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Nonostante la 1029 ad ottobre, continua la discesa del campo magnetico solare (Ap-index) e la teoria di L&P sembra essere sempre più giusta!

Archibald continua il monitoraggio dell’ Ap-index, in quanto è un indicatore di quanto è attiva la dinamo solare. Quando abbiamo avuto di recente la regione 1029, la più grande di questi ultimi mesi, ha dato a molti la falsa speranza che il ciclo solare 24 fosse finalmente ripartito.

Dai dati forniti dal NOAA Space Weather Prediction Center (SWPC) fino al 2 novembre, si può vedere che ottobre 2009 aveva invece un bassa attività magnetica (indice Ap). Il valore è arrivato a 3 come si può vedere dal grafico sotto, quindi l’Ap sta continuando la sua discesa costante:

 

Ap_index_Oct09 Inoltre Leif Svalgaard ha mostrato un altro indicatore di bassa attività magnetica solare. Bill Livingston ha potuto osservare il gruppo di macchie solari 1029, e ha misurato il loro campo magnetico e il loro contrasto. Dalla cooperazione dei 2 studiosi è venuto fuori il grafico di sotto prodotto dallo stesso Svalgaard, in cui si nota che la regione 1029 pur essendo stata una regione di grandi dimesioni, non ha prodotto un innalzamento del campo magnetico solare, ma che anzi la sua forza magnetica cade proprio sulla linea di decadenza della previsione di L&P.

La regione 1029 è l’ultimo pallino azzurro nel grafico sotto.

Notate infatti come segua la linea di previsione elaborata dai 2 studiosi Americani che prevede la scomparsa delle macchie solari entro il 2015 quando il campo magnetico solare avrà raggiunto la soglia dei 1500 gauss: (in viola è invece raffigurato il contrasto delle macchie)

 

L-P_Umbral_data Dal momento che abbiamo dati sul magnetismo ed il contrasto delle macchie solari da soli 20 anni, non si può essere certi al 100% del risultato della teoria di L&P. Tuttavia, se ciclo 24 avesse davvero aumentato l’attività magnetica dopo che c’è stata una regione di tutto rispetto come la 1029, sarebbe stato certamente rassicurante…ma così non è stato!

Viviamo in tempi interessanti.

Tradotto da Simon

Fonte originale: http://wattsupwiththat.com/2009/11/04/the-suns-magnetic-funk-continues/

Svaalgard sul Solar Flux e sulla sua correlazione con il SN

Recentemente abbiamo visto che il conteggio delle macchie solari ha subito una pessima e speriamo non voluta alterazione. Secondo il dottor Svaalgard il conteggio dei minuscoli pori è il minore dei nostri problemi e il perché lo capirete leggendo. Per tutti quelli che sono convinti, che il solar flux sia un parametro completamente affidabile (anche lui ha qualche problemino) rimarrà in parte deluso da questo come dal successivo articolo. Non è salutare per la scienza diffidare di tutto e tutti, ma non preoccupatevi, rimarrà sempre il più neutrale indicatore dell’attività solare.

Confronto tra il Solar Flux e il flusso solare misurato ad altre frequenze radio

In un precedente articolo vi ho detto che il solar flux è la quantità di radiazione misurata a 2,8 Ghz (10,7 cm), ma non è l’unica misurazione nel campo delle microonde. Molti altri osservatori hanno delle lunghe serie di dati, ad altre frequenze come l’osservatorio di Toyokawa che ha registrato il flusso solare a 3,75 GHz (8 cm) a 2 GHz (15 cm) e a 1 GHz dal novembre 1951 all’aprile 1994. Dal maggio 1994 ad oggi le misure sono passate all’osservatorio di Nobeyama sempre in Giappone. La correlazione tra queste tre misurazione è tale da poter mediante un fattore di scala sovrapporre i tre andamenti di flusso nel tempo (come vedete nell’immagine, in rosso la media dei tre)

1fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig4.png

02fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig5.png

Se facciamo un rapporto tra il valore di flusso giapponese e quello del solar flux noterete meglio la cosa (ricordo che il solar flux fino al 1991 è stato misurato a Ottawa, per poi passare a Pentiction).

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fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig6.png

Svaalgard ha calcolato la differenza tra questi due valori e ha trovato un 3% (memorizzate tale valore, dopo capirete il perchè) di differenza, quindi, basterebbe innalzare il valore del solar flux dei dati di Ottawa di tale percentuale per uniformare il valore nel tempo. Ciò non altera sostanzialmente le conclusioni tratte dalle misurazioni svolte.

Correlazione fra l’SN e il solar flux

Esiste una relazione (matematica) tra il solar flux e il sunspot number: se si conosce uno dei due si può, di conseguenza, trovare l’altro. Nell’immagine trovate l’SN osservato e quello ricavato (fittato) dal solar flux. Si può evidenziare che fino al 1989 l’accordo è buono, dopo quello osservato è più basso di quello fittato.

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fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig10.png

La cosa può essere messa maggiormente in risalto calcolando il rapporto tra questi due (si sono utilizzati solo SN maggiore di 5).

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fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig11.png

La deriva che si osserva è ben superiore al 3% (il valore di cui doveva essere corretto il solar flux). La spiegazione è che la relazione tra il solar flux e il SN è cambiata in maniera significativa, come evidenzia il grafico seguente.

1Fonte: http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2009/05/svalgaard_radioflux_fig12.png?w=510&h=256

Svaalgard propone tre spiegazioni per questo cambiamento avvenuto già a partire dal ciclo 23:

1) La procedura di conteggio delle macchie o gli osservatori sono cambiati apportando alterazioni nel conteggio rispetto al passato.

2) Cambiamenti nella corona o nella cromosfera hanno aumentato il valore del solar flux.

3) E’ vera la teoria di Livington e Penn secondo la quale le macchie durante gli ultimi anni sono sempre più calde e inosservabili perché è minimo il contrasto con il resto della fotosfera.

Svaalgard propone come eccitante spiegazione la terza ipotesi. E voi? Riguardo alle sunspeck ultimamente conteggiate, Svaalgard proponeva a metà maggio di non preoccuparsi troppo perché poco significativi rispetto alla deriva che si è messa in rilievo nella penultima immagine.

Fonte articolo: http://www.leif.org/research/Solar%20Radio%20Flux.pdf

ANGELO

Secondo L. Svalgaard, l'RZ ( Zurich Sunspot Number) deve essere aumentato del 20% nei periodi antecedenti al 1946, affinchè vi sia uniformità tra gli SSN del presente con quelli del passato!

Recalibration of Zurich Sunspot Number Leif Svalgaard1, L. Bertello2 1Stanford University, 2UCLA.

Abstract:

Three independent datasets support the finding that a discontinuous change of ~20% was introduced in the Zurich Sunspot Number, Rz, when Max Waldmeier took over the production of Rz in 1946. The range of the diurnal variation of the geomagnetic field (the East-component) is controlled by the EUV-induced conductivity of the day-side ionosphere and indicates a 23% increase of Rz from 1946 on. The Greenwich Sunspot Areas (and the Group Sunspot Number derived from the Greenwich data since 1874) indicate a 17.5% increase of Rz. A CaII K-line index derived from recently digitized Mount Wilson Observatory spectroheliograms (since 1915) indicates a 21% increase in Rz. Friedli [2005] notes that “The new observer-team in Zurich was thus relatively inexperienced and Waldmeier himself feared that his scale factor could vary”. We suggest that his fear was not unfounded and that the Zurich Sunspot Number be increased by 20% before 1946 to match the modern record.

Fonte: http://www.leif.org/research/Calibration-SSN-Ca-II.pdf

Questo abstratto scritto dallo studioso solare del Noaa L.Svalgaard, spiega come nel 1946 ci fu una variazione del 20% rispetto al passato nella valutazione del numero di sunspot internazionale apportata dall’allora responsabile del Zurich Sunspot Number, Max Waldmeier!

L.Svalgaard suggerisce così per aver più continuità col passato che tutti i dati riguardanti il numero di sunspot precedenti al 1946 siano rivisti ed alzati mediamente del 20%!

Non si sa se questo suggerimento verrà preso in considerazione, fatto sta che sono state notate delle macroscopiche differenze dal 1946 in poi rispetto ai dati passati! Di certo, se si aumentassero i valori dell’RZ prima del 1946 del 20%, questo minimo solare aquisterebbe ancora più importanza!

Ringrazio l’utente Paolo per avermi segnalato questa importantissima notizia.

Simon

Uscite le nuove previsioni di Hathaway di marzo 2009

marzo-2009Fonte grafico: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/ssn_predict_l.gif

Emergono delle altre seppur leggere differenze con l’aggiornamento di febbraio. Nello specifico infatti si ha:

Il 4 marzo 2009 il Dr. David Hathaway ha rilasciato una nuova previsione di sunspot per il mese di marzo 2009, che comprende Sunspot dati fino alla fine di febbraio 2009. La previsione di febbraio 2009 era rimasta uguale a quella di gennao, mentre con la nuova di marzo Hathaway ha modificato qualcosina: il massimo per ciclo solare 24 è stato spostato indietro di ulterior 3 mesi, cioè da ottobre-novembre 2012 al gennaio-febbraio 2013. Mentre il numero previsto di Sunspot durante il massimo solare è stato ridotto da 104,9 a 104,0.

Qui sotto si vede bene la differenza tra le previsioni di febbraio e marzo:

Cycle 24 Sunspot Number Prediction (February 2009)
Anno Mese 95% 50% 5%
2012 07 128.0 104.0 80.0
2012 08 128.5 104.5 80.5
2012 09 128.8 104.8 80.8
2012 10 128.9 104.9 80.9
2012 11 128.9 104.9 80.9
2012 12 128.8 104.8 80.8
2013 01 128.5 104.5 80.5
2013 02 128.1 104.1 80.1

Cycle 24 Sunspot Number Prediction (March 2009)
Anno Mese 95% 50% 5%
2012 10 126.9 102.9 78.9
2012 11 127.4 103.4 79.4
2012 12 127.8 103.8 79.8
2013 01 128.0 104.0 80.0
2013 02 128.0 104.0 80.0
2013 03 127.9 103.9 79.9
2013 04 127.7 103.7 79.7
2013 05 127.3 103.3 79.3

A causa di queste ulteriori modifiche da parte della NASA, la differenza con la previsione “alta” dell’ SWPC (NOAA) diviene ancor più significativa. ( 139 Noaa-104 Nasa) Ci si aspetta di vedere ulteriori cambiamenti da entrambe le parti, sia NASA che SWPC nel corso dei prossimi mesi. E’ curioso notare come ad ogni revisione mensile della NASA, ci si avvicini sempre più alle previsioni del Dr.Svalgaard che prevede un massimo di 75+/-30 SSN!

SIMON

Ed ecco anche la previsione del Dr. Vukcevic

combinedFonte: http://www.vukcevic.co.uk/combined.gif

Secondo la teoria elaborata dallo studioso Serbo-Britannico, la successione dei cicli solari segue una precisa legge matematica che ha trovato grande corrispondenza nei cicli passati, e con la quale quindi è possibile tracciare una previsione futura. Nello specifico, Vukcevic pensa che il ciclo 24 sarà un ciclo medio-basso (75-84 SSN), non tanto lontano ad esempio a ciò che prevede lo stesso Svalgaard, mentre i prossimi 2 cicli cioè il 25 e il 26 molto deboli!

Oggi il sole mostra delle timide macchiette nell’emisfero settentrionale, siamo sempre alle solite, credo che le conteranno, ma soli 50 anni fa non l’avrebbero mai fatto…

Aggiornamento in corso durante la giornata…