Meteo

fig_2_epv_jan7

Major Stratospheric Sudden Warming – January 7, 2013, showing the breakdown of the polar vortex into three smaller vortices

Questa è la pagina di NIA dedicata alla Meteorologia, non avete vincoli regionale ne nazionali, si parla di tutto il Mondo indistintamente

Allegate pure le immagini dei principali modelli , sbizzarritevi in previsioni più o meno lunghe, ed ovviamente sarà più che gradito anche il nowcasting!

Infine allego un ottimo link con tutti i principali indici teleconnettivi:

http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3

Simon


26.553 pensieri su “Meteo

  1. GFS continua a cambiare previsioni: oggi vede l’anticiclone artico in formazione entro 2-3 giorni, ma soprattutto (purtroppo) prevede duri a lungo. Se confermato, saranno dolori per i ghiacci artici. E’ bene però attendere l’uscita di ECMWF.

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  2. FabioDue:
    GFS continua a cambiare previsioni: oggi vede l’anticiclone artico in formazione entro 2-3 giorni, ma soprattutto (purtroppo) prevede duri a lungo. Se confermato, saranno dolori per i ghiacci artici. E’ bene però attendere l’uscita di ECMWF.

    mai fidarsi di gs, tira sempre cantonate. anche ora ha stravolto la sua previsione “affricano semipermanete”

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  3. Settimana appena iniziata, che pare sarà dominata dal gran caldo al Sud e sulle Isole, che anzi potrebbe accentuarsi la prossima settimana, e dai temporali al Nord, i quali potrebbero accentuarsi dal prossimo fine settimana.

    Insomma, il copione di fondo non cambia: anticiclone azzorriano saldo nella sua sede di origine che lascia spazio a ripetuti affondi nordatlantici sull’Europa centro-occidentale, i quali faticano ad evolvere verso est e sudest a causa di un altro anticiclone, centrato più o meno sulla Russia europea. Il Nord Italia viene interessato a tratti dal maltempo atlantico, il Centro solo occasionalmente e il Sud per nulla. Tra il Centro ed il Sud persiste una avvezione africana, conseguenza di quanto descritto, che promette (a ondate) di riproporre ancora caldo soffocante.

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  4. GFS e il suo ensemble, però, propongono una possibile via di uscita a questa configurazione bloccata ormai da tempo: il cedimento progressivo dell’anticiclone ad est, l’espansione dell’azzorriano verso l’Europa centro-occidentale e la conseguente traslazione del flusso nordatlantico verso est, dopo aver temporaneamente invaso la nostra Penisola da nord a sud (forse).

    Vediamo se, da ora alla fine della prima settimana di agosto, questo nuovo scenario si verificherà.

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  5. GFS stamattina prospetta il ritorno a condizioni depressionarie nell’Artico.
    Dunque l’anticiclone ora presente non durerebbe a lungo, pare, e quindi i ghiacci non subirebbero a lungo le conseguenze di prolungate avvezioni di aria mite da sud, oltre al prolungato soleggiamento.

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  6. ECMWF sulla questione dei ghiacci è meno netto di GFS, ma vede in ogni caso un anticiclone progressivamente meno invasivo.

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  7. FabioDue,

    Ma con un anticiclone le masse d’aria tendono a scendere e fluire dal centro verso l’esterno, al contrario per una depressione.

    Quindi se le due figure bariche sono centrate sul polo, gli afflussi caldi da sud si hanno con la depressione, non con l’anticiclone.

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  8. Matteo,

    In realtà i venti ruotano attorno all’alta pressione, tendendo a divergere (per la forza di Coriolis), ma la loro direzione non è perpendicolare alle isobare.

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  9. FabioDue,

    No, perpendicolari no, ma se la pressione è maggiore al centro l’aria circostante non può arrivare fin lì.
    Al contrario se la pressione al centro è minore, l’aria circostante vi è attratta.

    I venti tendono ad essere paralleli alle isobare, ma angolati verso l’esterno negli anticicloni e verso l’interno nei cicloni.

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  10. https://www.meteogiornale.it/27296/meteo-notizia/cambiamenti-climatici/riscaldamento-globale-europa-al-gelo/

    Non è un tema nuovo:
    da molti anni si dibatte sulle conseguenze di un grave indebolimento della Corrente del Golfo;
    alcuni studiosi propendono per lo scenario descritto nell’articolo, altri per un raffreddamento apprezzabile solo sull’Europa nordoccidentale (Isole Britanniche e Norvegia prima di tutti) e per un indebolimento e un certo raffreddamento delle perturbazioni atlantiche (meno piogge per meno evaporazione, causa acque atlantiche più fredde), ma senza conseguenze clamorose.

    Chi avrà ragione? Non ne ho idea, però la seconda scuola di pensiero a sensazione mi pare più plausibile.

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  11. FabioDue,

    Penso che ci sia molto da discutere ma sopratutto da studiare per capire quali sono le vere sorti della terra in campo climatico. Ci sono troppe incognite in ballo e lo dimostrano le continue previsioni a lungo termine, che ci giungono quasi quotidianamente e sono quasi puntualmente errate. La maggior parte degli esperti è troppo presa a vendersi per raccattare soldi elargiti generosamente dalle lobby della CO2, ma le cose sono tutt’altro che chiare . Forse gli stessi scienziati studi in merito ne hanno fatti e magari sono anche giunti a determinate conclusioni, che ovviamente sono top secret in quanto non gradite alle lobby. La delusione mia nei confronti di questa categoria di “venduti” è proprio questa. Se guardiamo i grafici dell’andamento delle temperature mondiali notiamo che una grossa incidenza la rivestono i mari “vedi El Niño”, dunque è palese che la CO2 ha un importanza minore. Purtroppo prevale la politica ed io non gliela posso perdonare. Nell’articolo che hai postato citano le temperature della zona a nord del mondo perché vogliono rubare l’attenzione dei pivelli al caldo che sta investendo una parte di queste zone, ma se volgono lo sguardo a quella australe è l’esatto contrario, infatti le temperature a livello mondiale sono in perfetta media. Non vi fa venire qualche dubbio questo atteggiamento?

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  12. Mi è capitato di leggere studi “non allineati” al catastrofismo climatico. Occorre però spendere un po di tempo per cercarli e leggerli; non tutti sono disposti a farlo e quindi si accontentano di quello che trovano sui principali mezzi di informazione.

    Riguardo l’andamento del clima, seguo con interesse l’attuale evento di Niña, con curiosità il comportamento attuale del PDO e quello futuro dell’AMO. Resto dell’opinione che saranno questi indici, prima della CO2, a influenzare il clima dei prossimi decenni.

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  13. Carmelo,

    Sì, che il solarflux ha mostrato una notevole lentezza nella progressione, nell’ultimo anno: tuttora, il SF mediato su 90 giorni è circa pari ad 80, come lo era alla fine dell’anno scorso.

    E da ora in poi che succederà? Se è vero che il ciclo 25 sarà simile al 24, c’è da attendersi una chiara progressione.

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  14. Rivedendo i dati del ciclo 24, la progressione del solar flux è stata evidente dopo i primi due anni successivi al minimo (dicembre 2008), cioè dal 2011.
    Quindi, se è vero che il minimo tra ciclo 24 e ciclo 25 si è verificato verso la fine del 2019, c’è da attendersi una netta progressione del ciclo 25 nel corso del 2022……a patto che il 25 assomigli almeno un po al 24…..

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  15. FabioDue,

    “…a patto che il 25 assomigli almeno un po al 24…..”

    Io spero che questo ciclo sia più debole del precedente: i giorni spotless ufficiosi con ieri sono arrivati a 906, mentre il conteggio ufficiale aggiornato al 31 marzo 2020 è di 786. Di contro, il minimo precedente ha chiuso con 816 giorni spotless ufficiali. Io credo, pertanto, che il ciclo 25 sarà complessivamente più debole del 24, anche se andrebbero confrontate pure le medie del solar flux, che forse è l’elemento più probante per stabilire la forza di un ciclo solare.

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  16. Carmelo,

    Non saprei….confrontando i solar flux, si nota che il ciclo 25 è anzi un poco superiore al 24, oltre 1 anno e mezzo dopo il minimo:

    spaceweather.ca/forecast-prevision/solar-solaire/solarflux/sx-6-mavg-en.php

    Ma credo sia presto per qualsiasi conclusione.

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