Archivio mensile:Dicembre 2014

L’energia solare è la peggiore tra le energie rinnovabili, lo dice l’UE

L’energia solare è accreditata come una delle più comuni fonti di energia rinnovabile. Ma secondo un nuovo rapporto dell’Unione Europea il suo impatto economica è incredibilmente alto e molto più alto dell’eolico e dell’idroelettrico.

Il report ha tenuto in considerazione non solo il capitale e i costi operativi degli impianti energetici, ma anche l’impatto economico in termini di cambiamento climatico, inquinamento ed esaurimento delle risorse. La cosa potrebbe suonare strana, ma il report è pieno di dati a supporto di questa teoria.

I redattori del testo hanno calcolato costi livellati (i costi per megawatt-ora stimati dell’elettricità generata usando ognuna delle tecnologia). E i conti non finiscono bene per l’energia solare. Stando all’analisi, infatti, i nuovi impianti a carbone e a gas naturale costano oltre 64 dollari a megawatt-ora, l’eolico onshore arriva a 102 dollari, il nucleare a 115 dollari e gli impianti solari a 127.

Secondo Technology Review questo si deve alla produzione di celle a pannelli solari. Molte sono prodotte in Cina e lì l’elettricità è prodotta principalmente con impianti a carbone. Combinando questo con il fatto che le celle usano un’importante quantità di metallo, si arriva all’impatto economico citato dal report.
Vale la pena notare che il report si basa su dati del 2012, quindi le cose potrebbero, intanto, essere cambiate. Stabilire quanto, adesso, è molto difficile.

Fonte : http://www.gizmodo.it/2014/10/22/lenergia-solare-peggiore-energie-rinnovabili-dice-lue.html

Anomalie Temperature e Precipitazione Italia – Dati CNR Novembre 2014 e Autunno 2014

Questi sono i Dati del CNR, sono quindi le anomalie ufficiali Italiane e sono calcolate basandosi sulla rete AM/Enav integrando anche gli osservatori più antichi sparsi per la penisola, la media di riferimento è la 71-00 utilizzata ufficialmente anche dell’Aeronautica e che dal 2011 è divenuta quella ufficiale anche per l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ( OMM )

Anomalia Temperature:

Il mese chiude con una anomalia di +3.31°C ed è il mese di Novembre più caldo dal 1800.

Anomalie Precipitazioni:

Il mese chiude con un surplus del 74% ed è il 22° Novembre più piovoso dal 1800.

Il Record spetta al Novembre del 1839 con un surplus del 161%

Ora passiamo al resoconto dell’autunno appena passato

Anomalia Temperature:

L’autunno si chiude con una anomalia di +2.12°C ed è il più caldo dal 1800.

Infine questo è il grafico delle anomalie termiche autunnali dal 1800:

Anomalia Precipitazioni:

L’autunno si chiude con un surplus del 4% ed è il 98° più piovoso dal 1800.

Il record spetta all’autunno del 1801 con un surplus del 84%

Infine questo è il grafico delle anomalie precipitative autunnali dal 1800:


Michele

Per tutti i fulmini: c’è il Sole!

Lo space weather incontra la meteorologia: oltre ai raggi cosmici e al vento solare, anche il campo magnetico del Sole sembra avere un influsso sull’innesco di fulmini nell’atmosfera terrestre. Almeno nel Regno Unito, dove ha compiuto uno studio in proposito il Dipartimento di meteorologia dell’Università di Reading

Piove, governo ladro… E se lampeggia pure? Colpa del Sole, almeno in parte. Uno studio condotto da ricercatori nel Regno Unito – paese tradizionalmente versato alle previsioni meteorologiche – dimostra che non sono solamente le condizioni qui sulla Terra a determinare la quantità di tuoni e fulmini che si scatenano durante un temporale, ma pure il campo magnetico del Sole ha una grande influenza, arrivando anche a raddoppiarne il numero in determinate situazioni. I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Environmental Research Letters da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Meteorologia dell’Università di Reading, già autori qualche mese fa di una pubblicazione sulla stessa rivista riguardo alla modulazione dei fulmini dovuta al vento solare.

Il campo magnetico terrestre è un po’ meno semplice e simmetrico rispetto a come viene usualmente rappresentato sui libri di testo, con i poli che possono risultare disassati fino a 5°. Queste deformazioni sono causate dalla spinta del campo magnetico solare, che varia a seconda del numero di macchie solari e della forza del vento solare. Ruotando assieme al Sole e interagendo con il mezzo interplanetario, il campo magnetico solare sventola come “una gonna di ballerina”, motivo per cui a volte punta verso il Sole, mentre altre volte è orientato in tutt’altra direzione.

reading“In genere, il campo magnetico solare si sposta ogni 10 o 15 giorni, così che il campo della Terra risulta usualmente piegato in una direzione o nell’altra”, spiega Mathew Owens dell’Università di Reading, che ha guidato quest’ultimo studio. Attraverso l’analisi dei dati sui fulmini rilevati dal Meteorological Office del Regno Unito e il loro confronto con le misurazioni satellitari del campo magnetico solare, Owens ei suoi colleghi sono stati in grado di valutare l’influenza che il campo magnetico solare ha sulle tempeste elettriche, qui sulla Terra. Il team ha scoperto che, dal 2001 al 2006, il tasso di fulmini su tutto il Regno Unito è aumentato in media del 40-60% quando il campo magnetico solare era rivolto verso il Sole, mentre quando era orientato in maniera diversa l’attività temporalesca era meno frequente. Ad esempio, nel mese di luglio c’è stata una media di 90 lampi quando il campo magnetico era verso il Sole e di 40 quando non lo era.

Il motivo esatto per cui il campo magnetico solare apporta queste variazioni nell’attività temporalesca non è chiaro, ma i ricercatori sospettano che i cambiamenti nella forma del campo magnetico terrestre influiscano sul numero di particelle energetiche cariche (raggi cosmici) che vengono incanalate nell’atmosfera terrestre dallo spazio. “Ogni volta che il campo terrestre si distorce, espone zone diverse a differenti intensità di particelle, modificando la ionizzazione atmosferica locale, elemento che rende quella specifica zona più o meno propensa all’innesco di un fulmine,” afferma Owens.

Latitudine e radon

Poiché le variazioni geomagnetiche sono più significative alle alte latitudini, è probabile che l’effetto sia maggiore nei paesi situati a latitudine più alta, come il Regno Unito. Ma anche altri fattori sono importanti. “Può essere che le aree dove è più bassa la ionizzazione atmosferica derivante da fonti a livello del suolo, come il radon, siano più sensibili a variazioni nel flusso di raggi cosmici”, dice Owens. “Mentre le regioni equatoriali generalmente possiedono una convezione più forte e più frequente, per cui vi è più possibilità che agisca la modulazione solare, benché in maniera più debole”.

In futuro, i ricercatori sperano di poter analizzare come il rapporto tra il campo magnetico solare e i fulmini valga per altri paesi, nonché di fare una valutazione su lunga scala temporale utilizzando documenti storici che coprono gli ultimi 150 anni. In ultima analisi, Owens e colleghi sperano che le loro scoperte possano essere utilizzate per migliorare le previsioni dei fulmini, incorporando le informazioni sul campo magnetico solare nelle previsioni meteorologiche numeriche.

Fonte : http://www.media.inaf.it/2014/11/21/per-tutti-i-fulmini-ce-il-sole/

Olocene – L’evoluzione dell’El Niño, rilevata dalle misure dei bio-marcatori prodotti dalle pioggie nelle isole delle Galápagos

di ZhaohuiZhang a,b, GuillaumeLeduc c,d, Julian P.Sachs a

 

a University of Washington, School of Oceanography, Seattle, WA 98195, USA

b State Key Laboratory for Mineral Deposits Research (Nanjing University), School of Earth Sciences and Engineering, Nanjing University, 22 Hankou Road, Nanjing, 210093, China

c Kiel University, Institute of Geosciences, Kiel, Germany

d CEREGE, UMR7330, Aix-Marseille Université, CNRS, IRD, Europôle de l’Arbois, BP80, 13545, Aix-en-Provence Cedex 4, France

 

Riassunto

El Niño-Southern Oscillation (ENSO), rappresenta la più grande perturbazione sul sistema climatico su una scala di tempo inter-annuale, ma la sua evoluzione dalla fine dell’ultima era glaciale rimane dibattuta, a causa della mancanza di documenti inequivocabili sul ciclo ENSO che durano poco più di qualche secolo. Le variazioni del rapporto di concentrazione dell’isotopo di idrogeno, dei lipidi prodotti dall’alga verde Botryococcus braunii (alga che fiorisce durante le piogge dell’El Niño, nelle Isole Galapagos) –Fig.1-, indicano che l’iniziale olocene 9200-5600 BP (BP : prima del presente) è stato caratterizzato da un’alternanza di eventi estremi dell’El Niño, in intensità e/o frequenza, della durata di un secolo o più. I nostri dati, ricavati dai campioni prelevati dalle regione dove occorre l’ENSO, chiamano quindi in causa precedenti studi che evidenziavano la mancanza dell’El Niño nell’iniziale olocene. In accordo con le altre deleghe, provenienti dal Pacifico tropicale, di 5600-3500 BP, che evidenziano un continuo periodo di debole attività dell’El Niño, così come tra il 1000-1500BP. Per il resto dei restanti ultimi 3500 anni, l’attività dell’El Niño è stata tra il moderato o l’alta. I periodi di forte o frequente El Niño tendono a verificarsi durante i picchi dell’attività solare e durante le estese siccità nelle grandi pianure degli Stati Uniti, collegati agli eventi della Niña. Questi mutevoli modalità del ciclo ENSO, in tempi millenari e multi-secolari, potrebbero essere stati causati da variazioni nelle entrate stagionali dalla radiazione solare, associate alla precessione degli equinozi e/o variazioni dell’attività solare, rispettivamente. –Fig.8-.

 

Fig.1

Fig.1. Precipitazioni nel pacifico tropicale e indicazione della posizione del lago di ElJunco

Mappa della pioggia annuale media. Visualizzazione della posizione delle isole Galápagos. Banda delle forti precipitazioni indicate da l’ITCZ, mappa delle Isole Galápagos che ci mostra la località di San Cristóbal e la posizione del lago El Junco lago e foto panoramiche del lago di El Junco nel mese di settembre, 2004. La freccia indica il confine (trabocco) del lago.

Fig.8

Fig.8. Olocene, registrazioni paleoclimatiche provenienti dalle regioni ENSO-sensibili

Le concentrazioni, nei sedimenti, del Botryococcene a El Junco. Valori δD di botryococcenes nei sedimenti a El Junco sedimenti. I periodi di forti precipitazioni sono indicati dalle barre gialle, con l’aggiunta degli ultimi due secoli in cui l’ENSO probabilmente aumentata senza alcun segnale distinguibile a El Junco (vedi il testo per la discussione dettagliata). SST a ovest della Baja Californiana (Marchitto et al., 2010). Funzione della densità di probabilità (PDFs) degli eventi di siccità nelle grandi pianure centrali del Nord America (Miao et al., 2007) e variabilità dell’irraggiamento solare, come stimato dai nuclidi di origine cosmogenica (10Be) rilevati dai carotaggi nei ghiacci in Groenlandia (Vonmoos et al., 2006), utilizzando la procedura di filtraggio descritta da Marchitto et al. (2010).

 

Fonte : http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0012821X14004634

 

Michele