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La Rubrica di NIA – Valutazione Previsione ENSO – Inverno 2015

All’inizio dell’Inverno è stata eseguita una previsione invernale per il continente Europeo basandoci sulla supposizione che l’oscillazione ENSO sia dominante e caratterizzante di questa stagione.

L’esperimento è iniziato con l’inverno 2012 che sostanzialmente, pur essendo impossibile prevedere fenomeni estremi, ha visto un andamento che l’indice lasciava supporre.

Nel 2013 c’è stata una notevole sovrapposizione tra gli eventi attesi e quelli che sono stati effettivamente misurati, purtroppo questo buon inizio è stato interrotto dall’inverno 2014 che ha visto una situazione assolutamente non riconducibile a dinamiche di influenza da parte dell’indice.

Non sto a ripetere tutta la letteratura e bibliografia disponibile, si conoscono gli effetti di tale indice per il continente Americano ed Australe mentre per l’Europa l’effetto è molto più basso, maggiore in Inverno e quasi del tutto ininfluente per quanto riguarda l’Estate.

Qui il link della previsione fatta a Dicembre: http://daltonsminima.altervista.org/2014/12/15/rubrica-di-nia-previsione-inverno-201415-su-base-enso/

Passiamo immediatamente alla verifica.

Gli anni considerati per la previsione sono stati:

1969 → Inv 69/70

1972 → Inv 72/73

1982 → Inv 82/83

1997 → Inv 97/98

2006 → Inv 06/07

Anomalia di Geopotenziale a 500hPa – Inverno 2015

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Le anomalie sono completamente diverse.

l’unica parte in comune è rappresentata dalla forza del ciclone islandese semipermanente.

Riprendo la previsione: “In sintesi la mappa vede una forte vorticità in Islanda, segno di forza da parte del ciclone islandese semipermanente, la presenza di blocchi di alta pressione sull’Europa dell’est e di instabilità nel cuore del mediterraneo”

L’inverno ha si visto instabilità molto costante nel mediterraneo come era lecito aspettarsi, ma solo in parte per via delle correnti atlantiche in discesa dal ciclone islandese, infatti ci sono state ben due importanti irruzioni fredde che hanno colpito il centro-sud italiano che scozzano con la previsione di blocchi anticiclonici nell’est Europa.

In pratica la dinamica ha visto una alternanza tra condizioni di blocco che prima favorivano l’ingresso di aria umida atlantica di tipo polare-marittimo e blocchi che favorivano il mediterraneo meridionale (oltre al centro-sud Italia sono state colpite le regioni della Grecia e della Turchia) con aria artica o artico-continentale (come nel caso dell’irruzione di Capodanno).

Anomalia di Temperatura a 850hPa – Inverno 2015

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Si vede come di fronte ad una condizione in quota completamente diversa le temperature ad 850hPa non mostrino delle differenze sostanziali, questo perchè anche se si è presentato un regime di alternanza tra due configurazioni tipo, quella atlantica è stata dominante e vediamo come questo si rifletta in anomalie termiche positive nell’est Europa e negative nelle regioni atlantiche e nel nord Africa

Riprendo la previsione: “l’Italia subirà anomalie positive per via della possibile circolazione instabile presente nel mediterraneo che porterà frequenti correnti calde sulla nostra penisola.

Con molta probabilità sarà un inverno mediamente piovoso”

Previsione che nella sostanza è assolutamente sovrapponibile alle misurazioni del CNR

Conclusioni

Cito quelle dell’articolo di previsione “La previsione su base ENSO ci dice che non dobbiamo aspettarci un inverno freddo ne un inverno “diverso”, per tipo di correnti dominanti, dall’ultimo.

Ci saranno anomalie più basse ma sarà sostanzialmente confermato il fatto che spesso inverni caldi arrivano sempre in coppia”

Anche se ci sono state configurazioni fredde che hanno interessato il centro-sud Italiano l’aria Atlantica ha dominato portando ad un inverno non dissimile dal precedente, ma con anomalie inferiori (nel caso del centro-sud la differenza è elevata per via del fatto che quella regione è stata interessata dall’alternanza configurativa, cosa che non ha riguardato invece il Nord e la regione Alpina)

La previsione sostanzialmente non è corretta, ovvero non è stata in grado di capire che si sarebbe creata una alternanza configurativa (lo scorso inverno è invece stato dominato da una unica configurazione) che avrebbe colpito l’area del mediterraneo sud-orientale.

Però le caratteristiche dominanti sono state individuate così come la forza del ciclone islandese portando a differenze minime nella distribuzione delle temperature.

Mi sento quindi di valutare positivamente l’esperimento, l’ENSO ha infatti indicato quali sarebbero state le condizioni invernali dominanti.

FBO

Rubrica di NIA: Previsione Inverno 2014/15 su base ENSO

Con questo articolo della Rubrica di NIA proviamo a discutere su un possibile scenario per questo inverno 2014/15 attraverso l’analisi di una correlazione con l’indice ENSO.

La particolarità di questa previsione si basa sul fatto che tra tutte le oscillazioni oceaniche l’ENSO è quella che più di tutte influenza il clima mondiale (quindi anche europeo) nel breve termine per via della sua oscillazione di breve periodo, risulta però molto difficile poter verificare in modo preciso quanto sia importante questa influenza soprattutto per il continente europeo.

Indubbiamente l’inverno è la stagione in cui tra tutte è possibile vedere una qualche influenza, sovente anche in modo marcato.

Quindi mi limiterò a prendere l’indice oceanico ENSO cercando di classificare gli anni passati così da poter associare a questo inverno qualche stagione passata per ricercare le correlazioni che possono essere spiegate dal fattore comune considerato (ENSO).

Ho preso la serie di reanalisi NOAA che partono dal 1948, ho valutato e classificato le fasi ENSO dei mesi di Ottobre e Novembre che sarebbero poi state associate all’inverno considerato da confrontare con i mesi di Ottobre e Novembre appena passati.

Il fenomeno dell’ENSO è stato classificato in sette diverse modalità:

Nino West Based

Nino East Based

Nino Central Based

Neutral

Nina West Based

Nino East Based

Nino Central Based

Ognuna delle sette modalità successivamente è stata catalogata in base alla magnitudo del fenomeno, Light per i fenomeni deboli e medi, Strong per i fenomeni di forte intensità.

I mesi di Ottobre e Novembre appena passati hanno visto un Nino East Based medio forte tendente a Strong, nel passato si ritrovano 8 casi di Nino East Based, tre Light e cinque Strong.

Per la previsione invernale ho considerato solo i cinque anni con Nino Strong perchè quello attuale stando alle previsioni dovrebbe evolversi in Strong a stagione in corso.

Ecco gli anni considerati:

1969 → Inv 69/70

1972 → Inv 72/73

1982 → Inv 82/83

1997 → Inv 97/98

2006 → Inv 06/07

Anomalie di Geopotenziale a 500hPa per gli inverni considerati

 

Ci sono anomalie abbastanza definite sull’est Europa mentre sono più tendenti al neutro nel mediterraneo

Questa mappa può essere interpretata come un possibile inverno dove sull’est Europa si presentano frequentemente blocchi di alta pressione che permettono ad un corridoio di correnti atlantiche di entrare nel mediterraneo passando da UK e Francia.

Una circolazione del genere, a livello teorico, dovrebbe portare al cosiddetto “atlantico freddo”

Preciso che tale locuzione indica qualcosa che non esiste in realtà, si tratta infatti di incursioni di aria polare marittima come si può notare dalle anomalie negative di geopotenziale al largo dell’Islanda.

In sintesi la mappa vede una forte vorticità in Islanda, segno di forza da parte del ciclone islandese semipermanente, la presenza di blocchi di alta pressione sull’Europa dell’est e di instabilità nel cuore del mediterraneo.

Anomalie di Temperatura a 850hPa

 

Questa mappa non lascia spazio a grosse interpretazioni, siamo di fronte ad una previsione di inverno caldo per quasi tutta Europa.

l’Italia subirà anomalie positive per via della possibile circolazione instabile presente nel mediterraneo che porterà frequenti correnti calde sulla nostra penisola.

Con molta probabilità sarà un inverno mediamente piovoso.

Per chi volesse fare confronti con lo scorso inverno, non credo sarà molto dissimile come tipologia di circolazione ma ci saranno anomalie sia termiche che pluviometriche minori.

Per quanto riguarda la presenza di neve sulle Alpi e sugli Appennini la previsione è difficilissima, perchè tutto si giocherà sulle temperature medie e di quanto saranno più alte della media, preferirei non espormi in una previsione così complicata.

Inverno 2013/14: Anomalie di Geopotenziale a 500hPa

 

Come si può vedere le anomalie presentano delle affinità ma sono anche molto diverse in area mediterranea, questo mi fa supporre, come detto precedentemente, che l’inverno presenterà alla fine anomalie termiche più contenute ma una circolazione che sarà abbastanza simile soprattutto nella presenza di blocchi di alta pressione ad est che bloccheranno la circolazione da quel lato.

Conclusioni

La previsione su base ENSO ci dice che non dobbiamo aspettarci un inverno freddo ne un inverno “diverso”, per tipo di correnti dominanti, dall’ultimo.

Ci saranno anomalie più basse ma sarà sostanzialmente confermato il fatto che spesso inverni caldi arrivano sempre in coppia.

Voglio poi ricordare che questa previsione non si basa su interpretazioni mie, ma solo sulla possibile correlazione con inverni passati che avevano la stessa tipologia di ENSO, negli anni passati ci sono stati inverni che si sono avvicinati molto allo scenario visto in questo modo, altri (per esempio lo scorso inverno) che l’hanno completamente disatteso.

Questo perchè sono tanti i fattori che influenzano gli inverni Europei e a volte qualche fattore prevale sugli altri.

 

FBO

 

 

Rubrica meteo-climatica Ottobre

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa la stagione corrente e quella successiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’Autunno 2014 – i precedenti storici

L’autunno ormai a metà abbondante del cammino è finora stato caratterizzato da un netto predominio anticiclonico, sull’Europa centro-occidentale e sull’Italia, alternato a rari intermezzi perturbati, spesso caratterizzati da eventi violenti, localmente alluvionali e con esiti talvolta purtroppo tragici.

Condizioni simili a quelle sopra descritte si sono già verificate ad esempio nel 2012, nel 2005 e nel 1986, tutti anni con QBO negativa in autunno. Nel primo caso, la stagione sfociò in un inverno mediocre (complice forse l’attività solare sostenuta?), mentre negli altri due casi l’autunno lasciò spazio ad un inverno degno di nota, anche sulla nostra Penisola.

Le (probabili) ragioni di un tale predominio anticiclonico sono già state spiegate nella precedente Rubrica: la debolezza e la scarsa compattezza del Vortice Polare, non in grado di entrare con decisione sull’Europa e sul Mediterraneo, inviandovi le proprie perturbazioni atlantiche. A questa ragione di fondo si potrebbe aggiungere, come nel 2012, l’azione del Nino declinante, che potrebbe aver contribuito ad assicurare all’anticiclone una radice subtropicale.

E’ la situazione opposta a quella dell’autunno 2013, quando il Vortice Polare, potente e compatto, è progressivamente entrato con sempre maggiore decisione sul Mediterraneo all’avanzare della stagione, “schiacciando” sempre più le alte pressioni verso le basse latitudini. Già settembre non fu così marcatamente anticiclonico e meno ancora lo furono ottobre e novembre.

 

I prossimi giorni

Dopo un breve e debole intermezzo instabile di origine nord-atlantica, a metà della settimana, l’anticiclone riprenderà il sopravvento. Le correnti nord atlantiche causeranno qualche sporadico rovescio lungo l’Adriatico, un temporaneo rinforzo dei venti settentrionali e soprattutto un netto calo delle temperature minime.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 23 Ottobre, relativa alla pressione al suolo ed in quota:

 

SLP

 

Nell’immagine si nota l’anticiclone delle Azzorre, con una “radice” calda africana, sul vicino Atlantico e sulle coste occidentali dell’Europa. Alla sua destra la “ferita” nord atlantica, diretta essenzialmente sui Balcani e che sfiorerà soltanto il nostro Paese. Più a nord il Vortice Polare, con le sue sortite ad est (Russia) e ad ovest (Atlantico); quest’ultima ha favorito e favorirà ancora la persistenza dell’anticiclone sull’Europa e sull’Italia.

Aaaaaaaaaaaaaaa

Possibile evoluzione successiva (Novembre)

Attualmente, tutti i principali modelli (GFS, ECMWF e GEM) propendono per un prolungamento del periodo di stabilità anticiclonica, per un intervallo di tempo ad oggi indeterminato ma che, dati i precedenti storici, potrebbe persino prolungarsi fino a metà novembre. Come già accaduto a settembre e nella prima metà di ottobre, qualche locale infiltrazione di aria atlantica, più fredda e umida, potrà dare luogo eventualmente a locali fenomeni di instabilità ed eventualmente rovesci e temporali, anche di forte intensità poiché la temperatura della superficie marina è tuttora elevata per la stagione.

Eventuali irruzioni fredde sono al momento relegate nelle “code” dei modelli di previsione, dove appaiono e scompaiono ad ogni aggiornamento, ed hanno pertanto una probabilità piuttosto bassa di verificarsi, di gran lunga inferiore al 50%.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la sezione Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

 

 

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i più recenti valori disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (+0,858) +0,500
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (+0,67) +1,08
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,356) +0,331
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-21,65) -23,24
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (-0,15) -1,03
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): al momento di intensità debole/moderata in zona 1.

 

Commento indici

1. L’ENSO dopo un anno e mezzo (autunno 2012-primavera 2014) di sostanziale neutralità, è tornato ad essere positivo la scorsa primavera. Tuttavia, il Nino, previsto inizialmente moderato/forte, non è finora decollato ed è rimasto piuttosto debole, con recente tendenza ad indebolirsi ulteriormente. Le previsioni NOAA per i prossimi mesi confermano la persistenza del Nino, sia pure debole, soprattutto nel comparto oceanico centrale (zone 3 e 3.4). Tuttavia permane ancora una relativa incertezza circa il comportamento dell’indice PDO nei prossimi mesi, specie in quelli invernali. Se tornerà in territorio negativo entro qualche mese, indebolirà ulteriormente il Nino.

Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

 

ST Subsurface

 

Durante la scorsa primavera, le consistenti anomalie positive presenti sotto la superficie oceanica sono gradualmente emerse, avviando l’attuale evento di Nino. Tuttavia, tra maggio e luglio si sono nettamente indebolite, fino ad un sostanziale equilibrio tra deboli anomalie di segno opposto. Attualmente vi è una nuova prevalenza di deboli/moderate anomalie positive in gran parte dell’Oceano Pacifico equatoriale. Tali anomalie però, se non si rafforzeranno nettamente, non saranno in grado di produrre un Nino apprezzabile. Pertanto, le condizioni attuali depongono a favore di una condizione “sospesa” tra un Nino debole ed una sostanziale neutralità. In tal senso si rileva una similitudine con quanto già osservato tra l’autunno 2012 e la primavera di quest’anno. Pertanto, la rilevazione ora conferma le previsioni NOAA citate in precedenza, pur potendosene in futuro discostare lievemente, soprattutto verso la neutralità. La situazione è comunque in evoluzione, dunque occorrono conferme.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano attualmente una situazione sospesa tra neutralità e Nino debole. Nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra una prevalenza di anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

SST

 

L’Oceano Pacifico equatoriale è interessato da deboli anomalie positive, specie nel comparto orientale (Nino “east based”). A nord prevalgono le anomalie positive, specie nel comparto oceanico nord orientale (PDO positiva), sebbene in fase di progressiva attenuazione rispetto ai mesi precedenti. Invece a sud dell’Equatore perdurano vaste anomalie negative.

Nell’Oceano Atlantico, l’anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini, rispetto alla precedente rilevazione si è ulteriormente estesa. Il Mediterraneo si riscalda e si raffredda, in concomitanza rispettivamente delle ondate di calore di stampo africano e delle incursioni fresche atlantiche, al momento è sede di deboli anomalie in prevalenza di segno positivo.

2. La PDO mostra dall’inizio dell’anno un’escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta confermando più che mai il suo ruolo “regolatore” dell’ENSO: lo si è osservato nel caso del Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dell’autunno 2012 e lo si osserva con il Nino attuale, già in difficoltà anche a causa del declino della PDO. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO è tornata positiva da qualche tempo dopo un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 è ormai fortemente negativa e prosegue nel suo calo verso il prossimo valore minimo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio negativo compresa tra gli 11 ed i 19 mesi, dunque un ritorno in territorio positivo non prima della primavera 2015 e non dopo la fine del 2015. Quindi, la QBO30 sarà certamente negativa durante il prossimo inverno.

5. La QBO50 è divenuta negativa ad agosto 2014. Storicamente, gli intervalli di valori negativi hanno una durata compresa tra 7 e 17 mesi. Pertanto, la QBO50 assumerà nuovamente valori positivi nel periodo compreso tra la primavera 2015 e l’inverno 2015-2016; in media si può ritenere ragionevole che cambi nuovamente segno nel corso dell’estate 2015. Quindi, la QBO50 sarà negativa durante il prossimo inverno.

Pertanto, se il ciclo solare (già debole) confermerà i segni di declino verso il prossimo minimo già manifestatisi di recente, l’accoppiata con la QBO negativa renderà il prossimo inverno potenzialmente favorevole ad irruzioni fredde sul nostro continente, a differenza dell’inverno 2013-2014.

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Considerazioni finali di natura meteo-climatica

I precedenti storici autunnali descritti in precedenza ci suggeriscono di verificare l’andamento prevalente del tempo nel corso di settembre, ottobre e della prima metà di novembre: una anomala persistenza anticiclonica in Europa e sul Mediterraneo, con scarsi o assenti passaggi di vere perturbazioni atlantiche, costituirebbe un altro segnale a favore di un inverno promettente. In sostanza, si manifesterebbe così la debolezza del Vortice Polare, non in grado di imporsi sulle alte pressioni subtropicali, come invece ha fatto nell’autunno 2013 e anche nel successivo inverno.

In effetti, la seconda metà di settembre e le prime due decadi di ottobre stanno confermando il quadro suddetto.

Non è una garanzia di un inverno freddo e nevoso, certo, che dipende anche dalla reale debolezza dell’attività solare nel semestre freddo che inizierà tra poco, oltre che dal segno della QBO (si veda in proposito il paragrafo relativo agli indici), ma una buona premessa sì. A tale proposito, si osserva un buon raffreddamento del comparto siberiano, oltre che di quello artico.

Tutto ciò è compatibile con almeno tre scenari invernali per l’Europa, nelle condizioni di QBO negativa e ciclo solare relativamente debole, sostanzialmente in ordine decrescente di probabilità: 1) inverno freddo nell’Europa orientale e nella Russia europea; 2) inverno freddo su tutta l’Europa a nord delle Alpi, con eventuale interessamento anche della Penisola iberica; 3) inverno freddo europeo generalizzato, anche per la Penisola italiana.

Cominceremo a capire non prima di novembre inoltrato quale dei tre scenari verosimilmente si verificherà.

Beninteso, la prevalenza del regime anticiclonico in autunno non è necessariamente sinonimo di tempo asciutto o addirittura siccitoso: l’anticiclone in realtà ha protetto e protegge più l’Europa continentale che l’Italia ed il Mediterraneo, così come già accaduto durante diversi precedenti storici. Questa condizione favorisce l’ingresso di pericolose “gocce fredde”, piccole depressioni in grado di produrre piogge molto intense, anche a carattere alluvionale, in breve tempo su aree ristrette, come purtroppo recenti e tragiche cronache ci hanno ricordato. E’ da tenere in considerazione anche la possibilità di situazioni di “blocco”: depressione ad ovest dell’Italia, alta pressione ad est, con la nostra Penisola in mezzo bersagliata nelle sue regioni occidentali da piogge prefrontali molto intense; oppure depressione intrappolata nei nostri mari e circondata, ad ovest e ad est, dall’alta pressione, e quindi costretta ad esaurirsi sulle nostre regioni, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare. Anche queste eventualità si sono già verificate durante questa anomala stagione autunnale.

 

FabioDue

Rubrica meteo-climatica Settembre

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa la stagione corrente e quella successiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’Estate 2014 – Bilancio

L’estate ormai terminata dal punto di vista meteorologico è stata caratterizzata da una diffusa e persistente instabilità, essenzialmente di origine atlantica, talvolta nord atlantica. L’instabilità ha riguardato principalmente il Nord Italia, dove ha nettamente compromesso la stagione. Ha tuttavia una influenza anche sull’andamento dell’estate al Centro e persino al Sud, sia pure in misura più limitata e differente: l’estate nella porzione centromeridionale della nostra penisola ha visto sì alcuni episodi di maltempo, ma è stata essenzialmente caratterizzata da bel tempo solitamente senza la calura insopportabile tipica delle avvezioni calde africane. Dunque anche per il Centro-Sud si è trattato di un’estate insolita, almeno per gli ultimi 15-20 anni. Per quanto riguarda il Nord, addirittura, per trovare un’estate analoga occorre tornare indietro di parecchi decenni. A tale proposito, secondo i glaciologi, quest’anno per la prima volta da circa quarant’anni non vi sarà alcuno scioglimento dei ghiacciai alpini, in quanto sono ancora in gran parte coperti di neve; anzi, molto probabilmente quella neve presto diventerà un nuovo strato di ghiaccio.

A Luglio si era ravvisata una similitudine dell’estate appena conclusa con quella del 2012, in quanto

  • come allora, era in corso un Nino “east based”, di intensità debole-moderata;
  • come allora, era presente una anomalia negativa in Atlantico, a latitudini medie;
  • come allora, Luglio ha visto un’alternanza tra ondate di stampo africano, specie al Centro-Sud, e sortite instabili atlantiche, specie al Nord.

Agosto non ha però confermato tale similitudine al Nord ma, per ora, soltanto al Sud e comunque attenuata; anche Settembre non sta in sostanza confermando tale ipotesi. Già nella precedente Rubrica si erano però ravvisate anche alcune differenze rispetto al 2012:

  • il Nino nel 2012 era lievemente più intenso di quello attuale;
  • l’anomalia in Atlantico era più estesa e più vicina alle coste occidentali europee;
  • Luglio 2012 fu interessato da ondate di caldo più intense e durature, rispetto a quelle finora osservate a Luglio 2014, con minori occasioni per “rotture” fresche atlantiche; inoltre a tratti le ondate di caldo interessarono anche il Nord, sia pure      brevemente.

Nel 2012 il Nino declinò rapidamente tra Agosto e Settembre, regalandoci una seconda parte dell’estate caratterizzata da ripetute ed intense ondate di caldo africano, in prevalenza al Sud ma a tratti anche al Centro-Nord. Tale condizione si protrasse fino ad ottobre e persino per buona parte di novembre, sebbene fisiologicamente attenuata a causa della ridotta radiazione solare. Solo all’inizio del mese di dicembre si affermarono le prime isoterme negative ad 850hpa e quindi le prime ondate di freddo di stampo autunnale.

Tale situazione quest’anno non si è ripetuta: Il Nino per ora si mantiene sostanzialmente stazionario.

aaaaaaaaaaaaaaa

L’Autunno 2014 – i precedenti storici

L’autunno è ad oggi caratterizzabile in sintesi come segue:

  • ENSO debole, probabilmente Nino debole, almeno stando alle previsioni NOAA;
  • QBO negativa sia a 30 che a 50hpa (ma conta soprattutto per il tardo autunno e per l’inverno);
  • PDO positiva (almeno all’avvio della stagione, poi potrebbe divenire negativa);
  • l’estate che lo precede fresca e piovosa, un po’ in tutta l’Europa centro-occidentale, con indice AO in prevalenza negativo (persistenza di alte pressioni a latitudini elevate).

Condizioni simili a quelle sopra descritte si sono già verificate, almeno in parte, nel 1963 e nel 1977: in entrambi i casi

  • l’ENSO fu debole ma positivo,
  • l’AO fu mediamente negativa per l’intero trimestre estivo;
  • nel 1977 la PDO fu positiva fino a tutta l’estate, per poi divenire negativa proprio in autunno;
  • il ciclo solare fu debole (in declino nel 1963, in ripresa dopo un minimo nel 1977).

Tuttavia, in entrambi i casi la QBO (prima del 1979 era disponibile solo quella a 30hpa), pur negativa in estate, divenne positiva tra settembre (1963) e dicembre (1977).

Attualmente le prospettive meteo prettamente anticicloniche suggeriscono una maggiore somiglianza con l’autunno 1977, cioè, come si è detto nel precedente numero della Rubrica, con settembre marcatamente anticiclonico ed ottobre e buona parte di novembre con un andamento simile.

In effetti vi è una similitudine anche con gli autunni 1986 e 2005, specie con l’ultimo, anch’esso caratterizzato da QBO già negativa all’inizio dell’autunno ed ENSO debolmente positivo, sebbene poi diventato negativo: in entrambi i casi settembre, ottobre e persino buona parte di novembre fu caratterizzata da una notevole persistenza anticiclonica, con il Vortice Polare, debole e poco compatto, in seria difficoltà a penetrare con decisione sul Mediterraneo. Poi però (da fine novembre nel 2005, dal 20 dicembre circa nel 1986), l’indebolimento delle alte pressioni subtropicali a causa della ridotta insolazione e la scarsa compattezza del Vortice Polare hanno favorito ripetuti scambi meridiani, con ondate di freddo in Europa e anche in Italia.

E’ la situazione opposta a quella dell’autunno 2013, quando il Vortice Polare, potente e compatto, è progressivamente entrato con sempre maggiore decisione sul Mediterraneo all’avanzare della stagione, “schiacciando” sempre più le alte pressioni verso le basse latitudini. Già settembre non fu così marcatamente anticiclonico e meno ancora lo furono ottobre e novembre.

 

I prossimi giorni

Dopo una prima metà di settembre non propriamente stabile e soleggiata dappertutto, a causa appunto delle insidiose “gocce fredde”, il tempo sembra essersi decisamente ristabilito. Anzi, nei prossimi giorni assisteremo ad un episodio, potenzialmente prolungato, di estate tardiva, calda e soleggiata al Centro-Sud, meno calda e più instabile al Nord.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 18 Settembre, relativa alla pressione al suolo ed in quota:

SLP

 

Nell’immagine si nota un anticiclone su gran parte dell’Europa centro-orientale e settentrionale. Ad ovest, dove dovrebbe trovarsi l’Anticiclone delle Azzorre, sarà invece posizionata una “lacuna barica”, staccatasi dal flusso atlantico e posizionatasi tra Penisola Iberica e Atlantico. Questa figura richiamerà aria calda africana verso il Mediterraneo occidentale. Insomma, per la scadenza astronomica del 23 settembre, a differenza del solito, al momento si profila un tempo di fine estate, almeno al Sud e sulle Isole e sul Centro tirrenico.

Nel lungo termine (ultima decade di settembre), i principali modelli non intravvedono per ora alcun sostanziale cambiamento: le perturbazioni atlantiche per ora si mantengono ben distanti dal Mediterraneo e dall’Italia.

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Possibile evoluzione successiva (Ottobre)

Attualmente, tutti i principali modelli (GFS, ECMWF e GEM) propendono per un lungo periodo di relativa stabilità, in Europa e in buona misura anche in Italia, che potrebbe caratterizzare tutta la seconda metà di Settembre e, potenzialmente, proseguire anche ad Ottobre. Le uniche incognite, come si diceva, possono essere legate a “gocce fredde” o situazioni “di blocco”, condizioni pericolose per le intense precipitazioni che possono provocare in breve tempo, almeno su aree ristrette. Non sembra al momento probabile invece la possibilità che l’anticiclone posizionato sull’Europa, portando i suoi massimi sulla Scandinavia, agevoli la discesa di perturbazioni atlantiche verso l’Italia, come accaduto spesso durante l’estate. Ma nel lungo periodo questa eventualità non si può scartare del tutto.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la sezione Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

 

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i più recenti valori disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (+0,816) +0,858
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (+0,70) +0,67
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,243) +0,356
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-19,28) -21,65
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+0,50) -0,15
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): non rilevato in estate; peraltro presenta attualmente valori molto bassi.

 

Commento indici

1. L’ENSO dopo un anno e mezzo (autunno 2012-primavera 2014) di sostanziale neutralità, è tornato ad essere positivo la scorsa primavera. Le previsioni NOAA per i prossimi mesi confermano la persistenza del Nino, sia pure debole, soprattutto nel comparto oceanico centrale (zone 3 e 3.4). Tuttavia permane ancora una relativa incertezza circa il comportamento dell’indice PDO nei prossimi mesi. Se tornerà in territorio negativo entro qualche mese, indebolirà ulteriormente il Nino.

Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

 

ST Subsurface

Nel corso della primavera, le consistenti anomalie positive presenti sotto la superficie oceanica sono gradualmente emerse, avviando l’attuale evento di Nino. Tuttavia, tra maggio e luglio si sono nettamente indebolite, fino ad un sostanziale equilibrio tra deboli anomalie di segno opposto. Attualmente vi è una nuova prevalenza di deboli anomalie positive in gran parte dell’Oceano Pacifico equatoriale. Tali anomalie però, se non si rafforzeranno nettamente, non saranno in grado di produrre un Nino apprezzabile. Pertanto, le condizioni attuali depongono a favore di una condizione “sospesa” tra un Nino debole ed una sostanziale neutralità. In tal senso si rileva una similitudine con quanto già osservato tra l’autunno 2012 e la primavera di quest’anno. Pertanto, la rilevazione ora conferma le previsioni NOAA citate in precedenza, pur potendosene in futuro discostare lievemente, soprattutto verso la neutralità. La situazione è comunque in evoluzione, dunque occorrono conferme.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano attualmente una situazione sospesa tra neutralità e Nino debole. Nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra una prevalenza di anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

 

SST

 

L’Oceano Pacifico equatoriale è interessato da deboli anomalie positive, specie nel comparto orientale (Nino “east based”). A nord prevalgono le anomalie positive, specie nel comparto oceanico nord orientale (PDO positiva), sebbene un poco attenuate rispetto ai mesi precedenti. Invece a sud dell’Equatore perdurano vaste anomalie negative.

Nell’Oceano Atlantico, l’anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini, che si era pressoché dissolta, ora mostra nuovo vigore. Il Mediterraneo si riscalda e si raffredda, in concomitanza rispettivamente delle ondate di calore di stampo africano e delle incursioni fresche atlantiche, al momento è sede di deboli anomalie in prevalenza di segno positivo.

2. La PDO mostra dall’inizio dell’anno un’escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta confermando più che mai il suo ruolo “regolatore” dell’ENSO: lo si è osservato nel caso del Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dell’autunno 2012 e lo si osserva con il Nino attuale, già in difficoltà anche a causa del declino della PDO. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO è tornata di recente positiva dopo un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 è ormai fortemente negativa e prosegue nel suo calo verso il prossimo valore minimo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio negativo compresa tra gli 11 ed i 19 mesi, dunque un ritorno in territorio positivo non prima della primavera 2015 e non dopo la fine del 2015. Quindi, la QBO30 sarà certamente negativa durante il prossimo inverno.

5. La QBO50 è appena divenuta negativa. Storicamente, gli intervalli di valori negativi hanno una durata compresa tra 7 e 17 mesi. Pertanto, la QBO50 assumerà nuovamente valori positivi nel periodo compreso tra la primavera 2015 e l’inverno 2015-2016; in media si può ritenere ragionevole che cambi nuovamente segno nel corso dell’estate 2015. Quindi, la QBO50 sarà negativa durante il prossimo inverno.

Pertanto, se il ciclo solare (già debole) confermerà i segni di declino verso il prossimo minimo già manifestatisi di recente, l’accoppiata con la QBO negativa renderà il prossimo inverno potenzialmente favorevole ad irruzioni fredde sul nostro continente, a differenza dell’inverno 2013-2014.

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Considerazioni finali di natura meteo-climatica

I precedenti storici autunnali descritti in precedenza ci suggeriscono di verificare l’andamento prevalente del tempo nel corso di settembre, ottobre e della prima metà di novembre: se osserveremo una anomala persistenza anticiclonica in Europa e sul Mediterraneo, con scarsi o assenti passaggi di vere perturbazioni atlantiche, si tratterà di un altro segnale a favore di un inverno promettente. In sostanza, si confermerà la debolezza del Vortice Polare, non in grado di imporsi sulle alte pressioni subtropicali, come invece ha fatto nell’autunno 2013 e anche nel successivo inverno.

Non è una garanzia di un inverno freddo e nevoso, certo, che dipende anche dalla reale debolezza dell’attività solare nel semestre freddo che inizierà tra poco, oltre che dal segno della QBO (si veda in proposito il paragrafo relativo agli indici), ma una buona premessa sì.

Beninteso, la prevalenza del regime anticiclonico in autunno non è necessariamente sinonimo di tempo asciutto o addirittura siccitoso: l’anticiclone in realtà attualmente protegge più l’Europa continentale che l’Italia ed il Mediterraneo. Questa condizione favorisce l’ingresso di pericolose “gocce fredde”, piccole depressioni in grado di produrre piogge molto intense, anche a carattere alluvionale, in breve tempo su aree ristrette, come purtroppo recenti e tragiche cronache ci hanno ricordato. E’ da tenere in considerazione anche la possibilità di situazioni di “blocco”: depressione ad ovest dell’Italia, alta pressione ad est, con la nostra Penisola in mezzo bersagliata nelle sue regioni occidentali da piogge prefrontali molto intense; oppure depressione intrappolata nei nostri mari e circondata, ad ovest e ad est, dall’alta pressione, e quindi costretta ad esaurirsi sulle nostre regioni, con le conseguenze che si possono facilmente immaginare.

 

FabioDue

Rubrica meteo-climatica Agosto

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa la stagione corrente e quella successiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’Estate 2014 – Primo bilancio

L’estate ormai agli sgoccioli è stata caratterizzata da una diffusa e persistente instabilità, essenzialmente di origine atlantica, talvolta nord atlantica. L’instabilità ha riguardato principalmente il Nord Italia, dove ha nettamente compromesso la stagione. Ha tuttavia una influenza anche sull’andamento dell’estate al Centro e persino al Sud, sia pure in misura più limitata e differente: l’estate nella porzione centromeridionale della nostra penisola ha visto sì alcuni episodi di maltempo, ma è stata essenzialmente caratterizzata da bel tempo solitamente senza la calura insopportabile tipica delle avvezioni calde africane. Dunque anche per il Centro-Sud si è trattato di un’estate insolita, almeno per gli ultimi 15-20 anni. Per quanto riguarda il Nord, addirittura, per trovare un’estate analoga occorre tornare indietro di parecchi decenni. A tale proposito, secondo i glaciologi, quest’anno per la prima volta da circa quarant’anni non vi sarà alcuno scioglimento dei ghiacciai alpini, in quanto sono ancora in gran parte coperti di neve; anzi, molto probabilmente quella neve presto diventerà un nuovo strato di ghiaccio.

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L’Autunno 2014 – i precedenti storici

L’autunno in arrivo è ad oggi caratterizzabile in sintesi come segue:

  • ENSO debole, probabilmente Nino debole, almeno stando alle previsioni NOAA;
  • QBO negativa sia a 30 che a 50hpa (ma conta soprattutto per il tardo autunno e per l’inverno);
  • PDO positiva (almeno all’avvio della stagione, poi potrebbe divenire negativa);
  • l’estate che lo precede fresca e piovosa, un po’ in tutta l’Europa centro-occidentale, con indice AO in prevalenza negativo (persistenza di alte pressioni a latitudini elevate).

Condizioni simili a quelle sopra descritte si sono già verificate, almeno in parte, nel 1963 e nel 1977: in entrambi i casi

  • l’ENSO fu debole ma positivo,
  • l’AO fu mediamente negativa per l’intero trimestre estivo;
  • nel 1977 la PDO fu positiva fino a tutta l’estate, per poi divenire negativa proprio in autunno;
  • il ciclo solare fu debole (in declino nel 1963, in ripresa dopo un minimo nel 1977).

Tuttavia, in entrambi i casi la QBO (prima del 1979 era disponibile solo quella a 30hpa), pur negativa in estate, divenne positiva tra settembre (1963) e dicembre (1977).

Nell’autunno 1963

  • Settembre fu caratterizzato da un relativo predominio anticiclonico, talvolta però bruscamente interrotto da vivaci e ficcanti incursioni nord atlantiche o artiche; il mese fu relativamente caldo, con isoterme ancora in buona misura estive (+15 spesso sull’Italia peninsulare, +10 in vaste aree dell’Europa), tranne che durante le incursioni perturbate;
  • Ottobre fu più dinamico, più perturbato, ma anche decisamente con minori scambi meridiani; il mese fu termicamente nella norma, caratterizzato in gran parte da isoterme comprese tra +5 e +10 sull’Italia e la +5 sull’Europa;
  • Novembre fu da “manuale”: la forza del Vortice Polare si impose spesso all’Anticiclone delle Azzorre, imponendo all’intero continente, Italia compresa, ripetuti periodi marcatamente perturbati. Il mese tuttavia fu mite sia per l’Italia che per l’Europa, con l’isoterma +5 che abbracciò quasi sempre tutta la Penisola, che fu spesso attraversata dalla +10 e talvolta sfiorata dalla +15. Le isoterme invernali (-5) furono relegate quasi sempre a latitudini molto settentrionali, oltre il 60° parallelo. Si verificò una sola fugace incursione della isoterma 0 sull’Italia.

Nell’autunno 1977

  • Settembre fu caratterizzato da una notevole persistenza anticiclonica sull’Europa centro-occidentale, interrotta sull’Italia da gocce fredde e depressioni di origine atlantica; il mese fu mite nella prima metà, con isoterme comprese perlopiù tra +10 e +15, e fresco nella seconda, con isoterme in prevalenza attorno alla +5;
  • Ottobre fu diviso tra una prima metà marcatamente perturbata ed una seconda nettamente anticiclonica; il mese fu termicamente più fresco nella prima metà, con l’isoterma +5 prevalente e in Europa la 0 che si affacciò diverse volte, più mite nella seconda, con l’isoterma +10 prevalente, con la +5 in Europa;
  • Novembre fu caratterizzato da tempo marcatamente perturbato a più riprese, su Europa ed Italia, con pochi intervalli anticiclonici; la prima metà del mese fu termicamente mite, con isoterme in prevalenza attorno a +5 in Europa e comprese tra +5 e +10 in Italia, mentre la seconda fu fredda, con isoterme tra 0 e -5 in Europa e attorno a 0 in Italia, a fine mese la -10 fece capolino in Europa centrale e la -5 al Nord Italia.

A quale dei due potrà assomigliare maggiormente l’autunno in arrivo? A quello del 1977, magari anche più marcatamente perturbato e freddo specie a novembre, data la QBO fortemente negativa e la debolezza del ciclo solare, che dovrebbero aiutare il Vortice Polare a spadroneggiare in Europa?

 

I prossimi giorni

Dopo una seconda metà di agosto relativamente calda e soleggiata al Centro-Sud e invece spesso fresca ed instabile al Nord, siamo in presenza di una pausa anticiclonica.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di domenica 31 Agosto, relativa alla pressione al suolo ed in quota:

 

SLP

 

Nell’immagine si nota la propensione dell’Anticiclone delle Azzorre ad estendersi sull’Europa centro-occidentale, proteggendola dalle mire del Vortice Polare, già molto attivo, di cui si vede in alto a sinistra la propaggine islandese. Più a nordest è presente un’altra alta pressione, separata dalla azzorriana da un corridoio nel quale si vede scorrere una insidiosa “goccia fredda”, che entrerà presto nel Mare Adriatico. Al momento sono previsti fenomeni anche violenti e vento localmente forte. Insomma, pare si tratterà di una classica “burrasca” di fine estate, per il Centro adriatico ed il Sud.

Nel lungo termine (prima decade di settembre), i principali modelli intravvedono una netta prevalenza anticiclonica, più sull’Europa continentale che sull’Italia, per la quale comunque non si prevedono al momento disturbi di rilievo. Dunque per ora si prospetta un periodo di tempo complessivamente buono, salvo i soliti temporali pomeridiani, con temperature attorno alla media del periodo. Un fine estate gradevole, in attesa di sviluppi più consoni ad una tipica stagione autunnale.

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Possibile evoluzione successiva (Settembre)

Attualmente, tutti i principali modelli (GFS, ECMWF e GEM) propendono per un lungo periodo di relativa stabilità, in Europa e in buona misura anche in Italia, che potrebbe caratterizzare buona parte del mese di Settembre. Non bisogna però dimenticare che il Vortice Polare, grazie al progressivo declino della radiazione solare in settembre, è già in netta ripresa. Pertanto, è ragionevole attendersi novità in prossimità dell’equinozio d’autunno.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la sezione Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

 

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i più recenti valori disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (+0,878) +0,815
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (+0,82) +0,70
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,084) +0,244
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (-13,98) (-19,28)
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+4,96) +0,50
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): non rilevato in estate

 

Commento indici

1. L’ENSO dopo un anno e mezzo (autunno 2012-primavera 2014) di sostanziale neutralità, è tornato ad essere positivo la scorsa primavera. Le previsioni NOAA per i prossimi mesi confermano la persistenza del Nino, sia pure debole, soprattutto nel comparto oceanico centrale (zone 3 e 3.4). Tuttavia permangono due incognite: la dispersione dei membri previsionali resta elevata e rende la previsione ancora incerta; inoltre, occorre verificare il comportamento dell’indice PDO nei prossimi mesi. Se tornerà in territorio negativo entro qualche mese, come è ragionevole attendersi, indebolirà ulteriormente il Nino.

Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Subsurface

Nel corso della primavera, le consistenti anomalie positive presenti sotto la superficie oceanica sono gradualmente emerse, avviando l’attuale evento di Nino. Tuttavia, durante l’estate si sono nettamente indebolite. Attualmente vi è un sostanziale equilibrio tra deboli anomalie di segno opposto. Tale condizione assomiglia a quella prevalente tra l’autunno 2012 e lo scorso inverno; pertanto le condizioni attuali depongono nuovamente a favore di una sostanziale neutralità dell’ENSO. In tal senso, a differenza della scorsa primavera, la rilevazione ora non conferma del tutto le previsioni NOAA citate in precedenza. La situazione è comunque in evoluzione, dunque occorrono conferme.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano attualmente una situazione sospesa tra neutralità e Nino debole. Nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’alternanza tra anomalie di segno diverso, disposte a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

sst anomalies

L’Oceano Pacifico equatoriale è interessato da deboli anomalie positive, specie nel comparto orientale (Nino “east based”). A nord prevalgono le anomalie positive, specie nel comparto oceanico nord orientale (PDO positiva), sebbene un poco attenuate rispetto ai mesi precedenti. Invece a sud dell’Equatore perdurano vaste anomalie negative.

Nell’Oceano Atlantico, l’anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini, si è pressoché dissolta. Per ora, per fortuna, non si è sviluppata alcuna consistente anomalia tra le coste portoghesi, spagnole e marocchine, tale da favorire una “lacuna barica” permanente in zona e ripetute forti ondate di calore verso l’Italia. Il Mediterraneo si riscalda e si raffredda, in concomitanza rispettivamente delle ondate di calore di stampo africano e delle “rotture” fresche atlantiche, al momento è sede di deboli anomalie in prevalenza di segno positivo.

2. La PDO mostra dall’inizio dell’anno un’escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta confermando più che mai il suo ruolo “regolatore” dell’ENSO: lo si è osservato nel caso del Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dell’autunno 2012 e lo si osserva con il Nino attuale, già in difficoltà anche a causa del declino della PDO. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO è tornata di recente positiva dopo un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 è tornata negativa a Giugno per la prima volta da Febbraio 2013 e prosegue nel suo calo verso il prossimo valore minimo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio negativo compresa tra gli 11 ed i 19 mesi, dunque un ritorno in territorio positivo non prima della primavera 2015 e non dopo la fine del 2015.

5. La QBO50 dopo qualche mese di permanenza tra 9 e 10, negli ultimi due mesi è bruscamente calata, segno che il ritorno in territorio negativo è ormai imminente. Storicamente, gli intervalli di valori negativi hanno una durata compresa tra 7 e 17 mesi. Pertanto, nell’ipotesi che l’indice torni in territorio negativo già dalla prossima rilevazione, la QBO50 assumerà nuovamente valori positivi nel periodo compreso tra la primavera 2015 e l’inverno 2015-2016; in media si può ritenere ragionevole che cambi nuovamente segno nel corso dell’estate 2015. Quindi, la QBO50 sarà negativa durante il prossimo inverno. Pertanto, se il ciclo solare (già debole) confermerà i segni di declino verso il prossimo minimo già manifestatisi di recente, l’accoppiata con la QBO negativa renderà il prossimo inverno potenzialmente favorevole ad irruzioni fredde sul nostro continente, a differenza dell’inverno 2013-2014.

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Considerazioni finali di natura climatica

A Luglio si era ravvisata una similitudine di questa estate con quella del 2012, in quanto

  • come allora, era in corso un Nino “east based”, di intensità debole-moderata;
  • come allora, era presente una anomalia negativa in Atlantico, a latitudini medie;
  • come allora, Luglio ha visto un’alternanza tra ondate di stampo africano, specie al Centro-Sud, e sortite instabili atlantiche, specie al Nord.

Agosto non ha però confermato tale similitudine al Nord ma, per ora, soltanto al Sud e comunque attenuata. Già nella precedente Rubrica si erano però ravvisate anche alcune differenze rispetto al 2012:

  • il Nino nel 2012 era lievemente più intenso di quello attuale;
  • l’anomalia in Atlantico era più estesa e più vicina alle coste occidentali europee;
  • Luglio 2012 fu interessato da ondate di caldo più intense e durature, rispetto a quelle finora osservate a Luglio 2014, con minori occasioni per “rotture” fresche atlantiche; inoltre a tratti le ondate di caldo interessarono anche il Nord, sia pure brevemente.

Nel 2012 il Nino declinò rapidamente tra Agosto e Settembre, regalandoci una seconda parte dell’estate caratterizzata da ripetute ed intense ondate di caldo africano, in prevalenza al Sud ma a tratti anche al Centro-Nord. Tale condizione si protrasse fino ad ottobre e persino per buona parte di novembre, sebbene fisiologicamente attenuata a causa della ridotta radiazione solare. Solo all’inizio del mese di dicembre si affermarono le prime isoterme negative ad 850hpa e quindi le prime ondate di freddo di stampo autunnale.

Tale situazione quest’anno non si è ripetuta, almeno per il mese di agosto, se non per il solo Sud. La ragione principale può essere riconducibile ad una notevole vitalità del Vortice Polare, in questa estate attivo come non accadeva da molti anni e comunque ben più invadente rispetto al 2012, anche alle nostre latitudini.

FabioDue