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Gli Inverni Nella PEG – parte 2

Parte 1: http://daltonsminima.wordpress.com/2009/08/09/gli-inverni-nella-peg-parte-1/

Nel precedente articolo abbiamo fatto una premessa, anche se con nessuna spiegazione scientifica, non mi voliate male mica lo faccio apposta, diciamo che ufficialmente lo faccio per avere un approccio da appassionato ma realmente è che non saprei cosa dire.

Detto questo continuiamo da dove ci eravamo lasciati, e si incomincia a parlare del 1400, partito subito alla grande.

Si parte subito con l’inverno 1407/08, divenuto famoso per essere il più freddo del millennio ( peccato ci sia una assenza di dati delle temperature, in fondo il termometro venne inventato solo 300 anni dopo ), il Tamigi rimase gelato per ben 14 settimane, circa 3 mesi e mezzo, la neve a Firenze superò i 60cm e in tutta Italia gli alberi “scoppiarono” per il freddo.

Si hanno notizie che il ghiaccio arrivò fino alla scozia ed invase parte del Mare del Nord.

Un altro inverno rigido fu il 1409/10 dove in Italia nevicò per circa 1 mese quasi tutti i giorni, lo si ricorda per il fatto che il vino congelò nelle botti.

Passiamo poi al 1431/32 terribile anche lui, con gelo in Europa da Novembre a Marzo, periodo lungo il quale i fiumi Tedeschi rimasero ghiacciati, la laguna veneta ghiacciò fino in profondità tanto da permettere il passaggio dei carri, l’unico modo per approvvigionare la città era proprio quello, anche il Po gelò e rimase così per circa 2 mesi, da segnalare infine per quell’inverno l’assenza quasi totale della neve nelle alpi, probabilmente i mesi invernali furono segnati da continue correnti da est, proprio grazie al già citato Orso Russo.

Segnalo il Tamigi gelato anche nel 1433/34.

Si susseguì un periodo disastroso per l’agricoltura e la vegetazione, dal 1450 al 1480 in quasi tutti gli inverni i fiumi gelavano e i raccolti venivano distrutti dal freddo, in più occasioni gelò la laguna veneta e il Tamigi.

Passiamo quindi alla fine del secolo dove una coppia di inverni mise a dura prova l’Europa in generale, il 1489/90 e il 1490/91.

Nel primo si segnalano gare di corsa con i cavalli a Venezia sul Canal Grande e a Firenze sull’Arno, a Venezia inoltre nevicò per 12 giorni consecutivi e nella Pianura Padana la neve rimase al suolo fino a Marzo.

Il secondo si fa sentire anche in Europa dove i fiumi Francesi rimasero gelati per 10 settimane, circa 2 mesi e mezzo, la laguna veneta ghiacciò ancora, ma quell’inverno resterà alla storia per aver portato la neve a Bologna il 1° Giugno del 1491, 32cm di accumulo, e a Ferrara il 4 con gelate successive.

Da segnalare anche il 1492/93 dove a Firenze la neve supero i 60cm di accumulo e dalle testimonianze si pensa che la temperatura possa aver raggiunto valori inferiori a quelli del Gennaio 85.

Da li seguì un periodo più mite per gli inverni, una parentesi di calma del clima che portò alla fioritura delle rose in Francia ad inizio 1500 nel mese di Gennaio.

Poi arrivò l’inverno 1505/06, che rimise le cose a posto ( per l’epoca ), gelarono i fiumi europei ed italiani, la laguna veneta e addirittura il mare nel porto di Marsiglia, gelò anche il Tamigi.

Si passa poi al 1509/10 dove la neve raggiunse i 60cm a Firenze ( dove sapere che non è una coincidenza che siano sempre 60 i cm di accumulo di Firenze, all’epoca infatti veniva usata una unità di misura, che valeva appunto 60cm e probabilmente il valore misurato veniva semplificato, oppure quello indicato è solo il valore massimo raggiunto dalla neve e non l’accumulo totale, comunque non c’è dato saperlo ), tornando a Firenze, durante quell’inverno si organizzarono nuovamente delle gare di cavalli sull’Arno.

Segnalo il Tamigi gelato nel 1514/15 e nel 1522/23, da qui in poi seguirà un’altra serie di inverni miti.

Addirittura in Italia si arriva ad avere un periodo molto lungo di siccità, il cui culmine si raggiunse a cavallo del 1540 dove in Valtellina è segnalata l’assenza totale di pioggia per 5 mesi.

Fine 2° parte.

FABIO

Gli Inverni Nella PEG – parte 1

Da oggi inizieremo la ripubblicazione di questa serie di articoli, 6 in tutto, che furono pubblicati quando ancor il blog non aveva molto popolarità, molti di voi probabilmente non hanno avuto quindi il privilegio di leggerli subito, ed ecco la vostra seconda possibilità.

Quando si analizza un periodo come la PEG un appassionato di meteo, che spesso sappiamo essere sinonimo di freddofilo e nevofilo come per’altro è il sottoscritto è difficile essere oggettivi, si può cadere in stadi di depressione al solo pensare allo schifo di inverni che siamo abituati ma può anche capitare di cadere in fasi di sovra-eccitazione che solo quella cosa bianca può dare………..cosa pensate???? Intendevo la Neve.

Cmq prima cosa cerchiamo di parlare della PEG, diciamo subito che fu una parentesi climatica, che recentemente è stata individuata come fenomeno puramente dell’emisfero nord ( e specialmente del continente euro-asiatico ), dove le temperature si abbassarono notevolmente rispetto al periodo precedente, quello a cavallo dell’anno 1000, conosciuto come Medieval Warm.

La PEG iniziò circa nel 1300, anche se l’inizio è difficile da datare per mancanza di dati, e finì nel 1850 quando i ghiacciai europei incominciarono a ritirarsi.

Naturalmente durante la PEG tutte le stagioni risultavano più fredde, anche se le eccezioni sono da sempre la prerogativa del clima, ma noi analizzeremo solo gli inverni, che per la maggioranza degli appassionati sono la parte più.

Iniziamo parlando delle figure bariche presenti in Europa in quel periodo, i dati sono pochi e le mappe si trovano solo dal 1880 in poi e fino al 1948 mostrano solo la pressione al suolo, però sappiamo che l’anticiclone delle Azzorre c’era come anche la depressione di Islanda, ma il vero padrone della stagione invernale di quel tempo in Europa era quello sconosciuto dell’anticiclone termico russo-siberiano ( conosciuto ai più come Orso Russo ).

Quest’ultimo che da sempre è l’univo vero portatore del gelo in Europa era presente in quasi tutti gli inverni e a lui è attribuito il motivo degli inverni così rigidi a quel tempo, ormai ai giorni nostri è diventata una figura molto rara e se si forma difficilmente si spinge in Europa restando più sulla Siberia, detto questo dobbiamo immaginarci una circolazione in inverno diversa dalla nostra il freddo veniva soventemente dal quadrante est e l’aria era spesso di tipo continentale o artico-continentale, le isoterme in quota molto più fredde di quelle consone a noi, peccato però che le carte non ci possano mostrare queste cose ( giusto una curiosità: si pensa che nel Gennaio 1709 arrivò in Italia una -25/-26 in quota ).

Ora passiamo ad analizzare quei pochi dati che caratterizzano quel periodo, partiamo dal 1300 che prendiamo come inizio puramente semplificativo.

Il primo di cui parliamo è quello del 1304/05 dove gelarono la quasi totalità dei fiumi dell’Italia settentrionale ( non si sa per quanto tempo ), un altro gelido fu il 1309/10 dove gelò il Tamigi ( venne organizzata una battuta di caccia sopra il fiume ) anche se ci sono notizie antecedenti a questo periodo dove il Tamigi gelò.

Un altro inverno dove il Tamigi gelò fu il 1363/64 a tal punto da poterci organizzare una festività cittadina.

Fine prima parte.

FABIO

Aggiornamento di Timo Niroma: "non sarei sorpreso di vedere il ciclo 24 abortire, portandoci direttamente verso un nuovo minimo di Maunder"

La bassa attività solare continuerà, i corti cicli solari del 20° secolo hanno creato un ebito che ora deve essere pagato. Questo significa che ci saranno cicli con attività molto bassa e se il passato è un buon predittore, anche tempi molto freddi per la Terra. L’ultima decente macchia solare appartenente al ciclo 23 è comparsa a luglio 2008. Da agosto a settembre 2008 il sole è stato come ibernato. In ottobre e novembre il ciclo 24 ha mostrato le sue prime macchie decenti. Ma a dicembre il sole si è ibernato nuovamente. C’è stato un piccolo aumento nel solar flux da gennaio ad aprile 2009, ma nello stesso tempo ancora attività del vecchio ciclo. Questo potrebbe essere a causa dell’effetto di Livingston-Penn che prevede un abbassamento dell’attività magnetica solare ormai dal 1990 e che potrebbe addirittura cancellare il nuovo ciclo.

Questo prolungato Minimo solare ed il ritardo del ciclo 24 significa che il nuovo ciclo sarà molto basso, nel rane di 30-50 SSN, che è allo stesso livello del minimo di Dalton od addirittura sotto. La mia teoria basata sul ciclo di Giove implica con molta probabilità che il minimo tra il ciclo 23 e 24 possa essere ad ottobre 2008 o luglio 2009 e il massimo nel 2014-2015. Il punto è che un ciclo che supera i 12 anni ha sempre preceduto un grande minimo (1798 minimo di Dalton, 1856 minimo di Damon). Non è chiaro esattamente quanto lunghi siano stati i cicli che precedettero il minimo di Maunder, ma sembra che ci sia stato un minimo nel 1620. Ciò indica che prima del Maunder ci furono 2 cicli che durarono 25 anni, quindi almeno uno dei 2 molto lungo. Questo ha portato un raffreddamento per decenni, anche se oggi non possiamo essere certi che vi sarà una nuova PEG.

Un basso Dalton è oggi probabile, ma nessuno può essere sicuro di questo, anche se ci sono molte indcazioni che testimoniano un campo magnetico solare molto debole. Se a questo aggiungiamo il fatto che tutti i minimi importanti sono stati preceduti da cicli molto lunghi, io non sarei sorpreso di vedere il ciclo 24 vacillare, terminando proprio vicino al suo massimo intorno al 2014-2015, portandoci direttamente ad un minimo di tipo Maunder!

Un piccolo inciso: l’aumento della CO2 in atmosfera dallo 0.03% allo 0.04% non ha avuto alcun significato in questo gioco dove è il vapor acqueo a far la parte del giocatore principale. Io sono solo uno studioso di statistica e questo è uno studio statistico, ma a tutti quelli che per anni mi hanno chiesto che cosa pensavo riguardo i collegamenti fisici io ho risposto: il campo magnetico terrestre è molto sensibile alle variazioni di quello solare; questo dovrebbe avere molti più effetti sulla Terra piuttosto che i gas ad effetto serra rodotti dall’uomo. Inoltre trovo la teoria di Svensmark sui raggi cosmici come molto promettente, più raggi cosmici durante i minimi solari portano ad un aumento della copertura nuvolosa nella bassa atmosfera, provocando un raffreddamento della Terra. E sono importanti anche i raggi UV e la TSI, una loro diminuzione associata ad una diminuzione della forza del campo magnetico solare, creani i presupposti giusti affinchè un minimo tipo Maunder possa accadere anora.

Fonte originale: http://personal.inet.fi/tiede/tilmari/sunspots.html

Tradotto da Simon

Lasciatemi dire solo una cosa: io stimo Timo Niroma, non a caso non è la prima volta che ne parlo qui sul blog.

A volte però ho come l’impressione che si butti un pò troppo nelle sue previsioni. Affermare oggi come oggi e non è la prima volta che glielo sento dire, che potremmo essere in procinto di un Maunder, mi lascia un pò perplesso. Mi sembra un pò esagerato. Resta comunque il fatto che lo studioso finlandese è stato uno dei primi ed in tempi non sospetti, ad affermare sulla base di studi statistici che questo sarebbe stato un signor minimo, e come stiamo vedendo ci ha preso benissimo.

Ora crede che potremmo addirittura essere in procinto di un qualcosa di ancora più importante; che dire, noi siamo qui…e ci tengo a precisare che anche se ne parliamo tanto, nè io nè nessuno dei miei collaboratori siamo convinti che ciò possa accadere veramente, anche se ci piace ritenere che allo stato attuale delle cose, tutte le strade sono percorribili…

Simon

…non si finisce mai di stupirsi…?

Alcune volte ci sfuggono i risultati di alcune ricerche, in questi giorni facendo “zapping” on line mi sono imbattuto in qualcosa che ha destato il mio interesse e il successivo stupore.

Avevamo sempre creduto che la PEG fosse direttamente correlata al minimo solare di Mounder, ma secondo alcuni ricercatori della Stanford University non è così. Questi ritengono che la PEG fu diretta conseguenza della riforestazione avutasi in quanto molte delle popolazioni dell’ America centro-meridionale, che vivevano all’ epoca quelle terre, furono decimate da epidemie varie, il loro numero si ridusse così drasticamente che abbandonarono le attività agricole. In tal modo i terreni abbandonati a se stessi furono rapidamente ricoperti da nuove foreste, la nuova vegetazione fu in grado di assorbire, grazie alla fotosintesi clorofilliana, ingenti quantità di CO2, il tutto ebbe il suo picco massimo proprio negli anni della PEG,1500 – 1750.

Personalmente avrei qualche domandina da porre a questi ricercatori. La prima è :

La scarsa, in numero, popolazione presente sul pianeta nel 1500, soprattutto in riferimento alle popolazioni indigene dell’ America centro-meridionale,quanto terreno potè mai sfruttare per l’agricoltura, considerato che la riforestazione dello stesso portò ad un cospicuo assorbimento di CO2 tale da provocare un notevole raffreddamento del clima?

Poi: Se realmente erano presenti, in percentuale, notevoli quantità di CO2 nell’ atmosfera tali da garantire un clima “caldo”, chi mai avrebbe potuto produrle tali notevoli quantità di CO2 ? Le cause antropiche le escludo senza esitazione.

I risultati di questa ricerca furono pubblicati il 17 Dicembre del 2008, questo è il link di riferimento: http://news-service.stanford.edu/pr/2008/pr-manvleaf-010709.html

Con tutto il rispetto possibile mi sembra una…”Proposta Indecente”.

Di Antonio Marino

Mi unisco al riso ed al sarcasmo dell’autore del seguente articolo… alle volte certi studi ci sfuggono, magari anche perchè siamo presi a portare avanti le nostre idee e cercare quindi del materiale più consono alla nostra “battaglia” anti AGW…ma questo meritava davvero! Ritengo che ridere infatti faccia sempre bene, soprattutto in tempi come questi…

Per il resto, reputo comunque molto più grave il fatto che alcuni ricercatori all’interno dell’IPCC non riuscendo a giustificare lo stand-by del GW dell’ultimo decennio, affermano spavaldamente che si tartta solo di una pausa momentanea e abreve le temperature riprenderanno a crescere, i mari a salire e che bruceremo tutti vivi entro il 2100.(permettete anche a me un pò di sarcasmo).

Intanto anche oggi probabile 14° giorno spotless di fila, solar flux sempre costantemente sotto i 70, minimo che perdura alla grande…

Simon

Gli inverni nella PEG (sesta ed ultima parte)

C’eravamo lasciati con il Gennaio 1779, mese per antonomasia delle inversioni, ripartiamo a parlare degli inverni della fine del 1700.

Partiamo con l’inverno 1784/85, inverno lunghissimo ( in Inghilterra il più lungo in assoluto ) con episodi nevosi in Europa a quote basse da inizio Ottobre ad inizio Aprile, in Svizzera per esempio il manto nevoso al suolo rimase per circa 150 giorni, ma fu il mese di Marzo che fece scalpore, in gran parte del continente fu il mese più freddo del semestre invernale ed il marzo più freddo di sempre ( anche se in molti osservatori è superato dal Marzo 1845, diciamo quindi che questi due mesi se la giocano alla pari ) soprattutto nell’est dell’Europa, per citare il caso limite, a Praga si raggiunse la temperatura minima di -27.6°C che è tuttora il valore più basso mai raggiunto ( a Praga il mese chiuse abbondantemente negativo, quasi -8°C, che sarebbe stato un valore eccezionale anche per Gennaio ).

Per rimarcare l’incredibile durata di quell’inverno vorrei sottolineare come sia il mese di Ottobre ( 1784 ) che quello di Aprile ( 1785 ) sia entrambi il 2° mese più freddo di sempre per Monaco di Baviera ( quello fu il 5° semestre invernale più freddo di sempre senza però avere nei tre mesi invernali un periodo di gelo intenso ).

Passiamo ora ad un altro inverno lunghissimo, il 1788/89 dove Dicembre risultò essere il più freddo di sempre in Europa, il freddo iniziò però a Novembre dove Londra raggiunse la temperatura di -21°C ( il 25 Novembre ), in Inghilterra sul Tamigi vennero organizzate più fiere sul ghiaccio lungo il l’intero semestre ( a dimostrare della dinamicità di quell’inverno ), in Italia invece gli effetti si sentirono nel mese di Dicembre, dove la laguna veneta rimase gelata per 18 giorni, a fine mese nevicò sia a Roma che a Napoli ( dove l’accumulo raggiunse i 40cm ), gelarono anche i fiumi in Puglia. Di quell’inverno verrà certo ricordato il capodanno ( forse il più freddo di sempre ) dove Parigi raggiunse la temperatura di -21°C, come detto però il freddo rimase fino a Marzo, per esempio in Olanda a De Bilt il mese ( Marzo 1789 ) chiuse al pari di quello del 1785.

questa era la disposizione barica del Dicembre 1788
questa era la disposizione barica del Dicembre 1788

Interessantissimo il Giugno 1793 dove nevicò a Padova ( e probabilmente in gran parte del Veneto ) durante i primi giorni del mese.

Passiamo ora all’inverno 1794/95 dove il mese di Gennaio fu uno dei più freddi in Italia, gelò infatti la laguna veneta, in Inghilterra il Tamigi rimase gelato da fine Dicembre ad inizio Marzo ( più di 2 mesi ), mentre in quell’inverno fece scalpore il congelamento di parte del Mare del Nord ( si racconta che la cavalleria francese riuscì ad assalire delle navi olandesi rimaste bloccate tra i ghiacci ).

Segnalo poi un inverno praticamente sconosciuto ( non ho trovato nessuna fonte ), quello del 1798/99, spaventoso per l’est Europa, dove fu il più freddo dell’intera serie ( e di parecchio anche ), per esempio a Praga il mese di Gennaio chiuse a -12.2°C, 2° mese più freddo di sempre ( 1° il Febbraio 1929 con -13.7°C, 3° il Dicembre 1788 con -12.0°C e 4° il Febbraio 1956 con -11.7°C )

Iniziamo con il 1800, la PEG finisce per antonomasia con il 1850, anche se è ovvio che il distacco non è stato netto, si sono verificati episodi di gelo ( anche da record ) nel periodo successivo, però dopo il 1850-1855 i ghiacciai cominciarono a ritirarsi per poi non avanzare più ( se non per qualche piccolo periodo ).

Partiamo subito con l’inverno 1813/14 divenuto famoso per essere l’ultimo su cui sia stata organizzata la fiera sul ghiaccio a Londra sul Tamigi ghiacciato, gelò anche la laguna veneta, il freddo si concentrò principalmente tra Febbraio e Marzo ( in Italia Febbraio fu uno dei più freddi di sempre ). Quel periodo fu molto secco nel periodo invernale, cosa che faceva da contrasto alle estati notevolmente fresche e piovose, un caso su tutti fu il 1816 conosciuto come l’anno senza estate ( in Italia è l’anno più freddo dal 1700 ), i ghiacciai raggiunsero il picco massimo di avanzata per poi stabilizzarsi e cominciare a ritirarsi come detto dalla seconda metà del secolo. Citiamo il 1825/26 per aver portato il Tamigi quasi al congelamento totale, ma non tale da poterci passare sopra.

Passiamo ora ad uno degli inverni più famosi, il 1829/30, uno tra i più freddi in assoluto ( battuto solo da pochi altri inverni ) a De Bilt che presenta l’archivio più lungo ( e soprattutto completo ) l’inverno si chiuse come il più freddo dal 1700 ( e quindi 1708/09 compreso ), con una media trimestrale inferiore ai -3°C ( tale valore fu eguagliato con l’inverno 1962/63 che in molti osservatori risulta essere più freddo del 1829/30 ), inverno molto precoce ( Novembre è tra i più freddi di sempre in Europa ) il freddo rimase fino a Febbraio.

Famosissima fu la neve che ricevette la pianura padana, a Bologna l’accumulo al suolo ( non stagionale ) raggiungeva i 2m a fine stagione, in Gennaio si arrivo fino a -16°C ( temperatura che per esempio all’aeroporto fu raggiunta recentemente solo nel Gen-79, nel Gen-85 e nel Feb-91 ) , a Milano l’inverno è il più freddo di sempre con il mese di Gennaio che è il 2° mese più freddo in assoluto. Il Bimestre Dicembre-Gennaio di quell’inverno è tutt’ora uno dei più freddi per l’Europa.

questa era la disposizione barica del Gennaio 1830
questa era la disposizione barica del Gennaio 1830

Un altro inverno molto freddo per l’Europa fu il 1837/38 dove Parigi e De Bilt fecero registrare il mese di Gennaio come uno dei più freddi dell’archivio, incredibile come l’Italia sia stata lasciata in disparte, a Milano fu un inverno mite e sopra-media.

Invece in Inghilterra a Londra si raggiunse la temperature minima di -23°C, il Tamigi non gelò, forse per l’escursione termica elevata ( o forse per le stesse cause per cui non gelò nel 1962/63 ).

Concludiamo infine con l’inverno 1844/45, inverno molto freddo ma anche molto tardivo, il freddo intenso iniziò a Febbraio e proseguì fino a Marzo che risultò essere il più freddo per il continente al pari del Marzo 1785, per esempio in molti osservatori Marzo fu freddo quanto Dicembre e molto di più di Gennaio.

Termina qui questa raccolta di inverni del periodo più amato e ambito dai meteo appassionati.

FONTI:

http://it.wikipedia.org/wiki/Inverni_freddi_in_Europa_dal_XV_secolo

http://www.meteogiornale.it/news/archive.php?type=topic&id=189

http://www.wetterzentrale.de/klima/

http://www.tutiempo.net/clima/

Grazie a tutti, adesso mi prendo una bella pausa, poi la prossima settimana scriverò un altro articolo.

FABIO

PS: per chi si fosse perso le precedenti “puntate” o volesse darne una ripassata, cliccare sui seguenti link:

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/03/03/gli-inverni-nella-peg-prima-parte/

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/03/04/gli-inverni-nella-peg-parte-seconda/

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/03/07/gli-inverni-nella-peg-parte-terza/

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/03/09/gli-inverni-nella-peg-parte-quarta/

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/03/11/gli-inverni-nella-peg-parte-quinta/