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Rubrica Sole Marzo 2014

Introduzione e riepilogo

Durante la sua progressione verso il massimo solare, il ciclo 24 ha da subito manifestato un’intensità notevolmente inferiore a quella che gli esperti avevano pronosticato al termine del ciclo 23: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ . Fino alla fine del mese di Settembre 2013, vista l’evoluzione degli ultimi due anni, dopo il picco dell’autunno 2011, sembrava in verità molto improbabile che questo ciclo potesse prendere un diverso andamento rispetto a quello fatto vedere fino a quel momento. In definitiva il Sole era in una fase di “stallo”. Pur con naturali oscillazioni in alto ed in basso dei vari indici di attività, nel periodo in questione il solar flux (il miglior indicatore dell’attività solare finora noto) non aveva mostrato in media alcun trend particolare, né crescente né decrescente. Lo si nota chiaramente dalla prima immagine successiva.

L’attuale fase di forte spinta ha poi condotto il ciclo al suo secondo massimo che in realtà si è rivelato essere anche il nuovo massimo assoluto di questo ciclo 24, superiore a quello dell’autunno 2011. Le influenze planetarie hanno avuto un peso non indifferente nelle dinamiche di questa ripresa dell’attività solare, come a suo tempo debitamente descritto in un articolo del nostro Michele. Resta però da capire quanto tale fase durerà e quando e come inizierà la fase di declino post-massimo.

In sintesi, il mese di Marzo appena trascorso, è stato caratterizzato da un leggero calo dei valori degl’indici di riferimento come il solar flux, ed il Sunspot Number, tornato sotto la soglia di 100. Ribadiamo che si tratta comunque di valori bassi se paragonati ad uno qualsiasi dei massimi solari dei cicli compresi tra il 19 ed il 23, anche perché le macchie non sono state né particolarmente numerose, né molto estese ed attive: a Marzo si è verificato un solo flare di classe X (3 in totale in tutto il 1°trimestre 2014).

Questa fiammata dell’attività può essere messa in relazione al secondo picco di attività pronosticato anche dalla NASA http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaks/.

Abbiamo ampiamente superato il traguardo dei 5 anni (63 mesi) dal minimo del dicembre 2008 e dobbiamo comunque constatare che, fatti salvi brevi periodi di più intensa attività,

  • il solar flux ha raggiunto solo di recente e per pochi giorni quota 200, come valore di picco giornaliero ma non come media mensile; tale soglia fu ampiamente superata più volte dai cinque cicli precedenti, come valore giornaliero ma spesso anche in termini di media mensile;
  • anche il sunspot number risulta decisamente inferiore e analogo a quello dei cicli di fine Ottocento-inizio Novecento; ricordiamo però che i calcoli attuali sono molto rigorosi e tengono conto anche della macchia più piccola. Pertanto i valori del passato sono molto probabilmente sottostimati: perlomeno del 5% per i cicli di fine Ottocento/inizio Novecento, fino al 20% ed oltre in precedenza (ad esempio durante il Minimo di Dalton).

Il grafico seguente evidenzia come il ciclo sia stato sostanzialmente “piatto”, senza trend, fino a settembre 2013, per poi mostrare una netta accelerazione, fino al picco appena verificatosi. Risulta evidente anche il temporaneo superamento del “muro” dei 200:

 Solen Info

 Il sunspot number

Il nuovo massimo assoluto del ciclo 24 è 73,07 (settembre 2013) ed ha ampiamente superato il primo massimo registrato a Febbraio 2012 e pari a 66,9. Tra i due massimi la progressione del SSN (Smoothed Sunspot Number, media mobile su 13 mesi; fonte SIDC) si è interrotta ed invertita. Il comportamento del ciclo 24, con due massimi di cui il secondo assoluto, finora assomiglia a qualcuno dei cicli tra fine ‘800 ed inizio ‘900, nonché al ciclo 5 del Minimo di Dalton.

Anche per il NIA’s settembre 2013 ha fatto segnare il nuovo massimo provvisorio di questo ciclo (39,56) riallineandosi ai dati ufficiali del sunspot number SIDC. Restano da verificare ancora alcuni dati che al momento sono solo provvisori e pertanto vi potrebbe essere qualche variazione nel conteggio, stimabile in qualche decimo di punto. La curva della media “smoothed”di questo indice, con le dovute proporzioni, ricalca l’andamento di quello che per la Scienza ufficiale è e rimane l’unico conteggio valido, ovvero quello del SIDC.

Vediamo in dettaglio cosa ci ha riservato questo Marzo 2014: Smoothed sunspot area

Questo grafico, basato sulle medie mensili delle aree del disco solare coperte da sunspot (in rosso la smoothed) è abbastanza eloquente: l’attuale ciclo 24 per ora riesce a stento a tenere il passo dei deboli cicli di fine ‘800 – primi ‘900.

In dettaglio, Marzo ha confermato il discreto livello di attività che ha caratterizzato l’ultimo semestre, pur facendo segnare una lieve flessione rispetto al mese precedente. Il sunspot number è infatti tornato sotto quota 100: 92,2 rispetto ai 102,8. Come evidenziato dal grafico sottostante, l’attuale decisa seconda impennata di attività certifica che ci troviamo nel massimo del ciclo, con tutta probabilità, in una fase anche abbastanza avanzata. SN Nia e Sidc

  Il valore del NIA’s di ottobre (49,4), novembre (42,8) 2013 e dell’ultimo mese di marzo 2014 (46,1) sono provvisori/stimati ed al momento in attesa di validazione mentre sono già definitivi il dato di dicembre 2013 (58,4), di Gennaio 2014 (51,6) e di Febbraio 2014 che con 67,3 ha stabilito il massimo relativo (provvisorio?) di questo indice.

Nel grafico è ben evidente il raggiungimento del primo e provvisorio massimo a primavera 2012, l’iniziale declino delle curve del SSN ed il seguente sostanziale stallo nonchè l’ultima nuova e più decisa tendenza al rialzo dell’indice in oggetto che stabilisce nuovi massimi assoluti.

 

Solar flux

Dunque il Solar Flux a Marzo ha fatto registrare un lieve calo rispetto a quello di Febbraio, che attualmente detiene il record relativo del ciclo. Nel corso del mese il solar flux non è mai sceso al di sotto di 134, mentre nei mesi immediatamente precedenti si era spinto fino a 110, e comunque si è mantenuto piuttosto costantemente su valori oscillanti tra 140 e 160, senza picchi particolari quindi.

Per quanto appena detto il solar flux mensile aggiustato ha fatto segnare un valore pari a 148,97.

Il solar flux testimonia in modo eloquente le difficoltà che il ciclo 24 ha incontrato nella sua progressione. Dal grafico seguente risulta ancor più evidente la netta suddivisione dell’attività solare in due distinte fasi, spinta e riposo, la prima con valori relativamente elevati, la seconda con detti indici più vicini a valori da minimo che da massimo. 

Confronto Solar FluxIn termini generali, il grafico conferma la peculiarità del ciclo 24, rispetto a quelli immediatamente precedenti: il ciclo 24 ha proceduto “a scatti”, tra loro ben intervallati. Le pause si sono manifestate dall’inizio del 2009 all’inizio del 2011, poi ancora dall’autunno del 2011 fino all’autunno del 2013 (quando si è osservato addirittura un certo declino). Come già rimarcato, rimane da valutare la consistenza e la durata dell’attuale nuovo massimo.

Più in dettaglio, nell’ultimo mese il valore medio del flusso “aggiustato” (ore 20) è stato pari a 148,97 (contro 166,01di Febbraio) mentre la “forbice” tra il valore minimo e quello massimo è rimasta compresa tra 134,2 (ore 20 del 16/03) e 167,1 (ore 23 del 12/03) mentre la media dell’ultima decade, dal 21 al 31 compresi è risultata praticamente in linea con la media mensile: 150,55 (valori ore 20).

 

Altri diagrammi: butterfly e inversione magnetica

Il cosiddetto “butterfly diagram”, per quanto ancora incompleto nella rappresentazione del ciclo 24, è eloquente: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/bfly.gif Butterfly

Il ciclo 24 risulta paragonabile ai cicli più deboli, perlomeno dal 1880 in poi, in termini di numerosità delle macchie, in rapporto alla loro estensione (in sostanza la colorazione del grafico “a farfalla”). Risulta addirittura inferiore a tutti i cicli rappresentati, in termini di estensione delle macchie (grafico in basso).

 Per quanto concerne lo stato di avanzamento dell’inversione dei poli solari, nel corso delle precedenti uscite della rubrica avevamo messo in guardia dal considerare ormai conclusa l’inversione dei poli magnetici: l’ultimo dato disponibile (23 Marzo) su http://wso.stanford.edu/Polar.html,  ha confermato le evidenti difficoltà di questo ciclo a livello magnetico e mette in risalto un valore “filtrato” per l’Emisfero Nord pari a -1. Quindi questo emisfero sembra aver fatto marcia indietro rispetto all’inversione avvenuta a giugno 2012! Non ci sono precedenti storici documentati di inversione di un polo meno di due anni dopo l’inversione precedente. L’Emisfero Sud, dopo il cambio di polarità avvenuto tra luglio ed agosto 2013 ed una prima decisa progressione, fa segnare un valore di -15, ovvero in graduale progressione dopo il cambio di polarità, anche se in modo meno marcato rispetto a quanto documentato in precedenza. Il comportamento dei due emisferi si ripercuote su quello della media filtrata, la cui crescita segna una battuta di arresto, dopo un anno di continua crescita.

Risulta al momento difficile dare un’interpretazione compiuta di quanto stia accadendo ai poli solari ed è ancora più difficile prevederne le conseguenze, sia per quanto concerne il ciclo in corso, sia in relazione al prossimo ciclo 25. Si attende conferma definitiva circa l’avvenuta inversione del Polo Nord; inoltre è importante verificare se questo nuovo assetto monopolare durerà, oppure se si verificherà a breve una ulteriore inversione.

Può essere utile anche visionare il seguente grafico relativo all’andamento dall’inizio del ciclo 24 fino ad ora: Aggiornamento WSO

In dettaglio, l’andamento degli ultimi 27 mesi dove è più evidente lo stallo e la tendenza al calo dei valori dell’emisfero nord: Dettaglio aggiornamento WSO

Per una più immediata comprensione dello stato di avanzamento del fenomeno, si vedano inoltre i seguenti grafici, tratti dal sito di Leif Svalgaard: http://www.leif.org/research/WSO-Polar-Fields-since-2003.pngWSO polar fields

 andamento dei due emisferi dal 2003 e http://www.leif.org/research/Solar-Polar-Fields-1966-now.pngN - S polar fields

 andamento complessivo dal 1966. Per ulteriori informazioni in merito, si veda anche l’articolo http://solar-b.nao.ac.jp/news/120419PressRelease/index_e.shtml.

Le ultime immagini “Stereo Behind” al momento mostrano un “treno” pressoché ininterrotto di regioni attive, in entrambi gli emisferi, anche se le macchie attualmente visibili non sono vaste ed attive come nei mesi precedenti. Si notano comunque diverse macchie mediamente coalescenti e di una certa dimensione, se paragonate a quelle che le hanno precedute negli anni scorsi. Un po’ a sorpresa, di recente l’Emisfero Nord sta fornendo un maggiore contributo all’attività solare, mentre quello Sud appare meno attivo. Quanto rilevato finora lascia pensare, come atteso, che il ciclo possa durare più dei “canonici” 11 anni: ad esempio David Archibald sostiene, in base ad uno studio delle emissioni coronali, che il ciclo 24 possa durare addirittura il 40% in più dei soliti 11 anni, cioè ben 17 anni, insomma fino al 2025!

Per i dettagli, si veda l’articolo al link seguente http://wattsupwiththat.com/2013/03/05/how-long-to-the-2425-solar-minimum/

Intanto, la previsione NASA http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/ssn_predict_l.gif ci dice che il massimo starebbe per terminare. Dunque, se corretta, i primi chiari segnali di declino dovrebbero verificarsi nel corso del 2014.

  

Sunspot number per emisfero e conclusioni

Questo ciclo 24 è sicuramente una grande occasione per il mondo scientifico in quanto ci offre la possibilità di studiare “in diretta” situazioni che fino ad ora avevamo potuto solamente immaginare o “ricostruire” attraverso simulazioni, dati proxy e modelli matematici: molto probabilmente, e non siamo solo noi a dirlo, ci troveremo ad affrontare un periodo (forse anche relativamente “lungo”) di attività solare molto più bassa rispetto a quella a cui, in qualche modo, eravamo abituati.

Che questo ciclo fosse lontano da quella presupposta “normalità” di cui abbiamo più volte parlato ne avevamo sentore già da prima che il profondo ultimo minimo solare terminasse. La progressione dell’autunno 2011 aveva dato una parvenza di “normalità”. Gennaio 2012 ed in particolare Febbraio hanno fatto segnare un crollo che ha confermato la debolezza del ciclo. Il più recenti picchi isolati di Luglio 2012 e di Gennaio e Aprile/Maggio 2013, pur inaspettati, non hanno modificato il quadro complessivo. Da Agosto a Novembre abbiamo assistito a mesi senza “acuti” e con il netto calo del SSN. Infine, l’intensa attività degli ultimi 6 mesi ha restituito una temporanea vitalità ad un ciclo che sembrava destinato ad un lungo inesorabile declino. L’emisfero Nord, dopo la (prima!) inversione di polarità , sta mostrando come previsto un fisiologico calo (il massimo fu raggiunto a settembre 2011, con un SSN emisferico di 41,29). Invece l’emisfero Sud, dopo un periodo di sostanziale stabilità ha ripreso la sua rampa di ascesa verso un nuovo massimo relativo, “sorpassando”, per effetto degli ultimi mesi di maggiore attività, il livello di attività dell’emisfero nord: attualmente abbiamo un nuovo massimo provvisorio con un valore pari a 49,07, tendente ad aumentare ancora. Anche in questo caso però, stante l’inversione di polarità già avvenuta, ci si attende presto un declino di attività. SC24 progres

 Che cosa ci riserverà il ciclo nei prossimi mesi? Dopo il secondo massimo, è ragionevole attendersi i primi chiari segnali di declino.

Vi lasciamo con un grafico che evidenzia l’andamento dell’attività solare in base al SSN: in blu la curva relativa al sole nel suo complesso, in rosso ed in verde lo stesso indice preso in considerazione rispettivamente per emisfero Nord e Sud. Si nota chiaramente il declino dell’emisfero Nord e la sostanziale prepotente crescita di quello Sud dopo la lunga stasi seguita all’ascesa iniziale. SSN tot +N+S

 Restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti!

 

Apuano 70 e FabioDue

Rubrica Meteo-climatica Marzo

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa le prossime stagioni primaverile ed estiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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L’inverno 2013-2014 – riepilogo

L’inverno 2013-2014 è risultato tra i più miti da quando esistono le rilevazioni di temperatura, in Italia ed in Europa. Nel nostro Paese è risultato anche estremamente piovoso, specie al Nord: se si considera che gennaio è normalmente il mese più asciutto dell’anno dopo luglio, le continue precipitazioni hanno rappresentato davvero un’anomalia. I ripetuti passaggi di perturbazioni atlantiche hanno apportato notevolissime quantità di neve sulle Alpi, spesso seconde solo al 1951. Ciò garantirà una scorta preziosa per le nostre sorgenti ed anche per i nostri ghiacciai, tanto da far sperare in un loro recupero se la prossima stagione estiva sarà clemente: la grande quantità di neve contribuirà infatti a proteggere il ghiaccio a lungo dai raggi solari e, se le abbondanti nevicate proseguiranno nei prossimi anni, incrementerà la massa ghiacciata.

 

La primavera 2014 – La prima parte della stagione

I prossimi giorni

Nelle prime due decadi del mese un’alta pressione si è progressivamente affermata sul Mediterraneo centro-occidentale e sull’Italia, portando tempo stabile e mite, specie durante le ore centrali del giorno. Nello scorso weekend, invece, le condizioni meteo sono decisamente peggiorate a cominciare dal Nord, a causa dell’arrivo di una perturbazione nord atlantica. Le previsioni dei prossimi giorni promettono un prolungamento di condizioni di instabilità, che gradualmente si attenueranno all’approssimarsi del prossimo fine settimana.

Non dimentichiamo che le stagioni intermedie, primavera ed autunno, per loro natura sono caratterizzate da una minore attendibilità delle previsioni: l’elevata variabilità stagionale, i veri e propri “capricci” del tempo sono inseguiti con maggiore fatica dai modelli meteorologici. Pertanto, le previsioni a medio e lungo termine possono più facilmente essere soggette a correzioni sostanziali e talvolta a complete smentite da un giorno all’altro.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 27 Marzo, relativa alla pressione al suolo ed in quota:

SLP

 

Nell’immagine si nota bene la “ferita” depressionaria sull’Italia e sull’Europa Occidentale, che ancora condiziona il tempo. L’Alta pressione delle Azzorre (a sinistra) è confinata in aperto oceano, mentre l’Europa nord orientale è dominata da un altro anticiclone. Le perturbazioni atlantiche non sembrano avere spazio in questo contesto, peraltro piuttosto dinamico e quindi destinato a modificarsi presto.

Il grande freddo è tuttora confinato molto a nord e ad est, addirittura al di fuori dell’Europa. Questa è stata ed è la costante di questo semestre 2013-2014.

Nel lungo termine (6-7 giorni ed oltre), sembra confermarsi la presenza di un’alta pressione tra Scandinavia e nord Atlantico. L’anticiclone potrebbe favorire discese fredde, dirette essenzialmente sull’Europa orientale e sulla Russia. Al momento sembra escluso un interessamento dell’Italia. Su tale evoluzione GFS ed ECMWF mostrano una convergenza di fondo. L’Italia, invece, potrebbe restare in una sorta di “limbo”, dunque né in un campo depressionario né protetta decisamente dall’alta pressione.

Il Vortice Polare Stratosferico (la controparte alle quote più alte delle depressioni atlantiche in bassa atmosfera), almeno nei prossimi 7 giorni, non sembra destinato ad indebolirsi più di tanto, sebbene visibilmente sottoposto a pressioni. L’orientamento del Vortice Polare, sbilanciato verso l’Europa nord orientale, depone a favore di discese fredde di rilievo in quell’area che però, come si diceva, non sembrano interessare il Mediterraneo e l’Italia.

Possibile evoluzione successiva (Fine Marzo-inizio Aprile)

GFS ed il suo ensemble (GENS) prospetta un prolungamento delle condizioni di “limbo” citate in precedenza, con l’Italia non chiaramente investita da aree depressionarie, né protetta decisamente da anticicloni. ECMWF vede condizioni analoghe, ma con un’ipotesi di ingerenza fredda nord orientale, almeno sull’Europa settentrionale e orientale.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

 

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i valori del mese di Febbraio, quelli più recenti disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori di Gennaio.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,345) -0,269
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (+0,30) +0,38
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (-0,039) N.D.
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+13,1) +12,7
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+9,7) +10
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta relativamente debole in zona 1.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da quasi un anno e mezzo (autunno 2012) si mostra sostanzialmente neutro. Da allora si sono alternati episodi di debole Nina e debole Nino, ma solo in alcuni comparti del Pacifico equatoriale, a periodi di quasi perfetta neutralità (assenza di anomalie di temperatura). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano un progressivo passaggio a condizioni di Nino debole entro l’inizio dell’estate. Tuttavia, l’attuale dispersione dei membri previsionali consiglia una certa prudenza. Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

ST Subsurface

 

Ormai da quasi un anno e mezzo le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Attualmente prevale l’anomalia positiva (a sinistra) che appare in espansione ed in rafforzamento, a scapito dell’anomalia negativa (a destra).

In sostanza, la rilevazione suggerisce che il perdurante equilibrio tra anomalie positive e negative sta ormai terminando a favore di un episodio di Nino, come suggerito dalle previsioni NOAA.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. Anche nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’analoga alternanza, sebbene disposta a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

SST

 

L’Oceano Pacifico equatoriale è diviso tra moderate anomalie negative (a sud) e deboli anomalie positive (a nord e ad ovest). Colpisce la presenza di una persistente anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini. E’ presente dalla fine di Dicembre ed è stata probabilmente conseguenza del continuo transito di depressioni atlantiche, che hanno raffreddato le acque superficiali Il Mediterraneo al momento appare sede di lievi anomalie positive ad est e di una sostanziale neutralità ad ovest.

2. La PDO mostra una nuova escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno e si ritiene sia tuttora responsabile della perdurante neutralità. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO mostra un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 negli ultimi mesi ha mostrato qualche saliscendi, segno probabilmente che è già giunta ai valori massimi e che a breve comincerà a diminuire. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo entro e Luglio 2014. Pertanto si ritiene che la fase di diminuzione sia ormai imminente.

5. La QBO50 da qualche mese mostra una stasi tra 9,7 e 10. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015, comunque qualche mese dopo la QBO30.

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Considerazioni finali di natura climatica

La prolungata fase neutra dell’ENSO ha ben pochi precedenti negli ultimi 60 anni.

Volendo anticipare le prospettive per le prossime stagioni primaverile ed estiva, pur sapendo che l’ENSO è solo uno dei fattori in gioco, si possono citare analogie con il 2005, anche se nella primavera vi fu un brevissimo episodio di Nino debole, incastonato in un lungo periodo di sostanziale neutralità:

  • la primavera iniziò piuttosto fredda, con ripetute irruzioni di aria gelida continentale nella prima metà di marzo; proseguì molto più mite nella seconda metà del mese; ad aprile non vi furono particolari contrasti e il mese fu lievemente fresco; maggio fu invece più estivo al Sud, più fresco al Nord ma con diversi contrasti caldo-fresco;
  • la stagione estiva fu abbastanza calda ma senza troppi eccessi di natura africana.

Volendo andare più indietro, si può citare l’ormai lontano 1986, più simile alla stagione attuale in termini teleconnettivi (lunga ed ininterrotta neutralità ENSO, QBO positiva in inverno):

  • la primavera iniziò senza particolari contrasti, con un marzo normale, un po’ più mite nella prima metà, più fresco nella seconda; aprile fu piuttosto fresco al Nord, ben più mite, a tratti estivo, al Sud; maggio fu termicamente nella norma nella prima metà, più estivo, specie al Sud, nella seconda metà;
  • l’estate fu piuttosto calda al Sud ma sempre meno risalendo la nostra Penisola, fino ad un’estate normale al Nord.

L’andamento del mese di Marzo, almeno finora, e le previsioni per i prossimi giorni suggeriscono al momento un comportamento più simile a quello del 1986.

FabioDue

 

Rubrica Sole Febbraio 2014

 Introduzione e riepilogo

Durante la sua progressione verso il massimo solare, il ciclo 24 ha da subito manifestato un’intensità notevolmente inferiore a quella che gli esperti avevano pronosticato al termine del ciclo 23: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ . Fino alla fine del mese di Settembre 2013, vista l’evoluzione degli ultimi due anni, dopo il picco dell’autunno 2011, sembrava in verità molto improbabile che questo ciclo potesse prendere un diverso andamento rispetto a quello fatto vedere fino a quel momento. In definitiva il Sole era in una fase di “stallo”. Pur con naturali oscillazioni in alto ed in basso dei vari indici di attività, nel periodo in questione il solar flux (il miglior indicatore dell’attività solare finora noto) non ha mostrato in media alcun trend particolare, né crescente né decrescente. Lo si nota chiaramente dalla prima immagine successiva.

L’attuale fase di forte spinta ha condotto il ciclo al suo secondo massimo. Le influenze planetarie hanno avuto un peso non indifferente nelle dinamiche di questa ripresa dell’attività solare, come a suo tempo debitamente descritto in un articolo del nostro Michele. Resta però da capire quanto tale fase durerà e quando e come inizierà la fase di declino post-massimo.

In sintesi, il mese di Febbraio appena trascorso, è stato caratterizzato da un vero e proprio exploit del solar flux, che ha fatto registrare il massimo mensile. Anche il Sunspot Number ha raggiunto e superato la soglia record mensile di 100, chiudendo il mese a 102,8. Ribadiamo che si tratta di valori ancora bassi se paragonati ad un massimo solare dei cicli compresi tra il 19 ed il 23, anche perché le macchie non sono state né particolarmente numerose, né molto estese ed attive: meno di 30 macchie con un solo flare di classe X, sia pure molto potente (X4.9).

In ogni caso, l’attività del periodo Ottobre-Febbraio è ormai visibilmente superiore a quella dell’autunno 2011.

Questa fiammata dell’attività può essere messa in relazione al secondo picco di attività pronosticato anche dalla NASA http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaks/.

Abbiamo ormai superato il traguardo dei 5 anni (62 mesi) dal minimo del dicembre 2008 e dobbiamo comunque constatare che, fatti salvi brevi periodi di più intensa attività,

  • il solar flux ha raggiunto solo adesso quota 200, come valore di picco giornaliero ma non come media mensile; tale soglia fu ampiamente superata più volte dai cinque cicli precedenti, come valore giornaliero ma spesso anche in termini di media mensile;
  • anche il sunspot number risulta decisamente inferiore e analogo a quello dei cicli di fine Ottocento-inizio Novecento; ricordiamo però che i calcoli attuali sono molto rigorosi e tengono conto anche della macchia più piccola. Pertanto i valori del passato sono molto probabilmente sottostimati: perlomeno del 5% per i cicli di fine Ottocento/inizio Novecento, fino al 20% ed oltre in precedenza (ad esempio durante il Minimo di Dalton).

Il grafico seguente evidenzia come il ciclo sia stato sostanzialmente “piatto”, senza trend, fino a settembre 2013, per poi mostrare una netta accelerazione, fino al picco appena verificatosi. Risulta anche evidente il temporaneo superamento del “muro” dei 200: Solen Info

Il sunspot number

Il nuovo massimo assoluto del ciclo 24 è 69,0 (Agosto 2013) ed ha superato il primo massimo registrato a Febbraio 2012 e pari a 66,9. Tra i due massimi la progressione del SSN (Smoothed Sunspot Number, media mobile su 13 mesi; fonte SIDC) si è interrotta ed invertita. Il comportamento del ciclo 24, con due massimi di cui il secondo assoluto, finora assomiglia a qualcuno dei cicli tra fine ‘800 ed inizio ‘900, nonché al ciclo 5 del Minimo di Dalton.

Anche per il NIA’s agosto 2013 ha fatto segnare il nuovo massimo provvisorio di questo ciclo (35,76) riallineandosi ai dati ufficiali del sunspot number SIDC. Restano da verificare ancora alcuni dati che al momento sono solo provvisori e pertando vi potrebbe essere qualche variazione nel conteggio, stimabile in qualche decimo di punto. La curva della media “smoothed”di questo indice, con le dovute proporzioni, ricalca l’andamento di quello che per la Scienza ufficiale è e rimane l’unico conteggio valido, ovvero quello del SIDC.

Vediamo in dettaglio cosa ci ha riservato questo Febbraio 2014: Smoothed sunspot area

Questo grafico, basato sulle medie mensili delle aree del disco solare coperte da sunspot (in rosso la smoothed) è abbastanza eloquente: l’attuale ciclo 24 per ora riesce a stento a tenere il passo dei deboli cicli di fine ‘800 – primi ‘900.

In dettaglio, Febbraio ha confermato e superato il livello di attività di Gennaio ma anche e soprattutto di Novembre 2011. Il sunspot number è schizzato a 102,8, rispetto ad 82,0. Come evidenziato dal grafico sottostante, l’attuale decisa seconda impennata di attività certifica che ci troviamo nel massimo del ciclo, con tutta probabilità, in una fase anche abbastanza avanzata.

SN Nia e Sidc

Il valore del NIA’s di ottobre (42,8), novembre (38,8) sono stimati-provvisori ed al momento in attesa di validazione mentre sono già definitivi il dato di dicembre 2013 (58,4), di Gennaio 2014 (51,6) e di Febbraio 2014 che con 67,3 stabilisce il massimo relativo di questo indice.

Nel grafico è ben evidente il raggiungimento del primo e provvisorio massimo a primavera 2012, l’iniziale declino delle curve del SSN ed il seguente sostanziale stallo nonchè l’ultima nuova e più decisa tendenza al rialzo dell’indice in oggetto che stabilisce nuovi massimi assoluti.

 

Solar flux

Dunque il Solar Flux a Gennaio ha fatto registrare un ulteriore incremento rispetto a quello di Gennaio, già da record. A Febbraio il solar flux non è mai sceso al di sotto di 140, mentre nei mesi immediatamente precedenti si era spinto fino a 110. Tuttavia, a differenza di Gennaio, non è riuscito ad oltrepassare il valore di 200.

Quindi il solar flux mensile aggiustato ha battuto il record di Gennaio, segnando un 166,01 che risulta essere il massimo assoluto provvisorio di questo indice. Tale valore resta comunque abbastanza modesto rispetto ai valori medi raggiunti dai cicli solari immediatamente precedenti.

Il solar flux testimonia in modo eloquente le difficoltà che il ciclo 24 ha incontrato nella sua progressione. Dal grafico seguente risulta ancor più evidente la netta suddivisione dell’attività solare in due distinte fasi, spinta e riposo, la prima con valori relativamente elevati, la seconda con detti indici più vicini a valori da minimo che da massimo.

Confronto Solar Flux

In termini generali, il grafico conferma la peculiarità del ciclo 24, rispetto a quelli immediatamente precedenti. Inoltre, si nota chiaramente una tendenza alla stasi. Sì è, manifestatasi dall’autunno 2012 in poi (dal mese 45), dopo un trend fino ad allora costantemente improntato al rialzo. Come già rimarcato, rimane da valutare la consistenza e la durata dell’attuale nuovo massimo.

Più in dettaglio, nell’ultimo mese il valore medio del flusso “aggiustato” (ore 20) è stato pari a 166,01 (contro 157,50 di Gennaio) mentre la “forbice” tra il valore minimo e quello massimo è rimasta compresa tra 144,5 (ore 18 del 14/02) e 192,4 (ore 18 del 04/02).

 

Altri diagrammi: butterfly e inversione magnetica

Il cosiddetto “butterfly diagram”, per quanto ancora incompleto nella rappresentazione del ciclo 24, è eloquente: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/bfly.gif  Butterfly

Il ciclo 24 risulta paragonabile ai cicli più deboli, perlomeno dal 1880 in poi, in termini di numerosità delle macchie, in rapporto alla loro estensione (in sostanza la colorazione del grafico “a farfalla”). Risulta addirittura inferiore a tutti i cicli rappresentati, in termini di estensione delle macchie (grafico in basso).

Per quanto concerne lo stato di avanzamento dell’inversione dei poli solari, l’ultimo dato disponibile (21 Febbraio) su http://wso.stanford.edu/Polar.html evidenzia un valore “filtrato” per l’Emisfero Nord pari a +2. Si conferma così in netto calo rispetto a quanto emerso nelle precedenti uscite della Rubrica e ormai piuttosto vicino a zero. Non ci sono precedenti storici documentati di inversione di un polo appena due anni dopo l’inversione precedente. L’Emisfero Sud, invece, dopo il cambio di polarità avvenuto tra luglio ed agosto 2013 mostra una decisa progressione e fa segnare un valore di -17. In base al comportamento dei cicli precedenti, ci si attende trascorra ancora un anno circa, dopo l’inversione, prima dell’avvio di un evidente ed inesorabile declino del ciclo 24. Può essere utile anche visionare il seguente grafico relativo all’andamento dall’inizio del ciclo 24 fino ad ora: Aggiornamento WSO

In dettaglio, l’andamento degli ultimi 24 mesi dove è più evidente lo stallo e la tendenza al calo dei valori dell’emisfero nord:  Dettaglio aggiornamento WSO

Per una più immediata comprensione dello stato di avanzamento del fenomeno, si vedano inoltre i seguenti grafici, tratti dal sito di Leif Svalgaard: http://www.leif.org/research/WSO-Polar-Fields-since-2003.png,  WSO polar fields

andamento dei due emisferi dal 2003 e http://www.leif.org/research/Solar-Polar-Fields-1966-now.pngN - S polar fields

andamento complessivo dal 1966. Per ulteriori informazioni in merito, si veda anche l’articolo http://solar-b.nao.ac.jp/news/120419PressRelease/index_e.shtml.

Le ultime immagini “Stereo Behind” al momento mostrano un “treno” pressochè ininterrotto di regioni attive, specie nell’emisfero Sud. Quello Nord invece risulta visibilmente meno attivo. Si notano diverse macchie mediamente coalescenti e di una certa dimensione, se paragonate a quelle che le hanno precedute nei mesi scorsi. Si conferma dunque la forte riduzione di attività dell’Emisfero Nord, con poche AR e macchie visibili. Tutto ciò lascia pensare, come peraltro ci si attende, che il ciclo possa durare più dei “canonici” 11 anni: ad esempio David Archibald sostiene, in base ad uno studio delle emissioni coronali, che il ciclo 24 possa durare addirittura il 40% in più dei soliti 11 anni, cioè ben 17 anni, insomma fino al 2025!

Per i dettagli, si veda l’articolo al link seguente http://wattsupwiththat.com/2013/03/05/how-long-to-the-2425-solar-minimum/

Intanto, la previsione NASA http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/ssn_predict_l.gif ci dice che il massimo starebbe per terminare. Dunque, se corretta, i primi chiari segnali di declino dovrebbero verificarsi nel corso del 2014.

 

Sunspot number per emisfero e conclusioni

Questo ciclo 24 è sicuramente una grande occasione per il mondo scientifico in quanto ci offre la possibilità di studiare “in diretta” situazioni che fino ad ora avevamo potuto solamente immaginare o “ricostruire” attraverso simulazioni, dati proxy e modelli matematici: molto probabilmente, e non siamo solo noi a dirlo, ci troveremo ad affrontare un periodo (forse anche relativamente “lungo”) di attività solare molto più bassa rispetto a quella a cui, in qualche modo, eravamo abituati.

Che questo ciclo fosse lontano da quella presupposta “normalità” di cui abbiamo più volte parlato ne avevamo sentore già da prima che il profondo ultimo minimo solare terminasse. La progressione dell’autunno 2011 aveva dato una parvenza di “normalità”. Gennaio 2012 ed in particolare Febbraio hanno fatto segnare un crollo che ha confermato la debolezza del ciclo. Il più recenti picchi isolati di Luglio 2012 e di Gennaio e Aprile/Maggio 2013, pur inaspettati, non hanno modificato il quadro complessivo. Da Agosto a Novembre abbiamo assistito a mesi senza “acuti” e con il netto calo del SSN. Infine, l’intensa attività degli ultimi 5 mesi ha restituito una temporanea vitalità ad un ciclo che sembrava destinato ad un lungo inesorabile declino. L’emisfero Nord, dopo l’inversione di polarità, sta mostrando come previsto un fisiologico calo (il massimo fu raggiunto a settembre 2011, con un SSN emisferico di 41,29). Invece l’emisfero Sud, dopo un periodo di sostanziale stabilità ha ripreso la sua rampa di ascesa verso un nuovo massimo relativo, “sorpassando”, per effetto degli ultimi mesi di maggiore attività, il livello di attività dell’emisfero nord: attualmente abbiamo un nuovo massimo provvisorio con un valore pari a 44,75, tendente ad aumentare ancora. Anche in questo caso però, stante l’inversione di polarità in corso e forse già conclusa, ci si attende presto un declino di attività.  SC24 progres

Che cosa ci riserverà il ciclo nei prossimi mesi? Dopo il secondo massimo, è ragionevole attendersi i primi chiari segnali di declino.

Vi lasciamo con un grafico che evidenzia l’andamento dell’attività solare in base al SSN: in blu la curva relativa al sole nel suo complesso, in rosso ed in verde lo stesso indice preso in considerazione rispettivamente per emisfero Nord e Sud. Si nota chiaramente il declino dell’emisfero Nord e la sostanziale prepotente crescita di quello Sud dopo la lunga stasi  seguita all’ascesa iniziale. SSN tot +N+S

Restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti!

 

Apuano 70 e FabioDue

Rubrica meteo-climatica Febbraio

Introduzione

La prima parte della Rubrica riporta le previsioni e le tendenze meteo-climatiche per i giorni e le settimane successivi alla pubblicazione della Rubrica. La seconda parte riassume e commenta i principali indici climatici e contiene anche qualche considerazione circa le prossime stagioni primaverile ed estiva.

La legenda relativa ai seguenti (e molti altri) indici è disponibile al link http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3, peraltro già riportato nel forum Meteo.

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La prima parte dell’inverno – riepilogo

L’inverno 2013-2014 è stato preannunciato a fine novembre da una breve ma importante irruzione fredda da est. E’ iniziato e proseguito con un’alternanza di alte pressioni di origine subtropicale, dunque miti e asciutte, e passaggi di perturbazioni atlantiche, quindi miti e umidi. E’ finora mancato qualsiasi apporto di aria fredda artica marittima (da nord quindi) o continentale (da nordest), in grado di produrre episodi di chiaro stampo invernale con gelo e cadute di neve anche in pianura. In compenso, i ripetuti passaggi di perturbazioni atlantiche stanno apportando quantitativi record di neve sulle Alpi e piogge abbondantissime in tutto il Nord Italia. Ciò garantisce una scorta preziosa per le nostre sorgenti ed anche per i nostri ghiacciai, tanto da far sperare in un loro recupero se la prossima stagione estiva sarà clemente: la grande quantità di neve contribuirà perlomeno a proteggere il ghiaccio a lungo dai raggi solari e, se le abbondanti nevicate proseguiranno nei prossimi anni, incrementerà la massa ghiacciata.

L’inverno è stato finora latitante non solo in Italia, ma più in generale in Europa: dalla Spagna alla Russia ai Balcani, ad eccezione di brevi episodi, si sono registrate temperature miti da record per la stagione in corso. Il grande freddo si è affacciato per un certo periodo solo all’estremo nord (Scandinavia) ed est (Russia, specie nel nordest).

 

L’inverno 2013-2014 – Termine e avvio della primavera

I prossimi giorni

Dopo una successione di perturbazioni atlantiche quasi senza soluzione di continuità, comunque in un contesto mite, il tempo dei prossimi giorni promette ancora un paio di ingressi perturbati atlantici, soprattutto al Nord, in un contesto di relativa tregua.

Di seguito è riportata la previsione GFS per le ore centrali di giovedì 20 Febbraio, relativa alla pressione al suolo ed alla distribuzione delle precipitazioni:

SLP

Nell’immagine si nota bene il predominio delle depressioni atlantiche in Europa Centro-Occidentale, che non viene per ora ostacolato dall’Anticiclone delle Azzorre (in basso a sinistra). L’Italia si trova su una delle traiettorie di tali depressioni e sembra ne sarà presto interamente coinvolta, dunque anche il Centro ed il Sud, che nei giorni scorsi hanno beneficiato di un promontorio di alta pressione di origine africana. Poiché non sono previsti cambiamenti sostanziali a tale configurazione, è probabile che la tregua prevista a breve sia, appunto, solo una tregua prima di nuove piogge.

Si noti infine la totale assenza dell’Anticiclone Russo-Siberiano, detto anche Orso, in Europa: buona parte della Russia infatti è sede di una debole depressione di origine atlantica.

Nel lungo termine (7 giorni ed oltre), si intravvede una possibile ripresa in grande stile delle perturbazioni atlantiche, in Europa e forse anche sull’Italia. Permane un margine di incertezza circa la natura di tali perturbazioni, cioè se proverranno dalle medie latitudini, oppure se si avvarranno di contributi freddi di origine artica.

Un fatto sembra assodato: dopo il 20 Febbraio il Vortice Polare Stratosferico (VPS) trasferirà il proprio nucleo dall’artico nordamericano a quello siberiano, a tutte le quote della stratosfera. Ciò presumibilmente fornirà nuovo carburante freddo all’Orso in Siberia. In Europa potrebbe consentire una maggiore propensione dell’Anticiclone delle Azzorre ad elevarsi verso nord, trasferendo masse di aria più fredda verso le nostre latitudini. Tuttavia per ora si tratta di ipotesi non confermate dalle previsioni troposferiche.

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Possibile evoluzione successiva (Fine Febbraio e prima parte di Marzo)

Al momento solo GFS ed il suo ensemble (GENS) prospetta una ripresa del “carosello” di perturbazioni atlantiche che ha flagellato l’Europa e il Nord Italia a Gennaio e nei primi giorni di Febbraio. ECMWF vede invece una maggiore ingerenza di alte pressioni subtropicali, pur alternata a qualche episodio instabile.

L’evoluzione prospettata da GFS sarebbe fisiologica, a cavallo del passaggio di testimone tra inverno e primavera, con possibili ingerenze artiche alternate alle prime alte pressioni di matrice subtropicale.

Non vi sono al momento segnali che lascino pensare ad una evoluzione fredda e nevosa della fine dell’inverno e dell’avvio della primavera, in una sorta di compensazione per una stagione invernale davvero sottotono.

Ad oggi non è possibile dire di più. Visitate comunque la pagina Meteo del blog, per gli aggiornamenti successivi.

 

Gli indici meteo-climatici: i valori del mese precedente

Di seguito si riportano i valori del mese di Gennaio, quelli più recenti disponibili. Tra parentesi sono riportati i valori di Dicembre.

  1. ENSO (El Niño Southern Oscillation, MEI index): (-0,312) -0,318
  2. PDO (Pacific Decadal Oscillation): (-0,41) +0,30
  3. AMO (Atlantic Multidecadal Oscillation): (+0,059) -0,039
  4. QBO30 (quasi Biennal Oscillation alla quota di 30Hpa): (+12,6) +13,1
  5. QBO50 (Quasi Biennal Oscillation alla quota di 50Hpa): (+10) +9,7
  6. MJO (Madden-Julian Oscillation): risulta tuttora estremamente debole, in zona 6. Verso fine mese potrebbe intensificarsi e spostarsi in zona 7, divenendo quindi un elemento a favore di ondate di freddo in Europa.

 

Commento indici

1. l’ENSO ormai da oltre un anno (autunno 2012) si mostra sostanzialmente neutro. Da allora si sono alternati episodi di debole Nina e debole Nino, ma solo in alcuni comparti del Pacifico equatoriale, a periodi di quasi perfetta neutralità (assenza di anomalie di temperatura). Le previsioni NOAA per i prossimi mesi prospettano un progressivo passaggio a condizioni di Nino debole, tra la fine della primavera e l’inizio dell’estate. Tuttavia, l’attuale dispersione dei membri previsionali consiglia una certa prudenza. Per verificare l’attendibilità delle previsioni, è possibile esaminare le anomalie sottosuperficiali di temperatura. Esse possono fornire una prima valida indicazione di quanto probabilmente accadrà effettivamente nel prossimo futuro all’ENSO. La figura successiva si può reperire al seguente link http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif ,

ST Subsurface

 

Rispetto ai mesi precedenti (ma ormai da oltre un anno) le anomalie positive e negative si rafforzano e si indeboliscono alternativamente. Perdura pertanto l’equilibrio tra anomalie di segno opposto; nessuna delle due è finora riuscita a prevalere sull’altra chiaramente ed in modo durevole. Attualmente si osserva un equilibrio quasi perfetto tra anomalie piuttosto marcate di segno opposto: una rilevante anomalia negativa ad est ed una altrettanto marcata e diffusa anomalia positiva ad ovest. In sostanza, la rilevazione suggerisce al momento il prolungamento delle attuali condizioni di neutralità su tutto l’Oceano Pacifico equatoriale. Tuttavia, a differenza di quanto prospettato dalle previsioni NOAA per la prossima primavera, non si intravvede per ora alcuna tendenza ad una maggiore diffusione delle anomalie positive.

Anche le anomalie superficiali ENSO mostrano da lungo tempo un’alternanza di deboli anomalie di segno opposto. Anche nell’Oceano Atlantico, nell’emisfero settentrionale, si mostra un’analoga alternanza, sebbene disposta a fasce lungo i paralleli.

http://www.ospo.noaa.gov/Products/ocean/sst/anomaly/

 

SST

 

Colpisce la presenza di una vasta anomalia negativa tra il Nordamerica e l’Europa Occidentale, proprio su una parte del percorso della Corrente del Golfo alle nostre latitudini. E’ presente dalla fine di Dicembre ed è probabilmente dovuta al continuo transito di depressioni atlantiche, che hanno raffreddato le acque superficiali Il Mediterraneo al momento appare sede di lievi anomalie positive ad est e di una sostanziale neutralità ad ovest.

2. La PDO mostra una nuova escursione in territorio positivo, presumibilmente temporanea in quanto inserita in un ciclo pluriennale negativo; sta più che mai confermando il suo ruolo “moderatore”; lo si è osservato nel caso dell’evento di Nino conclusosi “prematuramente” all’inizio dello scorso autunno e si ritiene sia tuttora responsabile della perdurante neutralità. Al link seguente è riportato il grafico storico della PDO: http://jisao.washington.edu/pdo/img/pdo_latest.jpeg

3. L’AMO mostra un’escursione in territorio negativo, la prima degli ultimi due anni. Al link seguente è riportato il suo grafico storico http://wattsupwiththat.files.wordpress.com/2011/12/november_2011_amo.jpg. L’AMO risulta di dubbia interpretazione in termini climatici, se non nell’arco di decenni, dopo un cambio di segno.

4. La QBO30 continua a crescere, dopo un temporaneo calo. Le statistiche dal 1979 ad oggi indicano una permanenza in territorio positivo compresa tra gli 11 ed i 16 mesi, dunque un ritorno in territorio negativo compreso tra Febbraio e Luglio 2014. Pertanto la fase di diminuzione è ormai imminente.

5. La QBO50 mostra una stasi, presumibilmente temporanea, della sua fase di crescita. Storicamente, gli intervalli di valori positivi hanno una durata compresa tra 12 e 20 mesi. Pertanto, si può ritenere che la QBO assumerà nuovamente valori negativi non prima dell’estate 2014 e non più tardi dell’inverno 2014-2015.

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Considerazioni finali di natura climatica

La prolungata fase neutra dell’ENSO ha ben pochi precedenti negli ultimi 60 anni.

Volendo anticipare le prospettive per le prossime stagioni primaverile ed estiva, pur sapendo che l’ENSO è solo uno dei fattori in gioco, si possono citare analogie con il 2005, anche se nella primavera vi fu un brevissimo episodio di Nino debole, incastonato in un lungo periodo di sostanziale neutralità:

  • la primavera iniziò piuttosto fredda, con ripetute irruzioni di aria gelida continentale nella prima metà di marzo; proseguì molto più mite nella seconda metà del mese; ad aprile non vi furono particolari contrasti e il mese fu lievemente fresco; maggio fu invece più estivo al Sud, più fresco al Nord ma con diversi contrasti caldo-fresco;
  • la stagione estiva fu abbastanza calda ma senza troppi eccessi di natura africana.

Volendo andare più indietro, si può citare l’ormai lontano 1986, più simile alla stagione attuale in termini teleconnettivi (lunga ed ininterrotta neutralità ENSO, QBO positiva in inverno):

  • la primavera iniziò senza particolari contrasti, con un marzo normale, un po’ più mite nella prima metà, più fresco nella seconda; aprile fu piuttosto fresco al Nord, ben più mite, a tratti estivo, al Sud; maggio fu termicamente nella norma nella prima metà, più estivo, specie al Sud, nella seconda metà;
  • l’estate fu piuttosto calda al Sud ma sempre meno risalendo la nostra Penisola, fino ad un’estate normale al Nord.

FabioDue

Rubrica Sole Gennaio 2014

Introduzione e riepilogo

Durante la sua progressione verso il massimo solare, il ciclo 24 ha da subito manifestato un’intensità notevolmente inferiore a quella che gli esperti avevano pronosticato al termine del ciclo 23: http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2006/21dec_cycle24/ . Fino alla fine del mese di Settembre 2013, vista l’evoluzione degli ultimi due anni, dopo il picco dell’autunno 2011, sembrava in verità molto improbabile che questo ciclo potesse prendere un diverso andamento rispetto a quello fatto vedere fino a quel momento. In definitiva il Sole era in una fase di “stallo”. Pur con naturali oscillazioni in alto ed in basso dei vari indici di attività, nel periodo in questione il solar flux (il miglior indicatore dell’attività solare finora noto) non ha mostrato in media alcun trend particolare, né crescente né decrescente. Lo si nota chiaramente dalla prima immagine successiva.

L’attuale fase di forte spinta lascia ritenere che siamo in presenza del secondo massimo del ciclo 24 e probabilmente molto presto assisteremo al massimo assoluto del ciclo. Le influenze planetarie hanno avuto un peso non indifferente nelle dinamiche di questa ripresa dell’attività solare, come a suo tempo debitamente descritto in un articolo del nostro Michele. Resta però da capire quanto tale fase durerà e quando e come inizierà la fase di declino post-massimo.

In sintesi, il mese di Gennaio appena trascorso, è stato caratterizzato da un vero e proprio exploit del solar flux, che ha fatto registrare sia il massimo mensile che il valore di picco assoluto di questo ciclo. Per contro, dopo un promettente avvio, il Sunspot Number non è riuscito a tenere lo stesso passo, chiudendo il mese “solo” a 82. Ribadiamo che si tratta di valori ancora bassi se paragonati ad un massimo solare dei cicli compresi tra il 19 ed il 23, anche perché le macchie sono state meno estese ed attive.

In ogni caso, l’attività del periodo Ottobre-Gennaio è paragonabile, se non superiore, a quella dell’autunno 2011. Si può quindi legittimamente ritenere si tratti del secondo massimo del Ciclo 24.

Questa fiammata dell’attività può essere messa in relazione al secondo picco di attività pronosticato anche dalla NASA http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2013/01mar_twinpeaks/.

Abbiamo ormai superato il traguardo dei 5 anni (61 mesi) dal minimo del dicembre 2008 e dobbiamo comunque constatare che, fatti salvi brevi periodi di più intensa attività,

  • il solar flux ha raggiunto solo adesso quota 200,  solo come valore di picco giornaliero e non come media mensile; tale soglia fu ampiamente superata più volte dai cinque cicli precedenti, oltre che come valore giornaliero, spesso anche in termini di media mensile;
  • anche il sunspot number risulta decisamente inferiore e analogo a quello dei cicli di fine Ottocento-inizio Novecento; ricordiamo però che i calcoli attuali sono molto rigorosi e tengono conto anche della macchia più piccola. Pertanto i valori del passato sono molto probabilmente sottostimati: perlomeno del 5% per i cicli di fine Ottocento/inizio Novecento, fino al 20% ed oltre in precedenza (ad esempio durante il Minimo di Dalton).

Il grafico seguente evidenzia la citata assenza di trend del solar flux fino a settembre 2013 e i valori complessivamente “depressi” di questo massimo in tono minore. In evidenza il recente picco di attività con il temporaneo superamento del “muro” dei 200:

Solen Info

 Il sunspot number

Dopo il massimo registrato a Febbraio 2012 con 66,9, nel successivo mese di Marzo, per la prima volta dal minimo, la progressione del SSN (Smoothed Sunspot Number, media mobile su 13 mesi; fonte SIDC) si è interrotta ed invertita, continuando a calare sensibilmente nei mesi seguenti. Attualmente questo indice (assieme anche al Solar Flux), grazie all’attuale nuova fase di spinta del sole, è tornato in una fase di nuova e stavolta più decisa crescita. Questa promette di regalarci molto presto un nuovo massimo del ciclo, forse già a fine Febbraio.

Ad onor di cronaca va rimarcato che il conteggio del NIA’s, fermo restando quanto sopra detto, risulta essere leggermente difforme rispetto a quelli ufficiali del sunspot number SIDC, in quanto il mese del massimo relativo finora raggiunto cade a Marzo 2012 anziché Febbraio. Come già accennato, in questa fase, grazie a valori del SN decisamente più elevati dovuti alla più consistente “spinta” degli ultimi tre mesi, stiamo assistendo ad una nuova fase di crescita di questo indice, dopo il sostanziale stallo del più recente passato, sia per il SIDC che per il “nostro” conteggio (alcuni dati sono ancora da verificare). Inoltre, la curva della media “smoothed”, con le dovute proporzioni, sembra ricalcare l’andamento di quello che per la Scienza ufficiale è e rimane l’unico conteggio valido, ovvero quello del SIDC.

Vediamo in dettaglio cosa ci ha riservato questo Gennaio 2014: Smoothed sunspot area

Questo grafico, basato sulle medie mensili delle aree del disco solare coperte da sunspot (in rosso la smoothed) è abbastanza eloquente: l’attuale ciclo 24 per ora non riesce a tenere nemmeno il passo dei deboli cicli di fine ‘800 – primi ‘900.

In dettaglio, Gennaio ha confermato un livello di attività mediamente elevato, simile a quello dei mesi precedenti e dell’autunno 2011. Il sunspot number ha visto un lieve calo rispetto a Dicembre passando da 90,3 a 82,0. Come evidenziato dal grafico sottostante, l’attuale decisa seconda impennata di attività conferma la nostra convinzione che ci troviamo nel massimo del ciclo, con tutta probabilità, in una fase anche abbastanza avanzata.

SN Nia e Sidc

Il valore del NIA’s di ottobre (42,8), novembre (38,8) sono stimati-provvisori ed al momento in attesa di validazione mentre sono già definitivi il dato di dicembre 2013 (che con 58,4 stabilisce il massimo relativo di questo indice) e di Gennaio 2014 (51,6).

Nel grafico è ben evidente il raggiungimento del massimo a primavera e l’iniziale declino delle curve del SSN ed il sostanziale stallo e l’ultima nuova e più decisa tendenza al rialzo dell’indice in oggetto che si avvicina a nuovi massimi assoluti.

Solar flux

Dunque Solar Flux a Gennaio ha fatto registrare un vero e proprio exploit del suo valore medio rispetto a quanto fatto in questo Ciclo24. Anche a Gennaio, come accaduto negli ultimi mesi, non è mai sceso al di sotto della soglia dei 110. E’ inoltre riuscito ad oltrepassare il valore di 200 che sembrava ormai diventato irraggiungibile.

In virtù di quanto sopra esposto, così come per il mese scorso, in controtendenza con l’andamento dell’SN (in lieve calo per questo mese), il valore medio mensile del solar flux (aggiustato), ha compiuto un sensibile balzo in alto, fino a segnare un 157,50 che risulta essere quindi il massimo assoluto provvisorio di questo indice. Tale valore resta comunque sempre al di sotto di quelli definiti “normali” per un Sole in condizioni di massimo.

Il solar flux testimonia in modo eloquente le difficoltà che il ciclo 24 ha incontrato nella sua progressione. Dal grafico seguente risulta ancor più evidente la netta suddivisione dell’attività solare in due distinte fasi, spinta e riposo, la prima con valori relativamente elevati, la seconda con detti indici più vicini a valori da minimo che da massimo.

Confronto Solar Flux

In termini generali, il grafico conferma la peculiarità del ciclo 24, rispetto a quelli immediatamente precedenti. Inoltre, si nota chiaramente una tendenza alla stasi, manifestatasi dall’autunno 2012 in poi (dal mese 45), dopo un trend fino ad allora costantemente improntato al rialzo. Come già rimarcato, rimane da valutare la consistenza e la durata dell’attuale nuova impennata dei valori anche se ormai restano pochi dubbi riguardo al fatto che questo 2° massimo possa divenire il nuovo massimo assoluto del ciclo: a primavera 2014 potremmo sbilanciarci in modo più sostanziale in merito.

Più in dettaglio, nell’ultimo mese il valore medio del flusso “aggiustato” (ore 20) è stato pari a 157,50 (contro 143,49 di Dicembre) mentre la “forbice” tra il valore minimo e quello massimo è rimasta compresa tra 116,4 (ore 18 del 16/01) e 572,8 (ore 18 del 07/01) valore particolarmente elevato per la probabile coincidenza della misurazione con l’arrivo di CME o flare solare sulla Terra. Nell’ultima decade (dal 21 al 31 compresi), in concomitanza con la ripartenza di un nuovo periodo di discreta attività di questo indice, la media è stata pari a 142,46 (valori delle ore 20), a testimonianza di un livello quantomeno accettabile se paragonato a quanto fatto vedere fino ad ora.

Altri diagrammi: butterfly e inversione magnetica

Il cosiddetto “butterfly diagram”, per quanto ancora incompleto nella rappresentazione del ciclo 24, è eloquente: http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/bfly.gif Butterfly

 Il ciclo 24 risulta paragonabile ai cicli più deboli, perlomeno dal 1880 in poi, in termini di numerosità delle macchie, in rapporto alla loro estensione (in sostanza la colorazione del grafico “a farfalla”). Risulta addirittura inferiore a tutti i cicli rappresentati, in termini di estensione delle macchie (grafico in basso).

 Per quanto concerne lo stato di avanzamento dell’inversione dei poli solari, l’ultimo dato disponibile (12 Gennaio) su http://wso.stanford.edu/Polar.html evidenzia un valore “filtrato” per l’Emisfero Nord pari a +7. Si conferma così in netto calo rispetto a quanto emerso nelle precedenti uscite della Rubrica. Il valore di tale indice si è dimezzato rispetto a quello raggiunto qualche mese fa dopo aver invertito di polarità. Addirittura, guardando valori “non filtrati”, notiamo che l’emisfero Nord è ritornato momentaneamente a valori negativi, ed anche la media dei due emisferi è nuovamente ritornata alla neutralità! L’Emisfero Sud, invece, dopo il cambio di polarità avvenuto tra luglio ed agosto 2013 mostra una decisa progressione e fa segnare un valore di -16. Dunque entrambi gli emisferi hanno invertito la polarità. In base al comportamento dei cicli precedenti, ci si attende trascorra ancora un anno circa prima dell’avvio di un evidente ed inesorabile declino del ciclo 24. Durante tale anno saranno possibili ancora picchi isolati, come si è verificato nel corso dei cicli precedenti. Rimane da monitorare il perdurante stallo e l’attuale regressione dei valori dell’emisfero nord, valutando al contempo anche l’altro emisfero qualora si dovesse ricreare la stessa situazione anche per quest’ultimo.

Può essere utile anche visionare il seguente grafico relativo all’andamento dall’inizio del ciclo 24 fino ad ora:

Mfield aggiornato ciclo 24

 In dettaglio, l’andamento degli ultimi 24 mesi dove è più evidente lo stallo e la leggera tendenza al calo dei valori dell’emisfero nord:

agg.WSO al 12 gennaio 2014

 Per una più immediata comprensione dello stato di avanzamento del fenomeno, si vedano inoltre i seguenti grafici, tratti dal sito di Leif Svalgaard: http://www.leif.org/research/WSO-Polar-Fields-since-2003.pngWSO polar fields

  andamento dei due emisferi dal 2003 e http://www.leif.org/research/Solar-Polar-Fields-1966-now.pngN - S polar fields

 andamento complessivo dal 1966. Per ulteriori informazioni in merito, si veda anche l’articolo http://solar-b.nao.ac.jp/news/120419PressRelease/index_e.shtml.

Le ultime immagini “Stereo Behind” al momento mostrano un “treno” pressochè ininterrotto di regioni attive nell’emisfero Sud. Quello Nord invece ne risulta quasi completamente privo. Si notano diverse macchie mediamente coalescenti e di una certa dimensione, se paragonate a quelle che le hanno precedute nei mesi scorsi. Si conferma dunque la forte riduzione di attività dell’Emisfero Nord, con pochissime AR e macchie visibili. Tutto ciò lascia pensare, come peraltro ci si attende, che il ciclo possa durare più dei “canonici” 11 anni: ad esempio David Archibald sostiene, in base ad uno studio delle emissioni coronali, che il ciclo 24 possa durare addirittura il 40% in più dei soliti 11 anni, cioè ben 17 anni, insomma fino al 2025!

Per i dettagli, si veda l’articolo al link seguente http://wattsupwiththat.com/2013/03/05/how-long-to-the-2425-solar-minimum/

Intanto, la previsione NASA http://solarscience.msfc.nasa.gov/images/ssn_predict_l.gif ci dice che il massimo sarebbe…….proprio adesso e anzi, ormai ci avvieremmo al suo termine! Dunque, se corretta, i primi chiari segnali di declino dovrebbero essere imminenti. 

 

Sunspot number per emisfero e conclusioni

Questo ciclo 24 è sicuramente una grande occasione per il mondo scientifico in quanto ci offre la possibilità di studiare “in diretta” situazioni che fino ad ora avevamo potuto solamente immaginare o “ricostruire” attraverso simulazioni, dati proxy e modelli matematici: molto probabilmente, e non siamo solo noi a dirlo, ci troveremo ad affrontare un periodo (forse anche relativamente “lungo”) di attività solare molto più bassa rispetto a quella a cui, in qualche modo, eravamo abituati.

Che questo ciclo fosse lontano da quella presupposta “normalità” di cui abbiamo più volte parlato ne avevamo sentore già da prima che il profondo ultimo minimo solare terminasse. La parvenza di “normalità” dell’autunno 2011, quando la progressione era parsa netta e, per la prima volta dal minimo, continua per qualche mese consecutivo aveva dato l’illusione che il ciclo 24 potesse essere solo un poco più debole di altri precedenti ma comunque “normale”. Gennaio 2012 ed in particolare Febbraio hanno fatto segnare un crollo difficilmente pronosticabile che ha di fatto minato l’ipotesi di un proseguimento “normale”, anche se contraddistinto da un debolezza di fondo. Il più recente massimo di Luglio 2012 e il picco di Gennaio e Aprile/Maggio 2013, pur inaspettati, hanno avuto il carattere di episodi isolati, come e più di quello di Novembre 2011 e dunque non hanno modificato il quadro complessivo. Da Agosto a Novembre abbiamo assistito a mesi interlocutori, senza “acuti”, pur con la novità del netto calo del SSN. I mesi di Dicembre 2012 ed il Febbraio 2013 sembravano aver dato il “colpo di grazia” a questo ciclo ma l’intensa attività degli ultimi 4 mesi ha di fatto restituito vitalità ad un ciclo che sembrava destinato ad un lungo inesorabile declino. Certo, è possibile che questo sia il secondo massimo, come indicato nelle ultime previsioni NASA, di intensità anche superiore al primo. Dopo l’inversione è entrata in netta decadenza la fase di maggiore spinta relativa proprio nell’emisfero Nord che, dopo l’inversione di polarità, sta mostrando come previsto un fisiologico calo (il massimo fu raggiunto a settembre 2011, con un SSN emisferico di 41,29). Invece l’emisfero Sud, dopo un periodo di sostanziale stabilità ha ripreso la sua rampa di ascesa verso un nuovo massimo relativo, “sorpassando”, per effetto degli ultimi mesi di maggiore attività, il livello di attività dell’emisfero nord: attualmente abbiamo un nuovo massimo provvisorio con un valore pari a 40,21, tendente ad aumentare ancora. Anche in questo caso però, stante l’inversione di polarità in corso e forse già conclusa, ci si attende presto un declino di attività.

SC24 progres

 Che cosa ci riserverà il ciclo nei prossimi mesi? E’ molto probabile ormai un secondo massimo, eventualmente anche assoluto; poi ci si attendono i primi chiari segnali di declino.

Vi lasciamo con un grafico che evidenzia l’andamento dell’attività solare in base al SSN: in blu la curva relativa al sole nel suo complesso, in rosso ed in verde lo stesso indice preso in considerazione rispettivamente per emisfero Nord e Sud. Si nota chiaramente il declino dell’emisfero Nord e la sostanziale stabilità di quello Sud.

SSN tot +N+S

 Restate sintonizzati per i prossimi aggiornamenti!

 

Apuano 70 e FabioDue