Archivio mensile:Luglio 2012

Era il 16-07-2010, a quasi due anni …. ricordando il nostro grande ALE

E si signori miei..sembra proprio che in quest’ultima settimana,  la nostra Stella stia passando, nel vero e proprio senso della parola, testimone all’emisfero sud. Un copione già rivisto nel precedente ciclo solare SC23, il quantitativo energetico è quello ( in questo ciclo minore) . L’emisfero nord si ferma e come per magia si attiva il sud !

michele

SC23
SC23

Questo a mio modesto parere è un dato molto importante se sommato alle ulteriori osservazioni e prossimi lavori in via di pubblicazione su questa piattaforma.

Lavori di prossima pubblicazione, che utenti appassionati, come il nostro Giorgio oppure Bruno stanno portando avanti da più mesi. Sicuramente l’anomalia o irregolarità principale, più significativa e discussa qui su Nia è il netto squilibrio che sta maturando sempre di più tra i due emisferi.

Squilibrio interno, che sicuramente non è figlio di questo momento, ma di una dinamica planetaria che è iniziata a pochi anni dalla fine del XX secolo (1998 ?) e che ha avuto il suo compimento nel 2010 con il grande allineamento, di tre dei quattro giganti gassosi del nostro sistema solare. Riporto una citazione ed a seguire degli interessanti post che il grande ALE ci ha lasciato. Simon, Giorgio, Bruno, Michele e tutti quanti voi, non saremmo oggi qui a discutere, analizzare, sviscerare queste dinamiche senza il grande contributo scientifico che ci ha lasciato il professore.

Io sono sempre qui a sperare in un suo ritorno, non con articoli, ma con un semplice messaggio, lasciato in qualsiasi momento, in qualche sezione…. messaggio che recita…

“Ragazzi ci sono … e come potete vedere giorno dopo giorno avevamo ragione !…..” 😉

Un breve passo ripreso da uno dei suoi più significativi lavori :

http://daltonsminima.wordpress.com/2009/06/29/risonanze-orbitali-la-parola-alleclittica-super-minimum-in-arrivo/

Ricordiamo che l’interazione elettromagnetica a distanza tra due corpi dotati dei mgnetosfera dipende dal “vettore posizione”, quindi dipende in prima battuta dalla distanza, ricordiamo che la rotazione dei pianeti attorno al Sole è specifica per ognuno di loro: 11.859 anni per Giove, 29.657 anni per Saturno e 84.323 anni per Urano. Ulteriore inciso è doveroso per meglio chiarire la relazione tra campi elettromagnetici e plasma: il plasma è costituito da nuclei di atomi (Idrogeno ed Elio per quello solare) letteralmente immersi in un mare di elettroni. Il plasma solare è dunque sensibile ai campi magnetici, prova tangibile sono la SunSpots, canali meno densi nel plasma solare generati da campi magnetici altamente organizzati.

16 Luglio 2010
16 Luglio 2010 ALLINEAMENTO Giove-Saturno e Urano

Tornado brevemente, alla cronaca di quest’ultime ore, la nostra stella ha caricato e sta caricando ancora nel vero senso della parola l’eliosfera, con ultimo un flare di categoria X1.1 dalla regione AR1515. Intanto una nuova regione dalla buona coalescenza magnetica sta per affacciarsi fronte Terra. Ed inoltre, una modesta tempesta di protoni, figlia del precedente flare di cui parlavo, sta investendo il nostro pianeta. Da segnale inoltre a breve l’arrivo di tempesta magnetica. Tempesta dovuta ad un flare di categoria M originatosi in settimana.

Concludo quindi questo breve post,  con alcuni dei più importanti e significativi commenti del nostro ALE. Commenti che nel 2010 mi sono archiviato, visto il loro contenuto che ritengo estremamente importante nella comprensione di queste storiche dinamiche astronomiche.

Nel ricordo del grande ALE e sperando in un suo ritorno. ALE scriveva…..

“……Sembrerebbe che quando i due supergiganti Giove e Saturno si allineano con questa configurazione si inizi un periodo di bassa attività solare: Ho tralasciato il Dalton ma anche in quel caso ci fu un allinemento, questo allineamento però proponeva Giove e Saturno ad una distanza intermedia rispetto al Maunder (dove Giove fu più vicino di Saturno) e del Damon dove fu Saturno in Perielio sparato mentre Giove in afelio !!!! Per quello che può valere la configurazione del 2010 (Che si verifica ogni circa 27000 anni) vede Giove addirittura più vicino al Sole rispetto al 1653, appare poi anche Urano che nelle precedenti config. era “Fuori dai giochi”!!! Un’altro fattore che però non trattai al tempo è l’allinamento con il Centro Galattico, infatti dal 1998 il nostro Sistema Solare sta entrando in quella zona detta “Eclittica del Centro Galattico” dove il campo magnetico del Supermassive Black Hole nel centro della Via Lattea si fa più sentire!!!!
Questa zona è poi molto ricca di “nubi stellari”, strati di corone stellari espulse da immense Supernovae che però non sono altro che la “fotocopia” del GMF Stellare che le ha generate! In linea con questo la straordinaria scoperta della Voyager: http://wattsupwiththat.com/2009/12/26/voya…rstellar-cloud/ Insomma una situazione foriera di utili dati e intense esperienze……”
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Ora, leggendo i lavori del Prof. Hathaway si capisce come una buona coalescenza magnetica (= macchie che durano per più di un giro di stella) siano caratteristiche di un Solar-MAX, mentre il Mag Field Strong NON DIPENDE DA QUANDO è Partito il ciclo, dipende direttamente dal GMF Stellare che generò la Dynamo in Tachocline! Ora il SC24 nasceva in Tachocline proprio nel 2000, quando la Ulysses misurò un GMF Stellare indebolito del 30%, il SC24 nasceva quando il nostro Sistema Solare entrava nel pieno dell’allineamento con l’Eclittica della Galassia (quello che viene detto “Il Centro Galattico”) dove il GMF del Supermassive Black Hole al centro della Via Lattea si fa più intenso vista la sua caratteristica di campo toroidale.
Per concludere credo che la Teoria di L&P sia scollegata dalle possibili influenze di un allineamento planetario ma abbia riscontri con l’allineamento del nostro sistema col centro galattico, questi allineamenti potrebbero agire in modo sinergico e dare al minimo di Eddy una caratteristica di eccezionalità, nel Maunder infatti mancò l’allineamento col centro galattico. Insomma grandi risposte a grnadi domande ci aspettano nei prossimi tempi!

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Siamo ancora nella fase di uscita dell’allineamento che terminerà intorno al 2020…. Ecco perchè molti dicono:”nessun allineamento con il Centro Galattico nel 2012!” E’ vero, probabilmente ci saranno i frutti di quello del 1998!!!

http://www.youtube.com/watch?v=vLSMAWVCxfQ&feature=related

qui fanno un po un Minestrone galattico ma il succo è questo:

Le linee di campo magnetico del supermassive black hole nel centro galattico sono distribuite secondo la teoria dei campi, supponendo il GMF del suddetto Black Hole di natura toroidale (come è lecito aspettarselo!) il massimo di densità del flusso elettromagnetico è di sicuro su un ciclindro che segue il piano dell’eclittica galattica…. Addirittura in questo video dicono che aumenterà l’attività solare ma è tutto da dimostrare, è un bel periodo per che è interessato di Astrofisica!!!

ALE

 

Buon fine settimana,

Michele

Come il Sole ha causato il recente riscaldamento globale di Roger Andrews – 1°parte –

Quello che segue è il mio tentativo di condensare queste ipotesi in un racconto che utilizza i dati osservativi per illustrare come il ciclo solare, eventi ENSO e il rilascio di calore dell’oceano immagazzinato, e non i combinati gas artificiali e l’effetto serra, hanno causato il recente riscaldamento globale, che ha iniziato, per inciso, nel 1976.

Eventi ENSO e Cicli solari

La Figura n°1 riporta l’indice Niño 3.4 dal 1960 (l’ENSO bivariata, multivariata ENSO e l’oceanico indice Niño danno essenzialmente gli stessi risultati). Ho usato la comunemente accettata soglia di + /-0.5C per definire i singoli eventi di El Niño e la Niña, il vero e proprio attraversamento di questa zona (crossover di zero) a definire la transizione diretta tra gli eventi El Nino e la Ninà , e la durata di ciascun evento è dimostrata dalle strisce verticali rosse e blu.

Figura 1: Eventi ENSO definiti da l’indice Niño3.4 (El Niños rosso, la Niñas in blu)

Iniziamo con il sovrapporre il numero delle macchie solari sulle strisce ENSO. Osserviamo subito che c’è un’ampia periodicità negli eventi ENSO, ed una chiara relazione con il ciclo delle macchie solari: Figura 2: Eventi ENSO vs Sunspot Number (El Niño di rosso, la Niña in blu)

Passiamo adesso, con il  sovrapporre gli eventi del El Niño con il numero delle macchie solari. In questo caso troviamo una minore relazione.

Figura 3: Eventi El Niño in relazione con il numero di macchie solari

Adesso inseriamo dei numeri, in ordine, in riferimento agli eventi della Ninà

Figura 4: Eventi Ninà in relazione con il numero di macchie solari

Troviamo che le registrazioni degli eventi della Niña 1, 3, 4, 6 e 8 iniziano sul lato posteriore del ciclo delle macchie solari (conclusione del ciclo solare) e finiscono quasi esattamente al minimo delle macchie solari. Viceversa, gli eventi della Niña 5 e 7 inizia sul lato anteriore e terminano in corrispondenza o molto vicino al massimo delle macchie solari. L’attuale evento della Niña 9 sembra pronta, per seguire tale continuità. La sola Niña che non si adatta al modello è la numero 2. Emerge inoltre un’interessante modello ciclico, ossia una sovrapposizione di due cicli, con una periodicità ciascuno di 11-12 anni. Cicli 2,4,6,8 e cicli 3,5,7,9. Cicli che vengono spostati uno rispetto all’altro di 3-4 anni.

I nove eventi del El Niño, che sono il passaggio diretto agli eventi della Niña, mostrano una periodicità simile al ciclo delle macchie solari , nello specifico con gli eventi del El Niño 5, 7 e 9 che iniziano subito dopo il minimo delle macchie solari.

 Figura 5: Cicli del El Nino che sono la transizione verso gli eventi La Niña, in relazione con il numero di macchie solari

I sei eventi del El Niño che non hanno transizione verso gli eventi della Niña, corrispondono ampiamente sempre al ciclo delle macchie solare, come durata, ed hanno inizio dopo il minimo delle macchie solari nei cicli di 20 e 21 e dopo il massimo delle macchie solari nei cicli 22 e 23.

 Figura 6: I cicli El Nino non transitori in relazione con il numero di macchie solari

E ‘naturalmente possibile che queste correlazioni sono puramente casuali, ma le probabilità sono fortemente contro di essa. Credo che possiamo ragionevolmente concludere che il sole controlla gli eventi ENSO, anche se il meccanismo è ovviamente complesso.

L’impatto sul riscaldamento degli eventi ENSO

La figura 7 riporta le temperature superficiali del mare HadSST2 a partire dal 1960. Esse ci mostrano che il riscaldamento recente (SST) è iniziato con il brusco aumento della temperatura nel 1976 (le registrazioni della temperature dell’aria ci mostrano la stessa cosa). Esso dimostra inoltre che le recenti SST sono abbastanza e pesantemente distorte dagli impatti ENSO, come le 1972/73 e nel 1997/98 (El Niño), mentre la linea di tendenza (che approssima il gradiente progressivo riscaldamento) ci porterebbe a credere che il  riscaldamento era stato causato da l’effetto serra e che le distorsioni dovute ad i cicli ENSO non c’erano.

 Figura 7: Temperature globali superficiali del mare HadSST2, in gradi °C

Io non vedo una linea retta nel riscaldamento. Io noto che il riscaldamento si verifica in una serie di gradini verso l’alto a partire dal 1976 (con uno spostamento verso il basso in precedenza nel 1964/65) con degli intervalli di + / -10 anni di non riscaldamento tra i turni, rispecchiando ancora una volta la periodicità del ciclo delle macchie solari.  Ecco una approssimazione riportata di seguito.

Figura 8: Approssimazione dello spostamento delle temperature globali superficiali del mare HadSST2, in gradi °C

Ma la registrazione è troppo pesantemente distorta dagli impatti ENSO per essere assolutamente certi che ci sono dei cambiamenti, quindi il passo successivo è quello di rimuovere gli impatti ENSO.

Il modo accettato di fare questo è prendere un indice ENSO, di solito l’indice orientale del Pacifico equatoriale “Eastern Equatorial Pacific Cold Tongue Index” e utilizzare le relazioni di regressione per quantificare gli effetti delle variazioni di temperatura negli indici e quindi sottrarle dalle registrazioni delle SST. Tuttavia, questo approccio presuppone che la risposta globale delle SST è sempre direttamente proporzionale all’ampiezza degli eventi ENSO, il che non è vero, e che anche  gli eventi ENSO hanno un impatto soltanto nel  breve termine.

Un approccio più solido è semplicemente è quello di togliere gli eventi del El Niño e La Niña, intervalli delle registrazioni globali SST. Ho fatto questo eliminando tutti i mesi in cui l’indice Niño3.4 era superiore a 0.5°C o inferiore a 0.5°C, ed ho anche cancellato i periodi di raffreddamento dopo l’eruzioni del 1963, Agung e 1991, Pinatubo ed il raffreddamento dopo l’eruzione del Chichón del 1982.

La Figura 9 mostra ciò che resta:

Figura 9: Eventi vulcanici di raffreddamento rimossi dalle delle temperature globali superficiali del mare HadSST2, in gradi °C

I cambiamenti nelle registrazioni SST sono chiaramente visibili e si verificano durante gli eventi ENSO e non ci sono evidenze di un qualsiasi spostamento verso l’alto di dimensioni paragonabili agli intervalli tra gli eventi ENSO. Le linee di tendenza, infatti, mostrano un  raffreddamento netto anziché un riscaldamento durante questi intervalli. Fatta eccezione per il trend del 1964/65, che non è evidente nel registrazioni della temperatura dell’aria superficiale, gli stessi trend registrati nelle SST, si verificano nei cambiamenti delle registrazioni della temperatura globale dell’aria, vedi figura di seguito.

Figura 10: Temperatura superficiale dell’aria (rilevamenti GISS Stazione meteorologica, in rosso) e temperature della bassa Troposfera ( UAH TLT, in verde), eventi ENSO ed eventi vulcanici di raffreddamento rimossi

Ci possono essere alcune domande residue per quanto riguarda la misura in cui il sole controlla gli eventi ENSO, ma non credo che questi risultati lasciano molto dubbi sul fatto che il post riscaldamento del 1976 è stato causato da eventi ENSO e non dai gas serra artificiali.

 

– Fine 1° parte –

 

 Michele

 

Gli esperimenti di Birkeland -Terella- e la loro importanza per la moderna sinergia di laboratorio e lo studio dei plasmi – 4° parte –

Evoluzione degli esperimenti ed idee

Gli esperimenti che simulano la luce zodiacale e gli anelli di Saturno guidano Birkeland alle scoperte che sembrano essere di grande importanza. Negli anni a seguire B. sviluppò una grande teoria sull’origine del sistema solare. Egli credeva che le macchie solari erano i punti di partenza di enorme scariche elettriche dal sole nello spazio, che ancora una volta erano la fonte di aurore boreali, di luci zodiacali e anche i pianeti. Durante gli esperimenti precedenti aveva visto che i disturbi degli scarichi potevano irradiarsi da punti sulla superficie catodica del terrella. Con una bassa pressione dei gas e una scarica molto elevata di corrente e senza campo magnetico attorno alla terrella, si potevano creare archi da punti sulla superficie, all’anodo del disco e alle pareti della camera.

Questa è stata nuovamente la stessa configurazione di scarico che utilizzò per produrre la luce zodiacale e gli anelli di Saturno, ma con parametri diversi. Queste scariche puntiformi che si sviluppano su tutta la superficie del terrella, sono state interpretate da Birkeland come piccoli modelli di macchie solari. Egli ha osservato che le macchie erano più facili da fare quando la superficie era ruvida. Nell’introdurre il campo magnetico sulla terrella, ha osservato che le macchie erano raggruppate in due zone ad una certa latitudine magnetica nord e sud. Aumentando il campo le zone si avvicinavano all’equatore della sfera. All’aumentare del campo magnetico delle macchie solari hanno girato in bande luminose che si sono fuse all’equatore 🙂 (vedi figura n°6). Dopo l’esecuzione degli scarichi, prese il terrella e lo studiò con un microscopio, e osservò piccoli crateri nei punti in cui erano avvenuti. Questa osservazione supportò la sua ipotesi in base alla quale la massa viene “buttata fuori dal Sole” durante le eruzioni solari. Parte di questa polvere atomica, ricade sulla superficie del Sole, un po’ scompare nello spazio, e un po’ finisce in orbita attorno al Sole, e lentamente si aggrega insieme per formare i pianeti. Egli considerava la cintura degli asteroidi come masse a metà strada nel processo dalla polvere solare ai pianeti. Con l’aumentare della pressione del gas i raggi non erano più emessi radialmente dalla superficie del globo, ma formavano forme simili a stelle o vortici intorno alle macchie eruttive. Egli considerava tale fenomeno molto importante, e cercò di fotografarlo. Le sue camere sottovuoto, però, non funzionarono più secondo le sue aspettative, e di conseguenza una nuova camera di 320 litri venne costruita. Camera nella quale continuò le sue simulazioni delle macchie solari (terrella di 24 cm). B. scoprì che questa camera non era più utile per la produzione di macchie solari in modo convenzionale, ma poteva facilmente produrre simili scarichi cambiando la polarità.

In un set-up con una bassa pressione, nessun campo applicato alla terrella e lo scarico a attraversato da una bassa corrente ottenne dei  fenomeni dove l’intera terrella era coperta dal bagliore del catodo. Questo è stato descritto da Birkeland come una “luce che assomiglia alla corona del sole “. Nella camera da 320 litri eseguì esperimenti sulla luce zodiacale, sugli anelli di Saturno, sulle macchie solari, sulla corona del Sole e sulla propulsione spaziale a raggi catodici.

Figura n°6: Le foto mostrano le “macchie solari” su uno dei terrella più piccoli. I punti sono punti caldi su un catodo a superficie ruvida (il terrella) in una scarica ad alta tensione. In assenza di campo magnetico le macchie sono diffuse in tutta la terrella (a sinistra), mentre con un campo magnetico le macchie sono concentrate, distribuite su due cinture (a destra).

Tuttavia, appena gli esperimenti si sono affinati, si è rivelato essere uno svantaggio avere il piano ed il soffitto realizzati in lamiera d’acciaio magnetizzabile, in particolare con terrella grandi. Molti fenomeni sono stati influenzati dal magnetismo di queste piastre, e il problema venne risolto solo mediante una lega differente e un ulteriore aumento della dimensione della camera. La camera successiva aveva un volume di 1000 litri, con un terrella 36 cm. Questa volta il piano ed il soffitto vennero realizzati di bronzo, e lo spessore delle lastre di vetro per le finestre fu progettato per essere di 5 cm.

Birkeland espresse soddisfazione e gioia per la semplicità e la bellezza degli esperimenti in questa camera sottovuoto. Egli ha osservato che gli esperimenti divennero sempre più interessanti con l’aumentare della scala. Un sguardo può ora essere sufficiente per mostrare il verificarsi di fenomeni che in precedenza, solo con molti problemi, potevano essere dedotti da una lunga serie di esperimenti. Gli studi di simulazione dei fenomeni solari e cosmici non sono stati eseguiti nella stessa sistematica modalità come per l’aurora. I dati provenienti da quest’ultimi esperimenti divennero più scarsi, e furono quasi del tutto assenti, nel suo ultimo esperimento con camera più grande.

Oggi, si ha l’impressione che le manifestazioni dietro le pareti di vetro e la loro somiglianza con i fenomeni naturali siano da considerare come conferma sufficiente delle sue teorie. Birkeland in sostanza utilizzava gli esperimenti come veri e propri generatori di idee, era ben consapevole che non poteva contemporaneamente modellare tutti gli aspetti di un fenomeno cosmico in una scatola di vetro.

Le sue grandi ipotesi “sull’origine dei mondi” sono state senza dubbio ispirate dagli
esperimenti terrella, ma certamente non aveva i mezzi attraverso i quali poteva simulare la formazione del sistema solare e dei pianeti nel suo laboratorio. Dalle descrizioni dei suoi ultimi esperimenti si ha l’impressione che egli non avesse più la pazienza e l’autodisciplina per eseguire una serie di attività di laboratorio accurate e sistematiche, nonostante i grandi progressi che aveva fatto in tecniche sperimentali nel corso del precedente decennio. Non è improbabile che questo sviluppo sia stato legato al suo cambiamento di interesse verso maggiore problemi cosmologici, che erano impossibili da esaminare in dettaglio in laboratorio. È altresì possibile, tuttavia, che fosse un riflesso della sua ridotta capacità fisica e mentale, che stava diventando abbastanza evidente intorno al 1913. Le diagnostiche delle scariche sulla terrella si sono limitate all’ispezione visiva e alla fotografia, ed è ovvio che le diagnosi più raffinate erano inesistenti.

Figura n°7: (a) Punti di scarico fatti nella camera da 320 litri con le superfici superiore e inferiore come catodo e il terrella da 24 cm come anodo. (b) Simulazione della corona solare eseguita con la terrella da cm 24 e un campo magnetico estremamente basso.

Birkeland era ben consapevole delle carenze di tracciamento di particelle in dati campi, e nel suo lavoro sul sistema solare, ha lottato con lo sviluppo del nuovo concetto di un mezzo costituito da particelle caricate positivamente e negativamente e polvere, governato
da parte delle forze elettriche e magnetiche. Ha usato una terminologia diversa per descrivere il medio riempimento delle sue camere di scarico e lo spazio interplanetario.

Espressioni come gas rarefatto e luminoso, o materia brillante, e il quarto stato della materia sono state utilizzate in varie occasioni, in cui uno scrittore moderno avrebbe potuto utilizzare la parola plasma.

 

Simone Becuzzi

Fine 4°parte

NIA ed il forum MTG insieme per il nome del nuovo anticiclone africano: CERBERO!

Cari amici di NIA, iniziamo a mettere in giro per la rete il nuovo nome del probabile prossimo anticiclone africano…

CERBERO, 

  1. guardiano dell’Ade, fiera crudele e diversa, che latra con tre teste sulla gente sommersa nella fanghiglia…

http://forum.meteogiornale.it/showthread.php?t=68315

NIA si allea con l’mtg per battere la concorrenza de il meteo.it!

facciamo vincere la democrazia!!!

Il dogma comincia a sciogliersi

I difensori della tesi che il riscaldamento globale è artificiale, e comporterà la distruzione del pianeta in questo secolo, cambiano idea e ingrossano  il gruppo degli scettici circa le previsioni apocalittiche dell´IPCC.

È come se tutto il ghiaccio artico crollasse sciogliendosi sulla tesi che l’uomo è il cattivo del riscaldamento globale. In un’intervista con la rete televisiva americana NBC, alla fine di aprile, l’inglese ambientalista James Lovelock, all’età di 92 anni, ancora lucido, ha detto che era stato troppo allarmista a riguardo dei cambiamenti climatici. “E ‘stato sciocco da parte mia”, ripete  Lovelock  “L’essere umano non è più colpevole degli alberi in relazione alle temperature in aumento.” Neanche lo scandalo Climagate sulla manipolazione dei dati nei rapporti dell’IPCC fu un colpo così duro per i difensori dell’idea che l’umanità sta vivendo un’emergenza planetaria imminente a seguito di emissione eccessiva di CO2 in atmosfera , come le parole di Lovelock. Autore della teoria di Gaia, secondo cui la Terra è un superorganismo che si  autoregola e, prima o poi reagisce agli attacchi devastanti dell’uomo alla natura, Lovelock è un decano del moderno attivismo ambientale. Votato come uno degli eroi dell’ambiente dalla rivista Time nel 2007, è diventato negli ultimi dieci anni, insieme con l’ex vice presidente Al Gore, uno dei profeti più ispirati della fine dell´umanitá causato dai cambiamenti climatici.

James Lovelock
James Lovelock

Adesso Lovelock ha cambiato idea sulle sue previsioni  terrificanti sul futuro del pianeta. In una delle sue idee, ha affermato che l’80% della popolazione sarebbe stata decimata da calamità entro il 2100. Il restante 20%  sarebbe vissuta nella regione artica, con poco cibo e acqua. Il revisionismo di Lovelock è ancora più rumoroso perché ora contraddice il senso comune della fine del mondo legata al riscaldamento. Nell´evento Green Nations  Fest, tenutosi dal 31 maggio al 7 giugno a Rio de Janeiro, i visitatori sono stati condotti a sperimentare la sensazione di abitare un pianeta colpito dalla fusione, dagli incendi e inondazioni. Come un parco di divertimenti dentro e fuori, la simulazione ha avuto molto successo. Eppure, la realtà è un’altra, meno orrendamente spettacolare.

Lovelock non é stato l’unico rinomato scienziato che ha cambiato idea recentemente sul pericolo imminente del riscaldamento globale causato dalle emissione umane.   Nel settembre dello scorso anno, il fisico norvegese Ivar Giaever, premio Nobel nel 1973, lasciò l’American Physical Society (APS) per disaccordo con la posizione dell ‘istituzione in materia di riscaldamento globale. Giaever disse allora: “L’APS accetta discutere se si verificano cambiamenti nella massa di un protone o discutere se esistono più universi, ma l’evidenza del riscaldamento globale è indiscutibile? Questo problema sta diventando una religione. E io non sono un credente». Con la dichiarazione, Giaever entra a far parte di un gruppo di studiosi, oggi alimentata da Lovelock, che mettono in dubbio l’azione umana sull´aumento delle  temperature e non credono nell`Armageddon. Questi dissidenti, vale la pena ricordare, non negano il fatto che il pianeta è più caldo – quasi tutti gli scienziati oggi concordano sul fatto che la temperatura media della Terra è aumentata di 0,8 gradi nel secolo scorso, Il disaccordo è sulle cause di questa oscillazione.

Per gli scettici, i cambiamenti non sono dovuti a eccessiva combustione di carbone e petrolio, ma a un ciclo naturale di riscaldamento e raffreddamento della Terra. Il pianeta é passato per almeno altri  quattro  periodi simili di riscaldamento negli ultimi 650.000 anni, molto prima della rivoluzione industriale nel XIX secolo. ” Ci sono  forze molto più potenti che l’attività umana per  influenzare il clima, come la radiazione solare e l’oscillazione della temperatura dell’oceano,” dice il geografo  Gustavo  Baptista, dell’Istituto di Geoscienze dell´Università di Brasília. “E ‘presuntuoso pensare che gli uomini hanno più influenza sul clima rispetto alle attività naturali che riescono a  muovere le placche tettoniche.”

 

 

Con le idee dell´uomo causa di tutto, siamo al ritorno che l´uomo é al centro dell´universo e che tutto gira attorno a noi… un poco di umiltá non farebbe male.

 

 

SAND-RIO