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Rubrica meteo-climatica Febbraio

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa le prossime stagioni primaverile ed estiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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La prima parte dell’inverno – riepilogo

L’inverno 2013-2014 è stato preannunciato a fine novembre da una breve ma importante irruzione fredda da est. E’ iniziato e proseguito con un’alternanza di alte pressioni di origine subtropicale, dunque miti e asciutte, e passaggi di perturbazioni atlantiche, quindi miti e umidi. E’ finora mancato qualsiasi apporto di aria fredda artica marittima (da nord quindi) o continentale (da nordest), in grado di produrre episodi di chiaro stampo invernale con gelo e cadute di neve anche in pianura. In compenso, i ripetuti passaggi di perturbazioni atlantiche stanno apportando quantitativi record di neve sulle Alpi e piogge abbondantissime in tutto il Nord Italia. Ciò garantisce una scorta preziosa per le nostre sorgenti ed anche per i nostri ghiacciai, tanto da far sperare in un loro recupero se la prossima stagione estiva sarà clemente: la grande quantità di neve contribuirà perlomeno a proteggere il ghiaccio a lungo dai raggi solari e, se le abbondanti nevicate proseguiranno nei prossimi anni, incrementerà la massa ghiacciata.

L’inverno è stato finora latitante non solo in Italia, ma più in generale in Europa: dalla Spagna alla Russia ai Balcani, ad eccezione di brevi episodi, si sono registrate temperature miti da record per la stagione in corso. Il grande freddo si è affacciato per un certo periodo solo all’estremo nord (Scandinavia) ed est (Russia, specie nel nordest).

 

L’inverno 2013-2014 – Termine e avvio della primavera

I prossimi giorni

Dopo una successione di perturbazioni atlantiche quasi senza soluzione di continuità, comunque in un contesto mite, il tempo dei prossimi giorni promette ancora un paio di ingressi perturbati atlantici, soprattutto al Nord, in un contesto di relativa tregua.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 20 Febbraio, relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

SLP

Nell’immagine si nota bene il predominio delle depressioni atlantiche in Europa Centro-Occidentale, che non viene per ora ostacolato dall’Anticiclone delle Azzorre (in basso a sinistra). L’Italia si trova su una delle traiettorie di tali depressioni e sembra ne sarà presto interamente coinvolta, dunque anche il Centro ed il Sud, che nei giorni scorsi hanno beneficiato di un promontorio di alta pressione di origine africana. Poiché non sono previsti cambiamenti sostanziali a tale configurazione, è probabile che la tregua prevista a breve sia, appunto, solo una tregua prima di nuove piogge.

Si noti infine la totale assenza dell’Anticiclone Russo-Siberiano, detto anche Orso, in Europa: buona parte della Russia infatti è sede di una debole depressione di origine atlantica.

Nel lungo termine (7 giorni ed oltre), si intravvede una possibile ripresa in grande stile delle perturbazioni atlantiche, in Europa e forse anche sull’Italia. Permane un margine di incertezza circa la natura di tali perturbazioni, cioè se proverranno dalle medie latitudini, oppure se si avvarranno di contributi freddi di origine artica.

Un fatto sembra assodato: dopo il 20 Febbraio il Vortice Polare Stratosferico (VPS) trasferirà il proprio nucleo dall’artico nordamericano a quello siberiano, a tutte le quote della stratosfera. Ciò presumibilmente fornirà nuovo carburante freddo all’Orso in Siberia. In Europa potrebbe consentire una maggiore propensione dell’Anticiclone delle Azzorre ad elevarsi verso nord, trasferendo masse di aria più fredda verso le nostre latitudini. Tuttavia per ora si tratta di ipotesi non confermate dalle previsioni troposferiche.

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Possibile evoluzione successiva (Fine Febbraio e prima parte di Marzo)

Al momento solo GFS ed il suo ensemble (GENS) prospetta una ripresa del “carosello” di perturbazioni atlantiche che ha flagellato l’Europa e il Nord Italia a Gennaio e nei primi giorni di Febbraio. ECMWF vede invece una maggiore ingerenza di alte pressioni subtropicali, pur alternata a qualche episodio instabile.

L’evoluzione prospettata da GFS sarebbe fisiologica, a cavallo del passaggio di testimone tra inverno e primavera, con possibili ingerenze artiche alternate alle prime alte pressioni di matrice subtropicale.

Non vi sono al momento segnali che lascino pensare ad una evoluzione fredda e nevosa della fine dell’inverno e dell’avvio della primavera, in una sorta di compensazione per una stagione invernale davvero sottotono.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

 

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i valori del mese di Gennaio, quelli più recenti disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori di Dicembre.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,312) -0,318
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,41) +0,30
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,059) -0,039
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+12,6) +13,1
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+10) +9,7
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, in zona 6. Verso fine mese potrebbe intensificarsi e spostarsi in zona 7, divenendo quindi un elemento a favore di ondate di freddo in Europa.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da oltre un anno (autunno 2012) si mostra sostanzialmente neutro. Da allora si sono alternati episodi di debole Nina e debole Nino, ma solo in alcuni comparti del Pacifico equatoriale, a periodi di quasi perfetta neutralità (assenza di anomalie di temperatura). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano un progressivo passaggio a condizioni di Nino debole, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Tuttavia, l’attuale dispersione dei membri previsionali consiglia una certa prudenza. Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

ST Subsurface

 

Rispetto ai mesi precedenti (ma ormai da oltre un anno) le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto; nessuna delle due è finora riuscita a prevalere sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente si osserva un equilibrio quasi perfetto tra anomalie piuttosto marcate di segno opposto: una rilevante anomalia negativa ad est ed una altrettanto marcata e diffusa anomalia positiva ad ovest. In sostanza, la rilevazione suggerisce al momento il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale. Tuttavia, a differenza di quanto prospettato dalle previsioni NOAA per la prossima primavera, non si intravvede per ora alcuna tendenza ad una maggiore diffusione delle anomalie positive.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. Anche nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’analoga alternanza, sebbene disposta a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

 

SST

 

Colpisce la presenza di una vasta anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini. E’ presente dalla fine di Dicembre ed è probabilmente dovuta al continuo transito di depressioni atlantiche, che hanno raffreddato le acque superficiali Il Mediterraneo al momento appare sede di lievi anomalie positive ad est e di una sostanziale neutralità ad ovest.

2. La PDO mostra una nuova escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno e si ritiene sia tuttora responsabile della perdurante neutralità. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO mostra un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 continua a crescere, dopo un temporaneo calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014. Pertanto la fase di diminuzione è ormai imminente.

5. La QBO50 mostra una stasi, presumibilmente temporanea, della sua fase di crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

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Considerazioni finali di natura climatica

La prolungata fase neutra dell’ENSO ha ben pochi precedenti negli ultimi 60 anni.

Volendo anticipare le prospettive per le prossime stagioni primaverile ed estiva, pur sapendo che l’ENSO è solo uno dei fattori in gioco, si possono citare analogie con il 2005, anche se nella primavera vi fu un brevissimo episodio di Nino debole, incastonato in un lungo periodo di sostanziale neutralità:

  • la primavera iniziò piuttosto fredda, con ripetute irruzioni di aria gelida continentale nella prima metà di marzo; proseguì molto più mite nella seconda metà del mese; ad aprile non vi furono particolari contrasti e il mese fu lievemente fresco; maggio fu invece più estivo al Sud, più fresco al Nord ma con diversi contrasti caldo-fresco;
  • la stagione estiva fu abbastanza calda ma senza troppi eccessi di natura africana.

Volendo andare più indietro, si può citare l’ormai lontano 1986, più simile alla stagione attuale in termini teleconnettivi (lunga ed ininterrotta neutralità ENSO, QBO positiva in inverno):

  • la primavera iniziò senza particolari contrasti, con un marzo normale, un po’ più mite nella prima metà, più fresco nella seconda; aprile fu piuttosto fresco al Nord, ben più mite, a tratti estivo, al Sud; maggio fu termicamente nella norma nella prima metà, più estivo, specie al Sud, nella seconda metà;
  • l’estate fu piuttosto calda al Sud ma sempre meno risalendo la nostra Penisola, fino ad un’estate normale al Nord.

FabioDue

La Rubrica di NIA: l’influenza dell’ENSO negli inverni europei – proiezione Inverno 2013/14

Innanzi tutto devo scusarmi per non aver scritto questo articolo ad inizio Dicembre come negli ultimi due anni nei quali avevo iniziato questa particolare ricerca, purtroppo sono stato sopraffatto dagli impegni universitari e non ho potuto controllare in tempo le varie reanalisi.

Questo comunque non pregiudica nulla ai fini dello scopo dell’articolo.

(Potrete trovare i due articoli precedenti qui: http://daltonsminima.altervista.org/?p=23937 e qui: http://daltonsminima.altervista.org/?p=17738)

Per chi fosse nuovo o è la prima volta che legge un articolo del genere spiego brevemente la situazione:

Il fenomeno El Nino/La Nina (chiamato ENSO: El Nino-Southern Oscillation) nella stagione invernale ha sempre avuto un impatto fondamentale determinando molto spesso la circolazione dominante e le diverse anomalie di pressione nel vecchio continente.

Però alla fine una vera e propria verifica non è mai stata fatta, almeno a livello amatoriale, ed è per questo che ho deciso ogni inverno di verificare se le dinamiche trimestrali potessero essere sovrapponibili a quelle ipotizzate basandoci unicamente sul fenomeno di El-Nino.

In secondo luogo io sono un fervente assertore che i vari indici teleconnettivi siano del tutto inutili per proiezioni future, questo per via di scetticismo nato dal seguire ogni anno l’avverarsi di cose diverse da quelle preventivate e per via della natura puramente descrittiva che possiedono (non a caso il loro scopo è dare una sintesi di ciò che è avvenuto, non di ciò che avverrà).

Quindi ho preso la serie di reanalisi NOAA che parte dal 1948 e ho valutato e classificato le fasi ENSO per ogni bimestre Ottobre-Novembre (i due mesi precedenti all’inverno), quindi classificando gli inverni successivi in base al tipo di Nino o Nina presenti in questo bimestre.

Il fenomeno dell’ENSO è stato classificato in 7 diverse modalità:

Nino West Based

Nino East Based

Nino Central Based

Neutral

Nina West Based

Nina East Based

Nina Central Based

 

Ogni modalità poi è stata divisa in Debole (che comprende anche la classificazione “Media”) o Forte

 

Per il bimestre 2013 l’ENSO è rimasto nuovamente in zona neutra (come nello scorso inverno), questo complica le cose e probabilmente poterà ad una proiezione errata (anche se quella dello scorso anno si è rivelata abbastanza simile a ciò che è poi accaduto).

Questi sono gli anni che hanno visto un ENSO neutro (NB: l’anno è riferito al bimestre Ott-Nov, quindi l’inverno ad esso successivo è codificato con l’anno seguente)

1952

1958

1959

1961

1978

1980

1981

1993

2012

 

Ovviamente l’ENSO di tipo neutro non è stato codificato in Medio-Debole o Forte

Passiamo quindi alle proiezioni trimestrali basandoci unicamente su una media degli anni sopra citati

 

Geopotenziali 500hPa

Avrei commentato questa carta se fosse stato Dicembre, ma credo sia superfluo dire che quest’anno l’indice ENSO non è per niente utile nello spiegare questo non-inverno che abbiamo vissuto.

 

Anomalie T suolo

Stesso discorso di prima

 

Anomalie T 850hPa

Stesso discorso di prima

 

Conclusioni:

Possiamo affermare che l’indice ENSO quest’anno ci avrebbe indicato un inverno del tutto simile a quello scorso ma che ci siamo trovati in realtà in una condizione completamente diversa.

Per il mese di Marzo sarà comunque fatta la verifica della proiezione.

 

FBO

Rubrica Meteo-climatica Gennaio

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa le prossime stagioni primaverile ed estiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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La prima parte dell’inverno – riepilogo

L’inverno 2013-2014 è stato preannunciato a fine novembre da una breve ma importante irruzione fredda da est. E’ iniziato e proseguito con un’alternanza di alte pressioni di origine subtropicale, dunque miti e asciutte, e passaggi di perturbazioni atlantiche, quindi miti e umidi. E’ finora mancato qualsiasi apporto di aria fredda artica (da nord quindi) e di aria fredda continentale (da nordest), in grado di produrre episodi di chiaro stampo invernale con gelo e cadute di neve anche in pianura. In compenso, i ripetuti passaggi di perturbazioni atlantiche stanno apportando notevoli quantitativi di neve sulle Alpi. Ciò garantisce una scorta preziosa per le nostre sorgenti ed anche per i nostri ghiacciai, tanto da far sperare in un loro recupero se la prossima stagione estiva sarà clemente.

L’inverno è stato finora latitante non solo in Italia, ma più in generale in Europa: dalla Spagna alla Russia ai Balcani, fino a pochi giorni fa si sono registrate temperature miti da record per il periodo. Tuttavia, da alcuni giorni il grande freddo si è affacciato all’estremo nord (Scandinavia) ed est (Russia, specie nel nordest).

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L’inverno 2013-2014 – Seconda parte

I prossimi giorni

Dopo un’alternanza tra alte pressioni e perturbazioni atlantiche, comunque in un contesto mite, il tempo dei prossimi giorni promette di continuare a proporci ingressi perturbati atlantici, al più nord atlantici, quindi umidi e mai troppo freddi.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 23 Gennaio, relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

SLP

Nell’immagine si nota bene l’ingresso perturbato nord atlantico (in alto a sinistra) sull’Europa nord- occidentale, in parte diretto anche verso il Mediterraneo e l’Italia, ostacolato dall’Anticiclone delle Azzorre (in basso a sinistra) e da un’alta pressione fredda (in alto a destra) di matrice russo-scandinava. I due anticicloni, al momento, non sembrano in grado di impedire al Vortice Polare (rappresentato dalle perturbazioni atlantiche) di dettare ancora legge su buona parte dell’Europa: nei prossimi giorni il tempo europeo e italiano sarà caratterizzato da un’alternanza tra passaggi perturbati e temporanee pause. Finora il Nord Italia ha visto più freddo e più piogge, mentre il Centro-Sud ha spesso goduto di condizioni più asciutte e miti, spesso primaverili. Nei prossimi giorni sembra vi sarà un certo riequilibrio, con maggiori precipitazioni e temperature più basse al Centro ed al Sud.

Nel lungo termine (7 giorni ed oltre) si intravvede una maggiore spinta fredda: L’Anticiclone delle Azzorre probabilmente accennerà a spingersi verso nord/nordest ed a richiamare così aria più fredda verso l’Europa ed il Mediterraneo. Invece, l’Alta pressione fredda presente tra Russia e Scandinavia resterà dov’è e poi sarà respinta verso est dalla forza della spinta nord atlantica (Vortice Polare). Entrambi i principali modelli di previsione, GFS ed ECMWF, confermano in sostanza questo quadro, pur con alcune differenze circa l’entità e la modalità degli ingressi perturbati atlantici.

Ciò potrebbe condurre ad ingressi di perturbazioni artico-atlantiche, con precipitazioni sotto forma di rovesci e nevicate anche a bassa quota al Centro ed al Sud, mentre il Nord risulterebbe più al riparo dalle precipitazioni grazie alla protezione offerta dalle Alpi.

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Possibile evoluzione successiva (Fine Gennaio e prima parte di Febbraio)

Entrambi i principali modelli, GFS ed ECMWF, ed i loro ensemble (GENS ed ECMWF Ensemble) prospettano una certa ingerenza di aria più fredda di origine artico/continentale verso la fine di Gennaio. Tuttavia, data la distanza temporale (dai 6-7 giorni in poi) rimane un’eventualità ancora da confermare.

Attualmente, le previsioni stratosferiche circa il comportamento del Vortice Polare Stratosferico (VPS) nei prossimi dieci giorni almeno non evidenziano alcun evento in grado di destabilizzarlo. Il Vortice Polare appare ruotato in direzione Atlantico Settentrionale-Stretto di Bering e compatto alle quote superiori (fino a 10hpa), più allungato e bilobato alle quote inferiori (da 30 a 100hpa). Non si evidenzia comunque alcun elemento in grado di modificare sostanzialmente l’assetto attuale e condurre verso l’Europa masse di aria decisamente più fredda, almeno non in modo consistente e duraturo. Le stesse previsioni lasciano comunque aperta la possibilità di un maggiore ingresso in Europa di aria artica da nord, come già accennato.

Ricordiamo che condizione necessaria (ma non sufficiente) affinché si verifichi un’ondata di freddo (aria gelida continentale da nordest, cioè dalla Russia e/o dalla Siberia) verso l’Europa e verso l’Italia è almeno una delle due seguenti:

  1. che un riscaldamento stratosferico (stratwarming) indebolisca e destabilizzi il Vortice Polare Stratosferico, consentendo alle alte pressioni di estendersi verso nord, incunearsi nel Vortice stesso e “richiamare” aria fredda verso sud;
  2. che l’Anticiclone russo-siberiano (detto anche Orso) acquisti una forza tale da respingere il Vortice Polare verso nord, costringendolo ad assumere una forma ellittica, e da estendersi verso ovest, verso la Russia e l’Europa centro-occidentale.

Attualmente in termini di prospettiva di lungo periodo (prossimi 10 giorni),

  1. non è previsto alcuno stratwarming in grado di destabilizzare il Vortice Polare;
  2. l’Anticiclone russo-siberiano appare latitante, anche sulla Russia europea, e non sembra in grado di spingersi verso ovest nei prossimi giorni.

Si ricorda ancora una volta che in questo inverno la combinazione QBO (positiva)-ciclo solare (nel complesso debole, nonostante qualche temporanea accelerazione) risulta sfavorevole ad un inverno freddo e nevoso in quanto inibisce forti stratwarming sopra l’Artico.

Per concludere, si ritiene che i futuri apporti di aria fredda non risulteranno, a consuntivo, di entità rilevante e di durata apprezzabile, pur essendo abbastanza probabili.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

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Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i valori del mese di Dicembre, quelli più recenti disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori di Novembre.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,093) -0,312
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,11) -0,41
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,16) valore di dicembre non ancora disponibile
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+12,4) +12,6
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+9,7) +10
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, in zona 6. Verso fine mese potrebbe intensificarsi e spostarsi in zona 7, divenendo quindi un elemento a favore di ondate di freddo in Europa.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da oltre un anno (autunno 2012) si mostra sostanzialmente neutro. Da allora si sono alternati episodi di debole Nina e debole Nino, ma solo in alcuni comparti del Pacifico equatoriale, a periodi di quasi perfetta neutralità (assenza di anomalie di temperatura). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano il proseguimento di condizioni di sostanziale neutralità ancora per qualche mese, per poi (forse) passare a condizioni di Nino debole tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Tuttavia, l’attuale dispersione dei membri previsionali consiglia una certa prudenza. Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

 

SST Subsurface

 

Rispetto ai mesi precedenti (ma ormai da un anno) le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto: nessuna delle due è finora riuscita a prevalere sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente si osserva un equilibrio quasi perfetto: siamo in presenza di una rilevante anomalia negativa ad est e di una tenace e diffusa anomalia positiva ad ovest. In sostanza, la rilevazione conferma al momento le previsioni NOAA circa il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale. Tuttavia, a differenza di quanto prospettato dalle previsioni per la prossima primavera, non si intravvede per ora alcuna tendenza ad una maggiore diffusione delle anomalie positive.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. Anche nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’analoga alternanza, sebbene disposta a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

SST

 

Colpisce la presenza di una vasta anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini. Il Mediterraneo al momento non appare sede di anomalie di rilievo.

2. La PDO è tornata negativa da molti mesi ormai, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno e si ritiene sia tuttora responsabile della perdurante neutralità. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO si conferma in territorio positivo, pur in calo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 continua a crescere, dopo un temporaneo calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

5. La QBO50 è anch’essa in continua crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

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Considerazioni finali di natura climatica

La prolungata fase neutra dell’ENSO ha ben pochi precedenti negli ultimi 60 anni.

Volendo anticipare le prospettive per le prossime stagioni primaverile ed estiva, pur sapendo che l’ENSO è solo uno dei fattori in gioco, si possono citare analogie con il 2005, anche se nella primavera vi fu un brevissimo episodio di Nino debole, incastonato in un lungo periodo di sostanziale neutralità:

  • la primavera iniziò piuttosto fredda, con ripetute irruzioni di aria gelida continentale nella prima metà di marzo; proseguì molto più mite nella seconda metà del mese; ad aprile non vi furono particolari contrasti e il mese fu lievemente fresco; maggio fu invece più estivo al Sud, più fresco al Nord ma con diversi contrasti caldo-fresco;
  • la stagione estiva fu abbastanza calda ma senza troppi eccessi di natura africana.

Volendo andare più indietro, si può citare l’ormai lontano 1986, più simile alla stagione attuale in termini teleconnettivi (lunga ed ininterrotta neutralità ENSO, QBO positiva in inverno):

  • la primavera iniziò senza particolari contrasti, con un marzo normale, un po’ più mite nella prima metà, più fresco nella seconda; aprile fu piuttosto fresco al Nord, ben più mite, a tratti estivo, al Sud; maggio fu termicamente nella norma nella prima metà, più estivo, specie al Sud, nella seconda metà;
  • l’estate fu piuttosto calda al Sud ma sempre meno risalendo la nostra Penisola, fino ad un’estate normale al Nord.

FabioDue

 

 

 

Indici meteo-climatici di Novembre-Dicembre e prospettive meteo-climatiche invernali

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’autunno – riepilogo

L’autunno italiano, ma anche europeo, è stato caratterizzato da una certa prevalenza di alte pressioni, specie nell’area mediterranea, con presenza di vaste anomalie positive di temperatura. Ottobre, da questo punto di vista, tranne una piccola parentesi fredda, è risultato particolarmente asciutto e mite, al Sud persino caldo. Novembre è invece risultato più instabile e dinamico, tra caldo e freddo, pur essendo alla fine complessivamente mite.

 

Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente (Ottobre)

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (0,094) -0,093
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,87) valore di dicembre non ancora disponibile
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,37) +0,16
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+11,7) +12,4
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+8,7) +9,7
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, tra le zone 3 e 4, l’intensità è prevista ancora molto debole almeno fino a fine mese, pertanto non appare al momento significativo.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da molti mesi si mostra sostanzialmente neutro. La debole Nina prima presente nel comparto est (zone 1+2, a ridosso delle coste del Sudamerica), ha ormai lasciato il posto ad una lieve positività (Nino). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano un Nino molto debole appunto nel comparto est oceanico, mentre altrove si prolungherebbero ulteriormente e almeno fino a Marzo 2014 sostanziali condizioni di neutralità. Come noto, le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO, indipendentemente dalle previsioni del NOAA, pur da prendere seriamente in considerazione. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Immagine subsurface

Rispetto ai mesi precedenti (ma ormai da un anno) le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto, senza che nessuna delle due prevalga sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente si osserva un equilibrio quasi perfetto. In sostanza, la rilevazione conferma al momento le previsioni NOAA circa il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale, tranne che nel settore est, dove invece prevalgono anomalie negative, mentre le previsioni NOAA intravvedono l’affermazione di anomalie positive.

Le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. In Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, predominano anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

 

Immagine SST

 

Non è in sostanza più presente l’anomalia negativa in Oceano Atlantico, tra il Nordamerica e l’Europa, rilevata nel mese scorso. Per il resto, non si notano rilevanti cambiamenti, specie nell’Emisfero Settentrionale. Si osserva come il Mediterraneo occidentale si sia decisamente raffreddato, mentre quello orientale presenti ancora acque relativamente tiepide.

2. La PDO è tornata negativa da alcuni mesi ormai, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO si conferma in territorio positivo, pur in calo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 ha ripreso a crescere, dopo un temporaneo calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

5. La QBO50 è ormai nettamente positiva ed in continua crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

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L’inverno 2013-2014 – Prima parte

I prossimi giorni

L’autunno ci ha finora riservato una prevalenza di figure anticicloniche, alternate ad alcuni temporanei ma localmente anche molto intensi episodi di maltempo. Questi si sono accentuati nel mese di novembre, quando alle consuete perturbazioni atlantiche si è per alcuni giorni sostituito un flusso freddo di origine artica. Dicembre però ha visto nuovamente il ritorno di una potente figura di alta pressione, sul Mediterraneo e in generale sull’Europa meridionale, specie in Italia e nei paesi limitrofi. Prima si è trattato di una figura “a omega”, con perno sull’Europa occidentale, poi si è distesa sui paralleli. Il freddo è perciò rimasto confinato molto più a nord e ad est, dove ha portato una notevole ondata di freddo e di neve, che ha investito gran parte del Medio Oriente e si è spinta fino in Egitto.

Abbiamo assistito e stiamo assistendo a bel tempo in montagna e lungo le coste, con temperature miti. Invece nelle pianure, specie in Pianura Padana, si sono verificate e si stanno manifestando tuttora frequenti nebbie ed estese gelate, con formazioni di ghiaccio che, la notte ed al primo mattino, possono risultare insidiose per la circolazione automobilistica.

Ora si tratta di capire che cosa potrà accadere nei prossimi giorni e magari anche nelle prossime settimane.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le prime ore del mattino di giovedì 19 dicembre e relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

Immagine SLP 1

Nell’immagine, si nota bene la contrapposizione tra un Vortice Polare (a sinistra in altro) che cerca di conquistare l’Europa occidentale e insinuarsi nel Mediterraneo e un’alta pressione (in basso, distesa dall’Atlantico fino al Mar Nero ed oltre, attraverso il Mediterraneo) che resiste e peraltro si alimenta della stessa forza del Vortice Polare.

Per quanto si può dire al momento, sembra che il Vortice Polare riesca lentamente a scendere di latitudine, verso le Alpi ed il Mediterraneo, ma senza conquistarli: invierà una prima piccola “onda” perturbata in settimana, in grado di portare qualche pioggia sull’Italia e un po’ di neve sui nostri monti, tuttavia senza freddo. Insomma, si tratterebbe di una parentesi autunnale in ritardo. Poi, probabilmente, l’alta pressione avrà nuovamente il sopravvento, almeno fin verso il 24.

Bisogna però anche rimarcare il fatto che l’evoluzione citata è quella prevista dal modello americano GFS e dal modello LAM; ECMWF (Reading), modello europeo, finora propende per una maggiore resistenza dell’alta pressione e quindi per una ulteriore prosecuzione delle condizioni attuali.

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Possibile evoluzione successiva (Fine anno e inizio Gennaio)

La via di uscita da un’alta pressione così tenace sembra comunque essere quella di un progressivo avvicinamento delle perturbazioni atlantiche, che probabilmente riusciranno ad indebolire e poi a demolire “muro” di alta pressione, almeno per qualche giorno.

Attualmente, AO e NAO promettono di restare positivi, anche nettamente, almeno fino alla fine dell’anno, pur con la consueta tendenza ad una maggiore dispersione dei membri previsionali e sebbene l’AO mostri un certo calo medio proprio alla fine dell’anno.

Immagine AO

Immagine NAO

Questo andamento positivo dipende dal fatto che le alte pressioni sono tutte o quasi a latitudini più basse (ad esempio sul Mediterraneo, AO) e non hanno tendenza a proiettarsi verso nord (NAO) per favorire discese fredde verso sud.

Naturalmente, non dimentichiamoci mai del fatto che AO e NAO non sono indici predittivi, ovvero non anticipano tendenze, ma solo descrittivi, quindi sintetizzano quanto il modello di previsione GFS già prospetta in dettaglio.

Insomma, per ora non sembrano esserci prospettive concrete di un avvio della stagione invernale consono alla sua reputazione.

E poi, all’inizio dell’anno nuovo, che cosa succederà? Arriverà l’inverno, quello vero? Oppure l’anticiclone prevarrà nuovamente?

Attualmente, le previsioni stratosferiche indicano che il Vortice Polare è in fase di raffreddamento e rafforzamento, ovvero sta diventando più compatto. Ciò inibisce qualsiasi possibilità di discese fredde verso l’Europa.

Attualmente, condizione necessaria (ma non sufficiente) affinché si verifichi un’ondata di freddo verso l’Italia è almeno una delle due seguenti:

  1. un riscaldamento stratosferico (stratwarming) indebolisca e destabilizzi il Vortice Polare, consentendo alle alte pressioni di estendersi verso nord e “richiamare” aria fredda verso sud;
  2. l’Anticiclone russo-siberiano (detto anche Orso) acquisti una forza tale da respingere il Vortice Polare verso nord, costringendolo ad assumere una forma ellittica, e da estendersi verso ovest, verso la Russia e l’Europa centro-occidentale.

Attualmente in termini di prospettiva di lungo periodo (prossimi 10 giorni),

  1. come detto, il Vortice Polare è in fase di rafforzamento e non è in vista alcuno stratwarming;
  2. l’Anticiclone russo-siberiano appare latitante; buona parte della Siberia è e sarà nei prossimi giorni preda di depressioni artiche e il grosso delle alte pressioni staziona e stazionerà più a sud.

Infine, si ricorda ancora una volta che in questo inverno la combinazione QBO (positiva)-ciclo solare (fiacco) risulta sfavorevole ad un inverno freddo e nevoso. E’ però possibile (anche se non molto probabile) che la QBO cambi segno a quote superiori a 50hpa a febbraio, consentendo così lo “sblocco” della situazione.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

FabioDue

Indici meteo-climatici di Ottobre-Novembre e prospettive meteo-climatiche autunno/inverno

Introduzione

Di seguito si riportano i principali indici climatici e se ne discute brevemente il significato e le conseguenze sul tempo e sul clima dell’Europa e dell’Italia.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’autunno – riepilogo

Finora, l’autunno italiano, ma anche europeo, è stato caratterizzato da una prevalenza di alte pressioni, specie nell’area mediterranea, con presenza di vaste anomalie positive di temperatura. Ottobre, da questo punto di vista, tranne una piccola parentesi fredda, è risultato particolarmente asciutto e mite, al Sud persino caldo. Anche novembre inizialmente ha mostrato le medesime caratteristiche. Ora qualcosa potrebbe cambiare, almeno temporaneamente. Potrebbe, si sottolinea, in base alle previsioni, che mostrano una progressiva accentuazione, tipicamente autunnale e novembrina, delle fasi di maltempo, unita ad un successivo probabile calo progressivo e forse anche marcato delle temperature.

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Gli indici: i valori del mese precedente

Tra parentesi sono riportati i valori del mese precedente (settembre)

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,19) 0,094
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,48) -0,87
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,29) +0,38
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+13,1) +11,7
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+7,6) +8,7
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, in zona 2, l’intensità è prevista ancora molto debole almeno fino a fine mese, pertanto non appare al momento significativo.

Commento indici

l’ENSO ormai da molti mesi si mostra sostanzialmente neutro, salvo una debole Nina nel comparto est (zone 1+2, a ridosso delle coste del Sudamerica).

Si ritiene che tale particolarità sia la ragione principale della instabile stagione primaverile e dell’avvio di quella estiva in tono minore rispetto al recente passato.

Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano un ulteriore prolungamento di sostanziali condizioni di neutralità, almeno per l’intera stagione invernale e non vedono con chiarezza alcun cambiamento sostanziale successivo. Fino ad ottobre, invece, il NOAA prevedeva il ritorno di un pur debole Nino nel corso dell’inverno.

Come noto, le anomalie sottosuperficiali di temperatura possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO, indipendentemente dalle previsioni del NOAA, pur da prendere seriamente in considerazione. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

Immagine subsurface

Rispetto ai mesi precedenti, ma ormai da un anno circa, le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto, senza che nessuna delle due prevalga sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente le anomalie negative appaiono in ritirata rispetto a quelle positive. Queste ultime, però, risultano indebolite in termini di intensità, rispetto ai mesi precedenti. In sostanza, la rilevazione conferma al momento le previsioni NOAA circa il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale.

Le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. In Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, predominano anomalie positive.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/index.html

Immagine SST

 

La presenza di una anomalia negativa in Oceano Atlantico, tra il Nordamerica e l’Europa ma più prossima alle coste americane, è sintomo e promessa di ripetuti affondi ciclonici nell’area, che se confermati favorirebbero una maggiore tenuta lungo i meridiani dell’anticiclone appena ad ovest del Mediterraneo, consentendo probabilmente qualche discesa incisiva di aria fredda sul suo bordo orientale, diretta sull’Italia e/o sui Balcani.

La PDO è tornata negativa da alcuni mesi ormai, dopo una brevissima escursione in territorio positivo, la prima dopo qualche anno; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

L’AMO si conferma più che mai in territorio positivo. Al link seguente è riportato il grafico storico dell’ AMO http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. Tale indice risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nel lungo termine (decenni) dopo un cambio di segno.

La QBO30 è cresciuta nettamente, anche se al momento segna un (temporaneo) calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014.

La QBO50 è ormai nettamente positiva ed in continua crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

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La fine dell’autunno 2013: l’accelerazione della stagione ed i primi segnali invernali

I prossimi giorni

L’autunno ci ha finora riservato una prevalenza di figure anticicloniche, alternate ad alcuni temporanei ma localmente anche molto intensi episodi di maltempo. Il freddo, l’anticipo d’inverno, si è visto solo brevemente nei primi giorni di ottobre. Ora la stagione autunnale ci propone una almeno temporanea accelerazione: assisteremo a più di una ondata di maltempo e probabilmente dovremo fare i conti con una prima consistente diminuzione delle temperature, che potrebbe condurci a valori decisamente sotto la media della seconda metà di novembre.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le prime ore di venerdì 22 novembre e relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

Immagine SLP 1

Nell’immagine, si nota bene la tendenza dell’anticiclone delle Azzorre ad ergersi verso nord, consentendo una discesa fredda artica lungo il suo bordo orientale, in direzione prima del Mare del Nord e poi della Francia. L’Italia al momento si trova sul bordo orientale della depressione e pertanto, almeno inizialmente, sarebbe interessata da correnti miti ed intenso maltempo. Infatti, le previsioni per i prossimi giorni (ma ormai possiamo parlare di attualità) prospettano una prima importante fase di maltempo, per gran parte della nostra Penisola, con precipitazioni su Sardegna, versante centrale tirrenico e Nordest. Vi sarà opportunità anche per numerosi temporali al Sud.

In una fase successiva, all’incirca attorno al 25, la persistenza di una relativa area depressionaria nei pressi dell’Italia potrebbe fungere da invito per un primo importante affondo freddo artico. Attualmente la direttrice principale è costituita dalle nazioni alpine (Austria, Svizzera, Germania meridionale, Francia orientale). Le conseguenze che ad oggi si possono stimare comprenderebbero: un generale calo delle temperature, specie al Nord e in parte anche sulle regioni adriatiche; le prime possibili gelate in Pianura Padana, ma anche precipitazioni nevose fino a quote medie sull’Appennino centro-settentrionale.

Si tratterebbe, insomma, di una degna chiusura della stagione autunnale, pur senza l’ingresso del freddo invernale. Sarebbe poi compito dell’inverno ormai alle porte ribadire e rincarare o smentire quanto lasciato in eredità dall’autunno.

Possibile evoluzione successiva (Inizio Dicembre)

Come accennato poc’anzi, la via di uscita da una situazione di persistenza dell’alta pressione subtropicale, che appariva “bloccata” fino a pochi giorni fa, è ormai tracciata.

Attualmente, AO e NAO, dopo un lungo periodo di valori nettamente positivi, mostrano un netto calo verso una sostanziale neutralità, che potrebbe perdurare almeno fino a fine mese, se non addirittura accentuarsi.

Immagine AO

Immagine NAO

Naturalmente, non dimentichiamoci mai del fatto che AO e NAO non sono indici predittivi, ovvero non anticipano tendenze, ma solo descrittivi, quindi sintetizzano quanto il modello di previsione GFS già prospetta in dettaglio. Inoltre, osserviamo come la dispersione dei membri previsionali di AO e NAO sia rilevante, almeno nell’ultima settimana di novembre: in parole povere, si nota come le linee rosse delle previsioni si aprano a ventaglio verso fine mese, segno di una maggiore incertezza circa la tendenza media.

E poi? Arriverà l’inverno? Oppure l’anticiclone delle Azzorre prevarrà nuovamente, impedendo di nuovo alle perturbazioni e al freddo artico di raggiungere il Mediterraneo?

Al momento, le previsioni stratosferiche indicano che il Vortice Polare, ora compatto a tutte le quote, tende a divenire ellittico, con asse compreso tra Siberia orientale e Canada, mentre l’Europa sarebbe interessata solo da ondulazioni marginali del Vortice, perpendicolari all’asse di ellitticizzazione. Inoltre, nel lungo termine le previsioni suggeriscono che il Vortice Polare tenda a ricompattarsi nuovamente. Pertanto, le prospettive per l’Europa e l’Italia non sembrano al momento essere quelle dell’ingresso in grande stile dell’inverno, quanto piuttosto di scambi meridiani solo temporanei, seguiti da un probabile ritorno dell’alta pressione.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

FabioDue