IL FUNZIONAMENTO DELLE BOE ARGO (Progetto ARGO 2 parte)

Dopo aver descritto cosa si propone il progetto ARGO vediamo un poco piú nel dettaglio l’ aspetto piú particolare del progetto, e cioé proprio le boe/sonde robot.
Una delle peculiaritá delle boe é quella di scendere negli abissi a 2000 mt di profonditá e poi risalire in superficie ad orari programmati.
Le boe fanno questo modificando la loro densitá effettiva.

La densitá di un oggetto é data dalla sua massa diviso il suo volume. La boa ARGO che é stata studiata per avere un galleggiamento neutro alla profonditá di 1000 mt., per scendere a 2000 mt e risalire in superficie mantiene costante la sua massa ma altera il volume cambiando la sua densitá. Per fare questo un pistone idraulico viene utilizzato per spingere olio minerale fuori del galleggiante espandendo una vescica di gomma che si trova nella parte inferiore della boa. Mentre la vescica si espande la boa diventa meno densa e sale verso la superficie del mare. Dopo aver trasmesso i suoi dati il pistone si ritira rimettendo l´olio all’ interno della boa che aumentando la densitá ritorna verso i suoi 1000 mt di profonditá che è la sua zona di deriva naturale.

I galleggianti sono alimentati da batterie. Molti utilizzano / batterie alcaline al manganese come si possono acquistare nei negozi. Alcune sonde utilizzano batterie al litio più potenti. Le sonde sono progettate per fare circa 140 cicli e così dovrebbero durare circa 4 anni. La durata dipende dalla profondità a cui scendono e dalla densità delle acque superficiali, in cui la boa è in funzione per trasmettere i suoi dati. Se l’acqua superficiale è di bassa densità, più olio deve essere pompato per guidare il galleggiante fino la superficie.

Le missioni delle boe ARGO sono principlmente di due tipi: 1) missione semplice e 2) missione di profilo. La differenza principale tra le due é data dalla profonditá che nella prima ipotesi é di circa 2000 mt di profonditá dove comincia a raccogliere i dati per poi risalire. Nella seconda ipotesi la boa sta a 1000 mt di profonditá per 10 giorni e raccoglie i suoi dati a questa profonditá. Poi scende ai 2000 mt e nella risalita ricomincia a riprendere dati fino alla superficie.
I dati che raccolgono sono principalmente le temperature alle varie quote, la salinitá alle varie quote, la densitá dell´acqua, e quando arriva in superficie é il staellite che determina la sua deriva nei 10 giorni in cui é rimasta sotto la superficie determinando cosí la direzione della corrente marina e la sua velocitá.

Esempio di profili di temperatura e di salinità ottenuti da una boa/sonda Argo, nella parte centrale del Nord Pacifico (38,4 ° N, 155,3 ° W), 8 aprile 2005.

Nella figura sopra vediamo lo schema di funzionamento dove la boa ARGO immagazzina al suo interno i dati che raccoglie quando é in immersione e quando alla fine del ciclo di 10 giorni riemerge trasmette i suoi dati al satellite che li ritrasmette a terra.
Effettivamente non conoscevo i dettagli del Progetto ARGO e devo confessare che é tecnicamente validissimo, per quello che ho potuto leggere.
Poi per il fatto che il Progetto ARGO “doveva” dare le prove del Riscaldamento Globale, i direttori del progetto hanno dovuto ammettere a denti strettissimi, che questo riscaldamento non lo hanno potuto vedere. E addirittura sono giunti alla conclusione che c’ era forse un errore nei dati, che le ricerche precedenti con decenni di dati erano sbagliati, ecc. ecc. fino alla decisione di non pubblicizzare piú il Progetto ARGO che é caduto nel dimenticatoio, ma continua a funzionare!!

Ma questa é un’ altra storia che racconteró nel terzo e ultimo capitolo della saga: Il Progetto ARGO alla ricerca del calore che non esiste.

SAND-RIO

71 pensieri su “IL FUNZIONAMENTO DELLE BOE ARGO (Progetto ARGO 2 parte)

  1. Diceva sempre Sherlock Holmes che una volta tolto quello che è impossibile ciò che resta,piace o non piace, è la VERITA’.
    Dunque tolto il fatto , acclarato , che di temperatura in aumento negli oceani NON se ne trova traccia, quello che resta, piaccia o non piaccia, è che di GW negli oceani NON se ne trova. 🙂

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  2. Semplici ed efficaci.
    Meno male, hanno usato le batterie normali….Per un attimo temeco che ci avessero piazzato le batterie che usano sulle sonde spaziali (e che i russi avevano piazzato anche su boe marine, ma di dimensioni ben piu’ imponenti…)

    Pero’ un po’ loffia l’autonomia…
    Ormai, se non ne “lanciano” altre, saranno tutte quasi scariche….

    Chissa’ chi paga la bolletta delle telefonate con il satellitare 😉

    Ciao
    Luca

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  3. Il povero bora dopo averci massacrato cn le temp giss, sat e chi più ne ha ne metta, ora si affida al suo termometro…dev’essere arrivato alla frutta…anzi no, perchè nn fai domanda di diventare rilevatore ufficiale Noaa-Nasa?

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  4. Potete stare sicuri che prima che la Niña inizi ad avere i suoi effetti le temperature mondiali in qualsiasi maniera siano misurate avranno un forte balzo in avanti in questi mesi. Non sono bastati i “calori” dei primi 3 mesi del 2010, anche aprile “dovrá” avere un forte riscaldamento e lo stesso sará per i prossimi mesi. Il fine ultimo é che il 2010 in ogni caso sia caldissimo malgrado la Niña. Poi che tutti gli oceani mostrino, grazie ad ARGO, un raffreddamento progressivo, questo DEVE essere tenuto nascosto.

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  5. Ma no, ma che dici Sandro, la cas di Bora si sta scaldando e con essa tutto il NE Italia, e quindi tutta l’Italia e dato che ci siamo tutta l’europa…ma si perchè no, se si scalda il paese di bora, si scalda anche tutto il pianeta!

    😆

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  6. Credo ormai che quelli dell’ AGW siano proprio arrivati alla frutta.
    L´IPCC aveva previsto che la co2 avrebbe creato una bolla calda a 12000 di altezza tra i paralleli 30 nord e 30 sud. Da ció avevano poi creato tutta una serie di modelli. Dato che questa bolla non c’ é mai stata adesso hanno deciso che facendo delle equazioni sui venti zonali possono dimostrare che il caldo c’è.
    Quindi la prossima volta che volete misurare la Vs temperatura non mettetevi il termometro ma misuratevi il vento. Dove potete misurare il vostro vento lo lascio alla vostra fervida immaginazione 🙂

    http://www.nature.com/ngeo/journal/v1/n6/abs/ngeo208.html

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  7. Boni ragazzi, boni….. non mi sembra che ci sia da “scaldarsi” tanto per quello che ci scrive il buon Bora, solamente lui la vede in modo “leggermente” diverso da come, credo, la vediamo noi….
    Per la cronaca, tanto per fare un po’ di sano “orticellismo”, tra alti e bassi le temperature annuali medie degli ultimi 2 anni a Forte dei Marmi sono in leggero ma sensibile calo….. e aprile 2010, nonostante la ripresa degli ultimi 10 giorni, chiuderà circa un grado in meno rispetto al 2009, con una differenza relativa alla media del quadrimestre gen-apr di -0,23°.
    Piccoli segnali? Boh, vedremo nei prossimi anni!
    Ciao
    Bruno

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  8. Sand, il vento che vuoi misurare in quel modo contiene gas serra tipo il metano in concentreazioni elevate quindi non può essere preso per la valutazione della temperatura in quanto, ovviamente, fornirebbe un dato non attendibile (e piuttosto puzzolente!) 😀
    Bruno

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  9. Dimenticavo, grazie Sandro per aver affrontato l’argomento relativo al progetto ARGO, se ti ricordi bene avevo a suo tempo richiesto informazioni relative al suddetto e mi avevi prontamente indirizzato…. ma con questi articoli sei andato ben oltre…. ottimo lavoro, veramente!
    Bruno

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  10. CHE DICI…. il metano e’ inodore 8)
    ………
    E comunque… dale mie parti comincia a far tiepido giusto ora (la sett. scorsa ho dovuto riaccendere la stufetta a pellet per dare una scaldatina la mattina… mia figlia(che si alza per prima per andare a scuola fuori Genova, protestava
    (“alle sei di mattina ci trovo i pinguini a far girotondo attorno al tavolo della cucina….” … forse esagerava ma, per un paio di giorni…. ho riacceso…)

    Ciao
    Luca

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  11. Luca, passi che il metano è inodore, ma il resto dei gas che ci sono mescolati assieme proprio no!!! 😉
    Ciao
    Bruno

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  12. @ Nitopi

    fino ad una settimana fa qua a Genova face freschetto, ma
    negli ultimi giorni sta alzando molto la media 🙂 🙂

    ciao

    Alberto

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