fine del X – agli inizi dell’XI secolo. L’Europa ha goduto di una crescita economica che ha dato origine al Rinascimento, l’Asia centrale ha attraversato il periodo migliore della sua storia.

L’ultima fase di diminuzione della temperatura globale (la fase fredda nota come Piccola Era Glaciale) è stato osservato, non solo in Europa, Nord America e Groenlandia, ma anche in qualsiasi altra parte del mondo durante il minimo di Maunder tra il 1645 e il 1715. Tutti i canali nei Paesi Bassi erano congelati, i ghiacciai si rimpadronirono della Groenlandia e le persone sono state costrette a lasciare i loro insediamenti per diversi secoli. Il fiume Tamigi a Londra e la Senna a Parigi, erano congelati ogni anno. L’umanità ha sempre prosperato durante i periodi caldi e ha sofferto durante quelli freddi. Il clima non è mai stato stabile e non lo sarà mai.

Il Flusso solare che colpisce la Terra ha già iniziato a calare sin dagli anni ’90. Secondo le nostre stime, il solar flux raggiungerà il suo minimo nel 2042 ± 11 anni e, in contrasto con l’attuale opinione comune, questo porterà alla caduta globale della temperatura e ad un raffreddamento del clima simile a quello osservato durante il Minimo di Maunder.

Entro la metà del secolo, la carenza di energia solare ricevuta dalla Terra, seguendo l’analogia del minimo di Maunder, potrà essere di un valore tra lo 0,2% e i 3 W per un metro quadrato di superficie degli strati atmosferici esterni in relazione alla massimo livello medio del 1980. Ma inizialmente, dato il fatto che l’ampiezza di variazione della STI è di circa 0,07% nel corso di un ciclo di 11 anni, la sua influenza sul clima sarà inibita dall’inerzia termica degli oceani. Ma se una diminuzione dell’ ampiezza della TSI durerà per due cicli successivi, il clima eventualmente cambierà di conseguenza, ma con un ritardo di 17 ± 5 anni a causa sempre della inerzia termica degli oceani.

Durante il trascorso ciclo di 23 che è durato circa il 12,5 anni, ogni metro quadrato degli strati esterni dell’atmosfera hanno ricevuto in media 0,19 W in meno di energia solare in relazione alla quantità di energia solare ricevuta nel precedente ciclo di 22. Ogni anno questa carenza costituisce un 6 x 10 6 J per ogni metro quadrato degli strati esterni dell’atmosfera della Terra.

Gli strati esterni dell’emisfero terrestre diretto verso il sole (the Earth disc) con un’area di 127,5 x 10 6 chilometri quadrati hanno visto una carenza di 24 milioni di megajoule di calore nel corso degli ultimi ~ 12,5 anni. Questa è una prova inconfutabile del fatto che il Sole ha smesso di scaldare la Terra come ha fatto in passato e che il nostro pianeta sta vivendo una carenza di energia solare nel corso degli ultimi 12,5 anni, paragonabile alla potenza di 21 milioni di centrali nucleari. Quindi, il nostro pianeta oggi vive in condizioni di “Sole Freddo”.

Di conseguenza, l’umanità non deve aspettarsi una catastrofica fusione del ghiaccio. Noi anzi ci aspettiamo una crescita delle calotte di ghiaccio ai poli. È praticamente già iniziata da ora: l’area di copertura di ghiaccio nell’ Arctico, andando contro tutte le previsioni, è aumentato da settembre 2007 a settembre 2008 di 390 mila chilometri quadrati. (Ed aggiungo io in quanto l’autore non poteva ancora saperlo quando ha scritto questo articolo, l’artico ha poi continuato a recuperare anche quest’anno rispetto il 2008)

Alcuni ricercatori britannici danno la colpa alla Nina per il raffreddamento in corso. Questo fenomeno è dato da una riduzione della temperatura degli strati superficiali della zona centrale e orientale dell’Oceano Pacifico, ciclicamente osservato in prossimità delle coste dell’ Ecuador, Perù e Colombia. L’insieme di processi che accompagnano La Nina e le corrispondenti interazioni tra atmosfera e oceano portano a un calo anomalo della temperatura di superficie dell’oceano in media da 0,5-1 gradi Celsius. Il fenomeno diametralmente opposto si chiama El Nino ed è caratterizzato da un aumento anomalo della temperatura superficiale del mare. Entrambi i fenomeni sono ugualmente difficili da spiegare e prevedere. Ci sono alcuni fisici americani che studiano El Nino e La Nina, che suggeriscono che questi fenomeni possono essere entrambi causati da fluttuazioni a breve termine nell’ambito di un ciclo naturale detto “Super Nino”.

Noi invece riteniamo che sia La Nina che El Nino e il Super Nino sono di origine naturale e sono causati dalle fluttuazioni della radiazione dei cicli di 11 anni e di 2 secoli del sole. La variazione dell’intensità della radiazione solare che raggiunge la superficie del mare a causa della sovrapposizione o dei cicli brevi (11 anni) o dei Grandi Minimi fa sì che vi sia un corrispondente riscaldamento o raffreddamento degli suoi strati superiori marini. C’è infatti una correlazione temporale tra questi fenomeni e le variazioni cicliche dell’attività solare.

La tendenza alla diminuzione della temperatura globale della Terra che è iniziata nel 2006-2008, andrà incontro ad una pausa di decrescita temporanea nel 2010-2012. L’aumento della TSI all’interno di un ciclo breve come il solar cycle 24 è previsto essere compensato dalla diminuzione della TSI durante l’inizio del ciclo del Gran Minima dei “2 secoli”. Infatti solo la diminuzione della TSI all’interno del ciclo 24 accompagnata da una riduzione costante della TSI quando inizierà il vero Grande Minimo nel 2013-2015 porterà ad un stabile raffreddamento del nostro pianeta, che si prevede che raggiungerà il suo minimo nella fase di un profondo raffreddamento entro il 2055-2060 ± 11 (Abdussamatov HI Izv KrAO. 2007. 103. No. 4. p. 292-298). Il raffreddamento potrà essere simile a quello che si è osservato in tutta Europa, Nord America e Groenlandia nel 1645-1715, durante il Minimo di Maunder, quando la temperatura è scesa di 1-1,5°C. Questo periodo di raffreddamento globale durerà per circa 45-65 anni e il riscaldamento arriverà di nuovo dopo che si sarà entrati nell’altra fase bisecolare dei cicli solari. Il periodo di raffreddamento dovrebbe essere regolarmente sostituito di nuovo da un periodo di riscaldamento entro l’inizio del 22° secolo. Una previsione del raffreddamento globale entro la metà del 21 ° secolo e del nuovo ciclo solare di 200 anni a cui farà seguito ancora una fase di riscaldamento globale agli inizi del 22° secolo, è mostrato nella figura sotto:

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I cambiamenti della TSI quindi esercitano un ruolo fondamentale per il clima mondiale. Se la TSI diminuise di 1.0W/m2, la temperatura della Terra scenderebbe di 0.2°C. E se la temperatura diminuisse di 0.2°C, ciò causerebbe un aumento dell’effetto albedo terrestre di 0,003 dovuto all’umento dei ghiacciai artici ed antartici.

Dai nostri calcoli il cambiamento dell’effetto albedo terrestre, esercita un forte influsso sulle variazioni di temperatura del Pianeta. Nel caso in cui l’albedo crescesse di o,o1, la media annua delle temp globali scenderebbe di 0.7°C. L’effetto albedo è dunque il regolatore termico del mondo.

Secondo i nostri calcoli ed anche secondo quelli dei nostri colleghi stranieri, l’influenza del cambiamento della TSI all’interno dei cicli solari bisecolari, da sola conta a giustificare solo per la metà i cambiamenti climatici della Terra. Tuttavia rappresenta l’unica fonte di energia in grado di influenzare poi l’intero meccanismo climatico. Ma l’altra metà è data dagli effetti secondari che un calo costante e prolungato della TSI comporta, quando appunto si entra nella fase dei Grandi Minimi bisecolari. Infatti una diminuzione della TSI comporta anche un calo dei gas ad effetto serra quali la CO2 ed il vapor acqueo a causa del raffreddamento delle superfici marine.

In conclusione, la diminuzione prolungata della TSI fa aumentare l’effetto albedo e fa diminuire i gas ad effetto serra provocando un abbassamento della temperatura globale. Esistono dei dati che dimostrano che la costante decrescita dell’albedo terrestre durante il periodo 1984-2000 a causa dell’aumento della TSI (forti cicli solari nel 20° secolo), hanno contribuito all’incremento delle temperature terrestri.

La STI è entrata in una fase di discesa già dal 1990, ma l’inerzia termica degli oceani ha provocato il riscaldamento globale osservato negli ultimi anni. Questo perchè il noro pianeta ha accumolato un quantitativo di energia notevole e anomalo nel corso degli ultimi 50 anni del 20° secolo. Dai primi anni del 1990, abbiamo iniziato ad disperdere l’energia accumulata. Improvvisamente i climatologi hanno rilevato che nel 2003 gli strati superiori dell’oceano hanno iniziato a raffreddarsi. Il calore accumulato dagli oceani è comunque tutt’ora in una fase di pausa.

Questa è una prova inconfutabile del fatto che i cambiamenti climatici sulla Terra sono direttamente influenzati dalle variazioni dei cicli solari bisecolari e la conferma di tutto ciò è che la Terra ha già raggiunto nel periodo 1998-2005 la fase di massimo riscaldamento globale causato principalmente da un insolitamente elevato e prolungato aumento del flusso di energia solare nel corso del XX secolo quasi tutto.

In questo grafico è quello che ci aspettiamo per i prossimi anni:

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Praticamente oggi stiamo attraversando un periodo di stasi, in cui come le temp non crescono, così non scendono. La stabilizzazione delle temp globali dal 1998 al 2005 e la sua tendenza al ribasso tra il 2006 ed il 2008, sono la prova inconfutabile del fatto che il nostro Sole non ha più scaldato come prima e che il GW di origine antropico è solo un mito legendario. I picchi di riscaldamento avutisi con gli anni 1998 e 2005, non sono altro che la conseguenza del picco di attività solare degli ultimi 50 anni.

Ma entro la metà del secolo in corso, le cose cambieranno, ed una nuova Piccola Era Glaciale del tutto simile a quella che si ebbe durante il minimo di Maunder, arriverà! La temp globale calerà anche senza le limitazioni dei gas ad effetto serra da parte dei paesi industrializzati.Ecco perchè il trattato di Kyoto è inutile.

Comunque il cambiamento climatico verso il raffreddamento sarà diseguale in base alla latitudine. A livello equatoriale gli effetti si sentiranno dopo, mentre gli effetti di raffreddamento saranno più evidenti man mano che si sale di latitudine.

In conclusione, i cambiamenti climatici non sono causati dall’uomo!

Un modo intelligente per controbbattere i cambiamenti climatici è anzi quello di mantenere una crescita economica, che ci permetta di sopravvivere sia durante i periodi di GW sia in quelli di GC.

Fonte originale: http://www.gao.spb.ru/english/astrometr/index1_eng.html

Gli Inverni Nella PEG – Ultima parte

C’eravamo lasciati con il Gennaio 1779, mese per antonomasia delle inversioni, ripartiamo a parlare degli inverni della fine del 1700.

Partiamo con l’inverno 1784/85, inverno lunghissimo ( in Inghilterra il più lungo in assoluto ) con episodi nevosi in Europa a quote basse da inizio Ottobre ad inizio Aprile, in Svizzera per esempio il manto nevoso al suolo rimase per circa 150 giorni, ma fu il mese di Marzo che fece scalpore, in gran parte del continente fu il mese più freddo del semestre invernale ed il marzo più freddo di sempre ( anche se in molti osservatori è superato dal Marzo 1845, diciamo quindi che questi due mesi se la giocano alla pari ) soprattutto nell’est dell’Europa, per citare il caso limite, a Praga si raggiunse la temperatura minima di -27.6°C che è tuttora il valore più basso mai raggiunto ( a Praga il mese chiuse abbondantemente negativo, quasi -8°C, che sarebbe stato un valore eccezionale anche per Gennaio ).

Per rimarcare l’incredibile durata di quell’inverno vorrei sottolineare come sia il mese di Ottobre ( 1784 ) che quello di Aprile ( 1785 ) sia entrambi il 2° mese più freddo di sempre per Monaco di Baviera ( quello fu il 5° semestre invernale più freddo di sempre senza però avere nei tre mesi invernali un periodo di gelo intenso ).

Passiamo ora ad un altro inverno lunghissimo, il 1788/89 dove Dicembre risultò essere il più freddo di sempre in Europa, il freddo iniziò però a Novembre dove Londra raggiunse la temperatura di -21°C ( il 25 Novembre ), in Inghilterra sul Tamigi vennero organizzate più fiere sul ghiaccio lungo il l’intero semestre ( a dimostrare della dinamicità di quell’inverno ), in Italia invece gli effetti si sentirono nel mese di Dicembre, dove la laguna veneta rimase gelata per 18 giorni, a fine mese nevicò sia a Roma che a Napoli ( dove l’accumulo raggiunse i 40cm ), gelarono anche i fiumi in Puglia.

Di quell’inverno verrà certo ricordato il capodanno ( forse il più freddo di sempre ) dove Parigi raggiunse la temperatura di -21°C, come detto però il freddo rimase fino a Marzo, per esempio in Olanda a De Bilt il mese ( Marzo 1789 ) chiuse al pari di quello del 1785.

Disposizione Barica nel Dicembre 1788
Disposizione Barica nel Dicembre 1788

Interessantissimo il Giugno 1793 dove nevicò a Padova ( e probabilmente in gran parte del Veneto ) durante i primi giorni del mese.

Passiamo ora all’inverno 1794/95 dove il mese di Gennaio fu uno dei più freddi in Italia, gelò infatti la laguna veneta, in Inghilterra il Tamigi rimase gelato da fine Dicembre ad inizio Marzo ( più di 2 mesi ), mentre in quell’inverno fece scalpore il congelamento di parte del Mare del Nord ( si racconta che la cavalleria francese riuscì ad assalire delle navi olandesi rimaste bloccate tra i ghiacci ).

Segnalo poi un inverno praticamente sconosciuto ( non ho trovato nessuna fonte ), quello del 1798/99, spaventoso per l’est Europa, dove fu il più freddo dell’intera serie ( e di parecchio anche ), per esempio a Praga il mese di Gennaio chiuse a -12.2°C, 2° mese più freddo di sempre ( 1° il Febbraio 1929 con -13.7°C, 3° il Dicembre 1788 con -12.0°C e 4° il Febbraio 1956 con -11.7°C )

Iniziamo con il 1800, la PEG finisce per antonomasia con il 1850, anche se è ovvio che il distacco non è stato netto, si sono verificati episodi di gelo ( anche da record ) nel periodo successivo, però dopo il 1850-1855 i ghiacciai cominciarono a ritirarsi per poi non avanzare più ( se non per qualche piccolo periodo ).

Partiamo subito con l’inverno 1813/14 divenuto famoso per essere l’ultimo su cui sia stata organizzata la fiera sul ghiaccio a Londra sul Tamigi ghiacciato, gelò anche la laguna veneta, il freddo si concentrò principalmente tra Febbraio e Marzo ( in Italia Febbraio fu uno dei più freddi di sempre ).

Quel periodo fu molto secco nel periodo invernale, cosa che faceva da contrasto alle estati notevolmente fresche e piovose, un caso su tutti fu il 1816 conosciuto come l’anno senza estate ( in Italia è l’anno più freddo dal 1700 ), i ghiacciai raggiunsero il picco massimo di avanzata per poi stabilizzarsi e cominciare a ritirarsi come detto dalla seconda metà del secolo.

Citiamo il 1825/26 per aver portato il Tamigi quasi al congelamento totale, ma non tale da poterci passare sopra.

Passiamo ora ad uno degli inverni più famosi, il 1829/30, uno tra i più freddi in assoluto ( battuto solo da pochi altri inverni ) a De Bilt che presenta l’archivio più lungo ( e soprattutto completo ) l’inverno si chiuse come il più freddo dal 1700 ( e quindi 1708/09 compreso ), con una media trimestrale inferiore ai -3°C ( tale valore fu eguagliato con l’inverno 1962/63 che in molti osservatori risulta essere più freddo del 1829/30 ), inverno molto precoce ( Novembre è tra i più freddi di sempre in Europa ) il freddo rimase fino a Febbraio.

Famosissima fu la neve che ricevette la pianura padana, a Bologna l’accumulo al suolo ( non stagionale ) raggiungeva i 2m a fine stagione, in Gennaio si arrivo fino a -16°C ( temperatura che per esempio all’aeroporto fu raggiunta recentemente solo nel Gen-79, nel Gen-85 e nel Feb-91 ) , a Milano l’inverno è il più freddo di sempre con il mese di Gennaio che è il 2° mese più freddo in assoluto.

Il Bimestre Dicembre-Gennaio di quell’inverno è tutt’ora uno dei più freddi per l’Europa.

Disposizione Barica nel Gennaio 1830
Disposizione Barica nel Gennaio 1830

Un altro inverno molto freddo per l’Europa fu il 1837/38 dove Parigi e De Bilt fecero registrare il mese di Gennaio come uno dei più freddi dell’archivio, incredibile come l’Italia sia stata lasciata in disparte, a Milano fu un inverno mite e sopra-media.

Invece in Inghilterra a Londra si raggiunse la temperature minima di -23°C, il Tamigi non gelò, forse per l’escursione termica elevata ( o forse per le stesse cause per cui non gelò nel 1962/63 ).

Concludiamo infine con l’inverno 1844/45, inverno molto freddo ma anche molto tardivo, il freddo intenso iniziò a Febbraio e proseguì fino a Marzo che risultò essere il più freddo per il continente al pari del Marzo 1785, per esempio in molti osservatori Marzo fu freddo quanto Dicembre e molto di più di Gennaio.

Termina qui questa raccolta di inverni del periodo più amato e ambito dai meteo appassionati.

FONTI:

http://it.wikipedia.org/wiki/Inverni_freddi_in_Europa_dal_XV_secolo

http://www.meteogiornale.it/news/archive.php?type=topic&id=189

http://www.wetterzentrale.de/klima/

http://www.tutiempo.net/clima/

Fine

FABIO

Gli Inverni Nella PEG – parte 5

C’eravamo lasciati con l’inverno 1708/09, continuiamo quindi con il resto del 1700 che vide finire la parte più cruenta della PEG ( insieme alla fine del minimo di Maunder ) e quindi con stagioni più miti ( verso la fine del secolo ci saranno alcuni tra gli inverni più miti degli ultimi 500 anni, battuti solo dal 2006/07 ).

Partiamo con l’inverno 1715/16, molto rigido, il Tamigi gela a fine Novembre per scongelarsi solo per i primi di Febbraio, si potè quindi organizzare di nuovo la Fiera dei Ghiacci.

Nel continente è da segnalare il congelamento in due momenti della Senna a Parigi, in Italia invece si registrarono ben 37 nevicate in Piemonte ( da Novembre a Marzo ) con la vegetazione che fiorì solo per i primi di Aprile.

A De Bilt in Olanda il mese del Gennaio 1716 risulta avere un valore di -5°C ( media mensile ), inferiore ai -4.8°C del Gennaio 1709 per esempio.

Aggiungo anche il 1716/17 dove viene segnalata molta neve a Roma, ma nulla più, neanche l’entità dell’accumulo.

Il Tamigi gelò inoltre nel 1728/29 come anche la laguna veneta, ma l’episodio non fu severo, bisogna aspettare il 1739/40 prima di trovare un signor inverno, in Inghilterra il Tamigi gelò per Natale e dopo pochi giorni il ghiaccio permise di organizzarci sopra la Fiera, a Londra la temperatura infatti raggiunse il valore di -22°C e la maggior parte dei fiumi Inglesi gelarono, questo inverno è stato uno dei più freddi per le isole britanniche ( solo il 1962/63 come livelli di freddo è paragonabile a quell’inverno, infatti esso risulta essere il più freddo dal 1741 ).

Nel resto del continente l’inverno non fu da meno, il gelo duro più di 2 mesi e i fiumi rimasero gelati fino a metà Marzo ( a De Bilt il mese di Gennaio chiuse a -4.5°C, mentre a Berlino il bimestre Gennaio-Febbraio chiuse come uno dei più freddi di sempre, -8°C ), la laguna veneta gela nuovamente e a Roma la neve cade abbondante.

Disposizione Barica nel Gennaio 1740
Disposizione Barica nel Gennaio 1740

Curioso l’inverno successivo, il 1740/41 dove il mese di Novembre ( 1740 ) è stato il più freddo del semestre invernale ( quel Novembre è il più freddo della serie sia di De Bilt che di Berlino e probabilmente il più freddo per l’Europa ).

Segnaliamo anche il Gennaio 1744 dove a Palermo l’accumulo stagionale di neve raggiunse il mezzo-metro ( valore mai più neanche avvicinato ),fu però il Gennaio 1755 un mese veramente rigido per l’Italia, con la laguna veneta che ghiacciò per uno spessore di 43cm in profondità, il mese fu secchissimo, infatti non ci sono state precipitazioni nevose, solo l’adriatico grazie allo stau ricevette accumuli discreti, in Inghilterra invece l’inverno si concluse mite, infatti non vengono segnalati casi di congelamento dei fiumi.

Molto freddo fu anche il 1762/63, a Parigi il mese è uno dei più freddi ( -2.4°C ) e a Londra il Tamigi gelò completamente, mentre a De Bilt Gennaio chiuse al 3° posto tra i mesi più freddi con -5.8°C ( primo il Gennaio 1823 con -7°C e secondo il Febbraio 56 con -6.7°C che ovviamente risulta il mese più anomalo )

Passiamo ora all’inverno 1766/67, il Tamigi gelò nuovamente e nella campagna inglese si raggiunsero temperature fino a -27°C, in Italia il mese di Gennaio per Milano risulta essere il più freddo dell’intera serie, -4.6°C ( ma non il più anomalo che è il Febbraio 56 ), anche se casualità vuole che nel complesso non risulti tra i più freddi, anzi, addirittura si concluse più mite dell’inverno precedente.

Da segnalare il Gennaio 1779, in mezzo ad un inverno molto mite questo Gennaio è forse il simbolo delle inversioni termiche, infatti esso è il mese più freddo dell’archivio di Innsbruck ( dal 1777 in poi ) con -11.9°C, è incredibile se si pensa che non c’è stata alcuna irruzione fredda e che nel resto dell’Europa il mese si concluse con valori normalissimi per il periodo ( Milano per esempio chiuse il mese a -0.4°C )

Fine parte 5

FABIO

Gli Inverni Nella PEG – parte 4

C’eravamo lasciati nuovamente con la siccità della Val Tellina, continuiamo la ricostruzione con due inverni, il 1651/52 e il 1652/53 dove il mar baltico rimase gelato anche durante la stagione primaverile costringendo molti porti a restare chiusi ad oltranza, torniamo però nella parte centrale del continente, in Inghilterra si segnalano il 1654/55, inverno molto rigido e il 1657/58 con una copertura nevosa da record, 3 mesi con la neve al suolo nella parte sud del paese.

Molto freddo fu anche il 1662/63 dove sul Tamigi viene sperimentato per la prima volta il pattinaggio su ghiaccio, il fiume doveva essere quindi gelato parecchio in profondità, nel 1667/68 poi gelò di nuovo, come anche la quasi totalità dei fiumi europei, la Senna a Parigi per ben 35 giorni.

Passiamo adesso all’inverno 1683/84, uno dei più gelidi per le isole britanniche, il ghiaccio invase il terreno a tal punto che esso arrivò fino ad un metro nel sotto-suolo mentre a Londra il Tamigi restò gelato per quasi 3 mesi e il ghiaccio permise di organizzarvici sopra la più grande “Fiera dei Ghiacci” di sempre, sopra al fiume si organizzarono manifestazioni sportive, vennero costruiti negozi e chioschi, addirittura venne istituita una via, chiamata “Freezland Street”.

In Inghilterra infine viene segnalata per quasi tutta la stagione la presenza di ghiaccio lungo le coste, ma l’inverno fu estremamente rigido anche nel resto del continente, i fiumi e i laghi gelarono, in Italia la laguna veneta gelò nuovamente e il ghiaccio si formò anche lungo le coste del nord-Adriatico, la neve in Pianura Padana restò fino al periodo pasquale.

Disposizione Barica nel Gennaio 1684
Disposizione Barica nel Gennaio 1684

Molto rigido fu anche l’inverno successivo, anche se in Inghilterra non fu minimamente paragonabile.

Passiamo all’ultimo scroscio di 600 con inverni molto rigidi, partiamo con il 1688/89 che fu nuovamente rigido nel Regno Unito, il Tamigi gelò e sopra venne organizzata di nuovo la Fiera, continuiamo poi con il 1693/94, inverno molto precoce che portò la neve a Parigi per fine Ottobre e il gelo dei ghiacci in svizzera per quasi tutto il trimestre, infine il 1694/95 con i laghi svizzeri di nuovo gelati come anche il Tamigi.

Il Settecento si porta con se l’invenzione del termometro e quindi iniziano le prime osservazioni, d’ora in avanti cercherò di mettere più dati possibili.

Passiamo subito al 1708/09, che viene catalogato come il secondo inverno più freddo del millennio per l’Europa, purtroppo gli osservatori non sono molti, gli unici disponibili in rete gratuitamente mostrano come a Berlino esso sia il più freddo della serie ( dal 1701 ) mentre a De Bilt in Olanda esso sia superato da altri anni e lo stesso mese di Gennaio ( per Berlino il più freddo della serie ) non sia il più freddo ( -4.8°C la media, contro per esempio -6.7°C del Feb-56 )

Passiamo però ai fatti, il freddo gelido arrivò nel continente per fine Dicembre, nel periodo natalizio, ma l’Inghilterra non venne colpita direttamente, per esempio non venne effettuata nessuna fiera sul Tamigi, probabilmente perché non ghiacciato abbastanza, mentre più a sud gelarono la totalità dei fiumi e dei laghi ( anche il Tago, nella penisola Iberica, e fino alla foce ), addirittura vennero chiusi molti porti, tra cui Marsiglia, Genova e Livorno.

Nel continente morirono tutte le piantagioni e la gran parte degli animali da allevamento come raccontano la gran parte dei resoconti dell’epoca.

Berlino sfiorò i -30 di minima, mentre a Parigi la temperatura toccò i -23°C.

In Italia il freddo fu intensissimo soprattutto a Gennaio, a Venezia la temperatura raggiunse i -17.5°C, valore mai più raggiunto ( per esempio la 2° temperatura più fredda mai registrata è di -13.6°C del Gennaio 63 ) la laguna infatti restò ghiacciata per l’intero mese, a Firenze caddero 70cm di neve in 2 giorni, mentre dalle cronache del tempo si sa che il Po gelò per circa 70cm in profondità, che a Parma il giorno 8 c’erano 90cm di neve al suolo e che il lago di Garda gelò completamente ( non si sono più avute notizie in merito ad un altro evento del genere ).

Per concludere aggiungo che gira voce di una misurazione ( di dubbia veridicità ) fatta nel faentino, dove la temperatura minima toccò i -36°C, anche se fosse un dato errato, non sono da escludere valori inferiori a -30°C ( nel Gen-85 per esempio si toccarono i -28°C in Emilia ).

Disposizione Barica nel Gennaio 1709
Disposizione Barica nel Gennaio 1709

Fine parte 4

FABIO

Gli Inverni Nella PEG – parte 3

Ora continuiamo a parlare di questi bei inverni, c’eravamo lasciati con il seccume della Val Tellina e ricominciamo a parlare di vero inverno dal 1550 con la laguna veneta che gela nuovamente, stessa sorte gli capita nel 1561.
Ma passiamo subito all’inverno 1564/65, uno dei più freddi del secolo in Europa, il Gelo arriva nel continente il 21 Dicembre e il Tamigi gela molto velocemente, non viene detto in quanto tempo, ma già alla sera del 31 ci si poteva organizzare il capodanno sopra, quindi decisamente rapido, aggiungo poi una piccola chicca, durante il febbraio di questo inverno, decisamente rigido, il pittore olandese Pieter Brueghel dipinse il simbolo della PEG, un quadro intitolato i Cacciatori nella Neve, dove alcune persone cacciano in un paesaggio decisamente siberiano ( per i giorni nostri ).
Aggiungo infine su questo inverno, a parer mio inaugura una serie un po’ sfortunata ( poi dipende dai punti di vista ) per la Costa Azzurra, il Rodano infatti avrà episodi di congelamento nel suddetto inverno e a seguire nel: 1568/69 – 1570/71 – 1571/72 – 1572/73 ( dove gela anche il porto di Marsiglia ).
Nel periodo successivo le stagioni si fanno generalmente più fredde, a tal punto da permettere al pack invernale di resistere durante tutto l’anno nel braccio di mare tra la Groenlandia e l’Islanda ( per fortuna che era invernale ).
Per la fine del secolo segnalo anche l’inverno 1589/90 dove gela nuovamente il povero Rodano come anche nel 1594/95 insieme alla laguna veneta, si segnalano per quest’ultimo inverno intense nevicate per tutta la durata della stagione lungo l’adriatico a conferma di correnti prettamente orientali, grazie al già citato Orsetto.

I Cacciatori Nella Neve di Pieter Brueghel
I Cacciatori Nella Neve di Pieter Brueghel

Passiamo quindi al 1600 che fu il primo dei due secoli principali della PEG, durante questo periodo però mancano ancora le rilevazioni, è in questo secolo che inizia il famoso minimo di Maunder che dal 1650 circa fino al 1720 sarà accompagnato dagli inverni più freddi della PEG.
Partiamo subito con l’inverno 1602/03 dove gelano sia la laguna veneta che il Rodano, interessante poi come la neve sia rimasta al suolo a Bologna per circa 2 mesi, da fine Dicembre a fine Febbraio, e continuiamo con il 1604/05 dove il gelo toccò l’Arno che permise ai fiorentini di farci passare sopra una sfilata in maschera trainata da carri, molto probabilmente nel periodo di Carnevale.
Ed ecco che qui arriva un bello scherzo da parte della natura, dove prima fece arrivare un inverno tra i più miti del millennio, il 1606/07, dove in svizzera venne ricordato per non aver mai portato la neve in valle e dove gli alberi fiorirono ai primi di Febbraio, è o era ricordato come l’anno senza inverno ( era perché non ho idea di come sia andato il 2006/07 da quelle parti ), la natura però cosa fece? l’inverno successivo, il 1607/08 fu uno dei più gelidi che si siano mai visti, insieme al 1407/08 e al 1708/09 completa la famosa triade ( scusate per la citazione, ihih ) di inverni “super-gelidi”.
Il 1607/08 fu molto lungo ed estremamente rigido, soprattutto in Francia; Bologna divenne impraticabile per la neve ghiacciata che ricoprì le strade, mentre in Inghilterra il Tamigi restò gelato un mese intero; nella fonte non viene detto, ma molto probabilmente la quasi totalità dei fiumi europei gelò in quell’inverno.
Si apre poi un periodo gelido per l’Inghilterra, il Tamigi per quasi tutti gli inverni almeno una volta avrà episodi di congelamento, curioso come nel Gennaio 1621 venne addirittura allestito un mercatino sopra il fiume.
Giusto per segnalarla come notizia, nell’anno 1644 la Val Tellina fu colpita da un’altra ondata di siccità, le correnti prevalentemente orientali sfavorivano le precipitazioni nelle alpi, la siccità fu così forte che molti alberi morirono per il secco.

Fine parte 3

FABIO