Archivio mensile:Ottobre 2014

NIA oggi : Questo prossimo incontro (pranzo) s’ha da fare, si o no ?

Allora, cari utenti di Nia, arriviamo al nocciolo della questione, già anticipata una quindicina di giorni fa da un nostro utente nei commenti.

Vogliamo o non vogliamo organizzarci per un prossimo incontro del gruppo di Nia ?

In primis, il nostro blog oggi.  Allora, tutti noi osserviamo, settimana dopo settimana, che la nostra piattaforma ultimamente sta attraversando un periodo ( per così dire ) di relativa tranquillità. Purtroppo, si fa per dire (ma per noi questo è un bene), la riattivazione dell’attività solare occorsa fra il 2009 e il 2011 è decisamente alle nostre spalle, e le grosse destabilizzazioni climatiche e geologiche sono assenti. Infatti, e questa situazione è sotto gli occhi di tutti, da circa tre anni stiamo assistendo ad un massimo solare decisamente monotono e privo di quelle oscillazioni necessarie ad agitare il pentolone terrestre.

Oggi ci troviamo, quindi, con un minor numero di commenti da parte di tutta l’utenza, anche perchè i molteplici argomenti sono stati decisamente sviscerati in profondità, a 360°.

Come si dice…  è finito il tempo dell’innamoramento, come fra moglie e marito, e la routine di tutti i giorni ha preso il sopravvento. 🙂

Mi domando….. ma dove siete finiti ?

Ci siete sempre tutti ! Ogni giorno conto fra i 600-700 accessi unici. 🙂

Specifichiamo: questa situazione che si è creata non è un problema per il blog, anzi, forse in questi ultimi anni di relativa  tranquillità abbiamo più disponibilità per leggere, ed eventualmente sviscerare, tutte quelle informazioni e carte scientifiche che settimanalmente vengono riportate sul blog.

Tuttavia, adesso credo che sia arrivato il giusto momento per far circolare nuova linfa fra tutti noi. Quindi, quale migliore occasione per ri-organizzare un nuovo incontro in queste settimane.

Prima di dare il via alle danze dei commenti, una breve e doverosa parentesi nei confronti di Simon (alias ICE2020). E’ chiaro, ed è sotto gli occhi di tutti, che il fondatore di NIA ha definitivamente abdicato. Credo e ritengo, come ho recentemente riportato al nostro FBO (via mail), che questa non sia una sua mancanza, anzi… tanti articoli ed energie il buon Simon ha speso per NIA. E’ stato il fondatore, e se sulla rete italiana oggi si parla di SOLE & CLIMA è anche grazie  a lui ! Poi c’è la vita, gli impegni, il lavoro, le situazioni per cui certi interessi vanno e vengono.

Prima di lasciare, Simon, un pò di tempo fa, aveva lancianto la proposta di chiudere il blog e aprire un forum. Forum peraltro già realizzato dal nostro amministratore softw. Alessio e momentaneamente depositato in stand-by.

Forum che a me personalmente non piace molto. Credo che con il passare al forum ci sia il concreto rischio di perdere qualità.  Ricordo che Nia ha già un profilo su fb.

https://www.facebook.com/groups/179076168813365/

Non mi piace.

Oggi questo è  il blog New Ice age. Adesso non mi resta che attendere le vostre osservazioni, considerazioni e  suggerimenti, in merito allo stato odierno della nostra piattaforma.

Dimenticavo, l’articolo parla del prossimo incontro… 🙂

Oggi è Sabato 11 Ottobre, prendiamoci una settimana di tempo, per verificare se ci sono i presupposti per poter organizzare il giorno e il luogo del prossimo incontro.

Ipotesi giorno prossimo incontro : Novembre  15 – 16 – 22 – 23 – 29 -30 , oppure Dicembre 6 -7 – 13 o 14 … dopo arriva il Natale e il calore della famiglia passa in primo piano.

Location Toscana (Firenze) oppure Bologna ?

A voi…

 

Michele

Sea Surface Temperature Anomalies , chi è in errore e se errore é ? [Aggiornato articolo : Nuove discrepanze]

Unisys Weather vs Canadian Institute

8 Ottobre 2014, due servizi di rilievo delle anomalie giornaliere delle temperature superficiali oceaniche, sembrano riportare dei contrastanti valori. Sono le diverse scala dei colori, che ci inducono in errore, oppure uno dei due servizi è in fallo ?

L’acque che circondano Terranova presentano anomalie positive di circa +2,5 °C, oppure presentano anomalie negative inferiori ai -3°C ?

🙂

Terre-Neuve

SST anomaly nord atlantic

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Update delle ore 11:15 del 9 Ottobre 2014

Ho trovato altre due banche dati, che riportano anomalie SST oceaniche. Permangono le differenze anche se di minor portata. Preliminari osservazioni :

Golfo del messico : anomalie comprese fra 0.5 e 1.25 °C (carta in alto), anomalie comprese fra -0.5 e 1°C (carta in basso)

Coste di Terranova: anomalie comprese fra 1.75 e 3 o 4°C (carta in alto), anomalie comprese fra 0.5 e 1°C (carta in basso).

SST anomaly

 

Conclusioni :

Houston abbiamo un problema ….

🙂

Banche dati :

http://polar.ncep.noaa.gov/sst/ophi/color_anomaly_NW_ophi0.png

http://www1.ncdc.noaa.gov/pub/data/oisst/navy-anom-bb.gif

 

Link :

http://weather.gc.ca/saisons/image_e.html?img=2014100800_054_G6_global_I_SEASON_tm@lg@sd_000&title=daily&bc=sea

http://weather.unisys.com/surface/sst_anom.gif

Michele

Manipolare il clima per contrastare il riscaldamento del pianeta

La quantità di CO2 nell’atmosfera continua ad aumentare e un accordo globale sul clima sembra ancora lontano. Perché allora non ricorrere alla tecnologia per modificare artificialmente il clima?

Un enorme specchio nello spazio per riflettere la luce del sole e raffreddare la Terra. Oppure una barca che solca gli oceani per nutrire le alghe e ridurre il CO2 nell’atmosfera. Fantascienza?

«Niente affatto», risponde Nicolas Gruber, professore di fisica ambientale al Politecnico federale di Zurigo (ETHZ). «L’idea degli specchi nello spazio è fattibile, sebbene estremamente costosa. La fertilizzazione degli oceani è invece una tecnica che è già stata sperimentata. Si è però dimostrata relativamente inefficace», dice a swissinfo.ch.

Un’opzione tabù

I due metodi sono un esempio di ingegneria climatica (o geoingegneria), la modificazione deliberata e su vasta scala del sistema climatico terrestre. Contrariamente alle tecniche per provocare pioggia o grandine artificiale, gli effetti sono planetari e a lungo termine.

«Nei negoziati internazionali sul clima, l’ingegneria climatica non è ancora stata discussa. Per ora rimane un tabù politico, che potrebbe però essere infranto», afferma Matthias Honegger di Perspectives, uno studio di consulenza di Zurigo specializzato in questioni climatiche.

L’esperto, che a fine agosto si è recato a Berlino per la prima conferenza internazionale sul tema, prevede che «se i capi di Stato dovessero rendersi conto che è troppo tardi per contenere il riscaldamento a 2°C e che i loro sforzi di adattamento nazionali sono insufficienti, allora è probabile che si considererà la possibilità di ricorrere all’ingegneria climatica».

In questo senso, i presupposti già ci sono. La concentrazione di CO2 nell’atmosfera è in continuo aumento e ha raggiunto un livello record, rileva l’Organizzazione meteorologica mondiale nel suo ultimo rapporto sui gas a effetto serra. Un’evoluzione che la comunità internazionale non sembra, per ora, in grado di contrastare.

«I progressi a livello globale sono lenti», constata il Centro per la ricerca internazionale sul clima e l’ambiente di Oslo. «Attualmente – scrivono i ricercatori norvegesi – il mondo è più lontano dalla conclusione di un solido accordo internazionale sul clima di quanto lo era 15 anni fa, quando è stato adottato il Protocollo di Kyoto».

Intervenendo al vertice sul clima tenutosi a New York il 23 settembre, anche la ministra dell’energia svizzera Doris Leuthard ha sottolineato che «troppe poche cose sono cambiate nel mondo in fatto di clima».

Bloccare i raggi del sole

L’ingegneria climatica ingloba tutta una serie di interventi, che possono essere suddivisi in due categorie principali: la rimozione del CO2 dall’atmosfera (Carbon Dioxide Removal, CDR) e il controllo delle radiazioni solari che giungono sulla Terra (Solar Radiaton Management, SRM).

Il primo approccio comprende la manipolazione degli ecosistemi al fine di aumentare la quantità di anidride carbonica assorbita dalla biomassa terrestre (piante e suolo) o marina. Spargendo solfati di ferro sulla superficie degli oceani, ad esempio, si favorisce la crescita delle alghe, che attraverso la fotosintesi fissano il CO2.

Soluzioni più innovative prevedono l’impiego di “aspirapolveri” per filtrare l’anidride carbonica dall’aria, un campo in cui si sono contraddistinti alcuni progetti svizzeri (vedi articolo a lato).

Dal canto loro, le tecniche SRM contemplano, oltre alle installazioni nello spazio, l’aumento della riflettività della superficie terrestre, delle nuvole o dell’atmosfera.

«Cambiando il colore dell’asfalto, da scuro a chiaro, si può ottenere un raffreddamento locale, ad esempio in una città. Questo potrebbe evitare centinaia di morti durante le ondate di calore. Sapere se si può fare lo stesso su larga scala è però un’altra questione», osserva Matthias Honegger.

Tra le tecniche SRM più studiate, e promettenti, vi è l’immissione di aerosol nella stratosfera con l’ausilio di aerei, proiettili o palloni aerostatici. «Si ottiene l’effetto di un’eruzione vulcanica», spiega Reto Knutti, professore all’Istituto di ricerca sull’atmosfera e il clima dell’ETHZ

«È risaputo – prosegue il ricercatore – che dopo un’eruzione, come quella del Pinatubo, la temperatura diminuisce». Le polveri liberate dal vulcano filippino nel 1991 fecero abbassare la temperatura terrestre di circa mezzo grado per due anni.

Di fronte all’opzione dell’ingegneria climatica, per ora confinata a progetti in laboratorio o su piccola scala, si pongono però interrogativi cruciali, avverte Reto Knutti: «Quali sono gli effetti collaterali? E quali sono le implicazioni politiche ed etiche?».

Molte incertezze

È evidente che la manipolazione dell’atmosfera comporta grandi cambiamenti, in particolare nel ciclo dell’acqua e delle precipitazioni, osserva Reto Knutti.

La sua collega all’ETHZ, Ulrike Lohmann, spiega che nel caso degli aerosol nell’atmosfera c’è meno luce solare che raggiunge la superficie terrestre, ciò che modifica il bilancio del pianeta. «Il risultato è una diminuzione delle precipitazioni a livello globale, come d’altronde si è notato dopo il Pinatubo».

L’ingegneria climatica cambierebbe completamente il nostro legame con la natura e rafforzerebbe la diffidenza tra le nazioni, sostiene James Fleming, storico della scienza e della tecnologia e autore di un libro (“Fixing the Sky”) che documenta i tentativi per controllare il clima.

«Gli scandinavi direbbero improvvisamente che l’Inghilterra è responsabile del loro brutto tempo, e viceversa. Il potenziale per conflitti futuri è enorme», afferma in un’intervista a Greenpeace.

Altro problema: cosa succederebbe se, per ragioni politiche, economiche o scientifiche, si interrompesse all’improvviso un progetto di geoingegneria dopo 20 o 30 anni? «Il rischio è un riscaldamento repentino di 1 o 2 gradi, magari in un solo anno», risponde Reto Knutti. Un incremento della temperatura molto più rapido rispetto a quello attuale, che potrebbe avere conseguenze catastrofiche.

L’ingegneria climatica rischia soprattutto di distrarre dai tentativi – e dagli obiettivi – di riduzione delle emissioni, compromettendo i negoziati internazionali, denunciano i suoi detrattori, tra cui le organizzazioni ambientaliste. Le geoingegneria, sottolineano, non si attacca al problema alla base, ma si limita ad alleviarne i sintomi

Riflessione approfondita

Buona parte del mondo scientifico è dunque scettica, o perlomeno auspica prudenza. Alla conferenza di Berlino, Mark Lawrence, direttore scientifico dell’Istituto per gli studi avanzati sulla sostenibilità di Potsdam (Germania), ha rammentato che «nessuno degli approcci di ingegneria climatica può essere implementato rapidamente e senza problemi».

Anche per capirne le potenzialità, i limiti e gli effetti collaterali, è dunque necessaria una riflessione approfondita, insiste Matthias Honegger. Una discussione, aggiunge, che dovrà coinvolgere anche l’opinione pubblica.

Di Luigi Jorio, swissinfo.ch

Fonte : http://www.swissinfo.ch/ita/manipolare-il-clima-per-contrastare-il-riscaldamento-del-pianeta/40800112

 

L’attività del Sole influenza il cambiamento climatico naturale

Studi sull’ultima era glaciale lo confermano

Florian Adolphi, Raimund Muscheler, Anders Svensson, Ala Aldahan, Göran Possnert, Jürg Beer, Jesper Sjolte, Svante Björck, Katja Matthes, Rémi Thiéblemont. Persistent link between solar activity and Greenland climate during the Last Glacial Maximum. Nature Geoscience, 2014; DOI: 10.1038/ngeo2225

Figura 4 ripresa dal documento:

Rianalisi della risposta alla forzatura solare nel ventesimo secolo e il corrispettivo modello climatico accoppiato.

Fig.no.4

Pressione al livello del mare (a sinistra) 850 hPa, velocità del vento e direzione (al centro), precipitazioni (a destra) per anomalie negli inverni di minimo-massimo solare (dicembre-febbraio) come si vede nella rianalisi del XX secolo (1948-2010, in alto) e il modello climatico accoppiato di 145 anni (in basso). I puntini gialli indicano la posizione delle carote di ghiaccio GRIP. I dati sono stati suddivisi in numero minimo solare / periodi di massimo seguente. I livelli di significatività sono indicati con una punteggiatura di colore nero (90%) e bianchi (95%)

Per la prima volta, un nuovo studio dell’Università di Lund, in Svezia, ha ricostruito l’attività solare durante l’ultima era glaciale. Lo studio dimostra che il clima regionale è influenzato dal sole e offre l’importante opportunità di prevedere meglio le future condizioni climatiche in alcune regioni.

Per la prima volta, un gruppo di ricerca è stato in grado di ricostruire l’attività solare dalla fine dell’ultima era glaciale, intorno a 20.000-10.000 anni fa, analizzando alcuni elementi nella traccia delle carote di ghiaccio in Groenlandia e formazioni rupestri provenienti dalla Cina. Durante l’ultimo massimo glaciale, la Svezia era completamente ricoperta da un sottile strato di ghiaccio, che si estendeva fino alla Germania settentrionale e il livello del mare era fino a 100 metri inferiore rispetto al presente, perchè l’acqua, nelle vaste calotte di ghiaccio, era gelata. Il nuovo studio rileva che le variazioni del sole influenzano il clima sempre con modalità similari, indipendente dal fatto che il clima sia estremo, come lo era durante l’era glaciale, o sia come quello attuale.

Lo studio mostra un legame inaspettato tra l’attività solare e il cambiamento climatico. Questo studio rileva che i cambiamenti dell’attività solare non sono nulla di nuovo e che l’attività solare influenza il clima, soprattutto a livello regionale. “La comprensione di questi processi ci aiuterà a prevedere meglio il clima in alcune regioni”, ha dichiarato Raimund Muscheler, docente di Geologia dell’Università di Lund e co-autore dello studio.

L’impatto del sole sul clima è una questione sotto dibattito, soprattutto per quanto riguarda il minor riscaldamento globale registrato negli ultimi 15 anni. C’è ancora molta incertezza su come il sole influisce sul clima, ma lo studio suggerisce che l’energia solare diretta non è il fattore più importante, ma piuttosto i suoi effetti indiretti sulla circolazione atmosferica.

“L’attività solare ridotta potrebbe portare a inverni più freddi nel nord Europa. Questo perché la radiazione UV del sole influisce sulla circolazione atmosferica. E’ interessante notare che gli stessi processi portano a inverni più caldi in Groenlandia, con maggiori precipitazioni nevose e più tempeste. Lo studio mostra anche che i vari processi solari devono essere inclusi nei modelli climatici, al fine di migliorare la previsione dei futuri cambiamenti climatici globali e regionali “, ha detto il dottor Muscheler.

 

Fonte : http://www.sciencedaily.com/releases/2014/08/140818095204.htm

 

Michele

Ex astronauta dell’apollo afferma che l’allarmismo climatico è la più grande frode, nel settore della Scienza

L’ex astronauta dell’apollo 7,  Walter Cunningham, ha recentemente descritto l’allarmismo climatico come una grande frode, presentando il suo prossimo contributo per l’istituto Heartland, durante il programma televisivo, del 07-09 Luglio, sulla emittente televisiva MRCTV.

A partire dal 2000, ho guardato con sempre maggiore interesse a questo argomento“, dice il colonnello Cunningham (USMC, Ret.), in una recente intervista esclusiva, alla rete MRCTV.

Ed afferma: ” Ho scoperto che nemmeno una delle rivendicazioni che gli allarmisti stavano portando avanti era basata su delle prove concrete. E’ stato quindi, per me, un gioco da ragazzi arrivare a queste conclusioni “.

Cunningham incolpa i media per questa campagna pubblicitaria sul clima.

“I media sono in gran parte da condannare, per le loro idee comuni e sbagliate, non perché sono intenzionalmente fuorvianti nei riguardi del pubblico, ma perché proprio non vogliono impiegare tempo e risorse per capire veramente come stanno le cose”. “Se si addentrano in questa materia e la analizzano in modo autonomo, diventano poi molto più neutrali nell’esporre le questioni”, dice.

Cunningham conclude con un feroce attacco sullo stato attuale della ricerca scientifica.

“Adesso posso solo dirvi che,  nei giorni in cui avevamo a che fare con il programma Apollo, non abbiamo dovuto affrontare questo tipo di sciocchezze”

 

Fonte : wattsupwiththat.com/2014/07/06/apollo-astronaut-climate-alarmism-is-the-biggest-fraud-in-the-field-of-science/