Come sta messo il nostro pianeta? – Parte 3

Le Nuvole.

Fenomeno atmosferico che ancora oggi l’uomo non sa spiegare, per questo al CERN di Ginevra hanno deciso di porre una volta per tutte alla domanda che da secoli l’uomo si pone, ovvero Come e Perché si formano le Nuvole?

Torniamo a noi e cerchiamo nel nostro piccolo di capire quale sia il compito delle nuvole, sappiamo che esse portano le precipitazioni, quindi sono il fine ultimo del famoso ciclo dell’acqua, ma un altro fattore che spesso è dimenticato è il fatto che le nuvole riflettono la luce solare e fungono da schermo protettivo per il sottosuolo, le nuvole infatti respingono gran parte dell’energia in arrivo dal sole ma allo stesso tempo assorbono in notevole quantità l’energia terrestre, portando quindi a far precipitare l’acqua presente al loro interno,

quindi una minore copertura della terra da parte delle nuvole in teoria aumenterebbe la temperatura e diminuirebbe le precipitazioni, diviene quindi importantissimo capire come si formano le nuvole, noi infatti possiamo solo constatare cosa ci dicono i dati a nostra disposizione:

come si può ben vedere minore è la superficie occupata dalle nuvole maggiore è la temperatura.

A noi interessa però come nel tempo si è evoluta la copertura nuvolosa, ed ecco che questo grafico ci viene in aiuto:

si nota subito che dopo il 2000/2001 la copertura nuvolosa sia in crescita il che combacerebbe proprio con la recente diminuzione delle temperature.

Analizziamo adesso un altro cavallo di battaglia di chi ritiene di origine antropica il recente riscaldamento del pianeta, ovvero, l’aumento costante del numero dei fenomeni meteorologici più violenti.

Già partiamo con un bel problema, ancora oggi non risolto, che è quello di valutare oggettivamente cosa può essere definito violento e cosa no e soprattutto creare una scala di valori per cui io riesca subito a riconoscere la natura del fenomeno che sto analizzando, l’altro grande problema è quello della mancanza totale di dati certi su questi fenomeni, infatti, l’unico stato che presenta statistiche dettagliate di almeno gli ultimi 50/60 anni sono gli USA ed è per questo che sono costretto ad analizzare solo questi dati.

Partiamo subito con gli uragani, da sempre si dice che un aumento delle temperature porterebbe ad una aumento della frequenza e soprattutto dell’intensità di questo fenomeno.

I dati americani partono dal lontano 1851 e sono quindi molto significativi da questo punto di vista non rappresentano il mondo intero va se una teoria è vera, è vera sempre indipendentemente dal luogo e dal tempo in cui è applicabile.

Questo grafico ci mostra gli uragani che hanno colpito il suolo americano dal 1851 al 2005 divisi per categoria:

http://www.junkscience.com/Hurricanes/hurricanes.png

a colpo d’occhio abbiamo una sostanziale invariabilità sia per quanto riguarda il numero che per quanto riguarda l’intensità, questi non sono dati assoluti, riguardano solo gli USA, ma sono molto significativi perché riguardano una serie molto lunga nel tempo.

Qualcuno potrebbe dire che in realtà ci sono molti più uragani che colpiscono le terre ferme, soprattutto nell’area caraibica e nel pacifico occidentale, ma purtroppo non esistono statistiche per questi stati percui non ci si può far niente.

Passiamo ora ai Tornado, vero flagello che colpisce ogni anni gli stati centrali degli USA e che a causa dell’urbanizzazione selvaggia creano danni spaventosi alla cittadinanza, ma vediamo subito le statistiche ufficiali:

la serie storica stavolta è più corto ma ben significativa, si nota subito che l’incremento dei tornado è stato molto rapido e veloce.

Io però ho qualche osservazione da fare, per quanto riguarda gli uragani non abbiamo dubbi che anche 50, 100, 150 anni fa chiunque si sarebeb accorto se un uragano avesse colpito la costa degli stati uniti, ma per i tornado secondo me è diverso, sono fenomeni meteorologici molto piccoli e limitati ad una zona non molto vasta, soprattutto per quanto riguarda quelli di piccola dimensione, quindi secondo me questi dati soffrono della mancanza di una copertura totale negli anni più antichi, e questa mia ipotesi è supportata anche dal grafico indicante il numero dei tornado più violenti:

Ecco che la mia ipotesi è suffragata da dati tangibili, il numero dei tornado più violenti è diminuito mentre il numero totale è aumentato, segno inequivocabile di un aumento di fenomeni ci minore intensità che una volta difficilmente venivano registrati nelle lande desolate dove spesso si giravano i film western.

Nell’ultima parte parleremo del più grande cavallo di battaglia dell’AGW.

FABIO

40 pensieri su “Come sta messo il nostro pianeta? – Parte 3

  1. Per quello che riguarda gli uragani, quest´anno si parla che sono scomparsi!
    Solo 3 sono stai dichiarati uragani e non tempeste equatoriali, addirittura questo numero é sotto la media storica.
    Solo nove tempeste hanno ricevuto un nome.
    La grande menzogna dell´IPCC che ci sarebbero state piú uragani e certamente piú distruttivi del Katrina, é stata clamorasamente sbugiardata.
    http://www.weatherstreet.com/hurricane/2009/Hurricane-Atlantic-2009.htm

    Per quanto riguarda la copertura nuvolosa é in atto una discussione sulla differenza tra cumuli nembi e cirri, e sulla loro diversa capacitá di riflettere le radiazioni e il calore solare.

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  2. La quantita di radiazione riflessa dipende dal colore e dallo spessore delle nuvole.Ovviamente nuvole bianche maggiore riflessione,nuvole scure maggior assobìmento di calore.Inoltre se lo strato e sottile abbiamo un maggior filtraggio della radiazione, se lo strato e” piu spesso la radiazione penetra meno intensamente.Resta da pesare la contropartita ,e cioe la copertura nuvolosa impedisce al calore di disperdersi nello spazio.personalmente penso che una copertura totale nuvolosa mantiene il bilancio termico uguale.Invece una copertura parziale con nuvole chiare e basse porti in negativo il bilancio termico.

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  3. Bello Fabio. Bella la serie dei dati di temperatura….

    Dal grafico superiore si deduce chiaramente che tra i due estremi del grafico inferiore balla circa 0.5°C… e questa sarebbe la “fetta” da attribuire all’effetto “raggi cosmici” (se viene confermato).
    Poi … chi e’ che diceva che “direttamente ” il sole tra max e min potrebbe tirare altri 0.15 – 0.2 °C ? Saremmo gia’ a 0.7°C di origine “non antropica”….
    Poi ci mettiamo anche le oscillazioni decadice degli oceani… … … …
    La Co2? forse 0.2°C……. Se va bene….

    Ciao
    Luca

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  4. che intendi per “colore”??
    Le nuvole sono sempre bianche (se le guardi dall’alto 🙂 ) …
    Probabilmente , a seconda del diametro e dallo stato delle particelle che le compongono (goccioline- cristalli di ghiaccio) cambia il potere “riflettente” e la “trasmissivita’” …. alle farie lunghezze d’onda….

    Ciao
    Luca

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  5. E’ plausibile! CN sono molto spessi e formati da misture ignobili ( … ) i cirri sono tutti aghetti di ghiaccio…. e molto sottili 8)

    Ciao

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  6. E vai in picchiata!!
    daccordo con giorgio sulla complessità del fenomeno. Se è vero che maggior copertura significa certamente più raffreddamento, per via di minor radiazione sulla superfice della Terra, ma dovrebbe esserci una copertura nuvolosa completa, altrimenti il vapore acqueo (ritenuto il maggior resposabile del’effetto serra terrestre) impedirebbe la dispersione verso lo spazio esterno della radiazione solare entrante, anche se fosse ridotta rispetto a prima….ma vedere tutto il pianeta ricoperto per più dell’80% da nuvole mi pare un po’ difficile

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  7. Ragazzi, la potenza di quest”inverno e” a dir poco fenomenale.Faccio notare a tutti che nonostante il VP stratosferico e continuamente distrutto e le sue gelide arie si riversino continuamente sulle latitudini piu basse i ghiacci polari artici sembrano che non soffrino affatto la situazione.Infatti continuano la loro crescita regolare e si mantengono stabilmente nella media degli ultini anni.

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  8. negli ultimi giorni la situazione dei ghiacci artici mi sembra strana, fanno vedere zone che a gennaio inoltrato stanno perdendo ghiaccio, il che è praticamente impossibile a quelle latitudini.

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  9. Inoltre si e creata una situazione particolarmente interessante.La continua rottura del VP sta creando una specie di meccanismo a rotazione circolare, che mantiene costantemente sotto-zero una grossa grossa fetta dell”emosfero boreale.Le continue ricadute dei lobi rotti del VP a latitudini piu a sud fa si che masse d”aria piu mite provenienti dalle latutudini piu basse risalgano versi il circolo polare.Queste essendo relativamente piu calde fanno pressione continua verso l”alto e fanno collassare continuamente il VP. E come se fosse acceso il climatizzatore a circolo interno.Sola una forte ripresa dell”attivita atlantica con venti miti che viaggian.o da ovest verso est puo interrompere questo circolo vizioso isolando il circolo polare.

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  10. X Bruno: altro segnale che va nella direzione del collasso magnetico del ciclo 24.Ai primi cenni di riposo dell”attivita del ciclo,compaiono AR con polarita invertita.Sembra tanto per fare un paragone banale che come calano le difese immunitarie il virus(in questo caso le AR trans) torna ad attaccare.

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  11. Bel commento giorgio !
    Si torna sempre li…se il Sole non riparte……
    Ecco ma da dove dovrebbero prendere origine questi venti miti ?

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  12. dal ricambio continuo dell”aria,quella delle nostre latitudini.L”aria piu fredda del VP che si riversa su di noi spinge in su quella presente a latitudini piu a nord

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  13. Esatto, anzi credo che la 1041 sia stata in qualche modo “finita” proprio dall’avvento di queste aree da cilco dispari!
    Ciao!
    Bruno

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