Archivio mensile:Dicembre 2010

Gli sciamani Olmechi e la cultura del freddo.

Vi chiederete cosa  c´entri la cultura Olmeca con NIA… forse poco, ma forse ci aiuterá a capire quello che successe durante il freddo periodo del Dryas recente e come le culture e le tradizioni mantengono qualcosa che ha sempre una base nella realtá oggettiva delle popolazioni. E poi un poco di cultura non fa mai male!

Ho giá pubblicato questo articolo nel mio blog brasiliano anche se l´ho pubblicato in linqua castillana (spagnolo) perché é stato diretto ai molti frequentatori di lingua spagnola che leggono quel blog, ma il successo di contatti che ha avuto mi ha convinto che anche in Italia sarebbe stato bene divulgare un poco di sana “conoscenza” anche se ho molto ridotto la lunghezza dell´articolo originale.

Gli sciamani hanno la capacitá di trasformarsi davanti agli occhi degli altri in giaguari e in altri animali che corrispondono all´ambiente e alla personalitá di ogni sciamano, perché gli sciamani esistono in pratiamente tutte le zone del mondo dove gli esseri umani sviluppano culture originali, e lo sciamanesimo in alcuni paesi é un assunto serio e rispettato.

L´origine della parola sciamano si trova nella lingua Tungus che ancora si parla nella enorme Russia e la foto sotto mostra uno sciamano Tungus.


Sotto, la mappa dell´est della Russia, osservate come in quelle terre lontane arrivarono i turchi e localizzate la zona azzurro turchese che é la zona dei Tungus da cui si origina la parola sciamano e da lí provengono alcuni rituali che praticano gli sciamani della Siberia, Cina, India, America del Nord e Centro e Sud America.

Quando osserviamo i continenti fino al polo Nord, costatiamo che esiste un mosaico culturale attorno al “freddo”.

Cosí come al largo del Tropico del Cancro, le societá agricole origianarie (Cina, India, Mesopotamia, Egitto Mesoamerica) coltivarono il mais, riso, grano, essi veneravano il Sole, gli uccelli, i felini, i serpenti, gli alberi, e svilupparono la scrittura e costrurono piramidi; gli abitanti della zona boreale del nostro pianeta, parteciparono della stessa visione   sciamanista del Cosmo e della vita. Sotto una mappa dei principali gruppi etnici del Nord che hanno creato la “Cultura del freddo”.


Dopo l´ultima glaciazione, il continente americano e asiatico si separarono lasciando isolati gli individui che avevano attraversato lo Stretto di Bering in diverse migrazioni e che portarono con loro un arsenale mitologico e molteplici maniere di praticare lo sciamanesimo che si adattó e sviluppó secondo il nuovo ambiente incontrato e alle diversitá delle attivitá economiche e sociali legate all´ambiente stesso.



Questi sono i popoli che si adattarono al ‘freddo”.

Sotto una immagine di un abito cerimoniale di uno sciamano della Siberia.

Osservate la presenza di Albero Centrale, due serpenti volanti sopra gli alberi e a terra due felini e alcuni uccelli

Sotto, anche se sembra una foto scattata in un bosco degli antiche popoli nordamericani, in realtá si tratta di una capanna del popolo Evenk della Siberia.

Queste coincidenze non sono tanto strane perché gli uomini camminano, camminano e camminano, e ci distinguiamo proprio per camminare, fondare, consumare e abbandonare.
L´albero appare in tutte le culture, pensiamo al biblico albero della conoscenza, l´albero dove ebbe l´illuminazione Buddha e gli alberi sacri dei Mayas che sostengono la volta celeste; in realtá in tutto il mondo vi sono tradizioni relazionati agli alberi, i motivi di questo impianto mitologico si trovano negli straordinari processi evolutivi nella Storia umana.
Il primo successe 7 o 8 milioni di anni fa, quando nel lato est della valle del Rift, i nostri ancestrali omonidi dovettero adattarsi ad una terribile siccitá, sollevarono i loro corpi perdettero il pelo corporale e cominciarono a camminare sulle due gambe senza abbadonare le loro dimore e gli alimenti che gli alberi fornivano, alberi che dovettero adattarsi anche loro alla siccitá.
Il secondo episodio di evoluzione, successe 13000 anni fa circa, quando i nostri fratelli piú vecchi sopravvissero al piú recente periodo glaciale e da lí partí la cultura sciamanica che poi influenzó tutte le religioni del mondo e finí per convivere con loro per non morire davanti al fondamentalismo.

Aurore boreali come il Serpende della Luce,  in moltissime culture ancora persiste il mito del serpente volante o del serpente piumato che altro non é che il ricordo dei serpenti luminosi delle aurore boreali; e la Luna sull´orizzonte dell´Alaska accompagnata da un un minuscole e freddo Sole.

Nel nord, il cielo si vede in maniera diversa e molto particolare, si passano sei mesi di notte e sei di giorno, il Sole, i pianeti e la luna si rincorrono nell´orizzonte seguendo una traiettoria curva. Quando nei sei mesi d´inverno, un siberiano eo un Inuit osserva il cielo, vede che tutto si muove in  circolo attorno alla Stella Polare. In alcune tradizioni dei Samoyedi, la volta celeste é il tetto della sua tenda e la Via Lattea é la cucitura principale del tetto della tenda in maniera che le stelle sono i buchi della cucitura che lascia passare la luce proveniente “dall´altro lato” e la stella polare é il tronco principale che sostiene la tenda.
Nelle quattro seguenti foto vediamo esattamente quello che vedevano gli Inuit nel cielo della mattina e la notte del 1 gennaio 2009, vediamo come la luna circola nell´orizzonte e la stella polare si mantiene fissa tutto il tempo, ricordo che siamo in inverno, e quindi non c´è  il Sole e le costellazioni sono tinte in verde per distinguerle meglio, l´orsa maggiore e l´orsa minore girano attorno alla stella polare.
Nell´orizzonte, la Luna piena sotto a destra, di fronte Venere Urano e Nettunocon la Stella polare sotto.
06:00 am

Alle 12:00 pm   La Luna quasi al centro leggermente alta sopra l´orizzonte, di fronte alla sua destra, la costellazione di Orione scompare dall´orizzonte assieme a Sirio, Venere, Nettuno e Urano e vanno verso l´orizzonte nel lato sinistro, ma la Stella Polare non si muove.

Alle 06:00 pm  La Luna é a sinistra e Saturno é dove la Luna stava 6 ore prima, e la Stella Polare non si muove.

Alle 12:00 am  La Luna compierá un circolo completo sull´orizzonte in 6 ore, tutto si muove tranne la stella polare.

12.000 anni fa il cielo era leggermente differente, la Stella Polare se trovava situata quasi al centro e quei sopravvissuti al freddo glaciale costruirono una mitologia secondo quel cielo e con gli alberi.

La civiltá Olmeca, ancora oggi in massima parte sconosciuta,  ebbe origine in quelle terre sperdute del Nord della Siberia e che dopo il Dryas recente quando il ghiaccio non univa piú l´Alaska alla Siberia, quelle popolazioni amanti del freddo, degli alberi della natura migrarono verso il centro America dando vita a quella meravigliosa civiltá di cui conosciamo poco se non le enormi teste dai lineamenti negroidi.

L´articolo completo potete leggerlo qui:

SAND-RIO

P.S. scusate se l´articolo é un poco troppo OT

PERCHE’ E’ RAGIONEVOLE DUBITARE DELLA STIMA SULLA SENSIBILITA’ CLIMATICA – parte I: i confronti col passato

di agrimensore g., con la collaborazione di Fano

La “sensibilità”, in generale, è un parametro che indica come varia una grandezza a seguito della variazione di un’altra grandezza. In matematica è paragonabile alla derivata in un punto di una funzione.

Per quanto riguarda il clima, la sensibilità è spesso definita come quel parametro che ci dice di quanto aumenta la temperatura se raddoppia la concentrazione di CO2 in atmosfera. Più in dettaglio, tale parametro ne comprende due:

1) quello che ci dice di quanto aumentano le radiazioni ricevute (IR) dalla superficie all’aumentare della concentrazione della CO2 in atmosfera (forcing radiativo);

2) quello che ci dice di quanto aumenta la temperatura all’aumentare delle radiazioni che raggiungono la superficie (punto precedente).

Riassumendo, secondo l’AGWT abbiamo che: + CO2 –> + IR –> + T

In questa coppia di articoli ci occuperemo esclusivamente di analizzare il secondo punto, cioè dei problemi inerenti la valutazione dell’aumento delle temperature all’aumentare delle IR ricevute dalla superficie.

Come si è calcolato, fino ad oggi, questo parametro?

In due modi distinti:

– o con i modelli GCM (General Circulation Model)

– o col raffronto col passato.

Il tema dei modelli GCM verrà affrontato nella seconda parta, ove tratteremo dei problemi di V&V, over-fittng, training data vs. test data, variabili di input, confronto previsioni-realtà, ecc.

In  questa prima parte, invece, ci occupiamo di discutere la modalità con cui si è calcolata la sensibilità climatica a partire dai dati del passato.

In sostanza, si è stabilito, con un certo margine di incertezza, che in un certo lasso di tempo (in genere di parecchi anni) si è verificato un certo forcing radiativo che ha portato ad un range di aumento delle temperature del pianeta. A questo punto, si è applicata la le legge trovata nel passato al periodo attuale.

Le stime considerate dall’IPCC per l’aumento di temperatura a fronte di un raddoppio di concentrazione di C02 vanno da 0.1C a oltre 7C, e l’IPCC assume ragionevole il range 2-4,5C. Riporto di seguito la figura, ove sono riportate anche le stime ottenute con modelli GCM, contenuta nel rapporto IPCC:

Fig.1

Come si vede dalla figura, ciò che è stato stimato non è proprio il valore parametro, quanto la probabilità (tramite la funzione densità di probabilità) che il parametro assuma un determinato valore. Già da questi studi si nota una certa discrepanza tra le conclusioni dei vari lavori, ma ne esistono altri che si differenziano ancora di più: Schwarz 2007, stima in 1.1 C +/- 0.5C (poi corretto nel 2008 in 1.9C +/- 1.1C), Shaviv ancora molto meno.

Questo grafico ci dice, tra l’altro, che un aumento minore di 1°C è improbabile per tutte le stime riportate. Ad esempio, per il lavoro di Andronova del 2001, c’è una buona probabilità che il raddoppio della CO2 inneschi un aumento della temperatura media globale di 1.5°C circa

Cosa c’è che non va in questo tipo di ragionamento?

Il clima della Terra può essere esaminato dal punto di vista dell’evoluzione dei sistemi dinamici. Riassumendo la definizione di wikipedia di sistema, sappiamo che possiamo rappresentarlo come

“… una ‘scatola nera’ con ingressi  ed uscite. Lo stato del sistema è descritto da un insieme di variabili, dette appunto di stato che definiscono la “situazione” in cui si trova il sistema ad un certo istante temporale. Gli ingressi agiscono sullo stato del sistema e ne modificano le caratteristiche ovvero i valori in un dato istante temporale: queste modifiche vengono registrate dalle variabili di stato. I valori delle uscite del sistema, solitamente le uniche variabili misurabili (ingressi esclusi) dipendono a loro volta dalle variabili di stato del sistema e dagli ingressi (in maniera più o meno diretta).”

Il senso delle variabili di stato è quello di costituire la memoria stessa del sistema dinamico, cioè le variabili di stato dipendono non solo dagli ingressi ad un certo istante, ma anche dal valore delle stesse variabili di stato in istanti precedenti.

Nel caso della Terra, possiamo immaginare, ad esempio, di essere in una situazione del genere:

Fig. 2a

Non è detto che i sistemi debbano essere qualcosa di particolarmente complesso. Un sistema può essere anche una semplice palla, che prendiamo a calci, su un terreno accidentato In questo caso, ad esempio, possiamo immaginare che il sistema sia di questo tipo:

Fig.2b

I sistemi si possono trovare in equiibrio oppure no, e l’equilibrio può essere stabile o instabile.

Il paragone più semplice per definire uno stato di equilibrio stabile è quello della palla in una buca: se gli si dà un calcio, la palla ritorna nella buca. A meno che il calcio non sia abbastanza forte (o tanti calcetti un appresso all’altro, prima che la palla ritorni indietro) da farla uscire dalla buca: a quel punto la palla uscirà dalla prima buca e si fermerà solo dopo aver trovato un’altra buca (nuovo stato d’equilibrio).

Viceversa, uno stato instabile può essere paragonato a quello della palla in cima ad una collina: basta un piccolo calcetto e la palla si allontanerà.

La Terra si trova, approssimativamente, in un equilibrio stabile. Ad esempio, a seguito dell’eruzione del Pinatubo, per un periodo la media delle temperature globali è diminuita a causa di quanto emesso del vulcano, ma, terminata l’eruzione, al depositarsi delle ceneri, la temperatura è tornata all’incirca come prima.

Nel corso degli anni però la Terra ha attraversato vari stati di equilibrio, passando per Younger Dryas, episodi di snowball earth, periodi caldi, ecc.

Ora, cosa accade quando uno scienziato cerca di scoprire cosa è successo migliaia, o milioni di anni fa a fronte di un forcing sul clima terrestre? Beh, se il forcing è stato abbastanza intenso, troverà che la Terra è passato in un nuovo stato di equilibrio. Viceversa, se il forcing è debole,  sarà difficile  isolare i suoi effetti da quelli prodotti dalla variabilità naturale.

Quindi i lavori per stimare la sensibilità riguarderanno, generalmente, casi nel passato in cui il forcing è stato così intenso che il sistema Terra ha perso il suo precedente equilibrio.

Vi sono anche delle eccezioni, come quelle che riguardano studi sul passato molto recente (es.: reazione del sistema all’eruzione del Pinatubo, risposta degli oceani, ecc.). Per il resto, i casi in cui il sistema nel corso dei millenni ha reagito ad una piccola perturbazione esterna mantenendo l’equilibrio, non sono significativi per gli studi sulla sensibilità, semplicemente perchè non lasciano una traccia chiara.

Facciamo un esempio.

Fig.3

La Terra (o la palla) è rappresentata dal cerchio blu, la freccia rossa indica il forcing intenso ,  la freccia verde la reazione del sistema (Terra o palla che sia) per ritrovare l’equilibrio.

Da questi dati, (intensità del forcing indicato dalla freccia rossa e conseguente risposta del sistema indicato dalla freccia verde) possiamo ricavarne una legge tra forcing (perturbazione) ed evoluzione del sistema (cambiamento della temperatura o spostamento della palla)? Cioè, immaginando di avere i dati su:

–  quanta energia abbiamo impresso alla palla e il percorso che ha fatto o, parallelamente

quanto energia in più ha ricevuto la Terra e la variazione di temperatura

si può ricavare una formula (o meglio, la densità di probabilità del valore di un parametro) che lega:

l’energia impressa –> conseguente spostamento della palla? o

l’energia ricevuta –> la conseguente variazione della temperatura?

La risposta la possiamo immaginare guardando gli effetti di perturbazioni meno intense (freccia arancione): qui la Terra (o la palla) ritorna al punto di partenza. Come si vede non c’è nessuna proporzionalità, nessuna formula, ed in particolare la traiettoria che assumerà la palla dipende dal “tipo di buca” in cui si trova. Quindi è molto complicato trovare una regola, dipende dall’evoluzione del sistema che risponde in maniera diversa in base agli altri input e allo stato in cui si trova.

Com’è possibile ciò?

Questo  avviene quando sul sistema agiscono dei feed-back negativi (controreazioni) che costringono il sistema al suo punto di equilibrio.

Nel caso della palla, il feed-back è la sua stessa posizione rispetto al terreno, a fronte della traittoria. Insieme alla gravità, determina il riposizionamento alla posizione iniziale, se l’intensità del calcio non è troppo forte.

Nel caso del clima, posso immaginare un feed-back dato dal ciclo idrico, cioè dal vapor acqueo. Ora se il vapor acqueo si trasforma in:

–  “nubi medio-basse”, allora avremo un feed-back negativo per aumento dell’albedo

– “gas in atmosfera”, allora avremmo un feed-back positivo perché aumenta l’effetto serra.

Poiché la Terra si è dimostrata abbastanza stabile, almeno nelle ultime migliaia di anni, appare ragionevole che si verifichi la prima ipotesi, ma si può fare un’ulteriore congettura: può darsi che il trasformarsi o meno del vapore in nube dipenda da un fattore esterno, come ad esempio i GCR (cfr. esperimento Cloud al Cern). Ultimamente se n’è parlato anche su CM, a proposito di un nuovo studio http://www.climatemonitor.it/?p=14202

Nell’AGWT, invece vengono descritti molti feed-back positivi, il più importante dei quali è il seguente:

+ CO2  –> + temp –> + CO2  –> +temp –> + CO2 –>…

Il feed-back positivo è proprio di un sistema in uno stato instabile: qualsiasi perturbazione, anche casuale e minima, aumenti  il livello di CO2 o temperatura, conduce ad un incremento di ambedue le grandezze fino a trovare un nuovo equilibrio. In questo caso, è ancora più difficile trovare un legame tra input e output, giacchè uno amplifica l’altro.

Ma il problema di fondo è che anche nel caso di un sistema semplice, come una palla presa a calci su un terreno sconnesso, è sostanzialmente impossibile, soltanto con l’osservazioni di qualche esperienza precedente, trovare la legge universale che regola il processo. Cioè, non c’è una formula che permette di ricavare a fronte di un calcio (rasoterra) la traiettoria della palla: bisogna conoscere il “terreno” in ogni suo punto, altrimenti non ci si riesce.

E’ come se volessimo stimare il risultato finale di una partita, basandoci sulla serie storica degli incontri tra le due avversarie. Anche se i giocatori fossero sempre gli stessi, quanto può essere efficace tale strategia, senza conoscere la forma fisica degli atleti, le motivazioni, ecc.? Persino all’interno di un periodo di tempo breve, due squadre che si affrontano ottengono risultati completamente diversi tra “andata e “ritorno”, non tanto per l’alea, quanto per il diverso rendimento dei giocatori (è diverso il loro “stato”).

In sostanza, a livello teorico è lecito provare a trovare una somiglianza (likelihood) di comportamento delle variabili di stato in due diversi istanti basandosi sui dati passati, ma è necessario avere la conoscenza più completa possibile del sistema.

Riportato alla sensibilità climatica, questo significa che bisogna conoscere come funziona nella sua interezza il sistema Terra per provare a stimare tale parametro. Presumibilmente, non basta confrontarsi col passato,  è necessario comprendere ogni meccanismo che possa influenzare il clima.

Questo non significa che gli scienziati non abbiano fatto un buon lavoro, o, peggio siano in malafede. Semplicemente, i loro risultati non vanno considerati come definitivi, ma qualcosa da dover comprovare tramite una fase sperimentale, che però è estremamente difficile perchè non abbiamo a disposizione un altro pianeta da laboratorio.

E quindi?

N.Scafetta (Duke University) scrive così:

http://www.fel.duke.edu/~scafetta/pdf/21mo-secolo.pdf

Secondo l’IPCC se la concentrazione atmosferica di CO2 raddoppia la temperatura media del pianeta potrebbe aumentare tra 1,5 e 4,5 oC. La distribuzione della sensibilità climatica al CO2 (…) varia entro un intervallo perfino più largo di 1,5 e 4,5 oC. Se gas serra come la CO2 sono la maggiore causa del riscaldamento globale, una sensibilità climatica alla CO2 con un errore minimo del 50% non può che suscitare forti perplessità sulla robustezza delle interpretazioni dei cambiamenti climatici dell’IPCC. Questo errore macroscopico è dovuto al fatto che non si sanno modellare bene i principali meccanismi climatici di feedback, cioè il vapore acqueo e le nuvole.

Inoltre, come si vede in fig.1, per ogni studio i valori più probabili non sono nemmeno vicini ai valori medi (max di densità rispetto al valore segnato dal pallino). Prendendo per buoni i lavori dei vari scienziati riportati e anche non considerando i lavori degli scienziati considerati scettici, diventa davvero difficile, a fronte di risultati così variabili, trarne delle indicazioni.

Riassumendo, benché non proprio impossibile in via teorica, in pratica, dal confronto col passato, appare davvero complicato trovare una legge affidabile che lega il forcing radiativo con i suoi effetti sulla temperatura in un sistema così complesso come la Terra. Se si vuole ottenere un ragionevole livello confidenza della stima prodotta, bisognerebbe pensare ad un esperimento (attività sperimentale), che possa comprovarla.

In assenza di questo, si è trovata un’altra possibilità: l’uso di modelli GCM che cercano di simulare il sistema Terra, o meglio individuare dei valori statistici affidabili di alcune grandezze fisiche proprie del clima.

Ma di questo parleremo nella seconda parte.

Da premesse false si arriva a risultati ancora più falsi‏…

Corpo del messaggio:

COSA DICE LA TEORIA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE ANTROPICO:

La Terra riceve energia dal sole che la irradia sotto varie lunghezze d’onda nel visibile e non, cioè radio microonde infrarossi(45% del totale circa) luce visibile, uv (11% circa) gamma. La Terra accetta questa radiazione e la riemette ovviamente nello spazio solamente nelle bande delle onde radio, microonde e infrarossi soprattutto, perché la luce visibile si inizia a emettere solo a temperature di circa 500°C e superiori. La teoria dice che l’atmosfera è trasparente alla radiazione in ingresso ma non a quella in uscita dalla Terra. Tutti i gas biatomici come azoto N2 (78% atmosfera) e ossigeno O2( 21%) non riescono ad assorbire l’infrarosso,mentre tutti i gas triatomici o più come H20 CO2 CH4 O3 ecc assorbono questa radiazione IR e la riemettono, in parte anche verso la Terra diminuendo l’IR uscente e incrementando la temperatura totale, quindi se la loro concentrazione in atmosfera aumenta, diminuisce l’infrarosso uscente e la temperatura aumenta sempre d i più.

COSA DOBBIAMO SAPERE:

Questa è una teoria di 150 anni, la fisica come il resto del mondo ha fatto progressi. Oggi sappiamo che non esistono corpi che si comportano cosi e sappiamo molto bene come funziona l’assorbimento dell’infrarosso.

1) l’infrarosso viene emesso da qualunque corpo sopra i 0 K in fotoni che hanno una determinata energia, il fotone emesso che raggiunge un altro corpo eccita un suo elettrone e lo fa passare ad un orbitale più alto aumentando la sua temperatura, questo processo avviene finchè il corpo che riceve non ha più elettroni da eccitare e riemette tanti fotoni quanti ne ha ricevuti in direzioni casuali rimettendo elettroni al loro posto e riportando la temperatura com’era prima.

2) Poiché non esistono corpi con T = 0 K non esistono corpi che non emettono e assorbono in uguale quantità infrarosso ( 1° principio della termodinamica) altrimenti se esistessero corpi che assorbono o emettono soltanto oltre a creare energia dal nulla dovrebbero avere T infinita o nulla. Poiché ossigeno e azoto hanno una temperatura visto che si trovano allo stato gassoso, assorbono e riemettono IR

http://www.coe.ou.edu/sserg/web/Results/Spectrum/n2.pdf

http://www.coe.ou.edu/sserg/web/Results/Spectrum/o2.pdf

3) Quando si parla di gas,liquidi o solidi, esiste un valore chiamato capacità termica specificahttp://www.engineeringtoolbox.com/spesific-heat-capacity-gases-d_159.htmlcioè la quantità di energia richiesta da un corpo per aumentare la sua T di 1K. Ovviamente maggiore sarà la quantità di un gas in atmosfera e maggiore la sua capacità termica, più difficile sarà aumentare la sua temperatura, immaginando un attività solare costante. Inoltre chi ha capacità termica inferiore ha la facoltà di raffreddarsi prima poiché emette radiazioni con una frequenza maggiore ( basta immaginare l’escursione termica che c’è tra città che vivono vicino la costa e città che vivono nell’entroterra, infatti il suolo ha capacità termica inferiore del mare)

CONCLUSIONI:

Gli oceani hanno una capacità termica molto alta
CpJ/(g•K) = 4,1813
E una temperatura media di 4°C (vicino ai 5,3°C teorizzati per un corpo nero alla stessa distanza dal sole), questo vuol dire che ci vuole una quantità di energia immensa per aumentare la loro T di 1 K. La capacità termica dell’atmosfera invece è 1.01 KJ/(KgK) frutto di una media tra le capacità dei vari gas che la compongono, mentre quella della CO2 è di appena 0,84 KJ/(KgK) cioè l’anidride carbonica si scalda con meno energia rispetto a azoto ossigeno vapore e acqua, ma si raffredda anche prima. Lo 0,039% dell’atmosfera assorbe ed emette meno dei suoi cugini metano, vapore, azoto, solo l’argon è ancora più scrauso come assorbitore emettitore. Tuttavia aumentare la sua concentrazione ( ad esempio a 700ppm) fa si che si che la capacità termica totale dell’atmosfera diminuisca perché per formarsi la CO2 deve sottrarre all’atmosfera dell’ossigeno nel ben noto processori combustione ( C + O2 + calore = CO2). Questa diminuzione della capacità termica f! a si che l’atmosfera richieda meno energia per riscaldarsi di più e che quindi ci sia un riscaldamento ( infinitesimale perché è infinitesimale l’aumento della concentrazione)ma allo stesso tempo si raffredda prima. Il bilancio totale sarebbe comunque nullo, cioè ne riscaldamento ne raffreddamento. In più la CO2 ha una conduttività termica leggermente inferiore a quella degli altri gas che compongono l’atmosfera, quindi un suo aumento causerebbe un aumento del gradiente termico verticale cioè più caldo nello strato atmosferico a contatto col suolo e più freddo ad alta quota dove la concentrazione diminuisce, ma questo non influisce sulla temperatura media del globo perché come sappiamo l’energia è sempre la stessa.

Per aumentare la temperatura rimane un solo modo, aumentare l’attività solare.

L’unico modo per capirci qualcosa insomma non è attraverso i calcoli dell’IPCC che non tengono conto di tutto questo, perché partendo da concetti sbagliati si arriva inevitabilmente a risultati sbagliati, ma è attraverso l’esperimento, perciò ne linko qualcuno:

http://www.spinonthat.com/CO2_files/The_Diurnal_Bulge_and_the_Fallacies_of_the_Greenhouse_Effect.html  (a fine pagina)

http://www.globalwarmingskeptics.info/forums/printthread.php?tid=528

Gerrard8

La Niña a novembre

Nel mese di novembre la temperatura superficiale (TSM) dell´oceano Pacifico ad est del 160° é inferiore al normale, mentre a ovest del 160° é superiore al normale.

Le condizioni attuali mostrano un proseguimento dell´evento di una Niña e secondo le previsioni statistiche e i modelli, tale  condizione si manterrá almeno fino all´autunno del 2011.



Durante il mese di novembre si é continuato a vedere un raffreddamento della superficie oceanica con anomalie fredde superficiali fino a -2°C.

I valori a fine novembre sono stati: -1,8° C nella regione Niño 3; -1,3° C. nella regione Niño 3/4 e di -1,1°C nella regione Niño 4.

Durante il mese gli alisei si sono mantenuti forti e si sono intensificati a est del 160° W.

Rispetto ai livelli sotto-superficiali, durante il mese si sono mantenuti anomalie negative con un nucleo freddo ubicato tra 150°W e 110°W e che si é mosso lentamente verso Est, con una anomalia di temperature di -5°C.


tutti i modelli pronosticano la continuazione della fase Niña per i prossimi trimestri. In particolare per il trimestre DGF si prevedono anomalie della SST nella zona Niño 3/4 tra i -1° e i 2,3°C. con una media tra i modelli di  -1,7°C.
La probabilitá che la Niña continui fino a febbraio é del 99% e che continui fino maggio é del 60%.
In definitiva é previsto un aumento delle anomalie delle temperature negative della fase Niña tra gennaio e febbraio, mentre solo ad autunno (forse) finirá la Niña, dico forse perché giá alcuni oceanografi e climatologi stanno prevedendo che questa Niña potrebbe durare per tutto l´anno 2011 finendo solo nel 2012. Staremo a vedere.

E per finire in bellezza voglio mostrarvi le previsioni dei nostri eroi climatologi fatte a novembre del 2009 e quale é stata la realtá. NESSUNO di questi che prevedono il clima tra 100 anni  é stato capace di prevedere la NIÑA!!!

PREVISIONE

REALTÀ

SAND-RIO

Nowcasting solare!

(Continum SDO autoaggiornante)

Nel sole sono presenti contemporaneamente le regioni 1131 e 1133…entrambe gireranno la parte visibile a breve, mentre entro la giornata odierna, rispunterà dal limbo orientale la ex 1127 che ha buone possibilità di contenere macchie al suo interno, ma sarà da vedere poi se saranno contabili anche col nia’s count.

In questa prima decade del mese, quello che mi ha un pò stupito è stato il solar flux sempre intorno agli 84-86, è vero che sono state presenti contemporaneamente  2 AR di medie grandi dimensioni, ma le stesse AR però sono classificate di categoria alfa, cioè regioni con bassa attività magnetica come si può vedere anche dal K-index che non lo so si vedeva così piatto dall’anno scorso, quando eravamo nella fase più profonda di questo minimo solare:

Purtroppo da oggi il link da cui prendo i dati odierni del solar flux si è ribloccato:

ftp://lynx.drao.nrc.ca/pub/solar/FLUX_DATA/fluxtablerolling.text

ma io so che ne esiste un altro che però io ho perso, quindi se qualcuno lo dovesse avere prego lo posti nei commenti. (la stima aggiustata per la giornata di ieri dovrebbe cmq essere attorno agli 85)

Insomma, questo sbalzo del solar flux un pò mi fa pensare: non ci resta che attendere che almeno la 1131 tra circa 2-3 giorni sparisca, seguita da lì a qualche giorno dopo dalla 1133, per vedere se il flusso ricala, così come finora ha sempre fatto.

In tal caso, e sempre che non dovessero comparire contemporaneamente più regioni di una certa grandezza, la media mensile potrebbe ancora una volta terminare sotto a febbraio, e tutto ricomincerebbe da capo, e cioè con un sole che di ripartire seriamente non ne ha proprio intenzione…

Stay tuned, Simon