Archivio mensile:Ottobre 2010

Grandi potenzialità: inverno gelido alle porte?

Dopo un incredibile inverno dominato da un’antizonalità esasperata e continue ondate di gelo siberiane sull’Europa, ci avviamo già all’inverno successivo, che non ha niente da perdere per dare di più del precedente in Italia. Decretare già da ora una previsione è difficile, troppo per dare certezze, ma una tendenza è già stata in buona parte delineata. Cominciamo quindi con questo lungo articolo che analizzerà tutto quello a cui potremmo andare incontro con il venturo inverno.

1)       ENSO: La super nina 2010/11

Proprio quest’anno, dopo un nino moderato-forte west based, ci avviamo verso la nina che potrebbe risultare la più intensa di sempre. Eppure, fino allo scorso anno, c’era la certezza che ad un nino west non potesse seguire un evento ENSO- di forte intensità, ma qualcosa ha cambiato le regole del gioco.

Le ultime proiezioni NCEP vedono i valori in caduta libera tra ottobre e novembre fino ad un impressionante -2.7 in zona 3. Infatti sembra che questa nina abbia intenzione di partire east based e di rimanerlo fino a fine inverno quando avverrebbe uno spostamento verso ovest e un nuovo calo nelle zone 1 e 2 che farebbe presagire una lunga vita a questo evento di enso-.

Ma qual è la differenza tra una nina east e una nina west?

Analizziamo velocemente le anomalie di geopotenziale sull’Europa nei due casi:

Nina EAST (ho aumentato i valori della scala, altrimenti veniva fuori un fondo scala esagerato):

Come potete ben vedere si tratta di un’anomalia di -50/-60m di geopotenziale su un TRIMESTRE!!

Nina WEST:

Poco da commentare: zonalità a manetta.

2)       Bassa attività solare e QBO

Tra gli indici che recentemente stanno influenzando notevolmente gli inverni si trovano la bassa attività solare e la QBO. Direi che sulla prima c’è poco da dire, il sole è in quiete da ormai 4 anni, anche se vuole essere a tutti i costi fatto sembrare più attivo di quanto realmente è.

Per quanto riguarda la QBO, invece direi di capire come funziona. Allora, la QBO è il valore che indica l’intensità dei venti stratosferici a latitudini equatoriali. Ma come può allora influire sul VP? In caso di QBO- i venti si spostano da est verso ovest e arrivano a latitudini prossime ai 30°N. Li vanno a scontrarsi con i venti stratosferici di direzione opposta, e in questo scontro si formano delle ondulazioni che si amplificano a via a via verso il polo. Ecco che si creano le situazioni buone per le incursioni fredde alle medie latitudini. Quest’anno, avremo QBO negativa? La risposta è doppia: sì e no. Infatti alle alte quote (30hPa) è già partita la fase di QBO+, mentre alle basse quote (50hPa) la QBO è ancora negativa. Si potrebbe dire che nel prossimo inverno avremo quindi un aiuto molto scarso da parte di questo indice, ma da non sottovalutare comunque.

Spesso la bassa attività solare viene messa in correlazione alla QBO-. Il motivo è semplice. Tutte e due agiscono sulla stratosfera più o meno allo stesso modo.

3)       Stratosfera, Jet Stream e anticiclone termico russo-siberiano.

Come appena accennato a modellare l’andamento termico della stratosfera sono la QBO e l’attività solare. Ora che sappiamo come agisce la QBO, non ci resta che vedere ciò che succede in stratosfera nei periodi di bassa attività solare.

Questa mappa rappresenta la differenze tra il massimo del ciclo 23 e il minimo del ciclo 24 a 30hPa di altitudine:

Risulta lampante il riscaldamento del polo nord, con una maggiore tendenza quindi ad eventi di stratwarming. A raffreddarsi sono invece l’equatore, il polo sud e la SIBERIA. Proprio le aree continentali mostrano un raffreddamento autunnale più rapido nei periodi di bassa attività solare con conseguente maggiore probabilità di formazione di anticicloni termici.  Nel caso della Siberia si parla del famoso “Orso”.  Proprio in questo periodo quelle zone si raffreddano molto velocemente e danno via a quello che è il processo di formazione dell’alta pressione termica: l’aria fredda inizia ad accumularsi e a comprimersi nei bassi strati e, se il processo non viene fermato, allora nel giro di un mese comincerà a farsi notare l’anticiclone termico. Proprio lui aiuterà la corrente a getto a rallentare, già indebolita dalle SSTA atlantiche di cui parleremo tra poco.

4)       Le SSTA atlantiche

La prima cosa che generalmente si associa alla nina strong è il tripolo positivo, ovvero freddo sul nord atlantico, caldo sul centro e di nuovo fredde sulle zone subtropicali. Questo porta una tipica situazione da NAO++ e AO++. Insomma il peggio del peggio.

Ma quest’anno partiamo avvantaggiati. Le forti anomalie positive sul nord atlantico, già a partire dal corrente mese, forzeranno la presenza di anticicloni sulle zone con SSTA positive, che faticheranno quindi a raffreddarsi. C’è quindi la concreta possibilità che il tripolo atlantico resista addirittura fino alla fine dell’inverno! Proprio questa disposizione delle SSTA farà faticare la Jet stream rallentandola notevolmente. Vedere quindi il VP girare a mille sarà cosa ardua. Altro fattore ad influenzare la NAO è l’attività geomagnetica. Più precisamente la correlazione è tra l’AP index e la NAO. Solitamente nei periodi in cui l’AP index rimane sotto i 10 di media mensile, la NAO risulta molto bassa.

5)       Prime conclusioni

A questo punto viene abbastanza spontaneo chiedersi:

“Ma se tutto è così perfetto, perché non abbiamo la certezza che avremo un super inverno?”

In mezzo a questo “paradiso” teleconnettivo, si trovano alcune insidie rifugiate in stratosfera, tipiche degli anni di nina strong e QBO+. Si tratta dei Canadian Warming e dei potenti Stratcooling tardo autunnali. Queste due cose messe insieme sarebbero in grado di portare un non inverno da catalogare insieme al 2006/07 se non oltre. Basti ricordare per esempio il 1989.

C’è però qualcosa che potrebbe inibire queste preoccupazioni, infatti la combinazione minimo solare, QBO positiva e nina strong, potrebbe creare un decopuling notevole tra la stratosfera e la troposfera. Ecco che potremmo affermare che, come lo scorso anno, quest’inverno a dominare sarà la TROPOSFERA, mentre la stratosfera si troverà impotente davanti ai grandi movimenti che ci attendono.

Concludo dicendo quindi che mi aspetto ad ora un inverno molto freddo, con un alternarsi di periodi gelidi, anche molto importanti, intervallati da fasi anticicloniche fredde, ovvero con centro dell’HP sul centro nord europeo e afflussi freddi/anticiclonici da est. Anche le ondate di aria artico-marittima non mancheranno e, anzi, saranno forse maggiori di quelle avute lo scorso inverno.  Presterei attenzione al periodo compreso tra metà gennaio e fine febbraio circa, quando si potrebbe avere una ripresa dell’AO. Ma come spiegato, ad ora è complicatissimo dare anche solo una tendenza, figuriamoci scendere poi nei particolari… Tutto dipenderà da cosa accadrà in stratosfera e troposfera a novembre/inizio dicembre. Quindi per le previsioni invernali, direi che ne riparleremo a dicembre. Adesso ci aspettano solo degli aggiornamenti strada facendo.

MIKI 03

NOWCASTING DOMENICALE!

La regione nel sud emisfero, numerata oggi dal Noaa come AR 1113, si appresta ad iniziare il suo sesto giro di stella.

Credo che sia un fatto mai accaduto, o comunque molto raro…dico ciò perchè nel recente passato, quando eravamo nel post massimo del ciclo 23, un’altra regione fece 4 giri di stella, e fu batezzata “la regione che non voleva morire”…non so come batezzeranno questa, ma una cosa è certa, le AR scomode è meglio non evocarle tanto, questo ciclo deve rimanere nell’anonimato, ed il noaa in questo è un mago, basta vedere cosa hanno contato nella giornata di venerdì!

A parte l’AR 1113, che dall’ultimo Continum non mostra comunque una macchia importante, il sole è pulito. Anche il solar flux non sembra aver risentito in modo particolare di tale regione, e ieri alle 20 è salito leggermente a 76 invece che i 74-75 dei giorni scorsi. Prevedo comunque che nella prossima settimana esso possa salire ancora un pò man mano che l’AR 1113 si sposti verso il centro del sole e soprattutto se essa dovesse aumentare la sua estensione.

Gli X ray sono ridotti ai minini termini, ed in generale l’attività solare è a livelli molto bassi!

Stay tuned, Simon

Sempre chiedersi il perchè

E’ da quando li ho visti la prima volta che mi chiedo perchè i grafici  temporali dell’estensione dei ghiacci marini artici ed antartici abbiano “quella forma”.

Mi spiego meglio. Se la terra fosse una palla uniformemente copertà d’acqua mi sarei aspettato un andamento pressoche sinusoidale dei ghiacci con l’andamento delle stagioni .

Invece ci ritroviamo questa situazione :

Il grafico dell’Antartide si avvicina abbastanza ad un andamento sinusoidale ma quello dell’Artide ne e’ ben lontano.

Da cosa lo deduco?

Dal grafico della derivata…. La derivata di una sinusoide e’ la sinusoide stessa sfasata di 90 gradi: guardate un pò:

Quella dell’Antartico e’ deformata ma “assomiglia” ancora al grafico originale sfasato di 6 mesi … L’artico no.

Da questo viene la mia curiosità. Cerchiamo dunque di capire.

E partiamo dal caso apparentemente più difficile e “inspiegabile” :  l’Artico.

Cosa c’e’ di sbagliato nell’approssimazione iniziale (palla coperta di acqua) nel caso dell’Artico? Be… Chiaro… La terra non e’ tutta coperta di acqua… L’Artico e’ incapsulato tra Nord America e Siberia e quindi quando il ghiaccio raggiunge la costa… non puo’ piu’ aumentare…. Guardiamo infatti il prossimo grafico da me orrendamente ritoccato :

Con la riga verdina ho “estrapolato” la sinusoide corrispondente alla parte di minimo, con la riga violetta la parte di sinusoide corrispondente al massimo… Infatti ad occhio mi e’ sembrato di riconoscere due comportamenti, non sovrapposti ma “consecutivi” … La prima sinusoide corrisponde all’espansione che si avrebbe “teoricamente”  in acqua libera (che se fosse lasciata andare arriverebbe a quasi 20Mkm2) .

La seconda e’ qualla relativa all’espansione solo nel tratto che resta libero dopo il contatto con Siberia e Canada, la parte che dà verso l’Oceano Atlantico (in questo caso non riesco a dare un significato “fisico” sensato al minimo che si raggiungerebbe..)

Guardando come e’ fatto il grafico (dove si congiungono i due rami della sinusoide) verrebbe da fare una previsione … Il contatto con la terraferma dovrebbe essere perso verso Luglio e raggiunto nuovamente per Nov-Dicembre … E allora , come dei  buoni giocatori di poker voi direte… VEDO!

A sinistra la situazione a metà luglio: Il distacco dall’Alaka e’ terminato e comincia quello dalla Siberia. A destra la situazione ai primi di Dicembre. Si e’ concluso il contatto con la Siberia e comincia quello con l’Alaska… Bingo ! (cioe’… Scala Reale!) .

Analizziamo ora la sitazione che sembrava piu’ semplice… L’Anatartide e’ “Quasi” una sinusoide.  Pero’ qui non c’e’ terra a rompere le scatole… e se c’e’… e’ decisamente lontana. Guardiamo allora il grafico dove cerco di riportare una “sinusoide teorica” :

Anche qui, guarda caso, il massimo teorico arriva sui 20 Mkm2 (Ma và, guarda tu che coincidenza) . Il problema e’ che il vertice e’ più basso, quasi “non ce la facesse” ad andare più in la…

La cosa e’ stata particolarmente evidente quest’anno con un chiarissimo “PIATTO” . Ora… il comparire dei “piatti” , anche detti “saturazioni” nelle sinusoidi puo’ avere un interessante significato:  vuol dire che un qualche fenomeno  limita in modo non linerare il processo di formazione del ghiaccio. E piu’ il “piatto” e’ evidente, piu’ il processo di formazione del ghiaccio e’ vigoroso. (prova in più della buona salute dell’ Antartide..).

Abbiamo capito un po’ di cose dal grafico, ma non ci siamo ancora tolti il sassolino dalla scarpa… Perchè il mare non va avanti a congelare? . Be, un paio di riposte plausibili le avrei : una sono i famosi “cinquanta urlanti” … La zona di mare che circonda l’Antartide e’ battuta dai venti e dalle onde più imponenti che si formano sulla terra. Un qualche disturbo alla formazione dei ghiacci la danno.

Poi ci sono le correnti circumantartiche che, lavorando da sotto, sciolgono i ghiacci mantenendo un costante apporto di acqua sicuramente più calda. La prova la si puo’ avere guardando il “filmato” dei ghiacci attorno al massimo (a es. qui) : Si puo’ vedere che li ghiaccio si scioglie e si riforma come “tirato” da qualcosa da est verso ovest…

A dirla tutta…

Mi piacerebbe spiegare anche perche’ la situazione dello scioglimento non e’ proprio simmetrica rispetto a quella del congelamento ma, reputandomi un dilettante in materia, mi ritengo soddisfatto…

Luca Nitopi

Anomalie Temperature e Precipitazione Italia – Dati CNR Settembre 2010

Questi sono i Dati del CNR, sono quindi le anomalie ufficiali Italiane e sono calcolate basandosi sulla rete AM/Enav integrando anche gli osservatori antichi sparsi per la penisola, la media di riferimento è la 71-00 utilizzata ormai ufficialmente anche dell’Aeronautica e che dal 2011 diverrà quella ufficiale anche per l’Organizzazione Meteorologica Mondiale ( OMM )

Anomalia Temperature:

Il mese chiude con una anomalia di -0.34°C ed è il 100° mese di Settembre più caldo dal 1800.

Il record spetta al Settembre 1987 con un’anomalia di +2.83°C

Anomalie Precipitazioni:

Il mese chiude con un deficit del 3% ed è il 104° mese di Settembre più piovoso dal 1800.

Il Record spetta al Settembre 1833 con un surplus del 164%

FABIO

Ghiacci Marini Artici – Situazione Settembre 2010

Estensione:

Anomalia Concentrazione:

 

Area:

 

Trend Anomalia Estensione:

 

Curiosità:

Rispetto a 10 anni fa abbiamo 1.4milioni di kmq di estensione in meno e 1.3 in meno di area.

Rispetto a 20 anni fa abbiamo 1.3milioni di kmq di estensione in meno e 1.5 in meno di area.

Rispetto a 30 anni fa abbiamo 2.9milioni di kmq di estensione in meno e 1.8 in meno di area.

 

Vi Ricordo Sempre che il grafico si basa sulle percentuali, nel periodo estivo essendo minore l’estensione in % la perdita è ovviamente maggiore

FABIO