La Rubrica di NIA: La Doppia Faccia della Demagogia

Negli ultimi tempi sempre più gente è passata dal credere cecamente alla scienza climatica mondiale ad una posizione più critica nei confronti di qualcosa che ancora oggi non conosciamo quasi per niente.

Avvenimenti come il Climategate o come gli innumerevoli errori trovati nei report dell’IPCC (comprensivi anche di alterazioni di dati e misure rispetto alle ricerche realmente eseguite), possiamo citare poi il triste fallimento del convegno di Copenaghen (chiuso tra l’altro sotto temperature siberiane).

Non scrivo questo articolo però per citare queste cose, ne abbiamo già discusso a lungo e tante altre informazioni si trovano in siti come il nostro, voglio parlare di chi si è preso la colpa di tutto questo.

Eh si, perché i “papi” dell’AGW hanno dato la colpa di questa diminuzione di consenso (ma badate nessuno nega l’esistenza del problema, ma sono la causa e la sua reale entità che fanno discutere) verso il catastrofismo climatico causato dall’uomo ai Media, perché secondo loro non hanno saputo schierarsi nel modo giusto verso la loro tesi, anzi spesso opzionando per l’altra.

Ora, il pezzo che seguirà è una libera interpretazione di una parte di un articolo che è stato pubblicato sul sito Climalteranti, potete trovare l’articolo originale a questo link: http://www.climalteranti.it/2011/07/08/psicologia-e-cambiamenti-climatici/

NB: Questo articolo non è una critica al sito in questione ne alle persone fisiche che gestiscono e scrivono in quel blog e tantomeno non è una critica verso chi fa ricerche sul campo climatico.

Si cerca invece di far notare come un certo atteggiamento, molto simile alla demagogia politica, possa essere un’arma a doppio taglio, e che pari pari può essere rigirata ed usata contro.

Qualsiasi altra interpretazione dell’articolo è una mera forzatura ed è a mio parare a solo scopo polemico, cosa che noi invece vogliamo evitare apertamente

Chi si occupa della scienza del clima a volte si stupisce delle difficoltà che si incontrano nel far capire la realtà del problema, e la sua vera gravità: nonostante le complessità e le incertezze presenti, alcuni dati di base, alcune tendenze sono però indiscutibili (aumento dei gas climalteranti in atmosfera, aumento delle temperature, riduzione dei ghiacci, ecc ecc) anche se ancora mancano prove della mano antropica in tutto questo.

Come  sanno i lettori di questo blog, oggi molto più che in passato ci sono voci che cercano di capire la reale connessione e  quantificare concretamente questi problemi, ricostruendo un clima che è sempre cambiato, la cui colpa può essere data al sole o che stiamo andando vero l’era glaciale.

Sorge quindi spontanea la domanda: Come Mai? Come mai ancora oggi è diffusa la convinzione che questa dei cambiamenti climatici sia un problema catastrofico ed irrisolvibile messo in giro da scienziati infingardi o avidi di fondi di ricerca?

Parte della responsabilità potrebbe essere del mondo scientifico, che non ha saputo comunicare adeguatamente all’esterno, far capire i dati e le elaborazioni che portano a ritenere il riscaldamento del pianeta come un fenomeno quasi completamente naturale e “molto probabile” la responsabilità del sole in tutto questo. Troppo spesso gli studiosi dimenticano che “i dati non parlano da soli”.

Altri “perché” si potrebbero trovare dall’azione delle lobby della disinformazione; ma mentre in altri contesti, per esempio negli Stati Uniti, le pressioni delle lobby dell’industria ecologista e ambientalista sono pesanti e documentate (http://daltonsminima.altervista.org/?p=1528), nel territorio italiano i conflitti di interesse sembrano essere stati un fattore poco rilevante. Hanno contato di più l’esibizionismo, il narcisismo, la ricerca di visibilità che può arrivare dal sparare catastrofiche previsioni per i prossimi anni.

Il problema climatico per altri è stato uno dei fronti di una battaglia ideologica, volta a difendere a tutti i costi l’attuale concezione dello sviluppo e della produzione, o una visione religiosa dell’uomo e della natura.

Il motivo della popolarità di queste posizioni va cercato anche nel loro essere comode visto che ancora adesso gran parte dell’informazione è controllata da chi crede nell’AGW. Non voler riconoscere la situazione climatica come naturale è legato al non riconoscere la insignificanza che siamo noi rispetto al nostro pianeta o rispetto al sole, un’insensatezza di cui si avvertono i segnali, e che coinvolge un livello profondo della nostra vita, in quanto si tratta di ridefinire le nostre aspettative.

Per rispondere al Come mai, è necessario quindi indagare anche il campo della psicologia. Parte del credo AGW può essere ricondotto a quanto viene studiato in ambito psicanalitico e in sociologia, in cui questa megalomania o questo ego smisurato che fa credere alle persone di avere in mano il destino di tutti  indica un meccanismo di difesa inconscio utilizzato dagli esseri umani per poter affrontare colpe, ansie e altre inquietudini. E il futuro che ci prospetta un clima che non possiamo controllare o modificare a nostro piacimento è per molti versi inaccettabile e fonte di ansia.

Chiedo a tutti i nostro lettori di scrivere commenti che rispettino il volere dell’articolo, mi raccomando, la parte in grassetto deve essere rispettata.

Siamo persone civili e non voglio neanche la minima critica nei confronti del sito da cui ho preso parte di questo articolo (l’ultima cosa che vogliamo è passare per quelli che attaccano siti concorrenti)

FABIO

27 pensieri su “La Rubrica di NIA: La Doppia Faccia della Demagogia

  1. Addirittura scomodare il meccanismo della “negazione” per provare a spiegare (a loro stessi) che la macchina mediatica ha delle falle ma 😆
    Ormai siamo figli di una cultura in cui si può dire tutto e contemporaneamente il contrario di tutto, e nonostante questo avere la pretesa di vedersi riconosciuta una coerenza…. … ….sob sob

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  2. O in un modo o nell’altro bisogna spaventare le persone,per indirizzarle a compiere determinate azioni,le quali vanno nella direzione di grossi interessi economici.Negli anno 70 era proprio il contrario e cioe’ la paura di una nuova era glaciale dovuta all’inquinamento.Poi visto che negli anni successivi si andava verso un GW,hanno pensato bene di dare la colpa alla CO2.Peccato che dagli studi delle calotte polari periodi di GW e GC si sono sempre susseguiti in modo naturale e l’aumento della CO2 e’ stato sempre susseguente all’aumento delle temperature,NON ANTECEDENTE.Questa differenza e’ dal mio punto di vista fondamentale per screditare la tesi AGW.

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  3. charlienonfasurf :

    Addirittura scomodare il meccanismo della “negazione” per provare a spiegare (a loro stessi) che la macchina mediatica ha delle falle ma :lol:
    Ormai siamo figli di una cultura in cui si può dire tutto e contemporaneamente il contrario di tutto, e nonostante questo avere la pretesa di vedersi riconosciuta una coerenza…. … ….sob sob

    no, non è una scomodità, ma serve per far capire come sia facile invertire il significato di qualcosa quando tutto si basa sul consenso mediatico.

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  4. Sappiamo bene di quanto sia potente la pubblicità nel costringerci ad agire contro la nostra volontà. Tutti i giorni costretti ad ascoltare messaggi pubblicitari ingannevoli … comprare bibite da un saporaccio orrendo che sanno di medicinale spacciate per ambrosia , merendine realizzate con prodotti alimentari di scarsa qualità, spacciate per nutrienti e sane, automobili superpotenti da centinaia di migliaia di euro vengono consigliate perché “ecologiche”.

    Ogni giorno i media ci convincono che un acquistando un prodotto riduciamo il buco dell’ ozono, le emissioni di CO2 e il riscaldamento globale prodotto dall’ uomo.
    Avere queste caratteristiche é diventato necessarie ai prodotti per essere promossi. In questo modo subdolo indiretto e trasversale si é diffusa la credenza che questi problemi sono reali.

    Secondo me il grosso errore che é stato fatto dai cosidetti climatologi e dai sostenitori dell’ AGW é stato quello di usare il mezzo pubblicitario per diffondere idee pseudoscientifiche negli slogan .
    Perché si sono usati questi metodi che appartengono alla Scienze della comunicazione e non quelle della scienza classica?

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  5. Ma io mi chiedo, poichè è sicuro che il petrolio è destinato a finire in tempi più o meno brevi, avremo un picco di CO2 che poi rientrerà. Non crescerà all’infinito la concentrazione e anche se avessero ragione al 100% i serristi, non si può arrivare alla catastrofe. Perchè allarmare oltremodo la massa se non per quanto detto da Lucio? Il Santo Mercato….

    Luci0 :
    Sappiamo bene di quanto sia potente la pubblicità nel costringerci ad agire contro la nostra volontà. Tutti i giorni costretti ad ascoltare messaggi pubblicitari ingannevoli … comprare bibite da un saporaccio orrendo che sanno di medicinale spacciate per ambrosia , merendine realizzate con prodotti alimentari di scarsa qualità, spacciate per nutrienti e sane, automobili superpotenti da centinaia di migliaia di euro vengono consigliate perché “ecologiche”.
    Ogni giorno i media ci convincono che un acquistando un prodotto riduciamo il buco dell’ ozono, le emissioni di CO2 e il riscaldamento globale prodotto dall’ uomo.
    Avere queste caratteristiche é diventato necessarie ai prodotti per essere promossi. In questo modo subdolo indiretto e trasversale si é diffusa la credenza che questi problemi sono reali.
    Secondo me il grosso errore che é stato fatto dai cosidetti climatologi e dai sostenitori dell’ AGW é stato quello di usare il mezzo pubblicitario per diffondere idee pseudoscientifiche negli slogan .
    Perché si sono usati questi metodi che appartengono alla Scienze della comunicazione e non quelle della scienza classica?

    Quoto!

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  6. Ho riflettuto su quanto ho scritto e forse tutto avviene in modo indiretto …
    La pubblicità ha bisogno di nuovi slogan che fanno vendere ed ecco che si appropria di problematiche con non la riguardano ma che sono di moda … buco dell’ ozono, gas serra AGW. In questo modo i problemi diventano reali e acquistano una realtà perché sono menzionati e utilizzati per promuovere prodotti.. Alla fine se come é accaduto per il buco dell’ ozono il “problema” non é più di moda non viene utilizzato più dagli slogan e viene abbandonato … a questo punto il “problema” perde la sua realtà.
    Probabilmente il “problema” dei gas serra viene utilizzato utilizzato sempre di meno negli slogan e quindi perde il suo spessore e diventa un “problema” sempre meno reale …
    L’ errore che é stato fatto, se la cosa é stata volontaria é stato quello di usare il mezzo pubblicitario per portare in ribalta certi tipi di problemi . Di sicuro questo sistema di amplificare certe tematiche il modo poter trovare i fondi per portare avanti le ricerche può essere utile … ma può essere un arma a doppio taglio …

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  7. Mi sto sempre più convincendo che quando si trattano argomenti più o meno complicati l’imperativo è “semplificare” per cui se vedi un aumento statistico delle temperature ma non sai esattamente a cosa sia legato e lo devi spiegare ai giornalisti, che poi lo scrivono sui giornali per spiegarlo alle masse, semplifichi e naturalmente semplificando riduci il tutto a slogan; poi se vuoi possiamo discutere di malafede ma quello è altro.
    In questi slogan una parte del mondo ambientalista ha visto una scorciatoia per far sentire alcuni problemi, reali o meno non è la questione, sentiti come istanze fondamentali.
    Gli slogan per entrambe, mondo scientifico e mondo ambientalista, però sono un arma a doppio taglio che permettono di creare da una parte apprensione e trasformare in reali e immediati eventi che si misurano su scala temporale non corrispondente a quella di una singola generazione, e dall’altra creare una disaffezione immediata ai problemi esposti nel momento in cui le previsioni si discostano anche solo di poco dalla realtà percepita ed è questo il punto gridare al lupo al lupo all’inizio allarma ma poi crea l’effetto opposto.
    Su questo si innesta la pubblicità, personalmente non credo in una cospirazione di pubblicitari per favorire il mercato e vendere ma più in un traino i vari media parlano di questo l’opinione pubblica risulta sensibile a questo e di conseguenza le pubblicità si adeguano al percepito creando ancora di più un effetto di disaffezione: “se lo dice la pubblicità allora è solo per vendere ed allora è tutto falso”
    La morale però rimane la stessa della favola del pastore e il lupo se si grida troppo spesso al lupo al lupo poi non si può pretendere di essere creduti sempre

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  8. Che tristezza, a quasi 50 anni scopro che devo essere “psicanalizzato” perchè non credo a quello che “tanti” credono (senza prove!) Va bene, io sarò “psicoambientalmente” labile…ma un esamino di coscienza “loro” potrebbero anche farselo!!

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  9. Mi autocensuro e non commento.
    L´unica cosa che posso dire é: POVERETTI!!! COMINCIANO A VEDERE CHE IL TERRENO SU CUI HANNO COSTRUITO UNA TEORIA CLIMATICA STA FRANANDO SOTTO I LORO PIEDI.
    Rifacciano tutti i conti senza barare e poi ne riparliamo.

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  10. Anche da articoli come questo capisco sempre più come l’AGW sia solo una fede a cui BISOGNA credere a tutti i costi…i media sn sempre stati dalla loro parte, se ora lo sn di meno è perchè a qualcuno dopo alcuni fatti strani (vedi climate gate) stanno incominciando a fischiare le orecchie….

    Simon

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  11. @max63
    Già Max, e per giunta psicologia da quattro soldi, i meccanismi di negazione hanno senso di esistere in ambiti e in motivazioni strettamente personali al singolo individuo,legati poi a patologie serie e documentate come ad esempio l’anoressia e altre….messo qui cosi, mi cadono le braccia…
    Bisogna stare molto vigili di fronte a questi insistenti tentativi di manipolazione e tentativi di distorsione dei punti di vista…in tutto non solo a questo proposito… 🙁

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  12. La spiegazione del “riscaldamento globale / cambiamento climatico” è molto facile se vediamo che cosa è realmente è (o era) è un grande business: La concessione di “crediti di carbonio”, cioè gli indiani del giungla amazzonica per due euro per ettaro di foresta (presumibilmente “catturati” 5.500 tonnellate di CO2) e poi vendere “Carbon” requisiti per il “1er.mundo inquinatori), 25 euro per tonnellata di CO2 catturato, pari a 137,500 euro per ettaro, che ha pagato 2 dollari Insomma, una “utilità” di 137,498 € per ettaro l’anno:.. il più grande bolla finanziaria mai immaginato, dopo l’invenzione della cambiale e carta di credito.

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  13. La spiegazione del “riscaldamento globale / cambiamento climatico” è molto facile se vediamo che cosa è realmente è (o era) è un grande business: La concessione di “crediti di carbonio”, cioè gli indiani del giungla amazzonica per due euro per ettaro di foresta (presumibilmente “catturati” 5.500 tonnellate di CO2) e poi vendere “Carbon” requisiti per il “1er.mundo inquinatori), 25 euro per tonnellata di CO2 catturato, pari a 137,500 euro per ettaro, che ha pagato 2 € Insomma, una “utilità” di 137,498 € per ettaro l’anno:.. il più grande bolla finanziaria mai immaginato, dopo l’invenzione della cambiale e carta di credito.

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  14. Io non capisco perché ci si debba preoccupare di chi é scettico e non crede che le cose non siamo proprio come qualcuno ce le racconta … scetticismo e critiche bene argomentate dovrebbero essere sempre bene accette per trovare i punti deboli delle varie teorie.
    Se non viene accettato il fatto che sia possibile criticare le teorie dell’ AGW allora c’é di sicuro qualcosa che non funziona.

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  15. @ice2020
    Io non volevo essere così esplicito … ma sarebbe bene che qualcuno si dia una regolata! E’ bene che ci siano sempre le voci fuori dal coro anche se sono scomode … negare che sia il sole a “comandare” il clima terrestre mi sembra da sconsiderati ma io non considero chi crede in questa cosa pazzo da ricoverare!

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  16. Secondo me il problema è che hanno fatto di una teoria scientifica una campagna di marketing, uno slogan.

    In un primo momento funziona, la gente si interessa al prodotto e magari lo compera, poi quando sente i commenti, vede come funziona e lo prova se non gli piace non lo compera più.

    Ecco, quello che manca è un solido rigore scientifico che con tanto di esperimeti e ripetizioni in laboratorio sia capace di mettere a tacere tutte le critiche.

    Sta succedendo come nella favola dove la bambina dice: “il re è nudo!”

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