Meteo

fig_2_epv_jan7

Major Stratospheric Sudden Warming – January 7, 2013, showing the breakdown of the polar vortex into three smaller vortices

Questa è la pagina di NIA dedicata alla Meteorologia, non avete vincoli regionale ne nazionali, si parla di tutto il Mondo indistintamente

Allegate pure le immagini dei principali modelli , sbizzarritevi in previsioni più o meno lunghe, ed ovviamente sarà più che gradito anche il nowcasting!

Infine allego un ottimo link con tutti i principali indici teleconnettivi:

http://www.meteoarcobaleno.com/index.php?option=com_content&view=article&id=227:indici-climatici&catid=3:climatologia&Itemid=3

Simon


26.544 pensieri su “Meteo

  1. Prossima settimana con buone piogge, sia secondo il modello troposferico ECMWF sia per il suo omologo a 6 settimane.
    Poi si vedrà.

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  2. FabioDue:
    Intendo dire che a mio avviso la strada per il ritorno in grande stile delle piogge è ormai tracciata: sarà dal 23, dal 25 o dal 30, ma cambia poco.

    Visto che l’evento in propagazione dall’evoluzione della MJO, ha bisogno di 15 giorni circa per propagarsi in senso orrizontale e verticale, lungo la fascia tropico equatoriale. Possiamo associare quindi in Europa, alle relative onde Kelvin e Rossby precisamente, in moto dalla propazione dell’oscillazione di Madden Julian, l’evoluzione verticale o orrizontale degli anticicloni europei. Abbiamo visto attività notevole nella MJO, ma anche bassa attività. Inoltre, anche la mancanza proprio di ondulazioni subtropicali. Queste capaci di mantenere stabile il ramo subtropicale della corrente a getto in Atlantico. Più che altro qua bisogna partire da Nord, da come è nato il VP in troposfera, e come si è evoluto in questa QBO il VP in stratosfera. Tornando a noi, alla MJO, si vedeva cioè questo appiattimento dell’onda anticiclonica atlantica, ad inizio mese. Rispettivamente all’andamento della MJO, nelle fasi 5 e 6 nel mese precedente di Febbraio. Non si è sviluppata una lacuna iberico/marocchina, a causa della magnitudo bassa nelle fasi 5 e 6 della MJO. Di ciò vediamo oggi, c’è stato uno sviluppo di una quindicina di giorni nel totale dal mese scorso. E ben prima della fase 7 della MJO. (Sono d’accordo Fabio, anche con il cambio di regime climatico, associato anche all’ENSO nel Mediterraneo. Tornano le piogge)

    Abbiamo avuto un trimestre invernale segnato da tante teleconnessioni discordanti tra loro, in termini di portatrici di freddo e soprattutto gelo. Dobbiamo incolpare ancora il GW? O piuttosto una ciclicità e variabilità tipica di un periodo caldo entro un più ampio periodo interglaciale. Fatto anche di repentini raffreddamenti dell’Atlantico, con tutto quello che comporta sulle sue SSTA.

    Attività solare insolita c’è stata, ed attività vulcanica pure. Le abbiamo le forzanti valide da valutare, questi ultimi trenta/quarant’anni.

    A me piace parlare di sfasatura in seno del freddo e di Inverno importante, quando inquadro negli indici, specialmente nell’attività della MJO: attività insolita o pregressi effetti della stessa attività in relatizione con lo stato ENSO, in un determinato periodo. Certo che avere avuto questa magnitudo della MJO ad inizio Febbraio o Gennaio, di tempo atmosferico ne avrebbe cambiato! Sfasatura nel senso anche che qualcosa nelle teleconnessioni rallenta, oppure inibisce lo svilupparsi di determinati pattern circolatori nell’emisfero Nord.

    Allego un articolo interessante di 3bmeteo, che relaziona a livello indicativo didattico e semplice, l’andamento della MJO di questa prima metà del mese di Marzo. Con un’ottima spiegazione dell’indice nel complesso:

    https://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/meteo–eccezionale-madden-julian-oscillation–ecco-perch-eacute–e-cosa-comporta-682714

    Diciamo infine che la bassa magnitudo avuta tra fase 6 e 7 della MJO, ha inibito lo sviluppo di un massiccio riscaldamento dell’Africa occidentale e sahariana, ma la fase inibitoria della convezione, ha provocato problemi nella regressione dalle aree continentali europee mediterranee, dell’anticiclone delle Azzorre. Bloccandolo con una convergenza di bassa pressione, proprio a Nord delle omonime isole. Adesso che il treno depressionario associato al ramo mancante subtropicale del getto, muove verso il continente, l’alta pressione delle Azzorre ritrova spazio verso Nord. Ritrova verso la Groenlandia per espandersi, ma ciò frena il treno perturbato verso il Mediterraneo. Perché si sta sviluppando un omega in oceano, difatti il ponte con l’alta groelandese pare stabile, tra due depressioni atlantiche abbastanza forti e convergenti con l’azzorriano. La prima è sotto il Labrador, l’altra tra la Francia e la Gran Bretagna.

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  3. FabioDue:
    Prossima settimana con buone piogge, sia secondo il modello troposferico ECMWF sia per il suo omologo a 6 settimane.
    Poi si vedrà.

    Questo come risposta associata al transito di fase 7-8 dela MJO.. e relativamente alla scarsa mobilità di anticicloni subtropicali di matrice africana.
    Il tempo resterà piuttosto variabile nel Mediterraneo. Questo mi viene in mente, dopo il riassunto meteo di fine Inverno… 😉 Tuttavia il ritorno di fase 7 nella magnitudo della MJO è ancora indefinito, e lunga una attesa di un cambio di regime climatico, questa rispetto l’ultima decade di Marzo. Poi questo sviluppo di basse pressioni mediterranee, potremo apprezzarlo meglio dopo la prima decade di Aprile. Nel frattempo il tempo lo immagino piuttosto pazzerello.

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  4. http://www.bom.gov.au/cgi-bin/wrap_fwo.pl?IDYOC007.gif

    Continua a stupirmi il fatto che le anomalie positive, in zona ENSO, non siano cambiate negli ultimi mesi a fronte della marcata riduzione di quelle negative (la Niña in declino)……come se per i prossimi mesi dovesssimo attenderci una sostanziale neutralità anzichè l’avvento del Niño a breve previsto dal NOAA.

    https://origin.cpc.ncep.noaa.gov/products/analysis_monitoring/ensostuff/ONI_v5.php

    I precedenti storici, riguardanti eventi di Niña di durata prossima a 3 anni, ci dicono che:

    – nel 1956, alla Niña seguirono 6 mesi di neutralità e poi un Niño “strong” e nel complesso duraturo;

    – nel 1976, alla Niña seguirono appena 4 mesi di neutralità e poi però un Niño debole e breve;

    – nel 2001, alla Niña seguì un lungo periodo di neutralità (ben 15 mesi) e poi un Niño abbastanza intenso ma breve, poi ripetuto dopo qualche mese di neutralità.

    Insomma, possiamo aspettarci una neutralità breve o lunga, a priori non possiamo saperlo.

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  5. Come potete immaginare, un periodo di neutralità di 4 o uno di 15 mesi non sono la stessa cosa, per il meteo europeo ed italiano…..specie se a seguire si registrasse l’avvento di un Niño moderato/forte e magari duraturo, in grado quindi di interferire con il meteo europeo.

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  6. FabioDue,

    Finalmente una buona notizia!!!
    Ho letto un po di tutto in questi mesi, da chi dice la pianura padana diventerà un deserto in cui cavalcheremo dromedari, a chi dice che il razionamento dell’acqua in Italia un fatto a cui dovremo abituarci.
    Devo confessare che anch’io nel vedere le depressioni così lontane da noi, ho avuto spesso un senso di disperazione. Tra l’altro amo fare il bagno nei fiumi e la scorsa estate è stato un disastro. Spero con la bella stagione di potermi rituffare nel mio amato Trebbia.

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  7. Roberto Cavalle’,

    Un deserto? Negli ultimi 120 anni almeno, il trend delle precipitazioni, al Nord Italia ma non solo, è piatto. Cioè non c’è trend, nè in aumento nè in diminuzione.

    Quindi, o è cambiato qualcosa in modo radicale negli ultimissimi anni, oppure la siccità è contingente e destinata a risolversi progressivamente nel prossimo futuro.

    Ciò però non significa che vada tutto a posto come se nulla fosse: i danni restano e in futuro ricordiamoci che il Global Warming comporta perlomeno maggiore evaporazione e dunque terreni più secchi in caso di precipitazioni sottomedia.
    Quindi, occorre un uso ben più attento dell’acqua, in particolare di quella potabile, innanzi tutto da parte di noi comuni cittadini.

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  8. FabioDue,

    Durante un’era glaciale il clima può essere rigido e secco. E le calotte glaciali, si formano quasi sicuramente in un regime di precipitazioni abbondanti, nelle aree polari del pianeta. Quando proprio un riscaldamento del clima, fa evaporare più acqua e si incrementa la forza del Vortice Polare stesso. E con ciò vi è quindi alta zonalità. E un regime perturbato associato alla stessa corrente a getto atlantica. E qui torna il discorso anche della QBO stessa. Ed il suo significato nella recente era interglaciale.

    Se torniamo indietro nel tempo, nel Pleistocene, la situazione era analoga a quella attuale. Le precipitazioni nell’Italia preistorica, erano concentrate al centro sud della penisola. Mentre il clima nel complesso era simile a quello Scandinavo. Le fascie desertiche si formarono prendendo il posto della savana, ma il deserto stesso del Sahara si formò proprio in concomitanza dell’ultima era glaciale. Il clima perciò in Italia doveva essere piuttosto strano, con Estati nel complesso calde ed illuminate bene dal Sole. Clima più secco al Nord Italia, anche alla plausibile presenza di una depressione semipermanente mediterranea, piuttosto bassa rispetto l’alto Tirreno. Comunque al Nord d’Inverno, quando arrivava l’Atlantico era nevone. Su questo ci potrei giurare.

    C’è poca divulgazione in merito, non per mancanza di dati paleoclimatologi, ma piuttosto perché ci sono elementi che vanno in contrasto con la teoria del Global Warming. Ancora più, elementi che abbattono interi costrutti del AGW.. Cioè quelle teorie che mettono l’uomo, al centro del Global Warming.

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  9. FabioDue,

    Va bene che la cella di Hadley si è espansa, oppure tende a farlo. Alterando o annullando il ramo subtropicale della corrente a getto in Atlantico. Oppure alterando la cadenza stessa, della espansione delle onde planetarie rispetto la progressione della MJO. E perciò va incrementando l’ingerenza stessa della MJO sugli anticicloni subtropicali. Specie nei mesi estivi, dove giungono a scalfire ghiaccio secolare artico. Ma tutto sommato l’intevariabilità e la dissociazione tra le teleconnessioni, che vanno ognuna per suo conto, fanno da padrone in questa fase dell’era interglaciale stessa. C’è una logica naturale pare, anche se caotica di un clima che si scalda in fretta, ma si raffredda lentamente. Per la fisica c’è una sua logica. E ci sono le PEG, un chiaro segnale, la glaciazione è il periodo più ampio nel quale ci troviamo.

    In poche parore in una fase ENSO positiva associamo un forte riscaldamento atmosferico nelle fascie tropico equatoriali. Nella fase negativa ENSO, il clima anziché raffreddarsi, perché si incrementa la forza degli alisei. Produce instabilità negli stessi, e molte volte si invertono, causando locali siccità in molte aree del pianeta Terra.

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  10. Ice.Alex,

    I precedenti storici dell’ENSO testimoniano perlomeno di estati fresche e instabili al termine di eventi di Niña importanti come quello ormai concluso.

    Staremo a vedere se sarà questa estate ad essere così, oppure la prossima dopo una lunga neutralità (se ci sarà).

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  11. Ad oggi non è ancora possibile individuare una data, un evento per il ritorno di piogge “normali” per il periodo: l’indice MJO resiste, fatica a ridursi; lo farà ma occorreranno ancora giorni e poi vedremo quanto occorrerà attendere dopo. Ormai parliamo di aprile: forse a marzo un’altra perturbazione transiterà, specie al Nord, ma è aprile il mese su cui puntare la nostra attenzione.

    È in quel mese che “deve” esserci il cambiamento verso condizioni ben più piovose, per evitare conseguenze estremamente serie in estate.

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  12. Beninteso, non posso escludere che le proiezioni stagionali ECMWF siano corrette e quindi aprile, maggio, giugno e forse oltre siano caratterizzati da persistente instabilità, con piogge superiori al normale, eventualmente anche ben superiori.

    Tale possibilità è da considerare al termine di un evento di Niña così duraturo.
    Ma per le certezze occorre attendere.

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  13. Ricapitolando, negli ultimi mesi, dopo una siccità molto seria che ha colpito l’Europa occidentale, inclusa l’Italia, le piogge sono tornate al Centro-Sud del nostro Paese (anche se in misura probabilmente inadeguata) e più di recente sono tornate su Francia, Inghilterra, Germania.
    Si fanno ancora attendere, invece, sul nostro Nord.

    Nel frattempo l’evento di Niña quasi triennale si è concluso e l’escursione dell’indice MJO su valori anomali è in corso ma sta rientrando.

    Ora non ci resta che attendere i prossimi sviluppi……

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  14. Purtroppo io la vedo ancora molto dura, a gennaio le speranze erano per marzo, ora per aprile, è vero che con questa perturbazione passata marzo ha gia fatto meglio dello scorso anno, ma dalle carte vedo sempre le perturbazioni che appena lambiscono l’Italia vanno in frontolisi, e le piogge serie sono sempre a 10 giorni puntualmente cancellate e posticipate. Marzo finirà così, aprile per me non sarà il mese della svolta, avremo si qualche passaggio ma con l’avanzare della stagione potremmo avere spazi di territorio con forti acquazzoni e zone limitrofe lasciate a secco. Le perturbazioni estese e persistenti che servirebbero per questa siccità salteranno anche questa primavera. E questa sembrerebbe la tendenza delineatasi in questi ultimi anni: forti temporali localizzati che incrementano si la media delle piogge ma servono a poco sui terreni aridi e per le falde.

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  15. dario:
    Purtroppo io la vedo ancora molto dura, a gennaio le speranze erano per marzo, ora per aprile, è vero che con questa perturbazione passata marzo ha gia fatto meglio dello scorso anno, ma dalle carte vedo sempre le perturbazioni che appena lambiscono l’Italia vanno in frontolisi, e le piogge serie sono sempre a 10 giorni puntualmente cancellate e posticipate. Marzo finirà così, aprile per me non sarà il mese della svolta, avremo si qualche passaggio ma con l’avanzare della stagione potremmo avere spazi di territorio con forti acquazzoni e zone limitrofe lasciate a secco. Le perturbazioni estese e persistenti che servirebbero per questa siccità salteranno anche questa primavera. E questa sembrerebbe la tendenza delineatasi in questi ultimi anni: forti temporali localizzati che incrementano si la media delle piogge ma servono a poco sui terreni aridi e per le falde.

    Può darsi ma non possiamo dirlo ora: a priori, col rientro del MJO e la fine della Niña non si intravvedono più particolari ostacoli a buone piogge anche al nostro Nord.

    Se per disgrazia non dovesse capitare nemmeno ad aprile, sarebbe importante capire il perchè.

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  16. In questi giorni temperature nel milanese non alte: minime tra 1 e 2 gradi e massime sui 15 o poco più.
    Vedremo a fine mese, ma per ora marzo non è particolarmente caldo. Semmai è molto secco.

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  17. dario:
    Purtroppo io la vedo ancora molto dura, a gennaio le speranze erano per marzo, ora per aprile, è vero che con questa perturbazione passata marzo ha gia fatto meglio dello scorso anno, ma dalle carte vedo sempre le perturbazioni che appena lambiscono l’Italia vanno in frontolisi, e le piogge serie sono sempre a 10 giorni puntualmente cancellate e posticipate. Marzo finirà così, aprile per me non sarà il mese della svolta, avremo si qualche passaggio ma con l’avanzare della stagione potremmo avere spazi di territorio con forti acquazzoni e zone limitrofe lasciate a secco. Le perturbazioni estese e persistenti che servirebbero per questa siccità salteranno anche questa primavera. E questa sembrerebbe la tendenza delineatasi in questi ultimi anni: forti temporali localizzati che incrementano si la media delle piogge ma servono a poco sui terreni aridi e per le falde.

    dario:
    Purtroppo io la vedo ancora molto dura, a gennaio le speranze erano per marzo, ora per aprile, è vero che con questa perturbazione passata marzo ha gia fatto meglio dello scorso anno, ma dalle carte vedo sempre le perturbazioni che appena lambiscono l’Italia vanno in frontolisi, e le piogge serie sono sempre a 10 giorni puntualmente cancellate e posticipate. Marzo finirà così, aprile per me non sarà il mese della svolta, avremo si qualche passaggio ma con l’avanzare della stagione potremmo avere spazi di territorio con forti acquazzoni e zone limitrofe lasciate a secco. Le perturbazioni estese e persistenti che servirebbero per questa siccità salteranno anche questa primavera. E questa sembrerebbe la tendenza delineatasi in questi ultimi anni: forti temporali localizzati che incrementano si la media delle piogge ma servono a poco sui terreni aridi e per le falde.

    Riguardo le perturbazioni, c’è tempo almeno fino a tutto maggio per il transito di fronti organizzati sulla nostra Penisola; può capitare anche a giugno.

    Dunque non siamo ancora all’ultima spiaggia, in vista dell’estate. E poi dipende da come sarà l’estate.

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